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Camping Sport Magenta

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Tabella di viaggio

Giorno

 

Da

A

Km tappa

Km progress.

Coordinate GPS

Pernottamenti

 

 

 

 

 

Long.

Lat.

 

1

Villa di Tirano

Raststatte Allertal

952

952

9.68868

52.69435

 

Area autostradale

2

Raststatte Allertal

Oslo

1046

1998

10.66583

59.96562

Parcheggio Holmenkollen

3

Oslo

Vicino a Tretten ?

? 200

?2198

?

?

Non ci ricordiamo dove

4

Tretten

Geiranger

?290

?2488

 

 

Vinje Camping

5

Geiranger

Alesund

?300

2788

6.16001

62.47649

AA Alesund

Sorenskriver Bulls Gate

6

Alesund

Grong

582

3370

12.29610

64.46706

 

7

Grong

Saltstraumen

508

3878

14.62235

67.23349

Parcheggio camper

8

Saltstraumen

Hov (Lofoten)

330

4208

14.16368

68.33572

Camping Hov Feriengolf & Camp

9

Hov

Eggum

298

4506

13.64950

68.30567

Area sosta Eggum

10

Eggum

E 10 dopo Gausvik

306

4812

16.59111

68.59427

Parcheggio stradale

11

E 10 dopo Gausvik

E6 prima di Alta

598

5410

23.01886

69.93143

Parcheggio stradale

12

Alta

Slettnes

478

5888

28.21858

71.08846

Kamp 71°05N(28.22191-71.08380)

13

Gamvik

Sodankyla

688

6576

26.57055

67.42908

?

14

Sodankyla

Kusamo

367

6943

29.16351

65.95666

Parcheggio in centro

15

Kusamo

Varkaus

566

7509

27.87724

62.31169

Camping Taipale

16

Varkaus

Helsinki

437

7946

25.11878

60.20528

Camping Rastilia

17

Helsinki

Turku

181

8127

 

 

Terminal Silja Line

18

Stoccolma

E4 verso Nykoping

133

8260

16.42799

58.72507

?

19

E4-Kila

Copenaghen

566

8826

12.50979

55.65349

Parcheggio Metrò

20

Copenaghen

Fulda

644

9470

9.67299

50.55771

AA Margaretenhstrasse

21

Fulda

A 7 vicino Ellwangen

239

9709

10.19394

48.98312

Rasfoff Ellwanger

22

A7

Villa di Tirano

691

10400

 

 

884 Km più dei preventivati

 

Km percorsi: 10480 segnati dal contachilometri; 10400 dal GPS  per un consumo di gasolio pari a litri 1338 per una media di Km 7,83 per litro, corrispondente a litri 12,76 per 100 Km

 

SPESE

GASOLIO: € 1397

TRAGHETTI: € 698 così ripartiti:

Puttgarden – Rodbyhavn + Helsingor – Helsinborg: €132,50

Eisdall - Linge:€ 26

Molde – Vestnes: € 18

Bremsnes – Kristiansund: € 138

Gjengset – Halsa: € 14,30                                           

Skutvik – Svolvæ:r € 99

Hanoy – Kljord: circa € 15 (avevamo poche corone e non hanno accettato né Euro, né carta di credito; abbiamo dato le 120 corone che avevamo

Turku – Stoccolma: € 188

Rodby – Puttgarden: € 68

PEDAGGI: € 115 circa e specificatamente:

Pedaggi autostradali Norvegia ed ingresso/uscita Oslo: € 16,30

Tunnel sulla E6 (non ricordo il tratto): € 17

Pedaggi E 6: € 8

Oresund link da Malmo a Copenaghen: € 43

Vignetta autostradale austriaca di 10 giorni € 7,60?

Pedaggio ponte Europa: € 7 circa

Pedaggio A 22 Brennero S. Michele: € 7,50

 

CAMPEGGI ed AA: € 142 per sette notti in campeggio e tre in area attrezzata

 

INGRESSI: € 68 + € 150 polar zoo (non compresi nel totale)

 

ALIMENTARI: € 511 dei quali

  • 48 per cinque pizze all’arrivo in Italia;
  • 107 per il pranzo sul traghetto Turku-Stoccolma;
  • 143 di spesa in Italia prima della partenza.
  •  

In più molta verdura, un po’ di frutta, un culatello, due salami ed il vino, tutti generi alimentari prodotti personalmente non compresi nel costo; inoltre le rimanenze di due frigoriferi anche queste non calcolate. Abbiamo raccolto e consumato molti funghi e pescato una decina di Kg di pesce. Abbiamo comperato per lo più carne di maiale, renna e pollo, solo una decina di bistecche di manzo. Per il pane abbiamo seguito i consigli dell’Ente norvegese per il turismo, scegliendo quello nero,- che ci piace- ad un costo molto basso. Molto pesce sia fresco che salmone affumicato; per la verdura molti cavoli, praticamente oltre a quella portata da casa solo cavolo in Norvegia!

 

ALTRE SPESE (bar, gelati ecc): € 208

Souvenir, maglioni norvegesi regali comperati a Rovaniemi e foto con Babbo Natale, tanti, tanti, troppi!

 

Sui traghetti interni si paga una somma per il camper autista compreso, più una quota a persona, i bambini la metà. Sotto i sei metri i camper pagano circa la metà! (Il mio è 616 cm!) Alcune volte non chiedono il libretto ed io, da perfetto ignorante mettevo sei dita, non ricordo dove è andata bene; non che sia un gran vanto, ma con quello che costano!

Prezzi ed orari si trovano sui siti delle compagnie di navigazione. Ecco alcuni link che potrebbero essere utili:

http://www.helgelandske.no/

http://www.rv17.no/index.krv?page=pager&art_id=1990

http://www.lofoten-tourist.no/

http://www.mclink.it/com/sal.eur/b/scandi2.htm

http://www.norge.dk/catalog/files/Italian/Finnmark/137710495_finnmark_it_side45_46.pdf

http://digilander.libero.it/Avifaunacesenate/Viaggio_Finlandia.htm

http://www.gamvik.kommune.no/

http://www.dewalque.be/norway2003/

Su quest’ ultimo ci sono molte fotografie relative a tanti dei luoghi visitati e strade da noi percorse.

 

 

EQUIPAGGIO (in ordine inverso d’età): Valentina, la peste ed animatrice del gruppo, 8 anni. Monica e Rocco genitori di Valentina, lei autista d’emergenza e la responsabile dell’annotazione delle spese, lui autista. Anna e Giancarlo, genitori di Monica, cuoca di bordo lei, autista e suocero nonché organizzatore del viaggio lui. (Cioè io)

Mezzi meccanici ed ausiliari. Il Prode Anselmo: camper Laika Lasercar 590 su FIAT Ducato 2,5 TD anno 1991;

Filippa: GPS Mio 168 con Navigon 4;

Bidotrice: Lavatrice biologica a forte risparmio energetico.

 

 

 

 

DIARIO

 

Giorno 1-venerdì 5 agosto 2005

 

Finalmente, dopo mesi di preparazione, si parte. Il cielo è velato ed il caldo dei giorni scorsi, per oggi, cede il posto ad una temperatura più idonea al viaggio.

“Il Prode Anselmo” è stato controllato nei minimi particolari, sembra tutto regolare, speriamo che almeno lui ci riporti a casa; non come il suo omonimo che, dalle crociate, non è più tornato. Il contachilometri segna 99464. Carichiamo le ultime provviste nel frigorifero acceso a 220 V da ieri sera, lo commutiamo a 12 V; accendiamo il Mio e vediamo se Filippa (la voce del navigatore GPS Navigon) farà il suo dovere o se avrà la testa fra le nuvole come l’ex navigatrice, la buona Anna. La chiave gira ed il motore comincia il lavoro: ne avrà tanto nelle prossime settimane!

Sono le 8,45, un quarto d’ora d’anticipo rispetto al programma, fra cinque minuti saremo in Svizzera. Arriviamo alla dogana col batticuore per eventuali problemi di peso, avendo tolto bauliera e porta bici, con solo un passeggero visibile non desto sospetti e passo senza problemi. Venti chilometri ed è già Bernina! Filippa ci guida con perizia su strade che conosciamo benissimo, sembra funzioni perfettamente! Oggi e domani sono previste tappe lunghe di trasferimento, più chilometri possibili per recuperare tempo per la Norvegia. Ci fermiamo per un pranzo veloce con cose portate da casa in uno spiazzo fra la dogana Svizzera di Martina e quella austriaca di Vinadi. Le chiare acque dell’Inn, che al ritorno saranno torbide, scorrono impetuose sotto di noi. A Landeck prendiamo al B 171 per evitare di pagare la “vignetta” per pochissima strada, ad Imst la lasciamo per la B 314 che ci porta ad un altro passo, il Fernpass. Proseguiamo in direzione Reutte e quindi Pfrronten; dopo il confine la strada prende il nome di B 309; pochi chilometri e siamo sulla A7.  Il traffico non è troppo intenso ed  alle 19,30 siamo già al Rasthof Grossenmmor (Lon 9.660 Lat 50.713) sulla A 7 nei pressi di Burghaun,dove ci fermiamo per cena. Abbiamo percorso 672 KM; alle 20,48 si riparte per macinarne ancora alcuni. Comincia a piovere forte e la pioggia, assieme agli spruzzi sollevati dagli automezzi, diminuisce la visibilità rendendo la guida faticosa, anche perché siamo stanchi. E’ da pochi minuti passata mezzanotte quando ci fermiamo a dormire in un’area autostradale, il Raststatte Allertal (Lon 9.688 Lat 52.692). Pensavamo d’uscire dall’autostrada, per dormire senza il rumore del traffico, ma la stanchezza ci ha fatto rinunciare; nell’area c’era una zona camper che però abbiamo visto solo il mattino successivo; noi abbiamo parcheggiato fra gli autocarri, non prima di aver constatato l’assenza di camion-frigorifero. Siamo in viaggio da più di tredici ore, abbiamo percorso 952 chilometri, dei quali duecento in statali di montagna con due passi alpini; non pensavamo di fare tanta strada!

 

 

Giorno 2-sabato 6 agosto

 

L’area di parcheggio è abbastanza lontana dalle corsie di marcia ed il rumore del traffico non s’è sentito; abbiamo dormito bene. Dopo colazione un giretto a piedi per effettuare un po’ di moto e ci avviamo, non piove più e non fa tanto caldo, l’A7 ci aspetta. In poco più di tre ore siamo a Puttgarden; sul piazzale d’imbarco consumiamo un pranzo veloce. Gustiamo con appetito ciò cha Anna,con maestria, aveva preparato a casa, questa volta s’è superata! Comperiamo il biglietto anche per la tratta Helsingor-Helsinborg  spendendo 132 €. Poco dopo c’imbarchiamo, un breve giro per visitare la nave, abbastanza traballante per il mare non proprio liscio; quando saliamo sul ponte, davanti a noi, una lunga fila di eliche per la produzione di elettricità ci annuncia la Danimarca. Sono le 13,55 quando sbarchiamo a Rodbyhavn. Attraversiamo questo Paese velocemente ed alle 16,14 stiamo già salendo ad Helsingor sul traghetto che in un quarto d’ora ci porta ad Helsinborg, in Svezia. Imbocchiamo la E6 e, considerato lo  scarso traffico, decidiamo di tentare una “tirata” fino ad Oslo (Sia Rocco che io abbiamo la patente di matto guadagnata girando intorno alla fontana di Gubbio!). La tranquillità scandinava ci ha caricato tutti; il nord è già cominciato da alcune ore, solo ora ce ne rendiamo veramente conto! Tutte quelle case colorate di rosso scuro ed i giardini curati alla perfezione; cose già viste per noi che abitiamo a due passi dalla Svizzera, però qui sembra diverso, più naturale! Il percorso non è tutto autostradale, ma la statale larghissima e perfetta ci accompagna fino ad Oslo dove, per entrare al ring 3, ci fanno pagare l’obolo di venti corone. Mi sembra che paghiamo in due occasioni, ma non sono sicuro. Sono le 00:47:56, ci dice il diario di bordo, che il programma di navigazione redige con cura, se impostato, quando fermiamo il motore nel parcheggio sul piazzale del trampolino di Holmenkollen. (Lon 10.665Lat 59.965). Filippa ha fatto il proprio dovere!

 

Giorno 3-domenica 7 agosto

 

Passiamo la mattinata in zona, saliamo sulla torre del trampolino, (NOK 250 dei quali 130 per il biglietto family per 2 adulti con 2 bimbi + 120 per due adulti) per un tratto con l’ascensore e poi a piedi saliamo i gradini  che portano in cima.

Impressionante ciò che vediamo davanti a noi! Ma veramente si buttano da lì con un paio di doghe ai piedi? In televisione l’effetto è più che dimezzato, la discesa (quella con gli scii) è da brivido! All’ingresso e compreso nel prezzo, c’è il museo dello sci. Appena fuori l’edificio, il simulatore: non provarlo? Entrano i ragazzi con Valentina e poi, vista l’insistenza della bambina che s’è molto divertita, è il mio turno; mi fanno pagare solo un biglietto per adulti e la piccola entra gratis. Un’esperienza interessante, nessuna paura, ma le sensazioni, specie durante la libera sono vicine alla realtà. Manca solo il brivido della forte corrente d’aria che sulle piste t’investe e le sollecitazioni alle gambe. Dopo pranzo partiamo per il centro Città; deve guidare Monica perché i maschietti hanno bevuto vino a pranzo: speriamo che se la cavi! Se l’è cavata benissimo con Filippa che ci ha guidato al parco Vigeland in pochi minuti, grazie anche allo scarso traffico ed alla disciplina degli automobilisti norvegesi.

Parcheggiamo appena prima del casello del pedaggio in una strada sulla sinistra, nel parcheggio di qualche ufficio che, forse per la giornata festiva, troviamo semivuoto (Lon 10.711 Lat 59.929). Sotto una leggera pioggia ammiriamo le innumerevoli sculture del parco e passeggiamo tranquillamente per Oslo. All’ora di cena abbiamo visitato, oltre alle stupende statue del parco, il palazzo reale -dove l’altra volta (1992), nei giardini, ragazze in topless s’abbronzavano-; il municipio, il parlamento ed il teatro nazionale. Tutto abbastanza vicino. Non entriamo in alcun museo perché lo scopo del viaggio è naturalistico ed il tempo scarseggia. Alle venti, dopo aver cenato, ripartiamo per guadagnare tempo anche se era previsto di avviarci la mattina seguente. Non ricordo dove abbiamo dormito, so solo che gli scuri sugli oblò fatti da Anna si sono dimostrati utilissimi ed abbiamo dormito tutti profondamente.

 

Giorno 4-lunedì 8 agosto

 

Dopo un attacco all’ultimo pane di segale portato da casa, puntiamo la prua verso nord, sempre sulla E6 che a tratti è a pedaggio. Ci fermiamo a Ringebu per vedere la Stabkyrkja ma la strada per accedervi, prima del paese è stretta, si dovrebbe salire a piedi. La camminata d’ieri ha lasciato il segno ed allora comperiamo pane, latte e salmone e ripartiamo per fermarci ad ammirare la Stabkyrkja di Vågå col suo bel cimitero, poco dopo Ringebu.

Ripartiamo, sempre sulla E6 che abbandoniamo per la 15 ad Otta; a Lom vediamo un’altra Stabkyrkja. (Stabiu nel nostro dialetto è un fienile in legno, Kyrkja o Church o Kirche è Chiesa nelle lingue nordiche quindi scopriamo ignote affinità linguistiche! Non avrebbe dovuto essere un viaggio culturale, che jella)! A Grotli imbocchiamo la 168, la famosa strada delle aquile, è spettacolare ma non così terribile come alcuni l’hanno descritta; è sterrata ma con il fondo liscio, molto meglio dell’asfalto sconnesso di molte strade nostrane! Ai lati della carreggiata, a tratti, c’è ancora un po’ di neve, venire fin qui e non percorrerla sarebbe un vero peccato! Non la descrivo più dettagliatamente per non togliervi l’emozione della scoperta.

Dopo aver ripreso la 15, ad un certo punto prendiamo una deviazione che porta a Dasnibba a 1500 metri slm (Lon 7.269 Lat 62.048). Nebbia fitta! Dopo circa mezz’ora, come d’incanto, il velo di goccioline si dirada fino a scomparire, una vista stupenda sul fiordo che quasi a picco è sotto di noi! Una nave da crociera è ormeggiata e capiamo il perché dei tanti  autobus turistici che salgono fin qui. Vediamo anche sulla montagna opposta la strada dei trolls, che dovremo percorrere domani. Naturalmente per beneficiare di questa vista si deve pagare il pedaggio di 60 NOK. Quattro chilometri di discesa, in prima, e ritorniamo sulla 15 che percorriamo verso nord per una quindicina di chilometri fino a raggiungere la 63 che, in mezz’ora, ci porta a Geiranger dove ci fermiamo in un bel campeggio: è il Vinje Camping; 200 Nok per il pernottamento e 20 a testa per la doccia. Dopo cena un breve giro. Il villaggio non è niente di speciale, di giorno partono le minicrociere per il fiordo ed anche i traghetti per Hellesilt. In fondo alla discesa, proprio sulla punta del fiordo, sono fermi numerosi camper, non so se l’area è attrezzata o se si tratta solo di un parcheggio.

 

Giorno 5-martedì 9 agosto

 

Proseguendo sul fiordo vediamo un altro bel campeggio, piccolo ma in una posizione bellissima; la giornata è limpida ed il sole fa la sua apparizione; sul percorso ci appare un lago con le case e la montagna riflesse nell’acqua, splendido! Ci fermiamo per qualche foto e saggiamo l’acqua: gelatissima! Mezz’oretta e siamo ad Eisdal; siamo fortunati, il traghetto sembra aspettare noi, attraversiamo il fiordo con 191 NOK, la bimba si accovaccia in mansarda e risparmiamo qualche corona. Valentina è contentissima e vuole ripetere l’esperienza, chiede in continuazione quanti ne dovremo prendere ancora. Oggi è il mio giorno, dobbiamo fare la mitica Trollstighytta (sempre la 63) La strada è tutta curve ma la salita non dà problemi. Su queste strade voglio guidare io ma, all’inizio della discesa, a causa di un autista”imbranato” di autobus, facendo retromarcia, cozzo leggermente con lo spigolo destro del camper contro la sbarra che serve per chiudere la strada. A guardarli dall’alto i tornanti fanno impressione ma per noi, abituati allo Stelvio ed alla strada che sale a Samnaun dal lato svizzero, non ci sono problemi. Anche questa è una bella strada da non perdere e che non descrivo nei particolari per non diminuirne il fascino. Un solo consiglio: usare marce basse e le piazzole di scambio quando vedete salire un pullman ! Molte cascate ai lati della via, purtroppo il traffico non ci permette molte soste essendo molte piazzole già piene. Forse abbiamo sbagliato a togliere dal programma la statale 17 per motivi di tempo! Nei pressi di Setnes, anche questa bella strada finisce e ci immettiamo in direzione Alesund sulla E 136 che, per un gran pezzo, costeggia un fiordo. Sono le tredici esatte quando ci fermiamo nell’area attrezzata di Alesund. (Lon 6.160 Lat 62.476) Per trovare l’area, seguire il lungomare, consiglio di munirsi di molti pezzi (7) da 20 NOK da inserire nel parchimetro per pagare il parcheggio che costa 140 NOK per ventiquattro ore. Dopo pranzo giriamo questa bellissima cittadina senza tralasciare di salire i 465 gradini che portano a Fillestua; al porto, una inaspettata e gradita sorpresa: n’è ormeggiata la Queen Elitzabet II; veramente bella ed imponente. L’accesso alla nave è controllatissimo e molte autobotti ne riempiono i serbatoi! Quanto gasolio! Averne anche una botte sola! E’ il pensiero che tutti facciamo. La vista della Città, di stile più tedesco che norvegese, ripaga la fatica e, poi, un po’ di moto, dopo tanto tempo seduti, è quello che ci vuole. Questa notte dormiremo nell’area anche per risciacquare la biancheria intima che la bidotrice ha lavato sulle curve di ieri e questa mattina. Devo spiegare cos’è la bidotrice, il nome è l’accorciativo di Bidone-lavatrice; si tratta di un bottiglione rotondo di plastica da cinque litri col tappo di dieci centimetri, si introducono la biancheria ed il detersivo, si riempie circa a metà con acqua e si tappa. La strada, meglio se a curve, provvederà a lavare il contenuto. L’idea non è mia, ma di una signora della quale non ricordo il nome che l’ha resa pubblica con un post sul forum di www.turismoitinerante.com; c’è subito piaciuta e l’abbiamo fatta nostra. I fustini in questione non sono facili da reperire, il mio riportava ancora il prezzo in Lire! Funziona alla perfezione! A cena una grigliata col pesce comperato ad un supermercato, innaffiato col buon vino che produco in proprio. Fare buon vino è il nostro hobby e berlo il nostro lavoro! Questo è il motto della minuscola ditta personale.

 

Giorno 6-mercoledì 10 agosto

 

Record! Sono solo le 7,57 quando partiamo, il contachilometri segna 102252; ripercorriamo la strada fatta ieri fin quasi a Tresfjord, poi giriamo a sinistra per imbarcarci sul traghetto che, da Vestnes ci porta a Molde per 198 NOK. Sono le 9 e siamo al molo (Lon 7.474 Lat 62.632)

Qui comincia la 64, la strada atlantica Atlanterhavsveien. Dal ponte sul mare che congiunge Vevang a Karvag dicono che, a volte, si vedono le balene; per noi il destino non è provvido e ci riserva solo una nebbia che limita la visibilità ad un centinaio di metri.

La giornata non proprio limpida non ci permette nemmeno delle foto di qualità, un vero peccato perché il paesaggio costellato da ponti è bello. A Bremsnes mangiamo aspettando il traghetto che, con 138 NOK (18 €), ci porterà a Kristiansund. Dopo questa cittadina prendiamo la 70, percorriamo un tunnel sottomarino; poco dopo l’emersione  imbocchiamo la E 39 per un breve tratto, quindi l’ennesimo traghetto che da Kanestraum va ad Halsa; qui pago per un camper di sei metri e solo per due persone, totale 111 NOK, un centinaio risparmiati. In uno spiazzo ci fermiamo per la merenda della bimba ed un caffè per noi; ai bordi ci sono tanti lamponi che vengono raccolti dal resto dell’equipaggio mentre io m’inoltro nel bosco ritornando, dopo pochi minuti, con tanti gallinacci ed un bel porcino. Anna, anche lei venuta nel bosco acquitrinoso, ritorna con un cestino di more artiche: Sembrano grossi lamponi, un po’ più chiari, crescono su piantine che ne portano una soltanto;hanno un sapore acidulo che diminuisce con la perfetta maturazione.  A Grong ci fermiamo a dormire (Lon 12.296 Lat 64.467)  e sono le 22,19.

 

Giorno 7-giovedì 11 agosto

 

Riprendiamo il viaggio alle 8,30 e il contachilometri segna 102834; ci fermiamo per il pranzo una cinquantina di chilometri prima di Mo I Rana. La temperatura è di 20 gradi e pranziamo all’aperto sul tavolino di un parcheggio; sembra estate! Un po’ prima del circolo polare siamo fermi per la merenda ed io con Anna, vado nuovamente per funghi. Ce ne sono ovunque e così tanti che si vedevano passando col camper.  La sosta al circolo polare è d’obbligo, anche solo per aggiungere un sasso ad un mucchietto; avevo letto il significato di questi mucchi, ma me lo sono scordato. Sono le 22 quando arriviamo al Saltstraumen; proprio di fianco al bellissimo ponte ci fermiamo nel parcheggio riservato ai camper (Lon 14.622 Lat 67.233). Di corsa saliamo tutti in cima all’altissimo ponte per fotografare il sole che ancora emerge dalle rade nuvole tingendo di rosa ogni cosa. Il tramonto suggestivo cancella ogni traccia di stanchezza. Siamo già paghi per gli stupendi paesaggi non conoscendo quelli ancor più belli delle Lofoten!

 

Giorno 8-venerdì 12 agosto

 

Essendo il venerdì giorno di magro, mi alzo relativamente presto ed attrezzo la canna da lancio con un ondulante da luccio; per provare non vorrei perdere un Rapalà che costa abbastanza. Vado sotto il ponte e rimango impressionato dalla forte corrente generata dal flusso di marea che, a causa del,l’esigua apertura all’imbocco del fiordo, spingendo una notevole massa d’acqua provoca una corrente fortissima con vortici paurosi. Alcuni hanno descritto questo fenomeno non tanto impressionante, forse dipende dall’altezza della marea e, se è così, non sempre è uguale. Difeso dalla corda metallica che impedisce la caduta in acqua, lancio proprio dove la corrente è più forte, un corto lancio d’assaggio. Appena l’artificiale scende sotto la superficie, a non più di un metro, senza il mio benché minimo intervento, uno strappo mi segnala l’abboccata. Recupero un merluzzo di circa mezzo chilo. Avevo letto di liberare il pesce se non fosse stato almeno di un chilo ma, pensando alle solite esagerazioni dei pescatori, l’ho tenuto. Rilancio per tre volte ed ogni volta un merluzzo. Ne ho tre di circa due chili l’uno oltre al primo pescato. Nel frattempo arriva mia moglie che si mette a gridare perché non sa dove mettere il pesce; smetto per la pace familiare ed assieme ci spostiamo in una rientranza senza corrente a pulire le prede. I gabbiani ci assediano e, con diligenza, puliscono i sassi dai nostri scarti facendoci risparmiare il lavoro del recupero. Devo precisare che mentre pescavo, la marea era discendente; i merluzzi più grossi –dicono- si prendono durante la fase montante, perché rincorrono i pesciolini che cercano rifugio nel fiordo! In seguito, per prove fatte, abbiamo scoperto che il pesce sfilettato si conserva benissimo sotto sale. Avremmo potuto portarne un po’ a casa, tanto era buono. Per colpa di Anna dovrò ritornarci. Quando si dice Jella!!

Abbiamo pochissima acqua; dobbiamo cercarla. Non è ancora mezzogiorno che ripartiamo. In un’ora siamo a Fauske dove troviamo il CS. (Lon 15.399 Lat 67.272) Adempiute le formalità di svuotamento e carico ci spostiamo per il pranzo lontano dagli scarichi. Alle 17,44 siamo all’imbarco per le Lofoten (Lon 15.331 Lat 68.016).  Indico alcuni orari dei traghetti: 6-8,30-11,30-16,30-19-21,30. Per il traghetto paghiamo 761 NOK, 557 per il camper (autista compreso) e 204 per tre adulti. Sbarcati, cerchiamo un campeggio e, seguendone le indicazioni arriviamo in un piccolo campeggio senza pretese ma con i servizi puliti in un paese che si chiama Hov. Noi abbiamo visto solo due case, una è quella dove abitano i gestori del campeggio e –penso- del campo da golf che è dal lato opposto della strada; essendo contadini, hanno anche disponibilità di latte fresco.  Una notte ci costa 100 NOK, oltre le solite monete per la doccia. Le coordinate del campeggio forse sono queste, ma non ne sono affatto sicuro (Lon 41.110 Lat 68.338)

 

Giorno 9-sabato 13 agosto

 

Per tutto il giorno giriamo per i pittoreschi paesini delle isole, sono tutti da vedere, in particolare mi sono rimasti impressi: Henningsvær. Reine, forse il più bello, ed infine Å (si legge come in francese eau) Nel primo abbiamo trovato  almeno una decina di camper italiani e proprio dove parte la strada che porta al paese c’è una piccola ma bella spiaggia, simile a  quelle tropicali. L’acqua non è molto fredda e, col sole, penso che un bagno si possa fare. Ad Å c’è il museo dello stoccafisso che però, chiude alle 17. Noi siamo arrivati alle 17,10, ma avendone riconosciuto il gestore sig. Larsen per averlo visto sia a Linea verde che -mi sembra- a Turisti per caso, mi sono messo a parlare e lui, gentilmente, ci ha fatto entrare lo stesso, gratuitamente e per quasi due ore! Il sig. Larsen ha studiato in Italia e parla perfettamente la nostra lingua; mostra gratitudine verso gli italiani perché, importando la quasi totalità del loro merluzzo ed ora anche col turismo in agosto, dice che li abbiamo resi tutti ricchi. Ci ha offerto biscotti e caffè e quando gli ho dato una bottiglia di vino, ci ha regalato anche dei libri, naturalmente in italiano. Girando per il piccolo borgo abbiamo visto in vendita dei fuoribordo della Ditta Selva, che si trova a pochi chilometri da casa nostra e trovare un po’ di Valtellina a quelle latitudini ci ha provocato un po’ d’emozione. Per la notte siamo andati ad Eggum, (Lon 13.676 Lat 68.308) non perdetevi questo posto! Superato il paesino che vedrete sulla sinistra, andate fino in fondo alla strada, dove si trova una staccionata con un cancello a fianco del quale c’è una cassetta. In una busta con scritto sopra il numero di targa si mette il denaro, (mi pare 10 NOK) si infila nella cassetta e si entra. Di fronte alla vecchia postazione radar c’è il rifornimento d’acqua ma non ho visto lo scarico (non l’ho nemmeno cercato). Per chi, come me, è affascinato dall’immensità del niente questo posto merita il viaggio. Siamo andati fino al laghetto, ma poi, una pioggerellina, formata da quasi invisibili gocce che il vento sferzante faceva sembrare degli aghi, ci ha fatto rientrare in camper. Quanto ci siamo bagnati in cinque minuti per una pioggia così leggera!

 

Giorno 10-domenica 14 agosto

 

Girovaghiamo per le isole senza una meta precisa ed alle 15 arriviamo in una località: (Lon 13.844 Lat 68.169), non ricordo cosa ci fosse ma se ho segnato il punto qualche cosa di meritevole di sicuro c’é. Forse il Museo vichingo che scopriamo, scorgendo, adagiata su di una collinetta, una costruzione a forma di barca rovesciata; incuriositi ci fermiamo nel parcheggio sottostante e decidiamo di salire a vedere. Nell’edificio c’è il museo vero e proprio con la ricostruzione della casa del capo e di diversi ambienti domestici con delle dimostrazioni riguardanti la vita di quei tempi . All’esterno lungo il sentiero che porta alla nave vichinga, in un ex fienile, il museo dell’agricoltura, per la verità non molto interessante. Lungo il sentiero si incontra la fucina con un improbabile fabbro; per chi non ha mai visto la lavorazione del ferro può essere interessante, ma l’operatore che c’era quel giorno non l’avrei assunto! Alla fine del percorso che abbiamo fatto sotto una leggera pioggia intermittente vediamo la famosa nave: una delusione. E’ la ricostruzione di quella vera che si trova in un museo di Oslo! Partiamo verso Hanøy dove ci dovrebbe essere una griglia per lo scarico che non troviamo e una strada per la terraferma. Questa la troviamo subito ma solo sulla cartina. Un signore molto gentile dice che verrà ultimata per il 2007. In compenso, c’è un traghetto che partirà fra un’ora; ci sono rimaste solo 120 Corone e sulla strada non abbiamo trovato bancomat.

Pensiamo di tornare a Fiskebol, ma lo stesso signore che ci ha edotto sulla nuova strada ci dice che il bancomat si trova solo a Melbu. Come paghiamo il traghetto per Melbu? Aspettiamo, sperando che accettino carte di credito od Euro; all’imbarco chiediamo ma la risposta è negativa, ci chiedono quante Corone abbiamo, svuotiamo il portafogli e mostriamo le 120 rimaste; OK e ci fanno il biglietto per quell’importo, abbiamo risparmiato ventiquattro Corone. In una fermata intermedia due auto sbagliano e scendono dal traghetto, gli addetti capiscono l’errore e le fanno risalire. Il paesaggio con la vista di diverse isole è piacevole, ma un vento fastidioso ci fa rimanere sul camper. Verso Kanstad incontriamo una coppia di bolognesi con i quali proseguiamo alla ricerca di un luogo per passare la notte.

Passiamo su di un ponte spettacolare  chiamato Jeldsundbruna; ed ancora una volta ci chiediamo perché alcuni ponti sono “Bru” ed altri “Brua”. Che abbiano un sesso?

Trovato il parcheggio ( Lon 16.571 Lat 68.601) prima di coricarci scambiamo quattro chiacchiere con i nuovi compagni di viaggio sorseggiando il limoncello che ci viene offerto.

 

Giorno 11-lunedì 15 agosto

 

Il mattino ci separiamo ed a Bjerkvik troviamo banca, supermercato e…. la coppia di bolognesi! Ripartiamo alla ricerca del Polar zoo che dovrebbe essere da queste parti ma non c’è verso di trovarlo, in compenso vediamo un doppio arcobaleno ed una cascata veramente spettacolari. Ormai rassegnati per non aver trovato lo zoo ripartiamo verso nord e poco dopo ci appare un cartello enorme che ci indica quanto avevamo inutilmente cercato. E’ a tre chilometri dalla E6, il parcheggio (Lon 17.672 Lat 68.667) è enorme ed in piano, c’è anche il CS ma ad un prezzo esagerato (50 NOK-€7); anche l’ingresso ci sembra troppo caro ed allora decidiamo di fare pulizia al camper. Entrano solo i ragazzi (36 anni di media) con la bimba pagando il corrispondente di 150 €. Ci sono una decina di specie ed al ritorno dicono che l’ambientazione è bella e gli animali sono liberi di muoversi dentro recinti grandissimi. Verso le 15 ripartiamo per poi fermarci per la cena a Kafjord, un bel posto anche per dormire. Seguendole indicazioni “Tiratz Museum, oppure, poco più avanti, ritrova un bel parcheggio sul mare. Noi proseguiamo e sono ormai le 23 quando ci fermiamo un po’ prima di Alta (Lon 23.018 Lat 69.931) ed il contachilometri segna 104874

 

Giorno 12-martedì 16 agosto

 

Ci svegliamo tardi. Dopo aver fatto gli auguri a Rocco per il suo onomastico, partiamo senza indugi; ci mancano circa quattrocento chilometri ma so che le soste saranno numerose. Dopo Alta stanno asfaltando la strada e ci fermano. Arriva un’auto con un lampeggiante blu largo quanto il tetto seguita da altri automezzi,  gira dietro di noi e ci supera mettendosi in testa alla piccola colonna. Sopra il tetto si accende la scritta “Follow me” e riparte davanti a noi. Per un attimo m’è sembrato di essere un pilota di formula 1, la safety car non m’era mai capitata!

Ad Oldefjord (Lon 24.501 Lat 70.432) (sulla mia cartina è segnato Skaidi) ci fermiamo sul piazzale di un negozio per il pranzo, comperiamo un po’ di souvenir per i regali e riempiamo le bottiglie di acqua potabile che, essendo in Norvegia abbondante, abbiamo sempre consumato senza ricorrere alla costosissima acqua minerale. Avendo notato che dietro le finestre di tutte le case c’è una piccola luce, trovandola una cosa simpatica, in un negozio di elettricità comperiamo due di questi “lumini”.  Anche oggi ho trovato alcuni funghi ed abbiamo visto un grosso branco di renne; da qui in poi il già scarso traffico sparisce. Poco dopo Kunes imbocchiamo la 888 che attraversa tutta la penisola di Nordkyn, fino a Gamvik incrociamo due macchine e sono più di cento chilometri! Il paesaggio è a dir poco stupendo, ci sembra molto più bello di quello incontrato sull’isola Mageroya andando a Nord Kapp nel ’92. Un’infinità di renne, laghetti e colline ci affascinano. Arriviamo al faro di Sletness alle 19,49.

Dovrebbe essere a 71.05° nord ma il mio GPS segna Lon 28.218 Lat 71.088.  Scesi in riva al mare e scattate le foto di rito, torniamo verso Gamvik e ci fermiamo dopo circa due chilometri al Kamp 71.05N. Dovrebbe essere un campeggio ma ci sono tre hitte (bungalow) ed uno spiazzo dove ci possono stare forse quattro camper. Comunque essendoci solo noi stiamo comodi e ce la caviamo con poche Corone, docce comprese. Nella casa del gestore c’è un locale provvisto di fornelli, lavatrice, servizi igienici con la doccia; approfittiamo tutti di questa opportunità perché fare la doccia in cinque sul camper comporta poco più di una sciacquata. Dopo cena stappiamo la bottiglia di Moët & Chandon, naturalmente avuta in regalo e conservata per questa occasione. Non ci piace, meglio il prosecco italiano, ma dobbiamo brindare all’evento; la finiamo in casa del gestore il quale ci dice che l’indomani al faro avremmo visto il battello postale, che d’inverno il mare non gela mai e la temperatura scende al massimo a meno 5; A casa mia, mentre sto scrivendo queste righe fuori siamo a –15, altro che freddo polare! Andiamo a dormire. Dormiamo male con la sensazione di avere le gambe per aria, Monica e Valentina escluse. Sarà il magnetismo o le abbondanti libagioni? Mi piacerebbe sentire altri che hanno dormito in questa zona, a Capo Nord avevo dormito benissimo!

 

 

Giorno 13-mercoledì 17 agosto

 

Prima di ripartire chiamiamo il gestore che avvia la pompa dell’acqua potabile per riempirci i serbatoi. Gli regaliamo una bottiglia di vino e lui contraccambia con una maglietta di Slettnes per Valentina, paghiamo 200 Corone e ci avviamo. A Gamvik visitiamo il piccolo ma interessante museo, dove assistiamo anche alla proiezione di diapositive illustranti la zona nel susseguirsi delle stagioni. Ci spiegano che nel 1944 i tedeschi incendiarono tutti i paesi della penisola; in seguito il Governo norvegese ne ricostruì solo alcuni per accontentare gli abitanti che non volevano lasciare quelle terre. C’è l’Ufficio postale, il negozio, il bar, tutti nello stesso locale ed all’esterno il distributore. Una signorina serve il caffè poi si sposta e timbra il francobollo, quindi dà il pane ad un altro cliente. Quel giorno non c’era gasolio (non so se normalmente c’è). Nel piccolo villaggio le ragazze viste sono tutte belle, si vede che l’isolamento giova. Comperiamo le cartoline con relativi francobolli e solo dopo ci rendiamo conto di aver speso un’esagerazione. Per il pranzo siamo al bel villaggio di Mehamn, parcheggiamo alla fine del paese (Lon 27.856 Lat 71.034). Da qui, segnalato con pietre bianche, parte il sentiero per Kinnarodden, il punto continentale più a nord,  è lungo ventitré chilometri per un tempo di percorrenza di circa sei ore. Prima d’intraprendere l’escursione consigliano di avvisare qualcuno, perché spesso, fitte nebbie sopraggiungono rendendo quasi nulla la visibilità; consigliano il ricevitore GPS ma a volte il segnale non c’è. Kinnarodden è raggiungibile molto più facilmente in barca. Noi ci riteniamo paghi di Sletness e conveniamo che camminare tutto il giorno col rischio di perdersi per solo tre decimi di grado non conviene.  Anche noi, andando verso nord per una sessantina di chilometri, non avevamo segnale GPS; scendendo, tutto normale. Penso sia dovuto al pavimento della mansarda che, rivestito d’alluminio, impedisce la vista dei satelliti posti in orbite, non so se equatoriali, ma comunque più a sud. Dopo pranzo ci riavviamo alla volta di Tanabru (Lon 28.182 Lat 70.201) per poi varcare il confine finlandese a Roavvegied’di e tornare ai nostri cari Euro, senza il timore di rimanere privi di soldi e la necessità di cambiare. Al primo distributore facciamo il pieno, 67 litri in un serbatoio che ne contiene settanta! Oltre all’Euro ritroviamo uno stile di guida quasi italiano; mentre in Norvegia nessuno supera il limite di velocità, qui molte auto ci sorpassano ad oltre cento chilometri orari. Questo fino ad Inari, poi innumerevoli postazioni fisse di radar placano le furie! Le scarpate sono letteralmente tappezzate di Boletus scaber e rufus, fossero stati porcini ne avremmo messi un po’ sott’olio, ma per mangiare ne abbiamo già tanti che il giorno dopo butteremo per fare posto ad altri più freschi. Poco dopo Inari ci fermiamo per la cena (Lon 27.027 Lat 68.906) e decidiamo di fare ancora un po’ di strada prima di dormire. Percorremmo ancora centonovantotto chilometri, fino a Sodankyla. Oggi abbiamo percorso 688 chilometri; quando spegniamo il motore il contachilometri segna 106044.

 

Giorno 14-giovedì 18 agosto

 

Ci svegliamo con uno splendido sole; oggi è il nostro giorno! Noi bambini aspettiamo con ansia di vedere dal vivo Babbo Natale, Valentina lo ha già visto tre volte a casa sua, anche se la prima doveva essere un aiutante a giudicare dalla goffaggine! Ogni volta posava i regali e s’allontanava senza parlare, (aveva forse paura di farsi riconoscere?) Le diciamo che saremmo arrivati nel pomeriggio e che il mattino avremmo fatto una sosta presso un centro commerciale, ma prima ancora d’arrivarci la piccola vedetta, dalla mansarda, urla: --Santa Claus! (Lon 25.851 Lat 66.544). Dopo aver girato alcuni negozi, andiamo nell’ufficio di Babbo Natale ed io, prendendo la bambina per mano, la conduco nel retro del locale adibito a studio fotografico; appena visto l’uomo in costume, diventando rossa, esclama in dialetto: -“oh santu”, è proprio uguale a quello che è venuto a casa mia! Da notare che quello sarà un metro e novanta mentre a me, per raggiungere la sua statura, mancano circa venti centimetri. La forza della suggestione! I suoi genitori fanno la fila per la foto che pagano 19 €! Alla faccia dei regali! Altri sei Euro per farsi spedire una lettera, che è arrivata, a Natale, facendo oltremodo felice la piccola. Oltre alla lettera, Babbo Natale le ha portato proprio i regali che aveva visto a Rovaniemi, a parte una luna che sua madre aveva giudicato troppo grande; forse l’avrà sentita, perché a casa le è arrivata una luna identica ma più piccola. Valentina è stata proprio brava, in mezzo a tutti quei giochi ha chiesto solo una piccola sfera di pietra; forse proprio per questo è stata ricompensata a Natale con quello che le piaceva! Il campeggio nel quale ci fermammo nel 1992 è stato smantellato ma nell’ampio parcheggio del villaggio si potrebbe pernottare. Noi, visto il sole ancora alto, ci rechiamo all’aeroporto per il rimborso dell’IVA sulla merce comperata in Norvegia nei “Tax Free”; sembra Malpensa! Nemmeno una persona nell’ampia hall ed il tabellone con le partenze bianco, cioè nero. Incassato il bel gruzzolo, ci dirigiamo verso Kusamo; ad un certo punto vediamo due renne in uno spiazzo ai bordi della strada, ci fermiamo; le renne scappano, ma non i porcini che raccogliamo in buon numero. Poco dopo, sulle rive di un lago, un tramonto superbo ci obbliga ad un’altra sosta; scattiamo tante foto e ceniamo quindi proseguiamo per Kusamo dove pernotteremo (Lon 29.163 Lat 65.956)

 

Giorno 15 venerdì 19 agosto

 

Chiediamo all’Ufficio informazioni di Kusamo notizie circa il “Popolo silente” che dovrebbe essere da queste parti. Impieghiamo un po’ a capirci per il fatto che qui lo chiamano, e scopriremo poi che hanno ragione, “Quiet People”. Non lo sapevamo, ma ci siamo capiti grazie alla mimica italiana. Ci dicono che è a 120 Km, altro che vicino! Ad un tratto sulla sinistra ci appare una folla, cos’è? Ma diamine è il popolo silente!  Ci fermiamo e giriamo fra questi spaventapasseri, meravigliandoci di come molti di essi abbiano dei vestiti ancora belli; in particolare uno con un giubbino dell’Adidas che sembrava nuovo ed un altro con un bellissimo abito da sera in lamé. Sono più di mille croci di legno con una zolla d’erba a mo’ di testa, che indossano un abito; l’effetto è notevole! Ripartiamo per Kuopio dove ci fermeremo alla torre dell’acqua di Ptujo (Lon 27.656 Lat 62.909) per ammirare dall’alto il suggestivo paesaggio dei laghi. E’ la terza volta che vedo questo panorama ma qualora ritornassi passerei ancora da qui. Sono da poco suonate le diciotto quando ripartiamo per percorrere i circa novanta chilometri che ci separano da Varkaus dove arriviamo, alle 19,30 al Camping Taipale (Lon 27.877 Lat 62.311),  trovato con difficoltà a causa di numerose deviazioni dovute alla costruzione di una nuova strada, forse la tangenziale. I numeri del contachilometri continuano inesorabilmente a salire ed ora hanno raggiunto la cifra 106973. E’ la terza volta che veniamo in questo campeggio veramente bello, la cena ed un giro sul lungolago, mentre le lavatrici e le asciugatrici del campeggio lavorano alacremente. Le zanzare ci assalgono e dobbiamo accendere alcune candele; ci graziano però, non entrando nel camper per sparire completamente un po’ più tardi. Spendiamo 26 € fra pernottamento e lavatrici.

 

Giorno 16-sabato 20 agosto

 

Anche oggi c’è il sole e decidiamo di riposare mezza giornata. In mattinata porto Valentina a vedere i ponti mobili sul canale Taipale che scorre ad un centinaio di metri dal campeggio. Un accesso diurno porta, attraverso un sentiero nel bosco, alle chiuse che raggiungiamo in pochi minuti; siamo fortunati, il ponte della ferrovia si sta aprendo al sopraggiungere di una grossa nave, la St. Peterburg, evidentemente russa, con un carico impressionante di legna di betulla. Trovo strano che importino la legna con l’estensione di boschi della Finlandia. Appena la nave ormeggia fra le chiuse, quella a valle si chiude, poi si apre quella di monte e l’acqua riempie in breve tempo la vasca; vediamo gli automezzi sulla strada soprastante fermarsi ed il ponte aprirsi pian piano per poi richiudersi subito dopo il passaggio dell’imbarcazione. Per natanti più piccoli viene effettuata solo la manovra delle chiuse e non l’apertura dei ponti.

 

Non visitiamo la cittadina già vista in passato e, dopo pranzo, puntiamo nuovamente la prua verso sud. Avremmo potuto fermarci tutta la giornata ma, non avendo i biglietti per il traghetto, vorremmo arrivare ad Helsinki prima della chiusura dell’ufficio. Grazie a Filippa troviamo subito gli uffici della Sjlia Line (Lon 24.943 Lat 60.166) già chiusi, e domani è domenica! Male che vada attraverseremo a nuoto il golfo di Botnia. Ci rifugiamo al Camping Rastilia, ( Lon 25.118 Lat 60.205) anche questo conosciuto, ma che troviamo ampliato con una vastissima zona riservata ai camper; spendiamo 20 €. La fermata della metropolitana è a pochi metri dall’ingresso, quindi la comodità è assicurata. Qui troviamo un signore di Napoli che ci dice di vivere l’inverno in Australia tornare in Italia in estate e girare l’Europa col camper. Ci dice di arrivare da Mosca e San Pietroburgo e di non aver avuto alcun problema inerente la sicurezza. Dopo cena facciamo una passeggiata in centro, particolarmente al porto ed in Piazza del Senato. Camminiamo per le strade centrali per osservarne la vita e poi, con il comodo metrò, torniamo a cuccia.

 

Giorno 17-domenica 21 agosto

 

Una leggera pioviggine disturba la giornata, ma non c’impedisce di visitare il parco ed il monumento a Sibelius, la Chiesa nella roccia, l’interno della Basilica luterana (Duomo?) in Piazza del Senato, vista ieri sera solo esternamente. Il pomeriggio, attraverso un ponte pedonale, andiamo all’isola Seurasaari dove c’è un bel parco con museo all’aperto popolato da tanti uccellini che mangiano i semi dalle mani ed altrettanti scoiattoli che, in cambio di una nocciolina, s’arrampicano, senza paura lungo il corpo e le braccia dei generosi sostentatori. Valentina è entusiasta ed a fatica la stacchiamo da quel suo Paradiso; ci dispiace ma si sta facendo tardi e dobbiamo ancora percorrere circa centosettanta chilometri per arrivare a Turku dove speriamo di trovare i biglietti per il traghetto. Arriviamo al terminal della Silja in tempo per i biglietti che ci danno senza problemi in cambio di 188 €, per loro è già bassa stagione ed il giorno dopo vedremo che la nave è semivuota; tanta paura per nulla! Dopo l’esperienza con la safety car eccoci ora in pole position; siamo per ora gli unici, consumiamo l’ultima cena in terra finlandese e guardiamo le navi della sera partire. Avendo già navigato due volte su questa tratta anche se in senso inverso, abbiamo preferito farla di giorno per non perdere lo splendido spettacolo delle innumerevoli isole che si vedono da bordo. Buona notte!

 

Giorno 18-lunedì 22 agosto

 

Alle sei, orario italiano, sveglia; siamo i primi e fra un’ora abbiamo il ceck-in, in poco tempo siamo pronti e Valentina è euforica per questa nuova esperienza, tutto il giorno in nave, che bello! Mangiamo anche sulla nave? Wow! Appena imbarcati saliamo sul ponte più in alto, una leggera e fresca brezza ci accarezza  mentre il sole splende già alto nel cielo.

Facciamo il giro della nave e constatiamo che quella presa le altre due volte, per la traversata notturna da Stoccolma, era più bella. Ci sono un paio di Tax free che verranno poi assaliti in acque internazionali; sembra d’essere a Livigno! Un ristorante, il self service, qualche bar, il dancing, minigolf ed una bella sala giochi che ci costringerà ai turni per non lasciare sola Valentina. A mezzogiorno aprono il self service dove  prenotiamo un tavolo che ci danno immediatamente; il più bel tavolo del locale, il più a prua, a ridosso la parete di vetro che, inclinata in alto verso l’esterno, ci permette di mangiare quasi sopra il mare! Bello! Facciamo alcuni giri al banco del buffet ed a quello del vino, ci abbuffiamo veramente essendo il cibo ottimo e di nostro gradimento; assaggiamo tutto e conveniamo che i 107 Euro pagati non sono stati spesi male. Alle tredici e trenta la Festival è a Maariahamina. Incrociamo le navi della Viking Line ed attracchiamo contemporaneamente a quella della Silja proveniente da Stoccolma; abbiamo l’impressione di un impatto inevitabile, effettivamente siamo molto vicini!  Nel pomeriggio vediamo una ragazza con una pettinatura assurda, la guardiamo pensandola una demente, è invece un’animatrice che arriva per giocare a bingo con i bambini; essendo giornata buona, Valentina vince il buono per il gelato e qualche altro oggetto. Monica mette per scherzo 50 centesimi in una slot e vince quindici Euro. Valentina, appagata da tanto giocare, ci permette di salire sul ponte ad ammirare il bellissimo arcipelago di Stoccolma; scorgiamo sulla riva due persone che si tuffano e stanno in acqua a lungo, sarà calda? Case bellissime immerse nel verde, alcune con il loro piccolo molo.

Anche noi arriviamo al nostro molo puntuali e, avendo deciso di non fermarci a Stoccolma, già vista, proseguiamo verso sud per circa centocinquanta chilometri. Un po’ dopo Nikoping (Lon 16.427 Lat 58.725) e ci fermiamo a dormire.

 

Giorno 19-martedì 23 agosto

 

Ripartiamo sulla E4 direzione Malmo, vogliamo vedere l’Oresund Link. All’ora di pranzo usciamo dalla E4 all’uscita n°88 per Skillingaryd, c’è il bel parcheggio Götaström (Lon 14.0603 Lat 57.2658) con CS, acqua e molti funghi che condizionano il menù: renna e funghi! C’è anche un piccolo parco giochi, veramente un bel posto per fermarsi. La strada scorre veloce sotto di noi ed alle 17 arriviamo all’ Oresundsbron; paghiamo settanta Euro ricevendo per resto 42 Corone danesi. E’ un ponte carino, direi caro! Conviene senz’altro il traghetto Helsingor-Helsinborg che fa accorciare il percorso di diversi chilometri. Noi volevamo vedere quest’opera d’ingegneria! Siamo finalmente a Copenaghen, ci dirigiamo ad Iskoj Strand dove eravamo già stati in un campeggio, Il prezzo è attorno ai 45 € a notte. Sembrandoci eccessivo, optiamo per una sosta più economica e ripieghiamo per l’area attrezzata vicino al Tivoli. La troviamo subito (Lon 12.558 Lat 55.659); è un piazzale asfaltato affiancato da una strada ad elevato traffico, ci rassegniamo e chiediamo il prezzo. Ci danno un biglietto esplicativo facilmente comprensibile, senza la necessità della calcolatrice facciamo 10 per 5 ed abbiamo il totale. Fessi sì ma con moderazione. I serbatoi degli scarichi sono quasi vuoti, quelli della potabile pieni ed allora partiamo alla ricerca di un parcheggio che troviamo subito lungo il canale (Lon 12.540 Lat 55.651) ceniamo ma per dormire il posto ci sembra troppo isolato e saltuariamente arriva un’auto che poi subito s’allontana. Forse siamo troppo sospettosi. Ci spostiamo per trovare una soluzione che ci faccia dormire più tranquilli. Non molto distante vediamo un parcheggio in prossimità di una stazione della metropolitana (Lon 12.508 Lat 55.650) vicino ad un Mc Donald. E così che dormamo non proprio tranquillamente, a causa del traffico, ma gratis!

 

Giorno 20-mercoledì 24 agosto

 

L’indomani, in stazione, impieghiamo un po’ a capire le tariffe del metrò; dopo aver compreso che i prezzi sono a zone e verificato la nostra tariffa andiamo al distributore automatico per prendere i biglietti. In teoria accetta la carta di credito, ma solo in teoria. Non abbiamo Corone danesi e non troviamo Banche o apparecchi cambiavalute nei paraggi! Chiediamo informazioni ai passeggeri del metrò, ma tutti vanno di fretta; non c’è la disponibilità dei norvegesi. Ci chiediamo perché non abbiano voluto l’Euro e facciamo alcune considerazioni, senz’altro non lusinghiere su chi in Italia vorrebbe tornare alla Lira con risvolti anche verso chi dà le colpe dell’aumento dei prezzi all’Euro!

Arrabbiati, conveniamo che è meglio proseguire e fermarci a visitare una Città tedesca.

In serata arriviamo a Fulda e con facilità troviamo l’area attrezzata (Lon 9.673 Lat 50.557) a pagamento; ben cinquanta centesimi per ventiquattro ore! Il CS tipo sanitary-station costa un Euro. Noi avendo il nautico e non essendo in emergenza, non lo usiamo. Ci sono alcuni camper tedeschi campeggiati con sedie e tavolini fuori, tutto il mondo è paese! Nanna!

 

Giorno 21-giovedì 25 agosto

 

Siamo vicini al centro storico che raggiungiamo a piedi percorrendo le vie di questa città carina e piena di vita; la scopriamo gemellata con Como. Visitiamo il castello ma, purtroppo, solo una parte. Si sta celebrando un matrimonio e non si può accedere ad alcune sale. Molto interessante la salita alla torre e pregevoli le porcellane esposte. Nel prezzo del biglietto è compreso anche l’ingresso al vicino museo che pure visitiamo. Vediamo il Duomo, molto sobrio ed essenziale. Per 28 € complessivi mangiamo pollo, bratwurst e patatine in una trattoria; il caffè meglio farlo con la moka sul camper al quale, avendo tutti i piedi doloranti, ritorniamo. Ripartiamo e la prima sosta è a Bad Bruckenau, poco oltre Fulda sulla B 27, dove approfittiamo del CS con griglia e già che ci siamo, mettiamo anche un po’ d’acqua. Facciamo pure la spesa e constatiamo che i prezzi, anche se di poco, sono inferiori rispetto all’Italia. Nelle vicinanze di Wurzburg incappiamo in una coda provocata da due incidenti, Passa un carro attrezzi con sopra un camper distrutto! I brividi ci percorrono la schiena. Chissà gli occupanti! Appena possibile deviamo su una statale ma, tutti passano di lì provocando ingorghi a non finire; ci spostiamo su una stradina secondaria e ci fermiamo per la cena in un bel paesino con i tetti di quasi tutte le case ricoperti di pannelli solari e fotovoltaici.

Verso le venti vediamo, sulla statale non molto lontana, il traffico quasi assente ed allora ripartiamo; il nostro obbiettivo ere d’arrivare a Fussen ma considerato il tempo perso ci fermiamo alle 21,40 all’Autobahn Rastanlage West (Lat 10.193 Lon 48.983) dove veniamo a sapere da due equipaggi torinesi dell’alluvione nel bacino del Danubio fra Germania, Austria e Svizzera.

 

Giorno 22-venerdì 26 agosto

 

Appena giunti in Austria, verifichiamo i danni provocati dalle acque dell’Inn straripato; il fiume è ancora grosso e le sue acque limacciose. A causa dell’alluvione la strada per Martina è chiusa, ma lo scopriamo solo a venti chilometri dal confine; anche la strada per il passo Resia è chiusa. Non ci resta che fare il Brennero; se l’avessimo saputo prima avremmo fatto Munchen – Innsbruck! Giriamo e ci fermiamo in uno spiazzo alcuni chilometri oltre per valutare quale strada fare dopo Bolzano; lì fermiamo un collega camperista tedesco che procedeva in senso inverso; lui gira e fermandosi accanto a noi ci chiede chiarimenti che diamo volentieri. Dice che alla radio austriaca non hanno detto nulla circa le strade chiuse!

Già alcuni anni fa rimasi bloccato sul Brennero, sei interminabili ore per colpa degli austriaci che non avevano provveduto a pulire la strada dalla poca neve caduta. Un’altra conferma della veridicità del detto: tutto il mondo è paese. Comperiamo la vignetta per l’autostrada, fin qui evitata per non pagare sette o otto Euro per una ventina di chilometri ed intraprendiamo il nuovo percorso. Alla barriera del Brennero, sulla A 22 tutte le entrate sono sia per il Telepass che per il pagamento in contanti motivo di coda in qualsiasi cancello. Di questo mi lamento successivamente presso lo stand telepass a Mondonatura ma l’addetta attribuisce tutta la colpa alla società concessionaria della A 22. Finita la coda entriamo ed il Telepass emette il classico bip ma la sbarra non si apre; non riesco a pigiare il pulsante del biglietto perché sono troppo avanti; non posso retrocedere per le auto che mi seguono attaccate al mio paraurti. Dietro, tutti strombazzano. Arriva l’addetto che si mette a sbraitare in tedesco, io parlo italiano ma lui, imperterrito, continua nella lingua evidentemente a lui più congeniale. Con tutto il rispetto per le minoranze linguistiche, infuriato gli grido: “Parla italiano cruco di m…a che siamo in Italia e sei pagato con soldi italiani” Improvvisamente, si ricorda di sapere anche la nostra lingua ma non ci dà il biglietto costringendoci a scendere dal camper, con quelli dietro sempre più strombazzanti, per prelevare quel pezzo di carta che ci aprirà la sbarra. Arriviamo a Ponte di Legno all’ora di cena e la nostalgia della cucina italiana prende il sopravvento; dopo tanti giorni di pur buoni funghi e merluzzo come rinunciare ad una calda pizza? La casa è a meno di un’ora, il viaggio è finito ed anche la sua descrizione. 

 

 

CONCLUSIONI

 

Non ho descritto volutamente Città e luoghi perché qualsiasi guida lo fa molto meglio di quello che saprei fare io. Durante l’inverno avevo provveduto a consultare diverse guide, ad appuntarmi posti da visitare; mi sono fatto spedire materiale dagli Enti del turismo norvegese e finlandese, ho letto molti diari pubblicati in internet. Con tutto il materiale letto ho redatto una guida con tante utili indicazioni, compresi i CS e le zone adatte alla sosta.

Naturalmente ho dimenticato lo stampato a casa! Per fortuna in tutte le Nazioni visitate non ci sono problemi di alcun tipo. Si potrebbe partire alla cieca. Tutti parlano l’inglese, non io. I prezzi in Svezia e Norvegia sono leggermente superiori che da noi, ma non c’è più il divario che avevo notato nel 1990 e 1992. Non si deve, però, pretendere di mangiare all’italiana e spendere poco! In Finlandia i prezzi sono simili ai nostri ed in Germania leggermente inferiori. Le strade sono buone ovunque. In Norvegia la E6, rispetto al 1992, è più scorrevole ma meno panoramica a causa di diversi tratti in galleria. Quest’anno in Finlandia non sono passato, per motivi di tempo, a Punkakariu e Savonlinna e, in generale, nella zona orientale dei laghi; sarebbero da vedere. Abbiamo fatto il viaggio in 22 giorni, ce ne vorrebbero almeno quattro o cinque in più; una settimana se si parte dall’Italia centrale.

Ho redatto questo diario fra il 30 dicembre 2005 ed il 2 gennaio 2006, ricostruendolo, oltre che con la memoria, con il diario di bordo fatto dal programma di navigazione Navigon che tiene nota di chilometri ed orari, ma non sempre l’ho impostato. Inoltre, mi sono aiutato con gli scontrini di cassa ritrovati negli scorsi giorni e con le fotografie. Pertanto, non prendendo mai appunti, non garantisco l’assoluta veridicità dei dati; ci potrebbe essere confusione di date e luoghi. Le emozioni sono reali e, scrivendo, le ho rivissute.


Viaggio effettuato ad Agosto 2005 da Giancarlo Martelli

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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