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Viaggi di Nozze in Sardegna

5-24 Luglio 2004


Per il nostro viaggio di nozze abbiamo pensato di visitare la Sardegna con i nostri due inseparabili amici "canini" Charlie e Gaia a bordo del nostro Arca 715 GLT, scegliendo un periodo meno "caldo" sotto il profilo del flusso turistico rispetto al classico mese di agosto. Si tratta di un percorso dedicato interamente alle località di mare ed alle spiagge sarde, abbiamo volutamente trascurato gli itinerari archeologici e le grandi città per motivi di tempo. Vedere tutta la Sardegna in una volta sola è praticamente impossibile, anche se si hanno tre settimane a disposizione come nel nostro caso. Al termine del viaggio siamo giunti alla conclusione che, dopo questo giro di "rodaggio", ritorneremo in Sardegna in più occasioni ed ogni vacanza sarà dedicata ad una zona specifica, in maniera da poter visitare sia la costa che l'entroterra, oltre che i capoluoghi e le zone archeologiche.

Lunedì 5 luglio: siamo partiti da Fano alle ore 21.30, molto in ritardo rispetto alle previsioni, ma le incombenze successive al giorno delle nozze ci hanno costretti a ritardare di qualche ora la partenza. Verso le 24.00 ci siamo fermati presso il parcheggio di Passignano sul Trasimeno per riposare qualche ora, prima di riprendere la strada verso Piombino, dove il giorno dopo ci imbarcheremo per la Sardegna e precisamente per Olbia.

Martedì 6 luglio: alle 4.00 del mattino ci siamo svegliati e rimessi subito in marcia, percorrendo una strada alternativa al solito percorso Lago Trasimeno - Siena - Grosseto, passando per Castiglione del Lago - Montepulciano - Pienza - San Quirico d'Orcia - Montalcino fino ad arrivare a Paganico, che si trova a pochi km da Grosseto. Sulla carta il percorso sembra più corto, ma essendo composto interamente da strade provinciali e comunali a basso scorrimento ci sono volute più di 4 ore per arrivare a Piombino. La nostra conclusione è che si tratta di un'esperienza decisamente da non ripetere se si ha fretta di arrivare sul Tirreno, mentre se si vuole assaporare la dolcezza delle colline toscane è un itinerario decisamente da consigliare. Finalmente a Piombino, dopo aver fatto il check - in alla stazione marittima c/o la Compagnia Linea dei Golfi, ci siamo imbarcati sulla nave veloce Golfo Aranci, in partenza per le ore 10.00 ed abbiamo salpato in perfetto orario. Dopo una piacevolissima traversata durata 6 ore e mezza, approdiamo ad Olbia. Il nostro programma prevede subito una puntata veloce alla Costa Smeralda, giusto per dire di esserci stati, consci che la vera Sardegna non la troveremo sicuramente lì. Decidiamo di dirigerci a Palau, punto intermedio tra la Costa Smeralda, la Gallura e l'Arcipelago della Maddalena, evitando di sostare in zone particolarmente trafficate come Porto Cervo o Porto Rotondo. Ci siamo sistemati quindi presso il Villaggio Camping Acapulco, molto carino e posto direttamente sul mare a poche decine di metri dalla Spiaggia La Sciumara, detta anche Rada di Mezzo Schifo. Non si tratta di un termine dispregiativo, questo nome deriva infatti dal termine scafo o barca, mezzo indica un relitto tagliato a metà, che doveva essere visibile nei tempi scorsi, la baia è detta anche Rada di Agincourt, in onore dell'ammiraglio Nelson, che ha trovato rifugio in queste acque e riparato le sue navi, prima della battaglia campale di Trafalgar . Il camping è confortevole e si adatta bene alle nostre esigenze, in quanto accetta i cani e non pratica supplementi per la loro permanenza, il costo è di € 10,50 a persona al giorno tutto compreso a parte l'elettricità per cui viene applicato un supplemento di € 2,50. In serata facciamo una passeggiata a Palau, cittadina graziosa e piuttosto frequentata anche per la presenza di un bel porto turistico, da cui partono quotidianamente le escursioni per l'Arcipelago della Maddalena.

Mercoledì 7 luglio: con il nostro scooter, rivelatosi utilissimo durante tutta la nostra vacanza, decidiamo di andare fino a Porto Cervo, passando poi per Poltu Quatu, Baja Sardinia, Cannigione e Capo d'Orso. Sono tutte località mondane e per questo poco interessanti ai nostri occhi, la marina di Porto Cervo è sicuramente molto esclusiva, ma si respira un'atmosfera piuttosto artefatta e molto molto snob. Cannigione è più "democratica" anche se molto trafficata, la località che ci è piaciuta di più è Capo d'Orso, dove per raggiungere la spiaggia si deve passare per uno sterrato che costeggia il mare. Durante il pomeriggio ci siamo recati a Santa Teresa di Gallura, località molto carina e ventosa, dopo aver scattato un po' di foto al centro ed alla torre aragonese ci siamo spostati a Capo Testa, un piccolo istmo dove le correnti provocano un bell'effetto: sul lato destro della spiaggia ci sono cavalloni e mare mosso, dall'altro lato il mare è calmo e sembra di essere completamente in un altro luogo. Siamo nella zona della Baia di Santa Reparata, penso che, date le condizioni del vento, il nome non sia stato dato a caso. Purtroppo il maestrale ci accompagna e non riusciamo ad apprezzare fino in fondo le belle spiagge di questa zona. In serata facciamo un ultimo giro a Palau per organizzare l'escursione all'Arcipelago della Maddalena, prevista per domani.

Giovedì 8 luglio: le condizioni del vento e del mare non ci permettono di fare l'escursione prevista, per cui decidiamo di avvantaggiarci sui tempi e ci spostiamo verso Marina di Aglientu. La costa che appare ai nostri occhi durante lo spostamento lungo la provinciale che unisce Santa Teresa di Gallura a Castelsardo è molto suggestiva e decidiamo di fermarci al camping ecologico Marina delle Rose in località Naracu Nieddu, posto nella riserva naturale del SIC Monte Russu. Questa porzione di territorio è sottoposta a protezione speciale in quanto ricadente, per le sue peculiarità, sotto le Direttive CE Habitat ed Uccelli e la riqualificazione del SIC stesso è stata oggetto di uno specifico progetto Life Natura nel 1999 denominato "Juniper Dunes". Nel pomeriggio, dopo esserci sistemati in una bella piazzola veramente ampia e con vista mare, ci siamo recati con lo scooter nel paesino di Vignola Mare, distante 2 km dal campeggio, un piccolo agglomerato di case dominato in lontananza da una delle tante torri di avvistamento che troveremo lungo il periplo della costa sarda. Le spiagge limitrofe al nostro campeggio sono interessanti, in particolare la spiaggia di Lu Littaroni, che presenta un bell'arenile protetto da una pineta molto estesa e racchiusa dalla propaggine del Monte Russu, un grosso promontorio di granito rosso che si accende con la luce del tramonto. In genere si tratta di spiagge in parte rocciose ed in parte di sabbia molto fina con striature rossastre, date dai residui della barriera corallina antistante questo tratto di costa.

Venerdì 9 luglio: il vento ha imperversato per tutta la notte e per buona parte della mattina, tanto da costringerci a desistere dal prendere il sole in spiaggia e ritornare in camper. Dopo una bella passeggiata con i nostri cani, nel pomeriggio decidiamo di girovagare per le strade della Gallura e ci siamo imbattuti nella Costa Paradiso. Si tratta di una grande zona verde in cui è stato creato un bel complesso residenziale completamente integrato nel territorio, accessibile a tutti, compresi i camper. All'ingresso c'è un guardiano che apre la sbarra di accesso ed ai nostri occhi si apre uno scenario bellissimo, dominato dalle coste rocciose e dai faraglioni che emergono dal mare ancora agitato dal vento. È un posto sicuramente da vedere anche se la sosta non è permessa ai camper. Durante il percorso incontriamo anche Cala Spada, una bella spiaggetta con accesso asfaltato dove i camper possono anche pernottare dal momento che non ci sono divieti, ma c'è un piccolo inconveniente: la strada non è molto pianeggiante e lo spazio per i camper in piano è piuttosto ridotto, al massimo uno o due mezzi di piccole dimensioni. Con il nostro scooter ripercorriamo la strada del ritorno imbattendoci nei cartelli che indicano la presenza di nuraghi. Riusciamo a scorgere le rovine del nuraghe Finocchiaglia, ma queste non sono accessibili perché ricadono in una proprietà privata, per cui ci accontentiamo di qualche foto e poi via verso il campeggio.

Sabato 10 luglio: ripartiamo dirigendoci verso Stintino. Il percorso non è particolarmente lungo, circa 100 km, ma i "km sardi" sono ben altra cosa rispetto ai "km continentali"! La strada di collegamento è una strada statale, anche tortuosa in molti punti e questo fatto provoca una vera e propria dilatazione dei tempi necessari per arrivare a destinazione (3 ore mentre in autostrada al massimo ci avremmo messo 1 ora). Stintino non è una cittadina particolarmente interessante, ci sono molti residences turistici, ma a livello di centro è molto più modesta di Palau o Santa Teresa di Gallura. La vera forza è il mare, sicuramente il più bello di quanto visto finora, di un azzurro cangiante e limpido come quello delle Maldive. La spiaggia La Pelosa, ai piedi di Capo Falcone nella punta nord-occidentale dell'isola, è molto suggestiva in quanto offre allo spettatore uno scenario con un mare dai colori eccezionali dominato dalla torre aragonese, raggiungibile guadando un breve tratto di mare ed all'orizzonte emerge l'isola dell'Asinara, sede un tempo di un carcere di massima sicurezza. Anche qui c'è tanto vento e ciò rende il mare freddo e dominato dalle correnti. Ci fermiamo col camper alla spiaggia Le Saline, l'unico posto dove non si viene "stressati" dai vigili, infatti a Stintino esiste solo un parcheggio per i camper davanti a La Pelosa, purtroppo è piuttosto piccolo ed i camper sono costretti a stare piuttosto ammassati uno accanto all'altro. Un altro punto dove si può sostare è il parcheggio gratuito posto vicino all'Hotel Costa delle Rose, ma è un po' squallido in quanto è completamente asfaltato e con il caldo non è il massimo della vita. La spiaggia Le Saline è piuttosto estesa, sia in lunghezza che in profondità e l'acqua è pulita, l'unico inconveniente è che poco curata e quindi invasa da banchi di poseidonie secche, peccato perché una cura maggiore permetterebbe una maggiore fruibilità. Durante la notte veniamo disturbati da un gruppo di giovinastri locali, ma a parte questo inconveniente riusciamo a dormire abbastanza tranquilli, vicini ad altri camper tra cui quello di una coppia di signori della provincia di Pisa, molto simpatici con cui abbiamo passato una bella serata.

Domenica 11 luglio: la mattinata è stata dedicata al sole e al mare della spiaggia La Pelosa che purtroppo è stata battuta dal vento di maestrale per tutta la giornata. L'acqua è una favola, ma è freddissima e non riusciamo ad immergerci più in la del punto vita. Il refrigerio è comunque molto gradevole per le nostre gambe, che ne escono completamente tonificate. Dopo pranzo e dopo aver caricato il nostro scooter, ripartiamo per Alghero, dove arriviamo dopo un'oretta, ma visto il ritardo accumulato sul nostro programma di viaggio, decidiamo di saltare questa tappa ripromettendoci di ritornarvi con più calma, perché sicuramente merita una sosta più lunga di quella che avremmo potuto fare. Ad un primo passaggio la città si mostra molto interessante, di chiara influenza catalana nella sua architettura, ravvisabile anche dai nomi delle vie che portano la doppia dicitura "Carrer - Via" seguita dal nome. Subito dopo il passaggio per Alghero proseguiamo per Bosa, percorrendo la strada costiera molto panoramica. Il tempo è bellissimo ed i raggi del sole che si riflettono sull'acqua del mare formano dei giochi di luce notevoli. Anche qui ci siamo dovuti misurare con i km sardi, per percorrere 60 km ci abbiamo messo un'ora e mezza! Prima di arrivare al centro di Bosa e precisamente a 4 km dall'abitato, si trova l'area di sosta S'Abba Druche, molto carina e direttamente sul mare. Ogni piazzola è dotata di attacco alla corrente, il terreno è in parte erboso ed in parte sterrato, l'unico handicap è la spiaggia poco pulita, sia per le poseidonie spiaggiate che per i rifiuti lasciati dai turisti. Dopo esserci sistemati abbiamo preso lo scooter e ci siamo diretti verso Bosa. È una città molto gradevole, ricca di tradizioni artigiane, che si estende dalle rive del fiume Temo fin sulla collina dove si erge ancora il Castello di Serravalle, fondato dalla famiglia Malaspina nel XII° secolo, di cui rimangono la cinta muraria e la chiesa di Nostra Signora di Regnos Altos, edificata nel XIII° secolo e dove di recente sono stati trovati dei dipinti risalenti al 1345. La posizione del castello permette di fruire di un panorama a 360° su Bosa e dintorni veramente bello, dominato dal blu delle acque navigabili del Temo, lungo cui si erge poco fuori dall'abitato la chiesa romanica di San Pietro, e dal verde delle colline circostanti. Lungo il corso del Temo è possibile rendersi conto dello sviluppo progressivo del centro urbano, con le vecchie concerie dell'Ottocento, di cui l'ultima è stata chiusa intorno agli anni Sessanta, che formano il quartiere di Sas Conzas e spiccano quale vero e proprio esempio di archeologia industriale, il quartiere medioevale di Sa Costa, che costituisce il centro storico fatto di vicoli e scalette che portano verso l'altura del Castello di Serravalle, il tutto integrato nel contesto urbano di più recente costruzione. Verso sera torniamo in camper e ceniamo romanticamente con vista sul mare.

Lunedì 12 luglio: di buona mattina ripartiamo, dopo aver fatto carico e scarico delle nostre acque grigie, con l'intento di raggiungere la penisola del Sinis. Il tempo non è dei migliori, il cielo è nuvoloso e come al solito tira forte il maestrale. Imbocchiamo la SS 292 ed attraversiamo paesini dai nomi stravaganti quali Magomàdas e Tresnuràghes fino ad arrivare a Cuglieri, dove veniamo accolti dalle torri del Castello di Monte Ferru, che prende il nome dal monte circostante. Scendiamo quindi verso Santa Caterina di Pittinuri, che rappresenta la porta nord della penisola del Sinis. Date le non favorevoli condizioni del tempo decidiamo di proseguire verso sud, non senza dare uno sguardo alle belle spiagge di Is Arenas. Dopo Oristano oltrepassiamo gli abitati di Arborea, Terralba e San Nicolò d'Arcidano fino ad arrivare a Guspini ed Arbus, entrando così nella zona dell'Arburese. Ora la scelta che ci spetta è la seguente: o andare a Marina di Arbus e soggiornare nella Costa Verde o scendere fino a Piscinas via Ingurtosu. Optiamo per la seconda opportunità, dal momento che abbiamo sentito parlare di Piscinas come di un luogo favoloso e ci inoltriamo lungo la strada verso il mare che via via si fa sempre più stretta. L'intera zona poggia su un bacino metallifero di piombo e zinco, dove per decenni sono state attive le miniere tra le più produttive d'Europa. L'accesso a Piscinas è dato da un'unica strada sterrata (una bella prova di resistenza per il camper) lunga ben 9 km, che costeggia il villaggio abbandonato di Ingurtosu, ormai diventato un sito di archeologia industriale. Fino agli anni Cinquanta, la spiaggia di Piscinas era uno dei punti di partenza dei carichi di materiale estratto dalle miniere dell'area di Montevecchio ed ancora oggi si notano vicino all'ex deposito minerario (oggi diventato un albergo di lusso) alcuni tratti dei binari con i carrelli arrugginiti. Purtroppo al termine di questa "galoppata" su sterrato, ci attendono due brutte sorprese, la prima è che la polvere sollevata in gran quantità è riuscita a penetrare all'interno del camper attraverso le griglie che arieggiano il garage (è lo spazio per i nostri cani che al termine di questo percorso erano veramente sfiniti), la seconda è che non ci si può fermare nemmeno per scattare due foto perché la proprietà dell'albergo ha imposto un bel divieto di fermata e di sosta per camper, quindi si impone un bel dietro front con nuova ondata di polvere e sabbia per altri 9 km. L'unica possibilità per fermarsi è data dal camping posto su una altura verso cui si sale prendendo una stradina a sinistra, andando in direzione di Piscinas, ma l'accesso ci è sembrato molto stretto, così abbiamo preferito evitare. A parte questi inconvenienti dobbiamo dire che il posto è molto affascinante, sembra veramente un angolo di deserto con dune mobili alte anche più di 50 metri da cui spuntano arbusti di ginepro che digradano fino al mare, battuto dal maestrale. Visto che il tempo non promette nulla di buono preferiamo utilizzare queste ore per avvantaggiarci sul nostro percorso e ci dirigiamo a Buggerru dove si trova una bella area di sosta gestita dal Comune, fatta a gradoni che scendono verso la spiaggia, ma talmente esposta al maestrale che continua ad imperversare da scoraggiarci a fare una sosta anche per una notte. Evidentemente è segno che la penisola del Sinis dovrà essere rivista in un prossimo viaggio in questa bella terra, sperando in condizioni meteo più favorevoli. Ci dirigiamo così verso l'Isola di Sant'Antioco e lungo il percorso arriviamo ad Iglesias, deviamo verso Masua per vedere il faraglione Pan di Zucchero che si erge maestoso per 132 metri dalle acque mosse dal vento. È un paesaggio potente, modellato dall'acqua e dal vento, dove si vedono ancora i resti delle attività minerarie. È la zona di Porto Flavia, da cui partivano direttamente i materiali estratti dalle miniere, grazie ad un sistema di carico che prevedeva l'imbarco diretto dall'uscita della miniera. Questo territorio merita di essere maggiormente preso in considerazione dai turisti perché è in grado di trasmettere sensazioni uniche sia sotto il profilo paesaggistico che sotto l'aspetto della storia più recente. Facciamo ritorno verso Iglesias e durante il percorso troviamo la spiaggia di Funtanamare, molto ampia e lunga, con un parcheggio adiacente dove i camper possono fermarsi anche per la notte. Riprendiamo la nostra strada dirigendoci verso Carbonia, centro di recente costituzione e poco interessante sotto il profilo turistico, che porta all'istmo che collega la Sardegna all'Isola di Sant'Antioco. Attraversiamo la cittadina di Sant'Antioco, grazioso centro balneare, e ci dirigiamo verso il campeggio Le Saline, grazioso ma piuttosto caro (€ 30,00 a notte e con le docce calde guaste…). La stanchezza si fa sentire e decidiamo comunque di fermarci qui, anche perché il campeggio è direttamente sul mare e speriamo che con il nuovo giorno sia possibile fare una giornata di mare completa.

Martedì 13 luglio: il vento ci accompagna ancora e rende il mare molto mosso, quindi anche l'idea di imbarcarci con lo scooter per fare un giro sull'Isola di San Pietro, che merita sicuramente una visita, viene scartata. A questo punto decidiamo di dirigerci verso la Costa del Sud, dove speriamo che il vento ci dia tregua. La nostra meta sono le coste del Sulcis, in particolare Chia, e per arrivarci si percorre una strada molto bella e panoramica, specie quando incominciamo ad avvicinarci alla Costa del Sud. Fortunatamente il tempo è migliorato vistosamente ed il sole rende l'acqua del mare cristallina. Durante il percorso ci fermiamo per ammirare le spiagge di Porto Teulada e di Tueredda, dalla sabbia bianca e acqua azzurra come se fosse quella del Mar dei Carabi. Arrivati a Chia ci sistemiamo nell'area di sosta davanti all'hotel Su Giudeu, molto ampia ed ombreggiata. La spiaggia Su Giudeu, che prende il nome dallo scoglio che ospita i polpi detti pruppu giudeu e che si trova proprio davanti all'area, è veramente bella e proprio per questo è stata teatro di numerosi spot pubblicitari. L'isolotto, popolato dai gabbiani che vi fanno il nido, può essere raggiunto guadando il breve tratto di mare ed è circondato da un mare trasparente e più temperato rispetto a quello che abbiamo trovato al nord, per effetto della presenza delle montagne che contribuiscono a fermare i venti, riscaldando l'acqua di ben due gradi in più rispetto al nord. Alle spalle della spiaggia ci sono delle dune sabbiose più piccole di quelle di Piscinas, ma contribuiscono ugualmente a dare alla località un aspetto selvaggio ed indimenticabile. Il posto è talmente bello che decidiamo di fermarci un giorno in più rispetto ai programmi, anche per avere la possibilità di recarci a Nora per visitare gli scavi archeologici. La sera scopriamo che il gestore dell'area cucina il "porceddu" allo spiedo su ordinazione, quindi decidiamo di prenotarne due porzioni per la sera successiva, in modo da gustare un piatto tipico della cucina sarda.

Mercoledì 14 luglio: al mattino ci rechiamo con il nostro scooter a Nora per visitare gli scavi. Veniamo accompagnati da una guida molto competente che ci introduce alla storia della città, partendo dal periodo fenicio, durante il quale la città fu fondata, per poi passare al periodo punico ed infine a quello romano, di cui rimangono le tracce maggiormente evidenti. Sono visibili i resti delle terme con i pavimenti a mosaico policromo creati dagli artisti delle colonie romane nordafricane, delle case e delle tabernae, del tempio di Esculapio a cui si accedeva attraversando la via sacra (il cardo) mentre il decumano portava alle terme ed al mare. La visita termina con il teatro romano, ancora utilizzato per spettacoli estivi, dato il buono stato di conservazione. Nel pomeriggio ci siamo goduti ancora la meravigliosa spiaggia di Chia, veramente un bel ricordo da portare con noi.

Giovedì 15 luglio: riprendiamo la strada alla volta di Villasimius, lasciando così con rammarico la Costa del Sud. Aggiriamo Cagliari, per evitare il traffico cittadino, dirigendoci verso il Golfo di Carbonara. La strada costeggia le località marine preferite dai cagliaritani come Capitana, Torre delle Stelle, Solanas. La strada litoranea ci riserva ad ogni curva scenari eccezionali, complice anche il bel tempo che esalta le bellezze della costa. Arrivati a destinazione ci rechiamo al Campeggio Spiaggia del Riso, ma decliniamo tale soluzione perché lo riteniamo piuttosto caro (€ 6,00 per ogni cane al giorno…la dice lunga sul costo totale della permanenza). Ci sistemiamo così al Camper Campus, una bella area attrezzata, ben gestita da una famiglia molto simpatica, dove la nostra sosta costa solo € 9,00 compresa la corrente … una bella differenza! Dopo aver scaricato lo scooter siamo andati alla scoperta delle spiagge del posto, la prima che abbiamo visitato è la Spiaggia del Riso, fatta di piccoli grani di quarzo traslucidi, da cui prende il nome. L'acqua è veramente molto bella nonostante la vicinanza con il porto turistico e dopo un bel bagno ci siamo spostati verso la Spiaggia di Porto Giunco, attirati dal bianco abbagliante della lingua di sabbia che si scorge lungo la strada. Ci siamo inoltrati verso lo stagno di Notteri e qui si è aperto uno scenario veramente eccezionale, una spiaggia bianchissima, acqua trasparente dal fondale basso racchiusa da un promontorio su cui si erge la torre di avvistamento, detta Torre Vecchia. Tutto l'ecosistema fa parte dell'Area Marina Protetta (AMP) di Notteri.

La bellezza del posto ci induce a fermarci per altri due giorni (venerdì 16 e sabato 17 luglio) per gustare appieno questo mare che nulla ha a che invidiare ai tropici. L'ospitalità dei gestori dell'area prevede anche la proposta della cena tipica sarda (antipasti, malloreddus alla campidana, porceddu, bevande, caffè e per finire i digestivi tipici sardi, ovvero il mirto ed il fil e' ferru) al costo di € 20,00 a persona. Ne abbiamo approfittato la sera del venerdì ed abbiamo passato una bella serata in compagnia di tre famiglie provenienti da Roma, Torino e Prato.

Domenica 18 luglio: di buon mattino ci siamo messi in marcia alla volta di Arbatax, curiosi di ammirare le famose rocce rosse. La strada attraversa i paesi di Muravera, Villaputzu, Barisardo e via sempre più su lungo la SS 125 della Sardegna Orientale. Arriviamo a Santa Maria Navarrese dove si trova l'area attrezzata Costa Orientale, che non ci ha particolarmente entusiasmato sia per la collocazione delle piazzole (molto stipate tra loro) sia per la non elevata cortesia del gestore (il primo poco gradevole che abbiamo trovato da quando siamo in Sardegna). Ormai siamo qui e quindi ci sistemiamo per andare nel pomeriggio a vedere Arbatax, che si trova a pochi km dall'altro lato del piccolo golfo che racchiude questo tratto di mare. L'impressione da lontano non è un granché in quanto si scorge una struttura imponente sul lungo mare che deturpa il panorama in modo sostanziale. Giunti sul posto questa impressione viene confermata dalla presenza di un grosso stabilimento industriale di proprietà dell'ENI proprio a ridosso del mare, che rovina in modo irrimediabile un paesaggio che una volta doveva essere molto più emozionante. Le scogliere rosse sono più spostate ad est rispetto al porto ed il paesaggio cambia radicalmente. L'acqua è pulita mentre le rocce tanto decantate in realtà sono abbastanza contenute, dalle fotografie e dalle descrizioni ci eravamo fatti un'altra impressione pensando ad un qualcosa di più maestoso, secondo noi la Costa Paradiso, a parità di colori, è molto più coinvolgente. Dopo aver scattato un po' di foto rientriamo a Santa Maria Navarrese, un paese molto carino, posto direttamente sul mare, caratterizzato da una torre di avvistamento ben conservata e da un gruppo di olivastri millenari, dichiarati monumento naturale della Sardegna. Durante il pomeriggio siamo andati nella spiaggia antistante l'area, la spiaggia delle Rose di grandi dimensioni e con sabbia grigio-dorata, gradevole per il panorama molto ampio, ma non confrontabile con le spiagge del sud che abbiamo visto nei giorni scorsi.

Lunedì 19 luglio: ripartiamo veramente di buon'ora per Cala Gonone. La strada che percorriamo ci porta prima a Baunei (480 m di altezza) da cui si gode un panorama spettacolare e poi sempre più in alto sui monti del Gennargentu, attraverso paesaggi montani dove si incontrano animali al pascolo libero, in particolare pecore e caprette, ed ad altezze ragguardevoli se si pensa che siamo a pochi km dal mare. Il punto più alto che raggiungiamo è detto Genna Silana che si trova a 1017 m. di altezza. Siamo praticamente a metà percorso e qui i km sardi si fanno sentire tutti, infatti per percorrere circa 80 km ci impieghiamo tutta la mattina. Arrivati a Dorgali alla nostra sinistra si scorge molto distintamente il Supramonte, un massiccio calcareo coperto da foreste e pascoli ed attraversato da gole, picchi e sentieri ripidi. Siamo nella Barbagia che da questa propaggine del Gennargentu arriva fino al Golfo di Orosei dove scende a picco nel mare, creando un insieme estremamente affascinante. Per arrivare a Cala Gonone c'è un'unica strada il cui accesso inizia con una galleria strettissima ed alta poco più di 3 metri. Passarci col camper quando dall'altro lato sopraggiunge un camion non è il massimo della vita, gli spostamenti sono millimetrici sia per un mezzo che per l'altro (ci è capitato realmente), ma alla fine con molta calma si riesce a passare. Sembra che stiano costruendo un accesso parallelo per questa località, speriamo lo completino in fretta perché il rischio di rovinare il mezzo è piuttosto alto. Superato questo ostacolo ci inoltriamo lungo un percorso tortuoso che in breve ci porta fino alla costa. Ci sistemiamo presso l'area di sosta Palmasera, una delle aree più belle che abbiamo incontrato finora, fatta a terrazze ampie dove ogni mezzo ha posto a sufficienza, i servizi sono buoni e c'è una serie di barbecue in muratura, dove gli ospiti possono cucinare a loro piacimento. La gestione ha previsto anche tavoli e panche per pic nic ed una navetta per raggiungere il porticciolo. Decidiamo di fermarci per almeno due giorni perché desideriamo assolutamente fare l'escursione alle cale del Golfo di Orosei, che ci hanno detto essere uno dei posti più belli della Sardegna. Con il nostro scooter scendiamo fino al mare per dare un'occhiata al paesino, che ci sembra grazioso anche se molto piccolo. Andiamo in spiaggia a fare una passeggiata percorrendo prima la Spiaggia Palmasera, ampliata negli ultimi anni con l'apporto di sabbia granitica diversa dall'originale, che era di natura calcarea, creando un effetto abbastanza artificioso, per arrivare poi alla Spiaggia Sos Dorroles che si estende sotto una ripida parete calcarea arancione, unica in Sardegna. Il mare è bello, ma è niente in confronto a ciò che vedremo domani. Il pomeriggio è dedicato a Cala Cartoe, che si raggiunge attraverso una strada panoramica che porta al Passo di Littu, scende poi nel bosco ed attraverso uno sterrato porta al mare. Da qui inizia la costa calcarea del Golfo di Orosei, che forma insenature bellissime. Questa cala, oltre ad essere bagnata da un bel mare, vede la crescita spontanea nella macchia di palme nane, una cosa unica in Sardegna, segno di un ecosistema veramente sano ed incontaminato.

Martedì 20 luglio: partiamo verso le 9.00 del mattino per l'escursione alle cale, il tempo è bellissimo, fa caldo e tutto lascia presagire che ci gusteremo una giornata di sole e mare. La prima tappa del percorso battuto dalla motonave che abbiamo scelto (ce ne sono un'infinità al porto e tutto sommato una vale l'altra, visto che il percorso è pressoché uguale per tutte) è Cala Luna, una spiaggia favolosa, costeggiata ai lati da sei grotte scavate dalla forza del mare e dagli immensi oleandri che crescono ai bordi dello stagno che si trova proprio alle spalle della spiaggia. Più all'interno si estende la Codula (gola) di Luna delimitata dalla Punta dei Lastroni e dal promontorio di Su Masongiu alto 115 metri che protegge la cala dai venti di scirocco. L'acqua è meravigliosa ed il bagno è una esperienza bellissima, sembra di essere in piscina. Questo posto si può raggiungere agevolmente via mare o a piedi, ma per fare questo bisogna essere allenati perché il percorso che parte da Cala Fuili (vicino a Cala Gonone) è piuttosto impegnativo. Le cale che visiteremo in seguito sono invece raggiungibili prevalentemente solo via mare ed è anche per questo che conservano intatto il loro fascino selvaggio. Dopo una sosta di un'ora risaliamo a bordo per raggiungere prima Cala Sisine e Cala Biriola e poi le piscine di Venere, piccole secche dove fare il bagno è veramente gustoso. Arriviamo fino a Cala Goloritzè dove si apre un grande arco calcareo mentre la spiaggia è sovrastata dallo spettacolare Monte Caroddi o Aguglia o ancora Su Archittu, un pinnacolo di roccia alto circa 100 metri, un vero e proprio paradiso per chi ama arrampicarsi. Il mare è talmente bello che non è possibile resistere, purtroppo non possiamo avvicinarci alla riva perché l'attracco è permesso solo ai piccoli gommoni per non rovinare il fondale. L'escursione prevede una sosta piuttosto lunga a Cala Mariolu, dove la spiaggia di ciottolini bianchi, detti ispuligidenìe (pulci di neve), ed il mare azzurro, che si mostra in tutte le sue gradazioni, ci fanno pensare che questa terra è meglio delle località tropicali, che sono tanto lontane da raggiungere, mentre abbiamo il paradiso ad un passo da casa. A metà pomeriggio rientriamo a Cala Gonone veramente soddisfatti e con gli occhi colmi di belle cose viste.

Mercoledì 21 luglio: visto il bel tempo decidiamo di tornare a Cala Cartoe, percorrendo sempre la panoramica e nel pomeriggio ci rechiamo a visitare la Grotta di Ispinigoli, una grotta profonda più di 50 metri e caratterizzata da una colonna di pari altezza e da stalattiti e stalagmiti di varie dimensioni. Al termine della visita riprendiamo lo scooter e ci dirigiamo verso la Caletta di Osalla, dominata da un roccione su cui ci sono i resti del nuraghe Golunie. Qui il mare non è eccezionale, è pulito ma ha il fondale sabbioso che rende l'acqua un po' torbida, purtroppo dopo quanto visto ieri non è semplice per gli altri luoghi reggere il confronto.

Giovedì 22 luglio: a malincuore ripartiamo alla volta di San Teodoro, che secondo i nostri programmi dovrebbe essere l'ultima tappa del nostro giro. Ci dirigiamo verso Siniscola e poi imbocchiamo la SS 131 D.C.N. fino a San Teodoro. Arriviamo a mattina inoltrata e la strada che porta alla spiaggia La Cinta è stracolma di auto, tanto da non riuscire a trovare un posto anche per una breve fermata. Decidiamo quindi di non rimanere in zona anche perché da un giro di telefonate fatte ai campeggi risulta già tutto pieno (iniziamo ad essere vicini ad agosto) e ci dirigiamo verso Palau, sperando per l'indomani di poter fare il tour dell'Arcipelago della Maddalena. Arriviamo al camping Acapulco, punto di partenza del nostro viaggio, e fortunatamente c'è ancora un po' di posto. Nel pomeriggio ne approfittiamo per vedere altre spiagge che non avevamo visto nei primi giorni, in particolare ci dirigiamo verso Porto Puddu (Porto Pollo) la spiaggia prediletta dai surfisti, in quanto tira sempre vento. L'insenatura si trova alla foce del fiume Liscia a 4 km da Palau e costituisce il lato destro dell'Istmo l'Arenaria, costituito interamente da una lingua di sabbia che si allunga verso l'Isola dei Gabbiani, creando due mari completamente diversi, a destra acqua mossa ed a sinistra acque calme che lambiscono la Spiaggia del Liscia, di origine alluvionale, composta dal materiale deposto dall'omonimo fiume. È un posto molto carino, dove si trascorre volentieri un bel pomeriggio di mare e sole. La sera è dominata dal tramonto del sole che, illuminando di rosa i blocchi di granito, crea delle luci molto belle.

Venerdì 23 luglio: oggi siamo più fortunati rispetto a qualche settimana fa, infatti il tempo è bello ed è l'ideale per l'escursione all'Arcipelago della Maddalena. Saliti in motonave, ci dirigiamo subito verso la parte più estrema del complesso. Vediamo da una distanza di almeno 300 m la famosa spiaggia rosa di Budelli, dal momento che non si può attraccare a riva per i divieti ormai imposti da diversi anni, necessari per permettere al mare di rigenerare i residui di gusci di animali marini rossi ed i frammenti di rocce granitiche che danno il caratteristico colore rosa alla sabbia, devastata da tanti anni di sfruttamento turistico. Costeggiamo l'isola di Razzòli ed approdiamo all'isola Santa Maria, dove vi sono solo 15 case praticamente abitate solo d'estate. La bella spiaggia, detta Cala Santa Maria, ha l'accesso regolamentato dalle norme dell'area protetta del Parco Nazionale dell'Arcipelago e ciò vale anche per le altre isole che visiteremo. Il mare è molto bello ed i colori sono come quelli delle cale del Golfo di Orosei. Dopo una sosta di un paio d'ore, il giro riprende e si costeggiano le isole minori (Piana, Corcelli e Barrettini) fino ad arrivare all'isola di Spargi, approdando a Cala Corsara, una delle insenature più belle dell'Arcipelago, dove passiamo tutto il pomeriggio. Al ritorno riusciamo ad ammirare le sculture che il vento ed il mare hanno prodotto, in particolare la piccola italia, una riproduzione perfetta dello stivale. Costeggiando la Maddalena vediamo insenature e cale di grande suggestione, sicuramente una visita più approfondita nei prossimi anni sarà necessaria, visto che i camper sono ammessi sull'isola. Soddisfatti dell'escursione rientriamo in serata in campeggio.

Sabato 24 luglio: purtroppo la vacanza è finita, lasciamo il camping per arrivare ad Olbia dove alle 10.30 riprendiamo il traghetto che ci riporta a Piombino e da qui rientriamo a Fano, felici per quanto abbiamo visto e vissuto.


Viaggio effettuato nel Luglio 2004 da Silvia Moroni

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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