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Cres, isola croata nel golfo del Quarnaro, ultima settimana di aprile. Alle 18 di venerdì imbocchiamo l'autostrada per Padova e a Mestre seguiamo per Trieste ma appena oltre Monfalcone usciamo e troviamo parcheggio per la notte tra le vie silenziose di un piccolo paese.
La mattina, di buon ora ci rimettiamo in strada; il sole splende e ho fretta di arrivare nella pace di un isola dove il silenzio è la normalità, il rumore una rara anomalia.
Lunga la fila all'imbarco ma per fortuna i traghetti si avvicendano al ritmo di uno ogni mezz'ora e la traversata richiede meno di venti minuti.
Cres è una strana, bellissima isola. Una sola menzione riguardo la fauna locale: il grifone. Gyps fulvus è il nome scientifico, un nome corto per un rapace di dimensioni imponenti, uno dei più grandi al mondo: un metro e più d'altezza, e un'apertura alare che in certi adulti del peso di dieci chili può superare i tre metri. Questo animale appartiene alla famiglia degli avvoltoi, rapaci che non si nutrono di prede vive ma solo delle carogne tanto è vero che le attuali colonie non riuscirebbero a sfamarsi se dalla terraferma non portassero le scorie della lavorazione delle carni. Oggi nell'isola si pensa vivano circa settanta coppie suddivise grosso modo in due colonie che sono costantemente monitorate dai ricercatori per ridurre la mortalità tra la quarantina di neonati che ogni anno vede la luce e aiutare la comunità dei grifoni a crescere progressivamente, evitando l'estinzione così come verificatosi in quasi tutti gli altri Paesi europei. A tale scopo, a Cres ci cerca di salvaguardare gli ultimi habitat di questi grandi volatili, principalmente nell'estremo nord dell'isola. Belj è un piccolo borgo di origine preistorica (45°07'18.06"N/14°21'20.16"E) e sorge su di uno sperone roccioso della costa nord orientale. Ci arriviamo attraverso una strada molto stretta e tutta curve. Allo scopo di consentire a due automezzi di incrociarsi, sono state ricavate, così come in altre strade della stessa categoria (e cioè strettissime), delle piccole piazzole ma è consigliabile suonare molto prima di ogni curva. E' ciò che faccio anch'io ma è con vero piacere che dopo quasi mezz'ora scorgo il grappolo di case assembrate in cima a una rupe. Poche diecine di metri prima del paese, sulla sinistra, si trova l'Eko Zenter, il Centro di recupero dei grifoni, che si occupa della conservazione e tutela dell'habitat di questi animali; in una voliera è possibile osservarne alcuni esemplari. Attualmente abitano il paese, mi è stato detto, meno di venti persone ma durante la stagione estiva molte case ospitano figli e nipoti che vi ritornano per le vacanze. I vicoli sono stretti, inadatti anche alle vetture più piccole, a volte tanto angusti che allargando le braccia si toccano i muri da ambedue le parti. Esistono ancora alcuni bassi edifici dalle chiare connotazioni preistoriche; in tempi più recenti adibiti a ricovero di capre e pecore, è probabile che fossero originariamente le abitazioni della prima comunità. Interessante e in buone condizioni il ponte romano ad un'arcata che supera il rivo lungo il quale con le piogge autunnali si formano alcune cascatelle di rara bellezza.
A oriente la parete scende ripida fino al mare e ad una minuscola calle, chiamata "Sotto Beli", dotata di porticciolo per le barche e di una spiaggia sassosa cui si arriva per una stretta, erta stradina (di certo sono più di 15 gradi) che ora stanno iniziando ad allargare. Il nostro motorhome Laika fatica a scendere per spazi così ridotti, ma procedendo con cautela e a passo d'uomo scendiamo il mezzo chilometro che ci separa dal piccolo campeggio sorto alle spalle della spiaggia, sotto piante d'ulivi, appena dietro a una fila di microscopiche casette in pietra e legno, un tempo ricovero per le barche dei pescatori locali. Il campeggio è costituito da un triangolo di terreno piano ed inerbito, delimitato a sud da un rivo in secca e dal crinale della montagna, a nord da un eguale pendio al sommo del quale sorge Beli e a oriente dalla fila di casette e dallo stretto arenile. Un baretto ricavato da una baracca offre a bordo spiaggia bibite e insalate, accanto a un'altra costruzione che in stagione turistica credo ospiti un negozio di generi vari. Per una notte in bassa stagione, camper e due persone pagano 16 euro. Da Belj parte un sentiero discretamente segnato (fare però attenzione ai segnalino a volte scoloriti o coperti dalla vegetazione) che risale il crinale attraversando un giovane bosco.
Via via che si scende verso sud, prende piede la macchia mediterranea e le pietraie si colorano in primavera del lilla chiaro della salvia, del giallo dell'euforbia e delle ginestre, del rosa pallido del cisto. Nella parte più meridionale dell'isola sono presenti ovunque i fichi e i corbezzoli e nei pressi di Osor (Ossero), si trovano anche grandi cespugli di fummo sterno dai fiori bianco-gialli e dalle foglie simili a quelle del fico e anche il rosmarino che qui raggiunge il punto più settentrionale della sua diffusione naturale.
Seguendo le indicazioni della nostra guida e i ricordi del mio precedente passaggio, arriviamo a Martinscica (San Martino di Cherso), (44°49'16.24"N/ 14°20'24.42"E) sulla costa occidentale, a ridosso di un'ampia baia contornata da bassi pendii.
La struttura ci appare subito molto ben organizzata e pulita, servizi scintillanti, vialetti ben tenuti e le centraline elettriche più recenti, munite perfino di cupolino luminoso. Molto bella e raccolta la baia di Tiha presso cui collochiamo il camper, tra siepi di pitosfori in fiore che emanano un profumo intensissimo. In questo primo scorcio di stagione la scelta è vastissima, il campeggio semi deserto e anche qui, nei pressi dell'acqua, contiamo sì e no quindici tra camper e caravan, incluso un bell'Iveco Daily 4x4 di due simpatiche coppie modenesi con cucciolo di pastore tedesco al seguito. Hanno alle spalle alcuni notevoli viaggi africani e ne parliamo mentre un tramonto da manuale tinge di rosso e di viola la superficie della baia che per qualche minuto appare striata di grigio per effetto del debole moto ondoso.
Qualche giorno dopo ci spostiamo più a sud, dove aumentano le strutture d'accoglienza turistica pur garantendo sempre una pace e una tranquillità fuori dal normale ma con la possibilità di trovare svaghi più adeguati ai giovani, discoteche incluse.
L'ultimo camping che abbiamo collaudato nel corso di questa nostra settimana a Cres, è il Bijar, a poche centinaia di metri da da Osor (Ossero), importante e antica località posta alla congiunzione con l'isola di Lussino, da cui la divide un breve canale (chiamato Cavanella o Kavada) largo appena dieci metri dotato di ponte girevole e ricavato, si crede, in epoca romana con l'eliminazione del breve istmo di terra.
In seguito, sia per la maggiore autonomia delle navi che per il sopraggiungere della malaria, Ossero decadde al punto che il principe della città e il capitano reggente (entrambi nobili veneziani) si trasferirono a Cherso (Cres) e la città fu in gran parte abbandonata. Il camping, fornito di mini-market, di ristorante e di bar, offre un buon numero di piazzole dotate di presa elettrica (le più vecchie hanno centraline con prese schuco), acqua e scarico, sotto una pineta anche troppo ombrosa che in questa stagione risulta perfino gelida. Cerchiamo, invano, uno spazio più aperto poi ci adattiamo, anche perchè sarà per una sola notte. Adeguati i servizi, suddivisi in 5 blocchi di varie dimensioni e tipologie a seconda dell'anzianità ma ben tenuti. In stagione è disponibile una sala - tv, tennis da tavolo, area giochi per bambini. Nel suo complesso, l'isola resta una meta molto appetibile, a mio giudizio, non lontana dalle nostre città e, credo, con la possibilità di arrivarci anche via mare. Mi è stato riferito, infatti, che dalla costa romagnola ci sono dei traghetti che fanno rotta regolare su Lussino che, come detto, è divisa da Cres soltanto da uno stretto canale. Il mare è splendido, la natura intatta e la gente di norma cortese e ospitale, i prezzi contenuti e le possibilità di sistemazioni abbondano.
Buona anche la disponibilità di sentieri per chi volesse effettuare qualche camminata. Difficoltà ridotte e percorsi sempre di tipo escursionistico, idonei, quindi, anche agli adolescenti purchè con qualche precedente, analoga esperienza. IMPORTANTE. In tutta l'isola di Cres, nonostante l'enorme presenza di pietraie e di luoghi selvaggi o scarsamente abitati, non esistono serpenti velenosi ma solo rettili innocui come ramarri, lucertole e bisce d'acqua.
Ristoranti consigliati: A Cherso paese (44°57'43.86"N/14°24'36.60"E) abbiamo provati varie trattorie e ci sono sembrate tutte di buon livello se si scelgono i tipici piatti locali, meno (molto meno) se si osano imprudenti scelte come gli spaghetti alla bolognese, piatto che peraltro neppure esiste, a Bologna, e che all'estero viene spesso confuso con le tagliatelle al ragù di carne, queste sì autenticamente felsinee. Appena sopra Cherso, in direzione di Valun si prende per Loznati e si trova il ristorante la Bukaleta che offre un ottimo agnello al forno. A Valun (44°54'30.71"N/14°20'40.41"E), incamminatevi sul lungomare voltando le spalle al piccolo campeggio. Superate le poche case fermatevi a mangiare il pesce nel secondo e ultimo ristorante che ha anche una larga terrazza sospesa sul mare. Prezzo medio: 15/20 euro. A Osor (44°41'33.81"N/14°23'45.58"E) c'è un ristorante assai piacevole non solo per la cucina che offre ma anche per la cornice in cui ci si accomoda per pranzare. Dalla passione della proprietaria e dal suo verdissimo pollice è nato un orto-giardino rigoglioso di fiori e di erbe aromatiche. E' il "Nonina Kuhinja Bonifacic", tel. 385 (0) 51 23 7413. Trovarlo è facile, si trova in pieno centro storico, lo conoscono tutti e ha due ingressi: sul canale a poca distanza dal ponte girevole e dagli stretti vicoli a ridosso della piazza su cui s'affaccia anche la chiesa di San Gaudenzio. Prezzo medio: 20/25 euro.
In avvicinamento a Cres, invece, lungo la statale E63 che collega Trieste con Rijeka (Fiume), vi consiglio una sosta a Pasjak alla trattoria (gostiana, in croato) "Eli". Una gestione famigliare estremamente cordiale vi offrirà: maialino allo spiedo, uno spettacoloso goulash di cervo con gnocchi di patate, ottimo prosciutto locale. Non male anche il merlot sfuso di loro produzione, corposo ma morbido e vellutato. Da provare, se piace il genere, la grappa aromatizzata con melissa, timo, salvia e rosmarino che vendono anche in bottiglie confezionate da loro, a 10 euro l'una. Attenzione, però, perchè è dinamite! Seguono, i dati dei campeggi nominati.
Camping Slatina, Martinscica. Tel 385 (0)51 574 127
Camping naturista Baldarin, Punta Kriza. Tel. 385 (0) 51 235 680
Il camper.
Viaggio effettuato ad Aprile 2007 da Alberto Angelici Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |
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