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Sulle
orme del Perugino, il “Divin Pittore” Siamo alla fine di Settembre e sono quasi le
17 quando partiamo per questa vacanza che per qualche settimana ci accompagnerà
(speriamo!) con un tempo ancora bello e con i colori dell’autunno che è appena
iniziato. Seguiremo un itinerario già percorso in parte altre volte; rivedremo le
affascinanti città d’arte, mai dimenticate, che hanno costellato nel corso
degli anni alcuni nostri brevi viaggi
Percorriamo un tratto dell’autostrada ligure dove sostiamo per la notte
in un’area tranquillissima o meglio, praticamente deserta. Al mattino c’immettiamo subito sulla statale scegliendo poi la strada
costiera da La Spezia in direzione sud. Marina di Massa, Forte dei Marmi, Lido
di Camaiore……: quasi nulla differenzia una cittadina dall’altra; il nastro
d’asfalto si snoda per km e km attraverso località semivuote; gli ampi viali
sono deserti al pari dei parcheggi che inalberano però i consueti divieti di
sosta per i veicoli ricreazionali. Accompagnati dall’immagine di un litorale
completamente differente dal periodo estivo pensiamo di sostare per il pranzo a
Viareggio, dopo aver rallentato un attimo (solo per un brevissimo e nostalgico
attimo…) davanti alla celebre “Capannina” il mitico locale degli Anni Sessanta. Alle 12 siamo a Viareggio, sul porto. Fa
caldo, ci sono molti bagnanti, per lo più stranieri; è d’obbligo una
passeggiata che si conclude tra le bancarelle di un mercatino delle pulci. Lasciamo la costiera, puntiamo nell’interno
in direzione dell’Umbria. Decidiamo di sostare a Passignano sul Trasimeno e
casualmente c’imbattiamo nell’area di sosta, disponibile per soli quattro
camper. Com’è stata la notte a Passignano? Decisamente
movimentata direi… Un camper ci ha deliziato per la prima parte
della notte con un rumoroso generatore; il treno, che passa a pochi metri, ci
ha tenuto compagnia per il resto della nottata, mentre un gruppo di ragazzetti,
usciti alle ore piccole dal vicino ristorante pizzeria, con sgommate,
sghignazzi e radio a volume altissimo fino all’alba ci ha aggiornato,
giocoforza, sulle ultime novità discografiche… A parte quanto sopra, è un bellissimo posto,
come constateremo l’indomani. Passignano sul Trasimeno – Corciano – Perugia
Fresca ma deliziosa passeggiata mattutina sul
lungolago dal quale, attraverso una scalinata, si giunge alla città alta. Case
in pietra rosata ingentilite da fiori e tantissime piante grasse; persino i
muretti sono pieni di vasi appesi o addirittura cementati, ma tutti con fiori
bellissimi. Raggiungiamo i resti del Castello con piccoli ambienti destinati
alle rievocazioni storiche e poi scendiamo, attraverso i vicoli, alla piazzetta
ed infine al lago. Effettueremo la prossima sosta a Corciano
fondata, secondo la leggenda, da Coragino, compagno di Ulisse. “Uno dei borghi più belli dell’Umbria” recita
un cartello posto all’inizio della cittadina. Affermazione esattissima. Borgo
delizioso, fiorito, impeccabile, da cartolina insomma. E ci sono anche i gatti,
uno dei quali ci viene incontro per farsi coccolare. Anche la gente è
simpatica: due signori anziani ci salutano sorridendo: che bello! Sotto un cielo gonfio di nubi ed in compagnia
di un vento gelido che non promette niente di buono, visitiamo senza fretta il
villaggio soffermandoci nella Chiesa di S. Maria Assunta davanti al “gioiello” in essa custodito:
l’”Assunta” di Pietro Vannucci detto “il Perugino”. I dipinti del Perugino “il
Divin Pittore” saranno un po’ il filo conduttore di quest’itinerario. Nella visita ai vari palazzi, simpatico e
caloroso l’invito da parte di un’addetta dello IAT ad entrare nel Palazzo
Comunale, l’antica residenza dei Duchi della Corgna, ed esaurientissima
l’illustrazione delle varie sale. Riprendiamo la strada, ma solo per 12 km, per
rivedere Perugia visitata qualche anno fa in modo accurato. Sempre bella ma d’aspetto un po’ appannato,
Perugia ci ospita l’intero pomeriggio. Il Duomo, la Fontana Maggiore, il
Palazzo del Comune ed i sotterranei della Rocca Paolina ci riportano con la
mente all’ultima volta che siamo stati qui, in occasione di un “Raduno
dell’Olivo” che ha luogo annualmente in un campeggio di Assisi. La “Galleria Nazionale dell’Umbria” che
ospita alcune opere del Perugino, oggi è chiusa; peccato…. ma il nostro
appuntamento con il “Divin Pittore” nel capoluogo umbro non è annullato, è solo
rimandato, per il momento…. E un po’ di tempo lo passo anche tra i banchi
del mensile Mercato dell’Antiquariato. Mobili antichi bellissimi come pure gli
oggetti d’argento e di cristallo, oggetti di pregio e prezzi di conseguenza…. Non ci fermiamo a Perugia per la notte ma
puntiamo su Gubbio, dove pernottiamo nell’area di sosta ubicata in via
Bottagnone. L’area, segnalata in modo eccellente, è veramente accogliente, molto
illuminata, gratuita, con carico e scarico (quest’ultimo veramente funzionale).
Siamo fuori stagione, ci sono solo quattro camper per la notte ma c’è un via
vai continuo di camper locali che usufruiscono dei servizi. Gubbio – Assisi
Ci spostiamo nel parcheggio adiacente il
Teatro Romano (anche se per la verità si poteva raggiungere il centro a piedi,
dall’area) e saliamo alla città alta alla riscoperta della città fondata dagli
Umbri di cui divenne la capitale. Il Palazzo dei Consoli è sicuramente il più
visitato anche perché è sede del Museo Civico dove sono conservate le Tavole
Egubine, le importanti sette lastre bronzee scritte in lingua umbra.
Nell’intrico delle viuzze abbondano i negozi e i laboratori di ceramiche e
ferro battuto. Ci sono anche bar, ristoranti, trattorie, pizzerie e quant'altro
per accogliere folle di turisti che però, forse perchè l’estate è già finita,
sono molto, molto pochi. Meglio (egoisticamente) per noi, così possiamo girare
tranquillamente, scattare fotografie, scoprire angoli inconsueti e perché no?
coccolare a lungo uno dei tanti gatti egubini che girano indisturbati per il
centro…… Una curiosità che non abbiamo tralasciato è
la “Fontana dei Matti” in largo del Bargello dove, secondo la tradizione, è
sufficiente girare per tre volte intorno alla fontana per acquisire la “Patente
di matto”! In direzione di Assisi ci fermiamo a Santa
Maria degli Angeli, meta tutto l’anno di pellegrini. E noi ci uniamo a loro per
sostare un po’ di tempo in questo monumento della fede cristiana. Raggiungiamo Assisi con i suoi affollati (ma
centrali) parcheggi a pagamento. Scegliamo infine il parcheggio attiguo
all’Ospedale Comunale, vicinissimo al centro storico. Volendo far funzionare in
modo egregio il frigorifero del camper ci fiondiamo (nel vero senso della
parola) verso uno spazio che pare avere la pendenza perfetta. Detto fatto.
Senza un briciolo d’eleganza c’impantaniamo nel fondo viscido e melmoso e mi
guardo immediatamente intorno per vedere se qualcuno (meglio se di taglia
extralarge) può darci una mano a tirarci fuori. Fatica sprecata, in giro non c’è
anima viva. Non ci resta che il “fai da te” e così io e Barbara, con due
poderose quanto faticose spinte, risolviamo brillantemente la situazione. Con dieci minuti a piedi e due scale mobili,
arriviamo velocemente alla Porta Nuova, vicino alla Chiesa di Santa Chiara. Percorriamo senza fretta le strade che
portano alla Basilica di San Francesco mentre il cielo finalmente si sta
rasserenando. Il paesaggio merita più di una fotografia perché lo sguardo si
perde all’infinito sulla pianura sottostante. Sono le 19 passate quando ci avviamo alla
volta di Spello dove pernottiamo nell’area apposita dove già sostano otto
camper (mi sembra però che ne possa ospitare almeno una cinquantina). Spello –
Foligno – Trevi
Con cielo sereno e temperatura gradevole,
attraverso Porta Venere saliamo a Spello, l’antica Julia Hispellum. Sembra sorgere dalla pietra quant’antico
borgo umbro decisamente delizioso e quasi deserto a parte qualche vociante
gruppo di turisti “mordi e fuggi”. Molti sono gli edifici in via di ristrutturazione
mentre abbondano le botteghe artigiane, le enoteche ed i negozi dove acquistare
i prodotti tipici, L’attrattiva maggiore di Spello è però rappresentata dalla
Collegiata di Santa Maria Maggiore che ospita la celebre Cappella Baglioni, con
gli affreschi del Pinturicchio e pavimenti in ceramica di Deruta. Il tempo scorre velocemente per le antiche
stradine che si snodano in continuo saliscendi dove spiccano le piccole case
dai balconi traboccanti di piante fiorite. Ogni tanto compare un gatto che, al
pari di una lucertola, si crogiola al sole ancora caldo di questi ultimi giorni
di settembre. Altri 10 km ed eccoci a Foligno. Pranziamo alle 12 in punto e alle 15 (sempre
in punto) siamo già nel centro storico. Costatiamo però che tutto, ma proprio
tutto, riapre i battenti alle 16: Chiese, edifici visitabili, l’Ufficio del
Turismo e persino i supermercati. Girelliamo per circa un’ora ma non riusciamo
a vedere gran che perché Foligno, in questo periodo, è vastamente ricoperta da
reti per via dei lavori di consolidamento degli edifici lesionati dal terremoto
del 1997. Non ci siamo persi però, nell’Oratorio della
Nunziatella, il celebre affresco del Perugino “Il Battesimo di Gesù”. Dopo aver fatto il nostro dovere di turisti
diligenti siamo entrati nella Bottega di Barbanera, storico locale del centro
cittadino che è un misto di drogheria, caffetteria, bistrot ed enoteca. Un
locale da vedere, secondo me. La celebre “Giostra della Quintana” che si è
svolta la settimana scorsa qui a Foligno ha richiamato migliaia di persone ma
altrettante sono attese anche domenica prossima in previsione di una
Manifestazione Nazionale che ha per oggetto “I Primi d’Italia”. Stanno infatti
montando gli stand nei vari rioni e poiché quando si tratta di “pappa” il
pubblico è garantito, sono certa che le aspettative degli espositori non
saranno deluse. Risaliamo in camper e dopo aver percorso
pochi km è già ora di scendere. Alla nostra sinistra si sta profilando infatti
la prossima tappa del nostro itinerario: Trevi, dal caratteristico impianto a
forma di chiocciola e chiamata “Capitale dell’Olio”. Saliamo per una strada alquanto ripida e
stretta a senso unico (meno male!…) che ha, sul lato destro la Chiesa della
Madonna delle Lagrime che conserva nel suo interno il celebre dipinto “L’Adorazione
dei Magi” del Perugino. Una volta giunti sulla piazza della cittadina
proseguiamo per una stradina (che in fatto di ripidità non ha nulla da
invidiare alla prima) che porta agli Impianti Sportivi adiacenti all’area
camper. A dire il vero, non appena abbiamo rallentato un attimo per seguire le
indicazioni, un gruppetto di simpatici ragazzini, vedendo il camper, si sono
sbracciati per indicarci l’area di sosta, piccola ma curata, dove già sostano
alcuni mezzi. Visita preserale al paese davvero caratteristico
e molto, molto accogliente. Il ricordo indelebile che ho di questo borgo sono
le colline circostanti coltivate ad olivi, un vero “mare d’argento” dove lo
sguardo si perde all’infinito. Spoleto –
Todi - Orvieto
Da Trevi arriviamo velocemente a Spoleto dopo
aver superato le Fonti del Clitunno. Seguendo le indicazioni in nostro possesso,
ci fermiamo in Via dei Filosofi, che come sosta diurna va benissimo. Sarà perché, come a Foligno, molti edifici
sono in via di consolidamento, ma Spoleto, in gran parte coperta da reti e
ponteggi, è proprio poco “visibile” all’infuori naturalmente delle stradine
sinuose e in continuo saliscendi dove s’incontrano chiese, conventi, palazzi e
torri che raccontano in maniera affascinante 2500 anni di storia. E una volta giunti
in piazza del Duomo proviamo la sensazione di essere finalmente arrivati nel
cuore della città e dedichiamo un bel po’ di tempo alla riscoperta
dell’edificio del XII secolo. Non ci perdiamo un particolare: la facciata
maestosa, l’interno con gli affreschi del Pinturicchio e di Filippo Lippi, la
Cappella delle Reliquie con una trecentesca “Madonna con Bambino” e la preziosa
lettera di San Francesco a Fra’ Leone…. E’ tempo di ripartire alla volta di Todi dove
parcheggiamo sotto le mura di Porta Amerina. Todi è bella tutta: i vicoli, le piazzette, i
monumenti, gli edifici pubblici e religiosi e le stradine ripidissime che
salgono verso Piazza del Popolo, il cuore e l’anima di Todi. Poi, con un po’ di
rammarico, scendiamo al parcheggio camper e proseguiamo a piedi (….. ma che
pazzi!) lungo la circonvallazione est che porta al Tempio della Consolazione.
"“Ci vorranno due passi per arrivare fin lì.…” aveva detto qualcuno della
nostra famiglia. E invece di passi ce ne sono voluti a centinaia, ma questo è
il meno perché camminare è una bellissima cosa; il fatto è che per arrivare a
questo Tempio, camminando in fila indiana su di una banchina ridottissima,
abbiamo dovuto fare i conti con le auto che sfrecciavano a velocità folle e che
facevano a gara con i bus i quali non volevano essere da meno. Comunque,
camminando velocemente, arriviamo prima della chiusura dopo essere stati quasi
sfiorati, nel vero senso della parola, da una serie infinita di auto, bus,
motociclette e motorini…… Dimenticavo: un comodo parcheggio ci avrebbe
accolti senza problemi e saremo
arrivati in un amen….. E poi alla fine proseguiamo per Orvieto,
lungo una strada panoramicissima che include, tra l’altro, il Lago di Corbara. Alle 19,30 è quasi buio e quando raggiungiamo
Orvieto, il buio è totale. Alla fine ci fermiamo nell’area attrezzata adiacente
il parcheggio della funicolare. Ci svegliamo avvolti da una spessa coltre di
nebbia mentre il termometro segna 16 gradi. Ci avviamo alla funicolare per
salire alla città alta (euro 1,60 A/R a persona), due minuti di percorrenza. Orvieto, situata su di una rupe tufacea, è un
mirabile insieme di testimonianze etrusche, medievali e rinascimentali. Il
ricco patrimonio artistico e architettonico costituito da musei, edifici civili
e religiosi e preziose opere di pittura e scultura, fanno di Orvieto una città
d’arte da non tralasciare in un viaggio in Umbria. Il famoso Pozzo di San Patrizio, singolare
opera idraulica del 1527, segna l’inizio del nostro itinerario che ci conduce
nel centro storico alla volta degli importanti Palazzi per giungere infine al
celebre Duomo. L’interno è notevolissimo, ma ho l’impressione che sia la
meravigliosa facciata del capolavoro dell’architettura gotica italiana, ad
essere l’unico obiettivo degli innumerevoli turisti che scendono a frotte dai
pullman. Perlustriamo a dovere la città vecchia dove
c’imbattiamo tra l’altro nel mercato settimanale, per la verità alquanto
deludente, ed infine rientriamo all’area. Bolsena –
Montefiascone – Viterbo
Alla volta di Bolsena, l’antica Volsinii, dopo un tour panoramico sul
lungolago parcheggiamo nei pressi del centro per visitare la Cappella del
Miracolo inserita nella Collegiata di S. Cristina e poi proseguiamo per
Montefiascone. Posta nel cuore di una zona agricola dove la viticoltura riveste un
ruolo primario nell’economia locale, Montefiascone ospita la Chiesa di San
Flaviano, il suo monumento più importante. Secondo la leggenda, il prelato
tedesco Giovanni Fugger si faceva precedere nelle sue visite da un servo che
aveva l’incarico di indicargli le migliori cantine vinicole scrivendo, sulla
porta di quest’ultime, la parole “est”. Avendo gustato a Montefiascone del
sublime moscato, il servo scrisse: “est, est, est”. E Fugger gli credette e di
vino ne bevve a dismisura, tanto che ne morì. E la pietra tombale, posta a
destra dell’entrata della Chiesa, ricorda quest’episodio. Dopo una sosta approvvigionamento scorte alimentari in un market
puntiamo in direzione di Viterbo dove sostiamo in Piazza M.llo Romiti, di
fronte alla Questura. Quest’area è molto usata dai camperisti che si recano
alle vicine terme, per questo motivo di mattina è deserta, mentre di sera è
pienissima. La sosta a Viterbo non era prevista nel
nostro itinerario ma si è rivelata una piacevole sorpresa. Sicuramente il quartiere
San Pellegrino è la zona più interessante per via del suo impianto medievale ma
anche le altre zone sono belle. Le strade salgono dolcemente verso il centro
fitto di negozi eleganti e bei caffè tra cui il locale storico Schenardi con
l’interno bianco e dorato. Al pari degli altri monumenti, a lato della porta
d’ingresso campeggia una targa che descrive la lunga storia di quest’antico
caffè. Finisce che passiamo tutta la mattina a Viterbo includendo anche
la visita al Palazzo Comunale. Ritornando verso l’area entriamo in un market
che propone migliaia di cianfrusaglie e naturalmente usciamo con sporte e
sportine piene. Nel tardo pomeriggio in marcia verso Roma. Roma
Entriamo nei primi sobborghi che il traffico
è già caotico: le code interminabili ed incessanti ci fanno passare alcune ore
allucinanti. Dopo le 21 raggiungiamo il punto sosta situato sulla Casilina. Oggi è sabato e lo trascorriamo tutto a Roma. Alle 9 siamo saliti sul treno in direzione
Stazione Termini e da qui, con la Metropolitana, ci siamo spostati in Piazza
San Pietro. Dopo il controllo all’entrata (che non c’era qualche anno fa)
entriamo nella Basilica, la chiesa più imponente tra quelle che ho visto. E poi
via, in giro per strade, piazze, monumenti
e caffè. Avendo un debole per i caffè storici non abbiamo tralasciato “L’antico
caffè Greco” in via dei Condotti che tra l’altro serve un ottimo caffè e
“Rosati” in Piazza del Popolo. La visita ai Fori Imperiali ha concluso la
nostra bellissima giornata romana. Castelgandolfo
– Albano Laziale – Anzio – Nettuno - Sabaudia
Gastelgandolfo è una cittadina di quasi
ottomila abitanti e la sua maggiore attrattiva è ovviamente la residenza estiva
dei Papi. Il Borgo racchiuso da mura ha graziose stradine che a volte, con
brevi discese, conducono a bellissimi
affacci sul lago. Ci avviamo verso Albano Laziale dove sostiamo
in piazza Guerrucci. Probabilmente sorta sui resti di una villa di
Domiziano, Albano ha una serie di edifici civili e religiosi meritevoli davvero
di essere visitati iniziando magari dalla Chiesa di S. Maria della Rotonda che
custodisce un’icona della Vergine portata secondo la leggenda da alcune monache
greche. In questo periodo c’è una fiera che dura tre
giorni; ne approfittiamo per fare quattro passi tra le bancarelle e poi
c’immettiamo sulla strada costiera. Sosta ad Anzio al porto, passeggiata sul
lungomare e poi in centro dove si sta svolgendo una Sagra, l’”Ottobrata
Romana”. Grande festa di piazza, negozi aperti, bancarelle di prodotti tipici,
musica dal vivo con bravissima orchestra. Assaggiamo dolci tipici e ci è
offerta dell’uva bianca, dolcissima. Barbara coccola una gatta tricolore di nome
Duchessa che per la contentezza fa le fusa e la “pasta” sull’asfalto…. Superata Nettuno, che è tutt’uno con Anzio,
seguiamo le indicazioni per Sabaudia, Fatichiamo non poco per trovare il punto
sosta di fronte alla Caserma “Piave” ma finalmente, col buio pesto, ci
arriviamo ed è già molto tardi quando riesco a “mettere insieme” qualcosa per
cena. Oggi cominciamo a risalire verso Nord. Tarquinia
– Tuscania
Percorriamo il litorale deturpato dalle
costruzioni (che sembrano sorgere dalla sabbia) di Tor Vajanica. Le cittadine
dopo sono pari pari, se non peggio. Sosta pranzo al Lido di Ostia, fronte mare,
mentre il termometro segna trenta gradi. E proseguiamo sulla costiera fino ad arrivare
a Tarquinia, importantissima per la sua necropoli etrusca ed il Museo
Nazionale. Parcheggiamo nei pressi di Porta Garibaldi
dalla quale entriamo per salire nel centro storico. Interessante il circuito delle mura lungo tre
km e bello il Palazzo Vitelleschi, mentre l’antica Chiesa di San Martino, che
si trova nell’intricato dedalo dell’impianto medievale, è purtroppo chiusa. Stiamo per uscire dalle mura quando
c’imbattiamo in una processione dove robusti giovanotti blu-vestiti portano la
statua di San Francesco sulle spalle (oggi si festeggia il Santo Patrono
d’Italia). Tutta Tarquinia è rappresentata: il Parroco,
i frati, le suore, il Sindaco con tanto di fascia tricolore, il maresciallo dei
Carabinieri accanto al Comandante della Polizia Municipale e poi i fedeli, a
dir il vero un corteo infinito di fedeli. Ripartiamo alla volta di Tuscania che dista
27 km e sostiamo per la notte nel parcheggio sul lato destro della porta
d’ingresso alla città. Dopo esserci muniti all’Ufficio Turistico di
una cartina di mega dimensioni, visitiamo Tuscania in mattinata. E le belle
attrattive cittadine si susseguono senza sosta nel continuo saliscendi
disseminato, ahimé!, dagli annessi e connessi di nutrite orde di piccioni…… Risaliamo sul camper per trasferirci alle
Chiese di San Pietro e S. Maria Maggiore, ubicate leggermente fuori dal centro
storico. La prima, situata sulla collina che guarda la città, merita tutte le “stelline” della guida
turistica. La seconda, sorta su resti romani, è il più antico luogo di culto di
Tuscania. Bolsena
– Radicofani - Pienza
Di nuovo in marcia e rieccoci a Bolsena dove
sostiamo in un parcheggio a pochi mt dal lago. Dopo pranzo io e Barbara
facciamo una passeggiata al bordo
dell’acqua. Un gruppo di anatre ci osserva per un po’ e poi, forse disturbate
dalla nostra presenza, vociando e palettando, si allontanano. C’è il sole, l’aria è dolce, le acque sono
calmissime, il silenzio è rotto soltanto dal grido dei gabbiani. E’ un peccato
andare via di qui … In direzione di Pienza una deviazione per
“lavori in corso” ci conduce a Radicofani, inconfondibile per la torre che si
staglia nel cielo. Le costruzioni in pietra grigia e mattoni
rossi orlano le stradine che, ripidissime, salgono alla sommità della rupe
basaltica. Case tenute in maniera ineccepibile e balconi traboccanti di fiori
si alternano ad esercizi e botteghe artigiane. Sulla soglia di casa, come un
tempo, qualche persona anziana è seduta a guardare i passanti. Ci salutano con
un sorriso…… Unitamente alla chiesa di S. Agata e la
chiesa di S. Pietro Apostolo con tavole bianco e blu di Andrea e Giovanni della
Robbia abbiamo visitato un singolare
“basso” dov’erano esposti arnesi e suppellettili del mondo contadino. Una
specie di Museo Etnografico insomma, privo di custode e con il solo libro per i
visitatori. A Radicofani, prima di salire al paese, c’è
anche un’area di sosta per camper (piccola ma ovviamente tutto è in
proporzione) con tanto di tavoli pic nic. Riprendiamo la strada che si snoda tra le
colline perfettamente arate, punteggiate da casali e greggi di pecore fino a
giungere in serata a Pienza, la “città ideale” dell’urbanistica rinascimentale. Ci sistemiamo in un parcheggio vicino al
centro e andiamo subito alla scoperta della città di Enea Silvio Piccolomini,
ovvero Pio II, che qui nacque nel 1405. E’ un vero gioiello questo Borgo dove il
verde riveste un ruolo importantissimo. Piante fiorite, grasse e succulente,
rampicanti ed alberelli in vaso vivacizzano in modo decisamente elegante la
“città dell’utopia”. Ogni vicolo è una sorpresa, gli scorci da fotografare si
sprecano, i negozietti propongono prodotti tipici tra cui primeggiano i vini ed
il formaggio pecorino in tutte le stagionature. Anche le ceramiche occupano
molti locali, come pure gli antiquari ed i gioiellieri. Sulla soglia di uno di questi una micina
tutta bianca accoglie (dormendo) i probabili clienti. E’ simpatica ma un po’
diffidente e forse per questo mordicchia Barbara. Dormiamo nel suddetto parcheggio, molto
tranquillo in verità. Montepulciano
- Chianciano - Città della Pieve
Percorriamo i 12 km che ci separano da
Montepulciano, posta su di un’altura, tra la Val d’Orcia e la Valdichiana,
città natale di Agnolo Ambrogini detto il Poliziano. Sosta nell’area attigua la Caserma dei Vigili
del Fuoco e salita ripidissima al centro storico dove spiccano le opere d’arte
di innumerevoli famosi artisti. Tantissime sono le enoteche, il vino sarà
certamente superlativo visti i prezzi. Premettendo di essere pressoché astemi e
quindi non invogliati alla follia per l’acquisto del prezioso néttare, osservo
i prezzi esposti. 23 euro per due bottiglie confezionate in scatola; mediamente
una bottiglia costa 5 euro. Una paninoteca offre una bottiglia da 750 ml del
’97 a 65 euro ma un bicchiere dello stesso vino è proposto al prezzo
“stracciato” di 12 euro…. Dopo due settimane di borghi medievali si può
dire che abbiamo le “ali ai piedi”: camminiamo senza fatica e non siamo (quasi)
mai stanchi. Il nostro girovagare tra i saliscendi
dell’antica Mons Politianis include il Duomo, il Palazzo Comunale, la Chiesa di
S. Biagio, Via Ricci e l’antico caffè “Poliziano” che però non ha le bustine
personalizzate di zucchero, di cui Barbara è collezionista. Peccato…. Proseguiamo per Chianciano dove visitiamo il
piccolo centro storico che non ci lascia però impressioni particolari. Saltiamo il Borgo di Chiusi perché non
riusciamo ad infilarci nel centro storico per via del traffico e delle curve a
gomito che ci mettono in difficoltà e puntiamo alla volta di Città della Pieve,
luogo natale del Perugino. Situata sul confine tra Umbria, Toscana e
poco distante dal Lazio si può dire, con un gioco di parole, che la città è al
centro dell’Italia Centrale. Di colore rosato, dovuto al laterizio che qui
si produce fin dal Medioevo, Città della Pieve è nota per aver dato i natali a
Pietro Vannucci, detto il Perugino. La cattedrale ospita alcuni dipinti
dell’artista mentre l’”Adorazione dei Magi” è conservata nell’Oratorio di S.
Maria dei Bianchi; nella chiesa di S. Maria dei Servi ammiriamo invece la
“Deposizione della Croce”. Anche il resto della città è piacevole da
visitare, compreso il Vicolo Baciadonne, considerata la via più stretta
d’Italia. Ora mi distacco momentaneamente dal “Divin
Pittore” (solo per un momento…) per
aprire una parentesi un po’ frivola. Mi sta venendo in mente che qui, a Città
della Pieve, si gira la fiction televisiva “Carabinieri”. Per questo motivo
molta gente girella per vedere se riesce ad individuare qualche attore. Noi ne abbiamo
intravisto uno che non è né il protagonista, né il più bello però è molto
simpatico. Entro al “Bar Pippo” che però è molto più piccolo di come si vede in
TV, e foto di Barbara (molto recalcitrante) davanti allo stesso. Chiusa la parentesi. Cortona –
Arezzo
Al confine est della Valdichiana, quasi interamente chiusa da mura,
sorge Cortona, a quasi 500 mt di altitudine. Fondata dagli Etruschi la cui presenza è
testimoniata dalle fondamenta delle poderose mura cittadine, Cortona è una
delle più antiche città d’Italia. Grosso centro del potere in epoca medievale,
al pari di Arezzo e Siena, la città perse ogni autonomia quando passò sotto il
dominio fiorentino. E le tracce indelebili del suo passato d’oro
sono meta del nostro itinerario che diventa
artistico per opera degli artisti che qui nacquero come Luca Signorelli
oppure vi lavorarono: dal Beato Angelico a Palma il Giovane a Giuliano da
Sangallo; religioso per la presenza della Basilica di S. Margherita e delle
Chiese preziose ed infine archeologico in riferimento al Museo dell’Accademia
Etrusca e delle aree archeologiche fuori città. Una città da rivedere, senza dubbio. Poco più di 30 km e siamo ad Arezzo, una
delle città più ricche della Toscana. Preziosa, come gli oggetti di oreficeria
prodotti dagli abili artigiani locali, Arezzo si porge al turista con mirabili
testimonianze, difficili da dimenticare. Dal Duomo e dalla Fortezza Medicea, ubicati
nel punto più alto della città, si dipartono a ventaglio le stradine che
portano al centro storico. Le molte ricostruzioni subite per via degli eventi
bellici non hanno minimamente intaccato l’armonia del tessuto urbano che
presenta edifici civili e religiosi di varie epoche. E poi si arriva nel cuore della città, nella
vasta, irregolare ed inclinata Piazza Grande orlata dalla romanica Abside della
Pieve, dal barocco Palazzo del Tribunale, dal gotico e rinascimentale Palazzo
della Fraternita dei Laici e, sull’alto, l’imponente Palazzo delle Logge su
progetto di Giorgio Vasari. Una grande varietà di stili che si fondono
armoniosamente e fanno da scenario alla Giostra del Saracino, una
Manifestazione risalente al XIII secolo, da annoverarsi quindi tra le più
antiche e pittoresche. Arezzo è l’ultima tappa del nostro
itinerario, da qui puntiamo su Firenze per trascorrere qualche ora in compagnia
di amici di vecchia data, appuntamento che conclude invariabilmente ogni nostro
viaggio nel centro Italia. In conclusione vorrei dire che viaggiare con
il camper fuori stagione è stata una cosa piacevole per molti motivi: non
abbiamo trovato traffico, non abbiamo avuto problemi per la sosta (all’infuori
ovviamente di qualche intoppo….) ma soprattutto abbiamo avuto un alleato
importantissimo: il tempo, che è stato sempre bello e ci ha permesso di fare
una vacanza senza mai aprire
l’ombrello, una vacanza che ricorderemo, certamente, per molto tempo. Tosca
Ferro Ottobre 2004 E per meglio ricordare quanto sopra, desidero
indicare anche i luoghi dove abbiamo sostato. Passignano sul Trasimeno (PG) - Lungolago, 4
posti per camper, scarico gratuito. Corciano (PG) - Parcheggio turistico situato
all’inizio della cittadina. Perugia – Parcheggio nei pressi di Piazza
Europa Gubbio (PG) - Area di sosta gratuita
adiacente l’Istituto Tecnico in via Bottagnone, carico-scarico, segnalata Assisi (PG) - A fianco dell’Ospedale
Comunale, a 10 minuti dal centro Spello (PG) - Area per camper sotto le mura, Via Centrale Umbra, adiacente gli
Impianti Sportivi Foligno (PG) - Parcheggio Via F.lli Bandiera,
a 150 mt dallo Stadio, oltre il fiume Topino, carico/scarico Trevi (PG) - Area di sosta gratuita,
segnalata, alla fine della città Spoleto (PG) - Parcheggio Via dei Filosofi Todi (PG) - Parcheggio sotto le mura, vicino
all’ingresso di Porta Amerina Orvieto - Area attrezzata a pagamento, presso
il parcheggio della funicolare Viterbo -
Parcheggio gratuito e segnalato in piazza M.llo R. Romiti, adiacente la
Questura Roma – Sosta a pagamento c/o centro vendita
LPG Via Casilina 700, bus per il centro Castelgandolfo (RM) - Area gratuita segnalata
Via Fontana Vecchia Albano Laziale (RM) - Parcheggio gratuito in Piazza Guerrucci Anzio (RM) - Parcheggio gratuito, sul porto Sabaudia
(LT) - Parcheggio (20 posti) di fronte alla Caserma Piave Lido di Ostia (RM) - Parcheggio sul
lungomare, inizio città Tarquinia (VT) - Parcheggio gratuito e segnalato c/o Porta Garibaldi. Parcheggio
gratuito segnalato con scarico nei pressi degli scavi Strada Provinciale
Montarozzi n. 43 Tuscania (VT) - Parcheggio lato destro porta
accesso alla città, sotto le mura. Bolsena (VT) - Parcheggio in riva al lago, a
50 mt dall’area “Guadetto” a pagamento. Radicofani (SI) - Area di sosta gratuita,
prima di salire alla città alta. Pienza (SI) - Parcheggio gratuito via del
Cancellino Montepulciano (SI) - Area attigua la Caserma
dei Vigili del Fuoco Chianciano (SI) - Parcheggio gratuito, prima
dell’ingresso al centro antico Città della Pieve (PG) – Parcheggio di fronte
alla Chiesa di S.Agostino a 50 mt dalla porta della città Cortona (AR) – Area attrezzata via del
Mercato sotto le mura parte ovest c/o Porta S.Agostino Arezzo – Parcheggio gratuito Via Giuseppe
Pietri; con una serie di scale mobili si è subito in centro città. Viaggio effettuato ad Ottobre 2004 da Tosca Ferro Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |
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