Oss-Fest a Castel d'Ario (MN)

Un week –end allungato dal 4 fino al 8 dicembre all'insegna del c'era una volta del maiale.
Un menù vecchio stile con sampet, grugnin polenta e grepole fagioli con cotiche e ossi di maiale.

Un menù "pesante", dai piatti "forti" e non molto “dietetici”, sarà l'asse portante della festa dell'Ossfest, la festa dell'osso, organizzata dalla Pro Loco dal 4 al 8 dicembre (in una stagione certamente non molto propizia ma che si inquadra perfettamente in questa parte dell'anno.)

Uccidere il maiale durante il periodo invernale è ancora un ricordo vivo in buona parte della popolazione. Il maiale era ricchezza per la famiglia, significava carne dopo tanta polenta, niente veniva gettato: le ossa, il muso (con le sue sei qualità di carne), la coda, i gelatinosi nervetti, tutto veniva cotto per ore ed ore e servito fumante agli esultanti commensali.
Riproporre l’usanza è ritornare a raccontare delle radici, una storia, una cultura.

Due tensostrutture riscaldate con oltre 800 posti a sedere e una zona spettacoli accoglierà i buongustai che vorranno avvicinarsi ad una tavola che offre: sampet, grugnin, orecie, polenta e grepole, fagioli con le cotiche, ossi di maiale, coin, cotechino, braciole ma anche il tradizionale risotto alla pilota e costine.

Una decina di fornelli e altrettanti grossi paioli di rame saranno pronti per cuocere circa 50 quintali di golosità suine. «Sì, perché si tratta proprio di ghiottonerie ormai dimenticate – ci tengono a sottolineare i soci ideatori della singolare festa - e noi abbiamo pensato di rispolverare, riscoprire una tradizione che fino a non molti anni fa era molto radicata nelle nostre case di campagna. Era la classica stagione in cui si uccideva il maiale e, siccome come è noto non si buttava niente, venivano mangiate anche le parti meno nobili. Oggigiorno, tranne prosciutti e salumi, ben poco altro finisce sulle nostre tavole. Si ricorda che la festa nacque quasi per caso una sera diversi anni fa a tavola con amici, intenti a mangiare ossi di maiale. Uno di loro si lamentava perché ormai nessuno, una volta ucciso il maiale, consuma gli ossi, i zampetti, le orecchie e quant'altro. Detto fatto, riscopriamo i sapori di un tempo, ci siamo detti. E così è stato». Quindi non sarà solo un week-end allungato di abbuffate, alla faccia del colesterolo, un "amarcord" per i più anziani, ma anche un'occasione che permetterà ai giovani di riscoprire tradizioni culinarie ormai dimenticate.

Nella zona artigianale di via Roppi ogni sera, dalle 19 in poi, e domenica e mercoledi’ anche a mezzogiorno, la cucina sfornerà caldi e fumanti ossi di maiale per tutti i palati.Come organizzatori abbiamo pensato anche ai bambini per cui mercoledì sera verso le 18,30 sarà presente Santa Lucia all'interno della tensostruttura per portare, ai presenti, dei doni.

Nella seconda palastruttura riscaldata ci saranno altre iniziative che fanno da contorno alla manifestazione:

E' questa la proposta che si fa a Castel d’Ario per dare il via ad una serie di appuntamenti delle festività natalizie che ogni anno si tengono nel paese.





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