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Montalenghe –
Chiavenna Partenza da casa
lunedì mattina 12/07 con tutta calma; arrivo a Chiavenna nel primo pomeriggio
dopo aver costeggiato tutto il lago di Como dal versante di Como, appunto.
Percorso panoramico, ricco di begli scorci sul lago, ma strada spesso stretta
che richiede parecchia prudenza e perizia nell’incontro con altri camper o
camion. Passeggiata per il
centro storico di Chiavenna e lungo un sentiero largo e ben segnalato nel parco
delle “marmitte dei giganti”; sotto la costa della montagna, lungo la riva del
torrente si aprono diversi “crotti”, ovvero specie di cantine scavate nella
roccia che spesso sono sovrastate da un'unica stanza e vengono utilizzate anche
come luogo di ritrovo e di festa. Ricordano molto da vicino i “balmit” di
Chiaverano. Sosta notturna
nell’area segnalata su CamperOnLine.it, larga e tranquilla, vicino agli impianti
sportivi. Chiavenna – Fussen Mattinata trascorsa a “fare i compiti” in attesa dei
nostri amici, partiti con un giorno di ritardo a causa di impegni familiari, e
giunti puntualissimi per pranzo. Nel primo pomeriggio partenza per la Svizzera
attraverso il passo del Maloja. Strada abbastanza agevole, tranne una manciata
di tornanti (7 o 8) piuttosto stretti verso la cima. Vento forte e temperatura
decisamente “fresca” ci costringono ad una visione molto veloce del panorama
alpino con rientro precipitoso in camper alla ricerca di giacche e maglioni.
Proseguiamo per Saint-Moritz lungo una bellissima strada panoramica, con
incantevoli scorci sui laghetti alpini che si susseguono quasi fino a
fondovalle. Ampi spazi verdi e caratteristiche casette di legno con gerani alla finestre rallegrano decisamente
lo spirito e fanno sentire poco il peso del viaggio. Varco di frontiera senza
problemi (è la prima volta in tanti passaggi dalla Svizzera che non ci
controllano i documenti neanche all’uscita…) ed entriamo in Austria. I numerosi
paesini che attraversiamo ci lasciano una sensazione di ordine e pulizia
veramente notevoli: non un solo filo d’erba è fuori posto e ovunque si respira
l’esatto equilibrio di convivenza tra uomo e ambiente… Da copiare e fare
proprio! Arrivo a Fussen in
serata, giusto in tempo per cercare, e trovare, l’area di sosta un paio di KM fuori paese ove passeremo una notte
tranquilla (costo 10 €). Dopo cena passeggiata fino in centro, per scoprirlo
completamente deserto (sono le 22,30 e in giro non c’è un’anima!…) Fussen –
Oberammergau – Ering. Temperatura interna
al camper alle 8 del mattino: 18 gradi – temperatura esterna: 15 !!! Più che a
luglio sembra di essere a marzo! Oggi giornata divisa
tra la visita ai famosi castelli di Ludwig e lo spostamento verso nord. I 2
castelli per i quali Fussen è giustamente famosa, sono veramente degni della
folla che ogni giorno scarpìna fino in cima per vederli. Per noi questa è la
secondo visita, mentre i nostri amici sono al loro primo incontro, ma è sempre
comunque uno spettacolo notevole. Quest’anno, poi, è di nuovo aperto il ponte in acciaio che scavalca il
torrente a monte del castello Neuschwangau e da cui si gode un’ottima vista.
Basta non soffrire di vertigini e non guardare in basso, poi sono garantite foto da manuale. Il castello Hohenshwangau
invece, è decisamente più piccolo e meno appariscente, anche se con la sua
tinteggiatura gialla si vede da lontano. Un bel giardino coltivato a rose rosse
rallegra l’ingresso. Pranzo in camper dove in men che non si dica
abbiamo dato fondo a tutte le pagnotte disponibili (è proprio vero che la fame
è il miglior companatico!) Una quarantina di KM
lungo la “Romantiche Strasse” ed arriviamo a Oberammergau, centro famoso per la
produzione di statuine in legno a carattere religioso. Ce ne sono di tutti i
tipi e di tutte le misure, dipinte e grezze, in legno chiaro e in legno scuro e
lungo le vie principali la maggior parte delle botteghe sono di questo genere. Il motivo per cui noi
ci siamo diretti qui, però, sono i dipinti sulle facciate delle case che sono
spesso veramente belli. Alcuni sono a carattere storico e “narrano” delle
vicende della famiglia, altri ripercorrono le fasi dei mestieri e delle
corporazioni, altri ancora sono a carattere religioso con riproduzioni
dell’ultima cena o del giudizio universale. Verso il tardo
pomeriggio ci “imbarchiamo” per Monaco dove arriviamo per cena. Lungo il
percorso ci accompagnano campi e campi di luppolo, arrampicati come fagioli su
lunghi sostegni di legno e fil di ferro; si vede proprio che su di qua sono
grandi produttori (e consumatori) di birra… Giunti a Monaco
confabuliamo se fermarci a pernottare nel parcheggio dello stadio, largo e
comodo vicino all’autostrada, poi proprio la presenza del grande traffico ci fa
desistere (per la cronaca la sosta costerebbe 10 €). Cerchiamo sul portolano
una sosta alternativa ma a Monaco non ce ne sono affatto; l’unica disponibile
nelle vicinanze è a Ering. una ventina di KM più a nord, nel parcheggio delle
terme, e lì passiamo una notte tranquilla. Ering - KarlovyVary Stamane tempo
incerto; nella notte ogni tanto ha piovuto, ed ora il cielo è plumbeo (come
direbbe un noto comico di Zelig!) Speriamo che nel corso della giornata la
situazione migliori… Parecchi KM di
autostrada verso nord-est e finalmente entriamo in Repubblica Ceka. Dopo tutti
i resoconti di viaggio che abbiamo letto che lamentavano problemi di varia natura (dai soprusi “pecuniari”
alle incomprensioni di ordine linguistico) ci sembra quasi impossibile riuscire
a passare la frontiera senza problemi. Un doganiere in divisa blu osserva il
mezzo, sembra verificare mentalmente la corrispondenza fra il numero degli
occupanti ed il numero dei documenti (che neanche apre) e con un cenno ci fa
passare …. Bene, meglio così! Subito dopo la
frontiera c’è un piccolo chiosco per il cambio della valuta e l’acquisto della vignetta per l’autostrada
(150 Kr); il cambio sembra buono (1€ = 30,10 Kr) quindi pensiamo di procurarci
un po’ di moneta locale; peccato che a conti fatti la gentile e truccatissima
impiegata si sia trattenuta ben il 7% di commissioni (210 Kr su 100 €…..) E’
vero che neanche un cane muove la coda per niente, però pensavamo costasse
meno… Va bene, pazienza, verificheremo altrove. Dopo il confine,
lungo la strada, incontriamo diverse … donne di piccole virtù, alcune anche
piuttosto giovani, in attesa di clienti; purtroppo sembra quasi di essere
tornati in Italia, se non altro sono vestite decentemente…. Le poche costruzioni
che incontriamo in questi primi Km hanno una destinazione certamente “commerciale”,
senza lasciare spazio a dubbi. Allontanandosi dal
confine le prime non sono più parte del panorama stradale, mentre le seconde si
concentrano nelle città. Il primo centro che
incontriamo in Repubblica Ceka è Cheb; vorremmo fermarci per una visita, perché
abbiamo letto su Plenair che ha un centro storico interessante, ma una prima
occhiata dell’ambiente ci fa desistere. Sembra impossibile come a distanza di
pochi KM dalla Germania, la situazione cambi in maniera tanto evidente: come
“prima” tutto era ordinato ed apparentemente pulito, con una certa cura anche
per l’estetica, ora qui la sensazione predominante è di degrado e di abbandono.
Molte case hanno l’intonaco scrostato, la ruggine la fa da padrona sulle
ringhiere e lungo le strade cartacce e pasticci vari non invogliano certo al
turismo ….Magari sarebbe anche carino fermarsi, però dopo un rapido consulto,
decidiamo di proseguire; speriamo che più avanti la situazione migliori… Prossima tappa è
Karlovy-Vary, noto centro termale. Strada ben
segnalata, ma spesso piena di rappezzi, e nel tardo pomeriggio arriviamo a
Karlovy-Vary. Questa è una cittadina costruita nello stretto fondovalle con uno
sconcertante contrasto tra il centro termale (bellissimo) e la periferia, piena
di palazzoni popolari e sexy-shop di cui sopra… Troviamo con qualche difficoltà
l’area di sosta a monte del paese, (sulla strada verso Plsen, di fronte all’Hotel Imperial) e quindi scendiamo in paese per una visita.
Uno strano piccolo geyser erutta acqua calda a getto continuo e numerose
fontanelle da cui sgorga acqua a temperatura variabile dai 30 ai 72 gradi, sono
disseminate lungo tutto il percorso. Molte persone bevono quest’acqua con
appositi bicchieri a forma di pipa che vengono venduti nelle bancarelle lungo
la strada, ma il nostro gruppo è piuttosto scettico; solo la sottoscritta ne
assaggia un sorso nel cavo della mano…è calda sì, ma anche salata e amara. Come
facciano a bersene un intero bicchiere lo sanno solo loro! Molto belle le
facciate dei diversi palazzi che si affacciano sul fiume; molti sono hotel o
pensioni per i frequentatori delle terme; di fronte ad uno di questi c’è un
lungo gazebo di legno bianco intarsiato, sembra un merletto! L’unico palazzo che
stona è quello che porta l’insegna Swarovski: un vero pugno nell’occhio sia
nello stile sia nel colore. Torniamo in camper
soddisfatti, dopo aver acquistato una confezione di wafer tipici di cui abbiamo
letto su altri resoconti e che ci sembrano decisamente buoni. Karlovy-Vary - Plsen
- Praga Oggi partenza verso
le 9; attraverso l’oblò intravediamo uno squarcio (piccolino piccolino) di
azzurro e ci sentiamo già più sollevati; speriamo bene. Per arrivare a Plsen percorriamo un’ottantina di Km lungo
una strada spesso disagevole, che sale e scende in continuazione, in mezzo a
prati (spesso aridi) e boschi sterminati. Molte zone sembrano incolte, e molte altre
disabitate; le case sono piuttosto rare, distanti una dall’altra e solo verso
la fine del percorso incontriamo campi di grano e di patate. I paesini, piccoli
e miseri, sono molto trasandati e
lasciano in bocca un non so che d’amaro…. Plsen è famosa per
la fabbricazione della birra, la Pilsener-Urquell appunto, e pertanto partiamo
decisi alla visita al museo della birra. Prima, però, tappa obbligata è la
piazza del centro, piuttosto grande, ma non speciale. In mezzo s’innalza la
cattedrale gotica, all’esterno scura e bisognosa di un lifting, all’interno
spoglia e interessante solo per le vetrate. Di fianco si erge il campanile
sulla cui cima salgono i 4 temerari del gruppo, dopo un’arrampicata di 300 (+ o
-) scalini. Il museo della birra
ci attende e per il costo di 30 Kr gli adulti e 15 gli “students” c’informiamo
sulla storia della fabbricazione di quest’interessante bevanda. La visita dura
circa ¾ d’ora attraverso diverse sale allestite in un’antica cantina storica.
Interessante, ma non eccezionale. Piccolo giallo nella visita: avevamo letto
che alle 12,30 un socievole birraio elargiva assaggi di birra ai visitatori e
noi, puntuali come orologi svizzeri, alle 12,30 avevamo terminato il giro…
peccato che questo piacevole omaggio venisse concesso non in questo museo, bensì
in quello allestito all’interno della vera e propria fabbrica Pilsener, un po’
più in là e dove noi arriviamo troppo tardi. In compenso troviamo un
fornitissimo “shop” dove facciamo i dovuti acquisti di birra. Dopo pranzo partenza
per Praga, con tappa intermedia a Karlstejn. Inizialmente il percorso è
abbastanza agevole, anche se a volte l’asfalto sembra messo insieme con la
colla di pesce, poi, dall’uscita dell’autostrada su e giù per le colline, il
discorso cambia. Spesso la strada è stretta, con svolte e passaggi delicati
nell’incrocio con altri veicoli, così che impieghiamo quasi un’ora a percorrere
15 Km. Arriviamo a Karlstejn, dove è segnalato un bel castello medioevale con
un interessante centro storico, che sono da poco passate le 5; l’ultimo ingresso è previsto alle 6 per
questo potremmo fermarci a visitare il castello e pernottare nel parcheggio
sterrato che c’è lungo il fiume. L’intenzione di
entrare a Praga prima del gran traffico previsto per il sabato, ci fa però
desistere, e un po’ a malincuore lasciamo la zona. Intorno alla città
l’autostrada si fonde con una specie di circonvallazione, dove il traffico è
decisamente caotico e molto veloce; per fortuna riusciamo a trovare il
campeggio con discreta facilità e per i prossimi 2 giorni facciamo base al
Karavan-Kamp. Doccia calda in
camper, carico e scarico acqua, e piacevole serata trascorsa a chiacchierare
con buon bicchiere di vino intorno alla candela dell’amicizia. A domani. Praga Sabato e domenica
impiegati nella visita della città, con il sole ed un cielo azzurro da
cartolina (finalmente!) Al primo approccio
non mi sono per niente entusiasmata: da tutti i resoconti di viaggio letti
trasparivano un fascino ed un’atmosfera particolari, mentre a me ha dato solo
l’impressione di una grande città piena di grandi costruzioni (grandi chiese,
grandi palazzi, gran castello). Questo perché
sabato ci siamo diretti nella città alta, dove il castello e la cinta
delle mura la fanno da padroni, e pur essendo costruzioni notevoli (sia come
dimensioni che come importanza) non danno comunque il polso della vita reale
della città. L’impatto è
migliorato il giorno dopo, quando ci siamo diretti su “stare mesto” ovvero la
zona al di là della Moldava. Qui le cose sono decisamente cambiate, perché
abbiamo visitato la Praga dei poeti e della gente comune, con le sue viuzze
piene zeppe di negozietti, la piazza affollatissima e le case colorate. Lascio la
descrizione delle varie tappe obbligate per una visita ad una qualsiasi guida
turistica; annoto solo alcuni appunti di viaggio per noi interessanti: il
“Ponte Carlo” è più suggestivo come ambiente che come architettura,
specialmente se riuscite ad imbattervi in una delle piccole orchestrine di jazz
che si esibiscono verso mezzogiorno, oltre ai vari artisti di strada dalle
capacità più svariate (noi abbiamo “beccato” un simpatico suonatore di
…..bicchieri di cristallo pieni d’acqua! “la vie en rose” suonata a fior di
dita era proprio particolare…).Tra i vari souvenir propinati ai turisti,
coloratissime e molto allegre sono le varie marionette e matrioske; ce ne sono
veramente di tutti i tipi. Carino il cambio
della guardia a mezzogiorno davanti al castello; basta però arrivare per tempo
se no i “nani” della comitiva restano al buio (letteralmente, perché davanti ci
si trova un vero e proprio “muro” di persone che toglie la visuale). Idem si dica per lo scoccare delle
12 all’orologio astronomico del Municipio. Interessante, anche
se modesto come numero di pezzi esposti, il piccolo museo di oggetti sacri
ornati di pietre preziose che si trova nella chiesa di “Loreta”; veramente
notevoli certi ostensori con diamanti, zaffiri e rubini….Non era propriamente
questo lo spirito di San Francesco, ma gli artigiani orafi dei secoli scorsi
hanno certamente dato il meglio di se stessi nella fabbricazione di simili
tesori! Dopo l’assaggio di
ieri dei wafer li abbiamo cercati dappertutto,
ma mentre a Karlovy-Vary li vendevano anche nei chioschi lungo la piazza
ed erano di tutti gli aromi possibili (ottimi quelli alla cannella) qui non
riusciamo a trovare altro che cioccolato e nocciole; troppo dolci per i nostri
gusti! Abbiamo trovato
difficoltà a reperire info in giro per la città, non conoscendo il tedesco e
men che meno il ceko. Qui l’inglese è poco conosciuto e spesso ciò che toglie
d’impaccio è la sana gestualità italiana. Un esempio per tutti: nella
metropolitana, prima io e poi mio marito, abbiamo scomodato l’impiegata dello
sportello Info, rivolgendoci in inglese, francese e anche nel poco tedesco che
conosciamo, per sapere dove poter acquistare i biglietti; dobbiamo averla
infastidita non poco distraendola dall’attività cui si stava dedicando, la
pulizia delle unghie, e, pur non capendo una parola di ceko, siamo sicuri di esserci
beccati un classico vaff... Altro che l’accoglienza
e la disponibilità verso il turista….Sembrano infastiditi solo a doverci
ascoltare…. Senz’altro non è
così dappertutto, tant’è vero che nei centri minori abbiamo trovato diversi
giovani che a) parlavano inglese e b) cercavano in tutti i modi di aiutarci,
però come approccio alla grande capitale, meta costante di turisti, non è certo
un buon biglietto da visita! Nel complesso,
comunque, Praga ci è piaciuta, il tempo è stato dalla nostra e nonostante si
abbia macinato qualche decina di km a piedi…bhe, ne è valsa proprio la pena! Praga -Telc – Cesky
Krumlov Oggi piccolo summit
sulla direzione da prendere, in quanto prima o poi i nostri percorsi dovranno
dividersi a causa di ferie di durata non omogenea: sarebbe interessante
proseguire verso est, dove sono indicati diversi centri degni di una visita, ma
la scelta di stare insieme il più possibile ci spinge verso Telc e quindi il
sud, da dove i nostri amici ci lasceranno per passare in Austria. Telc, piccolo e
grazioso centro della Boemia meridionale, è segnalato su quasi tutti gli
itinerari di visita in quanto soggetto alla tutela dell’Unesco. Tanta
importanza è dovuta alla sua piazza principale, racchiusa da una lunga serie di
casette cinquecentesche affiancate le une alle altre e con le facciate dipinte
in tenui colori pastello. Una serie di piccoli laghetti circondano il paesino,
rendendo l’insieme piuttosto suggestivo. Poiché siamo in
anticipo sulla tabella di marcia, proseguiamo verso Cesky Krumlov, cittadina
con un interessante castello ed un vasto borgo antico degno di una passeggiata.
Arriviamo in serata e, poiché oggi è il compleanno di uno dei “cuccioli” (di 16
anni….!) della combriccola e alcuni giorni fa lo era di una delle mamme,
decidiamo di comune accordo di festeggiare cenando in un locale tipico. Da uno
dei vari resoconti tratti da Internet apprendiamo che proprio in questa
cittadina esiste un posticino caratteristico dove si mangia bene e non si
spende eccessivamente. Riusciamo ad individuare (non senza l’aiuto di un
gentile giornalaio) la trattoria Krcma Satlava situata in una viuzza di fianco
alla piazza principale, dove gustiamo
un succulento mix di carne alla brace che ci lascia decisamente soddisfatti! La
birra fresca, l’ambiente suggestivo (il ristorante è ricavato nei locali delle
antiche prigioni ed alle pareti sono appesi diversi “aggeggi” del mestiere:
catene, mannaie, spade e corazze) nonché il cameratismo che ci unisce da anni
di conoscenza ci permettono di trascorrere una serata veramente piacevole… Stanotte sono
previsti gli straordinari per i nostri succhi gastrici, ma ne è valsa veramente
la pena (per la cronaca 400 gr.di carne con contorno di patate sono costati 380
kr, una birra 45 kr e un bicchiere d’acqua 20 kr). Cesky Krumlov –
Holasovice – Hluboca Notte trascorsa nel parcheggio
a pagamento P2 sotto le mura e
mattinata dedicata alla visita del centro storico. Veramente carina la torre
colorata del castello (che sembra più che altro un palazzone squadrato)
visitata solo all’esterno anche per la lunga coda in attesa alla biglietteria
ed interessanti le varie viuzze del borgo medioevale. Ogni casa ha mantenuto la
struttura originale e anche se ora ospitano quasi tutte ristoranti o negozi di
souvenir, è comunque facile immaginare quale fosse la vita di un tempo. Lungo il fiume
moltissimi giovani, e non solo, si cimentano in rocambolesche discese in canoa
di una piccola cascata ed è facile vederli finire a mollo! Con questo caldo non
sarebbe una cattiva idea, non fosse per l’acqua di un poco invitante color
“coca-cola”… Dopo pranzo, a malincuore, ci dividiamo dai
nostri amici che proseguono per Vienna e Salisburgo (da noi già visitati alcuni
anni fa) mentre noi decidiamo di restare ancora qualche giorno a “gironzolare”
nei dintorni e scoprire cosa la Cekia abbia ancora da offrirci. Buon viaggio
ragazzi! Holasovice è un
paesino piccolo piccolo, 22 case in tutto, che si trova sperduto (o quasi) per
la campagna, ma è segnalato nel sito dell’Ente Nazionale del Turismo Ceco
perché ritenuto un esempio di “barocco contadino” del XIII secolo. Venirci
apposta forse non ne vale la pena, ma per chi si trova in zona può essere una
curiosa divagazione. Seguendo stradine
strette e tortuose in mezzo ai campi giungiamo a Hluboca a Vitavou dove si
trova uno dei più bei castelli della Boemia. Lo si vede ergersi sulla collina e
sembra veramente carino; sostiamo nel parcheggio a pagamento in fondo al paese
dove la non più giovane e “curiosa” custode (si presenta con un grazioso
cappellino di paglia ornato di fiori secchi!) ci dice che ci si può fermare per
la notte; di lì a poco ci raggiungono altri 5 o 6 camper. Bene, così non siamo
soli. Hluboca – Innsbruck Oggi mattinata
dedicata alla interessante visita del castello. Visto da fuori è proprio bello,
tutto bianco e ricco di decorazioni ed all’interno è anche meglio. Ci sono
diverse sale tutte rivestite di legno lavorato, intarsiato, e scolpito che sono
dei veri capolavori. Effettivamente, più dei mobili o dei lampadari o dei vari
arredi ciò che ci ha maggiormente colpiti è stata proprio questa grande perizia
nell’uso del legno…Dovevano esserci in giro artigiani niente male! L’unico
“inconveniente” è che siamo capitati in un tour con guida ceka; il giovanotto
in questione faceva del suo meglio per illustrare la storia e le attrattive del
castello, ma alle nostre orecchie tutti quei suoni ostici creavano non poche
perplessità. Ci siamo chiesti più volte come facesse a non andare in apnea,
talmente parlava veloce ed usava versi strani…! Dopo pranzo ci siamo
spostati alla ricerca di un altro castello, a Vibouk, ma una volta qui giunti
(circa 15 Km verso sud) non solo non c’era nessun castello, ma tutto il “paese”
non contava più di 7 case….Oibò! Piuttosto perplessi consultiamo la cartina e
scopriamo che esistono più paesi con questo nome, e quello che interessava a
noi si trova esattamente in direzione opposta…Visto che abbiamo quasi finito le
nostre corone, valutiamo se cambiare altri € o dirigerci verso l’Austria, anche
perché la zona sembra aver esaurito tutte le sue attrattive. Ci sarebbero sì
altre 500 “cose” da vedere, ma sono tutte verso est, e la scelta fatta alcuni
giorni fa di tralasciare quel percorso ci fa ora dirigere la prua verso terre
più conosciute. Nel primo pomeriggio
rientriamo dunque in Austria (nessun problema al confine! Ma chi è che semina
panico nei resoconti di viaggio?) acquistiamo la vignetta per l’autostrada austriaca
(8,60 €) e praticamente viaggiamo fino a sera sotto un sole cocente con
temperature che si aggirano sui 30 gradi (sia fuori che DENTRO il camper…) ed
arriviamo ad Innsbruck verso le 8, praticamente sciolti, col sedere quadrato e
stress da viaggio all’ennesima potenza… Contiamo di
trascorrere un paio di giorni al fresco in mezzo a queste belle montagne, prima
di tornare a casa, ed i nuvoloni che vediamo scorrere sulla nostra testa sembra
che ci vogliano dare una mano…Bhe, vedremo! Innsbruck –
Saint-Moritz Alla faccia, altro
che nuvoloni! Ieri sera, appena dopo cena, si è scatenato uno di quei temporali
da lasciare senza fiato! I fulmini
cadevano a raffica e la pioggia scendeva a secchiate….meno male che non eravamo
in tenda! Dopo aver lasciato
il piccolo ed esoso campeggio (una notte in 4 = 42,36 € !!!) (i ragazzi oltre
gli 11 anni sono considerati “grandi”) ci siamo spinti a visitare Innsbruck.
Subito non eravamo molto tentati, in quanto su Internet viene più che altro
esaltato l’aspetto invernale della cittadina, con tutti gli appuntamenti
sciistici e sportivi connessi e non si fa quasi cenno agli aspetti
architettonici, poi in realtà siamo rimasti soddisfatti perché comunque è una graziosa cittadina. Il
centro storico si caratterizza per le classiche case con bovindo sporgenti
(stile Trento o Bolzano, per intenderci), portici continui, facciate colorate
e gerani alle finestre. Un grazioso
palazzo presenta una specie di tettoia laminata in oro su cui il sole crea dei
riflessi splendenti e ovunque si respira un’atmosfera rilassata da centro di
vacanza. Nel pomeriggio
partenza per la Svizzera attraverso
strade larghe e ben percorribili; paesaggio montano verde e bucolico, con i campanili a punta e
le casette dai tetti di lose… Ingresso in Svizzera
senza problemi e sosta per la notte in un bel campeggio sulla riva di un
torrente a Zermez, poco dopo l’incrocio con la valle che conduce a Livigno.
Molti gli olandesi presenti, con le immancabili roulotte e le altrettanto
immancabili biciclette, che si cimentano in percorsi in salita degni di Fausto
Coppi…altro che piste ciclabili comode ed in piano…Chissà chi glielo fa fare! Saint-Moritz –
Montalenghe Saint-Moritz, coi
suoi laghi e la sua fama di centro “chic”, non ci ha detto granché, non fosse
per il paesaggio che la circonda. Il
campeggio dove ci siamo fermati è carino ed abbastanza agevole per raggiungere
il centro, anche se l’ideale è avere la bici e muoversi liberamente lungo i
vari percorsi segnalati. Alcuni edifici si fanno notare per la loro architettura aggraziata, (sono per lo più Hotel) però
diverse costruzioni “a cubo” lasciano parecchio a desiderare in quanto ad
impatto ambientalistico…C’entrano come i cavoli a merenda e sono quasi tutti
condomini per “vancanzieri” che li utilizzano quasi esclusivamente d’inverno.
Il lago è carino ed è piacevole percorrerne il perimetro a piedi osservando le
peripezie di una scuola di velisti (certi “tuffi” ci sono sembrati poco
spontanei) mentre i boschi di pini sono fitti e ben tenuti, peccato che una
strana muffa ne stia soffocando
parecchi… Ultimo giorno di
vacanza a spasso con calma, dunque, e pomeriggio di assoluto relax con un libro
ed un prato di erbetta verde …. Peccato che anche le
cose belle finiscano, e così stamattina
abbiamo detto “arrivederci” alle amate montagne e ci siamo diretti verso casa,
di nuovo per il passo del Maloja. Viaggio tranquillo e senza eccessivo traffico
(nonostante tutti gli inviti alla prudenza di OndaVerde) anche se abbiamo
beccato un sonoro acquazzone praticamente da poco prima di Lecco fino a casa…. Ora, per fortuna non
piove, così riusciamo a scaricare con calma il camper ed affrontare il dovuto
rituale della “pulizia da rientro” (primo segnale che le ferie sono veramente
finite!) senza troppo entusiasmo, ma se non altro all’asciutto… SIGH! All’anno
prossimo!!!! Viaggio effettuato a Luglio 2004 da Roberto, con Anna, Gloria e Lorena Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |
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