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Camping Sport Magenta

AUSTRIA, POLONIA, GERMANIA

Periodo: 15.7 – 6.8.2006
Due equipaggi:
- Paolo, Luisa, Giulio, il GPS Claudio e Trilly, su Fiat Ducato LMC del 1992
- Tiziano, Cristina, Giada e Tarsy su Ford Mobilvetta del 1992


15.7 sabato - ORE 15.00 Partenza da Vicenza, Riviera Berica per un lungo pomeriggio in autostrada con destinazione Vienna.

Facciamo una breve sosta al valico di Tarvisio e appena entrati in Austria provvediamo al pieno di carburante per arrivare a Vienna (costa circa 10-15cent di meno al litro). Giada (15anni) coetanea di Giulio ci tiene compagnia a bordo dell’LMC. I due ingaggeranno delle partitone a briscola , scala 40 ecc. per tutto il viaggio.

La prima vera sosta la facciamo intorno alle 20.00 per cenare. Le aree di servizio sulle autostrade austriache si rivelano molto comode e spaziose. Dopo un buon caffè decidiamo che non ne abbiamo ancora abbastanza e proseguiamo ancora un centinaio di chilometri. Un tratto autostradale abbastanza lungo risulta essere un cantiere, ciò rallenta un po’ la nostra andatura di per se tranquilla. A ravvivare la serata arriva una sgradita sorpresa: si accende la spia rossa dell’alternatore del Ducato e quindi, visto l’arrivo del buio, in via precauzionale ci fermiamo nei pressi di Graz. Qui, in un parcheggio autostradale con un’area destinata ai nostri veicoli, pernottiamo in tranquillità.

16.7 domenica 7.30

La spia rossa del Ducato brilla della sua maledetta luce, c’è comunque corrente per avviare il motore e, a fari spenti e con il frigorifero funzionante a gas, si riparte per Vienna. Gli ultimi cento kilometri abbondanti sfilano via veloci sotto le nostre ruote e, arrivati nei pressi di Vienna, il nostro supernavigatore Claudio (mio cognato detto Lalo) senza difficoltà ci guida fino al cancello del camping Neue-Donau. Il campeggio è abbastanza accogliente come ambiente e servizi, c’è una bella aria europea con ospiti e mezzi provenienti da diversi Paesi, (questo ci fa sentire finalmente “in giro”) ma è a ridosso della tangenziale e di una linea ferroviaria che si fanno sentire.

Per contro la passeggiata in bicicletta verso il centro città è una vera delizia. Si può scegliere di costeggiare il canale Neue Donau fino al ponte della metropolitana e poi puntare direttamente verso l’Altstadt, oppure di prendere il Viale che percorre tutto il Prater per circa 7-8 km.e che termina sotto la famosa ruota panoramica e da lì a sinistra verso l’Altstadt.

La domenica pomeriggio molti viennesi si godono l’estate sul canale, facendo sport acquatici, bagni,pic-nic sull’erba. Lungo l’argine c’è sicuramente qualche migliaio di persone.

Noi facciamo scendere dalle bici le due cagnette Trilly e Tarsy per una bella corsa sull’erba e l’inevitabile bagno.

Il primo giro in bici ci serve per localizzare i palazzi e le cose che ritorneremo a visitare domani. Sarà una visita che in due giorni si limiterà ai monumenti più importanti: Hofburg e gli appartamenti reali, Santo Stefano e le piazze e vie circostanti, Shonbrunn e il magnifico parco, le attrazioni del Prater. Nei pressi di Shonbrunn troviamo anche la Fiat di Vienna con l’officina che sistemerà il Ducato. Verso sera rientriamo al campeggio e, ripercorrendo l’argine del canale notiamo che i prati sono assolutamente puliti nonostante la moltitudine di persone che c’era nel pomeriggio. Gli ultimi gruppetti stanno cuocendo sulle braci i loro Wrustel e mettono a noi una fame che ci fa volare sui pedali. Dopo una bella pastasciutta e un buon bicchiere di cabernet (Tiziano ha una fornita cantina nel Mobilvetta)... arrivederci a domani.

17.7 lunedi

Di buon mattino partiamo per visitare la città.

La nostra visita sarà un pò condizionata dal fatto che il Ducato dovrà sostare in officina per la riparazione, comunque con le bici arriviamo velocemente in tutti i luoghi e possiamo visitare così la Cattedrale di S. Stefano, Hofburg e gli appartamenti imperiali, chiudendo il giro odierno al Prater.

Non intendo descrivere le cose viste, i musei visitati, del resto si possono trovare in tutte le guide turistiche, mi limito ad esprimere le sensazioni da me provate. I castelli e Vienna nel suo insieme mi hanno affascinato e colpito per l’amore e la cura di cui sono oggetto da parte dei viennesi. Impeccabile l’organizzazione e l’accoglienza. Seguendo una comitiva francese che visitava le sale dell’Hofburg penso all’enorme differenza tra queste sale e quelle desolatamente spoglie (perchè svuotate dai tedeschi durante l’occupazione del 1940) di molti castelli francesi.

Al Prater si sale rigorosamente sulla ruota panoramica, dove vediamo anche una cabina preparata con un tavolo per due per una cena romantica al lume di candela....Ad ogni giro una portata...Affascinante!

18.7 martedi

Oggi alla Fiat cambiano l’alternatore del Ducato. L’appuntamento è per le 7.30. Lasciamo tutti il campeggio e ci rechiamo a visitare Shonbrunn. L’altro camper può sostare nel cortile dell’officina che si trova a lato del parco e ospitare le due cagnette finchè noi visiteremo la residenza estiva degli Asburgo.

Nel magnifico parco facciamo merenda con gli scoiattoli e gli uccellini che scendono dagli alberi per prendere qualche briciola, visitiamo il museo della carrozze, il labirinto ed è mezzogiorno. Usciamo per vedere il lavoro in officina e... tutto a posto. Pagare e partire. In pochi minuti decidiamo il da farsi: partiamo subito, facciamo una sosta prima del confine con la Slovacchia per gasolio e viveri e poi su verso Cracovia.

L’attraversamento del tratto slovacco avviene tutto nel pomeriggio, l’autostrada arriva quasi a Zilina, ma anche la statale fino al confine polacco si rivela facilmente percorribile e gradevole dal punto di vista paesaggistico. Si costeggiano boschi e torrenti ed una pausa rinfrescante verso sera è veramente piacevole. Stasera si mangiano panini percè vogliamo arrivare a Cracovia. Il transito sul confine polacco avviene senza nessun problema e, subito dopo ci fermiamo per il primo cambio di denaro. Per cento euro ci vengono pagati 395 zloty. Nell’ultima luce serale decidiamo di arrivare a Cracovia e, domani con calma, troveremo un campeggio.

Sono le 11.00 di sera quando arriviamo in città e giriamo un pò alla ricerca del parcheggio o del campeggio.

Dopo dieci minuti troviamo il campeggio Smok. Come i nostri fari illuminano il piazzale antistante, due ragazzi ci spalancano il portone del campeggio e noi non facciamo altro che infilarlo e andare in mezzo al prato. Freno a mano, corrente (cavolo la pila,... fa luce,... che attacco ci vuole?...ok) buonanotte, dobranoc!

19.7 mercoledi ore 8.00

Alla luce del giorno il campeggio ci appare carino, non del tutto funzionale ma accogliente. La reception si trova sulla cima di una collinetta ed il market è fornitissimo di birra, coca cola e poco altro. I servizi discreti con acqua sempre calda. (ci accorgeremo più tardi, in altri campeggi , che quasi tutte le caldaie sono a carbone e legna).

Arrivare in centro città in bicicletta è comodo e piacevole, gran parte del percorso (circa 5 km.) costeggia l’argine della Vistola ed è in pista ciclabile. Oggi visitiamo il Wawel (castello reale, San Venceslao, giardini) e il cuore della città che è la sua bellissima piazza. Qui si affacciano importanti palazzi e chiese (tra cui la famosissima cattedrale). L’impressione è che già da parecchi anni Cracovia sia abituata a ricevere un buon afflusso turistico infatti è abbastanza attrezzata all’accoglienza. I monumenti le chiese e i palazzi sono ben conservati, ma non ancora così valorizzati come meriterebbero (facciamo il confronto con il sistema museale di Vienna). Un esempio: i musei e le loro sale sono costantemente vigilate da una moltitudine di personale (che non parla una parola di inglese e generalmente se ne sta sulle sue) ma l’esposizione di dipinti, mobilio del ‘600, arazzi antichi è approssimativa e male illuminata.

A pranzo proviamo la cucina polacca in un ristorante nel quartiere universitario.

Pierogi ripieni di carne, bistecche di maiale fritte e coperte di salsa di gulasch, crauti cotti in diverse salse, patate fritte(frikti), ottima e abbondante birra.

Al pomeriggio ci aspetta la visione della “Dama con l’ermellino” al Museo Czartoryski e poco lontano la visita ad un bar ristorante particolare. È, infatti, un locale arredato in stile liberty, oggi visitabile anche come museo, ma nel quale ci si siede e si ordina tranquillamente da bere o da mangiare. Da provare la “kremovka” un dolce a base di pasta sfoglia e crema.

Al ritorno in campeggio, solo per il gusto di cambiare strada, ci facciamo un giro in bicicletta di più di dieci km. Pazienza!

20.7 giovedi

Questa mattina lasciamo il campeggio Smok e ci dirigiamo alle famose miniere di sale di Wieliczka. Aspetteremo fino alle 13.30 per scendere con la guida in lingua italiana. La cosa più bella che ci ha colpito è la cattedrale scolpita nel sale, dove, ci informa la guida, gli abitanti del paese scendono tutte le domeniche per la Messa. Nel tardo pomeriggio, dopo un po’ di relax in paese, un prelevamento con carta VISA allo sportello automatico (comodissimi e sparsi in tutta la Polonia),e qualche spesuccia prendiamo la strada per Ozswiecim (Auszwitz-Birkenau), circa 60 km. a ovest. Arriviamo senza difficoltà nei pressi del tristemente conosciuto campo di sterminio nazista, proprio di fronte al quale c’è un comodissimo parcheggio dove con pochi zloty si può sostare 24ore. Ci sono pure i servizi con docce calde e l’attacco dell’elettricità. Pernottiamo tra una dozzina di camper italiani e tedeschi.

21.7 venerdi ore 8.30

Oggi dedichiamo tutta la giornata alla visita del campo di streminio di Birkenau (che raggiungiamo in bici in 10 minuti) e, nel pomeriggio al Museo allestito nelle baracche di quello che era Auszwitz, oggi il più importante luogo della memoria dell’Olocausto. Inutile descrivere ciò che si vede con gli occhi, è all’anima di ogni essere umano che parlano questi luoghi, la dolcezza del boschetto di betulle di Birkenau, lo specchio d’acqua dello stagno (dove venivano gettate le ceneri delle vittime e oggi nuotano tranquille le rane), nei pressi dei quali la belva nazista aveva costruito le camere a gas e i crematori, fanno raggelare il sangue nelle vene. L’unica riflessione che mi viene è che “la natura” sia l’unica che riesce ancora oggi a conservare un ricordo rispettoso e indelebile dell’enorme atrocità subita da milioni di persone innocenti e inermi, e ciò consola anche l’anima dello sgomento visitatore. Nel pomeriggio, alla fine della visita, ritroviamo un gruppo di studenti ebrei provenienti dall’Australia già incontrati al mattino, i quali, coperti dalle bandiere di Israele e tenendosi per mano intonano un inno che per la sua intensità ci commuove e da un senso a questa giornata riportandoci alla realtà, risollevandoci dal buio nel quale il nostro spirito era precipitato.

Ore 18.00 – Decidiamo di partire per CZESTOCHOWA, dove arriviamo in serata dopo aver percorso agevolmente circa 80 km.

Troviamo il campeggio, proprio dietro Jasna Gora, la collina dove sorge il Santuario della Madonna Nera. A cena abbiamo tutti poca fame e una breve passeggiata in questo luogo che trasuda fede cristiana, devozione e pace ci infonde nuove energie positive.

22.7 sabato

Oggi sostiamo a Czestochova e ci dedichiamo alla visita del Santuario, ma anche a noi stessi: scendiamo in città alla ricerca di un po’ di carne fresca da cucinare alla brace, ma soprattutto di paste. Stasera barbecue e festa di compleanno per i nostri ragazzi. Giada compie 15 anni e Giulio li ha compiuti una settimana fa . Dalla cantina di Tiziano escono le bottiglie migliori. I nostri acquisti sono di discreta qualità, la carne (costate di manzo e costa di maiale) buona, quanto alle paste, ne abbiamo trovate alla crema, al cioccolato e alla frutta, con ottima panna fresca. Deliziose!

23.7 domenica

Oggi ci porteremo a nord e consultando la carta dei campeggi e l’atlante stradale decidiamo che faremo tappa a Mialkowek, piccola località sulle rive di un laghetto. La guida dei campeggi polacchi ci indica un campeggio di qualità buona con tutti i servizi e attrezzature sportive: raccomandato da mister camping.... Niente di più falso. La desolazione che troviamo è allucinante. Tre tende e una roulotte piantate sull’erba incolta, una serie di baracche prefabbricate di lamiera sono i bungalow, indescrivibili i servizi....Ok. per stanotte comunque stiamo qui e ci laviamo con la nostra doccia solare...Comunque passiamo una notte tranquilla dopo aver passeggiato fino al pontile sul lago e fatto una partitona a calcetto nel bar al lido.

24.7 lunedi

Oggi arriviamo a Znin sul lago omonimo. Passiamo la giornata a visitare questo piccolo centro, facciamo un po’ di shopping e cerchiamo informazioni per prendere, all’indomani un trenino d’epoca (funziona da più di 110 anni) che ci porterà al sito archeologico di Biskupin. Il campeggio, in riva al lago, è buono ed economico.

25.7 martedi

Di prima mattina ci rechiamo alla stazione della ferrovia a scartamento ridotto, dove un trenino che sembra quello del luna park ma molto più lento ci porta a Biskupin, a 8km. di distanza in 40 minuti!! Bello comunque il paesaggio tra laghetti e campi di grano maturo. Alla stazione intermedia di Wenecija si può visitare anche il museo storico della ferrovia con locomotive a vapore formato mignon, vagoncini riscaldati da stufette a carbone, risalenti ai primi anni del ‘900. Il sito archeologico è abbastanza interessante (resti e ricostruzioni di palafitte risalenti a 6000 anni fa) e un museo dedicato ci racconta la storia di questi luoghi attraverso i secoli. Abbiamo la sensazione di essere in un posto visitato solo dai polacchi, famigliole e scolaresche, e respiriamo un’aria molto diversa dalle località simili di casa nostra. C’è pace in questo luogo di campagna con piccoli villaggi di poche case e la fermata del trenino che procede alla velocità di una bicicletta sferragliando e sobbalzando sul binario di 100 anni fa.

A pomeriggio inoltrato rientriamo al campeggio e, come al solito decidiamo di partire verso la nostra prossima destinazione: Torun. Dopo un’oretta abbondante di strade più o meno dissestate e cantieri arriviamo al campeggio di Torun, forse il peggiore fin qui trovato. E’ praticamente confinante con la strada statale che qui attraversa la Vistola sull’unico ponte cittadino, il rumore del traffico è continuo e assordante, la puzza di gas di scarico ammorba l’aria, le strutture e i servizi sono trascurati e sporchi, però si paga il doppio che a Znin o Czestochova...Nota positiva è che in 5 minuti, attraversando il ponte sul fiume si arriva subito in città. Stasera, perciò andiamo al ristorante e a fare una passeggiata. Il centro storico di Torun, città medioevale, è un piccolo gioiello, patrimonio dell’umanita dell’Unesco. In piazza si trovano diversi ristoranti.. non c’è che l’imbarazzo della scelta. Fortunatamente troviamo il menù anche in inglese e così seduti all’aperto, sorseggiando birra fresca assaggiamo una insalata con verdure miste, formaggio e salse varie, seguita da un particolare piatto unico preparato con una sfoglia di pasta con ripieni misti a scelta: carne macinata, funghi, verdure stufate e ricoperto di besciamella : un parente alla lontana dei nostri pasticci, comunque molto saporito. Dopo cena una passeggiata è d’obbligo fino a che, esausti ritorniamo al camper, bicchiere della staffa e a nanna.

26.7 mercoledi

La giornata di oggi è dedicata ad una visita al Museo di Nicolò Copernico allestito nella sua casa natale (sono esposti tra le altre cose i suoi strumenti di astronomia e le tracce dei suoi studi in Italia) la Cattedrale di Torun, i resti di quello che fu un castello dei Templari. Il centro di Torun è veramente bello con palazzi dalle facciate gotiche (il Municipio al centro della piazza principale), e la Cattedrale, altre in stile barocco tutte stucchi e decori bianchi su tinte pastello. All’interno di un palazzo a 4 piani di fronte al Municipio troviamo un moderno centro commerciale dove si può acquistare un po’ di tutto. Noi proviamo un caffè e dei dolci veramente freschi e squisiti. Pranzo da Mc Donalds.

Nel tardo pomeriggio rientro in campeggio e ripartenza verso nord, destinazione Malbork.

In serata, dopo un centinaio di chilometri, di cui una quarantina sulla statale 55, percorsi a 30 km. all’ora su un fondo disastrato ma attraverso una bella campagna, troviamo un piccolo campeggio nei pressi di Grundziaz sulle rive dell’immancabile laghetto e sotto un bel bosco di pini e betulle. Decidiamo di fermarci per la notte e ci troviamo davvero bene.

27.7 giovedi

Al mattino riprendiamo la strada e arriviamo senza difficoltà a Malbork. La statale 55 da Grundziaz a Malbork è stata riparata e riasfaltata.

Malbork è la città di un castello sulle rive del fiume Nogat, famoso perché costruito dai Templari nel Medio Evo, probabilmente il più grande d’Europa (si trova all’interno di una tripla cinta muraria) e mai espugnato nel corsi dei secoli. Ha subito però gravissimi danni dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La ricostruzione e il restauro gli hanno restituito l’antico aspetto di un tempo. La chiesa facente parte del castello, invece, mostra i segni della distruzione e non è ancora stata restaurata. A fianco della residenza con sale di rappresentanza, torri di guardia e cucine con forni del 1200 c’è un monastero. Un viaggio a ritroso nel tempo a scoprire la fede e l’arte cavalleresca che animava la vita di questi mitici cavalieri del Medio Evo.

Nel pomeriggio riprendiamo la strada con destinazione Elblag. Sono appena 30 km. da percorrere e, a metà strada c’è tempo per una sosta all’ombra dei pioppi per il pranzo.

In serata, dopo aver fatto rifornimento di gasolio e di viveri al Carrefuor, arriviamo al Campeggio di Elblag, che si affaccia direttamente sul canale navigabile Elblag-Ostroda, che è lo scopo della nostra sosta. Con un traghetto navigheremo per una cinquantina di chilometri verso sud sul canale e attraverso tre laghi.

Alla reception, oltre ad una cordiale accoglienza, troviamo un signore che ci prenota i posti sul traghetto per l’indomani e ci dà appuntamento alle 7.30 sul molo per l’imbarco.

28.7 venerdi

Come d’accordo di buon mattino arriviamo sul molo dove sono attraccati tre traghetti che partiranno insieme ma percorreranno ciascuno un percorso più o meno lungo. Noi scegliamo di percorrere circa la metà del canale; dove scenderemo, a Maltidy c’è il treno per il ritorno.

La navigazione è piacevole nonostante che il traghetto abbia pochi posti a sedere sul ponte esterno. Noi, da bravi turisti italiani, recuperiamo sei sedie volanti e ci sistemiamo proprio a ridosso della cabina del capitano.

Lo spettacolo offerto dalla natura mentre attraversiamo i primi laghi è bellissimo. Una fitta vegetazione acquatica (distese di ninfee, canneti e rive a tratti boscose) sono l’habitat di moltissime specie di uccelli; lungo il canale, sui comignoli delle case, vediamo anche alcuni nidi di cicogne.

Ma la particolarità di questo viaggio in barca sta nel fatto che è in salita. A differenza degli altri canali navigabili, non ci sono chiuse che permettono di passare da un livello all’altro del fiume: qui il traghetto viene agganciato su un carrello e trasportato in salita per alcune centinaia di metri, su un binario sulla terra ferma, sfruttando, come forza motrice l’acqua del fiume e un sistema di contrappesi. Così mentre noi saliamo tirati da una fune un altro carrello con altre barche scende.

Tutto il sistema funziona a meraviglia e al passeggero non rimane che stupirsi di navigare sull’erba, in salita, mentre i marinai saltano giù dal traghetto persino per recuperare il berrettino caduto ad un bambino.

Tutto ciò è interessante ma, ovviamente, non è veloce. Infatti arriviamo alla nostra destinazione (metà dell’intero percorso del canale, circa 40 km.) alle 15.00 dopo ben sette ore di navigazione. Scendiamo in un villaggio dove c’è il molo, la stazione, la posta, un negozietto di alimentari e quattro case; alle 15.30 si ferma un treno che ci riporta ad Elblag in 40 minuti. Questa sera resteremo qui ad Elblag a riposarci un po’ e a fare un bel barbecue.

29.7 sabato

Questa mattina, finalmente arriveremo sulla riva del Mar Baltico, toccando il punto più a nord del nostro viaggio. Partiamo con destinazione Danzica sotto un cielo che per la prima volta in questo viaggio minaccia pioggia. I circa 60 km. che dobbiamo percorrere si rivelano abbastanza fastidiosi: c’è molto traffico diretto al mare e dobbiamo seguire un certo numero di deviazioni per cantieri. Sia come sia prima di mezzogiorno arriviamo a Danzica e, immaginando che i campeggi siano parecchio fuori città, proviamo a dirigerci subito verso il centro.

A ridosso della città vecchia troviamo un parcheggio a pagamento che per 24 ore ci chiede 120 zloty (circa 30 euro). Più caro dei campeggi! Passiamo davanti alla stazione ferroviaria e, seguendo un viale che porta verso il porto troviamo un altro parcheggio: siamo a dieci minuti in bicicletta dal centro, 24 ore con 20 zloty(5 euro). Qui troviamo altri due camper tedeschi in sosta e poi conosceremo anche una coppia di pensionati bresciani di ritorno da San Pietroburgo. Il tempo non promette niente di buono ma noi non ci preoccupiamo e, armati di mantelline negli zaini partiamo alla volta del centro città. Facciamo la spesa in un mercatino coperto all’interno di un fabbricato di mattoni in stile 600-700 e dopo pranzo visitiamo il centro storico di Danzica.

La salita sul campanile della Cattedrale ci offre una visione panoramica abbastanza particolare: la città si estende fino al mare con i suoi famosi cantieri navali, il centro storico pullula di gente e bancarelle, a ridosso del centro sono sorti dei palazzi moderni, con facciate di vetro e alti 20 o più piani . Bello l’interno della Cattedrale con il suo famoso orologio del 600 e diverse cappelle di diversi periodi artistici. La devozione alla fede cattolica del popolo polacco si rivela in ogni posto che visitiamo molto radicata, le chiese sono presenti ovunque più numerose che in Italia, al Papa polacco Giovanni Paolo II, sono dedicate innumerevoli statue, monumenti, fotografie e tutto quello che può ricordarLo, ovunque.

Danzica è oggi particolarmente affollata, c’è un mare di gente che passeggia in mezzo a tantissime bancarelle su cui si trova ogni genere di mercanzia: artigianato, bigiotteria con pietre d’ambra, antiquariato, vestiti, mobili, un’autentica fiera. In effetti sapremo poi che si tratta della fiera si S. Giacomo. E’ comunque bello camminare in mezzo a tutta questa gente perché ci permette di vivere quest’atmosfera di festa senza eccessi, senza inutile baccano, tutto molto semplice e tranquillo. Ovviamente non mancano le curiosità, ma sono talmente tante ... Ci sediamo stanchi in un bar all’aperto che serve birra e cibi espressi. Assaggiamo della patate arrosto, dei salsicciotti con la cipolla e giù un paio di birre a testa....

Stasera pernottiamo al parcheggio e domattina ripartiremo.

30.7 domenica

Prima di lasciare Danzica decidiamo di fare una puntatina al porto. Uscendo dalla città verso nord, si svolta a destra con direzione Novy Port, dopo un breve tragitto si arriva in un sobborgo di Danzica in riva al mare con la spiaggia e, più giù la zona dei terminal passeggeri. Un giro in questo sobborgo, abitato per lo più da portuali, con parecchie costruzioni risalenti al recente passato (casermoni popolari) e la visione dei cantieri navali e delle infrastrutture portuali, ci dà l’idea di un’area che non ha ancora subito la chiusura a causa di scarsa tecnologia o mancanza di mercato. Da due settimane a questa parte abbiamo visto molti capannoni, ex industrie o zone industriali in diverse città chiusi e abbandonati. In compenso le periferie cittadine pullulano di Carrefuor, Auchan, Real, e altre catene commerciali europee. Danzica insieme con Sopot e Gdynia, formano un'unica grande città e non vengono meno a questa logica. Viaggiando lungo la strada statale 6 verso ovest comunque vediamo una lunga serie di capannoni grandi e piccoli che ci ricordano molto da vicino il nostro nord-est. La strada è in buono stato, segno che questa è una zona di interesse economico anche, probabilmente, dal punto di vista turistico balneare.

Arriviamo a Leba e la nostra impressione viene confermata. Qui è proprio pieno di gente. Sembra di stare in riviera romagnola ma tutto è molto più spartano, le case in affitto, gli alberghi, i campeggi. Troviamo l’ultima piazzola disponibile nel camping Ambre, direttamente sul mare, una piazzola in due camper. Va detto comunque che nonostante il campeggio sia al completo i servizi sono sempre efficienti, l’acqua sempre calda (anche qui a carbone) e la notte sia veramente tranquilla.

Facciamo un bel bagno nelle fresche acque del Baltico e prendiamo un po’ di sole nella spiaggia affollata di turisti domenicali. La sera una passeggiata in centro del paese ci rivela un bel molo, la pineta, e un gran numero di friggitorie e ristoranti che servono ottimo pesce fresco. L’ultima birra la beviamo sul porto canale e poi a letto.

31.7 lunedi

Stamattina ci aspetta una bella gita in bicicletta. Per arrivare nel cuore dello Slovinski Park dobbiamo percorrere circa 10 km. La mattinata è luminosa e soleggiata. Usciti dall’abitato di Leba percorriamo una stradina asfaltata in mezzo ad un bel bosco dove avvistiamo e fotografiamo anche diversi caprioli.

Dopo il passaggio alla cassa (pochi zloty per l’ingresso in bicicletta, ma si può prendere anche una specie di trenino elettrico) il percorso verso le famose dune di sabbia corre tra il mare e un laghetto interno. Tutto in una fascia di terra larga circa un kilometro, sotto l’ombra di una pineta che, anno dopo anno viene inghiottita da alte dune di sabbia spinte dal forte vento del nord. Alla fine del percorso ciclabile si deve proseguire a piedi sulla cresta delle dune (la più alta supera i 40 metri) per raggiungere la spiaggia e il mare. La bellezza di questo posto è nei contrasti: la sabbia è molto chiara e contrasta con il verde intenso del bosco; i rami alti di alberi sommersi e soffocati dalla sabbia che avanza, secchi e senza foglie, sono sostituiti sull’altro versante della duna da nuove piante giovani che nascono sulla stessa sabbia. Come un ciclo che si chiude, la natura si rinnova.

Colti in riva al mare da un improvviso acquazzone, riprendiamo le bici per tornare al campeggio e, per strada, incrociamo frotte di persone che, nonostante tutto se ne vanno tranquillamente verso le dune e il mare.

Il pomeriggio lo passiamo a riordinare le nostre cose, tra un nuvolone e l’altro, e aspettando la sera per uscire a cena: in un posticino sul molo dove dobbiamo fidarci della cuoca, mangiamo dell’ottimo pesce fresco, preparato in antipasti diversi, zuppa e fritto, con insalate e patate fritte.(Solo che noi credevamo di aver ordinato calamari che non sono mai arrivati!) Il tutto accompagnato dall’ottima birra fresca e abbondante. Spesa totale per sette persone: 50 euro. Dobranoc...

1.8 martedi

Oggi è una giornata dedicata tutta al viaggio. Partiamo da Leba alla mattina con destinazione Berlino. Ultime foto alle cicogne strada facendo, tappa per il pranzo e rifornimento di gasolio sulle rive dell’ultimo laghetto, animato dalle solite famigliole che fanno il bagno. Spendiamo gli ultimi zloty residui comperando l’ultima dozzina di birre e dopo aver percorso circa 450 km., arriviamo alle porte di Berlino verso le 18.

Troviamo l’area di sosta camper nel quartiere di Kreuzberg (segnalato nel portolano di plein air 2005) dopo aver girato per una mezz’oretta: è la sede del soccorso stradale ADAC. Dietro al parcheggio dei mezzi di soccorso c’è posto per una ventina di camper con attacco elettrico e camper service (15 euro per 24 h). Ottima la posizione a circa 300 metri dalla metropolitana.

2/3.8 mercoledi giovedì

Il nostro soggiorno a Berlino è quanto mai breve: insufficiente per una visita approfondita a questa bella e importante città. Prendiamo comunque la metropolitana (biglietto cumulativo giornaliero per tutti i mezzi pubblici per 7 persone = 15 euro) e visitiamo l’Olympia Stadion (Italia campione del mondo2006), i giardini di Charlottenburg: Dal capolinea prendiamo la linea bus 100 che ci porta lungo un percorso che tocca i punti più significativi della città ad Alexander Platz. A piedi torniamo nei pressi di Brandeburg Tor e poi proviamo ad entrare al Reichstag. La fila di persone in attesa ci sembra troppo lunga e decidiamo di tornare all’indomani; andiamo in metropolitana al Chek Poit Charlie, luogo simbolo della memoria dei berlinesi del muro abbattuto nel 1989. Nei pressi c’è il museo dedicato e una serie di pannelli fotografici che raccontano quasi quarant’anni (1961-89) di dolorosa divisione della città .

La mattina del 3 agosto prendiamo un altro biglietto cumulativo per i mezzi pubblici e visitiamo Postdammer Platz e il Parlamento (1 ora di attesa, ma ne valeva la pena perché si sale sulla moderna cupola di vetro costruita sul vecchio palazzo e da lì si spazia sul panorama della città). Alla fine con l’autobus 100 tutti alla Galleria Kaufhof ad Alexander Platz a fare shopping. Stremati da tutto ciò Paolo e Lalo se ne stanno seduti ad un chiosco della piazza a bere birra e mangiare panini con mega-Wrustel e senape. Punto. A Berlino, ritorneremo, sicuro che ci torneremo ...

In serata riprendiamo i camper e, come al solito decidiamo di partire e fare un po’ di strada. Ci fermiamo dopo tre ore di autostrada scorrevole nell’area di servizio nei pressi del vecchio confine tra le due Germanie. Passiamo la notte tranquillamente tra decine di camion in sosta.

4/5.8 Venerdi sabato

Abbiamo scelto sulla carta stradale della Germania un laghetto sul quale ci vorremmo fermare a riposare prima del rientro a casa, sotto Monaco di Baviera , sul Tegersee o sul Aachensee.... Col piffero.... Dopo Monaco troviamo brutto tempo, pioggia e freddo. Ci fermiamo comunque a vedere i laghi ma, date le condizioni meteo non ci fermiamo per la notte. Venerdi sera siamo al Passo del Brennero. Qui sostiamo nel peggiore dei piazzali, siamo stanchi e delusi per non esserci fermati sul lago in Baviera, senza pensarci parcheggiamo giusto in mezzo tra l’autostrada e i binari della stazione ferroviaria: che notte incasinata....

Ok. Sabato mattina vediamo dove sostano i camper al Brennero: bisogna uscire dall’autostrada e, in paese ci sono piazzali sicuramente più tranquilli dove dormire. Prendiamo un po’ di spesa e poi giù in Italia.

Per recuperare un po’ di energie facciamo l’ultimo stop a Caldonazzo, nel parco sul Brenta, sopra il paese: una bella mangiata all’ombra dei pini e poi pian pianino verso casa a Vicenza.

Questi venti giorni sono volati però:

  • il contachilometri segna +3950 km.
  • il conto corrente -1800 € (in quattro persone)
  • la memoria della fotocamera 800 e rotti,

I luoghi e le città che abbiamo visitato ci hanno arricchito, e molto, ma questo diario è già troppo lungo così...


Viaggio effettuato a Luglio/Agosto 2006 da Paolo.7

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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