Myspace.com

www.myspace.com

Da un'idea di due ragazzi americani, che hanno creato uno spazio per fare conoscenza e amicizia sul web, si è scatenato un nuovo fenomeno di costume che sta rapidamente diffondendosi su scala planetaria.

Su www.myspace.com è possibile presentarsi, descrivendo il proprio profilo, con attitudini, preferenze, passioni, hobby, capacità, curriculum, aspirazioni, e ogni altro aspetto che illustri il proprio modo di essere, per condividerlo con gli altri milioni di persone che cercano, analogamente, rapporti di amicizia e nuove relazioni da stringere e coltivare online.

In quattro anni di vita - è stato fondato nel luglio 2003 - ha già raccolto più di 175 milioni gli iscritti, e conta oltre 230 mila nuove adesioni al giorno. Tra queste, la maggioranza dei ragazzi statunitensi con più di 14 anni. Ben 66 milioni gli americani che vi hanno inserito il proprio profilo. E il progetto prevede l'estensione ad altri 14 Paesi entro la fine dell'anno. In Italia è già disponibile, anche se, per il momento, ancora in versione 'beta' (preliminare).

L'organizzazione dichiara che, data l'alto livello di 'sensibilità' dei dati esposti, ogni contributo viene verificato con attenzione prima della pubblicazione. In particolare, tutte le fotografie (circa sei milioni al giorno), onde evitarne usi impropri da parte di terzi.

Il successo di questo palcoscenico virtuale è testimoniato anche dalla partecipazione, sempre più massiccia, di personaggi pubblici e famosi: attori, sportivi, politici - inclusi tutti i candidati alle prossime elezioni. Un canale comunicativo dal quale, evidentemente, è difficile prescindere.

E' un classico esempio di come i contenuti (in continuo divenire, come un un libro che viene letto nel momento stesso in cui viene scritto) abbiano il sopravvento sulla forma, piuttosto semplice e dalla grafica lineare e poco elaborata.

Si tratta, certo, dell'ennesima sfaccettatura della Rete, le cui potenzialità di successo non sono sfuggite al controllo del maggior gruppo editoriale del mondo, quello che fa capo al magnate Rudolph Murdoch, che assicura di voler salvaguardare l'idea iniziale e svilupparla, ovviamente anche con finalità commerciali, affinchè sia disponibile a tutti.

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