Pubblicato:
08/05/2015 da
dommy
Periodo:
18/07/2014 - 04/08/2014
(17 giorni)
Non specificato
DIARIO DI VIAGGIO IN CAMPER
PARTENZA ROMA – destinazione NORMANDIA e BRETAGNA
Km.5000 … tondi tondi
LUGLIO/AGOSTO 2014
Preparazione camper 18.07.2014: ritiriamo il camper preso a noleggio alle ore 16.00 presso Costantini in via Pontina e ci trasferiamo a S.Marinella dove avevamo giorni prima preparato tutte le nostre attrezzature, vettovaglie e viveri. A S.Marinella un caldo insopportabile. Dopo 4 ore di preparazione siamo praticamente sfiniti. La sera ceniamo in camper sul lungomare, naturalmente a lume di candela, con un risotto alla pescatora preparato dal ristorante “al 58”.
1° giorno (19.07.2014): partenza alle ore 7.00 da S.Marinella , musica a bordo di Barry White e… qualche idea sulle soste (Talamone –acquario di Genova ecc.). Invece strada facendo decidiamo di tirare dritto verso la Francia e alle ore 17.00 siamo al confine italiano nella cittadina di Susa (To).
Il piccolo centro è delizioso, viuzze in lastre di pietra grigia e sassi tondi sistemati con cura uno accanto all’altro. C’è una festa, i vari rioni si sono organizzati per una manifestazione in costume. Sostiamo in pieno centro in un parcheggio consentito ai camper ma senza servizi. Nella notte pioggia.
2° giorno (20.07.2014): partenza per la Francia. Scegliamo di fare il passo del Moncenisio e non il traforo del Frejus! Nebbia e pioggia ci accompagnano. Incontriamo una corsa podistica che superiamo brillantemente, poi dopo il valico un paesaggio bellissimo, come le nostre Dolomiti. Attraversiamo Modane. Ogni rotatoria ha il suo tema floreale ed è un trionfo di fiori …… arriviamo a Moulin. Sostiamo in un’area camper attrezzatissima e molto bella in riva al fiume, scarichiamo le biciclette e via verso il centro città. Il tempo minaccia pioggia, cielo nero plumbeo e fa freddino. Il centro è accogliente, curato, la piazza principale di ampio respiro. Poche persone ai bar, negozi chiusi, è domenica. Viviamo la città in bicicletta. Torniamo al nostro camper dopo aver attraversato un lungo ponte su un largo fiume che scorre lento; il vento è freddo, teniamo i cappelli tra le mani per non farli volare via.
3° giorno (21.07.2014): Pioggia intensa tout la nuit , decidiamo di partire e cambiare meta, non più Orleans dove è prevista pioggia a oltranza ma verso il nord! Attraversiamo Nevers, le strade sono ampie e veloci. Arriviamo rapidamente a Gien, ci fermiamo per una breve sosta. Il Loira scorre lento e silenzioso. Un giro in bicicletta, una panchina e poi ... ripartiamo, il paesaggio cambia, lunghe distese di coltivazioni sotto imponenti tralicci su cui corrono fili di alta tensione …un mare di grano sotto un immenso campo magnetico … ..orrore!! c’è il sole, decidiamo di proseguire per la nostra meta nonostante l’abbazia di Chartres meriti di essere visitata. Arriviamo al piccolo centro di Lyons la Forêt alle 19.00, inaspettatamente troviamo un bel camping per la notte. Raggiungiamo il centro con le biciclette e riusciamo a visitare la casa dove soggiornò tra il 1917 e il 1922 il musicista compositore Maurice Ravel. L’abitazione di Ravel è bella, su due piani con un tetto con abbaini, regna il silenzio e la calma. Stiamo scattando delle foto sulle scale d’ingresso quando dall’abitazione esce un signore vestito di bianco, è un’imbianchino che dopo aver preso un secchio dalla sua macchina torna dentro per continuare il lavoro di restauro e invita Lorena a entrare che entusiasta accetta, poi timidamente quasi come una profanatrice si vive con tanta emozione gli ambienti dove soggiornò il maestro. Le stanze curate, raffinato l’arredamento, ricercata la disposizione dei mobili.
Visitiamo la cittadina, è un posto incantato poi verso i tre mulini, scattiamo foto bellissime.
La sera cena in camper con pasta italiana e sughetto al pomodoro e basilico. Al mattino croissant et voilà…..le jeux sont fait.
4° giorno (22.07.2014): Si riparte direzione Le Tréport. Strade di campagna attraversano piccoli centri spersi nel territorio della Senna marittima, ordine, cura e gusto, tanti fiori e arbusti sempreverdi accostati tra loro in armonia. Le Tréport sorge su un lungo canale, c’è bassa marea, giriamo per la cittadina ma l’effetto più forte è la vista delle falesie! Maestose, silenziose contrariamente allo stridere dei gabbiani.
Si riparte subito dopo alla volta di Dieppe, poco lontana. E’ una città che alterna case antiche del centro a palazzi moderni; ha un bel lungomare con la spiaggia di ghiaia e ciottoli e un grande spazio con prati e campi da gioco. E’ un porto importante e si avverte la presenza di una popolazione multietnica. Dormiamo in riva al mare in un ampia area di sosta camper; dopo aver cenato di fronte a un tramonto infinito (alle 22.00).
5° giorno (23.07.2014): prima di ripartire torniamo in città per comprare dei colori ad acquarello, olio, pastelli ad olio e pennelli che avevamo visto in un negozietto la sera prima. Poi via, su strade dalla manutenzione perfetta che attraversano pianure colorate dalle varie coltivazioni. Incontriamo tre piccoli centri abitati pieni di fiori stravaganti e coloratissimi; poi ancora distese di grano giallo, coltivazioni di ortaggi tra filari di alberi da frutta. Il cielo del mattino ancora nebbioso. Siamo diretti a étretat passando per Fecamp. Arriviamo a étretat, l’area camper appena fuori del paese non ci piace molto e così si va in bicicletta alla ricerca di qualcosa di migliore. Troviamo altri camper in sosta di fronte alla vecchia stazione ferroviaria. Ci piace, ci spostiamo. Nell’atmosfera magica che ci circonda apriamo una lattina di birra osservando dall’alto la bellissima cittadina francese. Scarichiamo di nuovo le bici e via verso il centro città! Molti turisti affollano la cittadina tra mille colori dei negozi e dei venditori di crepes, moules frites, glaces. Qualche gradino verso il mare e ci si riapre di nuovo uno scenario mozzafiato…..da sogno. Le falesie, alte, imponenti, stabili, fragili ma resistenti al tempo che passa. Ai loro piedi una spiaggia di ciottoli variegati si estende tra le due altissime falesie: Amont dove domina dall’alto una piccola chiesa e Aval sulla quale si inerpica un sentiero sterrato. Lasciamo le bici e saliamo fino alla sommità della falesia Aval dove la vista ci riempie il cuore. E’ una bellissima giornata. Ci fermiamo a dipingere. La sera fatichiamo a addormentarci sotto il lampione ancora acceso della vecchia Chemin de fer, oramai colonia estiva.
6° giorno (24.07.2014): lasciamo le falesie passando per Le Havre, direzione Honfleur attraversando il ponte della Normandia costruito negli anni 1994/95. Attraversare il ponte altissimo, sospeso nell’aria, ci da la sensazione di volare. E’ bellissimo.
Arriviamo a Honfleur troviamo subito un’area di sosta per camper vicinissima al centro, in riva al fiume. Dei camperisti romani con cui facciamo subito amicizia ci lasciano il posto in fondo all’area vicino alla zona pic-nic. Lorena è stata in questi posti trenta anni fa, li ricorda come un paesino misterioso e incantato, sperduto nella Francia del nord, oggi invece lo ritrova un paese turistico, una Positano del nord con tanto di ruota panoramica sul porto. Rimane una cittadina affascinante ma occorre ammetterlo: c’è troppa gente, troppi ristoranti, troppi turisti, troppa confusione. Visitiamo la cittadina comunque bellissima, poi la Maison du Satie e il Museo Eugene Badwin. Poi per non farci mancare nulla, una dozzina di ostriche accompagnate da un ottimo prosecco. Dopo cena si riesce per le strade di Honfleur, meno confusione, si respira un’atmosfera più consona alle nostre aspettative.
7° giorno (25.07.2014): si riparte direzione Goury, appena uscita da Honfleur ci fermiamo ancora per una attimo lungo la spiaggia per bagnarci i piedi nell’acqua gelida del mare, la sabbia è bianca e fine, la sentiamo calda sotto i nostri piedi. Lungo la strada Deauville, Trouville sur mer, cittadine anch’esse troppo turistiche, non ci fermiamo. C’è un contrasto evidente tra l’architettura delle case legate a una tradizione del passato e il frastuono della massa turistica che si muove tra i negozi e la spiaggia; tutto ricorda un litorale simile ai nostri di Rimini e Riccione; Blonville, se non fosse per le abitazioni potremmo dire di trovarci su una delle tante spiagge del tirreno. Ma questa è una costa importante perchè durante la seconda guerra mondiale fu teatro dello sbarco degli alleati, americani, canadesi, inglesi venuti dal mare per difendere la Francia dall’occupazione tedesca. Sulla strada anche due vecchi carrarmati per ricordare quel periodo.
Ora siamo diretti al punto più sperduto della bassa Normandia, non ci sono negozi, soprattutto turismo di massa; abbiamo deciso di bypassare tutta la zona delle spiagge per andare dritti verso Auderville-Goury.
Da Cherbourg il viaggio è sempre più difficoltoso, abbiamo una cartina stradale che non ci offre indicazioni così dettagliate che invece ci sarebbero molto utili; per fortuna sul cellulare abbiamo il navigatore che Lorena usa con abilità. Attraversiamo paesi con case in pietra e tetti in ardesia, piccoli, isolati, curati nei particolari. L’ultimo è Auderville, preludio a un paesaggio quasi irreale. E’ il pomeriggio del 25 luglio, venerdì, il sole e un clima mite ci accompagnano alla vista che si apre ai nostri occhi. Goury, nient’altro che spazio, mare, cielo, natura allo stato puro della sua essenza. Un faro nel mare domina la scena, abbracciato dalla spiaggia di ciottoli di granito rosa, nero, grigio, erosi e levigati dal mare e dalle maree. E’ una macchia chiara in contrasto con le selvagge rocce scure che sul mare spuntano minacciose e sferzate dal vento. Completa lo scenario un tappeto verde pianeggiante e piccole colline sulle quali due piccoli villaggi si adagiano con le loro casette. La strada finisce qui, non nulla oltre….solo un piccolo centro fatto di tre case di cui una Office de tourisme (si perché in Francia trovi l’ufficio del turismo con tutte le informazioni di cui hai bisogno anche in capo al mondo) e solo qualche turista avventuriero come noi. Un chilometro prima abbiamo trovato una piccola area di sosta camper, senza acqua e senza corrente, dove c’erano un paio di camper arrivati prima di noi. Dal camper una vista mozzafiato. Prendiamo le nostre bici e di nuovo verso il mare. Passeggiamo lungo la spiaggia di ciottoli, Lorena raccoglie sassi tra cui sette pietre piatte nere per i chakra. Domenico invece raccoglie delle bellissime conchiglie bianche che sembrano tante piccole tazzine. Questo posto ha un’energia particolare. Arriviamo a piedi a un bunker in cemento residuo dell’ultima guerra. Saliamo sulla sommità dove veniva posizionato il cannone che puntava verso il mare e il pensiero subito ai tanti ragazzi che diedero la loro vita per concedere a noi un futuro migliore. Subito dopo un residuo di una costruzione dove nel 1902 fecero i primi esperimenti di telegrafo senza fili….il pensiero immediato al nostro Enrico Fermi.
Tornati al camper rimaniamo fuori a dipingere e a cantare con la chitarra mentre facciamo il nostro aperitivo serale. Qui tutto è selvaggio, tutto è libero come l’aria che ci circonda, come il vento che ci accarezza il viso e ci arruffa i capelli.
Alle ventidue il sole tramonta nascosto dietro il faro. Le luci dell’imbrunire si trasformano in una varietà di blu intensi, celesti e pervinca. Poi il buio profondo che solo il passaggio di tanto in tanto della luce del faro ci ricorda dove siamo.
8° giorno (26.07.2014): Ci svegliamo alle 8.00 per la colazione. Ci fermiamo a pochi chilometri a Auderville per qualche foto. E’ un piccolo bellissimo borgo di case in pietra. Lorena parla in francese con alcune persone. Ci piacerebbe tornare in questo angolo di paradiso.
Poi, Mont.St.Michel si erge autoritario sull’isola granitica, c’è bassa marea, il mare è lontano ma in compenso c’è un’eccezionale alta marea di turisti che ha invaso ogni luogo. Stanno realizzando degli enormi parcheggi distante dall’isola e quindi parcheggiamo il camper utilizzando poi una navetta che ci porta sotto il santuario. C’è un’invasione di turisti, facciamo un giro veloce tra le mura medioevali, una preghiera in una piccola cappella e poi decidiamo di andar via.
Si parte verso la Bretagna, direzione Cancale, abbiamo bisogno di ritrovare gli spazi liberi lontani dalla confusione e dalla massa. E’ pomeriggio ed è tornata l’alta marea, arriviamo a Cancale cerchiamo l’area camper che è poco fuori del centro abitato e con le bici raggiungiamo velocemente la piazza centrale. Una grande chiesa ci accoglie mostrandoci il profilo gotico, le volte ampie, le vetrate artistiche colorate e all’interno un organo che suona una musica coinvolgente. Scendiamo subito dopo verso il porto, poco prima c’era la bassa marea con la spiaggia scoperta e la gente con i retini a raccogliere i crostacei. Ceniamo in un ristorantino sul mare con plateau di fruit de mer e un tourteau avec maionnaise. Apprezziamo il sapore racchiuso in questi straordinari doni del mare. Inizia a fare freddino, è il vento del nord, ci scaldiamo ritornando al camper in bicicletta tutta in salita. Il giorno al sole si sta benissimo ma allo scendere della sera il freddo pungente si fa sentire, il vento del nord non dimentica le proprie origini e porta con sé il sapore dei ghiacciai perenni e li stampa sulle coste bretoni e sul mare che si infrange sugli scogli.
9° giorno (27.07.2014): Partenza direzione ovest, arriviamo a St.Malo e per la prima volta assistiamo al defluire del mare per la bassa marea. Il mare si ritrae a vista d’occhio, lasciandosi dietro alghe e piccoli scogli. St.Malo è un bellissimo centro racchiuso nelle sue alte mura che nel tempo l’hanno ben protetta. Pieno di negozi e di vita. Ne approfittiamo per acquistare dei pensieri da riportare ai nostri cari. Ci regaliamo a vicenda due vassoi identici. Nella piazza, all’ingresso della cittadina, dei pittori e dei musicisti ci mostrano tutto il loro talento.
Nel pomeriggio arriviamo a Cap Frehel, il vecchio faro ricostruito dopo la guerra che con la sua fortezza domina un paesaggio tipicamente bretone con le alte falesie ricoperte di erica porpora e le rocce rosa scuro a picco sul mare. Visitiamo il faro e ammiriamo il paesaggio circostante che ci conferma di essere in uno degli angoli più belli della Bretagna. La sera pernottiamo nell’area di sosta La Roche.
10° giorno (28.07.2014): Vorremmo ancora andare avanti lungo la costa bretone, ma ci rendiamo conto che abbiamo ancora molte tappe importanti da fare e siamo già al nostro decimo giorno. Attraversiamo quindi gran parte della Bretagna tagliando per Locronon, il tempo non è buono, ci sono nuvole e fa freddo. Locronon è una piccola cittadina, raffinata che ha mantenuto il fascino di un tempo lontano. Si susseguono atelier di artisti, boutique e negozi dove si possono trovare tessuti di lino del posto e oggetti di antiquariato e gioielli. Lorena ne acquista uno in argento con il simbolo della Bretagna che rappresenta “ la terra, il fuoco, l’aria e l’acqua” che da quel giorno porterà al collo fino al rientro a Roma. Facciamo un break con un dolce di mele buonissimo.
Nel pomeriggio ci spostiamo per andare a Pointe du Raz, un sito meraviglioso per le sue scogliere, le sue falesie e i suoi prati di erica. Restiamo fino al tramonto per goderci fino al buio il paesaggio che ci circonda. Abbiamo trovato un area di sosta poco lontano, torniamo con le nostre bici, siamo veramente in pochi a rimanere in quest’area sperduta e buia sulla costa.
11° giorno ( 29.07.2014): Torniamo sulla scogliera prima di ripartire, la luce è diversa e ne approfittiamo per dipingere. C’è un vento freddo con un bel sole. Ora arrivano i turisti con alcuni pullman, ne approfittiamo per allontanarci lungo i prati di erica che ricoprono le scogliere a picco sul mare. I gabbiani urlano, schiamazzano e si richiamano rincorrendosi. Tutto è meraviglioso. Il movimento del mare con le sue correnti che si contrappongono formando zone di incessanti vortici, ergono in lontananza austeri fari, tutto ci affascina. Alle 12.00, rivolgiamo l’ultimo sguardo e ripartiamo fermandoci subito dopo in una spiaggia per un bagno; l’acqua è fredda, troppo, si cambia idea. Non si riesce ad andare nell’acqua oltre il ginocchio. Un bambino, forse francese, fa il bagno incurante. Intanto il mare inizia a riappropriarsi della spiaggia, torna l’alta marea. Ripartiamo per il promontorio Pointe de la Torche: La spiaggia è bella ma c’è freddo e un vento forte che fa felici solo i numeroso surfisti presenti. Iniziamo a sentire anche un po’ di stanchezza ma decidiamo comunque di andare verso sud. Si passa per Ponte l’Abbe, Concarneau per arrivare a tarda sera a Pont Aven. Entrati nel paese facciamo subito un rapido giro con il camper per renderci conto della cittadina e respiriamo subito la magia del posto. Troviamo un’area sosta camper all’entrata del paese, gratuita, ma senza servizi, nè corrente, né acqua. Poco male siamo autosufficienti. Prendiamo le nostre bici e andiamo. Troviamo una cittadina bellissima, raccolta nelle sue case e nelle sue stradine attraversata da un fragoroso ruscello dove un tempo erano attivi i mulini ad acqua, oggi oramai ristoranti. I colori dei fiori riempiono le strade, le case e i suoi atelier. E’ tardi e approfittiamo per cenare in un ristorantino ricavato da un vecchio mulino, con moules-frites. E’ bello, romantico, stiamo bene.
12° giorno (30.07.2014): decidiamo di passare almeno tutta la giornata a Pont Aven. Le strade sono piene di gente che entra e esce dagli innumerevoli negozi e atelier. Anche noi approfittiamo per visitare gli atelier, tutti espongono quadri bellissimi, all’insegna della fama che la cittadina porta con se. Qui, nella seconda metà dell’ottocento, un gruppo di pittori impressionisti guidati da Paul Gauguin fondò la famosa scuola di Pont Aven. Ci affascina l’uso spavaldo dei colori che i maestri impressionisti hanno saputo riportare sulle tele rappresentando luoghi di mare e scogliere dalle mille tonalità. Domenico rimane affascinato dalla tecnica che ama di più: lo spatolato. Qui trova in questa tecnica il massimo della sua espressione. Ci fermiamo più tardi a bere in un bar lungo la strada principale ancora frequentatissima. Domenico prende una buonissima birra bretone, Lorena un’acqua alle violette. Durante il giorno scopriamo un’altra area sosta attrezzata e quindi decidiamo di spostarci e così rimaniamo un’altra notte.
13° giorno (31.07.2014): salutiamo con nostalgia Pont Aven, ripromettendoci di tornare e riprendiamo il nostro viaggio. Arriviamo a Quiberon avendo strada facendo già pranzato in camper; l’area sosta è a due chilometri dal centro, è fuori mano, ma è anche l’unico della zona, prendiamo le nostre bici e raggiungiamo la città che la troviamo bella e abbastanza moderna. La baia è ampia e lunga, il clima piacevole, ma il mare anche se invitante conosciamo quanto sia freddo. Giriamo con le nostre biciclette fino al porticciolo dove erge un piccolo faro. Di fronte un piccolo atelier di un pittore che espone i suoi quadri insieme alla sua compagna che invece ha oggetti d’arte. Facciamo due chiacchere con loro prima di fermarci a la patisserie per cercare un dolce bretone buonissimo che avevamo assaggiato a Locronon. Invece ci dobbiamo accontentare di una tortina che andiamo a degustare in riva al mare. Poco vicino a noi un piccolo castello sul mare. Per tornare verso il camper percorriamo la Cote Souvage e ci fermiamo sulla scogliera in un delizioso ristorantino assolato. Mangiamo frutti di mare e crostacei (huitre, crabe, langoustine) e beviamo dell’ottimo rosè.
14° giorno (01.08.2014): ci svegliamo, il mare è calmo, la costa splendida, l’aria pura e selvaggia. Ripartiamo verso Carnac, lungo la strada ci fermiamo in un mercato cittadino e comperiamo delle olive buonissime e soprattutto dei spicchi d’aglio crudi conditi che si mangiano così. Buonissimi. Arriviamo a Carnac, lunga passeggiato sul lungomare e di nuovo in un ristorantino a mangiare gli ultimi frutti di mare (moules frites al cherry, le loungostines e le huitres) questa volta ci concediamo da bere un ottimo Muscadet, prodotto nella zona della Loira. Poco vicino andiamo a visitare i megaliti di Menhir. Impressionanti, lì da 6000 anni, sono tantissimi, tutti allineati, alcuni molto grandi. Percorriamo in bicicletta un sentiero che costeggia l’area e li osserviamo ponendoci un’infinità di domande sulla loro esistenza.
Ripartiamo nel tardo pomeriggio direzione valle della Loira. E’ tardi quando attraversiamo Nantes e proseguiamo verso Tour. Dobbiamo cenare e trovare un’area camper, ma questa volta troviamo difficoltà. E’ buio. dall’autostrada usciamo nel piccolo comune di Langeais, famoso il suo castello, troviamo un camping ma è tardi e nonostante alcune persone che incontriamo all’ingresso ci aiutino a contattare il custode del camping dobbiamo rinunciare. Siamo preoccupati. Poco vicino c’è un parcheggio con dentro un camper, entriamo ma subito dopo arriva un tizio che gestiva un circo di fronte che ci dice che non potevamo stare lì, poi nel rendersi conto che non avremmo dato fastidio ci concesse di rimanere per la notte. Finalmente cenammo e subito a dormire, eravamo sfiniti.
15° giorno (02.08.2014): Costeggiamo la Loira, il fiume scorre lento e maestoso, arriviamo a Ambois ed è una bella giornata. Troviamo un’area camper aldilà del fiume, abbiamo l’imponente castello di fronte. Le bandiere lungo tutto il merlato sventolano fiere. Questa volta prendiamo le biciclette solo per attraversare il ponte e arrivare al centro, poi a piedi entriamo nel castello, visitiamo le sale bellissime e troviamo anche modo di conoscere Isabelle, italiana, pugliese, del servizio d’ordine; vive in Francia da 18 anni e ci racconta delle abitudine e della vita dei francesi.
All’uscita nei giardini del castello ci coglie un temporale e ne approfittiamo per mangiare qualcosa al chiosco-bar. Nell’ampio e splendido giardino, una costruzione che ospita la tomba di Leonardo da Vinci. Poco vicino Il maniero del Clos Lucé, noto soprattutto per essere stato l'ultima dimora di Leonardo da Vinci, che vi soggiornò su invito di Francesco I dal 1516 alla morte (2 maggio 1519). Il maniero è collegato alla residenza del Castello di Amboise da un passaggio sotterraneo che consentiva al re di rendere visita a Leonardo in qualunque momento e con la massima discrezione.
Usciamo dal castello e ci intratteniamo nella cittadina, bellissima, piena di turisti, compriamo del vino, visitiamo una bella chiesa e facciamo un’indimenticabile passeggiata in bici lungo la Loira. Ora c’è il sole. Torniamo in camper: è ancora giorno. Domani si riprende la lunga strada che ci riporta verso l’Italia.
16° giorno (03.08.2014): decidiamo di fermarci lunga la strada del ritorno, al castello di Chenonceau, se non altro per vederlo dall’esterno considerato che non possiamo attardarci. Arriviamo al parcheggio, il castello apre alle nove, arrivano numerosi pullman di turisti, occorre fare il biglietto anche per vedere il castello da fuori, c’è da perdere molto tempo e quindi decidiamo purtroppo di ripartire. La strada da percorrere è tanta, il tempo non è bello, piove a volte a dirotto, ma viaggiamo tranquilli. Attraversiamo la Francia e arriviamo a sera a Chambery. Il confine oramai è vicino. Troviamo posto in un camping in riva al lago.
17° giorno (04.08.2014): è una bella giornata di sole viaggiamo tutto il giorno, decidiamo di sostare per la notte sulla spiaggia di Telamone, in un’area camper. Oggi abbiamo fatto ulteriori 750 km.
18° giorno (05.08.2014): dopo la colazione, riprendiamo la strada verso Roma, alle 16.00 siamo sulla via Pontina per riconsegnare il nostro amatissimo camper che ci ha accompagnato fedelmente per diciotto giorni. Un magnifico viaggio.