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CARINZIA

Il Tibet a due passi dal confine

E' un'afoso Venerdì di luglio, quando, nel tardo pomeriggio romba il motore possente del nostro motorhome, l'appuntamento con gli amici è in autostrada al primo casello di entrata della Venezia - Udine - Tarvisio.

I due camper, perfettamente uguali (Niesmann+Bischoff - Clou Liner) macinano velocemente e confortevolmente i chilometri che ci separano da Tarvisio dove, nell'ottima area attrezzata fuori del centro abitato, è prevista la sosta per la notte.

Alla mattina del Sabato, alla buon'ora, varchiamo il confine austriaco e prendiamo l'autostrada per Klagenfurth e poi la strada statale panoramica n.83 fino ad Althofen, dove, una deviazione a destra porta ad Huttenberg.

Il tratto di strada per questo paesino è un po' stretto e guidiamo i nostri "bestioni" con attenzione, senza tuttavia farci sfuggire il panorama alpino così rilassante.

Poco prima di mezzogiorno arriviamo finalmente ad Huttenberg e, attraversato il minuscolo ma grazioso centro, giungiamo alla ns. meta : l'Heinrich Harrer Museum.

D'altronde alcuni tanka dipinti a mano dai bonzi e fissati con corde d'acciaio sulla parete di roccia laterale alla strada ci avevano preavvisato l'avvicinarsi della moderna struttura che ospita il museo di uno dei più grandi alpinisti ed esploratori viventi, la fondazione Harrer.

Harrer, quello ai più noto per il film "sette anni in Tibet" autore dell'omonimo libro e del seguito : "ritorno in Tibet". Siamo venuti apposta per visitare il museo dedicato ad Harrer e per assistere alle celebrazioni per il suo compleanno.

Per non fare la figura del solito italiano invadente e maleducato, avevo scritto una e-mail al direttore del museo chiedendo dove si potesse parcheggiare e subito mi era stata fornita esauriente risposta con l'indicazione del parcheggio sterrato situato in uno spiazzo appena sopra l'edificio.

Sistemati i veicoli, issiamo le bandierine della preghiera tibetane (acquistate in un mio viaggio in Tibet) in segno di festa.

La visita del museo si protrae per circa due ore, compresa la visione delle diapositive che si possono vedere nell'apposita saletta. I reperti Tibetani contenuti nel museo sono di eccezionale bellezza e di notevole valore artistico e sono inseriti nel contesto con attenta collocazione e perfetta illuminazione

Sorbiamo un the al burro di yak al bar, servito da una signora Tibetana e bighelloniamo tra i banchetti posti all'esterno dell'edificio che vendono souvenirs nepalesi e Tibetani.

Davvero un peccato che non sia tanto conosciuta questa struttura museale che consente di capire appieno la figura del prof. Heinrich Harrer ed i suoi trascorsi di uomo eccezionale.

Visitiamo il centro di Huttenberg (al.786 s.l.m) che fu centro principale della valle all'epoca in cui venivano sfruttate le numerose miniere di ferro note persino all'epoca romana.

Va visitata la gotica Pfakkirche St. Nikolaus (XV sec.), il museo dei minerali (orario 9-17) ed il museo minerario che si trova a circa 3 km ed a cui si giunge con una passeggiata su di un sentiero, e che consente di vedere antichi attrezzi da lavoro sistemati in una galleria lunga 700 m.

Le visite sono molto interessanti anche per i bambini e fanno trascorrere una giornata piacevole.

Una birra al centro del paese, e poi tutti a vedere i balletti Tibetani davanti al museo e poi l'immancabile proiezione di "sette anni in Tibet" su schermo panoramico, rigorosamente in tedesco.

Una giovane tibetana incuriosita dalla nostra presenza ci sorride e ci regala un cd di musica sacra tibetana. Anche lontani dalla lora patria i Tibetani non smentiscono la loro fama di gente pacifica e generosa e suscitano tutta la mia ammirazione.

Trascorsa una tranquilla nottata, ci spostiamo a visitare Sankt Veit der Glan, (c'è un parcheggio ampio all'uscita del paese nei pressi di un centro sportivo). La cittadina (475 m.s.l.m.) è molto carina. E' linda e pulita come tutti i paesi Austriaci e la sua visita rilassa.

Da vedere, l'Hauplatz che è la vasta piazza centrale circondata da antiche case. Al centro si nota una magnifica fontana "Walterbrunnen" e la fontana con una vasca romana proveniente dalle terme di Virnum. Da vedere anche il "Rathaus" del XV sec. e uno splendido cortile con arcate e graffiti.

Si pranza in un ristorantino tipico Carinziano con buona qualità dei cibi e poca spesa.

Al pomeriggio volgiamo la prua verso casa, e dopo una piccola sosta nella nota località di Klagenfhurt, per sera siamo a casa.

Informazioni
Strade ottime, accoglienza anche.
Soste: Tarvisio (Italia) A.A. a pagamento fuori dal centro perfettamente segnalata

Huttenberg (Austria) nel piazzale sterrato situato più sopra rispetto al museo, St. Veit (Austria) all'uscita della cittadina segnalato come parking per pullman e vicino ad un centro sportivo.

Chi fosse interessato al museo Harrer può visitare il sito internet www.Harrermuseum.at con versione anche in Inglese.

N.B. Ogni anno dal 4 al 6 luglio c'è la festa Tibetana (davanti al museo) con balletti, mercatino e the al burro di Yak.


Viaggio effettuato da Giovanni Bonifacio nel Luglio 2002

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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