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Camping Sport Magenta

SPAGNA 1995

Viaggio in Italia, Francia e Spagna

29 Luglio - 26 Agosto 1995
Con la partecipazione di Alessandra, Angela, Diana, Dino, Laura, Marco, Pasquale, Roberto, Romeo, Stefano, Ugo.

Le Tappe
 
  1. Castel Gandolfo-Orte-Fabro Est
  2. Fabro Est-Firenze Nord-Viareggio-Genova-Ventimiglia-La Scoperta
  3. La Scoperta-Cambaratte Nord-Arles-St. Gilles-Vauvert-La Grand Motte-Palavas-Montpellier-Sete
  4. Sete-Agde-Bessan-Valras Plage-Foce dell'Aude.
  5. Foce dell'Aude-Valras-Vendres-Lespignan-Fleury-Les Cabanes de Fleury
  6. Les Cabanes de Fleury-Fleury-Saint Pierre sur Mere-Narbonne Plage
  7. Narbonne Plage-Gruissan
  8. Gruissan-Narbonne-Montséret-Durban Corbières-Tuchan-Estagel-Perpignan-Barcellona-Area di servizio Medol
  9. Area di servizio Medol-Cambrils-L'Ampolla-Vinaros-Benicarlò-Amposta-San Carles de la Rapita-Area di servizio Campo
  10. Area di servizio Campo-Castellon de la Plana-Canet-Sagunto-Valencia-Cullera-Gandia-Area San Antonio
  11. Area San Antonio-Benissa-Calpe-Altea-Benidorm-Villjoyosa-Cabo de Santa Pola-Alicante-Torrevieja-Cartagena-Mazarron
  12. Mazarron-Aguilas-Pozo del Esparto-Villaricos-Garrucha-Mojacar-Castillo Macenas-Playa del Algarrobico-Carboneras-San Isidro de Nijar-San Josè-Playa de Monsul
  13. Playa de Monsul
  14. Playa de Monsul-Playa de los Genoveses-San Josè-Almeria-La Rapita-Calahonda-Motril Playa
  15. Motril Playa-Granada
  16. Granada-Guadix-Resturante Vicario
  17. Resturante Vicario-Baza-Chirivel-Puerto Lumbreras-Lorca-Elche-Alicante-El Campello-Olla-Villaioyosa-Cabo de la Nao
  18. Cabo de la Nao
  19. Cabo de la Nao-Javea-Denia-Oliva-Xeraco-Playa de Xeraco
  20. Playa de Xeraco-Valencia-Sagunto-Les Cases d'Alcanar
  21. Les Cases d'Alcanar-Amposta-Els Muntells-Platja dell'Eucaliptus-Miami Platja-Cambrils-Port Aventura
  22. Port Aventura-Martorell-Abrera-Esparreguerra
  23. Esparreguerra-Igualada-Cervera-Guissona-Ponts-La Seu d'Urgell-Andorra
  24. Andorra-Santa Coloma-Canillo-Port d'Envalira-Pas de la Casa
  25. Pas de la Casa-Col de Puymorens-Bourg Madame-Mont Louis-Prades-Perpignan-Serignan Plage-Les Cabanes de Fleury
  26. Les Cabanes de Fleury-Salles d'Aude-Beziers-Pezènas-Meze-Montpellier-Lunel
  27. Lunel-Aimargues-Vauvert-St. Gilles-Lancon Sud-Aix en Provence-Pertuis-Vinon sur Verdun-Greoux les Bains-Riez-Moustiers-Grand Canyon du Verdun-La Palud sur Verdun-Point Sublime-Castellane
  28. Castellane-St. Julien du Verdun-Col de Toutes Aures-Entrevaux-Nice-Menton-Ventimiglia-Genova-Versilia Ovest
  29. Versilia Ovest-Rosignano Marittima-Grosseto-Civitavecchia-Roma-Castel Gandolfo

Sabato 29 Luglio 1995.

Quest'anno ci accingiamo ad un viaggio senza alcuna novità dal punto di vista turistico. Non è molto lungo ed andiamo in paesi e posti già visitati due anni fa. L'unico motivo di interesse, e "suspance", sembra essere il nuovo mezzo, Safariways Vasco de Gama, montato su un Iveco Daily 35.8 del 1985, usato troppo poco, finora, per poter essere certi che non ci serbi qualche sorpresa. La preparazione del viaggio, e del mezzo, è proceduta con calma per due settimane, ci auguriamo di non aver dimenticato nulla. Date le dimensioni straordinarie che ha, questo camper ci sembra vuoto nonostante abbiamo avuto cura di portarci dietro molte più cose di quelle sempre caricate sul nostro vecchio e caro "238". Come al solito non riusciamo a rispettare l'orario che ci eravamo prefissati, ma poco importa, quest'anno, con un po' di rammarico, andiamo in viaggio da soli e non facciamo aspettare nessuno a causa dei nostri ritardi. Partiamo, dopo i consueti convenevoli e saluti, alle 18.50 con tutti i serbatoi pieni. Percorriamo la via Appia fino al Grande Raccordo Anulare che imbocchiamo in direzione dell'autostrada per Firenze. Alle 19.35 siamo al casello di Roma Nord e ci immettiamo sulla A1 direzione Firenze. Dopo aver percorso 97 chilometri, alle 20.10 superiamo Orte. Facendo due conti abbiamo percorso circa 100 chilometri in un'ora e venti minuti il che corrisponde ad una media di 75 chilometri all'ora. Questa breve tappa di prologo trova il suo traguardo dopo 161 chilometri presso l'area di servizio Fabro Est dove arriviamo e ci fermiamo alle 21.00. Registriamo un tasso molto scarso di traffico e la sensazione che il frigo non funzioni proprio bene. Alle 23.00 andiamo a dormire nel piazzale sotto il market, dove siamo rimasti soli dopo che tutti gli equipaggi che ci avevano affiancato durante la cena sono ripartiti. La cosa non ci preoccupa più di tanto, il posto è ben illuminato e servizi e telefoni sono a portata di mano.

Sommario delle tappe.

Domenica 30 Luglio 1995.

Sveglia alle 7.00, la notte è trascorsa tranquilla e fresca. Ad una certa ora della notte abbiamo anche avvertito il bisogno dei sacchi a pelo, così ci siamo coperti. Abbiamo dormito veramente bene. Svolte le faccende mattutine, fatta colazione, comodamente seduti presso la dinette centrale, e fatto il pieno di carburante, partiamo che sono le 9.20. Se tutto dovesse procedere come due anni fa pensiamo di sconfinare in Francia già questa sera. Dopo 50 minuti superiamo Arezzo. Si viaggia bene, non fa eccessivamente caldo, 22 gradi, il traffico scorrevole e il posto di guida assai comodo. Diana ancora dorme nel lettino della "sua stanza" in fondo al camper. Alle 11.00, percorsi 312 chilometri di viaggio, siamo a Firenze Nord dove lasciamo la A1 per imboccare la Firenze-Mare. La temperatura intanto è salita a 26 gradi ma ancora si sta freschi. A mezzogiorno superiamo Viareggio e ci immettiamo sulla Livorno-Genova. Alle 12.30 ci fermiamo per il pranzo all'area di servizio Santo Stefano di Magra Est. Pranziamo con una costante brezza che rinfresca il camper, esposto al sole, con tutte le finestre aperte. Prima e dopo pranzo facciamo a turno un giro nel minimarket con Diana che comincia a spendere i soldi che i nonni le hanno dato per telefonare a casa. Telefoniamo anche per rassicurare tutti sull'andamento del viaggio e il rendimento del mezzo. Prendiamo il gelato, facciamo il pieno e ripartiamo alle 15.30 dopo aver anche acquistato una nuova Viacard da 100.000 lire considerato che quella che avevamo si è quasi dimezzata pagando il tratto da Roma Nord a Lucca. Alle 16.50 superiamo Genova avendo già percorso 532 chilometri e, alle 17.25, superiamo anche Savona. Il tratto della costiera ligure una vera tortura con il suo continuo alternarsi di viadotti e gallerie. Non c'è un attimo per rilassarsi. Data la tensione accumulata, alle 17.50, decidiamo di fermarci all'area di servizio Ceriale per circa mezz'ora. Ripreso il viaggio, alle 19.30 siamo alla frontiera di Ventimiglia posta al chilometro 688. Prima di entrare in territorio francese tentiamo di telefonare ancora una volta a casa, ma nessuno ci risponde, così proseguiamo. Alle 20.00 ci fermiamo all'area di servizio La Scoperta, dove gettiamo l'ancora di questa tappa lunga ben 548 chilometri. Facendo un pò di conti, scopriamo che nel tragitto dalla frontiera di Ventimiglia il gasolio, che in Italia abbiamo pagato 1340 lire a litro, sulle autostrade del sud della Francia venduto a 4.19 franchi che, considerando il cambio effettuato a Roma, 338 lire per un franco, comporta una spesa di 1416 lire a litro. Ci piazziamo con comodo, essendo i primi a fermarci per la notte. Presto siamo raggiunti da numerosi altri equipaggi, per lo più italiani, che ci avvicinano e ci circondano rendendoci più sicuri per la notte. Dopo cena facciamo una partita a battaglia navale fino alle 22.30 poi ci laviamo e ce ne andiamo a dormire che sono le 23.00.

Sommario delle tappe.

Lunedì 31 Luglio 1995.

Sveglia alle 7.30, nottata tranquilla e fresca. Il risveglio è un poc agitato a causa del fatto che il frigo si è scongelato ed il latte, di conseguenza, è andato a male, mentre burro e formaggi, ormai ammorbiditi, vengono trasferiti in blocco nel freezer. Prima di partire facciamo rifornimento, così riprendiamo il viaggio alle 9.30 sperando di arrivare prima di sera in riva al mare. Alle 11.20, avendo percorso 145 chilometri, arriviamo all'area di servizio Cambaratte Nord, prossima all'uscita per Brignoles. Nel tratto di strada percorso alle spalle di Cannes, abbiamo incontrato qualche di pioggia ma ora il tempo si è ristabilito al bello ed il sole si è fatto di nuovo cocente. Sfruttiamo gli impianti dell'area per scaricare le acque nere e caricare acqua potabile mentre Diana, finalmente, ha tempo per godersi i suoi sospirati giochi. Durante la sosta siamo raggiunti da una coppia di equipaggi di Torino e Varese con i quali abbiamo la possibilità di scambiare qualche idea e che ci informano sulle possibilità di sosta e pernottamento nella zona della Camargue e presso Sete. Ripartiamo alle 14.45 dopo un lauto pasto ed un buon caffè offerto dai nostri amici. Percorsi altri 80 chilometri, alle 15.40, lasciamo l'autostrada a Salon de Provence, e ci immettiamo sulla statale N113 diretti ad Arles che raggiungiamo alle 16.20. Da Arles ci immettiamo sulla N572 verso St. Gilles e Vauvert. Un'ora più tardi, superato il ponte di ferro e legno sulla Petite Rhone di St. Gilles, siamo fermi a Lunel per il pieno di carburante e la riparazione di una delle cinte che sostengono il letto basculante che si sgancia con troppa facilità. Il cielo è velato, anche se il caldo si fa sentire. Da Lunel prendiamo la D61, detta "La route de la petite Camargue", per La Grand Motte e, lì giunti, seguendo le indicazioni per la "plage", arriviamo fino a Carnon avendo visto il mare solo di sfuggita tra un albergo e un ristorante e senza la benché minima possibilità di parcheggio. Da Carnon dirigiamo verso Palavas ove incontriamo una folta colonia di fenicotteri rosa che riusciamo a malapena a fotografare dato che la strada non permette soste prolungate. Da Palavas, dopo un lunga serie di ghirigori e andirivieni da Montpellier, riusciamo finalmente a trovare, percorrendo strade secondarie, il modo di arrivare a Sete. Una volta in città ci perdiamo le indicazioni e torniamo sui nostri passi fino a che, imboccata la giusta direzione, arriviamo sulla spiaggia tra Sete e Agde che sono le 20.00. Ci fermiamo dopo aver percorso 427 chilometri, una parte dei quali si potevano tranquillamente risparmiare con un poco di fortuna ed una migliore segnaletica. Facciamo giusto un assaggio dell'acqua tiepida e pulita prima della spugnatura serale e della cena. A buio fatto ci accorgiamo di non aver richiuso per bene lo scarico delle acque nere durante la sosta a Cambaratte, così abbiamo alcune perdite prontamente interrotte. Andiamo a letto che ormai è mezzanotte.

Sommario delle tappe.

Martedì 1 Agosto 1995.

Sveglia, si fa per dire, alle 7.30 alla fine di una nottata tremenda, da annoverare tra le peggiori trascorse nei nostri viaggi. Abbiamo sostato a bordo strada in compagnia di altri camper tedeschi, svizzeri e francesi. Il traffico intenso, sia di auto, che di mezzi pesanti, della statale N112 in direzione di Sete, non ci ha dato tregua. Abbiamo dormito ad intermittenza solo quando crollavamo per la stanchezza. Per fortuna Diana ha risentito meno di noi di tutto questo trambusto. Alle 9.00 siamo già in spiaggia a crogiolarci al sole. Diana, finalmente, se la gode e fino alle 13.00 si fa quattro o cinque bagni con brevi interruzioni per asciugarsi. L'acqua sorprendentemente calda e limpida. Sulla spiaggia si sta assai bene, non c'è affollamento e spira una costante brezza dal mare che mantiene la temperatura piuttosto fresca. Tutto sommato il posto somiglia al lungomare di Sabaudia. Alle 13.00 risaliamo in camper con sommo rammarico per Diana, sempre timorosa di perdere l'occasione per un altro bagno. Pranziamo e torniamo in spiaggia alle 16.00. Diana si rituffa subito in acqua e ne esce solo per una breve merenda. Alle 17.15 rientriamo definitivamente al camper, ci facciamo le docce e ripartiamo. Contiamo di arrivare ad Agde e dirigere su Bessan per imboccare l'autostrada e caricare acqua all'area Montblanc. Siamo parcheggiati in direzione di Sete e, data la lunghezza del Vasco e la gran quantità di vetture parcheggiate sui due lati della carreggiata non tentiamo neanche la manovra di inversione di marcia. Leviamo le ancore alle 18.10 mentre verso Agde s'è formata una fila apocalittica. Entrando in una azienda agricola riusciamo presto ad invertire corsia e ci accodiamo agli altri. Dopo mezz'ora di fila arriviamo al collo dell'ingorgo e scopriamo che tutto dovuto ad una vettura insabbiata. Alle 18.40 siamo così ad Agde. Dirigiamo su Bessan, prendiamo l'autostrada A9 in direzione Beziers, ed arriviamo all'area Montblanc avendo percorso solo 31 chilometri ma avendoci impiegato la bellezza di 50 minuti. Facciamo il pieno di acqua, svuotiamo le acque grigie e telefoniamo a casa. Ripartiamo alle 20.00, lasciamo la A9 a Beziers Est, qualche chilometro più in là, e, informati sulle spiagge della riviera di Beziers, dirigiamo verso Valras Plage. Giunti abbastanza facilmente sul posto, troviamo solo campeggi, alberghi e molti divieti di sosta per i camper. Un poco allarmati da questo fatto, non demordiamo e, seguendo la litoranea, dirigiamo verso la foce dell'Aude. Alle 21.40, quando ormai quasi buio, proprio sulla foce del fiume, troviamo un ampio parcheggio in terra battuta, libero da divieti e già occupato da un equipaggio francese. Avute le dovute assicurazioni decidiamo di fermarci per la notte presto raggiunti anche da un equipaggio di Udine. Oggi abbiamo percorso solo 60 chilometri ma ci siamo fatti tanti bagni.

Sommario delle tappe.

Mercoledì 2 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00. Nottata assolutamente tranquilla che ci ha ampiamente compensato della nottataccia precedente. Ieri sera, nella perlustrazione fatta all'arrivo, abbiamo notato dalla parte opposta della foce un parcheggio, più popolato di camper e meglio posizionato per l'accesso alle spiagge, decidiamo così di cambiare posto. Fatte le faccende mattutine e la colazione, scambiate due parole con l'equipaggio di Udine, che ci segnala un'ottima area di pernottamento ad Anglet, tra Bayonne e Biarritz, partiamo che sono già le 9.45. Per superare l'Aude dobbiamo tornare fino alla periferia di Valras dove prendiamo la direzione per Vendres. Giunti in quest'ultima cittadina, attraversiamo a stento i suoi stretti vicoli e dirigiamo verso Lespignan che raggiungiamo dopo essere passati sotto l'autostrada. Da Lespignan seguiamo le indicazioni per Fleury, dove arriviamo ripassando sotto l'autostrada, di qui dirigiamo verso il mare. Percorriamo strade secondarie ed attraversiamo paesi per le cui vie il camper passa solo se nessuno ci viene incontro. Alle 10.35, dopo aver percorso 29 chilometri, arriviamo finalmente a Les Cabanes de Fleury, dalla parte opposta della foce dell'Aude. Ottimo posto. La spiaggia, proprio di fronte al parcheggio, pulita e sorvegliata. Ci sono le docce e i nudisti. L'acqua non proprio limpida e sembra essere più fredda di quella di Sete ma la vicinanza della foce può giustificare tutto ciò. Dopo bagni di sole, di acqua e una salutare passeggiata, superando le solite resistenze di Diana, alle 13.00 torniamo al camper avendo cura di toglierci il sale di dosso fruendo delle docce. Dopo il pranzo a base di panzanella, formaggio, coca cola e birra, consumato al fresco ed al rumore delle barche che entrano ed escono dal porticciolo, facciamo una partita a battaglia navale. Alle 16.30 usciamo per una gita in bicicletta. Arriviamo fino in paese, compriamo pane, cartoline e gelato. Giriamo due ore ammirando pescatori e villeggianti poi, tornati al camper, ricarichiamo le bici, ci facciamo le docce, ceniamo e torniamo a piedi in paese per portare Diana alle giostre, telefonare a casa e imbucare la cartolina per Sergio. A notte inoltrata, torniamo al camper che sono le 23.00.

Sommario delle tappe.

Giovedì 3 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.20. Notte tranquilla e fresca. Il latte di nuovo cagliato. Il frigo forma il ghiaccio nel congelatore, ma il resto proprio non va. Tra preparativi ed altro partiamo alle 10.00 sempre con l'opposizione di Diana che non la intende di perdere un mare per andare a trovarne un altro. Ripercorriamo a ritroso la strada fino a Fleury da dove dirigiamo verso Saint Pierre sur Mere. Alle 10.45 ci fermiamo a St. Pierre, parcheggiando fortunosamente, per fare la spesa. Qualche chilometro fuori città abbiamo incontrato una bella zona alberata frequentata da bagnanti e camper prospiciente alle gole de l'Oeil Doux ma molto distante dal mare. Alle 11.15 riprendiamo il nostro cammino, arriviamo e superiamo Narbonne Plage, con un bellissimo lungomare zeppo di divieti. Alle 12.00 parcheggiamo proprio sulla spiaggia, subito fuori dell'abitato a non più di cento metri dal mare. Abbiamo percorso appena 25 chilometri. Il posto, che ricorda Blokhus, in Danimarca, ampiamente fruibile dai camper, con il pieno di acqua e un pò di autonomia. Il mare caldo, ma l'acqua un poco torbida e, a quest'ora, l'affollamento non eccessivo. Torniamo al camper alle 14.30. Pranziamo freddo con pomodori, mozzarelle, carciofini, formaggio, melone e dolce. Alle 16.00, dopo una breve e torrida passeggiata sulla foce del fiume ed una divertente partita a bocce, torniamo al mare. L'acqua s'è intorbidita ancor di più mentre la folla è divenuta straripante. In conclusione sembra di essere ad Ostia. Diana, comunque non disdegna niente e si gode un altro lungo bagno. Alle 19.00, dopo che gran parte dei bagnanti se ne sono andati, torniamo al camper, ormai quasi solo, ci facciamo le docce e ceniamo. Come un'isola in mezzo allo spiaggione, per la notte ci raggiungono due camper tedeschi. Si va a nanna nel buio più pesto.

Sommario delle tappe.

Venerdì 4 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00. Centellinando l'acqua che ci è rimasta, facciamo le solite faccende mattutine e, per le 9.00, siamo in spiaggia. La gente scarsa e l'acqua di nuovo pulita. Restiamo al mare fino alle 12.30 quando, tornati al camper per il pranzo, troviamo la batteria dei servizi a non più di 5 volt, a causa della ventola del frigo continuamente in azione da alcuni giorni. Accendiamo il mezzo per lavarci e mangiare. Il frigo continua a fare bizze. Il congelatore arriva fino a brinare ma tutto il resto proprio non ce la fa. Ogni litro di latte che apriamo siamo costretti a buttarne metà perché non regge 24 ore in frigo. Alle 15.00 partiamo verso Gruissan ove contiamo di trovare un'area di sosta, segnalata sul Portolano di Plein Air. Alle 15.20, percorsi appena 8 chilometri, siamo fermi all'Ecomarchè di Gruissan per la spesa. La temperatura torrida e dell'area di sosta non se ne ha traccia. Alle 16.30, grazie alle informazioni forniteci da una cortese signora belga e dall'ufficio turistico di Gruissan, troviamo l'area di appoggio segnalata da Plein Air. Compriamo un nuova carta telefonica, telefoniamo a casa e andiamo a rifornirci di acqua. Alle 17.40 ci fermiamo all'area di sosta attrezzata posta tra Gruissan e Narbonne Plage, lungo la strada che avevamo gi percorso. Riforniti di acqua decidiamo di sostare anche per la notte e goderci un'altra serata al mare così chiudiamo questa tappa dopo soli 11 chilometri. Lo stagno antistante il parcheggio, l'Etang de Mateille, popolato di surf variopinti. Il tutto bello all'occhio ma poco fruibile per chi vuole, come Diana, fare solo bagno. L'acqua dello stagno bassa ma disseminata di buche piene di vegetazione. Dopo una breve perlustrazione facciamo le docce e ceniamo. Durante la cena sopraggiunge un temporale che porta un poco di fresco a tutti e, a noi, la sgradita sorpresa che dalla finestra in fondo penetra un bel rivolo d'acqua. Intanto il parcheggio si è popolato, ci hanno raggiunto, tra gli altri, i belgi di Gruissan e alcuni equipaggi italiani visti a Narbonne Plage, quasi tutti forniti di surf. La batteria dei servizi continua ad ansimare così, per non sfruttarla troppo, ce ne andiamo a dormire non appena cessa di piovere.

Sommario delle tappe.

Sabato 5 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00. Nella prima parte della notte ha piovuto ed è filtrata acqua dal telaio della finestra in fondo al camper. Non siamo riusciti a capire da dove entra. Stamattina siamo senza energia. La batteria dei servizi di nuovo al limite di carica e la pompa non ce la fa a tirare su l'acqua, siamo così costretti a lavarci con le bottiglie riempite ieri sera. Prima di partire scarichiamo il bagno e i servizi e partiamo alle 10.30 dirigendo su Gruissan e di lì verso Narbonne. Percorsi 17 chilometri di viabilità ordinaria e secondaria, arriviamo a Narbonne alle 10.40 e, cercando un distributore prendiamo la N9 per Perpignan. Fatto rifornimento ci mettiamo in rotta alle 10.55. Cerchiamo di salire sull'autostrada ma la polizia ne ha sbarrato l'accesso a causa di un ingorgo di sette chilometri in direzione della Spagna. La chiusura dell'autostrada rende impraticabile anche la statale N9 verso Perpignan così optiamo per un percorso alternativo da inventare in quattro e quattr'otto. Dirigiamo verso l'interno e, percorrendo strade pressoché sconosciute, strette e piene di curve, dal fondo non troppo curato, ci addentriamo nella provincia de Corbieres. Nel primo tratto ci immettiamo sulla N113, che percorriamo per circa 10 chilometri, poi ci immettiamo sulla D613 che seguiamo per altri 15 chilometri. Seguiamo poi le indicazioni per Montséret, che raggiungiamo in un paio di chilometri, di qui proseguiamo sulla stessa strada fino ad incrociare le D611 che imbocchiamo in direzione di Durban Corbières. Abbiamo così il modo di scoprire e appassionarci alla provincia francese. Torrenti, boschi, gole e colline fino a mezzogiorno quando ci fermiamo lungo la D611 a qualche chilometro da Durban in una piazzola di sosta prospiciente un ristorante con "menù du jour" a 60 franchi, vino compreso. La sistemazione non ci aggrada, pertanto ripartiamo seguendo sempre la D611 che, in questo tratto, percorre le gole del torrente Berre. Superata Durban, la strada comincia ad arrampicarsi sui primi colli pre Pirenaici, ci fermiamo alle 13.00, dopo soli 76 chilometri di tappa, nel parcheggio alberato in pieno centro di Tuchan insieme alle vetture al seguito dei ciclisti impegnati nel Tour de Corbieres. Nel parcheggio, come detto in pieno centro, c'è ombra, giochi per i bambini e bagni con possibilità di rifornimento di acqua. Dopo pranzato, ci godiamo la spettacolare partenza della seconda semitappa odierna del Tour e, dopo una partita a racchettoni, leviamo le ancore alle 15.30 diretti verso Estagel. Seguendo sempre la D611, passeggiamo per 38 chilometri nella stupenda regione prepirenaica, ad Estagel ci immettiamo sulla N117 così arriviamo a Perpignan che sono le 16.30 e prendiamo prima la N9 e, subito dopo, la A9 in direzione della frontiera spagnola. Il cielo si è coperto ma fa molto caldo ed il sole riesce spesso a filtrare tra le nubi. Alle 17.00 siamo alla frontiera con la Spagna. Ormai abbiamo percorso 1410 chilometri da casa e con essi affrontiamo la lunga discesa verso Barcellona. Data l'andatura, per forza di cose modesta tenuta nella prima parte della giornata, il tragitto verso la capitale catalana viene trasformato in una vera e propria galoppata tanto vero che copriamo 137 chilometri in un'ora e quaranta. Alle 19.00 facciamo rifornimento all'area di servizio Bellaterra e, ripartendo, contiamo di viaggiare almeno per un'altra ora. Alle 20.10 ci fermiamo all'area di servizio Medol a 10 chilometri da Tarragona. L'accoglienza non è eccezionale ma non possiamo dire che sia peggiore delle aree nostrane. Durante la cena ci raggiungono e ci accerchiano numerosi altri camper italiani e francesi e il solito stuolo di furgoni marocchini. Ci godiamo il fresco fino alle 24.00, poi tutti a nanna al termine di questa avventurosa tappa di soli 388 chilometri.

Sommario delle tappe.

Domenica 6 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00, notte discretamente tranquilla, possiamo dare due stelle a questa area per quanto concerne i pernottamenti. Dopo le faccende mattutine, facciamo rifornimento di carburante e acqua e partiamo che sono le 9.50. Passata mezz'ora di traffico scorrevole sull'autostrada, percorsi 32 chilometri, arrivati a Cambrils ci sembra giunto il momento di tornare sulla viabilità ordinaria allo scopo di individuare qualche spiaggia dove fermarci a fare il bagno. Alle 10.30, visto il traffico intenso sulla litoranea, e considerato che, essendo domenica, difficilmente nel pomeriggio troveremo esercizi alimentari aperti, approfittiamo del fatto che a Miami Platja i supermercati sono aperti e ci fermiamo a fare la spesa. Durante la sosta la temperatura sale notevolmente mentre il traffico sulla N340 diventa sempre più sostenuto. Ci sono in circolazione molti veicoli italiani, soprattutto automobili, ma anche camper e moto. La sosta si protrae per un'ora al termine della quale riprendiamo la direzione sud. Alle 12.20 ci precipitiamo sulla unica spiaggia accessibile che abbiamo individuato nei quasi 80 chilometri di strada percorsi da stamane. Ci troviamo alla periferia di L'Ampolla una cittadina posta al limite nord del delta dell'Ebro. La cosa è subito evidente poiché l'acqua risulta insolitamente calda ed altrettanto sporca. Diana si fa un'ora di bagno poi, tornati al camper, pranziamo. Alle 16.00, visto che il cielo s'è imbronciato, in previsione del grande esodo conseguente, leviamo le ancore e ci rimettiamo in rotta sulla N340 direzione sud. Superato l'Ebro, dirigiamo verso Vinaros e Benicarlò. Lungo la litoranea sulla costa di Alcanar, notiamo un buon posto per sostare proprio sul mare. Alle 16.30, mentre il viaggio prosegue in assoluta tranquillità e scioltezza, sentiamo dal fondo del camper un rumore sospetto, come un grande sbuffo. Prontamente ci fermiamo, controlliamo, ma visto che non notiamo assolutamente nulla di anomalo, riprendiamo fiduciosi la marcia. Dopo una decina di minuti, non convinti del controllo precedente, ci fermiamo di nuovo. Questa volta ci accorgiamo che il pneumatico interno posteriore sinistro è a terra. Dopo un breve consulto, decidiamo di tornare indietro fino ad Amposta dove abbiamo notato un grande servizio Michelin e Iveco. Ovviamente troviamo tutto chiuso, ma abbiamo spazio e tranquillità in abbondanza per cambiare la gomma. Alle 19.00, cambiata la gomma, risultata esplosa a causa del suo cattivo stato, ci muoviamo verso San Carles de la Rapita, poco più avanti e sempre sul delta dell'Ebro. Non intendiamo allontanarci troppo da questo posto ideale per sostituire il pneumatico. San Carles una tipica cittadina balneare, con tanto di club nautico, e annesso parcheggio soci, che occupa, ovviamente, il meglio della baia. Fatta una bella sgambatura sul molo ad ammirare i gabbiani a pesca, alle 20.00 ci spostiamo nell'area di servizio Campo, posta sulla N340 prossima al servizio Michelin dove contiamo di cambiare il pneumatico domani mattina. Oggi abbiamo percorso solo 161 chilometri, siamo molto in ritardo sulla tabella di marcia, ma la giornata è stata molto intensa. Ci laviamo e, per concludere in bellezza, andiamo a mangiare insieme ai camionisti. Con 2015 pesetas mangiamo e beviamo bene in tre poi, alle 22.30, dopo un bella partita a biliardo, rientriamo per la notte.

Sommario delle tappe.

Lunedì 7 Agosto 1995.

Sveglia alle 7.30, la notte passata tranquilla in compagnia di numerosi autotreni che hanno finito per riempire l'immenso parcheggio alle spalle del ristorante e della stazione di servizio. Ci prepariamo senza fretta per recarci al "Servicio Michelin" per riparare la gomma scoppiata ieri. Prima di lasciare quest'area, ottimo punto di appoggio per viaggi verso l'Andalusia o il Marocco, scarichiamo le acque grigie in un fognolo al centro del parcheggio e ricarichiamo l'acqua al distributore. Alle 9.20 siamo alla Michelin. Per dieci minuti nessuno ci chiede nulla, sono tutti riuniti intorno ad un tavolo ben fornito di vivande e bevande. Alla fine per una gomma nuova, il serraggio dei dadi e il controllo della pressione di tutti gli altri ci chiedono 22495 pesetas ed impiegano 45 minuti per concludere l'operazione. Ripartiamo alle 10.20 e, per oltre un'ora, evitiamo di parlare di incidenti ed imprevisti. Alle 11.45 arriviamo a Castellon de la Plana. Abbiamo percorso 155 chilometri ci sembra di viaggiare come frecce, nonostante stiamo percorrendo la statale. Un'ora più tardi ci fermiamo in prossimità delle dune a Canet d'En Bereguer, a circa 6 chilometri da Sagunto dopo aver percorso altri 44 chilometri. Il mare è mosso ma, per scaricare la tensione, va più che bene. La spiaggia è pulita e attrezzata con docce, ci facciamo un bagno lungo e faticoso. Diana saggiate le prime ondate, si ritira sulla spiaggia ciottolosa a giocare con i suoi pupazzi. Noi voliamo sulle onde lasciando, a volte, i costumi in mare. Rientriamo al camper alle 15.00 per il pranzo, contando di fare un'altra discesa in spiaggia prima di partire. Dopo il lauto pasto, poltriamo nel camper fino alle 17.00, poi, ci facciamo le docce e partiamo che sono già le 18.00. Neanche dieci minuti dopo siamo fermi di fronte ai curati giardini comunali di Canet per prendere un gelato a Diana e fare un poco di spesa. Dopo aver telefonato a casa, partiamo in direzione di Sagunto alle 19.00. Superiamo agevolmente Valencia, percorrendone lo splendido lungomare, alle 19.45 e ci imbarchiamo in una sempre più difficile ricerca di un posto per dormire lungo il litorale. Superiamo prima Seca, poi Cullera, infine Gandia per giungere ad Oliva dove, data l'ora tarda, decidiamo di risalire sulla A7 per pernottare alla prima area di servizio disponibile. Alle 21.45 arriviamo finalmente all'area San Antonio assolutamente penosa e composta praticamente dal solo distributore e qualche posto macchina. Oggi abbiamo percorso 320 chilometri, non sono pochi considerando la lunga sosta effettuata in giornata.

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Martedì 8 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00. Archiviamo un'altra nottata tremenda. Troppi motori, troppi rumori e troppo caldo. Svolgiamo le nostre faccende mattutine senza perdere tempo e partiamo alle 9.10. Usciamo dalla A7 a Benissa e riprendiamo la statale N332 verso Calpe, Altea e Benidorm. Alle 10.00 ci fermiamo tra Calpe e Altea, avendo percorso appena 25 chilometri, per scattare due foto panoramiche al golfo e al Penon de Ifach. Alle 10.35, al termine di un tratto di strada alquanto impegnativo, ci fermiamo all'ipermercato Continente di Benidorm dove facciamo una sostanziosa spesa. Spendiamo 140.000 lire e ripartiamo alle 12.00. Ripresa con qualche difficoltà la direzione sud, appena superata Villjoyosa, notiamo una bella spiaggia ornata di palme, ci sembra un buon posto da tenere presente per il viaggio di ritorno. Per pranzo contiamo di arrivare al Cabo de Santa Pola. Superiamo Alicante alle 13.00 dopo aver percorso 89 chilometri e, mezz'ora più tardi, siamo al faro di Cabo di Santa Pola. Il tragitto di avvicinamento si snoda nel deserto più assoluto. Al termine di 4 chilometri di tale strada troviamo il faro piantato su un roccione a strapiombo su colorite spiagge raggiungibili con una strada di cui non riusciamo a capire l'origine. Dopo mangiato e poltrito ripartiamo alle 16.45, abbiamo la netta sensazione di stare progressivamente adattandoci agli orari iberici. Alle 17.40, superata senza sosta Torrevieja ed aggirato all'interno l'ampio stagno del Mar Menor, arriviamo a Cartagena. Ci fermiamo per un gelato e un poco di refrigerio. Proviamo a telefonare ma non ci rispondono da casa. Ormai siamo entrati nel clima arido e torrido del sud della Spagna. Fuori città sono sempre più numerose le palme là dove non deserto e sterpaglia. Ripartiamo alle 18.30. Dopo un breve tratto di strada, molto impegnativo, che si snoda verso il deserto interno, alle 19.20 arriviamo su una falesia in vista del porto di Mazarron inseguiti e lì raggiunti da un Safariways di Torino. Il posto, ventoso, è peraltro molto bello, prospiciente la spiaggia ghiaiosa. Ci godiamo il tramonto e la cena dopo un bel bagno. Oggi abbiamo percorso 238 chilometri. Nel dopocena facciamo amicizia con l'equipaggio del Safariways Sidney e con quello di un'Arca 350 su Fiat 238 di Firenze. Entrambi sono composti da una coppia con due bambini maschi. Con Dino e Laura, da Firenze, e con Angela e Pasquale, da Torino, chiacchierando di viaggi e lavoro si fa l'1.30 e anche i bambini, finalmente con compagnia, sembrano non avere stanchezza.

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Mercoledì 9 Agosto 1995.

Sveglia alle 9.00. Stanotte ha spirato un vento tesissimo, al punto da farci temere per la stabilità del camper, inoltre ad un certo punto della notte c'è stato anche un accenno di pioggia. Facciamo le faccende mattutine fino alle 10.00, poi scendiamo in spiaggia. Ci godiamo la solitudine della spiaggia ed il caldo mare fino alle 13.00 quando un tentativo di furto, sventato dall'allarme, nel camper di Pasquale ci induce a tornare tutti ai mezzi. Finiamo di mangiare alle 15.00. Il vento è sempre più forte e il mare I è mosso rendendo il panorama più suggestivo con spumeggianti onde. Partiamo alle 16.00. Seguendo sempre la N332, superiamo Mazarron e dirigiamo verso Aguilas che superiamo senza sosta per portarci a San Juan de los Terreros. Qualche chilometro oltre, raggiungiamo Pozo del Esparto ove, lasciata la N332, seguiamo la litoranea verso Villaricos, superiamo l'arida foce del Rio Almazora per arrivare a Garrucha da dove proseguiamo verso Mojacar. Tutte le località incontrate sono nuove stazioni balneari con scarse o nulle possibilità di sosta. Superata Mojacar la strada, costeggiando un mare spumeggiante per il costante vento, ci mostra lunghissime e deserte spiagge frequentate soprattutto da solitari camper di surfisti tedeschi e francesi. Superato il Castillo Macenas la strada si arrampica sulle pendici della Sierra Cabrera, superata la quale, ci mostra la spettacolare bellezza della immensa Playa del Algarrobico. Percorsi così 114 chilometri, arriviamo a Carboneras che sono le 19.00. Facciamo una sosta di recupero, cerchiamo di chiamare a casa, ma non rispondono ancora, ci mangiamo tutti un bel gelato e, tre quarti d'ora dopo, siamo di nuovo in marcia. Lasciamo la costa e, percorriamo la N341 fino all'incrocio con la N344. Dirigiamo verso Nijar. Usciamo allo svincolo per San Isidro de Nijar e seguiamo le indicazioni per San Josè. Alle 21.00 arriviamo alla Playa de Monsul dopo 180 chilometri di tappa. Ci sistemiamo con i mezzi, facciamo una visita al lume delle torce al mare, ceniamo e ce ne andiamo tutti a dormire.

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Giovedì 10 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.30, notte assolutamente tranquilla, cielo coperto e vento moderato proveniente da terra. Facciamo con comodo le faccende mattutine mentre il parcheggio si popola progressivamente di auto. Alle 10.00 siamo tutti in spiaggia. Il cielo si è completamente rasserenato ed il vento ha cambiato direzione. La temperatura sale rapidamente. Il mare è alquanto mosso ma assolutamente non pericoloso per i bambini. Facciamo tutti lunghissimi bagni e ci divertiamo un mondo con la tavola contro le onde. Stiamo tutti così bene che non rientriamo ai camper neanche per il pranzo. Decidiamo di fare uno spuntino in spiaggia a base di pane, formaggio e una fanta che ci costano un'occhio. Alle 15.30 il mare, ingrossato, avanza verso la spiaggia e, di conseguenza, tutto il popolo dei bagnanti indietreggia. In un paio di ore tutto torna alla normalità e nessuno la intende di andarsene. L'evidente insolazione che ha colpito le "mele" di Ugo e Romeo ci suggerisce di ritirarci tutti che sono già le 19.00. Una salutare doccia ed una abbondante dose di latte idratante ci portano via un'ora prima della cena. Subito dopo i bambini, senza neanche dirglielo, si addormentano. Questa giornata se la sono proprio goduta tutta. Il popolo adulto parla, racconta, mangia e beve sangrilla fino alle 2.00.

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Venerdì 11 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.30, la prima notizia che abbiamo è che le "mele" di Ugo e Romeo sono troppo rosse per essere esposte ancora al sole, così per non far soffrire i bambini nel vedere il mare e non potercisi tuffare dentro, mettiamo in programma un trasferimento di avvicinamento a Granada. Come primo passo ci spostiamo alla Playa de los Genoveses quattro chilometri verso San Josè. Anche questa veramente stupenda e fruibile. Roberto e Pasquale raccolgono qualche fico d'india nella vicina piantagione. Alle 13.00 ci spostiamo a San Josè per il pranzo che consumiamo in una locale trattoria ove, purtroppo, ci negano la paella a causa del troppo tempo necessario per prepararla. Finito di pranzare ci facciamo due passi nel villaggio, compriamo qualche regalo ai bambini e qualche gelato ai grandi. Alle 16.45 ci mettiamo in marcia verso Almeria. Anziché tornare subito sulla superstrada, percorriamo le vie interne al parco, più strette ma comunque poco trafficate, data l'ora della siesta. Prima di entrare in Almeria, dopo soli 31 chilometri di tappa, ci riforniamo di acqua e carburante ad un distributore dove abbiamo la visita di un piccolo falco abbastanza socievole da farsi avvicinare ma non tanto da farsi toccare. Ripresa la nostra via, arriviamo ad Almeria alle 18.15 e qui riprendiamo la N340 in direzione di Motril. Dopo un tratto abbastanza comodo e scorrevole, la strada torna sul vecchio tracciato pieno di curve e si arrampica su ogni piccola sierra che incontra. Da un lato la cosa è piacevole, dati i panorami che scopre, dall'altro rallenta fortemente la nostra andatura. Alle 19.40, dopo varie peripezie, sosta tecnica a La Rapita, al chilometro 121 della tappa, per fare un poco di spesa e spezzare il trasferimento, divenuto assai faticoso. Ripartiamo alle 20.30. Passata un'ora, e percorsi altri 40 chilometri, arriviamo a Calahonda dove troviamo un ampio e comodo parcheggio in terra battuta prospiciente alla strada principale. Parcheggiamo e spianiamo i camper. Durante i preparativi per la cena ci raggiunge un enorme camper tedesco con un equipaggio di veri e propri "panzer". Il simpatico capofamiglia ci informa di tutto il tragitto percorso attraverso la Francia, la Spagna e il Portogallo. Alle 23.00 si accendono le luci e i suoni di una locale discoteca mentre dagli arbusti della vicina boscaglia il vento porta odori non proprio salubri. Dopo aver esaminato l'eventualità di un riallineamento dei mezzi, alle 24.00, decidiamo di rimetterci in marcia verso Motril. Percorriamo altri 17 chilometri sulla N340 e, alle 0.45, ci fermiamo a Motril Playa, al termine di una lunga trafila di case nel parcheggio di un ristorante stranamente già chiuso visto che, tutt'intorno, i locali oltre che aperti, sono ancora pieni di gente. Per oggi mettiamo in conto solo 178 chilometri ma tanta stanchezza che a volte porta con sè anche nervosismo. Andiamo a dormire ben oltre l'una.

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Sabato 12 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.30 al termine di un'altra nottata in balia dei guerrieri della notte su motorini, auto e fuoristrada usciti dalle discoteche fino alle prime luci dell'alba. Ci prepariamo con comodo, quasi abituatici al ritmo orario degli spagnoli e, alle 10.45, ci mettiamo in cammino verso Granada. Ripercorrendo a ritroso il lungomare verso Motril Playa, notiamo diverse fontane adatte al carico di acqua per i mezzi, la stessa cosa si ha sulla fettuccia di strada che si percorre dal mare fino all'incrocio con la N340. Per raggiungere Granada percorriamo 67 chilometri in un'ora e un quarto, mentre sulla corsia opposta incrociamo una colonna ininterrotta di autoveicoli diretti a mare. Dopo aver tentato di trovare una sistemazione in città, alle 12.40 ci fermiamo al camping Reina Isabel alquanto decentrato. Facciamo il bagno in piscina, laviamo i panni e, con il pranzo ancora in bocca, alle 17.00 prendiamo il bus per il centro. Giriamo un poco senza meta, poi, arrivati alla cattedrale, visitiamo la cappella reale per poi spostarci ai giardini dell'Alhambra. Data l'ora tarda troviamo quasi tutto chiuso, alla fine ci chiudiamo in un ristorante a gustarci la classica paella per 2100 pesetas e torniamo al camping che sono le 23.45 in taxi. Arrivati ai camper, mentre i bambini se ne vanno a letto, noi adulti ci scoliamo un cartoncino di sangrilla e facciamo l'una disturbando anche qualcuno costretto, dato il caldo, a dormire con gli sportelli del furgone aperti.

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Domenica 13 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.30. Alcuni italiani, incontrati ieri sera nei pressi dell'Alhambra, ci hanno informato della presenza di numerosi e comodi parcheggi posti al di sopra del Generalife così decidiamo di abbandonare il campeggio il più presto possibile per spostarci lì. Usciamo dal Reina Isabel alle 11.00 e, riattraversato il centro, dopo mezz'ora siamo parcheggiati al Parking numero 1 dell'Alhambra. Iniziamo subito l'interessante e faticosa visita partendo dall'Alcazaba. Passiamo poi al Palacio de Nazaries, l'Alhambra vera e propria, e di qui ai giardini del Generalife. Tutto si conclude, pranzo al sacco compreso, alle 17.15. Tornati ai camper ci rinfreschiamo un poco, paghiamo 1225 pesetas di parcheggio e, alle 18.00, prendiamo la strada che scende a Granada. Giunti in città, prima di intraprendere la nuova tappa di trasferimento, passiamo a fare rifornimento. Il camper di Pasquale ha un piccolo inconveniente agli iniettori. Un piccolo tappo di gomma si è rotto, il gestore del distributore non ha ricambio ma ci assicura che domani non sarà difficile reperirlo in uno dei tanti autoricambi Fiat o Citroen che incontreremo. Per tamponare momentaneamente la perdita di gasolio si rivelano determinanti le tip-top per riparare le gomme delle biciclette. Alle 18.30 ci mettiamo in marcia imboccando la A62/N342 per Guadix. Saliamo a più di 1000 metri, quindi scendiamo di nuovo in uno scenario che ricorda moltissimo i canyon del Colorado. Superiamo Guadix, a 72 chilometri da Granada, alle 19.30 e, subito dopo, scoppiamo la gomma gemella dell'altra. Stavolta è stato un grande botto. Via radio avvisiamo Pasquale che ci fermiamo alla prima area di servizio disponibile, mentre Dino è ormai irraggiungibile con il suo 238 spider. Finiamo la sostituzione alle 20.45, Dino è tornato indietro fino a ritrovarci. Come al solito dopo la grande tensione e il nervosismo conseguenti all'inconveniente ci facciamo tutti una bella risata, ci beviamo una birra fresca e ci rimettiamo in cammino alle 21.20. Alle 21.30 ci fermiamo per la cena al Resturante Vicario, al chilometro 198 della carretera da Granada a Murcia che Dino aveva individuato nel suo andirivieni. Abbiamo percorso 108 chilometri da stamattina, siamo stanchi per la faticosa visita dell'Alhambra, il ristorante possiede un ampio e tranquillo parcheggio così la sosta per la cena si trasforma in sosta definitiva. Andiamo tutti a dormire che sono le 24.00

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Lunedì 14 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00, notte tranquilla. Chiediamo ai camionisti, che ci hanno tenuto compagnia nel parcheggio, dove trovare un servizio Michelin lungo la strada che abbiamo in mente di percorrere, così veniamo a sapere che ne troveremo diversi. Alle 9.25 ci mettiamo in viaggio fiduciosi, anticipando un poco gli altri, e, percorsi 20 chilometri, arriviamo a Baza. Il locale centro Michelin gestito da un vecchietto che si fa in quattro per trovarci la gomma che ci aggrada e, alla fine, ci riesce. Alle 10.30 abbiamo già cambiato il pneumatico ma l'artigiano, poco pratico delle carte di credito, vuole essere pagato in contanti, così Sandra si reca in una banca e cambia 400.000 lire in 30.000 pesetas delle quali 19.100 finiscono nelle tasche del simpatico gommista. L'operazione è stata nettamente più economica che non ad Amposta. Alle 10.45 ci raggiungono Dino e Pasquale, il quale si reca alla Citroen poco più avanti dove acquista il tappino di ricambio che gli serviva per i suoi iniettori. Tutti insieme approfittiamo della sosta per fare una sostanziosa spesa al supermercato. Ripartiamo da Baza alle 12.15 e viaggiamo, per tre quarti d'ora, su una strada assai panoramica e scorrevole con poco traffico ma molto caldo. Alle 13.00 ci fermiamo al settantesimo chilometro di tappa, per il pranzo, in uno squallido parcheggio di Chirivel, un villaggio mezzo spopolato disteso lungo il percorso della strada principale. Ripartiti alle 14.15, dopo il caffè, in altri tre quarti d'ora arriviamo a Puerto Lumbreras e, venti minuti più tardi, superiamo Lorca. Abbiamo percorso 112 chilometri da stamattina e, l'ansia di recuperare il tempo perduto per gli inconvenienti, ci porta tutti a pensare solo a macinare strada. Alle 16.00 ci fermiamo in un'area di servizio a Librilla per il pieno di carburante. Tutto si svolge come se fossimo in una corsa di formula uno. Alle 17.10 siamo già ad Elche, avendo percorso 255 chilometri e, dopo un quarto d'ora, arriviamo ad Alicante. Alle 17.45 lasciamo la A7 e dirigiamo sulla N332 per El Campello. Gira, gira finiamo nel posto che avevamo visto passando da queste parti all'andata. Ci fermiamo di fronte alla spiaggia, sotto le palme. I bambini smaniano per fare il bagno, appena tirato il freno a mano, hanno già infilati i costumi. Purtroppo sul luogo grava un divieto di sosta per camper con una penale di 15.000 pesetas, inoltre le docce non funzionano. Su proposta di Dino decidiamo di proseguire verso Olla ove dovrebbe trovarsi un'altra opportunità. Poco prima di risalire sui mezzi, ci accorgiamo di avere la gomma anteriore destra un poco sgonfia. Al primo distributore, tentando di rigonfiarla, ci accorgiamo che la valvola perde. Dobbiamo nuovamente cercare un gommista. Fortunatamente, poco più avanti, a Villaioyosa, troviamo un gommista Good Year che, in un quarto d'ora, e per 1000 pesetas ci rassetta tutto l'avantreno. Finalmente alle 18.45 siamo di nuovo in viaggio. Tutti i tentativi di trovare una sistemazione soddisfacente falliscono miseramente, così viaggiamo fino alle 22.00 quando, al termine di una contorta stradina ripida, stretta e buia, arriviamo alla spiaggia della Granadella, in testa al Cabo de la Nao, al termine di 386 chilometri di tappa molto vissuti. Tra cena ed ulteriori spostamenti nell'angusto parcheggio per una migliore sistemazione, andiamo a dormire che l'1.30.

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Martedì 15 Agosto 1995.

Sveglia alle 9.00, notte trascorsa tranquilla, cullata dal rumore dei ciotoli della spiaggia mossi dalle onde. Appena scesi in spiaggia, abbiamo subito il problema di trovare il posto adatto. I ciotoli, piuttosto grossi, arrivano fin quasi alla strada e i bambini non trovano la sabbia per i loro castelli. Come se non bastasse, fargli fare il bagno sarà un'impresa. Infatti, per entrare in acqua, bisogna superare due ostacoli. Il primo composto dai ciotoli, violentemente rotolati dalle onde. Il secondo il fondale che, là dove è basso, è roccioso e pieno di sassi aguzzi e buche. Ci sistemiamo alla meglio di fronte al ristorante ove abbiamo cenato ieri sera. Dino riesce ad organizzare qualcosa per distrarre i bambini che, altrimenti, dato l'affollamento, non potrebbero neanche muoversi. Data la giornata festiva, la spiaggia I è riempita di gente a livelli nostrani. Anche volendo andarcene, non potremmo, la strada di accesso è intasata dalle macchine in sosta. Prendiamo il sole e facciamo qualche escursione in mare fino alle 14.00 quando, senza lasciare il posto conquistato, risaliamo ai mezzi per il pranzo. Alle 15.00, avendo consumato una panzanella e un paio di bibite fresche, torniamo in spiaggia. Nonostante la confusione riusciamo anche a schiacciare un pisolino. Si vede che la tensione e la stanchezza, accumulate ieri, non sono ancora state completamente smaltite. Alle 19.00 Roberto e Pasquale tentano di fare un altro bagno ma schizzano fuori dal mare dopo essere stati attaccati dalle meduse. Approfittiamo tutti delle docce della spiaggia, ci togliamo il sale di dosso, ceniamo e andiamo a letto che sono ormai le 23.00.

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Mercoledì 16 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00. Mentre ci prepariamo a partire, arriva la Guardia Civil a sollecitarci. Partiamo alle 9.30. Ripercorriamo la tremenda mulattiera che ci ha condotto in questo posto, ritorniamo a Javea e alle 10.15, avendo percorsi solo 25 chilometri, arriviamo a Denia da dove seguiamo le indicazioni per riportarci sulla N332 e lasciare la lenta, stretta e affollata litoranea. Alle 11.00 ci fermiamo per mezz'ora in un distributore alla periferia di Oliva per effettuare il pieno di carburante e di acqua, abbondantemente consumata alla calura della Granadella. Alle 12.00, dopo 68 chilometri di tappa, altra mezz'ora di sosta a Xeraco per effettuare la spesa in un supermercato. Alle 12.45 arriviamo alla Playa de Xeraco, posta quattro chilometri verso il mare, ove parcheggiamo alle spalle della duna in prossimità della spiaggia perfettamente agibile e fruibile particolarmente per i bambini, essendo assolutamente sabbiosa. Pranziamo veloce e, alle 13.30, siamo già in spiaggia. Il posto è buono, l'acqua non è perfettamente limpida tuttavia per i bambini è come essere tornati in paradiso, c'è spazio e sabbia per i loro castelli e i loro giochi. A nord si distingue perfettamente l'abitato di Cullera. Torniamo ai camper alle 18.30 con due etti di telline raccolti da Alessandra, Angela e Pasquale. Lavati, alle docce della spiaggia, asciugati e "cenati", alle 21.00 usciamo a fare un giro di perlustrazione nella urbanization. Rientriamo alle 22.30 ma facciamo mezzanotte con qualche giro di sangrilla e una partita di calcio Spagna - Italia condotta da Marco, Stefano e Ugo contro locali coetanei.

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Giovedì 17 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.15, come reazione ai primi rumori di un vicino cantiere edile, al termine di una notte trascorsa assolutamente tranquilla. In giornata si prevede mattinata di mare, pranzo in loco e pomeriggio di viaggio. Alle 10.15, mentre tutti sono in spiaggia, Roberto, con il camper, si porta a Xeraco per effettuare un cambio di valuta, le cui scorte sono ridotte al lumicino. Il rientro dai bagni inizia alle 13.00 e si protrae per un'ora, spesa ad adeguate desalinizzazioni con l'ausilio delle docce della spiaggia. Alle 14.45, finito di pranzare, prendiamo tutti il caffè. Partiamo alle 15.20 riportandoci subito sulla N332 per viaggiare il più possibile veloci. Percorsi 70 chilometri, alle 16.10 superiamo Valencia e, mezz'ora dopo, Sagunto. Altri 40 chilometri a mettiamo alle nostre spalle anche Castellon de la Plana. Passato un quarto d'ora, ci fermiamo in un area di servizio per il necessario rifornimento di carburante e acqua. Ripartiti dopo mezz'ora, sempre percorrendo la N332, ci mettiamo in cerca di un posto per la notte. Ci stiamo approssimando a San Carles de la Rapita e all'area di servizio Campo che noi già conosciamo avendole visitate all'andata. Tutti vorremmo pernottare in riva al mare così ci immettiamo su una stretta via che ci precipita nel villaggio di Les Cases d'Alcanar in piena festa patronale. Non senza difficoltà riusciamo a superare le strettoie ed arriviamo così al lungomare ove ci fermiamo alle 20.45 avendo percorso 253 chilometri di tappa. La spiaggia che abbiamo davanti del tipo a grossi ciottoli e il mare raggiunge subito altezze non adatte ai bambini. Purtroppo è tardi e decidiamo comunque di dormire in loco ma, per domani, mettiamo in conto un rapido spostamento.

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Venerdì 18 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00 al termine di una notte trascorsa tutto sommato abbastanza tranquilla. La giornata si presenta piuttosto ambigua, c'è vento, il mare non mosso, ma nemmeno calmo, la spiaggia ghiaiosa e sembra poco adatta ai giochi cari ai bambini. Alle 10.00 sono finite le nostre faccende mattutine e, negli altri camper, sono ormai tutti svegli. Alle 10.45 ci spostiamo alla ricerca di un posto più adatto per far giocare i bambini. Ripresa la N340, seguendo la direzione per Tarragona, superiamo l'incrocio per Sant Carles de la Rapita e proseguiamo fino ad Amposta dove, lasciando la statale, dirigiamo verso Els Muntells, villaggio posto sul delta dell'Ebro. Alle 12.45, percorsi 44 chilometri, arriviamo alla Platja dell'Eucaliptus a sud della foce principale dell'Ebro, un paio di chilometri più avanti di Els Muntells. Questa spiaggia ricorda in modo impressionante quella di Narbonne Plage. E' enorme, spazzata dal vento, umida per la falda acquifera prodotta dall'Ebro e che, all'interno, è sfruttata per le risaie del delta. Ci mettiamo tutti in tenuta da spiaggia e ci godiamo un poco di sole. Alle 13.30 torniamo tutti ai mezzi per il pranzo a base di pollos asados ordinato al ristorante del campeggio che si trova alle spalle della spiaggia. Alle 15.00 torniamo in spiaggia e cominciamo a fare delle considerazioni sulle condizioni igieniche del mare. L'acqua è anche più torbida e sudicia di quella che incontrammo ad Ampolla. Alle 17.00 ci sembra il caso di levare le ancore in modo da avere il tempo di percorrere un poco di strada sulla via del ritorno prima che faccia buio. Laviamo i bambini che, nonostante tutto, si sono fatti il bagno in questa fogna e partiamo alle 17.30. Ci riportiamo ad Amposta dove riprendiamo la N340 in direzione di Tarragona. Superato l'Ebro, viaggiamo fino alle 18.00 quando facciamo quasi un'ora di sosta presso un distributore per rifornirci tutti di carburante ed acqua. Alle 18.50 siamo di nuovo tutti in marcia. Alle 19.25, avendo percorso 114 chilometri di tappa, superiamo Miami Platja, sempre molto popolata e trafficata. Una decina di chilometri oltre, lasciamo la statale per dirigere verso il porto di Cambrils dove arriviamo, molto rallentati dal traffico locale, che sono le 20.10. Troviamo un posto molto carino, prospiciente al mare e ai cantieri per la costruzione del lungomare di Cambrils. Parcheggiamo i mezzi nella pinetina e ci rechiamo al seguito di Pasquale alla ricerca di un fantomatico ristorante per cenare a base di pesce. Cammina, cammina, i ristoranti sono talmente tanti, e la gente anche, che ci accontentiamo, dopo quasi un'ora di marcia, di una trattoria dove gustiamo, comunque, una paella coi fiocchi. Torniamo ai mezzi che l'1.00, salutiamo i nostri amici, che hanno deciso di godersi un'altra giornata di mare per l'indomani, e seguendo le indicazioni dateci da Pasquale, ci rimettiamo in cammino verso Port Aventura. Impieghiamo un bel pò a trovare la giusta direzione. Nonostante l'ora tarda, sia Salou, che Vila Seca, sono piene di vita, negozi aperti e gente per la strada. Arrivati davanti ai cancelli di Port Aventura abbiamo la sgradita sorpresa di trovarli chiusi e di non avere altra alternativa, dato che il posto è molto isolato, che tornare sui nostri passi per dormire lungo la statale. Riprendiamo la N340 in direzione sud e, arrivati nei pressi di Cambrils, ci fermiamo al locale distributore Shell che sono le 2.06. Parcheggiamo proprio sotto il motel e ci mettiamo subito a dormire mettendo da parte questa stravagante tappa di 166 chilometri.

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Sabato 19 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.30, siamo circondati da Tir, abbiamo tutti un gran sonno a causa dell'ora tarda fatta ieri sera e della grande camminata per raggiungere il ristorante. Partiamo per Port Aventura alle 10.10 e, percorsi 11 chilometri, dieci minuti più tardi già siamo nel parcheggio del parco al costo di 600 pesetas. Alle 10.30 entriamo nel parco, la risposta spagnola ad Eurodisney. Il cielo I è coperto di nuvole e la giornata non si presenta al meglio. I giochi presenti sono quasi tutti a base di acqua, tipicamente marini, rivolti, per lo più, a persone adulte. Noi proviamo tutte le attrazioni compatibili con l'età di Diana ma Eurodisney è proprio un altro pianeta. Usciamo dal parco alle 19.00, ci rassettiamo un poco e, alle 19.40, leviamo le ancore. Per accelerare un poco i tempi, decidiamo di prendere l'autostrada. Entriamo al casello di Vila Seca e prendiamo la direzione di Tarragona. Arrivati a Martorell, volendo passare per Andorra, prima di fare ritorno a casa, lasciamo la A7 e ci immettiamo sulla superstrada N11 seguendo le indicazioni per Manresa. Giunti ad Abrera, impegnati alla ricerca di un posto ove dormire, non ci avvediamo delle indicazioni così ci ritroviamo a seguire sempre la N11 verso Lleida. Ad Esparreguerra, la prima uscita disponibile, lasciamo la superstrada e ci fermiamo presso un distributore periferico che sono le 21.15 per la notte. Oggi abbiamo percorso 117 chilometri, il gestore dell'area di servizio ci informa che possiamo pernottare e che il distributore resterà aperto tutta la notte.

Sommario delle tappe.

Domenica 20 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.30, durante la notte, fino verso le 3.00, c'è stato movimento al distributore a causa della sua vicinanza all'autovia tra Barcellona e Lleida. Facciamo il riassetto mattutino, il rifornimento di carburante e, ottenute utili informazioni, ci mettiamo in marcia alle 10.30. Seguendo i suggerimenti del gestore dell'area di servizio, seguiamo la direttrice Esparreguerra, Cervera, Ponts, Andorra con meno curve e più comoda di quella che pensavamo di percorrere noi. Ci riportiamo così sull'autovia N11 e prendiamo la direzione di Lleida. Percorsi soltanto 25 chilometri, poco prima dell'uscita per Igualada, alle 11.00, scoppiamo la terza gomma posteriore. Preso atto dell'accaduto, con cautela ci portiamo alla periferia industriale di Igualada ed effettuiamo il cambio del pneumatico, operazione ormai collaudata. Alle 12.00 tutto finito e ci mettiamo in cerca di un distributore per poter controllare almeno la pressione. Effettuata anche questa operazione, chiediamo al gestore se, miracolosamente, fosse possibile trovare un gommista aperto in grado di cambiarci il pneumatico esploso. Ci rechiamo, increduli, presso il gommista indicatoci ma, purtroppo, sfornito di pneumatici per furgoni. Un cliente presente alla nostra conversazione, oltre a rassicurarci che lungo la strada che intendiamo percorrere troveremo senz'altro altri gommisti, ci suggerisce comunque di procedere con cautela e tentare di arrivare fino ad Andorra ove, a suo dire, risparmieremo un bel pò di soldi. Riprendiamo così la nostra rotta immettendoci di nuovo sulla N11 verso Lleida. Alle 13.00 ci fermiamo presso un'area di servizio BP, nei pressi dell'uscita per Jorba, per il pranzo e per smaltire un poco la tensione. E' metà giornata e abbiamo percorso appena 40 chilometri, inoltre siamo al limite, al prossimo accidente che ci capita siamo costretti ad aspettare, fermi, domani. Mentre pranziamo si addensano sulle nostre teste cupi nuvoloni e ci raggiunge il tambureggiare dei tuoni di un temporale non molto lontano. Per fortuna nella direzione in cui siamo diretti il tempo sembra essere migliore. Alle 14.45 si riparte. In venti minuti arriviamo a Cervera, posta 25 chilometri più in là, e prendiamo la L311 per Guissona, Ponts, Andorra. Percorriamo in tutta tranquillità i 34 chilometri di questa strada secondaria poco trafficata e che attraversa una stupenda regione fatta di borghi medievali e colture tipiche. Alle 15.40 siamo a Ponts dove ci immettiamo sulla 1313 in direzione de La Seu d'Urgell. Alle 16.10, dopo altri 30 chilometri, effettuiamo una breve sosta per scattare alcune foto alla diga del Pant d'Oliana prima di immetterci nelle gole Grau de la Grandi e Garganta de Organya. Ripreso il viaggio la strada si arrampica rapidamente sui contrafforti pirenaici. Alle 17.00 siamo fermi a La Seu d'Urgell avendo percorso 166 chilometri di tappa. Siamo in pieno ambiente pirenaico con tanto di clima fresco e umido. Facciamo due passi visitando il centro storico del villaggio e soffermandoci ad ammirare una esibizione di discesa fluviale effettuata dagli allievi del locale centro sportivo. Alle 18.10 ripartiamo, salvando probabilmente il camper dall'assalto di un gruppo di zingari che lo avevano individuato nel parcheggio ove lo avevamo lasciato. Percorsi 11 chilometri di accentuata salita, in una decina di minuti, arriviamo a La Farga de Moles, ove si trova il confine tra Spagna e Principato di Andorra. Altri 12 chilometri ancora e, alle 19.00, ci fermiamo nel parcheggio centrale, gratuito, di Andorra La Vella al termine di una tormentata tappa di 189 chilometri. Nel tratto di strada percorso nel principato, abbiamo potuto constatare che effettivamente i gommisti sono una quantità, come del resto i supermercati, i negozi di elettrodomestici, le gioiellerie e chi più ne ha più ne metta. Siamo fiduciosi di trovare il pneumatico che ci serve a un prezzo conveniente. Lasciamo il camper in compagnia di altri già presenti e usciamo a fare un giro di perlustrazione. Ceniamo da McDonald con 1670 pesetas e rientriamo alle 21.00 ad una temperatura alquanto fredda ed avendo individuato due o tre posti ove recarci domani per tentare di cambiare il pneumatico esploso.

Sommario delle tappe.

Lunedì 21 Agosto 1995.

Sveglia alle 7.30, notte fredda e disturbata dai motorini che facevano gimkana tra i numerosi camper presenti nel parcheggio. Alle 9.00 iniziamo il nostro pellegrinaggio alla ricerca del pneumatico. Nella catena di gommisti Michelin, il pneumatico XCA 175R16, che serve a noi, costa 14.400 pesetas ma non ce n'è uno in tutta Andorra. Giriamo un poco, guardiamo molto e compriamo poco, sigarette, uno zainetto e un giocattolo che Diana si merita per la sua pazienza nell'accompagnarci. Alle 13.30 rientriamo al camper per il pranzo. Il frigo ora funziona quasi bene, tanto che nel freezer è scoppiata una lattina di coca. Alle 15.30 lasciamo il parcheggio per dirigere verso il villaggio di Santa Coloma ove ci hanno segnalato un gommista per camion probabilmente fornito del pneumatico che cerchiamo. La paura di aver fatto tanta fatica per nulla finisce alle 17.15 alla Good Year S.A.M. di Andorra La Vella ove acquistiamo due pneumatici Michelin XCA 175R16 al prezzo di 34.600 pesetas. Rasserenati dall'aver almeno parzialmente risolto i nostri problemi e fiduciosi che le nuove gomme ci accompagneranno fino a casa senza procurarci altri guai, prendiamo la via della Francia. Prima di lasciare il principato facciamo il pieno di carburante e, giunti a Canillo, ci fermiamo a spendere le ultime pesetas e a telefonare a casa per rassicurare tutti sul buon andamento del viaggio. Ripartiamo alle 18.45. I paesaggi montani che si scoprono davanti a noi nei 20 chilometri che ci separano dal Port d'Envalira, 2400 metri il passo più alto dei Pirenei, ci rasserenano l'animo e ci fanno dimenticare gli inconvenienti patiti. Dalla lunga ed impervia salita notiamo alcuni punti ben messi per eventuali pernottamenti nei pressi di impianti di risalita che d'estate sono ovviamente chiusi. Particolarmente capiente ci sembra il parcheggio che si può raggiungere prendendo un strada secondaria poco dopo Soldeu per chi proviene da La Vella. Superiamo il passo alle 19.15 e iniziamo la ripida discesa verso il Pas de la Casa, 300 metri più in basso, al confine con la Francia. Alle 19.30 arriviamo alla dogana francese, c'è troppa fila così optiamo per pernottare in paese. Ci fermiamo presso il parcheggio degli impianti al termine di una tappa di soli 48 chilometri ma che potremmo definire strategica.

Sommario delle tappe.

Martedì 22 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.00, poco fà abbiamo sentito il nitrire dei cavalli e i campanacci delle mucche dirette ai pascoli alti. Il posto è veramente bello e mette a portata di escursione ben quattro passi pirenaici. Sulle montagne di fronte resiste ancora qualche ghiacciaio. L'acqua dei serbatoi diventata assai fredda e Diana fa qualche storia prima di lavarsi il viso. Accendiamo qualche minuto la stufa per stemperare la temperatura del camper. Stiamo così bene che non abbiamo nessuna fretta di andarcene. Partiamo alle 10.40, passiamo la frontiera cinque minuti più tardi senza subire il minimo controllo, e dirigiamo verso il Col de Puymorens, evitando la nuova galleria a pedaggio. Superiamo il colle, dopo 10 chilometri, alle 11.00 e ci immettiamo sulla N20 per Bourg Madame, Prades e Perpignan. I paesaggi che ci godiamo nei 28 chilometri di discesa verso Bourg Madame sono veramente stupendi e meritano di essere rivisti. Arriviamo a Bourg Madame alle 11.30 e prendiamo la N116 verso Prades, Perpignan. La strada, pur essendo una statale alquanto trafficata, è piena di curve e valica numerose catene di colline con un susseguirsi di salite e discese che ci fanno godere bellissimi e sterminati paesaggi, anche in virtù del fatto che il tempo sembra reggere al bello. Superato Mont Louis la strada percorre, in coppia con la caratteristica ferrovia, le stupende e terrificanti gole dette Defilè des Graus all'uscita delle quali, ormai raggiunta la pianura, possiamo guidare con meno apprensione e più distesi. Alle 13.10, dopo 96 chilometri di tappa, ci fermiamo in un parcheggio periferico di Prades mentre il tempo sembra essersi rimesso a fare le bizze. Mentre pranziamo un rumoroso temporale si scarica sui monti da dove proveniamo. Terminato il pranzo usciamo a fare una breve visita al centro città ma l'acqua del temporale ci raggiunge e ci costringe ad una precipitosa ritirata. Alle 15.45 ci rimettiamo in marcia riprendendo la N116, dirigendo verso Perpignan. Sotto il temporale, camminando con il camper, scopriamo che ci sono cospicue infiltrazioni di acqua anche dalla finestra della dinette piccola e da quella della cucina. Sembra che in questo viaggio i guai non debbano darci tregua. Arriviamo a Perpignan alle 16.35, il temporale è finito ed il tempo sembra cambiare verso il bello. Prendiamo la N9 verso Narbonne. Percorriamo i 61 chilometri in quasi un'ora, poi prendiamo la A9 in direzione di Montpellier. Alle 17.30, appena entrati in autostrada, dopo 213 chilometri di tappa, ci fermiamo all'area di servizio Narbonne Vinassan Sud, scarichiamo, facciamo il pieno di acqua e, alle 18.00, ripartiamo alla ricerca di un luogo prossimo al mare per pernottare. Usciamo a Beziers Est e dirigiamo verso Serignan Plage. Tutti i nostri tentativi falliscono, tutta la costa non è praticabile a causa di divieti, campeggi, alberghi e club velici. Alle 20.15, al termine di una tappa di 282 chilometri, arriviamo a Les Cabanes de Fleury. La temperatura è ben diversa da quella lasciata quando siamo passati di qui nel viaggio di andata. Siamo tutti coperti ed il terreno completamente bagnato da un recente acquazzone. Ceniamo nella consueta tranquillità del posto e ce ne andiamo a dormire.

Sommario delle tappe.

Mercoledì 23 Agosto 1995.

Sveglia alle 8.30, notte assolutamente tranquilla, il tempo si è rimesso al bello e si prevede una giornata da sol leone. Il mare è calmo come uno specchio e, alle 10.00, siamo in spiaggia, come al solito poco popolata. Diana, in astinenza di bagni, non pone tempo in mezzo e si tuffa subito per non uscire che all'ora di pranzo. Alle 14.00 iniziamo il rientro, approfittando ovviamente delle docce della spiaggia. L'acqua del mare è sensibilmente più fredda di quindici giorni fa, in compenso più calma e più limpida di allora. Alle 16.15 ci rimettiamo in viaggio tornando a Fleury. Ripassiamo sotto l'autostrada e, alle 16.30, ci fermiamo all'Intermarchè di Salles d'Aude per fare la spesa e rifornirci di carburante a prezzo scontato. Diana arriva a destinazione decisamente nervosa, sia per essere stata costretta ad abbandonare la spiaggia, sia per non essere riuscita a giocare nel camper data la strada alquanto sconnessa. Alle 17.50, dopo aver attentamente ribattuto il conto ed effettuato il rifornimento, ripartiamo in direzione di Beziers che raggiungiamo, dopo esserci di nuovo immessi sulla N9/N113, alle 18.15. Proseguiamo, senza lasciare la nostra direttrice, fino a superare Pezènas, dopodiché scegliamo la N113 per Meze e Montpellier, ove transitiamo alle 19.30. Sempre seguendo la N113, alle 20.00, ci fermiamo al parcheggio centrale di Lunel al termine di una tappa di 139 chilometri, percorsi in meno di quattro ore. Ceniamo e, guardandoci intorno, incontriamo due altri equipaggi italiani, uno di Udine, l'altro di Frascati. Al far della notte tutti e tre ci spostiamo al parcheggio della posta in posizione più defilata rispetto al traffico e all'animazione del centro.

Sommario delle tappe.

Giovedì 24 Agosto 1995.

Sveglia alle 7.15, il parcheggio già tutto pieno di auto di dipendenti, e di clienti, delle poste e dell'ufficio di collocamento. Durante la notte ha piovuto e ci siamo ripetutamente svegliati per controllare eventuali infiltrazioni che, per fortuna, non si sono verificate. Partiamo alle 8.00 sotto un cielo plumbeo. Seguiamo la N113 fino ad Aimargues. Ci immettiamo sulla N572, seguendo la quale, superiamo Vauvert, St. Gilles e il ponte di legno sulla Petite Rhone per arrivare ad Arles che sono le 8.50. Ripresa la N113 alle 9.35 arriviamo all'entrata dell'autostrada a Salon Sud. Cinque minuti più tardi, avendo percorso ben 101 chilometri, ci fermiamo all'area di servizio Lancon Sud, sia per rifornirci di acqua potabile, sia per recuperare un poco di tranquillità vista la nottata movimentata e la precipitosa partenza mattutina. Durante la sosta, mentre Diana si gode il fornito parco giochi, valutiamo il da farsi in funzione del tempo ancora disponibile. Facendo il punto della situazione, fatti due conti, decidiamo di effettuare l'ennesima variante al piano di viaggio e recarci a visitare il Canyon du Verdun fidando anche nel tempo, che sembra volersi rimettere al bello. Alle 11.40, al termine di un estenuante trattativa con Diana, decisamente intenzionata a farsi il bagno nella piscina gratuita già sperimentata due anni fa, ripartiamo e, in venti minuti, arriviamo a Aix en Provence. Lasciamo la A8 per inserirci sulla A51, diretti verso Manosque, per raggiungere le gole del Verdun. Viaggiamo bene, seguendo la valle della Durance, fino all'uscita di Pertuis, l'ultima prima di dover pagare pedaggio. Ci immettiamo sulla meno comoda, ma più spettacolare, N96 che seguiamo fino alla confluenza con il Verdun in prossimità della quale prendiamo la D952 con la quale raggiungiamo Vinon sur Verdun. Alle 13.00, avendo percorso 172 chilometri, ci fermiamo per il pranzo nell'accogliente ed ombreggiato parcheggio prossimo al centro città. In riva al Verdun, sotto il ponte, si trova un altro capiente parcheggio, più riparato ed adatto a soste notturne ma, forse proprio per questo, chiuso da una sbarra a 2.30 metri di altezza. Dopo un comodo pranzo e una distensiva passeggiata in riva al fiume, ripartiamo alle 15.00 e, seguendo la articolata e impegnativa D952 superiamo prima Greoux les Bains, poi Riez. L'andatura si è di molto abbassata, la strada è stretta, particolarmente nei centri abitati, inoltre spesso si arrampica sulle alture ed è piena di curve. Alle 15.45 arriviamo a Moustiers, dopo 217 chilometri di tappa, che attraversiamo con notevole difficoltà data la massiccia presenza di turisti e la struttura del centro storico. Da Moustiers ci immettiamo sulla parte nord della strada panoramica detta Cornice del Grand Canyon du Verdun. Il tempo, dapprima assai favorevole, rapidamente muta fino ad arrivare ad un susseguirsi di forti temporali con lampi e tuoni da brivido. Il percorso è veramente mozzafiato. La strada è sensibilmente stretta, piena di curve e la visibilità alquanto ridotta dalla pioggia. I panorami sulle gole sono da brivido. Impieghiamo ben tre ore per percorrere i 48 chilometri che ci permettono di arrivare, passando per La Palud sur Verdun, al Point Sublime, punto di inizio delle gole. Durante il percorso ci siamo riusciti a fermare in quasi tutti i punti panoramici a scattare foto e ad effettuare riprese nonostante la pioggia battente. Lasciamo il Point Sublime alle 19.30 e, in mezz'ora, percorriamo altri 20 stupendi chilometri sulla D952 fino ad arrivare a Castellane, altro punto di partenza o arrivo dei visitatori delle gole. Troviamo un buon parcheggio, già abbastanza affollato di camper. Ci sistemiamo e speriamo nella buona sorte per non dover passare la notte a tamponare le falle riapertesi durante i temporali incontrati in giornata. Terminiamo questa interessante tappa, di 284 chilometri, con l'arrivo, al nostro fianco, di un magnifico motorcaravan olandese su Iveco Daily 35.10.

Sommario delle tappe.

Venerdì 25 Agosto 1995.

Sveglia alle 7.30, notte assolutamente tranquilla. Dopo i temporali di ieri pomeriggio, non ha più piovuto e gli unici rumori udibili sono il soffiare del vento e lo scorrere del Verdun. Per oggi prevediamo una giornata tutta in viaggio. Decidiamo di raggiungere la costa, non seguendo la Route Napoleon ma, bensì, portarci sulla N202 della valle del Var, meno spettacolare ma più percorribile. Partiamo alle 9.30, dopo una interessante chiacchierata con una simpatica coppia di pensionati pisani che ci fanno sognare raccontandoci dei loro viaggi in Marocco, Turchia, Giordania e Islanda. Percorrendo la D955, in mezz'ora, raggiungiamo St. Julien du Verdun dove ci immettiamo sulla N202 per Nice. Superato il Col de Toutes Aures, a 1124 metri, scendiamo nella valle del torrente Iscle che presto confluisce nel Vaire per finire entrambi nel Var qualche chilometro prima di Entrevaux. Presso la caratteristica cittadina medievale, ove effettuiamo una breve sosta per il rifornimento, notiamo un capiente e pianeggiante parcheggio prospiciente la stazione ferroviaria. Ripreso il viaggio, seguendo sempre il percorso del Var, la strada, man mano che ci si avvicina alla pianura, si fa meno impegnativa. Arriviamo a Nice alle 12.00, dopo 115 chilometri di tappa, e, anziché prendere l'autostrada, visto che la giornata s'è messa decisamente al bello, prendiamo la N7 verso Monaco e Menton, nella speranza di spuntare un ultimo bagno in terra straniera. Dopo 146 chilometri, alle 13.00, arriviamo a Menton ove troviamo, casualmente, libero il parcheggio di un supermercato chiuso fino alle 15.00. Ci infiliamo sotto i pini e Diana e Alessandra vanno a sfogarsi nel mare della Costa Azzurra. Pranziamo alle 14.00, spendiamo in gelati gli ultimi spiccioli francesi nel supermercato appena aperto e ripartiamo alle 15.45 sotto un sole tropicale che ci ricorda le più torride giornate spagnole. Superata senza controlli la frontiera italiana, a Ventimiglia ci immettiamo sulla A10, per accelerare un poco l'andatura di questo nostro svogliato rientro. Alle 18.00 superiamo Genova e, tre quarti d'ora dopo, siamo fermi all'area di servizio Riviera Sud per il rifornimento di carburante e per sgranchire un poco le gambe. Ripartiti alle 19.40 ben presto ci imbattiamo in un temporale che ci suggerisce di approfittare della prima occasione utile per sostare per la notte. Alle 20.45, al termine di 450 chilometri di tappa, ci fermiamo nell'angusta area di servizio Versilia Ovest. Alle 21.45, dopo cena, ricomincia a piovere mentre tutto intorno lampeggia e tuona in continuazione. La tenuta del camper è notoriamente precaria e, presto, comincia a cedere. Piove per un bel pò, ma la nostra stanchezza è superiore alla nostra apprensione per le infiltrazioni così ci addormentiamo tutti.

Sommario delle tappe.

Sabato 26 Agosto 1995.

Sveglia alle 7.30, l'area s'è riempita di camper, nonostante fosse poco estesa e mal disposta. Nella notte non ha piovuto e le finestre hanno tenuto. Partiamo alle 8.50. Quando siamo già in marcia decidiamo per l'ultima variante al piano di viaggio e optiamo per percorrere l'Aurelia anziché portarci a Firenze a prendere la A1. Superiamo Pisa alle 9.15 e, nel tratto successivo della A12, notiamo due belle aree di servizio, Castagnole Ovest e Savalano Ovest, dotate di camper service e, sembra, abbastanza adatte per la sosta notturna. Alle 9.50 lasciamo la A12 a Rosignano Marittima, dopo 77 chilometri di tappa, e ci immettiamo sulla SS1 Aurelia in direzione di Grosseto che raggiungiamo e superiamo alle 11.20. Alle 12.00 effettuiamo una breve sosta tecnica in prossimità di Capalbio e, alle 13.00, siamo al casello autostradale di Civitavecchia. Percorsi 388 chilometri, alle 14.30 arriviamo a casa e tagliamo il traguardo di questo tormentato viaggio che speriamo di aver tempo di apprezzare, con la tranquillità necessaria, rivedendo foto e riprese.

Sommario delle tappe.


Viaggio effettuato nel 1995 da Roberto Lumaca.

Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario nella sezione METE.


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