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Camping Sport Magenta

EIRE 1994

Viaggio in Italia, Francia, Gran Bretagna e Irlanda

30 Luglio - 26 Agosto 1994
Con la partecipazione di Alessandra, Alessio, Danilo, Dario, Diana, Diego, Franco, Graziella, Licia, Roberto, Sergio

Un affettuoso saluto a tutti i partecipanti a questa emozionante esperienza.

Le Tappe
 
  1. Castel Gandolfo-Roma Nord-Area Firenze Nord - Km 300
  2. Area Firenze Nord-Milano-Chiasso-Area Sanpach Nord - Km 604
  3. Area Sanpach Nord-Basel-Belfort-Vesoul - Km 277
  4. Vesoul-Chaumont-Reims-Calais - Km 585
  5. Calais-Dover-London-Cardiff-Narberth - Km 550
  6. Narberth - Km 0
  7. Narberth-Fishguard-Rosslare-Wexford-New Ross - Km 112
  8. New Ross-Kilkenny-Clonmel-Cashel - Km 112
  9. Cashel-Caher-Fermoy-Cork - Km 149
  10. Cork-Bandon-Skibberen-Bantry - Km 121
  11. Bantry-Kenmare-Ring of Kerry-Killarney - Km 203
  12. Killarney - Km 0
  13. Killarney-Tralee-Tarbert-Killimer-Kilrush - Km 132
  14. Kilrush-Cliffs of Moher-Galway-Rossaveel - Km 213
  15. Rossaveel-Isole Aran-Leename - Km 47
  16. Leename-Westport-Ballina-Sligo-Donegal - Km 266
  17. Donegal-Gweebarra B.-Letterkenny-Giant's Causeway - Km 245
  18. Giant's Causeway-Ballymena-Belfast-Newcastle - Km 150
  19. Newcastle - Km 0
  20. Newcastle-Newry-Dundlak-Drogheda-Dublin - Km 202
  21. Dublin-Wicklow-Arklow-Wexford-Rosslare - Km 149
  22. Fishguard-Cardiff-Bath-Stonhenge-Newhaven - Km 544
  23. Dieppe-Rouen-Paris-Aire Le Ferrieres - Km 251
  24. Aire Le Ferrieres-Eurodisney - Km 13
  25. Eurodisney-Coubert-Provins - Km 124
  26. Provins-Troyes-Chatillon-Dijon-Beaune Tailly - Km 286
  27. Beaune Tailly-Macon-Annemasse-Aosta-Arnad - Km 412
  28. Arnad-Genova-Lucca-Firenze-Roma-Albano Laz. - Km 753


Prima tappa: Sabato 30 Luglio 1994.

Come di consueto, abbiamo preparato la partenza con qualche giorno di anticipo. Le esperienze degli anni trascorsi ci permettono così di partire alle 16.50 dopo i soliti, convenevoli, saluti e la tradizionale dose di raccomandazioni da parte dei nostri genitori che non riescono ad abituarsi a vederci partire per un periodo di tempo così lungo. Alle 18.00 siamo all'area di servizio antistante il casello di Roma Nord dove ci incontriamo con i nostri compagni di viaggio. Dopo un abbraccio generale ci avviamo sull'autostrada A1 verso Firenze, nostra prima tappa. Viaggiamo per un'ora e tre quarti filati poi, all'area Montepulciano Est, dopo 226 chilometri di marcia, ci fermiamo per un rifornimento di gpl e per la sistemazione del gavone posto sul tetto del camper di Franco che alle "alte" velocità sembra che voglia staccarsi. Ripartiamo alle 20.00 per arrivare un'ora più tardi all'area Chianti Est dove ci sistemiamo per la notte. Per la tappa di avvio di questa nuova avventura mettiamo in cantiere 300 chilometri tondi, tondi. Dopo cena ci riuniamo, sull'aiuola dell'area, a parlare del più e del meno fino alle 24.00 ora in cui ci diamo appuntamento per domani alle 8.30 per cercare di macinare più strada possibile con il fresco.

Sommario delle tappe.

Seconda tappa: Domenica 31 Luglio 1994

Notte tranquilla, anche se trafficata, come è usuale in un'area di servizio autostradale. L'arrivo al parcheggio di un pullman di chiassosi turisti ci anticipa la sveglia fissata per le 7.00. Ciascuno nel proprio mezzo fa colazione e le altre faccende mattutine, cercando accuratamente di non svegliare i propri ragazzi. Partiamo puntuali alle 8.30 e, strada facendo, prima dell'uscita di Firenze Nord, decidiamo di proseguire sulla A1, passando per Bologna, per raggiungere Milano, anzichè passare per La Spezia e Genova. Così, alle 10.20, ci fermiamo giusto un quarto d'ora per fare il pieno di gpl all'area di servizio Secchia Est. Lungo il tratto padano dell'Autosole, siamo testimoni delle sofferenze di quanti in questi giorni sono diretti in direzione sud. Sull'altra carreggiata vediamo automezzi di ogni tipo che spostano a passo d'uomo per decine di chilometri. Noi riusciamo ad avere un'andatura assolutamente regolare che, caldo soffocante a parte, rende anche un pò noioso questo trasferimento. Alle 12.25 usciamo dell'autostrada a Melegnano sborsando 45.500 lire con la Viacard acquistata ieri. Percorriamo tutta la tangenziale ovest di Milano, rifornendoci di gpl all'area San Zenone Est, ultimo rifornimento di gas sul nostro itinerario prima del grande balzo svizzero verso la Francia. Scalate altre 3.500 lire dalla Viacard per la tangenziale, prendiamo la A9 per Como e ci fermiamo nell'angusta area di servizio Lario per il pranzo che sono già le 13.15. Il gestore del locale distributore, anche lui camperista e viaggiatore, fa amicizia con i nostri ragazzi e regala loro figurine sufficienti a fargli completare tre album in modo da poter ottenere gli ambiti asciugamani messi in palio dall'Agip. Non contento viene anche ai camper a salutarci, ad informarci sullo stato delle strade inglesi e irlandesi ed a raccontarci dei suoi viaggi in Scandinavia, Scozia e Australia. Alle 16.30 siamo di nuovo in marcia. A Como scaliamo altre 2.500 lire dalla Viacard e, dopo un breve periplo per vicoli indicibili, arriviamo finalmente alla frontiera di Chiasso, con la Svizzera, che sono le 17.10. I carabinieri italiani sfogliando i nostri passaporti ci appongono il timbro di annullo delle marche mentre i doganieri svizzeri, tra l'intimidatorio ed l'amichevole, ci convincono a sborsare 40.000 lire per il bollino valido per il 1994 che ci autorizza a percorrere le autostrade. Pagato il bollino, è giocoforza utilizzarlo, così ci mettiamo sulla A2 e, macinando chilometri, sempre in assenza di traffico, superiamo Lugano e Bellinzona. Alle 18.15 ci fermiamo per venti minuti per riparare un fusibile della ventola del camper di Franco che fa un pò di capricci. Ripartiti, in mezz'ora arriviamo al tunnel del San Gottardo che imbocchiamo a 802 chilometri da casa. Ne usciamo, un quarto d'ora, dopo 18 chilometri di noiosa galleria. Costeggiando il Vierwaldstatter See, con scorci resi scintillanti dal sole ormai basso e prossimo al tramonto, arriviamo e superiamo Luzern per fermarci definitivamente all'area di parcheggio Sampach Nord, posta poco prima di Sursee, alle 20.30 dopo una tappa di 604 chilometri percorsa senza troppo affanno. Ceniamo tutti insieme fuori, un poco più coperti, al lume delle lampade a gas. Chiacchierando e scherzando chiudiamo la giornata alle 23.30.

Sommario delle tappe.

Terza tappa: Lunedì 1 Agosto 1994.

La notte passa abbastanza tranquilla. La vicinanza dell'autostrada ci rende subito evidente che queste aree di parcheggio svizzere, molto simili alle tedesche, sono assai meno confortevoli di quelle incontrate lo scorso anno nella Francia meridionale. Sveglia alle 6.30, dopo i soliti preparativi mattutini, leviamo le ancore alle 8.50. Venti minuti più tardi, dopo 930 chilometri, le nostre risorse di gpl si esauriscono e siamo costretti a passare a benzina. Con la Super il camper riprende un pò di brio e, in un paio di occasioni, tocchiamo anche i "cento". Alla confluenza con la A1 saltiamo lo svincolo e proseguiamo in direzione di Berna. Franco e Sergio, che ci seguono a debita distanza, avvertiti per tempo, prendono la direzione di Basel. Noi arriviamo fino alla prima uscita utile, effettuiamo l'inversione di marcia e, percorsi i nostri quindici chilometri di fuori pista, ci rimettiamo sulla giusta rotta. Alle 10.00 siamo fermi all'area di servizio Pratteln, ormai alle porte di Basel, dove in venti minuti facciamo tutti rifornimento di carburante, presumibilmente più a buon mercato che non in Francia. Alle 10.40, superata brillantemente Basel, passiamo la frontiera con la Francia e prendiamo subito la D419 diretti a Belfort. Arriviamo nella cittadina francese alle 12.30 e, in attesa che riapra l'officina FIAT per cambiare la cuffia del semiasse del camper di Sergio, pranziamo all'ombra di due capannoni industriali chiusi. Dopo aver pranzato senza fretta ed aver tirato due calci al pallone con i ragazzi, ci rechiamo all'officina dove acconsentono a fare il lavoro ma non prima di mercoledì. Purtroppo non abbiamo abbastanza tempo, così, alle 14.45, rinunciamo e proseguiamo imboccando la N19. Alle 17.00 arriviamo a Vesoul dove troviamo un altro centro FIAT, ben più grande ed attrezzato del precedente, che ci assicura che per domani mattina il lavoro è fattibile. Per espletare le trattative ci vuole un'ora passata la quale, mentre Sergio e Franco si sistemano nell'ampio parcheggio di un vicino supermercato chiuso, noi ci dirigiamo verso un distributore che la guida ci segnala fornito di gpl. Purtroppo la nostra ricerca fallisce così, dopo venti minuti, raggiungiamo i nostri amici e ci fermiamo avendo percorso 277 chilometri. Scarichiamo la bici di Diana che si mette a scorrazzare per l'immenso, deserto parcheggio per quasi due ore mentre noi tiriamo due calci a pallone con i ragazzi o ci facciamo una comica partita a bocce. Dopo cena, chiacchierando, facciamo di nuovo mezzanotte.

Sommario delle tappe.

Quarta tappa: Martedì 2 Agosto 1994.

La nostra sveglia questa volta si anticipa alle 6.30 a causa di una leggera indisposizione. Alle 8.00 Sergio si reca all'officina FIAT dove gli eseguono il lavoro di cambio della cuffia del semiasse con molta cura. Nell'attesa che Sergio sbrighi le formalità di pagamento del lavoro, noi ci spostiamo verso un supermercato in modo da poter effettuare una piccola spesa di generi freschi prima di rimetterci in viaggio. Partiamo alle 10.40 e, cinque minuti dopo, facciamo un pieno di benzina presso una stazione di servizio. Percorriamo ancora la N19 non molto velocemente ma con regolarità, godendoci anche un pò di provincia francese. Superata Langres, arriviamo a Chaumont en Bassigny dove, dopo un altro fallito tentativo di rifornirci di gas finalmente, alle 12.30, ci fermiamo, sempre a Chaumont, per fare il pieno. Ripartiamo a gas dopo 1300 chilometri di viaggio immettendoci sulla N67 verso St. Dizier. Alle 13.15 decidiamo che è giunta l'ora del pranzo, così ci fermiamo presso un'area di parcheggio della superstrada palesemente di nuova costruzione. Tra pranzo, caffè, riposini e giochi stiamo fermi due ore e un quarto prima di levare di nuovo le ancore. Arrivati a St. Dizier prendiamo la N4 fino a Vitry le Francois dove deviamo sulla N44 per Chalons sur Marne. Dato il ritardo accumulato per l'operazione effettuata sul camper di Sergio, conveniamo di imboccare l'autostrada, appena possibile, nella speranza di raggiungere Calais in serata. L'occasione giusta si presenta alle 17.15 al casello di La Veuve - Chalons Nord dove ci immettiamo sulla A4 verso Reims. Alla prima area di servizio facciamo rifornimento di gpl e proseguiamo. Subito dopo Reims lasciamo la A4 per la A26 seguendo la quale superiamo Laon, St. Quintin, Cambrai e Arras. La regolarità del viaggio e la monotonia del paesaggio che ci circonda rende questo trasferimento oltremodo noioso. Alle 20.40 ci fermiamo per la cena in un'area di parcheggio ad un centinaio di chilometri da Calais poco dopo l'uscita per Lillers. Approfittiamo della sosta per sgranchirci un poco le gambe. Organiziamo una partita di calcio con la collaborazione di due ragazzi dell'Ulster che si trovano lì con i genitori anche loro per la cena nella loro roulotte. Diana, dopo tanto caldo sofferto, trova sfogo finalmente in un attrezzato parco giochi ben protetto dal traffico. Ceniamo nuovamente tutti insieme, fuori, alla luce delle lampade a gas. Senza accorgecene, chiacchierando tra noi e con gli irlandesi, dai quali otteniamo utili informazioni per l'Irlanda del Nord, facciamo le 23.00. E' ora di rimetterci in marcia con i letti già pronti per essere usati. Arriviamo a Calais al buio alle 24.00 dopo 2166 chilometri di marcia. Ci saranno più di cinquecento camper e gli imbarchi sono ancora aperti e funzionano, seppur a ritmo ridotto per tutta la notte. Diana si e addormenta nell'ultimo tratto di strada, buon per lei in quanto noi facciamo l'1.30 per fare i biglietti Landbrige e prenotare l'imbarco di domattina per le 9.30 e quello da Fishguard a Rosslare per il 5/8/94. Oggi mettiamo da parte 585 chilometri e oltre tredici ore di marcia. Che sonno ragazzi!

Sommario delle tappe.

Quinta tappa: Mercoledì 3 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.00. Non possiamo dire di aver dormito male ma di aver dormito per forza. Grandi preparativi per essere puntuali all'imbarco. Saliamo a bordo senza eccessive difficoltà poco prima della partenza del traghetto che avviene puntualmente alle 9.30. Traversiamo La Manche passando la maggior parte del tempo sul ponte aperto a goderci il tiepido e limpido sole che ci accompagna. Attracchiamo a Dover alle 11.00, ora continentale, sbarchiamo quindici minuti più tardi un pò in apprensione per l'imminente esame della guida a sinistra a cui saremo sottoposti. Grande giorno per noi. E' la prima volta che mettiamo piede sul suolo britannico ed è il quindicesimo paese che tocchiamo nei nostri viaggi. Neanche superiamo il controllo doganale di Dover che già siamo costretti a ripassare a benzina dopo 1768 chilometri di marcia. Ci abituiamo presto al cambio di mano, così prendiamo in tutta tranquillità la A20 per Folkestone. Superiamo diverse indicazioni per l'Eurotunnel poi lasciamo la costa e dirigiamo verso London. A parte la particolarità del cambio di mano, si viaggia assai bene in Gran Bretagna e anche i temuti "roundabout", molto numerosi per la verità, si rivelano un difficoltà assolutamente superabile con un minimo di attenzione. Alle 13.00, sempre ora del continente, ci fermiamo in una "service area" posta sul grande raccordo autostradale A25 che, fortunatamente, ci evita di attraversare la capitale del Regno Unito. Dobbiamo dire che le aree inglesi sono molto simili, per concezione, a quelle francesi e senz'altro di qualità superiore alle tedesche. L'area è dotata di tutti i servizi, dal ristorante all'hotel, dal self-service ai negozi di abbigliamento. Potremmo addirittura telefonare a casa utilizzando la nostra carta di credito. Restiamo fermi due ore e mezza. Mangiamo, passeggiamo e i ragazzi si sfogano al parco giochi. Prima di ripartire facciamo i pieni di carburante ed acqua. Riprendiamo la M25 alle 15.30 ed assaggiamo subito il grande traffico che assedia London. Nonostante i molti cantieri aperti, riusciamo a tenere una buona andatura anche se, ad un tratto, perdiamo contatto, avendo imboccato due corsie diverse per arrivare allo stesso punto. Tutto si risolve per il meglio e, quando cominciamo a vedere il gran via vai di aerei che decollano e atterrano all'aeroporto di Heatrow, lasciamo il London Orbital, come chiamano qui la M25, e prendiamo la M4 per Windsor, Reading, Bristol e Cardiff. Traversiamo senza sosta tutta l'Inghilterra seguendo le indicazioni verso il "West". Il tempo si è guastato e presto incontriamo la pioggia a tratti anche battente. Arriviamo al Severn Bridge alle 18.45 dopo 2110 chilometri di viaggio, paghiamo 6 pound e 80 penny di pedaggio e proseguiamo. Un'ora più tardi, appena superata Cardiff, qui detta Caerdydd, ci fermiamo per rifornirci di carburante e prenderci un caffè. Ripartiamo qualche minuto prima delle 20.00, che sarebbero le 19.00 da queste parti. Il roundabout sul quale finiamo ci trae in inganno facendoci prendere di nuovo la strada per Cardiff. Alla prima occasione invertiamo la marcia e dirigiamo su Swansea. Ormai stà facendo buio, siamo stanchi e il tempo non accenna a migliorare. Dopo Swansea termina l'autostrada, motorway per i sudditi di Sua Maestà, e prendiamo la N48 fino a Carmarthen. Ormai siamo a caccia di un campeggio per passare la notte e tutta la giornata di domani. Lasciata la N40, presa a Carmarthen, dirigiamo su Narberth e, seguendo una serie di spiritose insegne su un locale "crematorium", arriviamo con qualche difficoltà al Redford Caravan Park che sono le 22.30, ora continentale, dopo una tappa lunga ben 550 chilometri e la bellezza di oltre undici ore di viaggio. Siamo letteralmente stecchiti.

Sommario delle tappe.

Sesta tappa: Giovedì 4 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.30, ora locale. Oggi è giorno di riposo per i mezzi. La grande galoppata di ieri ci ha portato a quaranta chilometri dall'imbarco di Fishguard, così contiamo di partire con comodo domani mattina. La nottata è, senz'ombra di dubbio, la più tranquilla da che siamo partiti. In mattinata scarichiamo tutte le bici e insieme ai ragazzi andiamo alla vana ricerca del mare e delle numerose spiagge che vengono segnalate sui locali depliants. Diana si gode la faticosa passeggiata dal suo comodo seggiolino senza muovere un piede. Le strade sono estremamente strette, il traffico, seppure scarso, è, comunque, alquanto pericoloso. Delle piste ciclabili neanche l'ombra, in compenso ci facciamo una abbondante scorpacciata di curve e salite. Alle 12.30 rinunciamo e, nostro malgrado, torniamo al camping. Le mamme hanno fatto un paio di lavatrici ed azzerato il cumulo di bucato da lavare. Mangiamo alle 14.00 dopo essere tornati tutti sudati dalla tappa ciclistica ed esserci fatte delle bollenti e salutari docce. Il campeggio è diviso a meta tra stanziali e non. C'è la piscina, un angolo giochi, buoni servizi. Il market manca ma, in compenso, c'è un piccolo pub molto frequentato la sera. Nel pomeriggio altra pedalata per andare in paese e fare qualche spesuccia. Giusto il tempo di arrivare ed entrare in un supermarket che un minaccioso nuvolone ci suggerisce di tornare al campeggio. Al contrario della mattinata il ritorno è tutto in salita e fatichiamo un bel pò a raggiungere la meta. Rientriamo che sono le 19.30, altra doccia e cena a base di minestra. Dopo cena andiamo tutti al pub a ballare e bere birra. Facciamo allegramente le 24.00. Ci voleva proprio questo stop sulla tabella di marcia.

Sommario delle tappe.

Settima tappa: Venerdì 5 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.00. Dopo le solite faccende mattutine, ricarichiamo le bici sui camper, facciamo il pieno di acqua, passiamo alla reception per restituire le chiavi delle docce e, sotto un cielo plumbeo, partiamo alle 11.15 proprio mentre comincia a piovere. Arriviamo a Fishguard dopo un'ora. Dirigiamo verso il paese ove parcheggiamo a fianco del parco comunale, davanti ad un supermercato ove andiamo a fare la spesuccia quotidiana. Alle 13.30 arriviamo al porto dove ci incolonniamo per l'imbarco e, nel frattempo, pranziamo. Siamo fortemente tentati di mangiarci tutto il parmigiano portato da casa nel timore che la dogana irlandese possa requisircelo ma, alla fine, resistiamo e preferiamo rischiare. Ci imbarchiamo alle 14.10 senza essere riusciti a prendere il caffè. Il tempo ora è buono ma tende sempre al variabile, il mare sembra assolutamente calmo. Salpiamo regolarmente alle 15.00 e, per un bel pò, ci godiamo la vista della magnifica Pembrokeshire Coast composta di un continuo alternarsi di spiagge e falesie ornate di torri e fari. I gabbiani che accompagnano la nave raccolgono al volo i pezzi di pane e biscotti che i passeggeri si divertono a tirargli dai ponti più alti. Durante la traversata Diana e Danilo scompaiono nel parco giochi dove si fanno pitturare il viso da gatto e da pagliaccio. Noi piantiamo la nostra base nel locale bar a bere cioccolato e birra e, di tanto in tanto, facciamo una puntata agli altri locali della nave, self-service, free-shop, sala tv, in cerca di occasioni buone per distrarci e per far passare meno noiosamente il tempo. Attracchiamo a Rosslare Harbour alle 18.30, sbarchiamo e prendiamo la N25 per Wexford senza vedere l'ombra di un doganiere. Proprio fuori dal porto troviamo il primo distributore con il gpl, non ci facciamo sfuggire l'occasione e facciamo il pieno. Da Wexford proseguiamo sulla N25 e, alle 20.00, siamo a New Ross dove troviamo posto in un parcheggio presso il porto fluviale a due passi dal centro. Dopo cena usciamo a fare un giro per saggiare un pò più in concreto cosa dobbiamo aspettarci da questo viaggio, dati i contrastanti indizi che abbiamo raccolto nei sessanta chilometri di strada finora percorsi in terra irlandese. La sensazione che ricaviamo da questa passeggiata non è scoraggiante ma non riesce a convincerci di essere in un paese anglosassone. Caratteristici i negozi, i pub e le loro insegne ma, contemporaneamente, notiamo caos nel traffico, sporcizia nei parcheggi e nelle strade. Andiamo a letto alle 23.30 mettendo da parte una modesta tappa di 112 chilometri smezzata dalla traversata del St. Georgès Channel fatta sulla Stena Felicity.

Sommario delle tappe.

Ottava tappa: Sabato 6 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30. Facciamo le solite toilette del mattino e siamo in viaggio alle 9.30. Da New Ross, superiamo il Barrow River e prendiamo la R700 verso Kilkenny. Ripassiamo a gas dopo 2430 chilometri di viaggio mentre per percorrere i 42 chilometri di strada che ci separano da Kilkenny impieghiamo un'ora e tre quarti arrivando a destinazione solo alle 11.00. Parcheggiamo poco distante dal centro, sulla strada per Clonmel, e ci rechiamo a visitare il castello facendo in tempo a seguire la guida italiana delle 11.30. Dalle 12.00 giriamo per il grande, verde, parco che circonda il castello mentre Diana si gode il parco giochi anche qui molto ben fornito. Alle 13.00 siamo di nuovo ai camper per il pranzo. Dopo mangiato torniamo in centro per visitare la cattedrale, per scrivere due cartoline e per fare la solita spesuccia quotidiana. Rientriamo alle 18.00 al termine di una faticosa camminata tra visite e negozi. In un quarto d'ora siamo in assetto di viaggio ed imbocchiamo, abbastanza facilmente, la N76 per Clonmel. La strada, all'inizio, sembra essere buona ma ben presto dobbiamo rallentare la nostra andatura a causa dei numerosi dossi che l'asfalto nasconde. Ad una decina di chilometri da Clonmel, per errore, seguendo le indicazioni per Cashel, prendiamo la R706 che ci porta fino a Fethard in quindici chilometri di dossi, curve e saliscendi sempre più stretti. Giunti a Fethard non abbiamo altra scelta che prendere la R692 fino a Cashel. Percorriamo altri quindici chilometri da brivido e, alle 20.00, arriviamo al parcheggio della rocca avendo percorso i 68 chilometri che ci separano da Kilkenny in quasi due ore. Ci sistemiamo per la cena e, visto che fà sensibilmente più freddo, pensiamo bene di riscaldarci tirando due calci al pallone. Tiriamo fuori tutto l'abbigliamento pesante che ci siamo portati dietro e ci prepariamo una calda minestra. Per oggi mettiamo in cantiere una tappa di soli 112 chilometri vissuti molto intensamente.

Sommario delle tappe.

Nona tappa: Domenica 7 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.00. Diana si è fatta tutto un sonno da ieri pomeriggio a stamattina, così è la più fresca e frizzante di tutti. La notte è trascorsa tranquilla. Alle 10.30 saliamo a visitare la Rocca accodandoci ad un gruppo di turisti italiani in gita organizzata, sfruttando anche la loro simpatica e disponibile guida. Il giro termina alle 11.50 quando, scesi ai camper, ci prendiamo un caffè, telefoniamo a casa e spostiamo la carovana dirigendoci verso l'Holycross Abbey. Percorriamo 16 chilometri della R660, sotto un cielo coperto e ad una temperatura autunnale, incontrando le medesime difficoltà avute ieri. Partiti alle 12.45, arriviamo a destinazione mezz'ora più tardi. Ci sistemiamo tra la basilica ed il fiume Suir, quindi pranziamo in uno scenario da fiaba. Dopo il pranzo, alle 15.00, iniziamo la visita dell'intero complesso, composto da basilica, monastero e cimitero. Terminiamo la visita con un tè ed un caffè, molto lungo, servitoci nell'annesso bar. Alle 16.30 partiamo per Cork. Ripercorrendo la R660, torniamo a Cashel e, da qui, prendiamo la più comoda e scorrevole N8 che in 115 chilometri, superando Caher, Mitchelstown e Fermoy, ci conduce alle porte di Cork. Nonostante sia domenica, troviamo diversi distributori aperti e, tra questi, presso Caher, anche quello con il gpl che ci serve per fare rifornimento di gas. Arriviamo a Cork poco prima delle 19.00 e riusciamo a perdere più di mezz'ora, e a percorrere altri 12 chilometri, prima di deciderci a dirigerci verso il campeggio cittadino. Alle 19.30 siamo al City Caravan Park a conclusione di una tappa di 149 chilometri percorsi a passo di lumaca un pò per cause di forza maggiore e un pò per nostre indecisioni. Il campeggio, oltre che decentrato, è alquanto squallido. All'unanimità lo definiamo "il parcheggio di Cork". Chiudiamo la giornata assistendo, alla televisione, ad un romanzo d'amore recitato in inglese del quale riusciamo a capire poco o niente.

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Decima tappa: Lunedì 8 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30 causata da un cagnolino che si è messo in testa di essere un gallo. La giornata si presenta bene, il cielo è sereno e splende un tiepido sole. Diamo una bella rassettata ai mezzi, carichiamo i serbatoi d'acqua e, quando sono già le 11.15, scendiamo in città. Giriamo invano il centro alla ricerca di un parcheggio per ben tre quarti d'ora, poi torniamo sulla via del camping parcheggiando in uno spiazzo squallido tra una chiesa gotica e il fiume Lee. Alle 12.00 scendiamo in città per la visita. Mangiamo in un fast-food, visitiamo una infinità di negozi alla vana ricerca di qualcosa che costi meno che in Italia poi, alle 16.00, alquanto delusi, torniamo ai mezzi, paghiamo i 3 pound al gestore e prendiamo la N71 per Bandom. Superiamo Bandom, Clonakilty e Skibbereen ed arriviamo quasi sfiniti a Bantry alle 19.00 dove ci fermiamo nel parcheggio di fronte al porticciolo in uno scenario molto particolare. Abbiamo percorso 121 chilometri in tre ore, una buona media considerando lo stato della strada, oltretutto spesso interrotta a causa di lavori in corso. Sistemati i mezzi, facciamo anche in tempo a fare un piccolo giro nei negozi, prossimi alla chiusura, ed a fare qualche piccola spesa. Dopo cena, verso le 22.00, andiamo al pub. Il locale è piccolo e buio, pieno di fumo e illuminato da poche lampade. Ci sorbiamo l'aspro sapore della Guinness, famosa birra locale, nera e alla spina. A dire il vero ci piace molto meno di altre meno famose. Torniamo al camper con Diana addormentata alle 23.30 mentre la bassa marea a prosciugato tutta la parte interna del porticciolo.

Sommario delle tappe.

Undicesima tappa: Martedì 9 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.00 provocata dall'orologio della chiesa che si trova prospiciente al parcheggio. Alle 8.30 comincia a piovere, senza eccedere ma con regolarità. Il cielo è completamente coperto quindi non prevediamo una breve durata del fenomeno. Partiamo alle 10.15 riprendendo la N71. Arriviamo a Glengarriff alle 10.35, il posto è incantevole, tra l'altro ci sarebbe da visitare Garinish Island, posta proprio in mezzo alla baia, ma abbiamo percorso solo venti chilometri e siamo in forte ritardo, così ci accontentiamo di qualche istantanea e, senza neanche scendere dai mezzi, proseguiamo. La N71 sale di quota e si restringe di carreggiata. Stiamo superando la dorsale dei Caha Mountains, sulla penisola di Beara. Il paesaggio e senz'altro suggestivo ma, chi guida, ne gode poco dovendo dedicare tutta la sua attenzione alle innumerevoli curve che si susseguono senza interruzione. Il massimo della difficoltà, nonchè della spettacolarità, lo raggiungiamo quando, appena scollinati, superiamo gli angusti Turner's Rock Tunnels, due archi scavati nella roccia dove i mezzi nei due sensi di marcia possono passare alternativamente. Quasi in fondo alla discesa ci fermiamo, alle 11.30, a scattare due foto alle cascate, ma sarebbe più appropriato chiamarle rapide, del torrente Sheen. Sgambiamo tutti per un'ora poi riprendiamo la nostra rotta. Arrivati a Kenmare, grazioso e caratteristico villaggio, molto turisticizzato, incontriamo qualche difficoltà a passare lo stretto ponte che supera la foce del fiume Roughty. Appena uscita dal paese prendiamo la N70 per effettuare il mitico Ring of Kerry. La strada è oltremodo stretta, non incontriamo alcuna radura adatta ad una sosta, seppur breve, per il pranzo, così ci fermiamo solo alle 13.40 nella foresta nei dintorni di Parknasilla. Ripartiamo alle 15.45, percorriamo quindici chilometri in tre quarti d'ora e, alle 16.30, ci fermiamo in un'incantevole spiaggia, prossima a Castlecove, che, purtroppo, la marea montante si mangia in meno di un'ora. Prima di riprendere il nostro viaggio, facciamo comunque in tempo a bagnarci i piedi nell'oceano. Leviamo le ancore alle 17.45 e dirigiamo, con molta cautela, verso il Coomakesta Pass. La strada si arrampica sul colli e scopre panorami resi fantastici dallo scintillare delle onde dell'oceano. Superiamo il passo e, nella successiva discesa, abbiamo un duro contatto con un furgone che procedendo in senso contrario al nostro a velocità troppo sostenuta, non prende bene le misure e ci tampona con il suo specchietto. Superata Waterville, e abbandonata l'idea di visitare le isole Skelling, essendo la strada sconsigliata alle roulotte, proseguiamo sul Ring verso Cahersiveen. In vista della penisola di Dingle la strada riassume le dimensioni di una nostra provinciale e l'assenza di asperità ci consente un andatura decente e tranquilla. A Killorglin entriamo in un villaggio pieno di animazione per la preparazione di una festa locale che si conclude con una regata sul fiume Laune delle caratteristiche imbarcazioni del posto. Presa la R562, arriviamo a Killarney alle 20.00. Cerchiamo, anche qui inutilmente, un parcheggio nel centro città quindi ci sistemiamo al White Caravan Park che sono già le 20.45. Il campeggio è pieno di italiani, praticamente siamo circondati, e ben tenuto e ordinato, forse il migliore che abbiamo incontrato quest'anno. Per oggi aggiungiamo al monte una tappa di 203 chilometri, che portano il totale a 3013, tra le più impegnative che abbiamo mai percorso nei nostri raid.

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Dodicesima tappa: Mercoledì 10 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.00, svolgiamo i soliti compiti mattutini inoltre facciamo una lavatrice di bucato, scarichiamo le biciclette e le sistemiamo in assetto di marcia. Il gruppo è pronto all'uscita che sono già le 11.00. Sfioriamo il centro città e dirigiamo, costeggiando il lago, verso l'accesso al Killarney National Park. Dopo circa 6 chilometri di strada pianeggiante arricchita da continui duelli all'ultimo centimetro con le carrozzelle trainate dai cavalli, arriviamo alla Mackross House che è l'ora di pranzo. Snobbiamo il museo e, incatenate per bene le biciclette, optiamo per il ristorante. Dopo un lauto pasto, attacchiamo la salita che compone la seconda tappa del nostro "Tour". Arriviamo ansimanti alle suggestive cascate del fiume Torc. Non contenti della stanchezza che ci portiamo dietro decidiamo di avventurarci fin sotto la doccia. Alcune gocce di acqua di provenienza senz'altro estranea alle cascate ci consigliano di prendere la via del ritorno. Non appena siamo tutti pronti arriva puntuale la pioggia intensa. Ci ripariamo sotto il fitto bosco ed aspettiamo tempi migliori. Alle 16.00, visto che in un'ora la situazione non è cambiata affatto, ci avventuriamo verso il campeggio. Percorriamo una tappa epica, sotto la pioggia incessante cercando di evitare, sulla stretta pista, le pozzanghere di sterco ed acqua. Arriviamo al camping alle 17.00 completamente bagnati, sudati e puzzolenti. Come se non bastasse troviamo che la bombola del gas si è esaurita. Sotto le ultime gocce di pioggia effettuiamo il cambio, laviamo per bene tutte le biciclette e, sotto un cielo quasi sereno, ci rechiamo a fare le sospirate docce calde. Ceniamo tutti con un certo appetito poi usciamo aspettando inutilmente di poter vedere le stelle cadenti della notte si San Lorenzo ma, il cielo, uniformemente ricopertosi, non ce lo permette.

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Tredicesima tappa: Giovedì 11 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30. Tra i preparativi mattutini il ricarico delle biciclette e il carico dell'acqua, riusciamo a partire solo alle 10.30. Prendiamo la N71 verso Kenmare e ne percorriamo circa 25 chilometri fino ad arrivare, superate le cascate del Torc, allo spettacolare panorama offerto dal Ladies View da dove possiamo vedere l'Upper Lake e buona parte dei boscosi monti che compongono il parco. Ripartiamo alle 11.50, riattraversiamo Killarney e dirigiamo verso Tralee lungo la N22. Dopo 53 chilometri di strada, se non decente, almeno priva di pericolose curve, arriviamo nei sobborghi della città alle 13.30. Impieghiamo poi mezz'ora per trovare un parcheggio, prospiciente al parco cittadino, che ci soddisfi e ci sistemiamo per il pranzo. Dopo un pasto piuttosto sportivo, mentre le signore si recano al supermercato a fare la spesa, Diana scorazza sui soliti "giochi", Sergio se la dorme beatamente e noi facciamo una partitella fratricida sotto gli occhi assai incuriositi degli irlandesi frequentatori del parco. Prima di partire ci scappa anche un bel gelato per tutti. Le navi salpano alle 17.30, destinazione la foce dello Shannon. Dopo tanta lentezza, ora abbiamo premura di arrivare all'imbarco prima dell'interruzione notturna per poter fare ancora un pò di strada verso le scogliere di Moher. Imboccata la N69, anch'essa senza troppe curve, copriamo i 50 chilometri che ci separano da Tarbert in un'ora e mezza e ci presentiamo all'imbarco alle 19.00. Saliamo per un pelo tutti e tre sul traghetto delle 19.30, uno degli ultimi della giornata. Spira un vento gelido sul ponte del traghetto, sbarchiamo a Killimer alle 20.00 e, senza pensarci su, prendiamo la N67 verso Kilrush. Un quarto d'ora più tardi siamo fermi al parcheggio del mercato di Kilrush per la notte al termine di una tappa di 132 chilometri percorsa senza troppa fretta.

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Quattordicesima tappa: Venerdì 12 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30, la notte è passata tranquilla nonostante i nostri timori di ieri sera, il cielo si presenta uniformemente coperto. Partiamo alle 9.15 riprendendo la N67 diretti a Kilkee. La strada di oggi non presenta molte curve ed e anche meno trafficata del previsto. La larghezza ed il fondo, comunque, non sono migliori di una mediocre strada di montagna. Percorsi 40 chilometri, alle 10.15 ci fermiamo a Quilty, in riva all'oceano, per farci un caffè e permettere ai ragazzi, da poco svegli, di fare comodamente colazione. In lontananza, all'orizzonte, possiamo chiaramente vedere le piatte sagome delle isole Aran e, nettamente, Hags Head, il campo da cui cominciano le famosissime scogliere di Moher, simbolo naturalistico dell'Irlanda. Ripartiti dopo mezz'ora, dopo altri 30 chilometri di strada da rally, arriviamo al Cliffs of Moher Visitor Center che sono le 11.30. Troviamo facilmente una sistemazione nell'ampio parcheggio accanto ad altri camper. Lasciati i mezzi per un'ora girovaghiamo lungo la costa appesi a circa duecento metri di altezza a picco sul mare fotografando e filmando il luogo più mostrato di questo paese. Il tempo, seppur non sereno, ci assiste, non piove e la brezza che soffia dall'oceano spazza via la foschia presentandoci anche splendidi panorami fino oltre le isole Aran poste proprio di fronte alla costa. Il luogo, certo, ha un suo innegabile fascino ma, a dire il vero, forse il cupo colore della roccia di cui sono formati i dirupi, lo rendono meno splendente di quello che compare sulle cartoline e sui depliants. Esausti di passeggiare, torniamo ai mezzi, pranziamo, ci rilassiamo un poco e, alle 14.40, ripartiamo. Dopo venti minuti siamo già fermi a Lisdoovarna per visitare uno stabilimento che tratta il salmone. All'uscita dalla visita, molto breve, ci fermiamo in un bar sulla piazza e gustiamo il famoso "Irish Coffee" accompagnandolo con torte di mele ed altri dolci. Riusciamo ad alzarci dalle sedie, mezzi sbronzi e mezzi intontiti, alle 16.30 e riprendiamo al via per Galway. Seguiamo la sempre più difficile R477 lungo la costa, avendo sempre a portata di vista le isole Aran. Alle 18.00, dopo essere di nuovo confluiti sulla N67, superiamo Kinvarra, incantevole porticciolo al fine di una baia pressochè prosciugata dalla marea. Alle 19.00 arriviamo a Galway giusto in tempo per vedere chiudere l'ufficio dove prenotare il traghetto per visitare le isole Aran. Dopo aver fatto due giri del centro città alla disperata ricerca di un parcheggio, scambiandoci informazioni con altri turisti italiani, decidiamo di proseguire fino a Rossaveel ove si trova un altro imbarco per le isole. Ci rimettiamo in moto alle 19.45 per prendere la R336 che costeggia a nord la Galway Bay. Dopo una breve sosta informativa al Connemara Airport, alle 20.50, finalmente arriviamo alla nostra irraggiungibile meta che sono le 21.15. Troviamo l'ufficio prenotazioni ancora aperto e, dopo una fruttuosa trattativa condotta da Sergio, spuntiamo una prenotazione per il traghetto delle 10.30 e per il ritorno delle 17.30 a 90 pound per tutti e undici. Alle 23.00, dopo cena, sempre Sergio, rintraccia il proprietario del parcheggio prossimo all'imbarco il quale gentilmente ci apre la sbarra consentendoci di sistemare i mezzi, oltre che per la notte, anche per la sosta di domani. Chiudiamo quest'altra faticosa tappa aggiungendo altri 260 chilometri al monte.

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Quindicesima tappa: Sabato 13 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.30. Con molta difficoltà riusciamo anche a svegliare Diana, che è rimasta alzata fin oltre la mezzanotte. Alle 10.30 siamo tutti sul traghetto che, all'andatura di un motoscafo d'altura, in meno di un'ora, ci sbarca a Kilronan sull'isola di Inishmore, la maggiore delle isole Aran. Allo sbarco troviamo nugoli di autisti con pulmini pronti a farci vedere le bellezze dell'isola in due ore. Prima di cedere alla tentazione, ci informiamo su quanto ci costerebbe girare affittando delle biciclette. Alla fine trattiamo con Michael che con il suo Toyota ci scarrozza a ritmo di formula uno per 30 pounds per tutta l'isola. Come se stessimo vedendo un gran premio a velocità doppia, il nostro pilota, sfiorando muretti di qua e suoi colleghi di la, ci mostra prima il forte preistorico, qualche scorcio di mare, poi ci lascia a mezzo chilometro dal Dun Aengus Fort intimandoci di farci ritrovare tutti insieme un'ora dopo per completare il tour. La stima di un'ora calza a mala pena con il tempo effettivamente necessario per raggiungere la cima del colle dove sorge il forte e tornare rapidamente a valle. La visita e altamente interessante. Sicuramente è il posto che più ci ripaga delle fatiche fatte per raggiungerlo da che siamo partiti. La struttura preistorica, simile ai nuraghe sardi, si erge sulla cima di un colle a picco sull'oceano. Vaghiamo per un pò di tempo intorno ai ruderi e alle mura poi prendiamo la discesa di ritorno. Puntualmente Michael ci viene a recuperare per farci completare il tour e ci porta alle "sette chiese" e a fotografare una caratteristica casetta dell'isola, conservata apposta per i turisti. Tornati al porto, pranziamo e, bighellonando sull'ampia baia scoperta dalla bassa marea in cerca di conchiglie o inseguendo i gabbiani, aspettiamo che si faccia l'ora di prendere il traghetto per il ritorno. Ci imbarchiamo alle 17.30 e, dopo una traversata un poco più movimentata di quella mattutina, a causa delle condizioni del mare, alle 18.20 sbarchiamo a Rossaveel. Ci prepariamo un buon caffè e, pagati i nostri 3 pound al parcheggiatore partiamo che sono già le 19.00. Dato il ritardo con cui stiamo procedendo, dolorosamente dobbiamo effettuare un altro taglio al programma di viaggio. Proseguiamo sulla R336 fino a Leename escludendo il giro della caratteristica regione del Connemara. Nonostante la perdita godiamo di una traversata di una zona molto bella da punto di vista naturalistico. Arriviamo a Leename alle 21.20 dopo aver percorso 47 chilometri, che costituiscono il bottino della tappa di oggi. Ci sistemiamo nel primo parcheggio che incontriamo posto proprio in fondo al fiordo e ceniamo in tutta serenità. Dopo cena usciamo per recarci in uno dei pub del villaggio. Purtroppo, quando arriviamo, i locali sono tutti pieni e non riusciamo a ricavare un tavolo attorno a cui sederci per bere una birra e parlare. I "vecchi" decidono di abbandonare l'idea e tornano ai camper. Noi giovani restiamo e ci gustiamo una birra, non Guinnes, troppo aspra, nel locale del biliardo. Terminata la bibita e viste un paio di partite, usciamo e ci sediamo fuori del locale. Parliamo un pò di come va il viaggio poi abbiamo un comico scambio di idee con "indigeno" sbronzo fino alle ossa. Quando la conversazione si fa agitata, data l'instabilità del nostro anonimo interlocutore, ci allontaniamo e torniamo ai mezzi. Al nostro rientro il "gran consiglio dei barbieri", molto addolorato, ci comunica che, per non perdere l'appuntamento con la marea del 23 agosto a Saint Michel, è necessario effettuare un altro taglio all'itinerario previsto. Questa volta a saltare è l'escursione verso Achill Island e la visita alle scogliere dell'Atlantic Drive, domani tireremo dritti verso Sligo e Donegal.

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Sedicesima tappa: Domenica 14 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30, nel tentativo di evitare altri tagli al viaggio, vorremmo un poco anticipare le partenze mattutine. Nonostante la buona volontà, riusciamo a lasciare Leename solo alle 9.15. Trattandosi di una domenica speriamo almeno di viaggiare spediti durante la mattinata. Le condizioni delle strade però non sono cambiate, così, seguendo la N59, arriviamo a Westport, alle 10.00 dopo aver percorso poco più di trenta chilometri. Fatta altrettanta strada, questa volta sulla N60, alle 11.10, ci fermiamo a Castlebar, vicino alla cattedrale, per berci un caffè. Giusto in tempo riusciamo a sfuggire alla morsa dei fedeli che si recano alla messa e che ci parcheggiano le loro auto tutte attorno ai mezzi. Prendiamo la R310 e, superando Pontoon alle 11.50, a Ballina ci immettiamo sulla N59 che ci accompagna fino a Sligo. Dato che si è abbondantemente fatta l'ora di pranzo, cerchiamo un posto per fermarci ma lo squallido ambiente che troviamo nella cittadina ci dissuade. Proseguiamo sulla N15 finchè alle 13.30 ci fermiamo in un parcheggio commerciale lungo la strada per Bundoran quando abbiamo percorso 146 chilometri. Ripartiamo alle 15.00 ma, anzichè andare avanti, torniamo sui nostri passi per recarci a visitare le cascate del Glencar. Presto lasciamo la strada principale e ci immettiamo in qualcosa che può essere definito un sentiero asfaltato. In queste condizioni percorriamo venti chilometri fino ad arrivare la parcheggio. La zona non è male, c'è tutto quello che uno pensa sia l'Irlanda. Da una parte il lago, con le sue sponde verdi su cui brucano le pecore, dall'altra c'è la montagna con il ruscello, il Glencar appunto, che fà un salto di una decina di metri, che qui chiamano cascate. La visita dura un'ora, ripartiamo alle 16.30 e, dopo esserci districati dal labirinto dei sentieri, ripresa la N15, superiamo Bundoran e tiriamo diritti fino a Ballyshannon dove, visto che i negozi sono aperti e che domani è ferragosto, ci fermiamo alle 17.30 per fare un poco di spese. Ripreso il cammino, alle 18.30 arriviamo a Donegal, dove perdiamo un'ora cercando un campeggio che non c'è. Alle 19.30 ci sistemiamo un parcheggio limitrofo al centro, terminando la tappa odierna con un bottino di 269 chilometri. La cittadina, seppur piccola, è molto animata e piena di vita giovanile. Restiamo alzati fino oltre la mezzanotte per controllare il continuo andirivieni di auto, piene di giovani coppie, nel parcheggio.

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Diciassettesima tappa: Lunedì 15 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30, non fà il solito freddo mattutino ma, alle 8.30, comincia a piovere, poi smette, poi ripiove, poi esce il sole, poi si ricopre tutto e così via. Nonostante sia Ferragosto, qui stanno tutti lavorando, pensiamo che per loro non sia festa. In attesa che le donne assettino i mezzi per il viaggio, usciamo con Sergio e Franco verso il centro alla ricerca di una farmacia, nella quale compriamo un tetro sciroppo per la tosse di Graziella, e di un ufficio cambi aperto per cambiare qualche lira. Alle 10.30 ci spostiamo presso un gentile benzinaio che ci rifornisce di quasi trecento litri di acqua. Partiamo alle 11.15 prendendo la N56 seguendo la quale faremo un ampio giro della regione. A mezzogiorno ci fermiamo presso la chiesa di Buckless per visitare una esposizione di prodotti in lana. Abbiamo percorso appena 20 chilometri. Durante la sosta, peraltro infruttuosa, ricomincia a piovere, così approfittiamo del fatto per riprendere il viaggio. La strada è assai impegnativa, oltre ad essere stretta, sconnessa, e anche piena di curve. Percorsi altri 43 chilometri, alle 13.40, ci fermiamo su una sponda del fiume Gweebarra, proprio prima di passare l'omonimo ponte, per il pranzo. Danilo ha avuto forti disturbi di stomaco durante la notte e, questa accidentata tappa, non ne favorisce di certo la ripresa, così prolunghiamo un poco di più la sosta. Ripartiamo alle 15.30, la strada è pessima, una delle peggiori percorse quest'anno. Superata Dunglow, cominciamo a temere per il rifornimento di gpl vista la scarsità di stazioni di rifornimento incontrate. Fortunatamente ne peschiamo una a Loughanure che ha anche il gpl così facciamo il pieno e proseguiamo più tranquilli. L'andatura che riusciamo a tenere è molto bassa, inoltre il paesaggio non offre quello splendore che le guide dicono per cui ci accordiamo via radio di evitare il lungo giro fino a Dunfanaghy e seguire la R251 che attraversando il Glenveagh National Parc ci farà risparmiare trenta chilometri che, alla nostra velocità equivale a dire un'ora di viaggio. La deviazione si rivela anche molto interessante dal punto di vista paesaggistico un poco meno da quello automobilistico. Sergio si scontra, specchio contro specchio, con un furgone condotto a folle velocità da un mezzo pazzoide. Il danno è tutto del pazzo, che perde lo specchietto. Ripresa la N56 a Termon, in quattro e quattr'otto siamo a Letterkenny. Sono le 18.00 ed abbiamo percorso 138 chilometri d'inferno. Ci fermiamo nel parcheggio del centro sportivo comunale. Molto confortevole. In piano, abbiamo un parco giochi, ma Diana dorme, c'è la piscina coperta di cui poter fruire, la sauna e la palestra. Discutiamo mezz'ora se sia il caso di pernottare o proseguire. Alla fine ci prendiamo un bel caffè e proseguiamo. Ci sembra di aver cambiato nazione. La N13 verso Derry è come una superstrada nostrana. Doppia carreggiata e due corsie di marcia. Viaggiamo molto più spediti che in mattinata. Costeggiamo l'ampia foce del fiume Swilly, quasi prosciugata dalla bassa marea, per quasi 30 chilometri poi, superato il Grianan of Aileach, forte preistorico che riusciamo appena a intravvedere su un'altura, arriviamo alla frontiera di Bridge End con l'Ulster. Sembra di essere a Beirut. Tutti gli autoveicoli vengono incolonnati, quindi passano per delle corsie progressivamente riempite di dossi in modo da rallentarne la velocità fino a passo d'uomo. Superate due possenti fasce di bande chiodate basculanti, proprio in prossimità del check point, vediamo, nascosti nel piano stradale, quattro possenti pistoni che, in caso di necessità, vengono estratti idraulicamente per chiudere la frontiera. Giunti al check point, il militare inglese con tanto di giubbotto antiproiettile e mitra spianato, ci fa cenno di passare mentre le macchine locali vengono avviate su una corsia che conduce in una specie di bunker dove vengono ispezionate in tutti i loro vani. Entrati in Ulster, dirigiamo verso Londonderry che superiamo percorrendo il veloce raccordo autostradale. Non ci sfugge il fatto che tutti gli edifici di una qualche importanza ufficiale, comuni, tribunali, caserme, sono abbondantemente protetti con alte inferriate, filo spinato e telecamere. C'è anche un intero quartiere periferico circondato come un campo di concentramento. Facendo attenzione a non perderci questi aspetti della vita dell'Irlanda del Nord, notiamo che in diverse zone della città i ragazzi stanno raccogliendo ogni sorta di materiale infiammabile con il palese intento di accendere dei falò non appena farà buio. La cosa ha l'aspetto di una gara al gruppo che riuscirà a fare il fuoco più vistoso. Lasciata Londonderry, presto ci rendiamo conto che la percorribilità delle strade e senz'altro migliorata così, alle 20.10 arriviamo a Coleraine a quasi 60 chilometri dalla frontiera. Seguendo le indicazioni per Bushmills alle 20.30 arriviamo al parcheggio, semideserto, dei Giant's Causeway dove ci sistemiamo comodamente per la notte a conclusione di una tribolata tappa di 242 chilometri. Il tempo non è bello, tira vento e fa freddo. Dopo una breve ispezione, ceniamo e andiamo a dormire.

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Diciottesima tappa: Martedì 16 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.00, la notte è passata tranquilla anche se il vento oceanico non si è affatto calmato. Il tempo rimane assai perturbato e, quando siamo ormai tutti pronti ad iniziare la visita, inizia a piovere a dirotto. Ci rifugiamo tutti nei mezzi sperando almeno in una tregua. Dopo un quarto d'ora, le nostre speranze sono premiate e, sempre sotto un cielo plumbeo e minaccioso, iniziamo la nostra escursione. Al primo bivio il gruppo si divide. Franco, Sergio e i ragazzi decidono di seguire il sentiero alto della scogliera, noi, invece scendiamo verso il mare. Il tracciato della visita è segnato da una strada asfaltata, comoda da percorrere anche in bicicletta, che attraversa tutta la zona più spettacolare dei Giant's. Presto noi arriviamo al cosiddetto "Selciato dei Giganti" luogo ove la anomala cristallizzazione del basalto ha creato un vero e proprio selciato che emerge dal mare e sembra essere stato fatto per i piedi di giganti. Scattiamo foto e facciamo riprese a sazietà. Ci ricongiungiamo con il resto della comitiva sotto "l'organo", luogo ove la cristallizzazione ha prodotto delle colonne appoggiate alla costa dalle effettive sembianze di canne di organo. Tornando indietro, dopo aver dato uno sguardo anche all'anfiteatro, ci soffermiamo ancora a gustarci il "selciato dei giganti" così restiamo indietro rispetto agli altri. Diana, ormai esausta dopo i quasi cinque chilometri di camminata, sale sulle nostre spalle proprio quando ricomincia a piovere. Le due circostanze ci inducono a chiedere un passaggio, regolarmente pagato, al pulmino che transita lungo il sentiero della visita e che in pochi minuti ci riconduce al caldo e al coperto del centro visitatori. Acquistiamo qualche souvenir e qualche cartolina, rientriamo ai mezzi e, quando scoccano le 12.00, lasciamo il parcheggio diretti verso Bushmills. Impieghiamo un quarto d'ora per percorrere i sei chilometri che ci separano dalla distilleria di wiskey più antica del mondo, ma è comunque tardi per effettuare le visita. Nell'attesa che lo stabilimento riapra decidiamo di pranzare. Alle 13.30, pur essendo tra i primi a fare il biglietto, veniamo relegati con il secondo gruppo di visitatori. Il giro è abbastanza interessante ed il bicchierino di liquore offertoci alla fine oltremodo gradito. Lasciamo Bushmills alle 15.15, ripercorriamo parte della strada verso Coleraine fino all'incrocio con la B62 che imbocchiamo e seguiamo fino a Ballymoney dove prendiamo la A26. La giornata trascorre tra un raggio di sole e un acquazzone. La situazione è assolutamente tranquilla anche se i reticolati che vediamo ogni volta che incontriamo una caserma o un tribunale ci rammentano che siamo in una regione dove gli atti terroristici si possono versificare da un momento all'altro. Superata Ballymena, arrivati ad Antrim ci immettiamo sulla A6, seguendo la quale, arriviamo a Belfast alle 16.35, dopo aver percorso quasi 100 chilometri dai Giant's e da Bushmills. Con una certa difficoltà riusciamo a trovare un parcheggio custodito prossimo al centro dove lasciare i mezzi. Il fatto è che, per motivi di sicurezza, il centro città è praticamente chiuso al traffico privato. Pertanto tutti i parcheggi limitrofi sono esauriti fino all'ora in cui chiudono i negozi e gli uffici. Il custode del nostro parking ci avverte che alle 18.00 i mezzi resteranno isolati in quanto egli lascerà la custodia e che, comunque, noi potremo tornare a nostro gradimento. Dirigiamo verso il centro città uscendo dal retro del parcheggio proprio in direzione di un locale chiuso e con evidenti segni di un recente incendio o esplosione. Arrivati sulla strada di fronte al parlamento, possiamo vedere come anche l'accesso dei mezzi pubblici sia sottoposto al rigoroso check point dei poliziotti. Incontriamo Belfast forse nel momento peggiore. Alle 17.00 tutti i negozi e gli uffici cominciano a chiudere e, pian piano, la città si desertifica. Verso le 18.00, quando a girare siamo rimasti solo noi e le autoblindo della polizia e dell'esercito inglese in assetto di guerra, torniamo verso i nostri automezzi. Giunti al parcheggio troviamo una pattuglia di polizia ad attenderci il cui comandante ci informa che non è prudente lasciare i camper incustoditi in quella zona e, tantomeno, fermarci per la notte. Alla nostra richiesta di informazioni sulla strada da seguire per raggiungere un campeggio, molto cortesemente, si offre di guidarci. Scortati dalla polizia lasciamo Belfast alle 18.30 ed imbocchiamo la A24 per Newcastle. In un'ora percorriamo 50 chilometri di strada e, in prossimità della cittadina posta sulla Dundrum Bay, troviamo posto all'ospitale quanto accessoriato Mowrneview Caravan Park gestito da un'energica e attiva signora. Mettiamo così fine alla avventurosa tappa odierna aggiungendo altri 150 chilometri al nostro palmares. I ragazzi finalmente si possono scatenare giocando a pallone e Diana ritrova i suoi amati "giochi".

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Diciannovesima tappa: Mercoledì 17 Agosto 1994.

Sveglia alle 9.20, ha piovuto quasi tutta la notte e il tempo non accenna a rimettersi. Alle 10.30, con Diana, raggiungiamo i ragazzi alla piscina del campeggio e ci facciamo un bel bagno. Le mamme, durante la mattinata, si divertono a fare lavatrici di bucato e rassettare per benino i mezzi messi a soqquadro da tre settimane di viaggio. Usciti dalla piscina ci facciamo una rivitalizzante doccia calda e pranziamo. Nel pomeriggio, mentre i ragazzi tornano al campo di calcio, noi, con il camper di Sergio, scendiamo a Newcastle per fare un pò di spesa e il cambio valuta. Newcastle è molto animata e caratteristica. La gente è ospitale ma si nota la differenza di comportamento dagli irlandesi. Tornati al camping, chiudiamo la giornata recandoci a cena al ristorante. Mangiamo dei piatti stracolmi di carne, uova e patatine e ci scoliamo l'ultima bottiglia di vino sopravvissuta nel frigo di Sergio.

Sommario delle tappe.

Ventesima tappa: Giovedì 18 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30. Nonostante i tagli effettuati al percorso del viaggio, la scadenza dell'alta marea a Mont St. Michel ci suggerisce di sforzarci ad ottimizzare l'utilizzo di questi due o tre giorni che ci rimangono prima dell'imbarco verso la Gran Bretagna. Partiamo alle 9.00, sotto un cielo completamente coperto, seguendo la A2 ed attraversando tutto l'abitato di Newcastle. La strada si snoda lungo la costa mostrandoci gradevoli panorami. Alle 10.00, poco dopo Kilkeel, ci inseriamo in una stretta viuzza dov'è indicata la presenza di un dolmen. Le nostre speranze rimangono ampiamente deluse nel trovare l'importante reperto completamente abbattuto. Per fortuna che il luogo dove ci siamo fermati ci consente, non senza difficoltà, di eseguire le manovre necessarie per far tornare indietro i mezzi, altrimenti ci saremmo trovati costretti a percorrere quasi un chilometro in retromarcia. Arriviamo a Warrenpoint alle 10.35, dopo appena 50 chilometri, attraversiamo, con cautela, un agguerrito posto di blocco dell'esercito inglese e proseguiamo verso Newry ripassando all'alimentazione a benzina. Venti minuti più tardi, subito fuori l'abitato di Newry, ancora in territorio controllato dagli inglesi, attraversiamo un nuovo check point di frontiera in tutto simile a quello incontrato a Bridge End. Percorsi 8 chilometri a benzina, presso Clonghoce, troviamo una stazione di servizio con il gpl. Facciamo rifornimento e ripartiamo cambiando di nuovo alimentazione. Percorsi altri 5 chilometri siamo di nuovo nella Repubblica di Irlanda, sulla N1, diretti a Dublin. La strada è abbastanza scorrevole. Dati i nostri progetti non ci fermiamo a visitare Drogheda che, nell'attraversamento, notiamo essere molto ricca di monumenti e particolarmente vivace. Arriviamo a Dublin alle 13.00 e, anzichè dirigerci al campeggio, cerchiamo, peraltro inutilmente, un parcheggio nel centro dove lasciare i mezzi e visitare la città. Il traffico intenso e caotico, per nulla differente da quello presente nelle metropoli nostrane, ci fà perdere contatto, così ci riuniamo tutti alle 14.30 al porto di Dun Laoghaire dopo 190 chilometri di tappa dove ci fermiamo per pranzare e riordinare le idee sul da farsi. Dopo aver pranzato alla vista del bacino progressivamente svuotato dalla marea, decidiamo che il modo migliore per non perdere altro tempo è quello di recarci al campeggio. Ci infiliamo in un dedalo di stretti vicoli molto trafficati. La cosa si complica sempre più fino all'inverosimile. Ripreso il largo, seguendo un camper olandese che gentilmente si offre di farci da lepre, arriviamo allo Shankill Caravan Park alle 16.40 a chiusura di una tappa di 202 chilometri. In un'ora ci sistemiamo e ci prepariamo a scendere in città. La signora che gestisce il campeggio ci delimita un quartiere off-limits nel quale si raccomanda di non andare. Prendiamo l'autobus alle 17.30 e, in quaranta minuti, siamo al centro. Passeggiamo per i quartieri più movimentati di Dublino in una specie di perlustrazione senza una precisa meta. Sfioriamo il Trinity College, aggiriamo Christ Church e vediamo da lontano il palazzo del parlamento poi, alle 20.30, a negozi ormai chiusi, torniamo al campeggio.

Sommario delle tappe.

Ventunesima tappa: Venerdì 19 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30. Prepariamo i mezzi per la partenza e, per non pagare un altro giorno di campeggio, li spostiamo nel parcheggio antistante la reception. Alle 10.00 prendiamo il bus per il centro città. Visitiamo Dublino un pò alla carlona, ripercorrendo buona parte del percorso di ieri sera con il risultato di perdere di nuovo la bussola. Per fortuna il biglietto intera rete ci consente di prendere il primo bus che passa diretto al centro. Recatici alla Stena Link prenotiamo il traghetto da Rosslare a Fishguard per domani alle 9.30 e il traghetto da Newhaven a Dieppe per dopodomani. Mangiamo forse nel peggior fast food della città, oltretutto zeppo di italiani. Ci perdiamo in un paio di magazzini e, alle 18.00, carichi di souvenir e stanchi di camminare siamo di nuovo al campeggio. Lasciamo Dublin alle 18.30, senza troppi rimpianti ma coscienti di non averle dedicato quell'attenzione e quel tempo che una capitale richiede. Partiamo con il dubbio di aver perso comunque qualcosa nella fretta, forse le scogliere di Howth o le maree di North Bull Island oppure, ancora, Sorrento Point. Imboccata la N11, poco dopo Bray, tagliamo un'altra parte del percorso saltando a piedi pari sia la visita dei magnifici giardini di Powerscourt che la valle di Glendalough. Sembra quasi che stiamo scappando da questo paese. Il nostro volo ha termine solo alle 21.10 quando, dopo aver fatto il pieno di gpl alla stazione di servizio dove ci eravamo riforniti al nostro arrivo in Irlanda, arriviamo al parcheggio dell'imbarco di Rosslare. Diana dorme dalle 19.00 nella speranza di svegliarsi finalmente ad Eurodisney. Abbiamo percorso una tappa di 145 chilometri e chiuso così il giro d'Irlanda in 2046 chilometri molto impegnativi. Siamo sempre più convinti di aver perso qualcosa per strada.

Sommario delle tappe.

Ventiduesima tappa: Sabato 20 Agosto 1994.

Sveglia alle 6.30. Per tutta la notte nel porto c'è stato un gran fermento. Eseguiamo il check-in e l'imbarco alle 8.00 e, puntualmente, dopo un'ora lasciamo la costa irlandese. Ormai i ragazzi sanno già tutto di questa nave, la Stena Felicity, che già abbiamo preso all'andata. Ciascuno si ricava il proprio angoletto preferito. C'è chi riposa, chi và al parco divertimenti, chi và al free shop. La traversata si trascina noiosamente per le regolari tre ore e mezza. Sbarchiamo a Fishguard alle 12.30 e ci fermiamo al parcheggio prospiciente il porto per il pranzo. Durante la sosta conveniamo che Franco si sganci dal gruppo per tentare di arrivare in tempo a visitare Stonehenge che si trova sulla rotta per Newhaven. Discutendo di questo ci rendiamo conto che, visto che abbiamo prenotato il traghetto in partenza domani alle 10.15 siamo costretti ad arrivare sulla Manica entro questa sera ovvero fare una corsa di 500 chilometri. Concluse queste considerazioni affrettiamo la partenza e ci muoviamo alle 13.45, un quarto d'ora dopo Franco, con cui restiamo in contatto radio finchè possibile. Imboccata la N40, dirigiamo prima su Haverfordwest poi su Carmarthen. Mentre Franco galoppa noi, procediamo ad andatura regolare, senza perdere tempo e senza eccedere nella velocità. Presto le rispettive posizioni sono così distanti che anche il contatto radio viene a mancare. A Carmarthen prendiamo la N48 verso Swansea raggiunta la quale ci immettiamo sulla M4 verso London. Aggirati Cardiff e Newport, prepariamo i pounds per pagare il transito sul Severn Bridge. Giunti sul posto abbiamo la gradita sorpresa che il ponte, in questa direzione, è gratuito. Pochi chilometri ancora e siamo a Bristol. Alle 17.00, percorsi 258 chilometri, all'uscita 18, lasciamo la M4 e prendiamo la N46 direzione Bath. Attraversiamo un paesaggio collinare accompagnati da un tiepido sole. Alle 17.50, quindici chilometri più in la, superiamo Bath, scavalcando il fiume Avon, e risaliamo la sponda opposta seguendo la N36 in direzione di Warminster. Dopo 325 chilometri di tappa siamo di nuovo costretti a cambiare alimentazione e passare a benzina. Arrivati ad Heytesbury, lasciamo la N36 e seguiamo le indicazioni per Stonehenge dove arriviamo alle 19.00 dopo aver percorso 337 chilometri. Questa sosta ci voleva proprio, abbiamo guidato per cinque ore filate ed un poco di movimento alle gambe riattiva la circolazione. L'accesso al cerchio di pietre è ormai chiuso, così scattiamo qualche foto dalla strada. Nel parcheggio ritroviamo Franco che ci ha preceduti di quasi un'ora e ricomponiamo così la carovana. Alle 19.40 siamo di nuovo in marcia. Imboccata la N303, presso Andover, facciamo rifornimento di carburante e spendiamo gli ultimi penny inglesi. Ripartiti, senza pensare che è ora di cena, prendiamo la N34 diretti a Winchester e Southampton. Arrivati a Southampton e presa la M27, senza fermarci, cominciamo una difficile trattativa sul da farsi. Ormai è notte e la strada corre. Senza arrivare ad una decisione precisa superiamo Portsmouth, prendiamo la N27 e superiamo Chichester e Brighton da dove seguiamo le indicazioni per Lewis. Poco prima di Lewis troviamo, finalmente, le indicazioni per Newhaven dove arriviamo che sono ormai le 23.15. Siamo sfiniti, in nove ore e mezza abbiamo percorso ben 544 chilometri.

Sommario delle tappe.

Ventitreesima tappa: Domenica 21 Agosto 1994.

Sveglia alle 5.30 causata da un inserviente della Stena Sealink che ci avverte che stanno imbarcando gli automezzi per la partenza delle 7.30. Facciamo presente che noi abbiamo la prenotazione per la corsa delle 10.15 e ci rimettiamo a dormire. Arisveglia alle 6.20 per informarci che sulla corsa delle 7.30 c'è ancora posto e chiederci se siamo interessati a partire. Decliniamo cortesemente l'offerta e ci rimettiamo a letto. Ultima sveglia alle 7.30, check in alle 8.00, imbarco alle 9.15 e puntuale partenza alle 10.15 sotto un caldo sole stile mediterraneo. Allontanandoci dalla costa inglese ammiriamo le magnifiche scogliere e le spiagge della splendida zona di Brighton. Attraversiamo la Manica con un mare assolutamente calmo. Passiamo il tempo girovagando sul traghetto e cogliamo l'occasione anche per fare un sostanzioso spuntino. Attracchiamo a Dieppe alle 15.15, che in Francia diventano subito le 16.15 a causa del cambiamento di fuso. Anche la costa francese è ricca di falesie bianco avorio e splendide cale. Al parcheggio del porto ci fermiamo per salutarci. Sergio e Franco proseguiranno il loro viaggio verso Mont Saint Michel, mentre noi dirigeremo su Paris ed Eurodisney. Dopo i saluti e l'appuntamento a Roma, Sergio e Franco spiccano subito il volo, dovendo percorrere molta più strada di noi prima di sera. Noi ci fermiamo al primo distributore fuori del porto per fare il pieno di gpl e cambiare alimentazione. Restiamo in contatto radio con i nostri amici per una decina di chilometri. Imboccata la N27, alle 17.15, dopo 77 chilometri di buona strada provinciale, arriviamo a Rouen. Già alla periferia rientriamo in contatto radio fino a ritrovarci in coda al camper di Sergio al primo semaforo cittadino. Ricomposta la formazione, percorriamo tutti assieme il raccordo industriale di Rouen, che ci permette di evitare il centro. Superata una prima volta la Seine, all'imbocco della A13 le nostre strade si separano definitivamente. Sergio e Franco prendono la direzione di Le Havre e Caen, mentre noi seguiamo le indicazioni per Paris. Ci sembra di volare sull'Autoroute de Normandie dopo le migliaia di chilometri delle accidentate strade irlandesi. Alle 19.00, ormai a una quarantina di chilometri da Paris, facciano un nuovo pieno di gpl all'area di servizio Poissy St. Germain. Condiamo la sosta tecnica con un caffè e una telefonata a casa. Alle 19.40, percorsi 210 chilometri da Dieppe, arriviamo in vista di Paris e della Tour Eiffel. Siamo abbastanza in apprensione. Il traffico è molto intenso e temiamo di non riuscire a districarci nel dedalo di svincoli che dobbiamo attraversare per poterci dirigere verso Eurodisney. Presto la nostra apprensione svanisce. Sfiorata Versailles, ci immettiamo, quasi senza accorgercene, su un'arteria a scorrimento veloce che ci permette di aggirare tutta Paris e di trovare con una certa facilità le indicazioni per la A4 e Reims. Alle 20.15 arriviamo all'area di servizio Le Ferrieres, posta alcuni chilometri prima dell'uscita di Marne la Vallee Val d'Europe, dalla quale si arriva ad Eurodisney. Dopo un breve consulto, decidiamo di sostare per la notte e terminare questa breve tappa a 251 chilometri. L'area non offre il comfort cui ci siamo abituati sulle autostrade francesi. Ci sistemiamo alla meno peggio, ceniamo e ce ne andiamo a dormire col fermo proposito di svegliarci presto.

Sommario delle tappe.

Ventiquattresima tappa: Lunedì 22 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.00, facciamo in fretta tutto quanto c'è da fare, rabbocchiamo il liquido di raffreddamento, ci riforniamo di acqua al distributore e, alle 9.50, partiamo per Eurodisney. In venti minuti percorriamo i 13 chilometri che ci separano dal parcheggio del parco. Scesi dal camper copriamo il mezzo chilometro di distanza dall'entrata in tapee roulant, facciamo i biglietti, 250 FFr. per gli adulti e 175 FFr. per Diana, e seguendo una lunga e serpeggiante fila, alle 10.30, entriamo. Diana si eccita subito. Non crede ai suoi occhi. Non sa da che parte guardare: il trenino sopra di noi, la Main Street USA o il castello della Bella Addormentata. Le abbiamo promesso che questa giornata è dedicata a soddisfare i suoi desideri così non siamo noi a portare lei ma e lei che sceglie dove andare. Passato il primo momento di disorientamento, percorriamo la Main Street dirigendo verso il castello della Bella Addormentata e, a metà strada, siamo attratti dalla vista di uno dei miti di tutti i bambini: c'è Topolino. Ci mettiamo in fila per salutarlo e, mentre aspettiamo, passa la prima parata della giornata. Alla fine Diana, molto emozionata ma immensamente felice, abbraccia e bacia il suo Topolino che le rilascia anche un bel autografo. Lasciato Topolino, facciamo un bel giro sui cavalli della Giostra di Lancillotto, passiamo davanti alla locanda di Cendrillon, l'amatissima Cenerentola, e finiamo alla giostra di Dumbo. Ormai è ora di pranzo, decidiamo di mangiare all'interno del parco così ci accomodiamo in uno dei tipici locali di ristoro a tema presenti. Dopo aver mangiato, ci rechiamo a visitare Alice nel Paese delle Meraviglie e qui, un bell'acquazzone, ci suggerisce di ripararci sotto uno dei ponti della ferrovia. Passata l'acqua dirigiamo verso la nave di pirati e, di lì, andiamo a fare un giro con il Battello del Mississipi tra le Montagne Rocciose, i pionieri e i geyser di Yellowstone. Il gran camminare ci ha fatto tornare appetito così rientriamo verso la Main Street per goderci un bel gelato e scrivere le cartoline acquistate. Per riposarci ancora, dopo aver visitato qualche negozio ed aver acquistato qualche omaggio per i nipotini, ci facciamo un bel viaggetto sul treno a vapore. Tornati alla stazione principale, alle 18.30, decidiamo che è opportuno fare un salto al camper per cambiarci almeno le scarpe, rimaste umide dopo la pioggia. Approfittiamo per recarci al canile e pagare un ulteriore pernottamento e un'altra giornata al parcheggio. Rientriamo al parco alle 20.30 e andiamo a vedere le favole di Biancaneve e Pinocchio, purtroppo per Peter Pan ci vogliono 45 minuti di fila, glissiamo e, dopo un paio di tentativi di sfilare la magica Spada nella Roccia, attraversiamo il castello della Bella Addormentata e ci sistemiamo per goderci la Main Street Electric Parade, un'ora di sfilata di carri illuminati sui quali Diana può salutare tutti i suoi beniamini: Topolino, Minni, Balù, Cenerentola e Il Principe, Alice, Peter Pan, Pinocchio e Geppetto, Belle e la Bestia, e tanti altri ancora. Per finire la scorpacciata ci vediamo anche mezz'ora di fuochi d'artificio, al termine della quale, è proprio Diana a chiederci di tornare al camper perchè stanca e assonnata. Chissà quante volte si sognerà ancora questo giorno. Speriamo di esserci fatti perdonare tutta la scorpacciata di chilometri che le abbiamo fatto sorbire, prigioniera delle nostre esigenze, in Irlanda. Rientriamo al camper alle 23.20 insieme ad alcune migliaia di persone e ce ne andiamo filati a letto.

Sommario delle tappe.

Venticinquesima tappa: Martedì 23 Agosto 1991.

Sveglia alle 8.00, già arriva gente per entrare al parco. Diana sarebbe anche disposta a fare il bis ma noi, considerato che abbiamo una giornata di parcheggio già pagata, preferiamo avere un assaggio di Parigi. Partiamo dalla stazione della metropolitana di Marne la Vellee Chessy alle 10.30 e sbuchiamo sotto l'Arc de Trionphe alle 12.00. Gli Champs Elisee, davanti a noi, sono tirati a lustro per l'anniversario della liberazione di Parigi che verrà celebrato tra qualche giorno. Data l'ora e la presenza del nostro amico Mc Donald, decidiamo che un bel pranzo in una delle strade più famose del mondo non ci starebbe male. Dopo aver pranzato, riprendiamo la metropolitana e scendiamo poco distante da Place du Trocadero raggiunta la quale proseguiamo verso la Tour Eiffel che giganteggia dall'altra parte della Seine. Altro giro su giostra e altro gelato agli Champ de Mars. Telefonato a casa, riprendiamo la metropolitana e scendiamo presso Notre Dame. Visitata la cattedrale, passeggiando, finiamo in Rue de Rivoli dove, alla vista di un altro Mc Donald, pensiamo bene di fermarci a fare merenda. E' ormai ora di incamminarci per tornare al camper. Aggirata la Tour de St. Jaques, arriviamo al Centre Pompidou, a Les Halles, dove facciamo un ultimo giro, acquistiamo il tipico pane francese e prendiamo la metropolitana. Arriviamo a Marne la Vallee alle 18.00, siamo abbastanza stanchi, ma l'assaggio ci ha soddisfatti. Ci facciamo un caffè, alleggeriamo l'abbigliamento, facciamo il pieno di gpl al distributore poco fuori il parcheggio e partiamo alle 18.30. Riprendiamo la A4 verso Paris con l'intento di uscire per imboccare la D231 verso Provins. I nostri progetti naufragano, un poco a causa dell'intenso traffico e un poco a causa del fatto che Provins non è segnalato tra le città raggiungibili dall'uscita giusta. Arrivati quasi alle porte di Parigi, usciamo dall'autostrada e invertiamo la marcia fino ad imboccare la D471 per Coubert. Percorsi 20 chilometri di splendida provincia francese, a Coubert ci inseriamo sulla N19 per Provins. Arriviamo a Provins alle 20.45 e, districandoci nei vicoli della medievale cittadina bassa, seguendo le indicazioni per un parcheggio gratuito di quattrocento posti, scopriamo il piccolo e grazioso parcheggio della villa comunale dove ci sistemiamo alle 21.00 dopo aver percorso 124 chilometri di tappa. Cataloghiamo Provins tra le cittadine con maggiori possibilità di sosta libera.

Sommario delle tappe.

Ventiseiesima tappa: Mercoledì 24 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.00, la notte è trascorsa assolutamente tranquilla, la giornata si presenta con cielo sereno e tempo tendente al variabile. La cittadina dovrebbe essere bella e gradevole, soprattutto nella parte alta, noi siamo al limite del parco pubblico, in un parcheggio riparato rispetto alla strada principale, purtroppo non abbiamo tempo per fermarci. Alle 9.30 ci spostiamo di poche decine di metri per recarci al supermercato per fare la spesa giornaliera e, alle 10.30, partiamo. Riprendiamo la N19 verso Troyes, scolliniamo poco dopo Sourdon e scendiamo nella valle della Seine aggirando Nogent con alle spalle le dense colonne di vapore sprigionate dalle ciminiere della centrale nucleare. Attraversata e superata Romilly, sempre seguendo il corso della Seine, alle 11.45, dopo aver percorso 81 chilometri arriviamo a Troyes. Entriamo in città e ci parcheggiamo a fianco della fontana in pieno centro. Scendiamo e ci rechiamo a visitare il caratteristico centro storico. Approfittiamo anche per pranzare alla pizzeria "La Storia" con pizze e lasagne. Dopo il lauto pasto, per digerire, andiamo a visitare la stupenda cattedrale e, alle 15.00, ci rimettiamo in viaggio. Usciti da Troyes, ci immettiamo sulla N71 che percorre la valle della Seine e superiamo caratteristici paesini come Bar, Mussy e Chatillon. Superata la Foret de Chemsson, giunti a Drigny, lasciamo il fiume di Paris e ci arrampichiamo sulla sua sponda sinistra. Dopo 205 chilometri di tappa, quando incrociamo un ruscelletto ed un segnale che ci indica le "Sources de la Seine" a 7 chilometri, siamo costretti a tornare all'alimentazione a benzina, avendo esaurito il gpl. La strada percorre, per una trentina di chilometri, un verdeggiante altopiano fino alle porte di Dijon, dove ci possiamo rifornire di gas. Superiamo Dijon dopo 250 chilometri di tappa e, anzichè prendere subito l'autostrada, preferiamo immetterci sulla N74 per Beaune. Appena usciti da Dijon la strada attraversa una vasta regione intensamente coltivata a vigneti. Filari bassi e fitti a perdita d'occhio sui quali i trattori, per la lavorazione, passano a cavallo. Per un buon tratto si susseguono una serie di cancelli di accesso alle proprietà con i nomi delle varie casate vinicole. Alle 18.30, percorsi 36 chilometri siamo a Beaune, di cui riusciamo appena ad intuire la bellezza e la ricchezza artistica, che ci troviamo sull'autostrada A6 in direzione di Chalon sur Saone. Alle 19.00 siamo all'area di servizio Beaune-Tailly a conclusione di una tappa di 286 chilometri. Ci sistemiamo per la cena dopo aver fatto il pieno d'acqua al rifornimento dei tir, mentre Diana si gode i suoi "giochi" insieme a due occasionali amichetti tedeschi.

Sommario delle tappe.

Ventisettesima tappa: Giovedì 25 Agosto 1994.

Sveglia alle 8.30, la notte è trascorsa assolutamente tranquilla. Questa area di servizio è strutturata come quelle delle autostrade della Francia meridionale. Una sezione per il rifornimento, compreso il gpl, una sezione per il parcheggio e la ristorazione veloce, ed un'area, più appartata, per il picnic e il riposo, anche notturno, con bagni puliti e parco giochi per i bambini. Compriamo un poco di pane fresco e partiamo che sono già le 10.20. Percorriamo la A6 e, superata Chalon, notiamo l'area di servizio La Fertè particolarmente ben attrezzata per lo svago dei più piccoli. Vediamo chiaramente farfalle e funghi giganti. Alle 11.10 ci fermiamo a fare rifornimento di gpl all'area di servizio Macon St. Albin e, un quarto d'ora dopo, lasciamo la A6 per prendere al A40 per Geneve. Alle 12.00 ci fermiamo per pranzare all'area di sevizio Bourg Teyssonge dopo aver percorso 122 chilometri da stamattina. Pranziamo e ci rilassiamo abbondantemente mentre Diana si sfoga ai "giochi" con colleghi di ogni nazione. Fatte le 14.30 ci rimettiamo in viaggio superando ogni difficoltà opposta dalla nostra principessa. L'autostrada, dopo Pont d'Ain, si arrampica sulle Alpi e la cosa si avverte chiaramente. Alle 15.45 facciamo un nuovo pieno di carburante all'area di servizio Valleiry, notando in lontananza il candido spumeggiare dello schizzo d'acqua di Geneve, che sfioriamo appena alle 16.00, dopo aver percorso 225 chilometri di tappa. Proseguiamo sulla A40 e, davanti a noi, vediamo ergersi le più alte cime d'Europa coperte di nuvole. Purtroppo il tempo non ci assiste in questa nostra traversata del massiccio del Monte Bianco. Alle 17.15, dopo un'interminabile tratto di strada in salita, siamo fermi in un'area di servizio per tentare una telefonata a casa e fare una merendina proprio sotto il Monte Bianco. Ripartiamo alle 17.45 ed in pochi minuti siamo a Chamonix dove usurpiamo alcuni minuti di sosta per telefonare a casa e scattare due foto al prorompente Glacier des Boisson che sembra voler inghiottire la valle da un momento all'altro. Lasciata Chamonix, ci arrampichiamo verso il tunnel godendoci spettacolari panorami. Alle 18.22, dopo 315 chilometri di tappa, entriamo nel tunnel lasciando un'aria fredda e piovigginosa e i ghiacciai che ci sovrastano. Impieghiamo undici minuti per percorrere gli 11,5 chilometri del traforo e, alle 18.33, finalmente mettiamo piede nell'ultima regione d'Italia che mancava al nostro palmares: la Valle d'Aosta. Cielo sereno e terra italiana. La discesa dalle alte quote è molto lenta. Il traffico di tir è francamente eccessivo. Impieghiamo più di un'ora per arrivare ad Aosta seguendo la valle della Dora Baltea. Alle 20.15 arriviamo all'area di parcheggio Arnad a conclusione di una tappa di ben 412 chilometri.

Sommario delle tappe.

Ventottesima tappa: Venerdì 26 Agosto 1994.

Sveglia alle 7.30. Sembra proprio che non abbiamo fortuna nello scegliere le aree di pernottamento al nostro rientro in Italia. Stanotte una discoteca locale ci ha tenuti svegli, noi e tutti gli animali della vallata, ben oltre la mezzanotte. Ai suoni si sono aggiunti i rumori dei motori dei tir sotto sforzo per la salita verso il Monte Bianco e il Gran San Bernardo. Alla sveglia le cime dei monti sono già ben soleggiate e il cielo è completamente sereno. Prevediamo una giornata torrida, come non ne incontriamo da settimane. Partiamo alle 9.00, quando il sole ha già scaldato il mezzo. Dovremmo percorrere 750 chilometri per arrivare a casa, contiamo di essere al traguardo per le 22.00. La giornata tiepida e serena ci consente di ammirare il massiccio bianco del Monte Rosa per tutto il tratto padano dell'autostrada fin quando affrontiamo i primi colli del Monferrato. Viaggiamo tranquilli ed arriviamo a Genova alle 11.30 dopo aver percorso 200 chilometri. Alle 13.00 ci fermiamo all'area di servizio Santo Stefano di Magra Ovest per il pranzo. All'arrivo di due autovetture, con targa francese e alcuni bambini a bordo, ci sentiamo imbarazzati nel vedere l'affannosa ricerca di uno spicchio di ombra per mangiare un panino e tenere i bambini lontani dai pericoli degli autoveicoli in un'area di servizio che, oltre al carburante non offre altro che asfalto. Facciamo il pieno di gpl e ripartiamo alle 15.00. Il cielo sereno e la buona posizione del sole ci consentono di ammirare le maestose cave di marmo delle Alpi Apuane in prossimità delle uscite di Massa e Carrara. Giunti a Viareggio, anzichè percorrere la via Aurelia, decidiamo di virare verso Firenze, così dirigiamo verso Lucca ove prendiamo la Firenze Mare. Giunti nel capoluogo toscano ci immettiamo sulla A1 verso Roma. Alle 18.00 siamo fermi all'area di servizio Montepulciano Ovest, dopo 552 chilometri di tappa, per il pieno di gpl e una bella merendina. Ripartiamo alle 19.10 convinti di poter rispettare i nostri programmi. Il traffico è regolare, non incontriamo alcun rallentamento o ingorgo così, alle 21.45, siamo sotto casa al traguardo del tour 1994 lungo 6800 chilometri.

Sommario delle tappe.


Viaggio effettuato nel 1994 da Roberto Lumaca.

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE.


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