TURCHIA
Aprile-Giugno 2004
Per essere snelli nei movimenti e al tempo stesso per darci un aiuto
reciproco in caso di necessità, siamo solo due camper. Gli equipaggi sono
formati da Miranda (66) & Giorgio (65) con un mezzo Rimor, e Lucia (56)
& Claudio (56) con un Elnagh, tutti di Monfalcone (GO).
Il periodo del viaggio decorre dal 22 aprile e arriva al 20 giugno, in
pratica due mesi esatti che sono trascorsi veramente in fretta.
E’ stato il nostro primo viaggio in Turchia, ma ora siamo certi che non
è stato certamente l’ultimo, perché per
una serie di circostanze e condizioni, abbiamo apprezzato tantissimo
l’ambiente e l’ospitalità, nonché la convenienza economica, che non è certo
l’ultimo aspetto. Il percorso complessivo è stato di 9500 km, 1500 dei quali
fatti con un pullmino locale.
Per evitare l’attraversamento della regione balcanica, e poi anche per
evitare la Grecia, la prima decisione è stata di partire da Brindisi alla volta
di Cesme, ma la stagione non prevedeva traghettate se non da Venezia, ed avendo
un soggetto che soffre il mare (Lucia), non abbiamo arrischiato di 4 giorni di
sofferenza, ed abbiamo optato per la tratta più breve da Bari ad Igoumenitsa in
quanto già in aprile c’è una compagnia cipriota che attua questo servizio in
“open deck”. Il costo del servizio di andata e ritorno è di circa 300 Euro.
Abbiamo così attraversato la Grecia.
Benchè prima della partenza ci si sia iperinformati presso i siti che
raccolgono informazioni di viaggio, e chiunque è giusto che lo faccia allo
scopo di evitare sgradevoli sorprese, è altrettanto necessario che elenchi
alcune cose che possono essere un vantaggio per chi voglia ripetere questa avventura
nei prossimi mesi. Intendo evidenziare la parola avventura perché questo viaggio tutto è stato , meno che
avventuroso! Raramente ricordo di aver visto un paese straniero con tanta
tranquillità come in questo caso, e mai penso di essermi allontanato lasciando
il camper aperto sentendomi sicuro come in Turchia. Ed eccovi l’elenco:
Ø non è necessario portare molto denaro in
quanto sia i bancomat che l’utilizzo delle carte di credito è diffusissimo in
tutta la Turchia. La lira turca si svaluta con tanta celerità, che all’arrivo 1
Euro corrispondeva a 1.630.000 lire t. e al ritorno a 1.830.000 lire t.,
pertanto non si consiglia di prelevare grosse quantità agli sportelli (si
svalutano in tasca). Se si è intenzionati a comprare tappeti per i quali
prevedono solo il pagamento in Euro in contanti, si consideri che il Kilim è
valutato 100 Euro al m2, e prodotti non turchi 200 Euro m2.
Ø è meglio avere il passaporto valido per
almeno sei mesi, perché il conducente ufficiale deve comunque averlo. Non è
comunque permesso di soggiornare più di tre mesi con un visto.
Ø è richiesto un documento di vaccinazione per
chi porta animali, quindi è bene informarsi allo scopo.
Ø chi è fanatico dell’acqua frizzante, si
ricordi che in Turchia non è in vendita (ma neanche in Grecia), e bisogna
premunirsi alla partenza. E’ commercializzata l’acqua minerale in bottiglioni e
flaconi, ma evitare di acquistare quelli con il logo della Coca Cola o Danone
perché costano come da noi.
Ø è opportuno avere vestiario e corredi per
tutte le stagioni, perché all’interno nelle aree più elevate, specialmente la
notte, fa freddo.
Ø se si decide di attraversare la Grecia, è
meglio arrivarvi con il serbatoio vuoto poiché il gasolio costa di meno in
terra ellenica, mentre in Turchia costa come in Italia. C’è da fare molta
attenzione invece nella zona doganale turca a ridosso del confine, in quanto ci
sono delle pompe che vendono il gasolio detassato a 470.000 lire t. ma non
accettano carte di credito bensì solo contante (normalmente il gasolio costa
1.500.000 lire t.).
Ø la procedura per l’ingresso in Turchia è un
po’ complicata, ma possiamo sintetizzarla in cinque fasi: al primo sbarramento
bisogna consegnare i passaporti e i documenti del camper carta verde inclusa, e
dopo un attento esame si passa alla seconda fase che prevede il parcheggio
temporaneo del camper e l’acquisto della VISA (un bollo da 20 Euro) da
appiccicare al passaporto (intanto si può fare gasolio nella zona franca o
prelevare le prime lire t. in banca o al bancomat), poi alla terza fase si
passa alla dogana con il mezzo e qui allo sportello stradale si compila il
documento di importazione temporanea del mezzo pagando altri 20 Euro (esibendo
i documenti lo fanno loro con il computer), poi alla quarta fase un poliziotto
entra nel camper per verificare non so cosa e fa aprire anche gli sportelli
laterali, quindi alla quinta fase si passa l’ultima sbarra riesibendo
passaporti e documenti del camper e qui si tratterranno un pezzo di questi
ultimi. Fare bene attenzione di conservare i documenti di importazione
temporanea altrimenti salutate il camper in Turchia. Complessivamente tutta la
messinscena costa 60 Euro e un’ora).
Ø fate scorta di insaccati e salami prima di
entrare in Turchia, poiché solo nei grandi magazzini potrete trovare il
prosciutto costoso, e non si trovano che presso le città più importanti. Si
ricorda che la Turchia è un paese islamico, quindi non fanno uso di carne di
maiale. La birra e il vino sono invece molto diffusi e facilmente reperibili,
nonché di buona qualità (la birra Efes ha un gusto piacevole nelle tre forme in
vendita: normale, forte, scura. Il vino della Cappadocia è paragonabile al
nostro).
Ø considerate che tutta la Turchia è un grande
cantiere stradale, ma finirete per accorgevi che iniziano tanti lavori
dappertutto, e non completano niente. Il manto stradale non è malvagio, ma
neanche buono. Spesso è grezzo da mangiar le gomme, talvolta si scioglie al
caldo impastandosi nei pneumatici che a loro volta impiastrano la scocca di
nero, spesso vi costringe a seguire il solco formato dai camion, e poi ci sono
le buche improvvise che vi costringeranno a moderare la velocità. Inoltre ci
sono anche le strade bianche polverosissime, ma sembra che ai locali la polvere
non dia fastidio per come corrono e la respirano. La guida è consigliabile per
i motivi suesposti nelle ore diurne, di notte non fanno un largo uso dei fari,
né moderano la velocità. Il turco, tanto gentile da pedone o da ospite, quando
guida si trasforma, quindi è meglio avere una buona dose di prudenza. Quasi
tutti hanno il vetro anteriore scheggiato, in quando sulla strada ci sono sempre
tanti sassi, che le altre auto fanno volare. Eppoi ci sono le tartarughe che
attraversano lentamente, e se si piglia una di queste, si rischia di farla
volare verso chi viene incontro.
Ø è bene usare una carta stradale aggiornata
scala 1:800.000 acquistabile in loco, facendo attenzione che riporti i simboli
dei campeggi. Molto ben fatta è la guida EDT Lonelj Planet che dettaglia con
completezza di informazioni ogni minima richiesta. Per le visite ai siti
archeologici è apprezzabile anche la guida TCI.
Ø non sono richieste vaccinazioni, ma
l’antitifica è opportuna, nonché la vaccinazione per l’epatite A/B e
antitetanica.
Ø attrezzarsi con una tanichetta da 10 litri
con una pipetta per caricare l’acqua al camper, in quanto in tutta la Turchia
ci sono innumerevoli fontane lungo tutte le strade, ma non hanno né attacchi
standard per il nostro uso, né pressione sufficiente. Con pazienza, ma
l’abbiamo fatto sistematicamente, il pieno d’acqua è garantito con la
tanichetta che non deve pesare troppo!! Lo scarico delle acque grigie va fatto
ricercando qualche scolo o grata di drenaggio, ma non è facile trovarne in
posti discreti, né è facile spiegare alla gente ciò che si fa. Pertanto lo
scarico va fatto in posti nascosti, in pendenza verso il bordo strada, arrangiandosi.
Per le acque nere invece bisogna fare in modo di arrivare in qualche campeggio:
non è male avere la seconda cassetta del water.
Ø sono di facile impiego i bus, e il biglietto
in genere lo si fa a bordo, altrimenti l’autista accetta (?) ugualmente il denaro
e ci fa viaggiare; con i taksi è sempre meglio precontrattare la corsa o
quantomeno assicurarsi che non inseriscano la tariffa notturna (geze); i dolmus
sono pullmini che fanno corse simili agli autobus e riportano a grandi lettere
sul davanti la destinazione, sono più cari dei bus, ma meno dei taksi (anche
considerando 4 passeggeri).
Ø i campeggi sono pochi e dislocati nelle aree
prettamente turistiche, e non sono adatti per ricevere i camper. Talvolta hanno
passaggi stretti per cui è impossibile entrare. Il campeggio libero è permesso
ovunque, bisogna però fare attenzione a non farsi catturare da chi abita
vicino, perché per eccesso di ospitalità, è difficile liberarsene.
Giorno
Percorso
22 apr
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Partenza da Monfalcone e
arrivo a Marina di Ravenna ove
incontriamo altri amici camperisti, che comunque hanno deciso di andare il
Portogallo. Cena a base di pesce al solito posto.
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23 apr
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Tappa intermedia all’area di sosta di Vasto
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24 apr
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Arrivo a Bari da dove in serata parte il traghetto per la Grecia. Con un
po’ di ritardo veniamo imbarcati per ultimi su una nave affollata come non
mai, con spazio talmente stretto fra camion e camper che non è possibile
salire sui ponti senza scalare cabine di mezzi e sporcarsi. Restiamo prigionieri
nel camper tutta la notte. Al mattino inoltrato siamo a Igoumenitsa dove sbarchiamo, e ci facciamo una bella tirata fino
a Kosani. In Grecia stanno facendo ottime autostrade ed è possibile già
utilizzare una buona parte di quella che congiunge Igoumenitsa a Salonicco e
la Turchia. La sosta notturna a Kosani
è fatta in una stradina tranquilla, non ci sono campeggi.
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26apr
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Da Kosani a Marki a ridosso
del confine turco, utilizzando l’autostrada gratuita. Qui parcheggiamo nel
porticciolo ove i gabbiani ci daranno la sveglia. Il sito merita un’altra
cena a base di pesce.
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27 apr
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Arrivo al confine turco e
disbrigo delle annose pratiche doganali (vedi sopra), breve sosta per il
pranzo a Kesan, poi sotto una tormenta di vento, pioggia e polvere che scassa
il camper, arriviamo ad Istanbul
per la D100 alla ricerca del campeggio. Questa città ha 12 milioni di
abitanti, e ricercare un campeggio non è certo cosa facile, specie se si
scopre che i turchi non li segnalano mai, e ci si accorge che si è arrivati
praticamente quando si è già entrati. Comunque sapendo che l’Atakoy è il migliore per visitare la
città (costo 9 Euro per camper per notte), basta orientarsi seguendo le
indicazioni del rione che ha lo stesso nome, e una volta superato
l’aeroporto, cercando di tenersi verso la costa (visto che il campeggio è sul
mare), ci si sbatte contro. Non daremo mai documenti alle reception dei
campeggi, se non ce li chiederanno espressamente.
Istanbul è lontana 12 km e ci si serve dell’autobus che fa sosta nel
centro di Atakoy, e passa ogni 20 min. Il costo del tragitto corrisponde a
mezzo Euro e arriviamo al Eminonu nel bel mezzo della città. Nei tre giorni
che vi abbiamo sostato, abbiamo visitato il Bazar (ripetutamente) che ci ha
molto sorpreso per l’ordine e la pulizia (memori di visite ad analoghi
marocchini, egiziani e giordani), e la gran quantità di mercanzia con
negozietti addossati per categorie, che vendono tutti la stessa roba, poi le
più importanti moschee tra cui quella di Solimano e quella blu (portarsi un
secondo paio di calzini da sovrapporre ai primi visto che fanno togliere le
scarpe) e Santa Sofia che sicuramente entusiasma per la sua imponenza e le
sue opere bizantine. In genere per entrare nei musei si paga il
corrispondente di 5 Euro, ma in alcuni luoghi importanti come S. Sofia 10
Euro. Il Topkapi è un palazzo reale che richiede mezza giornata per la sua
visita incluso l’Harem (ulteriore pagamento all’interno del Topkapi), ed è
veramente ben conservato ed imponente. Presso l’ippodromo (o ciò che resta)
c’è la sorprendente chiesa cisterna, che assomiglia tanto alla moschea di
Cordova in Spagna, ma in effetti era una cisterna per tutta la città. Poi
ancora una sbirciatina all’università, e un giro turistico con il bus aperto
che fa scoprire altre aree piacevoli condite con tanti giardini e parchi, per
fermarsi sotto la torre Galata ove c’è un self service turco che è
consigliato. Dalla torre uno sguardo panoramico a tutt’attorno e si ha l’idea
della vastità di Istanbul. Nel Bazar ci sono miniristorantini che sono molto
accoglienti, e anche se in molti dicono che in Turchia la cucina è buona,
devo affermare che non dà molta scelta, e per le carni è decisamente povera,
Kebak a parte.
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1 mag
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Superando il lungo ponte sul Bosforo
e percorrendo la O4 ci si porta verso Ankara.
L’autostrada costa molto poco e benchè abbia detto che le pompe di gasolio
sono frequentissime, prima di trovare la prima in autostrada bisogna percorre
almeno 50 km, ma non succederà più per tutto il resto del viaggio. Scopriamo
che le aree di sosta hanno sempre una fontana utile per fare il pieno al
camper. Ankara è proprio una città costruita per fare la capitale: non c’è
niente da vedere se non la cittadella, e il museo anatolico che per contro è
bellissimo, e piace anche a chi in museo solitamente si annoia. Troveremo
sempre persone pronte a guidarci all’interno a pagamento, ma la guida EDT
supera questi problemi in quanto esauriente (purchè in edizione aggiornata).
Qui ci sono due campeggi ai raccordi autostradali lontanissimi dal centro,
probabilmente usati dai turchi che lavorano in centro, ma non adatti a noi.
Abbiamo quindi parcheggiato vicino alla sede universitaria in una stradina
cieca, e il guardiano alla sbarra della facoltà universitaria estendeva la
sorveglianza anche ai nostri camper. Abbiamo quindi usato il taksì (si chiama
così), facendo attenzione che sul tassametro non applicasse la tariffa
notturna (geze). La cittadella è graziosa ma non molto grande, e proprio alla
base di questa c’è il museo anatolico.
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3 mag
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Per la D200 fino a Kiriccale
e a seguire per la D190 a Sungurlu e per la 19/51 fino ad Hattusa ha luogo la tappa successiva.
Hattusa è nota per essere il sito della capitale degli Ittiti, ed è celebrata
per l’importanza dei suoi scavi. Personalmente mi ha un po’ deluso, forse per
la dozzinalità dell’approccio che abbiamo avuto: siamo stati guidati da un
turco che diceva un gran bene di un certo Marcello di Milano che capitanava
gli scavi, ma non s’è vista una talpa che lavorasse in tal senso, né impianti
di tal genere, e tutto molto povero ed approssimativo. Se non si è realmente
dotati d’immaginazione e culturati verso simili ricerche, non mi pare
assolutamente necessaria la tappa ad Hattusa. In compenso alla guida e
all’autista abbiamo dato il corrispondente di 20 Euro in tutto, e quelli sono
ancora che storcono il naso. Diversamente si può entrare nel sito con il
camper e gironzolare con l’aiuto della guida EDT (che è meglio). A Bogazkale vicino agli scavi c’è la
possibilità di trovare dove campeggiare. Qui, come negli altri 359° della
Turchia troverete qualcuno che vi vuol far entrare in un negozio per vendervi
tappeti (il Kilim è il tappeto turco, ma è un po’ difficile definirlo un
tappeto essendo tessuto a trama). All’interno dei negozi si trovano anche
tappeti non turchi, con prezzi non turchi (anche noi abbiamo comprato
qualcosa di gradevole, ma non turco, e vogliono preferibilmente contante in
Euro)
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4 mag
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Si scende verso Yozgat e
per la D805 verso Goreme centro
della Cappadocia. Questo secondo
me è stato il centro della gita, per la grandezza del paesaggio, i suoi
colori, e la particolarità. A Goreme ci sono molti campeggi, sia al margine
della cittadina, che salendo verso il museo all’aperto. Noi abbiamo scelto il
camping Goreme, così era più facile ricordarsi il nome. Il campeggio è un po’
approssimativo, ma sufficiente per il nostro bisogno (costo 5 Euro per camper
per notte). La visita del museo all’aperto dove sono dislocate molte chiesine
rupestri risalenti all’epoca bizantina, è veramente incantevole: è realmente un
paesaggio da fiaba, con tutti i suoi pinnacoli di tufo traforati per farvi
chiese o luoghi di culto, oltre ad abitazioni e servizi. Ci si impiega mezza
mattinata a visitarlo. Un altro giorno può essere impiegato per visitare il
resto dell’area girando per una decina di paesini, e l’abbiamo fatto con un
camper lasciando l’altro al campeggio. Tutti i paesini offrono un paesaggio
sempre diverso ma coerente con il contesto della Cappadocia, con montagnole
appuntite scavate all’interno per renderle abitabili. Si chiude la giornata
al museo all’aperto di Zelve che
si raggiunge attraversando i famosi camini delle fate, incantevoli pinnacoli
sovrastati da un cappuccio.
A Goreme abbiamo ricercato il sistema per arrivare a Nemrut Dagi, scegliendo fra le
diverse offerte delle molte agenzie. Questa meta suggerita dai navigatori di
internet, dista circa 650 km da Goreme, e la strada per arrivare alla
prossimità non è malvagia, c’è solo la rampa finale di una dozzina di
chilometri che avrebbe distrutto il camper. Pertanto con lo spirito di
conservare il mezzo per altre gite, abbiamo scelto di usare un pacchetto da
120 Euro che tutto incluso, ci portava a Nemrut e ritorno alloggiando per due
notti in alberghi a tre stelle turche!! In effetti abbiamo salvaguardato il
camper, ma abbiamo distrutto le nostre schiene.
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6 mag
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Partenza al mattino presto per il monte Nemrut; a noi quattro si
aggiungono un ragazzo e una ragazza australiani che neanche si conoscevano.
Da Goreme a Kayseri a Kahramanmaras (famosa per i suoi
gelati) a Kahta per alloggiare in
attesa della levataccia dell’indomani alle 3.00 che ci avrebbe portato fino a
2150 mslm a vedere l’alba su un cucuzzolo di pietre alto 150 m, dove Antioco
aveva scelto la sua ultima dimora, contornato da testoni di statue. Ebbene, è
stata un’esperienza curiosa, la strada avrebbe devastato il camper, essendo
fatta con ciottoli cubici di 20 cm di lato, soltanto che moltissimi di questi
erano rimossi e c’era da scegliere se entrare con la ruota nella buca o
sbattere contro il cubo che ingombrava il selciato. Al termine del rodeo che
ci ha fatto capire quanto sia difficile stare i sella ad un animale
impazzito, siamo giunti ai piedi della collina: freddo e buio, una rampa da
200 da scalare, mancanza di respiro, e finalmente si arriva su una
piattaforma ad attendere che il sole sorgesse. Tutto sommato sono contento di
esserci stato, ma lo rifarei a mezzogiorno con meno affollamento, dopo aver
dormito sul serio, e noleggiando un mezzo da Kahta.
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8 mag
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Il tour col pullmino continua, e ci spostiamo a sud ad Harran ai confini con la Siria, a visitare le case fatte a
nido d’ape (i nostri trulli), dove veniamo ospitati a rinfrescarci. Da queste
parti la calura si fa sentire, infatti le signore rinunciano a visitare la
prima università islamica di Harran ridotta ormai a cumulo di macerie. Da qui
andiamo ad Urfa, incantevole città
che la nostra guida ha definito il vero cuore della Turchia!? Abbiamo
visitato le cave di Abramo ove si racconta che lui sia nato. E’ un posto
bellissimo che accomuna sia la religione islamica che quella cristiana,
contornato da moschee, laghetti, parchi e palazzi che fa a pugni con la
povertà del resto dell’area. Qui c’è anche un bazar molto bello e noi
l’abbiamo visitato. La notte è stata trascorsa in un rumorosissimo albergo a
tre stelle!!
Al rientro a Goreme l’autista ha tagliato corto per anticipare il
ritorno e risparmiare qualcosa da intascare, ma gli ho fatto osservare che il
contratto prevedeva di passare per Adani,
alchè ha sciorinato mille motivazioni. Ho tagliato corto dicendo che sarei
passato in agenzia per chiarimenti. Ovviamente eravamo stanchissimi della
sgroppata, e volevamo rientrare il più presto possibile, ma non mi garbava di
essere preso per il naso. Così quando siamo giunti presso Goreme, ha ripercorso
a 100 all’ora tutti i paesini che avevamo già visitato giorni prima, per
scusarsi della truffa, aggiungendo stanchezza a quella che già avevamo. Va
comunque definito sempre con chiarezza il percorso, altrimenti gli autisti ne
fanno uno per conto loro. C‘è voluto un giorno di sosta in più a Goreme per
riprendersi dalla corsa a Nemrut.
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10 mag
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Trasferimento alla valle di Ihlara,
passando per Derincuyu sulla D765,
un paesino che ha una città sotterranea ad 8 livelli di profondità, con un
dedalo di gallerie e stanze lungo una decina di km, che conteneva fino a
10.000 persone per sfuggire alle orde dei nemici. A differenza di Harran
faceva fresco in quest’enorme cantina, ma ancora una volta le signore sono
uscite all’aperto perché si sentivano male in un posto così basso e chiuso.
Effettivamente dava un senso d’oppressione notevole, ma noi siamo scesi fino
all’ultimo livello prendendo un sacco di zuccate contro i soffitti bassi.
Abbiamo poi tentato di seguire la 51/01 per Ihlara, ma ci siamo imbrogliati
finendo in paesini che sembravano usciti dal terremoto, e ogniqualvolta
chiedevamo informazioni, la gente ci offriva il ciai ( si scrive cai e
significa te), e qui abbiamo scoperto, uscendo dal circuito del turismo
quanto siano ospitali i turchi. Alla fine abbiamo trovato la strada per
Ihlara ed abbiamo parcheggiato nell’area sud del canalone in un vasto spiazzo
all’entrata del sito. Anche il canion di Ihlara ha diverse chiese rupestri,
ma non conservate altrettanto bene come a Goreme, e c’è in più il corso del fiume
Ihlara che rende piacevole la passeggiata. In verità l’abbiamo percorsa nei
due versanti, e il primo prevedeva qualche nozione di scalatore, mentre il
ritorno è stato tranquillo, ed abbiamo raccolto gli asparagi selvatici per un
delizioso risotto.
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11 mag
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Partenza per Sultanhani per
la D300 dove si conserva un caravanserraglio ottimamente restaurato. Una
breve visita, e pernottamento in campeggio (7 Euro a camper) dov’era prevista
anche la colazione al mattino col metodo turco, cioè pane turco, formaggio di
capra, olive, pomodori, cetrioli, miele e l’immancabile cai.
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12 mag
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Sempre per la D300 ci si sposta a Konia.
Qui non esistono campeggi, e abbiamo parcheggiato in uno dei vari otopark
della zona centrale. La città è grossa ma il centro si riassume in una vivace
e movimentata via centrale che porta alla collina di Aladino, ove c’è un
grosso parco. Anche a Konia abbiamo visitato il Bazar, dove abbiamo comprato
le mele a 0,25 Euro al kg. Non solo qui, ma in tutta la turchia, in special
modo nei mercati che sono onnipresenti, la frutta e gli ortaggi abbondano a
prezzi che ci sogniamo nei nostri negozi, e che ci permettevano indigestioni
di ciliegie, fragole, albicocche ecc. generalmente ad 1 Euro al chilo. I
pomodori costavano da 0,25 a 0.50 Euro
e così i cetrioli e la lattuga. Ma anche nelle macellerie e
successivamente lungo la costa nelle pescherie, il costo dei prodotti era
meno della metà che da noi. I branzini che normalmente pago a Monfalcone 18
Euro al kg, lì costavano 7 Euro. Solo il detersivo per lavatrice costa 15
Euro al fustino come da noi, però i loro fustini sono da 25 kg!! Dopo questa
diversione riprendiamo il viaggio verso la costa per la D715, e la polizia ci
ferma per sapere se abbiamo bisogno di aiuto e ci offre il cai. Più avanti
decidiamo di fermandoci a dormire a Kozlubukak,
un paesino di tre case, ma via dalla strada per star tranquilli. Tutti i
paesani sono venuti a salutarci ed a offrirci il cai, e a cercare di parlare
con noi, finchè il personaggio più rappresentativo che conosceva un po’
d’inglese, ha mandato via tutti, per farci riposare. Ma al mattino dopo è
ripresa la storia della colazione turca, e si è costretti ad andare in casa a
mangiare da loro, e a bere il cai. Durante la notte il Muezzin ci ha
svegliato alle 3.00 cantando dall’alto del minareto. Finito lui, cani, galli
e capre hanno fatto il resto. Se passate a Kuzlubukak, salutatemi un po’
tutti, ma non fermatevi per dormire.
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13 mag
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Si raggiunge la costa a Silifke,
ma si prosegue per la D400 verso est fino a Kizkalesy ove campeggiamo per qualche giorno di sosta al mare. La
costa è rocciosa molto bella, il campeggio è molto occidentale e ben attrezzato e per la prima volta troviamo altri
camper italiani. C’è un bel castello su un’isoletta a qualche centinaio di
metri dalla costa. Facciamo un’escursione ad Uzuncaburc in un sito archeologico molto bello dove c’è un misto
di greco/romano/bizantino. La strada per arrivarci è panoramica, ma poco
conosciuta.
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16 mag
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Si comincia a percorrere la costa verso occidente lungo la D400 arrivando
ad Anamur dove visitiamo il
castello ottomano che sta rovinando celermente. La costiera è meravigliosa e
poco frequentata, a parte i camion di pomodori stracarichi che talvolta
rallentano il percorso. Dopo Anamur ci fermiamo in uno slargo sulla costa
vicino ad un ristorantino che ci programma una cena a base di pesce. Passiamo
la notte in questo posto per riprendere all’indomani il nostro tragitto.
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17 mag
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La D400 continua a presentarci panorami meravigliosi, ma per una
cinquantina di km attorno ad Alanya,
laddove la costa è sabbiosa, ci sono interminabili palazzi per le vacanze
colonizzati dai tedeschi, e devo affermare che è stata la parte più sgradita
della costiera mediterranea turca.. Arriviamo a Manavgat, famosa per le sue cascate (entrata a pagamento), e
abbiamo campeggiato nel parcheggio del parco, passandovi la notte. Siamo
andati alla scoperta di un antico ponte ottomano, e di un acquedotto che
portava l’acqua a Side, ma non c’erano indicazioni utili, né la gente del
posto conosceva questi reperti. La guida EDT ce li ha fatti trovare comunque.
Manavgat è anche una graziosa cittadina e c’era un grosso mercato che come
sempre ha dato il via all’acquisto di frutta e ortaggi.
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18 mag
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Per la solita D400 arriviamo a Side,
una grossa cittadina per metà occupata dai tedeschi e per metà dal sito
archeologico, molto imponente con un grosso teatro, ma con evidente
propensione per il turismo. Poi si prosegue fino ad Antalya e parcheggiamo vicino allo stadio. La città è grossa e
moderna, ma la cittadella murata è veramente graziosa con il suo porticciolo,
e i negozietti caratteristici. E’ anche un polo d’attrattiva turistico per
tutte le nazionalità, infatti sono presenti non solo i turchi e i tedeschi,
ma anche inglesi, francesi, italiani ecc. Dopo la visita del centro che
richiede mezza giornata, ci dirigiamo verso sud, e ci fermiamo a Camyuva in una stradina lontana dal
traffico della D400. Il motivo per cui frequentemente si sosta in paesini a
passare la notte, è dovuto alla mancanza di campeggi e le aree attrezzate non
sono ancora state inventate. Dopo mezz’ora che siamo fermi sul lato della
strada, una bimba ci porta alcuna arance e poi scappa. Dopo cena una signora
che abitava nella casa di fronte ci invita a prendere il cai da lei: mi
chiedo se mai in Italia una signora ospiterebbe degli estranei, da sola in
casa, esibendo le foto dei figli e del marito, affermando che questi era di
servizio con il taksi. L’ospitalità
è veramente una virtù dei turchi.
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19 mag
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Al mattino successivo salutiamo la signora, e partiamo verso l’area
archeologica di Olimpos, ma una
volta raggiunta non la gradiamo molto per la nutrita presenza di giovani
occidentali dall’atteggiamento poco rassicurante, e tagliamo dritti per al
D400 verso ponente, e da Finike
risaliamo la D635 fino al sito archeologico di Arycanda. Noi soli visitatori del sito (molto bello) veniamo
colti da un acquazzone improvviso, ma il custode ci porta con la sua auto
fino al parcheggio del camper evitandoci un malanno. Scendiamo fino a Kale e già si fa sera, quindi
decidiamo di fermarci fra le case del paese che è praticamente tutto una
serra per la coltivazione di ortaggi. E’ stato un po’ difficile trovare dove
parcheggiare non essendoci slarghi, o aree adeguate, ma alla fine ci siamo
fermati sotto casa di una famiglia turca, che ci aveva bloccati per farci
parcheggiare, e dopo due minuti tutto il circondario era lì offrendoci un
cesto di peperoni. Non bastasse, sentiamo bussare e una signora su un vassoio
ci posta la cena!! Neanche questo è stato sufficiente, perché dopo cena siamo
stati invitati in casa a prendere il caffè turco, e l’immancabile cai.
Impossibile sottrarsi all’ospitalità, la mattina successiva abbiamo fatto
colazione con loro, assistendo alla preparazione e cottura del pane turco,
che in effetti è una sfoglia sottile bruciacchiata simile al pane arabo.
Liberatici dall’ospitalità di
questa gente, abbiamo visitato il sito di Mira, e la chiesa di Babbo
Natale legata alla leggenda di S.
Nicola di Bari. Per la D400 siamo arrivati a Kas in un campeggio stupendo sul mare con una scogliera ricoperta
di ulivi. Lì mi sarei fermato una vita, per la tranquillità e la bellezza del
posto, ma decidemmo di fermarci solo alcuni giorni, durante i quali con
un’imbarcazione abbiamo visitato l’isola di Kekova, dove sono presenti resti di una città sommersa, visibili
dall’oblò del fondo del battello. Il posto era tanto bello che un grosso
camper tedesco non appena arrivato, ha orientato la sua parabola e acceso
l’impianto di condizionamento chiudendosi all’interno, e gustando il panorama
come se fosse nel centro di Amburgo!!
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23 mag
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Lasciata, purtroppo, Kas, per la D400 arriviamo a Fethiye alla ricerca del camping indicato sulle carte, ma non
esiste più. Tentiamo una sosta a Oludeniz, ma anche qui un club ha colonizzato
tutta l’area. Allora si riprende verso ovest, ma è stato un peccato perché il
posto era bello. Arriviamo a Gocek,
una cittadina carina sul mare con una bella marina, e ci parcheggiamo per la
notte in una stradina cieca e tranquilla. Questa volta niente sorprese, né
cai.
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24 mag
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Il giorno dopo percorriamo quel che resta della D400 e giungiamo a Datca che si trova su una penisola montuosa e alberata che è uno
splendore. Anche qui c’è una marina e un simpatico paesino, dove troviamo un
modesto campeggio, ma con i servizi essenziali (5 Euro per camper). Ci
fermiamo un paio di giorni, e i campeggi continuano ad essere deserti, in
pratica ci siamo solo noi, e appena arriviamo, incominciano le grandi pulizie
pasquali. Da quando siamo sulla costa, continua la dieta a base di pesce,
anche se bisogna riconoscere che il loro mare non è molto pescoso, e c’è da
scegliere solo fra branzini (7 Euro), orate (5 Euro), e triglie (12 Euro al
Kg). Questi prezzi sono uniformati in tutta la Turchia. Risalendo le coste
egee, s’incomincia a disporre di maggior scelta, e i mercati del pesce sono
più frequenti, e soprattutto si rivedono i gabbiani, che nel resto della
costa erano praticamente assenti.
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26 mag
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Ripercorrendo a ritroso la D400 e quindi per la D550 arriviamo a Mugla, una città lontana dalla costa,
dal giro turistico e priva di campeggi, ma originale turca e molto vivace con
un bel mercato, un bazar e tanti giovani per le strade a causa di
un’importante università. La visitiamo, e ci ripromettiamo di tornare al
ristorantino del bazar quando torneremo qui per dirigerci a Pamukkale.
Cerchiamo la solita stradina per parcheggiarci durante la notte, ma non avevo
ancora spento il motore del camper che già una signora ci bussa alla
portiera: è fatta!! Anche questa volta bisogna andare a casa sua a prendere
il cai, e qui arrivano anche i genitori anziani che hanno lavorato in
Germania, così a differenza delle altre volte si riesce a comunicare e
capirci con il poco di tedesco che ricordiamo. In effetti è molto facile
trovare turchi che abbiano lavorato in Germania con i quali si può scambiare
qualche parola in tedesco, diversamente è più utile conoscere un po’
d’inglese per le zone turistiche ed archeologiche (escluse le colonie
tedesche). Come al solito, al mattino dopo, è d’obbligo la colazione a casa
della signora.
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27 mag
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Ci dirigiamo verso Bodrum,
che si trova in una penisola in fondo alla D330, il posto è bello ma caotico.
Tentiamo un campeggio nella piccola Ortakent,
ma c’è troppa polvere e servizi nulli, quindi percorriamo tutta la penisola
arrivando a Guvercinlik dove ci
sono due campeggi a terrazze, non molto accessibili per camper da 7 m. e
allora percorriamo un pezzo di battigia ed entriamo dal lato del mare. Questo
è un posticino con una baia incantevole, in campeggio ci siamo solo noi, così
incominciano le pulizie pasquali. La dieta a base di pesce continua. Ci
fermiamo alcuni giorni per un tranquillo relax.
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30 mag
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Ritorniamo a Mugla come ripromessoci, ma facciamo una breve tappa a Gulluk dove c’è un orribile porto per
l’esportazione della bauxite, che impolvera tutta l’area. Alla domenica a Mugla troviamo tutto chiuso, ma c’è
un grande mercato che attira tutta la gente. Il nostro ristorantino è aperto
(casualmente servono solo pesce). Questa volta decidiamo di passare la notte
sotto una palazzina in costruzione, dove c’era un bel parcheggio lontano dal
rumore. C’è andata bene!! Niente signore che offrono il cai!!
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31 mag
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Per la N330, attraverso Denizli,
arriviamo a Pamukkale. Si entra
nel sito archeologico con il camper attraversando l’imponente cimitero di Hierapolis, per arrivare nel grosso
parcheggio interno. Qui abbiamo visitato l’area romanica con teatro, foro,
terme ecc e le vasche calcaree tanto famose, ma ormai molto prosciugate.
Comunque è uno spettacolo della natura che in Turchia è secondo solo alla
Cappadocia. Sostiamo per la notte nel vasto parcheggio antistante l’ingresso
a Hierapolis, tanto ci siamo solo noi.
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1 giu
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Per la E97 attraversiamo Aydin,
Selkuk, e ci fermiamo a Pamukak
sulla spiaggia per passare la notte, ma non è stata una buona scelta per il
gran passaggio di automobili. Il tramonto sul mare era un incendio di colore
rosso.
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2 giu
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La mattinata è destinata alla visita di Efeso. Un sito molto vasto e ben conservato, e per la prima volta
abbiamo provato a simulare la folla del periodo estivo, in quanto erano
sbarcati tutti i passeggeri della “Costa Mediterranea”, e simultaneamente
avevano invaso l’area. Tralasciando la caotica Smirne, siamo arrivati a Foca
risalendo la E87 D550 e svoltando a ovest per la D250. Ci siamo fermati per
il pranzo vicino ad un palazzone incompleto ed abbandonato, sicuri che
nessuno ci avrebbe offerto il cai. Incredibile, ma da un casotto è sbucato il
sig. Mustafà che ci ha portato pane, pomodori e cetrioli, ed ha sequestrato
l’altro equipaggio portandolo a pranzo nel palazzone di fronte. Poi lui e i
suoi amici, e quelle che ci faceva capire erano le sue tre mogli, hanno
preparato il te, finchè non ci siamo liberati sbaciucchiandoci tutti..
Abbiamo gironzolato un po’ alla ricerca
di un campeggio presso Foca che alfine abbiamo trovato in una baia un po’
lontana (5 Euro a camper). Con un dolmus abbiamo visitato Foca, che è un
bellissimo porticciolo, con tanti bei negozietti e ristorantini.
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3 giu
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Avendo scoperto il giorno prima un campeggio più bello, abbiamo
trasferito il camper nella baia successiva (8 Euro a camper), e qui c’erano
tutti i servizi. Ci siamo fermati alcuni giorni nell’area spostandoci a Foca
e a Yenifoca, ma quest’ultima è
bruttina e maltenuta, anche se è famosa per la qualità dell’acqua delle sue
fontane. Comunque tutto questo tratto di costa è molto bello, roccioso e
alberato.
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7 giu
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Da Foca per la D550 arriviamo a Pergamo,
ma prima di visitarla facciamo la solita passeggiata al grosso mercato in
città dove c’è veramente di tutto. Quindi saliamo al sito archeologico, molto
bello, ma spogliato dell’altare ch’era il suo pezzo migliore, sembra in
rovina due volte. E allora torniamo sulla costa e per la D555 giungiamo ad Ayvalik (famosa per le fabbriche d’olio
d’oliva), campeggiando un po’ a sud (7 Euro per camper), ma c’è il bus. Il
campeggio è a terrazze, con passaggi molto stretti e non adatto ai camper, e
allora il padrone ha smontato alcuni lampioni per permetterci di
parcheggiare. Come sempre i lavori iniziavano al nostro arrivo, e quando
abbiamo fatto osservare che i colori delle maniglie delle docce erano
ingannevoli, li ha fatti verniciare di rosso e di blu, tanto che al giorno
dopo per far la doccia ci siamo imbrattati di vernice. Questa è ancora una volta una bella
cittadina, con una bella marina e un bel mercato, poi dalla parte opposta
della baia c’è la penisola di Alibey,
con un altro bel paesino sul mare con buoni ristoranti di pesce.
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10 giu
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Dopo alcuni giorni riprendiamo il percorso lungo la costa impelagandoci
in stradine strette e tortuose, ma molto belle, visitando paesini reconditi
addossati a resti greco/romanici malamente conservati e fermandoci alfine nel
vecchio porto di Dalyan ormai non
più in funzione, per passare la notte.
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11 giu
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Puntiamo per Canakkale,
dove prendiamo il traghetto per Eceabat
che ci riporta in Europa attraverso i Dardanelli,
ma prima facciamo una sosta nell’immenso mercato per spendere tutte le lire
turche rimaste. Forse questo era il mercato più grosso che abbiamo incontrato.
La notte la passiamo sulla banchina del porto a Gelibolu, tormentati tutta la notte dall’andirivieni dei
traghetti.
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12 giu
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Ora per la E87 e la E84 prendiamo la strada del confine greco, e
questa volta le pratiche sono molto veloci nonostante i tre sbarramenti da
superare, e a nessuno interessa niente di ciò che si esportava o importava.
Puntiamo per un veloce rientro e decidiamo di sostare in un paesino a ovest
di Salonicco appena fuori
dall’autostrada. Una notte infame, con botti, spari di fucile e una musica
assordante che non dava tregua.. Ci siamo spostati in piena notte al prossimo
paesino.
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13 giu
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Ci dirigiamo verso Igoumenitsa
dov’è il nostro porto di reimbarco per l’Italia, sostando 4 giorni nella
splendida Parga, 40 km a sud di
quella. Attraversando le montagne che ci portano sul mar Ionio abbiamo
incontrato una fitta grandinata, che ha procurato incidenti su tutto il
percorso ed ha danneggiato purtroppo un po’ i fogli laminati dei camper. Ma
Parga ha ripagato il tutto con un buon relax.
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17 giu
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Imbarco sul traghetto per Bari,
che questa volta è deserto, e sul ponte ci siamo praticamente solo noi.
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18 giu
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Nel percorso in risalita dell’Adriatico, si fa una tappa a Lanciano dove è quasi ultimata una
bellissima area attrezzata, eppoi Lanciano merita una visita.
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19 giu
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Di nuovo si sosta a Marina di
Ravenna per reincontrare gli amici camperisti tornati dal Portogallo, ma
non altrettanto soddisfatti quanto noi lo siamo. Comunque tanto per non
perdere l’abitudine, una mangiata di pesce chiude la gita
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20 giu
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Arrivo a Monfalcone.
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Ora ci ripromettiamo di tornare in Turchia prima che la situazione
politica evolva, e magari l’Euro appiattisca i costi. Un pensierino lo può già
fare per visitare la costa del mar Nero e la zona dei laghi.
Viaggio effettuato ad Aprile-Giugno 2004 da Claudio Brumat
Potete trovare ulteriori informazioni sulle località toccate da questo itinerario
nella sezione METE, e i più recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA. |