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Loira, Bretagna e Normandia

A distanza di oltre dieci anni dalla nostra più recente visita in queste celebrate zone, il primo importante viaggio dell'anno ci ha visti diretti verso l'area nord-occidentale della Francia.

Molti i piacevoli ricordi, tantissimi gli stimoli avuti anche nei diari di bordo di CamperOnLine.it (grazie a tutti! Cerchiamo di ricambiare con questo nostro), e con grande entusiasmo partiamo per un ponte di Pasqua leggermente allungato.

Per una serie di ragioni di interesse turistico/storico, di carattere logistico ed altre ancora (come la necessità di respirare un po' d'aria ricca di iodio dell'Atlantico per finalità terapeutiche), questo viaggio toccherà solo un minima parte di "perle" scelte tra le innumerevoli possibilità offerte dalla zona, senza spazi di approfondimento territoriale che richiederebbero più tempo di quanto ne avessimo a disposizione, nonchè una maggior concentrazione geografica.

Con noi, gli amici che quando possibile condividono le nostre esperienze on the road.

24 Marzo 2005, giovedi

Partenza al mattino, senza particolare stress da levataccia: siamo in vacanza, no?

Percorriamo l'autostrada A5 per Aosta fino al tunnel del Monte Bianco, il quale però è chiuso temporaneamente per permettere la celebrazione dell'anniversario del disastro nel quale persero la vita tanti innocenti. Si forma una piccola coda, e nell'attesa della riapertura noi approfittiamo per pranzare in uno spiazzo, e per entrare nel clima del viaggio, chiaccherando di cosa vedremo e di cosa faremo.

Valutati i costi del traforo, optiamo per la soluzione '10 transiti', che consente un notevolissimo risparmio rispetto alla corsa semplice, ed anche rispetto all'andata-e-ritorno, la quale peraltro ha una durata limitata a 8 giorni. Con circa 125 euro acquistiamo così l'abbonamento per 10 passaggi da consumarsi entro 24 mesi, auto-incentivando oltretutto diversi prossimi viaggi in Francia, che tanto bene accoglie i "camping-car".

Un commosso saluto non appena in terra di Francia al monumento ai caduti nel tunnel, quasi coperto dai fiori della commerazione del mattino, e poi via, affondando in Savoia.

Rare gocce di pioggia saltuariamente ci ricordano che è primavera, e più che altro sporcano i veicoli. Facciamo poca autostrada, anche perchè non ve n'è una dedicata alla nostra direzione: Tours.

Così, alternando costosi e veloci tratti autostradali ad altri percorsi su strade sempre piuttosto scorrevoli, arriva la sera quando ci si fermiamo non lontano da Montlucon, pernottando nei pressi di una Chiesetta, in modo discreto e assolutamente tranquillo.

In viaggio nelle verdi campagne del centro della Francia
L'elegante facciata del Castello di Cheverny
25 Marzo, Venerdi

Ci svegliamo con il bel tempo, e ci dirigiamo senza indugio verso la mitica Valle della Loira.

Anche se il tempo è poco, essendo sulla nostra rotta vogliamo approfittarne per (ri)vedere qualche bel castello.

La prima tappa è Cheverny: sistemati i veicoli nel comodo parcheggio riservato, facciamo visita al locale ufficio di informazioni turistiche, prodigo di depliant e cartine sull'intera Valle della Loira, e poi entriamo nella tenuta del castello.

Almeno un paio di 'dettagli' accomunano la maggioranza di attrazioni di questo tipo, e vanno segnalate se non per lamentarsi almeno per esserne informati in anticipo: il biglietti non sono propriamente economici (da 8 a 10 euro a testa è la media, come minimo - l'unico aspetto positivo è che i bimbi non pagano), e che gli orari di apertura sono molto ridotti (tipicamente 10-12 e 14-17), il che rende forse felici i dipendenti (e chi non lo sarebbe?) ma obbliga il turista a qualche corsa e anche a qualche rinuncia.

Comunque, una volta pagato l'ingresso si accede ai giardini, ben tenuti e curati da squadre di operai affacendati in mille lavoretti di manutenzione.

Due sono le peculiarità di questo castello: la prima, esterna, è l'allevamento di cani da caccia che attrae tante attenzioni da parte dei più piccoli visitatori; la seconda, interna, è che, essendo di proprietà privata, è completamente ammobiliato e la visita è quindi resa interessante oltre che dagli aspetti storico-architettonici anche da quelli di arredi ed attrezzature.

Visti gli orari così limitati, ultimata questa visita ci spostiamo subito a Chambord, dove, attraversato l'ampio parco della residenza, lasciamo i veicoli nel parcheggio per autocaravan, segnalato, riservato e gratuito.

Ammiriamo l'imponenza ed al tempo stesso la grazia dell'edificio, ma naturalmente restiamo chiusi fuori per una manciata di minuti.

Pazienza, una rilassante passeggiata tutto intorno al Castello, che è il più grande tra tutti quelli della Loira, ci soddisfa comunque. E poi sappiamo che all'interno resta ben poco dei sontuosi arredi, vittime dei periodi della Rivoluzione.

Visto che tanto nel parcheggio è proibita la sosta notturna, ripartiamo costeggiando la Loira, e tra ameni panorami e splendide località (tra le quali Blois, meriterebbe certamente la sosta, ma non possiamo permettercela: l'apprezziamo, però, all'imbrunire, con le prime illuminazioni ad impreziosirla) raggiungiamo quello che per questa volta sarà l'ultimo Castello che visitiremo: Chenonceaux.

Raccolto ma molto vivace all'ora di cena il piccolo borgo, ricco di ristorantini ed edifici tipici.

Noi sostiamo e pernottiamo nel parcheggio per i camper, segnalato, riservato e gratuito, a sinistra dell'ingresso al castello. Non è dotato di carico nè di scarico, ma ci viene detto che vi è un blocco di servizi all'uscita dei parcheggi verso la strada principale: non avendone necessità, non lo verifichiamo, ma può essere utile saperlo.

La notte è molto tranquilla, anche se passa la ferrovia a poche decine di metri.

L'allevamento di cani nel castello di Cheverny L'austera imponenza del castello di Chambord Lo slancio del castello di Chenonceaux Chenonceaux: l'accogliente parcheggio riservato ai camper Chenonceaux: i giardini
26 Marzo, Sabato

Con un tempo che inizialmente sembra coperto, ma poi si apre con un sole assai piacevole, la mattinata passa nella visita al Castello: iniziamo, dopo aver fatto i biglietti, dal parco e dal labirinto di siepi, così stimolante per i più giovani - forse per l'aspetto di mistero che trasmette - e poi passiamo ai giardini.

Geometrici e curatissimi, sono stati creati con gusto per le donne che hanno qui vissuto a favore del Re.

Passiamo poi all'interno dell'edificio, nel quale - seguendo un percorso suggerito - si accede alle varie parti del Castello, con stanze dedicate alle varie ospiti che vi si sono succedute, ed anche al grande salone che, sostenuto dai tipici archi che caratterizzano il fabbricato, attraversa lo Cher e funse anche da Ospedale durante la guerra mondiale.

La visita si conclude alle ex-scuderie, ora Museo delle cere, dove è stata ricostruita la storia scorsa tra queste mura: interessante ed istruttiva.

Pranziamo presso il centro commerciale Le Clerc a qualche chilometro in direzione Loira, dove acquistiamo per la prima volta in questo viaggi le ostriche. Ottime e freschissime (data di oggi), le gustiamo con piena soddisfazione. Ecco, siamo in piena vacanza.

Proseguiamo poi verso ovest, di fatto seguendo la direzione dalla Loira, fermandoci per cena a St. Nazaire, in un tranquillissimo spazio portuale con vista sul grande ponte sull'estuario verso sud.

Cena e notte ideali.

Chenonceaux: giocando nel labirinto del parco Chenonceaux: il Re Sole nel museo delle cere Il ponte che salta la Loira a sud di St. Nazaire
27 Marzo, Domenica di Pasqua

Ancora una giornata di bel tempo, il che contribuisce a mantenere alto l'umore della comitiva.

Proseguiamo il viaggio verso Vannes. Lungo l'autostrada, in un'area di sosta con servizi eseguiamo le operazioni di carico e scarico. Comodo e gratuito.

In breve siamo a Carnac, sul Golfo di Biscaglia, celeberrima zona di 'alignments', ossia di menhir e altri reperti storici lasciati a testimoniare la presenza di civiltà millenarie.

Per il pranzo di Pasqua scegliamo, tra le tante possibilità un lungomare con splendida vista su una baia con bassa marea. Non vuole essere un paragone irriverente, ma siamo di fronte all'esatto opposto del 'solito' problema che troppo spesso affligge in camperista in Italia: da noi non si sa dove sostare perchè non c'è il posto adatto, consentito, accessibile, ecc.; qui "non si sa dove sostare" perchè la scelta è amplissima e, pur in presenza di centinaia di camper, questi sono così sparpagliati tra le innumerevoli opportunità di sosta che quasi non si vedono: eppure sono tutti in prima fila sul mare!.

Pranzo degno della ricorrenza, seguito da una gradevolissima passeggiata che ci riporta ai veicoli dopo il periplo di un capo.

La posizione di permette di cogliere la differenza tra le acque che l'Oceano infrange sulle spiagge in modo diretto e la quiete delle baie più riparate, dove l'effetto delle maree è assai evidente e le lascia 'asciutte' per diverse ore.

In queste zone, sono ben visibili le coltivazioni di frutti di mare, dove anche oggi sono all'opera i proprietari.

Nel pomeriggio, con brevissimi spostamenti di qualche km o anche meno visitiamo vari insediamenti di menhir, interrogandoci come tutti sulla loro origine.

Sono oltre 5000 quelli allineati in vari campi, recintati ma visitabili (sempre prestando attenzione agli orari...), testimonianze di circa 6000 anni fa.

Inoltre, seguendo un'indicazione locale e dopo aver parcheggiato i veicoli ed esserci addentrati una decina di minuti in un bosco, raggiungiamo anche il "giant", un menhir isolato e di dimensioni ragguardevoli, che svetta orgoglioso in una radura.

Verso le 18, quando i siti vengono chiusi, ci avviamo verso la vicinissima penisola del Quiberon, percorrendola interamente verso sud, fino all'omonimo capoluogo.

Dopo l'iniziale tratto molto stretto, quasi un iztmo che consente di vedere il mare da entrambi i lati, la lingua di terra si allarga un poco, il panorama si mantiene aspro ma attraente, battuto dal vento (invero minimo durante il nostro soggiorno).

La cittadina è molto allegra e vivace, con un bel centro, evidente la vocazione turistica degli esercizi.

La strada piega poi a destra per risalire verso nord, e qui viene il bello: questo tratto di costa, detto "Sauvage", è ammaliante per la sua posizione - a picco sull'Oceano - e per la sua conformazione. Un susseguirsi di anse, che la strada rispettosamente insegue, baie e capi battuti dalle onde atlantiche. Vegetazione bassissima, quasi inesistente (e chi restiterebbe?).

E, sorpresa nella sorpresa, decine di ampi, spaziosi, pianeggianti, gratuiti spazi sosta ideali per i camper. Che infatti li affollano a centinaia, con discrezione e disinvoltura. Avete presente quelle immagini che ci fanno sognare dai depliant dei costruttori, dove il camper sta sostando nel verde con il mare a pochi metri, il cielo blu e una sensazione di immersione nella natura che di più non si può? Bene, la maggioranza devono essere state catturate qui...

Almeno uno di questi è anche dotato di carico e scarico, e comunque tutti sono assolutamente consigliabili, per posizione, vista, tranquillità.

Una cena adeguata all'occasione (una vera festa) ci predispone ad una notte ancora una volta tranquilla, con il solo sordo rumore delle onde che flagellano, qualche decina di metri più in basso, le rocciose coste bretoni.

Carnac: litorale che si affaccia su una baia interna, durante la bassa marea Carnac: spiaggia verso il mare aperto Giocando tra i menhir di Carnac L'Oceano Atlantico La Cote Sauvage La Cote Sauvage: uno dei tanti spazi sosta La Cote Sauvage: invidiabili soste 'en pleinair'

28 Marzo, Lunedi di Pasquetta

La selvaggia bellezza del posto impone alcune foto, pur con la prudenza suggerita dai numerosi avvisi sugli imprudenti che ogni anno muoiono per l'eccesso di confidenza con questa costa.

Dopodichè, visto che il tempo stringe, scegliamo di indirizzarci direttamente verso nord, in direzione Dinard.

Le distanze non sono grandi, e le strade scorrevoli consentono di coprirle con relativa facilità.

Per pranzo, la sorte ci fa fermare presso il ponte-diga che ci porterà a St. Malo, che troviamo sollevato per consentire il passaggio nelle chiuse di alcune barche a vela.

Insolito spettacolo, che seguiamo divertiti mentre viene allestito il banchetto dell'una (chiamarlo pranzo è riduttivo, per rispetto delle cuoche). Inoltre, "dentro" il ponte si trovano un centro informazioni turistiche e un percorso informativo che illustra come, grazie al dislivello delle acque, 24 generatori producano continuamente energia elettrica rinnovabile. Interessantissimo.

Nel pomeriggio raggiungiamo Cancale, acclamata cittadina produttrice di ostriche ed altri frutti di mare.

Il centro commerciale Super-U all'ingresso dell'abitato accoglie i camping-car con uno spazio dedicato ed un camper service a gettone (eccellente idea, che speriamo si diffonda; se poi i gettoni fossero acquistabili anche quando il centro è chiuso, o se potessero essere sostituiti da monete correnti, meglio ancora).

Lasciato qui un veicolo, entriamo con uno solo in città, trovando parcheggio in uno spazio dove non vietato e concedendoci una lunga passeggiata sul lungomare. Qui assistiamo alle operazioni dei coltivatori di ostriche e proviamo l'ebbrezza di camminare sul fondo del mare durante la bassa marea, che si presenta duro e consistente oltre il previsto.

Facciamo acquisti per la cena (ostriche!), ed assistiamo allo spettacolo della marea che sale, rifacendo galleggiare le imbarcazioni.

Recuperato il secondo nostro veicolo, ci dirigiamo poi verso il mitico Mont St. Michel.

Rispetto ai nostri ricordi, lungo il tratto che porta alla diga e poi all'isola sono cresciuti, e di molto, gli esercizi pensati per il turista: hotel, ristoranti, souvenir, e via elencando.

L'approccio con il complesso illuminato di notte è sempre mozzafiato. Qualche foto (inutile, perchè sarà di qualità insufficiente), e poi alla ricerca del parcheggio.

Stanotte la marea ricoprirà quelli a ridosso dell'isola, quindi occorre tornare indietro di qualche centinaio di metri. Sulla sinistra c'è un parcheggio, molto fangoso, dove qualche decina di camper sembra aver trovato la sistemazione, ma a noi non ispira l'idea di rischiare l'impantanamento, e tentiamo di entrare nel campeggio sorto insieme agli altri servizi per turisti cui accennavo poco fa. Una chiara insegna luminosa indica anche un'area di sosta per camping-car, dall'aria molto ordinata ed efficiente, al costo di 8 euro.

Purtroppo non c'è verso di entrare: nonostante vi siano all'interno alcuni camper con le luci interne accese (quindi abitati), alla reception del campeggio, che governa anche l'area di sosta, ci viene detto che non è attiva, che la tariffa non è in vigore, e che se vogliamo dobbiamo sostare nel campeggio alle tariffe 'camping'. Benchè onestamente non care (circa una quindicina di euro per notte per veicolo ed occupanti), il fatto non avere necessità di camper service ci fa optare per una soluzione libera e più vicina al monastero.

Ottima cena (96 lumache 'alla Parisienne' e 12 ostriche, tra l'altro) e notte tranquilla.

Le chiuse nei pressi di St. Malo Passeggiando sul fondo del mare durante la bassa marea L'Abbazia di Mont St. Michel, dai parcheggi in questo momento non sommersi dal mare La vista dall'Abbazia di Mont St. Michel

29 Marzo, martedi

Proprio a fianco del parcheggio che ci ha ospitati per la notte passa una pista ciclabile che in un paio di chilometri porta al complesso che vogliamo visitare.

Però il tempo sembra incerto, e per non rischiare adottiamo la tecnica di lasciare un veicolo qui e di andare con uno solo fino ai parcheggi a ridosso dell'isola (che costano 8 euro).

Effettuiamo una completa visita dell'intero Monte, percorrendo la stradina che tra i negozietti di souvenir sale fino al Monastero.

Poi visita degli interni dell'Abbazia ("soliti" 8 euro a testa, bimbi gratis), sempre coinvolgenti ma, se ci è consentito, che avrebbero necessità di qualche intervento di manutenzione, almeno per eliminare alcune infiltrazioni di pioggia e conseguenti muffe: e dire che i fondi non dovrebbero mancare...

Grandiosi i panorami che si offrono a chi si affaccia dalle mura: basti ricordare che qui, con la bassa marea, le acque si ritirano per 17 chilometri!

Ultimata la visita, pranziamo e poi, ridistribuiti gli equipaggi sui rispettivi veicoli, ci spostiamo nella Bassa Normandia in direzione Avranches e poi Cherbourg, fermandoci a Sainte-Mère-Église.

In questa località, celebre per essere stata sede del lancio dei paracadutisti "Screaming Eagles" del gruppo Airborne, con la missione di infiltrarsi dietro le linee nemiche e facilitare lo sbarco del D-Day, vi è un parcheggio per camper segnalato e centralissimo, proprio a fianco della Chiesa sul cui campanile si impigliò lo sventurato paracadutista che si salvò fingendosi morto, e poi divenne sordo per il suono delle campane suonate a festa per l'avvenuta liberazione.

Ebbene, ancora oggi il paesino sfoggia un manichino impigliato lassù, e vari negozietti propongono souvenir 'militari'.

C'è anche un piccolo Museo, che dà sempre sulla piazza principale, ma che 'ovviamente' era già chiuso, ed abbiamo solo visto dall'ingresso: espone veicoli dell'epoca, inclusi un paio di aerei.

Ci spostiamo quindi verso Point du Hoc, storico sito chiave dello sbarco in Normandia del 6 Giugno 1944, dove una postazione tedesca strategicamente posizionata andava messa a tacere: ci pensò la missione di 225 Ranger Canadesi che alle 6:10 del mattino sbarcò, in soli 5 minuti scalò la falesia di 30 metri sulla quale era arroccata ed in soli altri 10 minuti completò il lavoro. Ma solo 75 Ranger sopravvissero.

Oggi, un moderno ed organizzato Visitor Center accoglie i turisti, a ricordo dell'episodio. Sulla falesia, una stele ricorda il sanguinoso evento.

La visita del sito, a piedi, consente di rendersi conto dell'inferno di quei momenti, dove le buche dei bombardamenti sono ancora terribilmente evidenti.

Nel parcheggio, abbiamo cenato e sostato per la notte in modo ideale, in compagnia di altri cinque camper.

Il Museo di Sainte-Mère-Église Il manichino che ricorda il paracadutista impigliatosi nel campanile la mattina del D-Day Il Visitor Center a Point du Hoc I crateri dei bombardamenti costieri

30 Marzo, mercoledi

La mattina, con tempo coperto, viene dedicata ai cimiteri di guerra.

Per primo visitiamo quello tedesco, a Lacambe. Nato come cimitero per i caduti americani, quando le loro spoglie sono rientrate in Patria nel 1947 è stato destinato (dal 1948) al riposo dei soldati tedeschi.

Meno monumentale di quelli Americani, più conosciuti, ha le croci scure disposte a gruppi di cinque ed ospita decine di migliaia di soldati, a volte senza nome.

La tristezza del luogo stimola la meditazione sull'inutilità delle guerre. Nella sala a sinistra dell'ingresso diverse immagini di luoghi simili nel mondo fanno riflettere, come la frase: "I cimiteri di guerra sono la migliore preghiera per la pace".

Successivamente ci spostiamo a Colleville sur Mer, dove si trova il ben segnalato Cimitero di Guerra Americano.

Di dimensioni enormi (il solo parcheggio è probabilmente più esteso dell'intero cimitero tedesco, dove ci sono però più del doppio di caduti rispetto a questo), colpisce il contrasto dell'atmosfera: pur nella tristezza del luogo, i monumenti, le aiuole, le piante sono state sistemate e vengono maniacalmente curate al fine di trasmettere una sensazione di serenità e di speranza.

Impossibile non commuoversi di fronte alle migliaia di candide croci perfettamente allineate, qualcuna delle quali ha appena ricevuto fiori freschi.

Dopo questo omaggio, ci spostiamo ancora verso Est, a Port-en-Bessin. Grande porto peschereccio, per la sua posizione fu nel cuore delle operazioni di sbarco, ed oggi riceve molte visite sul tema.

Per i camper sono presenti diversi divieti ma anche l'indicazione di un'area di sosta, consentita anche la notte, centrale, ad un costo quanto mai ragionevole (3.20 €). Al momento della nostra visita, non erano possibili le operazioni di carico e scarico.

Ci dirigiamo così ad Arromanches, celebre per il porto temporaneo che gli Alleati costruirono con enormi cassoni di cemento armato rimorchiati a 7 Km/h attraverso la Manica ed arenati di fronte all'abitato, che consentorono lo sbarco di mezzi, truppe, armi e munizioni in quantità ed in brevissimo tempo. I resti di questo porto sono ancora perfettamente visibili al largo della spiaggia, mentre gli eventi storici sono illustrati nel Museo cittadino.

Vivace e movimentato il centro, trionfo dei negozietti di suovenir.

Eccellente l'ospitalità per i camper, che hanno 14 posti riservati e ben segnalati in un parcheggio centrale (che all'occorrenza ne può ospitare anche più del triplo, in altri spazi adiacenti), dotati di colonnina per camper service che - a nostro modo di vedere - rappresenta la soluzione ideale: scarico gratuito (così si disincentivano gli scarichi 'selvaggi'), 10 minuti di rifornimento idrico (il nostro serbatoio di 150 litri si è riempito completamente) inserendo una moneta da due euro, volendo allaccio elettrico con un'altra moneta da due euro.

Tutto funzionante, pulito, usato a rotazione dagli equipaggi presenti. Praticamente perfetto. E circondato dal verde, con parco giochi attrezzato per i bambini, e a due minuti a piedi dal centro.

Per la cena, ci spostiamo ancora un poco ad Est per raggiungere Honfleur, celebre ed amato paesino di pescatori sulla Manica.

Superiamo elegantissime cittadine balneari come Dueville e Trueville, scintillanti di luci e di vetrine, e raggiungiamo l'area per camper di Honfleur, ben segnalata, a dieci minuti di passeggiata dal centro.

Molto ampia e pianeggiante, ha diversi punti per carico e scarico compresi nel prezzo di sette euro della sosta di 24 ore.

E' anche panoramica, offrendo scorci dell'abitato da un lato e il monumentale ponte di Normandia dall'altro.

Consueta 'mitica' cena e notte tranquillissima.

Il Cimitero Militare Tedesco a Lacambe Il Cimitero Militare Americano a Colleville sur Mer Il camminamento che dal Cimitero Americano scende verso Omaha Beach Il litorale di Arromanche Scorcio sul pittoresco porto di Honfleur

31 Marzo, giovedi

Spendiamo il mattino a passeggiare sul bacino del porto e nelle viuzze che da esso si diramano, visitando i tantissimi negozietti e concedendoci alcuni souvenir.

Non ci perdiamo la celebre Chiesa interamente costruita in legno dai maestri d'ascia esperti costruttori navali, che infatti si presenta con un tetto simile ad un doppio scafo rovesciato. Curiosamente, il campanile è staccato dal corpo principale della Chiesa.

Una piacevole e rilassante visita che, di fatto, conclude come meglio sono si potrebbe sperare questo viaggio.

Nel pomeriggio, prima di iniziare il rientro, ci portiamo al 'visitor centre' del vicino ponte di Normandia, enorme ed ardita costruzione che salta la Senna verso Le Havre a nord.

Parcheggiati i veicoli, ci avviamo lungo il percorso pedonale a lato delle carreggiate del ponte, sempre più impressionati dalla mole della costruzione.

Giunti al centro dell'arcata, a metà strada tra i due piloni, manca quasi il fiato: per almeno quattro motivi: circa un chilometro di salita a piedi, l'altezza a cui si trova sul fiume, il vento che soffia ed i TIR che al loro passaggio fanno sensibilmente tremare la struttura sotto i nostri piedi.

Soddisfatti, rientriamo ai camper, imbocchiamo l'autostrada in direzione sud. Ben presto siamo sulla A13, ed abbiamo la piacevole sorpresa di trovarci ad attraversare Parigi. La 'Periferique', infatti, passa non lontano dal cento, tant'è che possiamo vedere la Tour Eiffel non lonta a alla nostra sinistra. La tentazione sarebbe quella di fermarsi, ma gli impegni hanno il sopravvento e dobbiamo procedere.

La sosta per la cena e la notte avviene a Fontainebleau, in un parcheggio a 150 metri dalla Residenza Reale, bellissima nella sua illuminazione notturna.

Molto brillante la vita notturna del centro, assai più che non nelle piccole località viste in precedenza nel viaggio: si nota che siamo in periferia della Capitale.

La notte comunque passa tranquilla.

La caratteristica Chiesa in legno con campanile disgiunto L'interno a 'nave rovesciata' della Chiesa Il ponte di Normandia, che porta a nord verso Le Havre

1 Aprile, venerdi

Prima che inizi il periodo a pagamento del parcheggio (le 9:00) siamo già in viaggio verso casa, dove arriviamo senza problemi in serata.

Si dissipa anche il dubbio che i transiti acquistati in abbonamento per il traforo del Monte Bianco fossero solo validi in uscita dall'Italia: no, valgono anche in ingresso, come ci saremmo aspettati (ma ci eravamo dimenticati di domandare all'andata).

Le tipiche facciate a graticcio normanne

Considerazioni finali

Le 'solite conferme': la Francia è molto ospitale per chi viaggia in camper. Anche se qualche cartello di divieto di sosta compare, sono pienamente soddisfacenti le possibilità di sosta offerte, siano esse dotate di camper service o meno.

Se a pagamento, i costi sono sempre ragionevoli: il prezzo più alto che abbiamo rilevato è stato quello di 8 euro a Mont St. Michel. Considerata la sosta di 24 ore (maree permettendo) in una località di tale rilevanza turistica, risulta accettabile. Anzi, addirittura economico se confrontato con alcune tariffe 'nostrane' in posti che quanto ad attrattività è improponibile confrontare.

Per quel che riguarda le località visitate, come desideravamo abbiamo toccato alcune tra le più importanti. A molte altre abbiamo rinunciato, per ora, ma sono solo rinviate: Bayeux (ed il suo arazzo), Port l'Evéque, Port Audemar, ...

Honfleur
Cenni sui costi

Km 3500, circa 400 litri di gasolio = 388 €
Autostrade e traforo Monte Bianco = 118 € + 124 € (per 10 transiti in 24 mesi)
Sosta e camper service = 19 €
Varie ed eventuali (bar, ristoranti, ingressi a monumenti, alimentari, souvenir) = circa 400 €

Le campagne del centro della Francia

Viaggio effettuato per Pasqua 2005 da Cinzia Nesi

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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