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Camping Sport Magenta

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Mezzo: C.I. Turistico 320 del 1991 Alimentato a benzina e GPL (la nostra casetta sicura)

Equipaggio: Bruno, autista, navigatore, addetto scarichi–carichi
                  Margherita : cuoca provetta, addetta alle pulizie

 

Finalmente si parte: 29/7 ore 9.

Stufi di dover pagare a caro prezzo l’autostrada delle valli olimpiche decidiamo di fare la statale.

Alle 11 siamo a Briancon dove mi rifornisco di Gpl. Costa un po’ più caro che in Italia ma guardando il prezzo della benzina mi consolo subito. Poi proseguiamo verso Chateau Queiras dove giungiamo verso le 12.30. I camper sono pochi 3 io sono il quarto chissà quanti saremo stasera? Pranziamo e scopro che dopo tanti giorni di caldo torrido, finalmente non si suda. Il vino nel frigo è freschissimo e fila che è un piacere. Dopo pranzo mi guardo alla TV le prove di F1, poi raggiungo Margherita sullo sdraio. Più tardi arriva un camper di Italiani con cui  scambiamo qualche opinione. Sarà l’unico Italiano con cui parlerò durante tutto il viaggio (forse perché era uno che l’aveva noleggiato, mentre gli altri passano sui loro enormi mezzi senza degnarti di uno sguardo). Finalmente andiamo a farci una passeggiata, c’è il castello da vedere, e vi sono soprattutto quelli che si cimentano con la via ferrata, oltre a quelli che si dedicano al Rafting. Si torna ed è nuovamente sdraio, mentre dal camper escono profumini che stuzzicano l’appetito. Ci prepariamo per la nanna finalmente al fresco.

 

30/7 Domenica. Siamo sempre qui, è Domenica ed è inutile spostarsi, dopo tutto il caldo patito nelle scorse settimane un paio di notti al fresco non possono che farci bene. I Francesi sono dei patiti per ogni genere di attività sportiva. Qui sono attrezzatissimi per il rafting e hanno attrezzato una via ferrata e ovunque vedi adulti e bambini fare sport. Vi sono molti sentieri pieni di escursionisti. Ed infine ci siamo noi Bruno e Margherita (semisedentari) che trovano sempre il modo di muoversi ma di trovarsi al posto giusto all’ora di pranzo.

 

31/7 Lunedì. Siamo partiti come il solito verso le 9 dopo aver fatto colazione e, senza fretta, siamo giunti a Fontaine de Vaucluse.

La cittadina è nota per aver ospitato il poeta Petrarca per 10-20anni e per possedere una delle sorgenti d’acqua più grandi in Europa. Il caldo è opprimente anche perché dopo due giorni al fresco in montagna ci ritroviamo a dover fronteggiare le temperature di questo fine Luglio. Il parcheggio che ci ospita e che abbiamo trovato dopo qualche giro a vuoto si trova sotto gli alberi e in riva alla Sorge, il torrente che sgorga dalla sorgente. Abbiamo dovuto accendere due ventilatori, di cui uno a colonna, che tuttavia non ce la fanno a contrastare il caldo esterno. Verso le 17 decidiamo comunque di uscire per visitare il paese e le sorgenti decantate dal Petrarca. Ci muoviamo cercando riparo dove c’è ombra, ed in questo modo arriviamo in paese. Per raggiungere le sorgenti bisogna attraversare gli immancabili mercatini di ricordini che sono una caratteristica di tutti i luoghi interessanti di Francia (questo, a parer mio, i Francesi lo potrebbero evitare e i siti sarebbero molto più godibili). Addirittura c’era una bancarella che vendeva le “famose cicale di Fontaine de Vaucluse”: si trattava di una scorza di legno con incollati sopra una specie di rosmarino e una cicala.

In questa stagione il livello della sorgente è molto basso, e si vede solo una voragine.

Visitiamo il mulino ad acqua che serviva per fare la carta: è ancora tenuto parzialmente in attività.

Tornati al camper ci facciamo una doccia e ci sediamo sotto gli alberi in riva al torrente.

Verso le 20 ceniamo. Nel frattempo il sole se ne è andato e si sta un po’ meglio. Restiamo fuori a parlare fino verso le 23 poi andiamo a dormire. Le cicale hanno fatto baccano tutto il giorno: ora finalmente tacciono.

Qualche nota informativa: il parcheggio costa 2 euro al giorno e vi è un pozzetto di scarico–carico + acqua. Tra l’altro ho notato che fino alle 8 del mattino le sbarre automatiche restano alzate. Ma 2 euro non valgono una fuga anticipata.

 

1/8 Martedì. Partiamo verso le 9. Ci dirigiamo verso Avignone. Giriamo un po’ per la città, poi decidiamo di recarci a Pont du Gard. Li non hai alternative e vieni inevitabilmente incanalato nei parcheggi a pagamento o della riva destra o della sinistra. Scelgo la riva sinistra e scopro che è la più attrezzata. Vi sono grandi parcheggi, alcuni dei quali dedicati ai camper, al prezzo di 5 euro a giornata, con divieto di sosta notturna che scatta all’una di notte.

Per raggiungere l’acquedotto si deve attraversare la solita zona dei ricordini, ma vi sono pure musei, ed infine eccolo. E’ bello, anche se ha subito molti ritocchi e dell’originale rimane pochino. Comunque è maestoso, immerso nel verde, sopra ad un fiumiciattolo dalle acque limpide. Si lascia fotografare da ogni angolazione. Vi sono molte persone e tanti orientali (non so se giapponesi o cinesi) e tanti Inglesi e Olandesi. Italiani pochi.

Restiamo un po’ li a goderci questa meraviglia dell’ingegno romano, poi decidiamo di proseguire. Sbaglio strada un paio di volte (d'altronde non ho navigatore umano tecnologico e devo consultare la cartina con un’occhio e con l’altro guardare la strada). Margherita in queste cose è negata.

Finalmente ritrovo la N106 e la strada per Florac. Siamo nel Parc des Cévennes e ci troviamo nuovamente in mezzo ai monti. Sono tutte curve e saliscendi. Il vento è molto forte e ci costringe a viaggiare tranquilli. Alle 14 siamo a Florac, l’area camper è in posizione bellissima nella parte alta del paese posta su due terrazzini. Il camper service è ben posizionato e con la possibilità di scarico sia per i wc classici che per quelli a cassetta. C’e pure un blocco servizi igienici e l’unico costo per beneficiare di tutto ciò sono i 2 euro se decidi di rifornirti d’acqua. Mi viene in mente la situazione di tante località Italiane, poi mi consolo pensando che anche da noi vi sono situazioni simili (vedi il comune di Barga, in Garfagnana). L’aria è fresca e si sta bene. Usciamo per visitare il paese col suo piccolo castello, poi visto che ci troviamo in una zona in cui le trote sono il piatto forte, entriamo in una pescheria e ci prendiamo 4 belle trotelle, poi il mio sguardo cade sulle ostriche e così prendiamo pure quelle. Poi via a comprarci una buona bottiglia per accompagnare il tutto, e limoni e frutta per chiudere il cerchio. Margherita ha cucinato divinamente riscattandosi del poco contributo che mi ha dato a Pont du Gard. Abbiamo dormito come ghiri, al fresco e sereni.                                                                                                             

 

2/8 Mercoledì. Stanotte per il forte vento il frigo si è spento, ma fortunatamente la carne nella celletta è rimasta ghiacciata. Dopo le solite operazioni di pulizia personale e riassetto del camper ci siamo recati a comprare il pane fresco e i croissant. In Francia non riusciamo a rinunciare a questi piccoli piaceri.

Poi via verso il Tarn. Decidiamo di recarci alle grotte dell’Aven Armand, famose per la foresta di stalagmiti. Giunti a St. Enimie si deve svoltare su di un ponticello per imboccare la strada per l’Aven Armand. Restiamo imbottigliati a causa di una caravan, per cui ci tocca fare un bel tratto in retromarcia. Sbrogliata la situazione, ci inoltriamo sul ponte dietro ad un altro camper tedesco e appena giunti al fondo ci ritroviamo nuovamente imbottigliati. Finalmente dopo mille manovre e con l’aiuto di un’automobilista Francese ci districhiamo. Ora la strada si allarga, e raggiungiamo senza altri problemi la grotta. La visita ci porta via un’oretta. Si scende in funicolare,poi si cammina in un bosco di stalagmiti e stalattiti. Peccato che la visita sia guidata e il mio Francese, nonostante siano tanti anni che mi reco in questo paese, sia piuttosto lacunoso. Nota dolente e comune in ogni località è la quasi totale mancanza di informazioni nella nostra lingua. Probabilmente (ma questa è solo una mia supposizione) tutto ciò è determinato dal fatto che noi Italiani certe località transalpine le abbiamo cancellate dai nostri itinerari.

Torniamo al camper che si è fatta ora di pranzo. Mangiamo al fresco, il vento è sempre presente. Decidiamo di fermarci anche per la notte visto che si sta mettendo a piovere. Nel frattempo si aggiungono due camper. Scambiamo qualche parola, poi ce ne andiamo tutti a letto. Pensavamo che avremmo passato la notte in solitudine ed invece c’è un superaffollamento. Siamo tre mezzi in due parcheggi lunghi più di 400 metri.                                                                                                           

 

3/8 Giovedì. Ha piovigginato tutta la notte e fa fresco. Dopo un buon caffè si parte. Sono le 9, la strada è piena di curve ed è stretta, ma il paesaggio è spettacolare. Da Meyrueis a La Rozier è tutto un’alternarsi di panorami mozzafiato. Scendiamo a Millau dove dopo aver rifornito di GPL ci rechiamo in un supermercato per la spesa. Ripartiamo verso Estaing classificato tra i più bei paesi di Francia. In effetti si merita questo appellativo. Peccato che non vi siano grandi spiazzi per sistemarsi. Riusciamo comunque, grazie alle ridotte dimensioni del camper in lunghezza, a sistemarci in riva al Lot. Pranziamo sotto il fresco degli alberi, osservando lo scorrere tranquillo delle acque che in questo tratto sono piene di trote che si vedono distintamente nuotare per via della limpidezza del fiume.

Andiamo a visitare il paese arroccato attorno alla Chiesa ed il Castello. Sembra che il tempo si sia fermato centinaia di anni fa. In un primo tempo si era deciso di fermarci qui per la notte ma, visto lo spazio striminzito, onde evitare di creare qualche problema di manovra alle auto dei residenti decidiamo di proseguire fino a Bouillac, dove il comune mette a disposizione gratuitamente una bellissima area di sosta in riva al Lot, con pozzetto adatto per i WC nautici, acqua e servizi, oltre alla zona pic-nic. Siamo 8 camper e già mi sembrano tanti. Io sono l’unico Italiano. Ad un tratto un camperista  Francese mi offre un cesto pieno di funghi prataioli. Accettiamo volentieri e Margherita prepara una cenetta coi fiocchi. Più tardi ricambiamo l’offerta dando a loro i “famosi pomodori del mio orto”. Un caffè preparato da Margherita chiude una bella serata passata a chiacchierare con questa simpatica coppia con cagnone al seguito.                                             

 

4/8 Venerdì. Prima di lasciare questo posto tranquillo abbiamo ripulito i serbatoi e rifornito la cisterna. Poi mi incammino verso S.Circ.Lapopie. Però Margherita, temendo le condizioni della strada (dopo aver sentito il Francese), mi chiede di rinunciare e cosi’ puntiamo su Rocamadur. Questa è seconda solo a Mont st.Michel in quanto a visite turistiche e noi è la terza volta che ci veniamo. Abbiamo subito la sgradita sorpresa di trovare il divieto di sosta notturno nei prati in basso sotto la città, luogo in cui solitamente ci sistemiamo. Per cui decidiamo di gironzolare un po’ tra queste meraviglie e, invece di fermarci qui per la notte, proseguiamo verso Sarlat la Canea, la capitale del Perigord noir. Purtroppo l’area di sosta è stracolma di camper e ci dobbiamo sistemare nel vicino parcheggio, dove vi è un enorme cartello di divieto e dove comunque sostano già diversi camper. Sarlat è una città molto bella e ricca di storia, purtroppo è anche piena di folla che riempie ogni strada e così, tra le bancarelle e i tavolini dei ristoranti che occupano i marciapiedi, il fascino di questo gioiello si perde. Non mancano i menestrelli di strada e tutto ciò che fa coreografia, ma l’eccessivo affollamento ne intaccano la magia. Così, dopo la visita e data comunque l’impossibilità di sistemarci per la notte, proseguiamo per circa 6 km e ci fermiamo sul fiume Dordogna in un enorme parcheggio su erba, dove vi è un via vai di mezzi che trasportano gommoni e canoe. Si tratta di un’area privata dove mi fanno pagare 10 euro dicendomi che se prendevo una consumazione me l’avrebbero scontata.                                  

 

5/8 Sabato. Oggi di strada ne abbiamo percorsa pochina (12 km), ma di cose ne abbiamo viste molte. Dopo pochi km si staglia dinnanzi a noi La Roque Gageac, classificato tra i più bei paesi di Francia. Il piccolo paesino si inerpica letteralmente su di una parete rocciosa a strapiombo sul fiume. Sono le 9 e in giro non c’è nessuno. Sistemiamo il camper in un parcheggio al costo di 2 euro e noto che si può pernottare nel parcheggio adiacente sotto gli alberi al costo di 5 euro. Il parcheggio si trova proprio all’inizio del paese, nell’unico punto in cui la parete rocciosa lascia spazio alla campagna. Cominciamo l’esplorazione di questo luogo irreale scattando foto. Saliamo il più in alto possibile dove c’è la chiesa e il giardinetto botanico. Poi andiamo a visitare i resti di una città troglodita. Ritornati al camper con le immancabili baguette sotto il braccio, ci dirigiamo verso Beinac et Cazenac. Pochi km e subito si staglia imponente la mole del Castello di Beinac. Anche qui tutto il paese è addossato alla parete rocciosa e sembra voglia tuffarsi nella Dordogna. Superata una serie di parcheggi a pagamento e con divieto per i camper, troviamo posto nell’ultimo park prima della salita al castello, dove non conviene salire con mezzi troppo grandi, perché nel parcheggio del castello gli spazi sono stretti. Comunque il parcheggio in cui siamo sistemati è riservato ai camper, su terreno pianeggiante, sterrato e senza servizi. Raggiungiamo il castello salendo per le stradine del borgo medioevale. La salita è ripida e, col caldo che fa, fatico parecchio a portar su i miei 85 kg, mentre Margherita non fa una piega e sale come un grillo. Dopo la visita al castello ci rechiamo al punto panoramico, dal quale si possono vedere altri castelli, tra cui quello di Castelnaud. Il fiume è pieno di canoe grandi e piccole sulle quali si divertono adulti e bambini. Poi vi sono le Gabarre, dei grandi barconi che con pochi euro ti fanno fare un giro sul fiume per goderti la vista di questa meraviglia da un’altra ottica. Compriamo diverse qualità di vini locali (costosi) poi, dopo la spesa (fortunatamente all’inizio paese c’è un mercatino vicino al locale campeggio), decidiamo di passare un’altra giornata in questo splendido luogo.

 

6/8 Domenica. Ci siamo svegliati tardi verso le 10 ed abbiamo passato la mattinata gironzolando lungo il fiume guardando i pescatori sportivi che dopo aver catturato il pesce lo slamavano e lo rimettevano in acqua. In pomeriggio mi sono ricordato che in tv trasmettevano la F1 e mi sono guardato la gara col piacere di una birra fresca. Di giorno fa caldo, ma alla sera si sta bene anzi fa fresco, per cui fa piacer uscire quando tutto si illumina e sembra di viver in pieno medioevo. In questi due giorni ci è sempre venuto appresso un cane, probabilmente abbandonato e che io avevo accarezzato. Ci accompagnava per un tratto poi tornava ad accucciarsi vicino al camper. Quando ce ne siamo andati ho notato che si stava avvicinando ad un altro camper. Chissà chi è quel disgraziato che lo ha abbandonato.                                                                      

 

7/8 Lunedì. Verso le 9 abbiamo lasciato questo luogo da favola e dopo aver percorso qualche km di stradine siamo giunti a Les Eyziez, dove troviamo l’area di sosta. Noi dobbiamo solo scaricare e rifornirci. Il CS è ben posizionato ed è adatto ai wc nautici. Peccato che sia giorno di mercato e per raggiungere l’area abbiamo dovuto faticare tra le bancarelle. Solita discussione con Margherita che non riesce mai ad indicarmi la giusta posizione sullo scarico (dopo 15anni) e così mi tocca sempre scendere per accertarmi di fare centro. Effettuate queste operazioni, ci rechiamo al sito de La Roque st Christophe. Questo è un luogo da sempre abitato a partire dai primi uomini trogloditi fino al medioevo, perchè la gente - grazie alla conformazione a terrazze - riusciva a trovar rifugio.

Parcheggiamo il camper sotto una fitta foresta dove la luce stenta a passare. Noto che vi sono diversi camper che hanno passato la notte ed ora stanno facendo un minimo d’ordine. Il parcheggio è grandissimo e gratuito. Visitiamo il sito e, se non fosse che abbiamo quasi finito le scorte, ci fermeremmo qui. Invece proseguiamo verso Montignac, dove si possono acquistare i biglietti per la visita alla grotta preistorica di Lascaux2, che è una fotocopia esatta della vera Lascaux, opportunamente chiusa al pubblico. Noi, siccome la grotta l’avevamo già visitata in passato, molto più banalmente ci mettiamo alla ricerca di un supermercato. A Montignac ce n’è uno, però dopo aver cercato invano un parcheggio, siamo costretti a desistere e proseguiamo fino a Terrasson. Rifornita la cambusa torniamo a Montignac dove ci sistemiamo in un’area pic-nic quasi vicino al fiume Vezere. Oggi si pranza a base di salmone, patè e Bordeaux. Dopo pranzo andiamo a gironzolare.

A sera l’area si riempie lentamente e noto con piacere che non si spostano solo coloro che possiedono mezzi superaccessoriati ma pure persone mosse da spirito pionieristico come due di Firenze con un piccolo Doblò attrezzato di fornellino asportabile collocato sotto il piano del letto. Mi fanno tornare alla mente la mia giovinezza quando per dormire ci accontentavamo di allungare i sedili dell’auto.                                                                                    

 

8/8 Martedì. Dopo una notte tranquilla ci siamo mossi verso la nostra nuova meta, St. Flour, dove dopo aver fatto Gpl ho cercato un posto per sistemarmi. Nella parte alta della città c’è un CS+AA subito dopo l’ospedale, ma più che definirla area si dovrebbe parlare di parcheggio dove si è circondati da auto e si è pure in pendenza. Fortunatamente, nella parte bassa e ben indicata si trova una seconda area espressamente dedicata ai camper. Nulla di eccezionale ma tranquilla, in piano con vista sulle mura cittadine, dove possono trovare posto una decina di mezzi. C’è pure il CS e si sta all’ombra per cui i servizi essenziali sono assicurati. La città a dire il vero non offre grandi cose, un tratto di mura, la cattedrale circondata da auto parcheggiate ovunque. Molto più graziosa la parte bassa cresciuta attorno alla chiesa. In effetti dopo aver girato un bel po’ ce ne torniamo in camper delusi, ma fortunatamente una buona cenetta ci rimette di buonumore.                           

 

9/8 Mercoledì. Come al solito verso le 9 siamo partiti verso Le Puy en Velay, dove siamo giunti verso le 11. Parcheggiamo il camper nei pressi della chapelle Saint-Michel, uno dei simboli della città assieme a Notre-Dame de France e alla Cattedrale. La caratteristica che subito colpisce il visitatore è che molte delle sue meraviglie sono erette su irti cocuzzoli resti di colate laviche. La Cattedrale è un’edificio imponente al cui interno è custodita la statua della Vergine Nera. Interessante il museo. Insomma, tutta la città è un’insieme di elementi architettonici che  meritano di essere visitati approfonditamente. Tra le altre note Le Puy en Velay è anche località di partenza per i pellegrini in viaggio verso Santiago de Compostela. Per il pernottamento ci si può fermare nei parcheggi sotto la chapelle Saint-Michel, mentre per lo scarico il servizio viene offerto dal vicino campeggio. Vi è un altro punto scarico circa 400 metri dopo il campeggio, ma è tremendamente disagevole. Dato che la città l’avevamo visitata qualche anno fa, ci limitiamo ad un giro veloce tanto per rinfrescarci la memoria. Scattiamo qualche foto e poi decidiamo di proseguire verso le Sorgenti della Loira. Impiego più di mezzora per trovare la giusta strada, poi finalmente ci indirizziamo verso il monte Gerbier de Jonc da dove ha origini il fiume. Durante tutto il tragitto fatto di curve continue e strade strette non ho incontrato quasi nessuno salvo scoprire che una volta arrivati il luogo è pieno di auto e vi sono almeno una decina di camper. Siamo a più di 1.400 m slm e il luogo non è male. Le sorgenti invece sono assai deludenti, anche perché di acqua che sgorga non se ne vede. Vi è solo una targa su di un muro e le solite bancarelle dei venditori di cianfrusaglie. La sommità della montagna è recintata a circa 200 metri dalla vetta. Penso che si tratti di una protezione per i pascoli, invece scopro che per salire, scarpinando, fino in cima fanno pagare 2 euro a testa. In Francia le studiano proprio tutte. Lasciamo perdere la scarpinata e andiamo a comprarci un salame (locale). Più tardi scoprirò che è all’aglio e a me l’aglio non piace. Pazienza. Decidiamo di fermarci in questo posto per la notte anche perché si stanno sistemando altri  6-7 camper. Purtroppo durante la notte si alza un vento fortissimo che mi costringe a spostarmi qualche km più in basso dove posso finalmente riposare qualche ora.

 

10/8 Giovedì. Verso le 8 ci incamminiamo verso Privas da dove ci indirizziamo verso Veyenes, dove so che c’è un CS adatto al mio mezzo. Purtroppo il punto in cui è situato rende difficile ogni manovra ed oltretutto è giorno di mercato e lo stretto parcheggio è invaso dalle auto. Restiamo imbottigliati in mezzo alle auto che cercano di parcheggiare o di uscire. Alla fine rinunciamo a scaricare e ci rechiamo a Gap, dove mi sono dovuto confrontare coi famigerati scarichi della Flot Bleu, in un camper service oltretutto messo in pendenza anche se su asfalto. Prima di me c’è un camper Tedesco che sta operando. Spengo il motore e mi metto in attesa, ma i minuti scorrono senza che il sig. si sposti. Trascorrono circa 20 minuti e nel frattempo è giunto un altro camper. Quando finalmente riesco ad avvicinarmi capisco il perché della lungaggine. Si tratta dei famigerati sistemi collegati ad un tubo che devi estrarre da una porticina e che se non stai attento ti sfuggono come bisce dalle mani. Ricordandomi di un’esperienza precedente cerco di metterci la massima attenzione ma pure questa volta incappo in un pasticcio che mi costringe a passare un buon 15 minuti a ripulire. Decisione: mai più Flot Bleu. Dopo la disavventura e dopo una doccia  siamo andati a pranzare al Barrage de Serre Poncon, dove abbiamo trascorso il resto della giornata a goderci il sole e il lago. Verso sera ci siamo portati a Ceilac.                                                            

 

11/8 Venerdì. A Ceilac c’è un campeggio comunale e uno spazio riservato gratuitamente ai camper, recintato e dotato di una fontanella ricavata da un tronco d’albero. Stanotte la temperatura è scesa a 2 gradi per cui ho dovuto accendere la stufa. Ora invece fa caldo e, fatta colazione, siamo andati a vedere la cascata delle Pisse. In pomeriggio siamo andati a passeggiare in paese e nel pomeriggio ci siamo messi comodi per osservare le evoluzioni dei tanti che frequentano questo luogo per praticare  parapendio. Esiste sul posto anche una scuola. Sembrerà strano, ma in pieno Agosto a cena Margherita ha fatto la polenta con i funghi. Quì alla sera fa decisamente freddo e la stufa l’ho accesa già alle 8.

 

12/8 Sabato. Siamo partiti presto perché la strada è molto ripida e piena di tornanti, e voglio evitare l’incrocio con altri camper. In compenso mi ritrovo col muso davanti ad un tir che trasporta tronchi di pino e solo dopo svariate manovre riesco a riprendere la marcia. Ci fermiamo a Briancon per la spesa e poi andiamo a sistemarci a Le Monetier dove esistono svariate possibilità di sosta, dal campeggio comunale con piazzole apposite per i camper all’area  su asfalto in prossimità degli impianti di risalita. C’è un vento fortissimo che disturba ma non rinunciamo ad andare a passeggiare in paese. Tornati al camper, dopo pranzo decidiamo di tornare a Briancon che ci sembra trovarsi in posizione più riparata. Fatichiamo per un’ora per trovare un posto sul piazzale. Poi dopo aver girato per le viuzze della cittadella al ritorno riusciamo a sistemarci per la notte. Questa è la terza notte che accendo la stufa.                     

 

13/8 Domenica. Sono le ultime ore in terra Francese e ne approfittiamo per comprare le ultime baguette e croissant (magari tra qualche settimana saremo nuovamente qui …). Scendiamo fino a Cesana dove pranziamo, e poi via verso casa, dopo una breve sosta per vedere il Forte di Exiles.                                                                             

 

Considerazioni finali:
Abbiamo percorso 2.000 Km senza mai fare autostrada e percorrendo pochi tratti di statali. Per il resto abbiamo sempre percorso strade secondarie che ad onor del vero sono assai bruttine e ti costringono ad una guida attenta ed impegnativa. Abbiamo visitato luoghi che a mio parere valgono il viaggio.

Il Perigord è una garanzia perché è in grado di soddisfare svariati modi di far turismo, da quello culturale a quello sportivo, per finire con coloro che intendono semplicemente godersi dei panorami mozzafiato e la tranquillità. Siamo pure incappati in delusioni o almeno per noi sono state tali. Magari gli stessi luoghi visti da altri occhi sono giudicati diversamente. Ho scritto questo diario innanzitutto per me stesso (ogni sera buttavo giù le sensazioni della giornata), e in seconda battuta per mettere a disposizione di Noi tutti le mie sensazioni.

Si tratta di un’itinerario che esce dai soliti schemi dove il mare fa la parte del Leone. Comunque il Perigord può offrire al turista più di 400 Castelli in gran parte visitabili e un’infinità di grotte e di siti preistorici. Per cui se si è interessati ad una vacanza diversa questo è il luogo adatto. Ovviamente vi sono strade più dirette per arrivare in minor tempo, ma per noi contava proprio arrivarci attraversando luoghi poco battuti dal turismo di massa.

Ho omesso i vari chilometraggi parziali perché ritengo inutile fornire questi dati in quanto sul percorso si possono effettuare decine di deviazioni che possono portare ad allungare o ad abbreviare la strada.

Non cito i costi del carburante in quanto viaggiando a GPL penso che la cosa interessi a ben poche persone. Comunque a coloro che viaggiano con mezzi tipo il mio assicuro che il rifornirsi di GPL non è mai stato un problema tanto è vero che non ho mai dovuto far benzina. Conviene rifornirsi presso i centri commerciali dove tutti i carburanti costano mediamente meno. In certi casi l’operazione di rifornimento GPL crea qualche difficoltà avendo io l’attacco sulla destra per cui dovevo entrare in retromarcia.

I problemi di sosta sono assolutamente inesistenti e i costi per la medesima si limitano in qualche caso al costo del rifornimento idrico che mi pare identico ovunque (2 euro).

Ringrazio pubblicamente mia moglie Margherita per aver dovuto sobbarcarsi centinaia di curve, strade strette e a volte strapiombanti, salite ripide con altrettante discese mozzafiato. E nonostante tutto mi ha sempre deliziato con la sua impagabile cucina.

Ringrazio tutti coloro che avranno la pazienza di leggere fino in fondo ciò che ho scritto. A noi questo viaggio globalmente è piaciuto, ed auguro a coloro che dovessero ripercorrerlo tutto o in parte di provare le nostre stesse emozioni.

 

Ciao: Bruno e Margherita


Viaggio effettuato nell'Agosto 2005 da Bruno e Margherita Borla

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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