Pubblicato:
10/08/2010 da
elga73
Periodo:
10/07/2010 - 30/07/2010
(20 giorni)
Non specificato
Equipaggio: Stefano(38) e Elga(36). Le tre pesti Edoardo (10) Rachele (5) e Anita(4) e il cane Baloo(10 mesi).
Solitamente durante i nostri viaggi in camper ci avvaliamo dell’aiuto prezioso dei diari di bordo di altri camperisti, che prima di noi hanno solcato le strade. Questa volta per una serie di coincidenze li abbiamo dimenticati a casa, e quindi sentiamo questo viaggio in Grecia particolarmente nostro. Avevamo solo la guida Michelin e le cartine geografiche. Speriamo così di fornire preziose informazioni a chi decidesse di intraprendere questo itinerario. Buona lettura!
Alle 21:00 la tribù è pronta per partire. Ultimi controlli del caso e si parte direzione Ancona. La speranza è quella di evitare l’esodo che coinvolge la riviera romagnola il sabato, e dai bollettini traffico della radio alla fine la nostra scelta è riuscita azzeccata. Dormiamo in un’area di servizio ad Ancona eccitati all’idea del viaggio che stiamo per intraprendere.
Alle 9:00 ripartiamo direzione Brindisi dove ci dobbiamo imbarcare per Igoumentitsa con la compagnia Endeavor Lines. Stefano guida tutta la giornata, tranne qualche sosta per far sgranchire le gambe alla ciurma e al cagnolone. Per fortuna che Stefano ha telefonato, come raccomandato, alla compagnia navale giovedi per controllare che gli orari di imbarco non fossero cambiati……Quei simpaticoni della Endeavor invece ci hanno comunicato che anziché alle 19:00, l’imbarco è anticipato alle 17:00..e questo ci constringe a ritmi serrati.
Il personale della compagnia è cortese e competente. Gli orari vengono rispettati e dopo la sistemazione con operazione open-deck, si salpa alla volta della terra greca. Il traghetto è organizzato con piscina, bar, punti ristoro e il tutto è incorniciato da un tramonto meraviglioso. Ma siamo distrutti e alle 21:00 andiamo a dormire, immaginando di dover affrontare una notte orribile. L’arrivo è previsto per le 5:30, ma aihmè siamo arrivati con un discreto anticipo, alle 3:45. Scendiamo dal traghetto e percorriamo una settantina di km verso Preveza trovando parcheggio nel piazzale di un supermercato. Finalmente si ricomincia a dormire.
I bambini ignari della nottataccia si svegliano alle 8:30. Noi siamo invece altamente demoliti, ma riesco ad arrancare al vicino supermarket per acquistare pane e yogurt. Ci siamo dimenticati di spostare le lancette degli orologi un’ora avanti, lo faremo solo alla sera.
Dopo la colazione riprendiamo la marcia diretti a Lefkada. Quasi non ci accorgiamo di attraversare il ponte sottomarino che collega l’isola alla terraferma (5 euro), perché sembra una normalissima galleria lunga un km. Dalle nostre ricerche sappiamo che Lefkada è un’isola dove il campeggio libero è permesso, e la nostra prima sosta è la spiaggia di Pefkoulia, segnalata come meta preferita dai leucaditi, molto bella, con ciottoli e ghiaia fine e mare turchese. Attraversiamo la cittadina di Lefkada town affollata dai turisti e seguendo le indicazioni per Agios Nikitas, su una strada piena di tornanti individuiamo le indicazioni per Pefkoulia beach frammista a quella di diverse taverne. Parcheggiamo il nostro fidato camper su uno sterrato adiacente al versante della montagna, non proprio tranquilli, ma la voglia e il desiderio di fare un bel bagno è troppo incalzante. Scendiamo attraverso la fitta macchia punteggiata di campeggiatori in tenda e arriviamo a questa lunga spiaggia, poco affollata, e bagnata da un incantevole mare. Non c’è vento e l’acqua è calda. Rimaniamo in spiaggia tutta la giornata, trovando ristoro nelle ore più calde alla vicina taverna dove ci rinfreschiamo con un enorme bicchiere di caffè freddo.
Tornati al camper non siamo troppo convinti di rimanere per la notte e così proseguiamo di qualche km, trovando sulla strada principale le indicazioni per il Campeggio “Kathisma”. Una notte con allaccio alla corrente 27 euro. Campeggio delizioso che trova spazio fra ulivi secolari. Il fatto che non ci sia uno scarico adibito solo ed esclusivamente al wc chimico, e la posizione delle piazzole fra gli ulivi, ci fa pensare che non siano attrezzati per i camper, ma i bagni sono nuovi e puliti e il personale disponibile e cortese.
Dopo una bella doccia e una cena tra i rami bellissimi andiamo a dormire,esausti.
Lasciamo il campeggio intorno alle 9:30, dopo le operazioni di carico e scarico, diretti all’incantevole spiaggia di Kalamitsi. Avevamo letto di questa spiaggia meravigliosa di ghiaia e mare caraibico, ma dopo una strada disastrata, piena di tornanti, strettoie e ulivi che oscurano la carreggiata, per fortuna incontriamo dei ragazzi in camper in momentanea difficoltà che ci avvisano che è impossibile proseguire fino alla spiaggia, dove i camper, è segnalato, non sono graditi ed è presente un arco di pietra alto 2 metri che impedisce del tutto l’accesso. Leggermente arrabbiati e con una manovra in retromarcia di quelle che non si dimenticano facciamo ritorno sulla strada principale, scattando solo qualche fotografia.
Ma la fortuna è dalla nostra parte, perché proseguiamo seguendo le indicazioni per la spiaggia di Gyalos, ben segnalata. In Grecia le strade non sono da premio, quasi tutte piene di buche, dislivelli, strettoie e tornanti, ma riusciamo ad arrivare alla spiaggia, dove con nostra gioia troviamo altri camper, non solo parcheggiati, ma anche organizzati con veranda e tavolini. Felici come bambini in un negozio di giocattoli troviamo la nostra sistemazione e con i bambini entusiasti ci regaliamo un bagno bellissimo nel mare azzurro e blu e caldissimo. Rimaniamo tutta la giornata e anche la notte dopo esserci deliziati con un Ouzo ghiacciato consumato al beach bar. I greci sono tutti estremamente cordiali. Trascorriamo una notte tranquilla cullati dalla battigia.
N.B: Per chi ha dei bambini sono fondamentali le scarpette protettive per andare in acqua e proteggere i piedi dagli scogli e dai sassi.
Abbiamo trascorso una notte tranquilla e senza patire il caldo. Ci svegliamo alle 8:30 e dopo una ricca colazione ci tuffiamo ancora in questo splendido mare di Gyalos. I bambini si divertono tantissimo nonostante l’assenza di sabbia. Nuotano tantissimo, fanno tuffi e Rachele si lancia allo snorkeling imitando suo fratello e suo papà. L’acqua in queste spiagge diventa subito profonda, quindi è meglio attrezzarsi con i braccioli. Indispensabili anche occhiali, cappelli e ombrellone perché il sole è cocente, e riflettendo i suoi raggi sui ciottoli bianchi, si crea un riverbero potente che impedisce di sdraiarsi a prendere la tintarella, se non per una decina di minuti.
Qui a Gyalos siamo stati benissimo vivendo la vacanza a stretto contatto con il mare proprio come desideravamo fosse. Ma d’altra parte la nostra avventura deve continuare, così dopo pranzo ci dirigiamo verso Porto Katsiki.
Sin dai tornanti che conducono alla spiaggia più famosa di Lefkada ci rendiamo conto della folla che la calpesta. Tantissime macchine, ma nemmeno un camper. Parcheggiamo negli spiazzi consentiti (10 euro). Un cartello spiega che è consentita la sosta notturna dalle 20:00 alle 8:00, ma se si ritarda la partenza bisogna pagare il prezzo del parcheggio. La vista che si apre ai nostri occhi è di una bellezza inspiegabile e nonostante la spiaggia sia molto affollata decidiamo di scendere i 100 scalini nella roccia e di cercare un posticino tutto per noi. Attrezzati con ombrellone, borsa da mare e Baloo al guinzaglio attraversiamo i diversi beach bar con gli occhi di tutti addosso. In effetti ci rendiamo conto che finora non abbiamo ancora visto un cane in spiaggia, anche se è vero che nessuno ci ha mai detto qualcosa.
Il mare è turchese, fino a scendere ad una tonalità blu profonda. La spiaggia è di ghiaia fine e l’acqua caldissima. Il versante della montagna che affonda nel mare crea un paesaggio suggestivo, quasi d’altri tempi. Insomma abbiamo fatto un bagno bellissimo!!! Attorno alle 20:00 rientriamo al camper ma l’idea di rimanere qui per la notte non ci aggrada, anche perché il parcheggio è interamente coperto di terra rossa e questo implicherebbe il dover rimanere a bordo del camper senza far scendere nessuno, onde evitare di tinteggiare gli interni. In più siamo molto stanchi, non ho voglia di cucinare e così optiamo per recarci a cena alla vicina taverna Bilvi. L’ospitalità è al massimo: chiediamo se possiamo rimanere a dormire nel parcheggio custodito e oltre a venire invitati a fare cio’, ci viene offerta anche la doccia!
Ceniamo con insalata greca, Souvlaki( spiedini di carne di maiale), Tigania (bocconcini di maiale fritti, morbidissimi) patatine fritte e salsa Tzaziki. In cinque spendiamo meno di 30 euro.
Lasciamo la taverna Bilvi e ci dirigiamo alla ricerca del Salto di Saffo. Stamattina niente spiaggia e mare, soprattutto per far riposare gli occhi e la pelle, comunque già color cioccolato.
Proseguendo da Porto Katsiki verso Capo Lefkada incontriamo le indicazioni per il tempio di Apollo. In prossimità delle rovine di questo tempio, che comunque non abbiamo trovato.., c’è la scogliera alta 72 metri dalla quale la poetessa Saffo si gettò in mare, delusa nel suo amore per il bel Faone.
Il panorama è mozzafiato, alla cima di questa scogliera sorge un faro restaurato dopo il terremoto del 1953, circondato da un’inferriata facilmente scavalcabile da noi adulti, che ci siamo affacciati sullo strapiombo. Ne vale veramente la pena! Dispiaciuti per non aver trovato i resti del tempio, dal quale i sacerdoti dello stesso si gettavano in mare con ali improvvisate e reti, torniamo sulla strada verso Vassiliki.
Vassiliki è un grazioso paese sviluppato attorno ad un’insenatura, con un lungomare costeggiato di negozi e ristoranti. Tante le barche a vela ormeggiate e ragazzi che praticano sia wind surf che kite surf.
Da Vassiliki parte tre volte al giorno il traghetto per Cefalonia e due volte per Itaca. Alle 13:00 ci imbarchiamo per Cefalonia (97 euro) e in un’oretta attracchiamo alla selvaggia isola.
Appena giunti sulla terraferma cerchiamo subito un parcheggio perché siamo a Fiskardo. Piccolo gioiello rimasto intatto dopo il terremoto, questo paesino conserva ancora le case tipiche e colorate sul porto nel quale sono ormeggiate tantissime imbarcazioni. La passeggiata è davvero incantevole, tra le viuzze e sul lungomare è tutto un punteggiarsi di negozi e ristoranti. Unico neo fa veramente moltissimo caldo e siamo quasi obbligati a refrigerarci con un enorme cono gelato!
Lasciamo a malincuore questo paesino che già so mi rimarrà nel cuore e iniziamo la discesa dell’isola. Durante il tragitto i nostri occhi rimangono colpiti dal paesaggio che il paesino di Assos ci offre. Dall’alto infatti si vede che il paese rimane collegato a un piccolo isolotto sul quale sorge un castello, da una piccola lingua di terra. Scendiamo e visitiamo la piazzetta e la spiaggia con il mare verde smeraldo che incantò anche Carlo e Diana durante il loro viaggio di nozze.
Ripartiamo quasi subito, perché i bambini esprimono il desiderio di fare il bagno. Dopo qualche km veniamo invogliati dal panorama che si presenta ai nostri occhi. E’ la spiaggia di Myrtos, la spiaggia più fotografata della Grecia, e c’è un motivo.
Scendiamo senza troppe difficoltà, trovando ampio parcheggio e altri camper. Facciamo un bagno indimenticabile, l’acqua è quasi bollente e azzurrissima e noi troviamo subito nuove energie.
Trascorriamo l’intero pomeriggio, anzi rientriamo al camper alle 20:00 inoltrate e i camper che ci facevano compagnia se ne sono già andati. Un dubbio si insinua trovando ragione in un addetto del beach bar che ci consegna un foglio dove viene spiegato che sulla spiaggia di Myrtos i camper non possono rimanere alla notte ed è vietato il campeggio e qualsiasi sosta. Quindi dobbiamo spostarci.
Fatti armi e bagagli iniziamo a cercare un posto tranquillo dove trascorrere la notte. Avendo già cenato, l’opzione taverna dobbiamo scartarla, e lungo la strada non troviamo un posto che ci possa lasciare tranquilli. Attraversiamo l’isola e arriviamo a Sami, con un’intensa vita notturna, proseguiamo sulla conduttrice Sami-Argostoli, dove troviamo in prossimità del capoluogo un campo sportivo ben illuminato e all’apparenza tranquillo.
La notte è trascorsa mista a patimento per via del caldo soffocante e dalla posizione non proprio ottimale. Arriva il mattino e decidiamo di partire alla perlustrazione delle spiagge intorno ad Argostoli, capoluogo dell’isola di Cefalonia. Proseguendo lungo la litoranea del porto ci addentriamo in una pineta con gli abeti caratteristici che crescono solamente su quest’isola al mondo. Ci fermiamo a Katavothres dove il mare misteriosamente sparisce sotto terra per riemergere dall’altro capo dell’isola, al Lago Melissani. Ci dirigiamo poi alle spiagge di Makrys Gialos e Platys Gialos, facilmente raggiungibili dagli alberghi presenti sulla strada. Le due spiagge di sabbia sono distanti si e no 1 km fra loro e tra esse tante calette attrezzate o meno, tutte con fondo sabbioso. Troviamo parcheggio vicino a un chiosco con le docce e regaliamo ai bambini una mattinata di nuoto su fondale basso e giochi con paletta e secchiello. Supponiamo però di non essere graditi a pranzo con i finestrini aperti e così ci spostiamo e raggiungiamo seguendo le indicazioni il monumento ai caduti italiani della Divisione Acqui. Di fronte al monumento che suscita una certa commozione troviamo parcheggio all’ombra e li pranziamo e ci riposiamo.
Nel primo pomeriggio ci spostiamo per una passeggiata al lungomare di Argostoli, dove acquistiamo il famoso vino isolano Robola e pane e dolci del luogo.
I bambini sentono il richiamo del mare e desiderano fare il bagno, così riprendiamo il camper e ci spostiamo a Lourdata, dove parcheggiamo in riva al mare. Facciamo uno splendido bagno e anche Baloo finalmente si decide e si regala una bella nuotata. Riemergiamo per l’ora di cena, riprendiamo il camper e sulla strada verso Katelios troviamo una suggestiva taverna , “Elios”, nella quale mangiamo tantissimo, con Souvlaki, insalata greca, feta arrosto e vino locale (33 euro), e ci viene offerto un posto per dormire e ricaricare acqua. Trascorriamo una notte tranquilla, ma il caldo si fa sentire.
Stamattina di buon ora proseguiamo sulla strada diretta a Skala per raggiungere Kaminia beach che insieme a Mounda beach rappresenta la spiaggia scelta dalle tartarughe Carretta Carretta per deporre le loro uova. Subito il paesaggio ci affascina, a ridosso delle pendici dei monti, un insieme di dune e di macchia mediterranea ci accompagnano a un mare trasparente, con fondale basso e sabbioso e caldissimo. Sembra un sogno, immersi completamente nello stile selvaggio dell’isola. Questa è la Cefalonia che cercavamo e decidiamo di rimanere tutto il giorno. Al pomeriggio rimaniamo affascinati dal volo delle aquile sopra le nostre teste e con fortuna incrociamo alcuni volontari del centro tutela delle tartarughe. Uno di essi è italiano e ci spiega che questo è un periodo perfetto per le tartarughe che salgono sulla spiaggia di notte per nidificare. Per questo il campeggio è vietato, per non disturbare la quiete di questa zona protetta. Edoardo rimane affascinato da questi volontari, che ci spiegano anche dove andare a fare snorkeling per vederle nel mare.
Decidiamo di rimanere a dormire spiegando ai bambini la necessità di quiete. Questo non si rifletterà un problema, visto che alle 21:30 dormiamo tutti! Nessuno è venuto a mandarci via, comunque è giusto segnalare che qui non si può sostare la notte.
Al mattino Stefano e Edoardo armati di maschera e pinne nuotano nella zona segnalataci dal volontario, ma aihmè dopo una quarantina di minuti rientrano alla base senza averne vista nessuna, solo tonnetti, sogliole e altri pesci colorati.
Dopo pranzo guidamo attraverso Skala, delizioso centro, e Poros da dove parte il traghetto verso Killyni. Ma abbiamo bisogno di riposare e di fare una sana doccia come si deve, percio’ proseguiamo verso Sami dove ci fermiamo al “Karavomilos beach “ camping. Un campeggio ben organizzato, dotato di tutti i comfort, come una splendida piscina e Wi Fi in tutte le piazzole. I bagni sono pulitissimi e le docce calde sono accessibili senza gettoni. Situato a ridosso del centro, è perfetto per garantirci due giorni di relax completo.
Al giorno con attacco alla corrente spendiamo 42,50 euro.
Al mattino scarichiamo le biciclette e facciamo un giretto nel centro di Sami dove acquistiamo frutta e verdura, un delizioso pasticcio al formaggio e anche dell’artigianato locale, che segnalo come di ottima qualità. Al rientro ci tuffiamo in piscina e così proseguiamo indolenti la nostra giornata.
Al mattino rimaniamo al camping fra un bagno in piscina e un riordino generale. Subito dopo pranzo ripartiamo; la nostra intenzione è quella di traghettare verso il Peloponneso ma prima decidiamo di visitare il Lago di Melissani. Qui una passeggiata in barca permette di visitare il lago sotterraneo che si stende sotto una volta naturale parzialmente crollata e le cui acque comunicano con il Katavothres di Argostoli. L’acqua del lago cambia il suo colore a seconda dei riflessi provenienti dal sole e questo permette di scattare molte fotografie. Ingresso 7 euro gli adulti e 4 euro i bambini sopra i 6 anni.
Subito dopo questa parentesi ci dirigiamo a Poros, dove con la compagnia Ionian Ferries traghettiamo verso Kyllini (99.80 euro).
Appena sbarchiamo in Ilia il paesaggio ci appare subito diverso da quello di Cefalonia. Povertà e degrado la fanno da padrone, le strade sono malmesse, i venditori ambulanti non mancano. Decidiamo di dirigerci verso la costa per cercare un posto sicuro dove dormire e scegliamo Katakolos, porto pittoresco, attracco di navi da crociera come Costa e MSC, tranquillo e pieno di turisti. Parcheggiamo di fianco alla Marina, al porto e scendiamo per fare una bella passeggiata. I bambini sono entusiasti perché il porto è animato, c’è un piccolo luna park e un parco giochi. Ceniamo a un grill a base di Pita Gyros e Pita Souvlaki, spendendo ben 16 euro, e dormiamo al porto sebbene sia segnalato il divieto di campeggio, un signore del posto mentre ci offre di acquistare da lui pomodori e olive ci dice di stare tranquilli, che nessuno ci disturberà, e così è stato.
Al mattino dopo una ricca colazione, avvisiamo i bambini che la giornata sarà dedicata alla visita degli scavi di Olympia. Scendiamo al forno per fare rifornimento di focacce e partiamo. Dopo una quarantina di minuti giungiamo sul posto, parcheggiando il camper in un parcheggio dietro il viale principale dedicato ai pullman, veramente numerosi. Ci sono comunque altri camper parcheggiati e vi è anche qualche zona d’ombra. Lasciamo Baloo in camper per paura che non possa entrare agli scavi e che possa soffrire troppo il caldo, che oggi si fa sentire parecchio. Armati di cappellini e tanta acqua partiamo per questa bellissima avventura.
L’ingresso agli scavi costa 9 euro, scavi e museo, solo per gli adulti. I bambini entrano gratis. Le rovine di Olympia sono bellissime e armati di guida Michelin riusciamo a destreggiarci fra esse orientandoci alla perfezione. Testimoniano lo splendore che fu dei Giochi Olimpici, che si svolgevano ogni quattro anni a partire dall’VIII sec. a.c. Proseguiamo poi al museo dove un plastico ricostruisce l’intera valle ed è possibile ammirare in tutto il suo splendore l’Hermes di Prassitele.
Torniamo al camper dopo circa due ore e pranziamo con panini e Loukumi, dolcetti tradizionali greci.
Ci rimettiamo in marcia, diretti a Kalo Nero, spiaggia famosa come luogo di nidificazione delle tartarughe Carretta Carretta. E’ una spiaggia selvaggia e incontaminata, delimitata da un lungomare con taverne e bar.
Decidiamo di rimanere sul lato incontaminato dove la spiaggia e’ costellata da piccole recinzioni create dall’amministrazione del luogo per proteggere uova di tartaruga già deposte. Facciamo un bellissimo bagno, con acqua verde smeraldo e fondo sabbioso. Edo e suo papà facendo snorkelling avvistano murene e branchi di cefali. Anche Baloo fa un bagno in queste acque caldissime!
Facciamo la doccia in camper e per la cena optiamo per una taverna caratteristica avvistata all’interno di kalo Nero. E’ sulla strada principale, vicino alla stazione ed ha i muri decorati con disegni colorati. Ceniamo con Calamari, Polpo all’aceto, Moussaka, souvlaki e pasta per i bambini e un assaggio di Dolmadakia, involtini nella vite, e spendiamo 28 euro. Caffè greco e anguria vengono offerti dalla taverna, a noi sembra incredibile!
Per la notte ci spostiamo sul lungomare dove ci sono altri camper e trascorriamo una notte tranquilla.
Al mattino ci rimettiamo in viaggio verso Pylos, ma le indicazioni non sono chiarissime e noi sprovvisti di navigatore abbiamo difficoltà e ci impieghiamo un mucchio a raggiungere la località attraversando anche strade sterrate con carreggiata strettissima.
Pylos, nota anche come Navarino, sovrasta una maestosa baia delimitata da una muraglia rocciosa con castello e da una cittadina viva e ricca di negozi e di artisti che suonano nella piazza. Facciamo un giretto per rifornirci di pane e frutta e parcheggiamo poi il camper sotto il castello all’ombra della pineta. Ci dirigiamo alla spiaggia del posto dove vi è un trampolino per fare i tuffi. Il fondo è di ciottoli e l’acqua fresca e azzurra. Pranziamo, aiutiamo Edo a fare i compiti e poi ancora spiaggia mentre Stefano porta Baloo a passeggiare per il paese. Trascorriamo così il pomeriggio e prima di ripartire facciamo carico e scarico nei bagni che si trovano al limitare di questa spiaggia.
Partiamo alla volta di Kalamata, ma la città si rivela rumorosa e trafficata e quindi ci fermiamo alla sua periferia, e dormiamo nel parcheggio di un Lidl. Tranquillissimo.
Kalamata è il capoluogo della regione Messinia ed è una città portuale ricca di attività. Divisa fra la parte nuova e quella vecchia distrutta da un terremoto nel 1986 e poi interamente ricostruita. Noi desideriamo visitare la parte vecchia e cerchiamo le indicazioni per il castello; qui parcheggiamo senza difficoltà e ci dirigiamo al Bazaar dove si svolge il mercato e dove ci sono tantissime chiese bizantine. Al mercato facciamo spesa e acquistiamo le famose olive nere di Kalamata e dell’olio. Passeggiamo per i vicoli e visitiamo due chiese rimanendo sbalorditi dalla bellezza e opulenza degli interni. Accaldati ci sediamo a un bar all’ombra dove ci servono subito cinque bicchieroni di acqua fresca, usanza locale, così che i bambini si rinfrescano senza aspettare troppo tempo e beviamo due caffè freddi davvero deliziosi.
Riprendiamo il camper perché non ci teniamo a visitare la parte nuova con il lungomare e ci dirigiamo verso Sparta. La strada che collega Kalamata a Sparta, attraversa il monte Taigeto (2000 mt), ed è ricca di tornanti. Risulta una traversata difficoltosa soprattutto per i bambini tanto da fermarsi per prendere una boccata di aria fresca a metà strada. Sebbene sia un tragitto di pochi chilometri impieghiamo parecchie ore per attraversarlo. Pranziamo in montagna, accarezzati dall’aria fresca e poi ripartiamo verso Gytheo.
Gytheo rappresenta un’altra perla del Peloponneso, precisamente della Lakonia, regione splendida. Situata sul porto offre una bellissima baia dove fare il bagno o dove fermarsi per mangiare sul lungomare. Noi ci fermiamo su una punta della baia dove sorgono un faro e una chiesetta bianca e azzurra e mentre ammiriamo il panorama e scattiamo qualche foto notiamo il relitto di una nave sulla spiaggia di cui Stefano aveva letto. Siccome sta per piovere ritorniamo sul camper e cerchiamo di raggiungere la spiaggia in questione. Basta poco per trovarla, ovvero attraversare Gytheo direzione Mavrovouni e imboccare il sentiero subito prima del relitto. Questo conduce a una taverna con ampissimo parcheggio dove troviamo numerosi camper parcheggiati, alcuni con veranda e tavolini. Portiamo i bambini in spiaggia ad ammirare questo spettacolo inusuale, dove il relitto regna sulla sabbia come un vecchio addormentato, ma maestoso.
Torniamo al camper e ceniamo all’aperto, scambiando qualche chiacchera con i vicini e poi andiamo a dormire. Notte tranquilla e finalmente fresca.
Al mattino splende di nuovo il sole e torniamo al relitto per scattare qualche fotografia. Ci appostiamo poi in spiaggia a fare uno splendido bagno. Qui vi è la sabbia e l’acqua è caldissima e trasparente. Conosciamo Manuela e Alberto e i loro bambini, e trascorriamo con loro tutta la mattina a chiacchierare. Si riveleranno i nostri compagni di viaggio nei prossimi giorni! Dopo pranzo però dobbiamo dividerci perché noi vorremmo visitare il Mani mentre loro lo hanno già attraversato. Per fortuna, perché ci consigliano sui posti migliori.
Il Mani è una regione desolata e spopolata, dove regna un paesaggio brullo ricco di torri, emblema del territorio. E’ un lungo promontorio montuoso (terzo dito del Peloponneso) che termina a Capo Tenaro. E’ una regione selvaggia e aspra, fuori dal mondo e dal tempo ma che vale assolutamente la pena di visitare per la sua bellezza e per il suo mare.
Attraversiamo quindi questo territorio e rimaniamo incantati da Vathia, la città fantasma. Giungiamo poi a Porto Kagio, accoccolato su una baia piccola dal mare trasparente. Risulta però pieno di gente e quindi proseguiamo per Capo Tenaro. Punto più a sud di tutto il Peloponneso è un luogo magico e meraviglioso. Spazzato dal vento offre un mare caraibico, ricco di pesci e aihmè di ricci. I bambini armati di scarpette protettive fanno il bagno e snorkeling, ma il paesaggio offre passeggiate verso il faro, verso i mosaici o verso il tempio di Poseidone, dove vi è un oracolo. A Capo Tenaro vige il divieto di campeggio, ma esiste una taverna, così ceniamo con insalata greca e souvlaki e ci garantiamo una notte tranquilla. Così è stato solo che il caldo opprimente rende la notte lunghissima..Per fortuna i bambini dormono ugualmente.
Al mattino siamo provati ed esausti per la notte trascorsa quasi insonne per il caldo opprimente e decidiamo di ritornare a Gytheo ricco di campeggi per trascorrere una giornata di relax. Scegliamo il campeggio “Meltemi” , 31 euro al giorno con elettricità. Il campeggio è ben organizzato con piazzole all’ombra, market, piscina, cucina, stazioni di erogazione di acqua fresca,parco giochi, Wi Fi, bar e grilleria. La spiaggia è frequentata da surfisti ed è zona di nidificazione delle tartarughe. Proprio per via del vento caldo Meltemi e dei surfisti, optiamo per la piscina, trascorrendovi il pomeriggio.
La sera ceniamo sotto la veranda, una bella doccia, guardiamo un film e poi a dormire esausti.
Al mattino facciamo prima il bagno in mare poi un bel tuffo in piscina. Pranziamo, operazioni di carico e scarico e poi ripartiamo verso l’isola di Elafonissos. Prima dell’imbarco dovremmo trovarci con Manuela e Alberto. Giungiamo nei pressi di Neapoli, seguendo le indicazioni per il traghetto per Elafonissos. Qui i nostri amici ci stanno aspettando alla taverna “Oasi” da Andrea, signore acuto e intelligente che ha adibito il giardino di ulivi della sua taverna a area di sosta per camper, con C/S, docce e ristorante.
Li arriviamo verso le 16:00, prendiamo un caffè ghiacciato con i nostri amici e andiamo in spiaggia. Il mare è meraviglioso, caldo e azzurro, ma subito profondo. La spiaggia di sabbia è ventosa, quindi lasciamo gli ombrelloni chiusi . La sabbia è color rosa pallido e sembra di toccare cous cous. Rientriamo alla taverna, facciamo la doccia e andiamo al ristorante per la cena, che comunque è obbligatorio consumare. Ceniamo con calamari, Moussaka,patatine, verdure stufate e polpette per 45 euro.
Al mattino lasciamo la taverna e ci dirigiamo all’imbarco. La traversata che dura una decina di minuti costa tra camper e noi 21 euro. A Elafonissos il campeggio libero è vietato, e l’unica area di sosta per camper esistente è stata chiusa. Optiamo quindi per il campeggio “Simos” che comunque permette di accedere alla meravigliosa spiaggia dell’isola dei cerbiatti.
Il campeggio è pienissimo nonostante sia lunedì, e troviamo posto solo in uno spiazzo con allaccio alla corrente senza ombra. Decidiamo di rimanere e al massimo di andare via all’indomani, comunque la zona è ben ventilata. Partiamo subito per la spiaggia per la quale non ci sono parole se non meravigliosa. Il mare è alla portata dei Caraibi, azzurro, trasparente, verde e blu e caldissimo. Trascorriamo tra mare e sabbia tutta la giornata e rientriamo al campeggio per la doccia. Saliamo poi dopo cena tutti sul camper dei nostri amici e ritorniamo al paese dove facciamo una bella passeggiata con gelato. Notte tranquilla e ventilata.
Al mattino rimaniamo ancora tutti insieme e andiamo alla spiaggia. Dopo pranzo noi ripartiamo per andare a visitare Monemvassia, località che i nostri amici hanno già visto; loro andranno ancora da Andrea.
Ritraghettiamo sulla terraferma, sempre per 21 euro e ci dirigiamo al paese nella roccia, Monemvassia.
Quando si giunge alla Napoli di Malvasia, si rimane senza fiato; la città nuova è collegata da un ponte su un istmo strettissimo a una montagna sulla quale si trova la parte vecchia praticamente creata nella roccia. Qui sembra di essere in capo al mondo e la cittadina silenziosa e forte, si affaccia sul mare creando un panorama suggestivo soprattutto al tramonto, orario consigliato per visitarla senza soffrire il caldo. In effetti con bambini e cane al seguito si è rivelata la scelta migliore. Visitiamo la cittadina raggiungendo la chiesa di santa Sofia, quasi all’apice ma demordiamo per arrivare alla rocca, troppo faticoso.
Scendiamo con il camper alla città nuova, parcheggiando al molo, con altri camper e scegliamo un ristorante sul mare per la cena. Polpo, calamari, pesce con salsa all’aglio, sardine fritte. Una cena deliziosa(50 euro). Dormiamo al porto, senza essere disturbati, anche se il posto è abbastanza rumoroso. In questa nottata il nostro Baloo non si è sentito bene, probabilmente per l’acqua bevuta (quella caricata nel serbatoio delle bianche). Quindi se avete cani al seguito non fate il nostro errore e offritegli sempre acqua in bottiglia. Non siamo sicuri della causa, ma dissenteria, congiuntivite e mal d’orecchie si sono impadroniti di lui, tormentandolo per la notte; per fortuna al mattino seguente una telefonata alla veterinaria in Italia e il carico delle nostre medicine aiutano Baloo a stare meglio.
Al mattino dopo colazione ripartiamo direzione Sparta-Tripoli in direzione dell’antica Epidauro. Sulla strada ritroviamo i nostri amici e insieme ci dirigiamo alle rovine. Pensavamo di impiegare 5 ore per percorrere il tragitto viste le strade incontrate finora e invece arriviamo in quasi tre ore. Abbiamo avuto problemi di rifornimento diesel probabilmente a causa di uno sciopero autotrasportatori. Attraversiamo Nafplio e arriviamo a Epidauro, quasi vuoto, senza turisti. Ingresso 6 euro, solo gli adulti. Visitiamo il meraviglioso e quasi integro teatro di Epidauro, davvero bellissimo e interessante e proseguiamo la visita al museo piccolissimo e alle rovine nella pineta. Meglio sempre portarsi cappellini e acqua per i bambini. Baloo è rimasto in camper perché non poteva entrare mentre ad Olympia sarebbe potuto accedere con guinzaglio.
Dopo un’ora e mezza riprendiamo il camper e ci dirigiamo tutti insieme a Corinto per visitare il famoso canale. Dopo un’oretta arriviamo sul posto, seguendo le indicazioni che fanno arrivare al canale da una strada che arriva da sud, appena fuori dall’autostrada. Questo canale situato al congiungimento fra Grecia continentale e Peloponneso, merita una visita, anche se di pochi minuti. Vi si accede da un percorso pedonale che inizia dopo un ristorante dove si può anche parcheggiare e acquistare all’interno la famosa uvetta. Siamo stati fortunati perchè mentre eravamo lì ha attraversato il canale una nave da crociera trainata dal rimorchiatore.
Riprendiamo il camper e ci dirigiamo sulla litoranea. L’intenzione è trovare un posto tranquillo per la notte, magari con taverna per cenare. Arriviamo, imboccando una delle tante laterali a destra a Vrahati. Località sul mare con taverne, bar e luna park. Parcheggiamo al parcheggio pubblico e andiamo a cena, senza trovare pesce ma polpette al sugo, zucchine e formaggio fritto e il pasticio, piatto tradizionale che ricorda la nostra pasta al forno. (40 euro). Dormiamo sul lungomare, tranquilli senza essere disturbati.
Al mattino ripartiamo direzione Diafkoto, paesino dal quale è possibile prendere un trenino che viaggia su una linea ferroviaria a cremagliera, che attraversa ponti, pendii, gallerie e strapiombi arrivando a Kalavryta.
Arriviamo però troppo tardi e non troviamo più una coincidenza che ci permetta di arrivare a Kalavryta, visitare il paesino e le grotte e di ritornare. Suggeriamo di arrivare presto al mattino, per avere a disposizione più tempo possibile, comunque per la nostra famiglia sarebbero serviti 19 euro per gli adulti e 16 euro per i bambini solo per il trenino. A Diafkoto facciamo scorta a un forno di pane e torte salate e dolci per il pranzo spendendo poco più di 7 euro e riprendiamo il camper diretti verso Kalavryta e verso la Grotta dei Laghi, un tragitto di 50 km in montagna.
Arriviamo a Kalavryta e pranziamo; visitiamo poi il sito dell’olocausto che nel 1943 vide trucidare tutti gli abitanti maschi sopra i 13 anni del posto e abbastanza emozionati ripartiamo verso la Grotta dei laghi.
Qui siamo gli unici insieme a una coppia greca che vuole visitare le grotte ( 9 euro gli adulti, 4,50 euro i bambini sopra i 6 anni). Questa grotta è davvero suggestiva e si può percorrere per 500 metri anche se si estende il suo tragitto per circa 2 km. Situata su tre livelli sotterranei che danno vita a 13 laghetti, ha una sala dei pipistrelli, che svolazzano tranquilli sopra le nostre teste con l’entusiasmo dei bambini, e un percorso fatto di luci posizionate ad arte che rendono il tutto memorabile e imperdibile. Ai bambini questa avventura è piaciuta tantissimo e per noi si è rivelata interessante grazie alla guida che accompagna all’interno e che parla inglese.
Ritorniamo a Kalavryta, dove i bambini giocano al parco giochi, e noi beviamo un caffè. Kalavryta è una stazione sciistica importante,ma risulta strambo visto che dai tornanti si vede il mare.
Riprendiamo il camper in direzione Aigio, dove i nostri amici traghetteranno verso Delfi, e ci fermiamo su una spiaggia raggiunta imboccando una laterale verso destra. Località sconosciuta, con spiaggia di ciottoli e bel mare e tanti ristoranti e bar. Il posto è tranquillo e ci piace, decidiamo di fermarci per la cena e la notte e per un bel bagno! Docce sulla spiaggia. Ceniamo in un ristorante caratteristico; mangiamo pesce e spendiamo 37 euro a famiglia. Notte abbastanza tranquilla, pochi schiamazzi di ragazzini in motorino.
Al mattino è giunto il momento dei saluti con i nostri amici; ripartiamo poi direzione Patrasso.
Vogliamo arrivare con calma, fare un po’ di spesa, orientarci al grande porto e imbarcarci alle 15:00.
Tutto fila liscio. Si ritorna a casa.
La Grecia si è rivelata come una terra degna di essere visitata. Peccato non essere riusciti a vederla tutta, ma questo è un buon motivo per ritornare. Si avverte che la popolazione è in un momento difficile, ripeto che povertà, degrado, sporcizia e confusione non mancano; ma abbiamo trovato persone sempre sorridenti e gentili che ci hanno accolto con generosità e garbo. Il mare è meraviglioso, adatto a bambini che sanno già nuotare o che hanno un minimo di confidenza con l’acqua. E’ possibile iniziarli allo snorkeling o ad altri sport acquatici senza problemi. Il fatto di viaggiare con il cane non si è rivelato mai un problema; solo qualche occhiata storta in alcuni ristoranti, ma nessun divieto ( ad eccezione delle spiagge dove nidificano le tartarughe). La cucina è ottima e i prezzi bassi, a portata di famiglie numerose e con grande appetito. Non abbiamo trovato disservizi, se non lo sciopero degli autotrasportatori. Le condizioni delle strade sono pressoché disastrate; bisogna fare molta attenzione e cercare di rimanere sulle strade principali e non avventurarsi in stradine di paesini sperduti, perché troppo strette o con balconi bassi.
Il campeggio è libero solo sull’isola di Lefkada e nei pressi di Nafplio in Peloponneso; nonostante i cartelli di divieto però, mai nessuno è venuto a disturbarci. Abbiamo avuto l’impressione che avessero altri problemi a cui pensare invece di dare la caccia ai camperisti che comunque portano soldi, anche se dormono sulle quattro ruote.
E’ una terra ricca di storia, che si è rivelata propizia per Edoardo che la studierà proprio quest anno. Si rimane ammutoliti anche da adulti davanti alle rovine, agli scavi o ai memoriali per gli stermini di guerra.
E’ una terra ricca di sentimento, che rivolge al turista indistintamente. L’orgoglio si legge sui visi degli anziani, nelle chiesette abbarbicate e silenziose, lungo le strade.