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PASQUA 2005  (24 marzo 2005 – 29 marzo 2005)

 

Equipaggio: Fede (40), Lidia (40), Alessandro (9) e Andrea(6)

Mezzo: MC Louis 610 Tandy 2800

 

Giovedì mattina, finalmente. Dopo aver sistemato gli ultimi bagagli, prelevato e salutato il cane si parte. I nonni ci accompagnano al camper e alle 11.45 partiamo da Cologno Monzese alla volta dell’Austria. Unico mio dubbio: nessuno di noi parla in Tedesco.

 

Non appena entriamo sulla Milano – Venezia, troviamo una bella fila. Per fortuna è breve e il viaggio scorre veloce: Bergamo, Brescia, Verona e poi su … Trento, Bolzano,  Vipiteno e il Brennero (ore 17), previo acquisto della “vignetta” per le autostrade austriache (6.80 euro) in un’area di sosta. Andrea si fa una bella dormita in mansarda. Prima di passare il confine pranziamo con affettati e con il solito “Tarky” di tacchino.

 

Decidiamo di arrivare a Salisburgo via Germania, anche se il satellitare di Fede è programmato solo per l’Austria, per cui si ostina a volerci far girare a destra prima. In Baviera c’è la neve, le casette sono bianche e rifinite in alto con listelli di legno, i tetti sono a punta. Ci sono alcuni laghetti deliziosi, ma Ale non vede nulla, perché dorme pure lui.

 

Visto che c’è un po’ di traffico e sono le 18, decidiamo di dormire ad Hallein, dove arriviamo abbastanza in fretta, ma non troviamo il campeggio. Il satellitare impazzisce, ma per fortuna un vecchietto mi indica – naturalmente in tedesco – che il campeggio è “dove c’è la birra”. E’ vero, abbiamo visto una fabbrica di birra in una delle strade che abbiamo passato. Torniamo indietro ed ecco “Auwirt”, il nostro piccolo campeggio.

Sì, è un prato più che un campeggio, ma molto ordinato e con dei gabinetti pulitissimi e confortevoli. Anche i proprietari sono molto gentili e la moglie parla in Italiano  (sono tornati il giorno precedente da Caorle, dove vanno tutti gli anni).

 

Ale vuole la pasta, Andrea i tortellini, papà la pasta, io i tortellini… io dico che non sto bene con il pancino e vinco: tortellini in brodo per tutti. Deliziosi. Dopo esserci sorbiti i dvd dei Digimon e di Mucche alla riscossa (abbiamo figli teledipendenti), facciamo una passeggiata lungo la strada che va a Salisburgo e poi tutti a nanna alle 10,30. Fa freddo. In terra ci sono mucchi di neve.

 

 

Venerdì alle 8 siamo svegli. Ancora un po’ di tele, una bella colazione e via, verso la miniera di sale, la Salz Welten.

 

Arriviamo alle 9.30 sul monte Bad Durrnberg:  che fatica capire i nomi. Questa volta il satellitare ci aiuta e non facciamo fatica. Piove.

Ci accodiamo dietro un pullman di disabili ed entriamo nella “stazione di partenza”. Paghiamo 41 euro invece di 42 esibendo la ricevuta del campeggio. Ci vengono consegnati dei pantaloni e delle giacche da indossare sopra i nostri vestiti, depositiamo i nostri giacconi ed entriamo. Anzi, usciamo, perché l’ingresso alla miniera è fuori.

 

Ci fanno sedere su una specie di trenino, tutti in fila, e si parte. Dopo alcuni minuti di corsa ci fanno scendere e ci addentriamo nel tunnel, proprio come quello dei film. Cammina, cammina, arriviamo al primo degli scivoli che ci portano nelle viscere della montagna.

Ogni tanto ci fanno vedere dei filmati sulla vita del vescovo che nel 1600 ampliò la miniera e abbellì Salisburgo con la costruzione di molti edifici barocchi, tra cui il Mirabell Schloss e la nuova cattedrale. In tedesco con i sottotitoli. Alcuni manichini travestiti da minatori ci illustrano come si estraeva il sale. Nell’antichità con il piccone, dopo il 1600 con l’acqua. Non ho capito molto bene, ma l’acqua veniva spruzzata contro il sale fino a farlo sciogliere, poi veniva raccolta in laghetti artificiali (su uno ci hanno fatto navigare con un barcone). Il sale si depositava e si raccoglieva facilmente. Adesso la miniera non è più redditizia, per cui è in disuso. Un tempo però era contesa tra Salisburgo e la Baviera, per cui fecero molte guerre. La miniera in effetti si estende in parte in Germania e nel percorrerla abbiamo passato il confine.

Un altro scivolo, la visita a un minatore celtico mummificato e poi su, su una scala mobile, fino alla stazioncina del trenino. Ci siamo divertiti moltissimo.

Naturalmente abbiamo acquistato dei ricordini. Andrea uno scoiattolino di pelo vero, Ale una collana con un drago, io 4 foto 20 euro, due cartoline e due cristalli di sale grezzo. Papà paga.

 

Facciamo una breve visita anche al piccolo villaggio celtico ricostruito che è subito fuori dalla miniera ed è molto carino. Le casette sono di tronchi d’albero, molto ordinate, come tutto qui. Solo che piove, in terra c’è la neve e siamo un po’ stanchi.

Torniamo al parcheggio, che si è riempito per bene e facciamo un po’ di fatica ad uscire. Programmiamo il computer  per il campeggio di Salisburgo dove non andremo, lavo il vetro e .. . via!!! Niente acquisti alla fabbrica della birra, perché è l’una.

 

Dopo le solite peripezie tra stradine che non c’entrano nulla con l’obiettivo, prendiamo l’autostrada, che non si paga mai, e usciamo a Salisburgo Nord. Su un diario di bordo ho letto che una famiglia si era trovata bene al Campeggio Nord Sam e voglio andare lì. In effetti lo troviamo subito ed è molto carino. Anche qui sono gentilissimi e palano in Italiano. Comperiamo le Salzburg Card, che servono a non pagare i biglietti di autobus, funicolare e alcuni musei.

 

E’ finalmente arrivato il momento della pasta ai funghi, grazie alle buste pronte, anche se per risparmiare tempo per cucinare fatico non poco a scrostare la pentola (per fortuna lo fa Fede). Uno scoiattolo sgranocchia qualcosa tra i cespugli vicini alle nostre finestre.

 Niente nanna; alle 16.15 prendiamo l’autobus n. 23. Dopo 5 minuti siamo già alla stazione – capolinea, prendiamo l’1 e in 5 minuti arriviamo in centro.

Una signora ci mostra la casa di Mozart e il Teatro. Forse si è accorta che non capiamo nulla di dove andiamo. Però troviamo il Duomo e la funicolare per la fortezza. Andrea vuole un canguro di peluche alle bancarelle, ma riusciamo a distrarlo. Visitiamo il duomo e le vicine catacombe, che è un antico cimitero bellissimo ai piedi della montagna a strapiombo, con le croci di ferro battuto e delle cappelle di famiglia in muratura, separate da inferriate in ferro battuto. Sembrano quelle del film “Tutti insieme appassionatamente”.

Finalmente saliamo sulla funicolare, gratis perché abbiamo le Salisburgo Card, e dopo una salita panoramicissima arriviamo in vetta al monte che sovrasta Salisburgo, alla bellissima fortezza chiamata Hohensalzburg. La vista è incantevole: il Salzach è un grande fiume che attraversa la città, stesa lungo la valle ai piedi dei monti innevati, con le sue cupole e i suoi palazzi ordinati e color panna.

Anche la visita al castello  è interessante, soprattutto per le armi della prima guerra mondiale e per il gabinetto del ‘500.

 

Dopo aver ammirato dall’alto Salisburgo tutta illuminata dalle luci, torniamo giù e cerchiamo un posticino dove mangiare. Gira gira, (gnola gnola Andrea) troviamo un ristorante delizioso dove è tutto buonissimo e il cameriere è molto carino nel tradurci l’impossibile. I ragazzi non gradiscono molto i mirtilli con la cotoletta, ma questa è deliziosa. Il pollo di Federico è stupendo e i miei gnocchi sono degni di nota. Anche lo strudel e la torta calda al cioccolato sono particolarmente buoni e la birra… ottima. 58 euro non ci sembrano tanti, anche perché siamo tutti contenti. Quando usciamo non piove più, per cui possiamo farci un po’ di foto.

L’autobus n. 6, che prendiamo di là dal fiume, passando un bel ponte di ferro, arriva subito e ci porta alla stazione, dove prendiamo un puntualissimo 23, che ci porta al campeggio. Un po’ di relax, un tè caldo, un mandarinetto e andiamo a letto.

 

Questa volta dormiamo con la stufa al 4, visto che ieri notte senza stufa accesa abbiamo avuto 14 gradi e ad Alessandro è caduto il piumino.

 

Sabato

Ore 8, Fede l’Inesorabile si sveglia e quindi mi devo svegliare anche io per dargli la scala, che ormai è di Alessandro (che dorme nel letto a castello in alto). Dormirei ancora un po’ sul divano, ma Fede ha già preparato il caffè e scalpita per andare alla Haus der Nature, il museo di storia naturale. E’ una splendida giornata di sole e gli uccellini cinguettano. Anche i miei bambini non sono da meno.

 

Alle 10 andiamo a pagare (27 euro) e alle 10,35 siamo sul 23. L’1 ci porta troppo avanti, quindi dobbiamo tornare indietro per un po’. Una signora, che parla l’Inglese benino e che ha passato 20 anni a Limone sul Garda, ci indica la strada giusta ed entriamo nel museo, ancora gratis, grazie alle Salisburgo card.

C’è di tutto. All’ingresso un t-rex animato spaventa i bambini e soprattutto Andrea, che non ha il coraggio di toccarlo. Poi c’è un calamaro gigante attaccato al soffitto con uno pterodattilo, un iguanodonte e un cranio di t-rex. Seguono acquari, terrari, ambienti ricostruiti, il reparto “spazio” con un filmato su un ipotetico meteorite che potrebbe atterrare su Salisburgo, distruggendo la vita su metà Europa. Suoni alti, il pavimento traballa… lo vediamo 2 volte. E poi microscopi, astronavi, funghi, insetti, cristalli, pietre preziose … alla fine dei cinque piani di esposizione siamo distrutti  ci mangiamo un bel gelato (insomma) e poi usciamo distrutti, ma felici.

 

Alessandro vuole la pizza e ci addentriamo per le vie del centro, dove ammiriamo la von Karajan Platz, con i cavalli dipinti sul muro di non so cosa. Andrea è un pò rognoso: è stanco, vuole andare sulla carrozza, vuole un peluche, vuole mangiare, vuole prendere l’autobus. Alla fine lo minaccio di lasciarlo da solo a Salisburbo, così sta zitto e cammina. Ci fermiamo a mangiare su un tavolo all’aperto in una specie di galleria-vicolo. Un postaccio, ma c’è un turco che ci fa 2 ottimi ghiros (panini con carne di maiale arrostita, insalata, cipolle, pomodori, salsine varie), due pizze al salame e due panini con i wurster.

 

Adesso sì che si ragiona. Torniamo al campeggio, ma dopo aver fatto una puntatina alla Despar per comprare i cioccolatini con la faccia di Mozart e per cercare la birra che abbiamo bevuto ieri. Ha un nome tipo Wesse ed è deliziosa. No, non c’è. Andrea piagnucola fino a quando non compra un elefantino portacaramelle, che però lo farà piangere perché si stacca la testa. Ho promesso di cucirlo. Non so come. Ale si compra un peluche di un pesce pagliaccio magnetico. Fede paga.

 

Sono le 15,30 quando rientriamo al Sam camp e alle 16, dopo aver caricato l'acqua pulita e scaricato la sporca, partiamo verso Vienna, passando per Linz. L’autostrada è in più punti in via di ristrutturazione, ma il traffico scorre bene. I bambini dormono nei loro lettini.

 

Vienna – Camping Wien West

Il computer di bordo è inutilizzabile perché sono partiti i fusibili dei due accendisigari. Per fortuna le indicazioni stradali sono semplici e il campeggio è poco fuori dall’autostrada.

Purtroppo non c’è un buco per lasciare il camper. Il custode ci fa sistemare davanti a una roulotte, perché occupa da sola uno spazio di tre camper, ma l’ospite non è d’accordo e litigano in tedesco. Che gioia. Poi non c’è neanche l’attacco della luce. Optiamo per una fessura tra un camper e un albero in curva, di fronte al camper service e ai gabinetti. Il camper è anche in salita. Io sono un po’ arrabbiata, perché ripenso al mio angolo di paradiso a Salisburgo. Comunque dormiamo bene.

 

Domenica

Buona Pasqua. Il nostro vicino se ne è andato prestissimo e noi ci sistemiamo nella sua piazzola, che è più larga, e ne approfittiamo per mettere sotto le ruote i rialzi. Adesso sì che si sta bene.

All’alba delle 11 siamo pronti per avventurarci per le vie di Vienna. Il tempo è nuvoloso, ma tiene. Passano due autobus vicino al campeggio, che ci portano alla stazione della metropolitana. I biglietti giornalieri li acquistiamo alla reception: 5 euro, ma pagano solo gli adulti. Arriviamo in centro alle 12, 30 … per forza, c’è l’ora legale. E chi se ne era accorto! Durante il tragitto chiacchieriamo con un gruppo di Italiani, che Ale vorrebbe seguire al Prater, ma noi grandi vogliamo prima visitare la città.

 

Ammiriamo la cattedrale di S. Stefano, le viuzze vicine, il quartiere greco, le strade eleganti del centro, che sembra via Dante e il Foro Buonaparte. In effetti sono contemporanei. Poi gustiamo la Piazza S. Michele  e il castello di Helbronn da fuori. La ricerca di un posticino carino dove pranzare è lunga e penosa, perché non ci piace niente: in centro i locali sono troppo turistici e caotici. Alla fine optiamo per un Mc Donald. I bambini si prendono il loro regalino (un giochino elettronico) e Ale si divora due cheesburgher.

 

Dopo un giro sul tram n. 1 per il Ring, che è la circonvallazione su cui si affacciano una serie di palazzi grandiosi di vari stili (museo, parlamento, università, chiese varie) andiamo al Prater in tram, a vedere il luna park e la famosa ruota panoramica. Stiamo qui fino alle 21,30 per la gioia dei bambini. Ci divertiamo moltissimo anche noi grandi, perché i giochi sono molto belli anche se cari (forse per questo non c’è la fila). Andrea predilige i castelli di paura, primo tra tutti la casa dei dinosauri. Ale non scenderebbe più da autoscontri e go kart. Fede desidera tanto una frittella, ma  queste austriache … sono all’aglio.

Unico neo, si rompe la cassetta della videocamera, che si è messa a fare i capricci. Speriamo di riuscire a recuperare qualcosa.

Ritorniamo a casa in compagnia di una famiglia di Ravenna.

Mezzanotte a nanna.

 

Lunedì

Oggi riusciamo a dormire fino alle  9. Ci disturba un po’ di traffico … ci sono almeno 10 camper in fila al camper service per rifornirsi di acqua e partire. Fortuna che noi andiamo via domani o stasera. Con calma, alle 12 usciamo e andiamo a comprare i biglietti  dell’autobus alla reception. Già che ci siamo, decidiamo di pagare le due notti e la giornata di oggi, per poter partire con comodo quando ci pare.

 

Ormai siamo pratici dei mezzi locali, per cui in un quarto d’ora siamo al parco del castello estivo di Sissi, lo Shonbrunn. Decidiamo di vedere prima lo zoo (TIEREGARDEN), visto che c’è un bellissimo sole, e rimandiamo la visita alle 40 stanze a dopo. Solo che la visita allo zoo è finita alle 17, a castello chiuso (come si è arrabbiato Fede!). Come facevo a sapere che lo zoo non finiva mai? Andrea ha anche fatto un giro sul pony e accarezzato una capretta, che come al solito lo ha leccato, fortunatamente sulla mano.

Il momento in cui Fede si è arrabbiato di più però è stato quando ho detto “VA BENE” all’acquisto dei peluche di ricordo. Sì, perché erano talmente belli che ne hanno presi due per uno. Ale un serpente cobra e un coccodrillo, Andrea un lemure e un fenicottero. Il problema è che la visa non è molto utilizzabile (nei supermercati ad esempio non si può usare) e abbiamo pochi contanti. Qui però la visa l’accettano…

Pranziamo alle 15 con kartofen arrostite, fritte e castagne. Deliziose. L’omino che le vendeva conosceva quattro parole in Italiano: Roma, Milano, Berlusconi e mafioso. Mi sono state sufficienti per chiacchierare.

 

Usciamo e ci rechiamo al castello. Oh, oh…. sono le 17,30 ed è già chiuso … come pure il labirinto di cespugli. Fede si arrabbia non poco, ma come facevo a immaginarmelo? Davanti all’entrata del castello ci sono però tante piccole bancarelle di prodotti tipici, tra cui migliaia di uova colorate, galline di paglia e conigli di legno. Papà e io compriamo delle frittelle dolci.

 

Alle 18 rientriamo al camper e alle 18,30 siamo già in partenza per Mauthausen. Alle 20 arriviamo a Melk e usciamo dall’autostrada per guardare l’abbazia da vicino. E’ quella in cui si svolge la storia de “Il nome della rosa” e da lontano è una bianca fortezza meravigliosa. Purtroppo leggiamo che nel mese di marzo le visite sono limitate dalle 11 in poi, anche per la balconata belvedere, per cui ripartiamo per Linz. Piove.

 

Usciamo dall’autostrada ad Asten e il campeggio è vicino, solo che non lo vediamo causa maltempo. Non possiamo neppure chiedere informazioni, perché ha un nome impronunciabile: “Camping Liz am Pichlingersee” Ritorniamo indietro per l’unica strada parallela all’autostrada, completamente deserta, dove siamo sicuri che si trova, e in effetti è lì. Solo che è chiuso … Niente paura, entro nel bar in fianco e i guardiani erano lì che cenavano, così ci fanno entrare. Sono le 10 quando ci mettiamo a tavola per una colossale abbuffata di wuster, scamorza ai ferri, pomodori e bruschetta.

Ale e papà si sfidano a poker, Andrea  gioca a kid piks sul computer e io mi rivedo per la 76° volta Jurassic Park numero tre.

 

Martedì ultimo giorno

La sveglia suona alle 7, perché dobbiamo sfruttare tutta la giornata. Solo che piove e il piumino è caldo … Alle 7,30 Fede si spazientisce e ci alziamo. Mentre facciamo colazione ammiriamo uno scoiattolo correre vicino a dei piccioni che sembrano dei fagiani, nella piazzola vicino alla nostra. Paghiamo 21,39 euro, corrente compresa.

 

8,30 in marcia guidati … dal satellitare, perché Fede ha sistemato il fusibile ed è tutto contento. A Mauthausen arriviamo in una mezz’ora, perché la strada e semplice e le indicazioni sono come sempre molto chiare. Riusciamo anche a trovare le indicazioni per il lagher e alle 9 siamo arrivati. Non piove più. I bambini si alzano e si vestono e andiamo a visitare la lugubre fortezza. L’ingresso è di 1,50 euro e ci danno anche un registratore con la guida in Italiano. Non è una visita divertente, ci  sono le baracche, i forni crematori e le camere a gas. Poche le foto, soprattutto di ufficiali nazisti, ma molti i disegni. Fuori dal lagher c’è un grande prato verde, dove ogni nazione che ha avuto delle perdite ha costruito un monumento commemorativo. Ci fermiamo davanti a quello italiano, dedicato a quanti morirono per la giustizia. Alla fine Ale ha gli occhi lucidi e Andrea mi chiede se i nazisti e i dinosauri adesso siano all’inferno.

 

Cerchiamo un supermercato per acquistare qualche prodotto locale e lo troviamo a Linz, dopo aver curiosato dentro a un “Biba”, che non è un supermercato, come abbiamo creduto vedendolo dall’autostrada, bensì una specie di IKEA. La birra che abbiamo bevuto a Salisburgo è introvabile, per cui ripieghiamo sulla Zipfer, che vediamo esposta dappertutto. Panini, formaggi e cioccolata sono gli altri acquisti e ritorniamo al camper. Naturalmente, non possiamo pagare in visa. Ale ascolta sempre la musica di Jannacci.

 

Dopo 5 minuti di viaggio, nel mettere via la scatola con il cioccolato, mi cade la caffettiera sul cristallo della cucina, che va in mille pezzi, Povera me! Il resto è tutto tranquillo. Deliziosi laghetti si succedono a bei boschi di abeti, le case e le stalle, tantissime, sembrano dei giocattoli. Salutiamo dai finestrini Salisburgo. Purtroppo un incidente vicino a Monaco ci fa perdere un sacco di tempo. Vicino a Innsbruck, alle 15, troviamo un’area di sosta con i tavoli di legno e, dato che c’è un bel sole, ci concediamo un bel pic nic. Il pane che abbiamo comperato, con sopra semini di tutti i tipi, è delizioso.

 

L’Austria ci è piaciuta moltissimo, anche per la cortesia e l’affabilità degli Austriaci e torneremo di sicuro. Salus!


Viaggio effettuato nel Marzo 2005 da Lidia Valentino

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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