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Natale 1996 e Capodanno 1997 in Queyras

 

Dopo aver a lungo spergiurato che  le vacanze di Natale le  avrei

trascorse in qualche localita` sul mare, anche quest'anno  (visto

le abbondanti nevicate di inizio stagione ) le abbiamo  trascorse

sulla  neve.  Parlo  al  plurale,  perche`  siamo  un  gruppo  di

camperisti che appartengono al club dei  "MAI A CASA". Da  alcuni

mesi  la  scelta  del  luogo  era  stata  fissata  (visto  alcuni

sopraluoghi effettuati  dal  sottoscritto durante  le  festivita`

pasquali) nel parco del Queyras (localita` Francese ai piedi  del

Mon Viso). Date le diverse disponibilita` degli equipaggi (cinque

camper e cinque coppie) si e` optato per fare tappa a Nevache  in

Val Claree e attendere  li` l'arrivo di  tutti gli equipaggi.  Il

sottoscritto ha raggiunto Nevache la notte di Natale, dove  c'era

gia`  un  equipaggio  ad  attenderlo;  gli  altri  ci  hanno  poi

raggiunti  la  notte  seguente.  A  Nevache  la  Santa  messa  di

mezzanotte e` stata  anticipata alle 20.30,  moltissima gente  ha

partecipato alla  cerimonia che  si e`  svolta in  una  chiesetta

calda e accogliente. Verso le 21 si e` rappresentata la  nascita`

di Gesu` con l'ausilio di un  bambino nelle sembianze del  bambin

Gesu`. A conclusione della messa  solenne alcuni ragazzini  hanno

girato tra i fedeli per scambiare un segno di pace;  praticamente

si conoscevano tutti tra di loro, gli unici turisti eravamo  noi.

I giorni  seguenti  li abbiamo  trascorsi  sulla  neve,  che  non

mancava di  certo anche  se le  temperature erano  molto  rigide.

Naturalmente  stiamo  parlando  dello  sci  di  fondo,  praticato

assiduamente da tutti  i componenti  del gruppo.  Le piste  erano

molto  belle,   ma  poco   curate  (forse   perche`  i   Francesi

preferiscono festeggiare  il  Natale  in  casa).  In  particolare

l'escursione al rifugio  Drayeres e` stata  una delle piu`  belle

gite sia per gli scenari delle montagne che lo circondano sia per

l'esposizione molto soleggiata. Naturalmente i problemi non  sono

mancati perche` dopo tre notti di sosta a Nevache le partenze dei

nostri  mezzi  sono  diventate   una  misera  speranza   (occorre

precisare che a Nevache in questo periodo dell' anno il sole dura

solo 40 min. al giorno e le temperature erano di gran lunga sotto

lo zero). Solo due mezzi su cinque sono partiti autonomamente  di

cui uno con molta fatica  e stento. Cavi  di collegamento per  le

batterie e cavi di traino hanno  risolto la partenza degli  altri

tre mezzi  in  panne. Finalmente  ci  dirigiamo verso  la  nostra

ambita meta, il parco del  Queyras; naturalmente prima  riempiamo

tutte le bombole e i bomboloni  di gas presso il distributore  di

Briancon (le bombole del gas francesi non hanno lo stesso attacco

di quelle  italiane  e percio`  in  caso  di  necessita`  occorre

acquistare anche  il  regolatore  di  pressione).  Arriviamo  nel

Queyras che e` gia` buio, la strada per Ceillac e` molto ripida e

piena di tornanti, ma perfettamente sgombra da neve, percio`  non

ci sono  problemi  e  visto  il  mio  precedente  sopraluogo,  ci

dirigiamo a colpo sicuro nel parcheggio dietro al paese  vecchio,

dove c'era gia` parcheggiato un camper  italiano. Ceillac e`  una

delle piu` belle perle del  Queyras; si apre  in una conca  molto

soleggiata dove il fondista non ha che l'imbarazzo della  scelta.

La pista piu` bella e` quella in alto che collega le due  vallate

laterali.  Anche   il  paese   vecchio  e`   molto   accogliente,

caratteristico  il  campanile   della  chiesa   e  piacevole   la

passeggiata tra le sue viuzze dopo  la sciata giornaliera,  anche

se il  freddo  continuava persistente  e  sempre  piu`  pungente.

Presso l'azienda  del  turismo abbiamo  acquistato  il  biglietto

settimanale per  le  piste di  fondo  (140-Fr. a  persona  ed  e`

valevole per tutte le piste della  regione). Le fontane di  acqua

con la loro  tipica forma a  tinozza non sono  certo mancate.  Se

l'acqua non era  un problema, l'autonomia  delle nostre  batterie

dei servizi cominciava a vacillare; inoltre alcuni scarichi delle

acque grigie e nere si erano  gelate e fra gli equipaggi  regnava

un po` di nervosismo. Tra i diversi disaccordi riusciamo comunque

a far durare la nostra permanenza a Ceillac almeno tre giorni.

 

 

 

 

Poi ci trasferiamo ad Abres dove entriamo tutti in cappeggio.  La

sistemazione di tutti  gli equipaggi  richiede un  po` di  tempo,

soprattutto per l'allacciamento elettrico in quanto le prese  del

campeggio non erano del tipo europeo, ma infine grazie anche alla

collaborazione del gestore tutti i mezzi sono allacciati a  220V.

Qui possiamo ricaricare  le batterie dei  servizi e usufruire  di

una tonificante doccia calda. Tra una  sciata e l'altra  troviamo

anche il tempo per scongelare gli scarichi con l'ausilio di acqua

calda  prelevata  dai   servizi  del  campeggio.   Per  la   sera

dell'ultimo dell'anno riusciamo a  scovare un ristorantino  nelle

vicinanze del campeggio, che per la ragionevole cifra di  125-Fr.

ci offre uno sfizioso menu` (vino  a parte). Tutti gli  equipaggi

accettano di  partecipare, anche  se  poi qualche  taccagno  (pur

essendo un  bevitore di  vino) ha  preferito bere  acqua per  non

spendere un sovraprezzo di  10-Fr. a persona per il vino. Il cibo

era di ottima  qualita` ed anche  abbondante. L'arrivo  dell'anno

nuovo e`  stato  accompagnato  da una  bufera  di  neve,  che  ha

trasformato in  un'ardua  impresa il  ritorno  ai  nostri  mezzi.

L'anno nuovo lo abbiamo trascorso sulle  piste da sci, che  pero`

causa l'abbondante nevicata e il conseguente pericolo di  slavine

non tutte le piste erano agibili. Nel pomeriggio abbiamo lasciato

il campeggio per trasferirci ad Aiguilles dove ci siamo sistemati

nel parcheggio  degli impianti  di risalita,  a pochi  passi  dal

paese. Il giorno seguente si verificano problemi di batteria  per

un camper, il  quale e` costretto  a ricorrere all'intervento  di

un' autofficina  dove  gli  verra`  sostituita  la  batteria  dei

servizi. Nel frattempo alcuni di noi  tentano di raggiungere  con

gli sci da fondo S.Veran per  la pista dove  si svolge la  famosa

gara di fondo " La traversata del Queyras". Il tempo non promette

niente di buono e solo in due riusciamo a raggiungere S.Veran, ma

al ritorno  siamo colti  da una  bufera di  neve con  visibilita`

molto ridotta dovuta anche alla presenza  di nebbia a banchi  che

ha reso la discesa piu` ardua della salita. La stessa gita verra`

ripetuta il giorno dopo, (il percorso e` molto lungo circa 17 Km.

di solo andata con dislivello  di 600 m.)  ma anche questa  volta

solo in due raggiungiamo la meta.  Questa volta il tempo e`  piu`

clemente e c'e`  la possibilita` di  passeggiare tra  le case  di

S.Veran  (caratteristiche  le  sue  fontane  e  le   innumerevoli

meridiane dipinte sulle facciate delle  case sempre bene  esposte

al sole, che purtroppo quel giorno  era celato dalle nuvole).  In

serata riprende a nevischiare, ma ormai eravamo rientrati  tutti.

Ci spostiamo nella vallata di Arvieux dove sostiamo a  Brunissard

in un parcheggio nei pressi del  centro abitato (piccolo, ma  con

fontana dell'acqua e  servizi igienici). Da  qui partono  diverse

piste compresa  quella  che  porta  al  colle  dell'  Izoard,  ma

purtroppo visto la  nevicata notturna  non tutte  sono battute  e

percio` ci limitiamo  a percorrere  quella del  campeggio che  e`

l'unica agibile.  In  serata raggiungiamo  Briancon  dove  alcuni

equipaggi ne approfittano per riempire il  bombolone del gas  che

ormai iniziava  a scarseggiare.  Dopo una  breve passeggiata  nel

nucleo medioevale di Briancon ci trasferiamo  in Val Claree  dove

sostiamo nel  primo  spiazzo libero  dopo  La Vachette,  da  dove

partono le piste da  fondo. Siamo ormai  giunti al nostro  ultimo

giorno di vacanza; il tempo rimane sempre molto nuvoloso tale  da

non far  rimpiangere  eccessivamente  il  nostro  ormai  prossimo

rientro a casa. Riusciamo ugualmente  a trascorrere la  mattinata

sugli sci, ma anche questa volta il pericolo di slavine e la neve

fresca caduta nella notte riduce parecchio le piste agibili.  Nel

primo pomeriggio affrontiamo cosi` il  passo del Monginevro,  (le

strade sono sgombre da  neve e non  esistono problemi di  catene)

che dopo alcuni tornanti ci conduce in Italia, dove ci attende il

ritorno allo  stress  quotidiano,  il  quale  ci  permettera`  di

apprezzare con maggior vigore  le magnifiche avventure  trascorse

sotto zero.


Viaggio effettuato a Capodanno 1996 da Enrico Lui

Potete trovare ulteriori informazioni sulle localitŕ toccate da questo itinerario nella sezione METE.


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