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Camping Sport Magenta

Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Repubblica Slovacca, Ungheria, Croazia e Slovenia

 

Obiettivo: visitare l’Europa Centro-Orientale

Mezzo: Laika Ecovip 2.1 ,  motore FIAT-IVECO 2800 TDi  Common-Rail

Periodo: le prime due settimane dell’Agosto 2004

Equipaggio: Rosa, Vladimiro, Mario, Chiara, Valeria

Spese generali: carburante(diesel) 562 €, pedaggi autostradali 126 €

Totale chilometri percorsi: 5123 km

 

 

 

Venerdì 30/07/2004          Inizia il viaggio che ci porterà a visitare l’Europa Centro-Orientale. Passeremo per Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Repubblica Slovacca, Ungheria, Croazia, Slovenia per poi ritornare in Italia.

Sono le ore 16:30 : finalmente si parte; il contachilometri generale ( in seguito “conta km gen.” ) segna 18104 Km. Percorriamo la statale 16 fino a Bari dove entriamo in autostrada, la A14 Adriatica.       20:00 Ci fermiamo nell’area di servizio “ Trigno Est ” per fare rifornimento di gasolio ( 0,936 € / litro     54.51 litri     51.02 € ) [conta km gen. 18430 Km].

21:30 Usciamo dall’autostrada, pagando il pedaggio di 18.80 €, a S. Benedetto del Tronto [conta km gen. 18575 Km]. Passiamo la notte qui, senza problemi.

 

 

Sabato 31/07/2004          Dopo aver fatto colazione, alle 8:30 facciamo ingresso in A14 [conta km gen. 18592 Km].      9:55 Ci fermiamo nell’area di servizio “Foglia Est” per fare rifornimento di gasolio ( 0,969 € / litro     46.96 litri     45,50 € ) [conta km gen. 18733 Km].      14:55 Siamo alla Barriera di Mestre, paghiamo il pedaggio autostradale : 21,60 € .

15:12 Barriera di Venezia Est .      15:45 Ci fermiamo nell’area di servizio “Calstorta Sud” per fare rifornimento di gasolio ( 1,056 € / litro     18.94 litri     20,00 € ) [conta km gen. 19047 Km].

Alle 17:30 sostiamo nell’area di servizio “Fella Est” giusto il tempo per acquistare il Bollino per la autostrada austriaca. Noi prendiamo quello valido 10 giorni che paghiamo 8,00 €. Alle 17:40 giungiamo alla Barriera di Ugovizza, siamo ormai vicini alla frontiera. Il pedaggio autostradale che ci viene chiesto è 10,60 € . [conta km gen. 19210 Km].

Attraversiamo il confine di Stato senza quasi accorgercene.      8:30 Siamo a Villach, facciamo subito rifornimento di gasolio ( 0,791 € / litro     58,15 litri     46,00 € ). Chiediamo qualche informazione ad un ufficio turistico che troviamo sulla strada e ci facciamo indicare il centro storico. Visitiamo Villach, splendida, con il fiume Drava che la taglia in due col suo continuo fluire.

19:45 Partiamo per Klagenfurt, sempre seguendo l’autostrada verso Est, ed avanzando per alcuni tratti accanto alla Drava, e una volta arrivati visitiamo rapidamente il centro storico girovagando, a volte quasi fino a perderci, per le strade e i vicoli dell’area pedonale. L’assoluta assenza di auto o motorini permette di passeggiare col naso al cielo, senza paura alcuna, godendo così degli splendidi edifici a due e tre piani che, con il loro stile architettonico, rendono impossibile da dimenticare questa bella città.     21:30 Troviamo un buon posto, tranquillo, in periferia, e ceniamo con un panorama da favola sullo sfondo, lo spettacolo delle Alpi all’imbrunire è da non perdere. Ripartiamo per Graz quando sono le 22:30. Ancora neanche lontanamente immaginiamo ciò che ci attende. Lungo la strada ci sono “lavori in corso”, ovviamente non c’è nemmeno l’ombra di un operaio visto che è Sabato notte. Rimaniamo bloccati nel traffico per due ore e mezza (non ci sono errori di stampa !!!). Arriviamo a Graz alle 11:40, troviamo un posto nei pressi del centro e andiamo a letto che sono ormai le 2:00. E’ già Domenica.

 

 

Domenica 01/08/2004          Sveglia alle 7:30, anche se c’è sempre qualcuno che continua a dormire. Alle 8:20 ci avviciniamo un po’ di più al centro con il camper e visitiamo la città, in lungo e in largo, a piedi, fino alle 12:00, con non poche difficoltà, almeno inizialmente, per trovare una cartina stradale di Graz o la Cattedrale di S. Egidio. Davvero suggestive le vie del centro, come del resto anche il fiume Mur che si lascia il centro storico della città alla sua sinistra. Alle 12:00, tornati, a fatica, ed un po’ affaticati al camper, facciamo un giro, l’ultimo, in città e vediamo più da vicino Schlossberg, un colle che si erge sulla sponda sinistra del fiume Mur, proprio a ridosso del centro storico. In cima vi è il castello che ospita al suo interno un museo, ma è già tardi e così cerchiamo i cartelli blu con su scritto “autobahn”. L’autostrada appunto. Imbocchiamo la A2 diretti a Nord. Per questo pomeriggio la nostra meta è Fertod, la Versailles ungherese.      13:10 Pranzo in un’area di sosta.     14:00 Ripartenza. Alle 15:15, sulla A2, a chilometri da Oberwart facciamo rifornimento di gasolio ( 0,909 € / litro     36,31 litri     33,01 € ) [conta km gen. 19538 Km].      16:20 Dopo aver percorso chilometri e chilometri di strada statale, immersa nella foresta (pini, abeti, querce e betulle) siamo ormai vicini al confine con l’Ungheria.     16:40 Attraversiamo facilmente la frontiera austriaca. Dopo cento metri invece il doganiere ungherese ci chiede i documenti e sale a bordo per una breve ispezione; tutto in ordine, ripartiamo subito. Dopo un paio di chilometri usciamo dalla strada statale fino ad allora percorsa e proseguiamo in una provinciale e un po’ più stretta, che almeno per il tratto iniziale è immersa in un area boschiva. Lungo la strada si alternano caratteristici borghi, coltivazioni di granturco, girasoli e boschi.     17:45 Siamo a Fertod. Purtroppo le visite alla reggia (gli interni) terminano alle 17:00; riusciamo però a vedere i giardini della suddetta e la facciata principale, l’unica ad essere completamente restaurata e sgombra dalle impalcature. Tirando le somme, questa tappa si rivela una mezza delusione. Dopo aver fatto alcuni acquisti (Fadominò: un gioco con tavolette di legno, chissà se riusciremo un giorno a giocarci correttamente; una donnina di vetro soffiato; una clessidra per Valeria; e il mercante ungherese della bancarella ci regala un piccolo delfino di vetro soffiato ) davanti alla reggia. Si riparte alle 19:00 verso l’Austria.     19:10 Attraversiamo la frontiera Fertod-Pamhagen; il gendarme controlla i documenti ( carte d’identità ) e via. Siamo in Austria. Tra campi di girasoli e granturco ci dirigiamo verso il lago Ferto (in ungherese) o Neusiedler See (per gli austriaci). Questo lago si trova in parte sul territorio ungherese e in parte su quello austriaco.     20:00 Ci fermiamo lungo la strada per visitare la cattedrale, davvero bella, piena di affreschi, dipinti e pale d’altare, di Burgerland. Proseguiamo per Illmitz, ci arriviamo alle 20:20. Qualche centinaio di metri ancora e siamo sulle sponde del Neusiedler See. Facciamo un giro sul lungolago, ci sono un ampio parcheggio e due ristoranti. A parte le zanzare, grandi come elicotteri, il posto ci piace e così decidiamo di pernottare qui. Sono le 21:00, ceniamo e poi tutti a dormire (il più presto possibile, dato che ieri, anzi oggi, siamo andati a letto alle 2:00). La notte si preannuncia terribile. Non riusciamo a capire da dove siano entrate ma il camper è pieno di zanzare. Le punture quasi neanche si sentono. La cosa peggiore è il rumore: sembra di stare ad un gran premio di motociclismo.

 

 

Lunedì 02/08/2004          Sveglia alle 7:15. Qualcuno di noi stanotte sembra si sia infettato di varicella, ma niente paura, sono soltanto punture di zanzare. Approfittiamo dell’attrezzatura del luogo, e ci facciamo una doccia all’aria aperta a cinque metri dal lago. Facciamo colazione e ripartiamo alle 9:20 per Illmitz, Podersdorf am See, e poi Bratislava, che visiteremo questa mattina.     10:45 Attraversiamo la dogana Bratislava-Jarovce. Siamo nella Repubblica Slovacca. Arriviamo a Bratislava alle 11:10, e perdiamo un po’ di tempo per parcheggiare. Entriamo in un parcheggio custodito alle 11:42 (si pagano 15 Sc, corone slovacche, ogni quarto d’ora; giusto per dare l’idea il cambio è 1 € = 35 Sc). Visitiamo la città a piedi: il castello, il centro storico, la cattedrale di S. Martino. Purtroppo è Lunedì e non è possibile entrare dappertutto. Pranziamo in un ristorante nei pressi del castello: Modra Hviezda, dove con 27 € ci saziamo. Nel pomeriggio continuiamo il giro turistico. Ritorniamo al camper alle 17:30, per poi partire. Sono le 18:20 e non riusciamo ancora ad uscire da Bratislava nella direzione desiderata. Troviamo le indicazioni per l’autostrada, faremo dieci chilometri e poi ci sarà l’uscita su una statale che porta a Wien. Alle 18:35 attraversiamo la dogana, soliti controlli e ispezione a bordo. [conta km gen. 19841 Km].     19:30 Siamo arrivati a Wien. [conta km gen. 19908 Km]. Gli edifici lungo il Danubio sono davvero imponenti, in larga parte del XIX secolo. La maggior parte del centro è costruita così. Percorriamo con il camper il “ring” : l’anello viario che circonda il centro città; imbocchiamo due o tre traverse, lo spettacolo è continuo. Ci fermiamo in Borsegasse, a pochi isolati da una splendida chiesa gotica. Ceniamo e andiamo a dormire che sono le 21:00.

 

 

Martedì 03/08/2004          Sveglia alle 7:00. Dopo aver fatto colazione vedremo di fare un giro qui in zona fino ad ora di pranzo. Speriamo di trovare una mappa dettagliata di quella che abbiamo; la troviamo subito al tabacchino. Per parcheggiare sono necessari dei tickets, ne prendiamo alcuni da un’ ora e mezza, qui dove abbiamo parcheggiato in Eßling-gasse, alle spalle della Borse (la Borsa). Si può sostare fino ad un massimo di tre ore e così dopo aver compilato due tagliandi li posizioniamo sul cruscotto, ci avviamo finalmente in pieno centro, per altro molto vicino. Alcune chiese non sono del tutto visitabili, ma si riesce lo stesso a vedere qualcosa: in pratica appena entrati si percorrono al più due metri e subito c’è una cancellata di ferro battuto che impedisce a chiunque di proseguire. In breve questa mattina abbiamo visitato chiese, monumenti e palazzi che si trovano nelle immediate vicinanze del Donau Kanal: un braccio del Danubio che scorre vicino al centro di Vienna, osservando la mappa della città ci si accorge che lo sviluppo urbanistico non è avvenuto lungo le sponde del fiume ma sempre ad una certa distanza. Facciamo uno spuntino a base di pizzette in un area verde a lato della Karmeliter Kirche, la chiesa dei carmelitani. Proseguiamo poi, e ritorniamo al camper alle 12:30. Le donne di casa pensano a cucinare, mentre io e papà carichiamo acqua nel serbatoio; nell’area verde alle spalle della Borse c’è una fontana d’acqua potabile. Dopo pranzo, nel pomeriggio compiliamo altri due tickets e ripartiamo alla volta del centro. Questa volta arriviamo alla Stephansdom, la cattedrale di S. Stefano, da lì percorriamo Kartner Straße, il corso dei viennesi, ed arriviamo al teatro dell’Opera: Staatsoper, e ritorniamo al  camper percorrendo il Ring, il viale alberato che circonda il centro. In questo modo è possibile ammirare splendidi edifici storici della Vienna imperiale: i tre musei concentrati attorno ad una sola piazza; l’Hofburg, il palazzo imperiale con i suoi giardini; la biblioteca nazionale con statue e fontane di marmo bianchissimo, che ne rendono indimenticabili le facciate; l’Albertina, dov’è allestita una mostra sul nostro Michelangelo. In Michaeler Platz c’è anche un muro di epoca romana, ben conservato, ovviamente sottoposto al livello della strada. Da questa piazza si accede, attraverso un portale, ad una cupola maestosa dopo di che ci si trova nei giardini antistanti il palazzo imperiale. Spiccano a destra e a sinistra due uomini a cavallo, in bronzo: uno di fronte all’altro. Proseguendo la passeggiata lungo il ring ammiriamo il palazzo del Parlamento: purtroppo ci sono dei lavori di restauro, la scalinata è stata completamente smantellata, ed è possibile vederlo solo da lontano, o attraverso delle finestre di cellophane che ci sono sulla recinzione di lamiera. A seguire ci troviamo davanti i giardini del municipio, in alto da sopra gli alberi spicca una torre dell’orologio, ci avviciniamo e lo scenario che si apre di fronte a noi tra la vegetazione è stupendo. Siamo davanti al Rathaus, il Palazzo Municipale, di un’architettura splendida, tra volte, guglie, colonne c’è da perder la testa. Sulla destra del Ring e quindi di fronte al municipio c’è un altro grande edificio: il Burgtheater, splendido anch’esso. Sempre proseguendo lungo il Ring, sulla sinistra c’è l’università e a giudicare dall’inscrizione in alto sulla facciata deve essere la Facoltà di Letteratura. E’ ormai  tardi e mentre ci avviamo verso il palazzo della Borsa in Schotten Ring scorgiamo sulla sinistra una chiesa gotica stupenda, la Votivkirche: vista l’ora tarda sarà chiusa. Alle 21:00 siamo al camper in Eßling-gasse. Ceniamo e mentre la mamma, Chiara e Valeria vanno a dormire, io e papà ci concediamo un’ulteriore passeggiata per ammirare Wien by night. Si parte alle 22:50. Inutile spiegare quale grandioso effetto può avere l’illuminazione notturna dei palazzi storici e dei monumenti con i fari, bianchi e in alcuni casi colorati. Rientriamo al camper che il mio orologio segna 1:00 e ci mettiamo subito a letto.

 

 

Mercoledì 04/08/2004          Come al solito sveglia alle 7:00, 7:30; ma prima di muoverci si fanno le 9:00. Ci spostiamo con il camper e ci fermiamo davanti alla Votivkirche per poterla visitare. E’ in corso una Messa in Cinese, quindi la visitiamo in silenzio. Le vetrate sono molto belle e, con la luce mattutina, conferiscono alle navate così come al transetto vari giochi di luci e colori. Gli organi poi sono opere d’arte a sé. Impieghiamo un bel po’ di tempo per recarci in Schubert Ring, che sta dall’altra parte dell’Innere Stadt (il centro di Vienna racchiuso nel Ring), rispetto al duomo: questo perché il Ring è percorribile tutto in una volta solo in un senso (e non è quello che interessa a noi). Siamo quindi costretti a voltare e svoltare in varie strade laterali. Troviamo un buon posto in Schubert Ring, da qui ci rechiamo in centro per visitare definitivamente Stephansdom. Percorriamo il corso, Kartner Straße, per qualche acquisto e poi torniamo al camper fermandoci circa a metà strada per una rapida visita alla Franziskaner Kirche. Sono le 13:30 e iniziamo a cucinare, finiamo di pranzare alle 14:20 e ci godiamo un po’ di meritato riposo. Verso le 16:00 ci spostiamo col camper e parcheggiamo a pochi metri dalla Karlskirche (la chiesa dedicata a S. Carlo Borromeo). Da dovunque la si guardi è sempre magnifica, dalla piazza antistante la chiesa si osservano per intero due grandi e alte e bianche colonne piene di bassorilievi che le ricoprono entrambe dalla base alla cima. A duecento metri da qui vi sono i due palazzi del Belvedere: (superiore e inferiore) Oberes Belvedere e Unteres Belvedere separati da un bel gran giardino con tre fontane. Allontanandosi un po’ , ma non molto, dal centro di Vienna ci si trova in Arsenal straße dove ci sono uno o due castelli adibiti a musei, di armi ovviamente. Ritorniamo verso l’Innere Stadt, poi percorrendo Am Heumarkt costeggiamo sulla sinistra lo Stadt-park, un parco cittadino. Parcheggiamo il camper e facciamo un rapido giro per i sentieri del parco, qualche foto con Johanne Strauß, versione statuaria, e ritorniamo al camper. Seguendo la strada e attraversando il primo ponte, sulla destra vi è il Prater: un altro vasto (il più grande della città) parco pubblico nella cui area sono insediati lo stadio dove il Rapid, la squadra locale di calcio, gioca le sue partite; la ruota panoramica e altre giostre, spasso di grandi e piccini. Sono già le 18:35 e ci spostiamo finalmente verso Schönbrunn, ci arriviamo alle 19:45 dopo aver perso un po’ di tempo. Parcheggiamo proprio davanti all’ingresso, distanti non più di dieci metri dal cancello. Ceniamo e chiediamo qualche informazione ad altri camperisti. Il Palazzo è aperto alle visite dalle 8:30 alle 17:00. Oltre alle stanze del palazzo ovviamente ci sarà da visitare anche i giardini che solo a vederli sulla cartina, che abbiamo ormai quasi stracciato a furia di usarla, sembrano immensi. Ora tutti a letto, non prima di aver cenato.

 

 

Giovedì 05/08/2004          Questa notte ha fatto un po’ freddo, ma con i primi raggi di sole la temperatura sale sopra i 20°C. Speriamo di evitare inutili file d’attesa. Detto fatto. Acquistiamo i biglietti, 10,50 € a testa per visitare la reggia. Obliteriamo i biglietti alle 9:10 circa. Veniamo forniti delle nostre audioguide in Italiano e iniziamo il giro di quaranta stanze del palazzo. Per ogni stanza c’è una breve descrizione registrata da ascoltare. Visitiamo sale da ballo, stanze private dell’imperatrice Maria Teresa, lo studio dell’imperatore Francesco Giuseppe, le stanze di sua moglie Elisabetta, meglio nota come Sissi. Bellissima e grandiosa la galleria degli specchi. In ogni stanza non c’era uno spazio libero sulle pareti o sul soffitto: dipinti del Settecento, ritratti e scene di caccia, orologi, specchi e magnifici stucchi dorati, arazzi. Terminiamo il giro alle 10:30 e torniamo un attimo al camper per rifocillarci e subito torniamo a visitare questa volta i giardini. Da non perdere è sicuramente la Gloriette: una sorta di belvedere di fronte alla reggia, a cento metri di distanza da essa, dalla cui terrazza si può ammirare tutta Vienna. Nei giardini ci sono anche altre attrazioni: il labirinto, lo zoo, l’orto botanico; ma siamo stanchi, può bastare così. Alle 12:00 torniamo al camper e ci spostiamo nell’area verde alle spalle della Borse, dove abbiamo già pernottato in precedenza. Facciamo rifornimento alla solita fontana mentre le donne sono impegnate ai fornelli. Pranziamo velocemente e ripartiamo verso Nord, diretti a Brno in Repubblica Ceca alle 15:00. Alle 15:40 siamo ancora a Vienna, in periferia, ma sempre a Vienna. Alle 15:45, all’estrema periferia nord di Vienna facciamo rifornimento di gasolio ( 0,889 € / litro     22,50 litri     20,00 € ).     17:35 Attraversiamo la frontiera austriaca a Zollamt-Drasenhofen e a cinquecento metri quella ceca. [conta km gen. 20042 Km]. Proseguiamo nel territorio della Repubblica Ceca tra villaggi campagnoli e coltivazioni di viti, girasoli e cereali. Ci fermiamo cinque chilometri prima di Brno a fare un po’ di spesa al Carrefour lungo la statale. Arriviamo a Brno alle 19:30, parcheggiamo in centro, o quasi, e per le 19:45 siamo già in giro per le strade del centro cittadino e sulla via del ritorno acquistiamo cinque pizze alla pizzeria Paradiso per 29 €. Le consumiamo in camper accompagnandole con della buona birra austriaca. Per le  22:30 siamo a letto.

 

 

Venerdì 06/08/2004          Oggi sveglia alle 8:00, alle 9:30 non siamo ancora pronti. Lasciamo il camper e paghiamo un’ora e mezza di parcheggio: 30 kc (korone ceke), facciamo un giro in centro con qualche acquisto conveniente. Visitiamo la cattedrale di S. Pietro e Paolo: ci sono un po’ di impalcature all’interno, nell’area dell’abside, però riusciamo a vedere più di qualcosa. Prima della cattedrale ci siamo fermati al mercato ortofrutticolo all’aperto: Zelnytrh, per comprare le albicocche, buone e convenienti (0,50 € / Kg). Alle 11:30 ci mettiamo sulla strada del ritorno, il ticket scade alle 11:51. Strada facendo sulla sinistra costeggiamo la collina sulla quale sorge il castello Spielberk e decidiamo di salire. Io vado al camper e faccio un altro ticket di un’ora e raggiungo gli altri che già iniziano a salire sulla collina. Più che una salita è una scalata, davvero faticosa. Arrivati in cima entriamo nella cinta muraria del castello e dopo un po’ incontriamo un brindisino come noi. Incredibile: due famiglie brindisine nella stessa città, Brno, nello stesso castello, alla stessa ora dello stesso giorno, a 2000 km da Brindisi, ed ognuna per fatti propri.

Ah, quasi dimenticavo il drago di Brno, che poi non è un drago, è un coccodrillo imbalsamato, conservato benissimo, appeso con delle catene alla volta che sovrasta l’ingresso del vecchio municipio: abbiamo scattato ovviamente una foto ricordo. Purtroppo non riusciamo a visitare il castello perché non abbiamo korone ceke e nessuno accetta euro, forse per paura di essere truffati, chissà?! Peccato davvero, perché è proprio qui che alcuni italiani furono tenuti prigionieri, nel periodo dell’ impero Austro-Ungarico quando il castello fu utilizzato come carcere duro. Tra gli altri anche Silvio Pellico, che qui, durante il periodo di detenzione, scrisse “Le mie prigioni” . Dalla collina si vede il duomo che si trova invece su un altro colle. Torniamo al camper, pranziamo e ripartiamo, dopo aver fatto due chiacchiere con altri camperisti italiani che avevano parcheggiato accanto a noi (tre camper). Raggiungiamo Slavkov u Brna evitando l’autostrada (pagare 8 € di bollino per i soli dieci chilometri che noi dobbiamo percorrere mi sembra un po’ troppo). C’è una chiesa e un castello che vediamo e fotografiamo solo dall’esterno. Sulle colline circostanti, il 02/12/1805 si svolse la storica Battaglia di Austerlitz, conosciuta anche come la battaglia dei tre imperatori per la presenza sul campo di Napoleone, Francesco I d'Austria (il futuro imperatore Francesco II ) e lo zar Alessandro I. Un'armata francese di circa 68.000 uomini sotto il comando di Napoleone sconfisse la coalizione austro-russa che contava quasi 90.000 uomini. Ci dirigiamo verso Huerske-Hradiste dove arriviamo alle 17:45. Scendiamo dal camper e troviamo sostanzialmente subito un negozio: Bohemien Glass, un cartello affisso alla porta dice che alle 18:00 si chiude: che fortuna !!! (sul serio, senza ironia). Con un po’ di difficoltà riusciamo a farci accettare gli euro (la banca qui accanto ha chiuso alle 17:00). Le due commesse telefonano addirittura al boss, per chiedere istruzioni e alla fine me lo passano al telefono. Parliamo entrambi un po’ di inglese maccheronico e finalmente mi chiede se posso aspettare per venticinque minuti il suo arrivo. E così tutto si risolve. Al momento di fare il conto decide di farci un regalo, anzi due. Si, proprio così, due oggetti di cristallo (24% Pb) che avevamo preso non li scrive nel conto. Ci fa un buon cambio ( 30 kc = 1 € ) e così 9566 kc ci vengono a costare 318 € e 509 kc di regalo sono 17 €. Secondo il boss non dovremmo avere problemi alla frontiera, speriamo sia così. I prezzi sono davvero convenienti. Quando ripartiamo da Huerske-Hradiste sono le 19:00, la prossima tappa è Olomouc, speriamo di non rompere niente per strada.     20:20 Siamo a dieci chilometri da Olomouc e ci fermiamo in un’area di servizio per fare rifornimento, siamo veramente a terra, non scherzo. Il benzinaio non accetta euro e noi abbiamo solo 66 korone ceke. Rabbocchiamo solo due litri e mezzo di gasolio. Speriamo di avere maggior fortuna più avanti. Ci fermiamo alle 20:35 alle porte di Olomouc e facciamo rifornimento di gasolio ( 24,40 kc / litro     20,49 litri     500,00 kc ) ci cambia 1 € = 25 kc, non fa niente, ci accontentiamo e così paghiamo 20,00 €.     20:50 Ci fermiamo ad un passaggio a livello per il transito di un treno merci, contiamo più di trenta vagoni, e va lentissimo, dopo un po’ si ferma e poi torna addirittura indietro; il tutto in ogni modo si risolve in cinque minuti, così ripartiamo.     21:00 Siamo a Olomouc, parcheggiamo davanti ad una sala da Bouling, la zona è abbastanza tranquilla e frequentata, inoltre a dieci metri da qui inizia la zona pedonale del centro. Più comodo di così …?! Ceniamo e alle 23:00 siamo a letto, anzi a dire la verità sono a letto, gli altri quattro, io sono qui che scrivo queste ultime righe che sono ormai le 23:25. Avevo un po’ di arretrato. Ora vado anch’io.

 

 

Sabato 07/08/2004          Sveglia alle 6:15, finché ci alziamo tutti sono le 7:00. Pochi minuti più tardi mentre facciamo colazione arriva una pattuglia della polizia ceka. Il solito tran-tran per capirsi in inglese e conclusione arriva una multa, “penalty” ripete più volte il poliziotto, perché il camper non è parcheggiato parallelamente alle strisce, che tra l’altro non ci sono. Il parcheggio è a spina di pesce e noi per non ingombrare la strada, siccome siamo più lunghi di un’auto, ci siamo sistemati con un’angolazione più stretta, occupando così più posti, e sembra che qualcuno si sia lamentato. La multa è di 300 korone e dopo un po’ di pretesti e scuse all’italiana, l’agente dice di poter fare un compromesso: si “accontenta” di 100 korone, che andrebbero ovviamente tutti in tasca a lui, senza ricevuta. Come di consueto siamo sprovvisti di corone, allora chiediamo di pagare in euro: verrebbe 3 €, possibile?! Mi sembra un po’ troppo poco. Infatti così è: quando il poliziotto vede i miseri 3 €, dice che ne vuole trenta. Praticamente quest’ignorante, per dire in inglese tremila e poi mille con il compromesso, ha detto trecento e cento. Adesso si che somiglia più ad una multa. Poi il poliziotto ci indica un parcheggio libero, sullo stesso viale, a pochi metri di distanza. Benissimo, alle 7:15 se ne sono già volati 30 €. Facciamo un giro in centro dove c’è da vedere la piazza del municipio, con una torre dell’orologio davvero bella. Ci dicono che a mezzogiorno in punto c’è tutto un meccanismo che si mette in funzione, purtroppo ce lo perderemo. Vogliamo tornare al camper entro le 9:00, orario in cui si inizia a pagare il parcheggio; non ci fidiamo di quello che ci ha detto il poliziotto, riguardo al parcheggio libero. Visitiamo la cattedrale gotica di S. Wenceslao, sicuramente da vedere. Facciamo qualche foto per le vie del centro. Davanti al municipio c’è una miniatura della città, sembra fatta di bronzo, così giusto per orientarsi un po’. Alle 9:30, dopo aver cambiato 25 € (cambio a  1 € = 31 kc) e acquistato qualche cartolina ripartiamo verso Ostrava.     9:45 Facciamo rifornimento di gasolio appena fuori Olomouc ( 24,10 kc / litro     26,04 litri     627,6 kc ). Noi paghiamo 628 kc, tutte le korone  che abbiamo, quindi col cambio fatto (1 € = 31 kc) abbiamo pagato 20,26 €. Spendiamo tutte le corone che avevamo, ma in cambio il serbatoio è finalmente pieno. [conta km gen. 20269 Km]. A metà strada, verso le 10:30, il camper si fa una docciarella di cinque minuti. Alle 11:25 arriviamo a Ostrava, facciamo un rapido giro in città, senza scendere dal camper, non c’è davvero niente di interessante da vedere. Ripartiamo verso sud alla volta di Frydek-Mistek. Alle 11:50 ci fermiamo ad un ipermercato alle porte di Frydek-Mistek. Non accettano euro, e non esiste un ufficio di cambio valuta al suo interno. Riprendiamo le indicazioni per il centro. Anche qui, eccezion fatta per quattro o cinque edifici che sembrano essere del XIX secolo, non c’è niente da vedere. Alle 12:10 imbocchiamo la strada per il confine polacco. 12:44 Attraversiamo la frontiera ceka: nessun problema, il solito controllo documenti. Al posto di guardia polacco non c’è anima viva. Mammamia che strade. Ci sono certi solchi da far paura: causati dal passaggio continuo di TIR sovraccarichi.

Alle 13:50 ci fermiamo ad un Auchan alle porte di Bielsko-Biala, facciamo un po’ di spesa: 2 kg di pomodori, 10 krafen, un pezzo di pane da 0,850 kg, tutto per meno di 3 €.

Cambiamo 50 €  (a 1 € = 4,35 Zlotny), abbiamo così 217,50 Zlotny. Pranziamo nel parcheggio dell’ipermercato e dopo torniamo dentro ad acquistare acqua, un po’ cara, e gelati.

15:45 Ripartiamo per Oswiecim, via Pszczyna. Alle 16:08 siamo a Pszczyna (che i polacchi pronunciano Pstina). Arriviamo ad Oswiecim alle 16:30 e ci fermiamo nel parcheggio antistante il campo di concentramento di Auschwitz, paghiamo 12 zlotny per 24 ore. Visitiamo il Museo e il campo di concentramento vero e proprio. Lo storico cancello d’ingresso nel lager con la frase celebre “ARBEIT   MACHT   FREI” : Il lavoro rende liberi. Ci sono in tutto ventotto blocchi, baracche adibite a dormitori e lavatoi, di due piani: qualcuna con un piano in superficie ed un altro interrato. I prigionieri che vi hanno dormito sono stati milioni tra ebrei, zingari, omosessuali ed tanti dissidenti politici tutti di varie nazionalità. Ognuno è contrassegnato dalla sua targa di legno scuro su cui c’è scritto in vernice bianca  block 1, block 2, …, block 28 a seconda della baracca. Subito sopra tale targa c’è una lanterna sui cui vetri è scritto il numero corrispondente del blocco. Nella gran parte di queste baracche si può accedere ed all’interno sono organizzate sia una descrizione storica con foto e documenti ufficiali delle S.S. , sia testimonianze fisiche del passaggio in questo campo di milioni di persone: montagne di capelli, montagne di occhiali, montagne di scarpe, montagne di protesi, montagne di pettini e spazzolini, montagne di pentole, vasi da notte …  Solo i capelli delle donne occupavano un volume di 10 x 3 x 3 = 90 m3 e sono solo una parte, perché i capelli venivano utilizzati come fibra tessile: impensabile una cosa simile. In una teca c’è anche una “piccola” montagnola di scatole di latta aperte. Ciascuna conteneva 500 grammi di Ziclon B, il veleno usato dai nazisti per uccidere i prigionieri nelle camere a gas. Molti erano anche i prigionieri che morivano stremati, costretti com’erano a lavorare duramente per undici ore al giorno con una dieta di 1200 Kcalorie. Nei sotterranei di una baracca troviamo quattro celle 1m x 1m x 2,5m  con  una piccola porta alla base di ognuna grande 80cm x 80cm, in ognuna delle quali venivano rinchiusi fino a quattro prigionieri per tutta una notte, in alcuni casi anche per settimane. In alcune baracche sono allestiti i dormitori con i letti a castello a tre piani dove trascorrevano le notti i prigionieri. C’è una baracca dedicata ai prigionieri italiani e olandesi, un’altra ai belgi, e così via. Quando ormai ci avviamo verso l’uscita passiamo accanto ad un edificio che si rivela subito per quello che è. Indizio più che sufficiente è il comignolo che si erge dalla costruzione in mattoni rossi. E’ un forno crematorio, e già, proprio così: vi venivano bruciati i cadaveri per evitare il propagarsi di malattie. I cadaveri erano talmente tanti che con le fosse comuni non era possibile smaltirli abbastanza celermente. E’ tutto così agghiacciante. Ovviamente il tutto è circondato da una recinzione di filo spinato attraversato da corrente elettrica e da numerose torrette di guardia dove vi erano appostati i cecchini. Alle 18:50 terminiamo il giro, appena in tempo per l’orario di chiusura fissato alle 19:00. Ci dirigiamo ora verso l’altro campo di sterminio, a pochissimi chilometri da qui. Con qualche difficoltà dovute alla mancanza di segnaletica, ma grazie all’aiuto della gente del posto arriviamo, alle 19:00, ad Auschwitz II, ovvero Birkenau. E’ qui che arrivavano i treni da tutta Europa carichi di deportati, venivano smistati e spediti ad Auschwitz, lontano solo 3 km. Molto noto è anche questo lager con la ferrovia che entra attraverso una porta all’interno della recinzione e con due scambi le ferrovie diventano tre. A destra e a sinistra ci sono le baracche adibite a dormitorio, a lavatoi e orinatoi per i prigionieri. Questo campo è più grande di Auschwitz, e qui si vedono più di trenta comignoli. Qui milioni di persone hanno trovato la morte. Vi sono, lungo la ferrovia, a lato, due piscine con 130 m3 di volume e 3 m di profondità  dove la cenere, risultato della cremazione, veniva bagnata per evitare che si alzasse in aria e che il vento la trasportasse nella vicina Cracovia, con il suo odore dolciastro e penetrante, come inizialmente era accaduto. Anche qui il tutto è circondato da una recinzione invalicabile di filo spinato elettrificato e da numerose torrette per i cecchini. Il guardiano ci ha detto che il campo chiude quando fa buio e siccome inizia ad imbrunire ci avviciniamo all’uscita, ma solo dopo essere arrivati fino in fondo dove subito dopo il termine dei binari si trova un monumento internazionale eretto a memoria di questa tragedia disumana. A destra e a sinistra ci sono le rovine di due forni crematori, che appaiono crollati su se stessi. Terminiamo anche con Birkenau quando i nostri orologi segnano le 20:00. Ci facciamo indicare la strada per Tichy e poi per Czestochowa. Alle 20:40, prima di Tichy seguiamo le indicazioni per Czestochowa. Alle 21:00 facciamo rifornimento di gasolio ( 3,19 zl / litro    31,98 litri    102,02 zl  ) ( in euro : 0,73 € / litro     23,45 € ), [conta km gen. 20540 Km].     22:10 Arrivo a Czestochowa, seguiamo le indicazioni per il Santuario di Jasna Gora. Parcheggiamo alle spalle della Basilica (pagamento anticipato : 10 zlotny per 24 ore). Perdiamo un po’ di tempo a fare manovra, ceniamo. La pompa dell’acqua fa i capricci, ogni tanto si incanta e rimane in tensione. Andiamo a dormire alle 24:00, io tardo un altro po’ . All’esterno ci sono solo 18°C.

 

 

Domenica 08/08/2004          Sveglia alle 6:30, finché siamo tutti pronti sono le 7:45. Accidenti che freddo. Andiamo a visitare il Santuario che da qui dista meno di cento metri. Abbiamo saputo da un collega camperista che oggi, alle 8:45, c’è una Messa in italiano nella cappella della Madonna. Faremo prima un giro all’interno della basilica per apprezzarne le bellezze artistiche dopo di che prenderemo posto, c’è più di qualche auto italiana, per non contare i camperisti. La chiesa è maestosa, da ammirare sono diversi dipinti, dislocati nelle navate laterali, qualche statua, l’organo e gli splendidi stucchi che coprono tutta la volta a botte sopra la navata centrale e tutte le volte delle navate laterali. Sulla sinistra c’è l’accesso alla cappella della Madonna Nera. E’ piena di fedeli assorti in preghiera, inizia proprio ora una S. Messa in lingua inglese. Sul lato sinistro c’è uno sparuto gruppo di fedeli, in fila, che attendono il proprio turno per poter percorrere sulle ginocchia il tragitto breve, ma faticoso, che costeggia dall’interno la cappella vera e propria, passando dietro il tabernacolo dove è raffigurata la Madonna Nera con Gesù bambino in braccio. Diamo ancora uno sguardo in giro e poi andiamo nella cappella del Rosario dove tra pochi minuti, alle 8:45 inizia la Santa Messa in lingua italiana. Ci sono, oltre a noi, un gruppo proveniente da Bologna, uno da Roma e altre persone. Alle 9:30 il sacerdote ci da la benedizione e ci manda … in pace! Facciamo un giro per i negozi di souvenir, dove compriamo cartoline e qualche oggettino. Alle 10:30 usciamo dal parcheggio e, dopo aver fotografato camper e santuario insieme, partiamo alla volta di Krakow. (I polacchi la chiamano Cracof) [conta km gen. 20616 Km]. Seguiamo le indicazioni per Katowice, che qui pronunciano “Catovizze” , e dopo un po’ quelle per l’autostrada  A4 direzione Krakow. La giornata è piuttosto bella, il cielo poco nuvoloso e così l’aria pian piano si scalda. Ci sono 26°C.     11:53 Entriamo nella autostrada A4 e paghiamo subito 5 zlotny. Mancano altri 68 km per Cracovia.     12:26 Cento metri prima dell’uscita Belice, l’aeroporto di Cracovia, c’è un’altra barriera, si paga di nuovo: 5 zlotny.     12:30 Finisce l’autostrada ed entriamo a Krakow. Seguiamo le indicazioni per il centro. Arriviamo e parcheggiamo in Placa Szczepanski a pagamento: ogni mezz’ora viene a costare 3,5 zlotny, l’orario del nostro ingresso è 13:02. Le donne cucinano, mentre io e papà andiamo alla ricerca di una mappa del centro di Cracovia per orientarci meglio. La troviamo e subito facciamo una stima approssimativa della distanza che ci separa dal Wawel, la collina di Krakow dove è situato il castello che sarà la nostra prima tappa, la cattedrale e vari musei. O.K. , non è proibitiva. Mangiamo rapidamente, non laviamo neanche padelle e stoviglie perché la pompa dell’acqua continua a fare i capricci; per fortuna stasera andremo in un campeggio: Krakowianka, sulla strada per Zakopane. Alle 14:40 siamo già per strada, percorriamo Szczepanska Ulica fino alla piazza principale, grandissima, al centro della quale sorge il Sukiennice, l’antico mercato coperto, e sulla quale si affaccia la Kosciol Mariacki, chiesa di S. Maria, che visiteremo domani. Ci sono anche due alte torri nella piazza, che è affollatissima, anche perché  oggi è Domenica. Imbocchiamo Grodzka Ulica e la percorriamo. Giunti in fondo, sulla destra si sale sulla collina del Wawel. Acquistiamo i biglietti per visitare la cattedrale, la cripta e il campanile: cinque persone = 12,50 euro. La suora che sta alla biglietteria è un po’ rimbambita e dopo averle dato 20 euro c’è ne da di resto solo 2,50 anziché 7,50 euro. Me ne accorgo subito, ma prima che la suora esca altri 5 euro ce ne vuole di tempo. Finalmente entriamo in cattedrale, è qui che venivano incoronati i re di Polonia, pertanto le decorazioni sono maestose, dalle statue ai dipinti, agli stucchi, alle cappelle, ai sarcofagi di diversi vescovi di Cracovia, tra i quali San Stanislao. La salita su per il campanile è difficoltosa ma vale la pena farla, è tutto un incrociarsi ti travi e travette e pilastri e sostegni vari di legno. Lo spazio è, come in altri campanili, davvero angusto. Giunti in cima, tocchiamo il batacchio della campana più grande (nel campanile ce ne sono tre o quattro una sopra l’altra e sono tutte di dimensioni considerevoli): sembra che porti bene. Foto di rito e poi la discesa, al limite della praticabilità così come è stata la salita. Terminato con il campanile, scendiamo nella cripta dove troviamo ognuno nel suo sarcofago tutti i re di Polonia eccetto uno che si trova nella navata laterale sinistra della chiesa sovrastante: re Wladislao. Ci sono anche i sarcofagi dei due più grandi poeti polacchi Adam Mickiewicz e l’altro non lo ricordo, portati a Krakow, da Parigi dove erano stati seppelliti alla loro morte, e conservati accanto ai re perché tale è la loro importanza per i polacchi. Terminiamo di vedere la cattedrale e facciamo un giro sul Wawel, purtroppo la maggior parte delle cose da visitare ha già chiuso alle 15:00, quindi prendiamo nota degli orari e delle tariffe per tornarci domani. Dalle mura del castello vediamo finalmente la Vistola, Wisla per i polacchi, il fiume che attraversa Cracovia.  Prendiamo la via del ritorno, la stessa dell’andata, alle 17:15.    Visitiamo la chiesa di S. Pietro e Paolo riconoscibile subito dall’esterno grazie ad un’infilata di  dieci statue barocche poste all’ingresso. E subito dopo l’adiacente chiesa in stile romanico di Sant’Andrea, semplice, piccola da sembrare quasi una cappella, ma bellissima. Compriamo qualche cartolina e si prosegue. Svoltiamo a destra in Dominikalska Ulica e visitiamo Sw. Trojcj. Solo quest’ultima chiesa vale il viaggio, ogni confessionale è una cattedrale gotica, in miniatura, in legno; per non parlare poi di stucchi, dipinti e varie raffigurazioni statuarie di Santi. Torniamo in Grodzka Ulica e all’angolo io, Chiara e Valeria ci facciamo preparare il kebab: 7 zlotny a testa (carne di pollo o a scelta di bovino, cipolle, pomodori e cetrioli a fettine, aglio, una salsina: il tutto in un panino tondo non del tutto aperto), papà e la mamma decidono per un gelato più avanti, sicuramente più leggero. Arriviamo al parcheggio alle 18:50. Finché partiamo passano cinque minuti; al momento di pagare ci vengono chiesti 35 zlotny anziché 42, facciamo finta di niente e paghiamo in euro, li accetta: 8 €. Usciamo da Cracovia in direzione di Zakopane e chiedendo informazioni praticamente a tutti gli angoli riusciamo finalmente a trovare il camping Krakowianka. Entriamo, “leggiamo” i prezzi: viene 18 zl a persona + 9 zl  per l’elettricità; totale 99 zl. Accettiamo, consegniamo i documenti per le formalità ed entriamo nell’area camping vera e propria. Scarichiamo subito i due serbatoi delle scorie e subito dopo facciamo rifornimento di acqua potabile. La pompa sembra si sia finalmente sbloccata. Sono le 21:00 ed è possibile usufruire delle docce solo fino alle 22:00, così decidiamo di non perdere altro tempo. Io e papà ci improvvisiamo elettricisti per risolvere un piccolo problema di incompatibilità tra le prese elettriche tedesche e quelle italiane. Alle 22:00 si mangia: un’insalata di pomodori, cipolla e origano; melanzane, zucchine e una nettarina per concludere. Alle 24:00 tutti a letto a goderci un po’ di meritato riposo.

 

 

Lunedì 09/08/2004          Sveglia alle 8:30. Oggi abbiamo fatto tardi. Alle 9:55 usciamo dal camping Krakowianka, a piedi: il camper lo lasciamo lì. Useremo il tram che ci porterà in centro, è il numero otto. Scendiamo di fronte al Wawel. Saliamo in cima e, per la modica cifra di 3 zlotny a persona (inseriamo 15 zlotny in monete nella macchinetta che ci stampa uno scontrino di pari valore), scendiamo alla grotta del dragone attraverso una lunga scala a chiocciola che ci conduce in una sorta di grotta ai piedi di una torre dalla cui cima, posta sul Wawel, siamo entrati. Qualche altro metro e siamo fuori, davanti al dragone simbolo della città. E’ una scultura di metallo che raffigura un dragone ed è posta su un monolite di forma irregolare alto 1,70 metri circa. Di fronte al dragone, a pochi metri scorre placida la Vistola. Ci incamminiamo verso la piazza principale, Rynek Clown, dove, visto che  sono le 12:05 entriamo a visitare Kosciol Mariacki. Ogni giorno a mezzogiorno viene aperta la più grande pala d’altare d’Europa sistemata in fondo all’abside. E’ opera del tedesco Veit Stoss così come tutte le altre pale, più piccole, che raffigurano le varie stazioni della Via Crucis, e che sono conservate anch’esse nell’abside, sul lato destro e su quello sinistro della più grande. Sono di una bellezza che fa perdere il fiato. Dopo esserci soffermati su ognuna di queste opere d’arte in legno cesellato e dipinto, ci dilunghiamo nella visita di questa bellissima chiesa. Quando usciamo ci dirigiamo verso il Sukiennice. E’ un bazar dove si vende quasi tutto, ricorda per qualche verso il mercato coperto di Istanbul, in Turchia. Questo lungo corridoio coperto sul quale si affacciano a destra e a sinistra più di duecento negozi è affollatissimo. Gli oggetti messi in vendita sono tra i più disparati: maglie di lana grezza, creazioni in ambra, scacchiere, personaggi e animali intagliati nel legno e immancabili i souvenir più classici. Ci soffermiamo davanti ad ogni mercanzia esposta sul lato alla nostra destra. Ora, siccome siamo prossimi alle ore 13:00, usciamo e ci avviciniamo a Kosciol Mariacki e dirigiamo il nostro sguardo in alto, verso le due torri. Quando scoccano le 13:00, così come del resto avviene allo scoccare di ogni ora, sentiamo una melodia suonata da una tromba: ad un certo punto si sente uno squillo interrotto, in memoria della sentinella che nel 1241 avvistò i Tartari e mentre dava l’allarme con la sua tromba fu colpito alla gola da una freccia. Dopo ciò torniamo nel Sukiennice dove completiamo la visita e facciamo qualche piccolo acquisto. I nostri stomaci cominciano a brontolare, così cerchiamo una trattoria o un ristorante dove poter mettere qualcosa sotto i denti. Imbocchiamo Ulica Sw. Jana ed entriamo nel prima porta sulla destra: è un fast-food, ma non solo. Prendiamo una pizza ciascuno ad eccezione di Valeria che ordina una piccola teglia di lasagne, il tutto annaffiato con della Coca-Cola. Si mangia bene e non si paga poi molto. Dopo esserci saziati a dovere, usciamo in strada e proseguiamo sempre in Sw. Jana Ulica, dove, giunti in fondo, troviamo sulla destra il Muzeum Narodne intitolato a Zbiory Czartoryskych. Purtroppo oggi è chiuso, torneremo sicuramente domani, non possiamo non vedere la “Dama con l’ermellino” del nostro Leonardo. Continuiamo la nostra passeggiata e mantenendo la destra, dopo essere passati sotto un arco ci troviamo davanti uno spettacolo grandioso. Siamo in Pijarska Ulica e sul lato sinistro c’è quel che resta della cinta muraria che in passato circondava la città: ora le mura sono lunghe appena sessanta metri. Questo bastione, per tutta la sua altezza, quattro metri, e per quasi tutta la sua lunghezza, è pieno di tele, opere di pittori locali, a volte originali e altre volte copie di celebri dipinti dei più grandi maestri della pittura internazionale. Vedere tutto quel muro colorato è fantastico. Ci muoviamo ancora, qui vicino c’è il Barbakan, un castello in piccolo, costruito con gli stessi mattoni rossi usati per la Kosciol Mariacki e per i bastioni: è davvero bello, considerando anche che è circondato dal verde più rigoglioso di questo viale alberato. Dopo aver acquistato cartoline e francobolli, ci affrettiamo verso un ufficio postale e poi alla fermata del tram, proprio lì di fronte. Saliamo sul primo tram numero otto che passa e dopo un quarto d’ora arriviamo al capolinea, vicino al nostro camping. Andiamo un attimo al camper, ma usciamo subito dal campeggio per prendere il bus che si porta a Wieliczka: andiamo a visitare la miniera di sale, i polacchi la chiamano “kopalnia soli” . Durante il viaggetto si scatena un vero e proprio nubifragio, però siamo fortunati giacché non dura molto e a Wieliczka non è piovuta tantissima acqua. Scesi dalla corriera, una signora che abita forse vicino all’ingresso della miniera, ci indica una scorciatoia, in mezzo alla campagna, e ci accompagna. Arriviamo davanti all’ingresso poco prima delle 18:00 e ci rivolgiamo subito all’ufficio informazioni dove una gentile ragazza polacca ci spiega in inglese le modalità di visita della miniera. Si entra solo in compagnia di una guida. I biglietti non hanno un prezzo fisso, questo perché ogni gruppo paga alla biglietteria la guida che gli è stata assegnata, pertanto il prezzo dipende dal numero dei componenti del gruppo. Siccome sembra non ci siano altri italiani, oltre noi, si prospettano due soluzioni: pagare, a dir poco, profumatamente una guida che parli l’Italiano oppure pagare “il giusto” per accodarci ad un gruppo di tedeschi o polacchi e non capire così una sola parola delle spiegazioni della guida. Siamo perduti, ma non per molto ancora: dopo cinque minuti trascorsi a pensare ad una soluzione, finalmente sentiamo parlare la nostra stessa lingua: sono ventuno veronesi. Parliamo con la loro portavoce e dopo essersi consultata con i suoi compagni di viaggio accetta di buon grado la nostra proposta. Evidentemente se aumentano i paganti diminuisce la quota pro capite, così si rifanno i conti: noi aggiungiamo le nostre quote che i veronesi, avendo già pagato, si spartiscono tra di loro. Ora resta solo da aspettare la guida: dopo circa venti minuti si presenta un certo Emilio, la fotocopia esatta del Papa Karol Wojtila, polacco anch’egli. Sono le ore 18:30 e inizia il nostro giro turistico; Emilio sembra un tipo simpatico e parla un ottimo italiano: ci dice subito che la miniera raggiunge una profondità massima di trecentoventicinque metri, esistono nove livelli, noi visiteremo i tre più in superficie seguendo un percorso lungo tre chilometri. Dopo pochi metri, le pareti della galleria, abbastanza ampia, non sono più puntellate con tronchi di pino  ma il sale di cui sono costituite è evidente; causa una piccolissima percentuale di sabbia, il sale appare alquanto sporco. Emilio ci spiega che mentre le attività di scavo procedevano, si sprigionava, e accade anche ai giorni nostri, gas metano, molto pericoloso per i minatori, così per risolvere il problema è stato creato un circuito di aria forzata lungo le gallerie della miniera. Ogni volta, Emilio, prima di aprire una porta, si accerta che la precedente, o almeno quella ancora prima, sia chiusa, per evitare troppa corrente d’aria. Giungiamo nella prima sala, una sorta di stanza con soffitto a volta, tutta in sale: vi è una statua che raffigura Niccolò Kopernicus, l’astronomo polacco di Torun, famoso per la sua teoria eliocentrista dell’universo: ovviamente è scolpita nel sale. Procediamo seguendo Emilio come un’ombra, così da non perdere alcuna delle sue interessanti spiegazioni sulle varie camere nelle quali entriamo. In una vi è una rappresentazione di una leggenda secondo la quale la principessa ungherese Cunegonda, prima di mettersi in viaggio per la Polonia dove doveva sposare il principe Boleslaw, gettò il suo anello di fidanzamento in un pozzo della miniera di salgemma di Marmarosz. Avvicinandosi a Cracovia con il suo seguito, ordinò di praticare un foro. Dopo poco nel posto indicato fu rinvenuto il salgemma. Nel primo blocco estratto si trovava l’anello di fidanzamento di Cunegonda. Le sculture, evidentemente di sale, raffigurano S. Cunegonda, un cavaliere polacco e tre minatori più un altro che emerge dal terreno tramite una scala con il leggendario blocco di sale. In un’altra camera vi è rappresentato un re polacco. C’è poi una camera dove vi sono una statua della Madonna e una croce di legno con sopra una scultura in sale che raffigura Gesù crocefisso: Emilio ci dice che la croce ha più di trecento anni. E’ stupefacente: non ha il benché minimo difetto, tarli, marciscenze: niente di tutto ciò. Sembra essere legno appena tagliato, non per niente il sale lo usiamo per conservare i cibi. Come ho già detto prima la piccola percentuale di sabbia  presente è sufficiente a sporcare tantissimo il sale, tant’è che le sculture sembrano essere di pietra. Così, dato il nostro scetticismo, Emilio avvicina un torcia elettrica ad una statua per mostrarci come la luce penetra in essa, segno evidente che si tratta di sale e non di pietra. Entriamo nella camera degli gnomi, chiamata così non per le sue dimensioni ma per gli gnomi scolpiti nel sale che si trovano all’interno. Imbocchiamo poi l’ennesima galleria che ci porta in una sala immensa: la volta è sorretta da un’impalcatura costruita con tronchi di pino. L’opera dei carpentieri è davvero notevole, sembra di stare in una cattedrale gotica. Questa camera è pervasa da un fortissimo odore dolciastro, inebriante: non riusciamo a spiegarci cosa sia. Emilio ci svela subito il trucco: la puntellatura è stata fatta di recente, pertanto quello che sentiamo è il profumo del legno, freschissimo. Man mano che si scende in profondità fa sempre più freddo, la temperatura è di 11°C. Dopo aver percorso un’altra galleria, entriamo in una camera dove Emilio con un telecomando aziona un modello: sono due minatori che con la forza delle braccia azionano un ascensore per blocchetti di sale. Emilio ci fa anche vedere un modellino che mostra il funzionamento di un ascensore a cavalli: l’ascensore vero e proprio si trova nella stessa camera, alle nostre spalle. I cavalli furono introdotti in miniera solo nel XVII secolo; prima, per secoli, il salgemma veniva estratto utilizzando la sola forza muscolare dei minatori. Dal 2002, non si usano più i cavalli, ma ascensori elettrici; e già, perché qui si continua ancora a scavare: anche adesso mentre noi visitiamo i tre livelli più superficiali, giù al nono livello si lavora duramente. Emilio ci parla di quanto è salutare il sale, e ci dice che giù al sesto livello è allestita una struttura di tipo ospedaliera per curare i malati di asma. Finalmente giungiamo al vero tesoro, dal punto di vista artistico, di questa miniera: è la cappella di S. Cunegonda. E’ una sala grandissima: in fondo vi è un bellissimo altare, con l’ambone per le omelie e altri preziosismi che lo compongono, tutto scolpito nel sale. Sulla parete sinistra, guardando l’altare vi è un bassorilievo grandioso: L’Ultima Cena, profondo nella parete pochissimi centimetri, da un effetto incredibile: sembra ci sia veramente una stanza intera scavata nel sale. Sulla parete di fronte a questo bassorilievo c’è la rappresentazione de “La Fuga in Egitto” e un presepe. Più in alto, a lato c’è una statua della Madonna, che illuminata da dietro sembra essere essa stessa una fonte di luce, per via della trasparenza del sale in cui è stata scolpita. In questa cappella c’è anche l’attuale papa, ovviamente in sale: quando era giovane ci ha lavorato anche lui in questa miniera, per un paio d’anni. Appesi al soffitto ci sono cinque lampadari che non sono di vetro ma, come ci assicura Emilio, di sale: incredibile ma vero. Il pavimento sembra rivestito di mattonelle, invece no: è tutto sale; è stato scolpito in modo tale da creare l’effetto di migliaia di piastrelle. La visita volge ormai al termine, l’ultima cosa che visitiamo è un salone per turisti: vi sono negozi di souvenir, bar, ristoranti e servizi igienici. A questo punto sorge un dubbio più che legittimo: siamo ormai giunti a centoventicinque metri sotto la superficie, come faremo a risalire? Niente paura, si sale in ascensore, anzi è un montacarichi a tre piani. Veniamo stipati, quasi come sardine, in dieci persone per piano, e poi si sale rapidamente fino in superficie. Si sale a velocità moderata, nel buio più totale e tra le grida di paura di qualcuno: altro che giostra. Giunti tutti all’ingresso della miniera, salutiamo i veronesi, augurandogli buon proseguimento: anche loro sono venuti in camper, il loro itinerario, però, è un po’ diverso dal nostro. Ci dirigiamo subito verso la fermata del nostro autobus, fortunatamente il sole non è ancora tramontato, anche se manca poco, così non rischiamo di perderci lungo la scorciatoia percorsa all’andata. Saliamo sul bus alle 20:10 e dopo un po’ arriviamo al camping al buio; non lo consiglio a nessuno visto che si percorre un sentiero immerso nella vegetazione: non voglio neanche pensare alla fauna. Il camper è sempre al solito posto. Ci concediamo una bella doccia rilassante, dopo di che mangiamo qualcosa. Alle 23:00, stanchi morti, ci addormentiamo nei nostri letti.

 

 

Martedì 10/08/2004          Sveglia alle 8:30, facciamo colazione e decidiamo il da farsi. La mamma, Chiara e Valeria vogliono rimanere al camping, e così fanno, invece io e papà andiamo di nuovo a Cracovia. Prendiamo quindi il primo tram che ci porta in città, da dove, giunti in prossimità del Barbakan, scendiamo. Andiamo subito a visitare il Muzeum Narodne (museo nazionale) Zbiory Czartoryskych in Ulica Sw. Jana, il prezzo del biglietto d’ingresso è  9,00 zl per papà e 6,00 zl per me. L’esposizione è interessante e varia. Ci sono vari utensili d’epoca, una pelliccia d’orso con tanto di testa, zampe e persino gli unghioni, sono esposte divise militari, spade. C’è anche un’ala del museo che è dedicata all’archeologia con reperti dell’antico Egitto, sarcofagi egizi, greci ed etruschi, statue romane e greche, alcune pergamene con sopra i geroglifici e via dicendo. Poi ci sono i dipinti, primo fra tutti “La dama con l’ermellino” di Leonardo da Vinci, c’è anche una tela di Rembrandt, e tanti altri artisti minori. Tutto sommato abbiamo gradito, una bella esposizione e pagata il giusto prezzo. Facciamo qualche foto con il bastione ricoperto di tele e ci dirigiamo in un negozio dove acquistiamo qualche rullino fotografico. Un’ultima passeggiata per Grodzka Ulica, per poi salire sul tram che ci porta al capolinea vicino al camping. Ci fermiamo un po’ al mercatino ortofrutticolo allestito giornalmente a pochi metri dal capolinea del tram, dove comperiamo prugne, zucchine e pomodori. Intanto la Mamma, Chiara e Valeria hanno ripulito ben bene il camper. Noi arriviamo alle 13:00 e, mentre le donne cucinano, laviamo ciò che abbiamo comprato. Sono le 14:10 e finalmente si mangia. Una volta saziatici, laviamo le padelle e diamo uno sguardo alla cartina giusto per vedere in che direzione andare.     17:30 Dopo aver pagato 206 zlotny per due giorni, svuotato i serbatoi di scarico e riempito quello dell’acqua potabile ripartiamo. Lasciamo Krakow, direzione Zakopane. [conta km gen. 20793 Km].     19:32 Dopo aver trovato un po' di traffico per lavori in corso, arriviamo finalmente a Zakopane, dove i polacchi vanno a trascorrere la settimana bianca. Facciamo rifornimento di gasolio ( 3,28 zl / litro     59,14 litri     193,98 zl ) ( in euro   0,75 € / litro     44,59 €  sempre con il cambio:  1 € = 4,35 zl ).     19:47 Si riparte. [conta km gen. 20879 Km].     Arriviamo in centro a Zakopane e facciamo un breve giro in camper. Poi, dopo aver comprato qualcosa, ceniamo e ci concediamo una passeggiata non proprio salutare visto che fa freddo e c’è parecchia umidità. Alle 22:45 finalmente andiamo a dormire. La strada nella quale abbiamo parcheggiato costeggia uno dei torrenti che scendono dalle vette e che vanno ad alimentare il fiume Dunajec, grandioso con le sue gole e le sue rapide. Un altro di questi torrenti scorre al lato sinistro del corso pedonale, proprio contiguo ad esso. Ovviamente, nel silenzio della notte, il fragore del torrente ci ha tenuto compagnia. E che compagnia …!

 

 

Mercoledì 11/08/2004          Sveglia alle 8:30. Facciamo un altro giro in centro per consumare gli ultimi zlotny. Il panorama che si gode da qui è stupendo. Siamo subito sotto alle pendici dei monti Tatra. Alle 9:45 si riparte. Aggireremo i Tatra da Est, per poi dirigerci verso Banska-Bytrica, che qui si pronuncia Baska-Bistrizza, e infine Budapest.     11:00 Attraversiamo il confine tra Polonia e Repubblica Slovacca a Lysa Polana. Soliti controlli di rito e si prosegue. Alle 13:00 ci fermiamo in un piccolo paese sulla strada per Ruzomberok, giusto il tempo di imbucare numero cinque cartoline ed arriva una multa da 500 S. korone (corone slovacche), pari a 12,50 €, per esserci fermati con un divieto di fermata; qui accanto c’è una caserma della polizia: che incoscienti. Noi non ne abbiamo corone, e così il poliziotto, con la carta d’identità di papà in mano, ci accompagna in banca per cambiare gli euro. Operazione di cambio: 1 € = 40,86 S. korone, noi cambiamo 15 € = 613 Sk. Pagata la multa ci restano 113 Sk che andiamo a spendere in un discount, cento metri più avanti. Ripartiamo dopo aver mangiato al volo. Alle 14:30, giunti alle porte di Ruzomberok, prendiamo la statale per Banska-Bystrica.     17:00 Passiamo la frontiera ungherese [conta km gen. 21190 Km].     18:30 Arriviamo a Budapest, ma finché troviamo il camping Ròmai e troviamo un posto all’interno si fanno le 20:00. Il prezzo è 2180 fiorini per il camper e 990 a persona + 186 di tassa di soggiorno per un totale 7313 fiorini; paghiamo in euro (1 € = 235 HUF) : 31 €. Ceniamo e andiamo a riposarci, oggi è stata una dura giornata, sia per chi guidava sia per chi sedeva dietro e doveva tener buono lo stomaco troppo stressato per via delle curve; e quella di domani non sarà da meno visto che ci attende una lunga giornata di marcia per le strade di Buda e Pest.

 

 

Giovedì 12/08/2004          Sveglia alle 8:00. Facciamo colazione e alle 9:00 siamo già alla fermata del treno leggero che ci porterà in centro. Purtroppo nessuno vende biglietti e l’unico modo è una colonnina automatica che accetta solo monete. Nessuno ha da cambiare, neanche un bar lì vicino. Decidiamo allora di viaggiare gratis, almeno per il tragitto di andata. Tutto va per il meglio. Appena scesi acquistiamo cinque biglietti per il ritorno e iniziamo a girare per Budapest. Ci dirigiamo subito verso il Parlamento, palazzo simbolo della città, che visto dalla sponda opposta del Danubio, quella di Buda, appare già un capolavoro di architettura. Una volta arrivati facciamo la fila per i biglietti, e scopriamo che, essendo noi cittadini dell’ unione europea, l’ingresso è gratuito. La visita ci viene prenotata per le ore 11:30. Visto che è ancora presto decidiamo di fare un giro nelle vicinanze. Nella stessa piazza si affaccia un altro edificio storico di gran gusto: è la sede del museo etnografico. Decidiamo di entrare e poiché è gratis, almeno la mostra al primo piano, iniziamo la visita. L’androne, così come la sala principale con le sue stupende scalinate marmoree, è degno di un palazzo reale. Al primo piano in bella mostra ci sono abiti antichi, abiti tradizionali delle varie regioni ungheresi, vi sono anche conservati attrezzi per lavorare i campi, strumenti di lavoro dei boscaioli, e torchi, botti e altri attrezzi usati dai mastri vinificatori locali. Vi sono inoltre due saloni che mostrano come era l’arredamento della vecchia casa ungherese e com’è quello della casa moderna, mostrando quelle che sono le differenze e quelle invece che sono le tradizioni che ancora permangono nei costumi delle popolazioni locali. Terminata la visita al museo percorriamo le strade in direzione del Duomo di S. Stefano, ma solo poi ci rendiamo conto che il tempo per arrivarci, visitarlo e tornare fino al Parlamento per le 11:30 non c’è davvero, così invertiamo la rotta. Alle 11:25 siamo di nuovo davanti al palazzo del Parlamento, dopo cinque minuti, puntualmente, iniziamo ad entrare dall’ingresso XII. La visita è guidata da una simpatica donna ungherese, Caterina, che parla un ottimo italiano. Percorriamo scale e corridoi fastosamente arredati e rifiniti, ed arriviamo nella sala della grande cupola dove al centro è conservata una teca di vetro che custodisce la corona di Santo Stefano Re d’Ungheria e tutt’intorno, a sorreggere la cupola, ci sono sedici colonne, ognuna delle quali ha su se stessa la statua di un sovrano ungherese. Mentre Caterina ci spiega quel che sa sui vari sovrani, si interrompe perché entrano nella sala tre militari ungheresi in alta uniforme, armati di spada, per “salutare la corona”. Quando Caterina termina con questa sala, proseguiamo verso la Camera dove si riuniscono i deputati ungheresi. Nell’altra ala dell’edificio vi è l’altra Camera, quella dei nobili, che però non visitiamo vista la grande somiglianza nelle forme, negli arredamenti e nei fregi. Dalla fine della seconda guerra mondiale il parlamento ungherese non è più costituito da due camere distinte, bensì da una sola. Alle 12:30 terminiamo il giro turistico in compagnia di Caterina e, vista l’ora, iniziamo a cercare un ristorante. Ci fermiamo di fronte alla Nyugati Terminal, la stazione ferroviaria principale di Budapest, al Noa Restaurant. Gli altri prendono insalate miste abbastanza ricche degli ingredienti più vari, io invece prendo una zuppa di cipolle in crosta di pane, davvero buona. Aggiungendo cinque bottiglie da 33cl. Di acqua, due birre da 33 cl. e due espressi, il tutto ci viene a costare 10170 fiorini pari a 43 euro circa. Una volta finito di pranzare, alle 14:45, ci dirigiamo verso il teatro dell’Opera, che scopriamo praticamente impossibile da visitare per lavori tecnici, probabilmente di allestimento per il prossimo spettacolo. Dopo aver dato un rapido sguardo ci rendiamo conto che stiamo perdendoci qualcosa da visitare assolutamente. Prossima tappa è il Duomo di S. Stefano, splendidamente barocco. Non è grandissima ma i fregi, le decorazioni, le statue, le tre navate sono tutti eccezionali. Purtroppo la reliquia di S. Stefano conservata solitamente in questa basilica (un dito) non c’è. Ci affrettiamo verso il Danubio, lì a duecento metri, e lo attraversiamo sul famoso Ponte delle Catene; una volta giunti sulla sponda destra del fiume saliamo su un ascensore che ci porta in cima, dove è situato il castello. La posizione è davvero panoramica, da qui proseguiamo verso Nord e dopo duecentocinquanta metri  giungiamo dinanzi alla chiesa di S. Mattia. Riusciamo solo a vedere il tetto maiolicato ed il bel campanile; purtroppo l’ingresso è consentito fino alle ore 17:00 e sono ormai le 17:35. Peccato, siamo saliti fin quassù appositamente! Facciamo qualche foto da quassù  con i Bastioni dei Pescatori, e il Parlamento oltre il Danubio come sfondo. Si è oramai fatta l’ora di rientrare e così scendiamo sempre più di quota fino ad arrivare al Duna (qui lo chiamano così il Danubio) proprio in Batthyani Ter, da dove prendiamo il treno leggero, che qui fa capolinea ed arriva fino a Szentendre. Bisogna scendere sottoterra nei locali della metropolitana; il treno parte alle 18:45 e il quindici minuti siamo a Ròmai Furto: la fermata più vicina al camping. Giunti al camper svolgiamo le operazioni di carico e scarico e, dopo una meritata, più che mai, doccia (oggi faceva veramente tanto caldo) mettiamo in moto il nostro mezzo ed andiamo via dal Ròmai Camping. Siccome sono già le 21:00 decidiamo di fermarci, subito praticamente, per cenare, poi magari faremo qualche chilometro. Finiamo alle 22:30 e iniziare il viaggio a quest’ora così tarda, con lo stomaco pieno, non è proprio cosa da farsi. Pernottiamo quindi qui davanti all’AcquaPark, vicino al camping Ròmai.

 

 

Venerdì 13/08/2004          Sveglia alle 7:30. Colazione e partenza alle 8:15. Andiamo a Szentendre, un’antica città serba sulla sponda destra del Danubio. Arriviamo alle 8:50 e paghiamo il parcheggio per un’ora: 250 HUF. Ci avviamo quindi verso il centro; la strada pedonale, piena di piccoli negozi di souvenir, di artigianato, di cristalli e di ristoranti e trattorie è la prima strada parallela al lungoDanubio dove abbiamo lasciato il camper. In un’ora vediamo tutto ciò che c’è da vedere e ripartiamo verso Esztergom che come Caterina, la nostra guida al Parlamento, ci ha detto è stata in passato la capitale dell’Ungheria ed è tutt’ora il centro di riferimento Cattolico in Ungheria.     10:45 Arriviamo a Esztergom; parcheggiamo proprio sotto la Basilica: 800 fiorini una tantum che pagheremo all’uscita. Ci giriamo tutte le bancarelle, una per una, e finalmente saliamo in cima al colle dove ad aspettarci troviamo una splendida quanto maestosa Basilica con un'immensa cupola che la sovrasta. Non c’è dubbio: era sicuramente da vedere !     12:30 Entriamo nel ristorante proprio sotto la basilica, a dieci metri dalle bancarelle e a cinquanta metri dal camper. Papà e mamma prendono due insalate miste, mentre io, Chiara e Valeria assaggiamo il Gulasch con contorno di patatine fritte + acqua e birra e due espressi: il tutto viene 9675 fiorini, noi paghiamo in euro, 40 €. Alle 14:30 abbiamo finito, ma giriamo per un’altra mezz’ora per bancarelle. Alle 15:00 partiamo verso Budapest, poi prenderemo la direzione del lago Balaton.     16:15 Da poco imboccata la statale 7, ci fermiamo in un’area di servizio gestita dalla Esso per fare rifornimento di gasolio ( 228 HUF / litro     27,08 litri     6200 HUF ) ( in euro  0,95 € / litro     25,83 €     con un cambio 1 € = 240 HUF ). La strada regionale con i suoi continui e soprattutto stancanti limiti di velocità (il più frequente 40 km/h: giusto per rendere l’idea) è insopportabile; decidiamo di fare l’autostrada. Alle 17:40 ci fermiamo a Szekesfehervar per comprare la “vignette” : con 6 €, pari a  1470 fiorini, abbiamo libero accesso alle autostrade ungheresi per quattro giorni. Noi lo useremo per poche ore soltanto. Alle 17:45 siamo sulla M7 diretti sempre a Sud-Ovest. Quando i nostri orologi segnano le 20:15 attraversiamo il confine tra Ungheria e Croazia, a Letenye. Cambiamo subito 70 € (qui il cambio è 1 € = 7,10 Kn ,  kune) : ci danno quindi 496,85 Kn. Facciamo il pieno di gasolio (6,27 Kn / litro     55,67 litri     349,05 Kn) ( in euro 0,88 € / litro     49,16 € ). Ripartiamo alle 20:50, dopo esserci riposati un po’. [conta km gen. 21655 Km].     21:10 Ci fermiamo in un’area di servizio, circa dieci chilometri prima di Zagreb, ceniamo e pernottiamo qui senza avere problemi di sorta.

 

 

Sabato 14/08/2004          Sveglia alle 7:30 . Colazione veloce e partenza alle 8:15. Alle 8:30 usciamo già dall’autostrada, all’altezza dell’aeroporto. Facciamo un giro per cercare un parcheggio vicino al centro, lo troviamo alle 9:30, paghiamo con un Parkirna Karta (1 ora = 4 Kn), una sorta di grattino tipo quelli austriaci. Andiamo verso la Cattedrale di S. Stefano che rappresenta un po’ la storia croata: travagliata. Incendi, terremoto, guerre, dominazioni varie hanno fatto sì che si susseguissero vari e diversi rifacimenti dallo stile romanico al gotico, dal rinascimentale al barocco fino al neogotico. Comunque complessivamente le regole del buongusto sono state più che rispetate e dal punto di vista artistico e architettonico è una bellezza che vale la pena di visitare. A pochi metri dalla cattedrale c’è un variopinto mercato ortofrutticolo dove facciamo alcuni acquisti: mele, pomodori, zucchine, tre piccoli peperoni in regalo, due forme di formaggio: uno caprino e l’altro pecorino. Alle 11:30 siamo fuori Zagabria, seguiamo le indicazioni per Ljubljana all’inizio, e poi quelle per Krapina, Maribor. Ci fermiamo quasi subito ad una barriera per pagare un pedaggio di 15 Kn alle 11:56. Alle 12:30 siamo in coda, un nostro collega italiano ci dice che abbiamo la frontiera due chilometri davanti a noi; arriviamo alla frontiera croata alle 13:00 e facciamo altri dieci minuti di coda fino alla stazione doganale slovena, controllano solo i documenti personali. Visto che abbiamo perso già parecchio tempo finora decidiamo di pranzare al “volo”. Alle 14:10 arriviamo a Maribor e giriamo per le vie del centro, visitiamo il duomo, la chiesa francescana, e troviamo anche il tempo di gustare un buonissimo gelato artigianale (un cono con due gusti viene 1,40 € ). Attraversiamo ancora una volta il fiume Sava, che taglia in due la città slovena, e usciamo diretti verso Ljubljana, la capitale della Slovenia, quando sono le ore 15:45. Una volta ingocciata l’autostrada si può finalmente calcare un po’ di più sull’acceleratore. Ora sono le 16:10 e ci fermiamo ad una barriera per pagare il pedaggio autostradale: il display visualizza 920,00 SIT (il cambio è 1 € = 227,8488 SIT, così viene 4,10 € (= 934,00 SIT) ). Alle ore 16:30 nuovo pedaggio autostradale: 460,00 SIT (dollari sloveni) (in euro viene 2,10 € (=478,0 SIT), il cambio è lo stesso di prima). Facciamo cinque, forse sei, chilometri di statale con limiti di velocità incredibilmente stressanti (40 e 60 km/h), poi si rientra in autostrada e subito paghiamo un nuovo pedaggio, alle 16:55, di 390,00 SIT (in euro viene 1,80 € = 410,00 SIT   al solito cambio). Alle 17:15 arriviamo a Ljubljana, parcheggiamo a cento metri dalla zona pedonale del centro storico, in Mala Ulica (vedi cerchietto blu numero 9 sulla nostra mappa, proprio lì). Percorriamo tutta Mala Ulica e scendiamo, già in zona pedonale, fino al fiume Ljubljanica, percorriamo il lungofiume verso destra nello stesso senso in cui scorre, alquanto lentamente, il corso d’acqua. Visitiamo la chiesa francescana riconoscibile dai suoi mattoni rossi. All’interno è tutta affrescata da pittori sloveni. Purtroppo non sono in buono stato, andrebbero restaurati al più presto in modo da perdere il meno possibile. Attraversiamo il fiume su uno dei due ponti che ci troviamo davanti, e arriviamo ad un ufficio turistico all’angolo, sulla sinistra. Con la mappa turistica in mano è tutto più facile. Avanti e sulla destra c’è il municipio con innanzi la fontana opera di Francesco Robba, il più eminente scultore lubianese del Settecento, in cui sono rappresentati, con sculture allegoriche i tre fiumi carniolini che sono Sava, Krka e Ljubljanica. Andando invece verso sinistra si arriva al duomo, dedicato a San Nicola, che visitiamo, e facciamo bene visti i dipinti, le sculture e il polittico in legno dipinto della Via Crucis che sono conservati all’interno. Belle anche le due porte con i bassorilievi. Torniamo verso il municipio e percorriamo tutta la zona pedonale fino alla fine dove ritroviamo la chiesa di Sv. Jakob che abbiamo trovato semichiusa; si poteva entrare, ma dopo poco una cancellata in ferro battuto impediva l’avanzamento. Come chiesa è piuttosto spoglia, ma le due navate laterali sono dei veri e propri gioielli: sotto ognuna delle volte, che sono cinque per navata, ci sono splendidi altari, ovviamente in scala ridotta, scolpiti nel marmo dall’eccellente scultore Francesco Robba. Svoltiamo a destra e ritorniamo al camper percorrendo il lungofiume. Lo attraversiamo sul Cevljarski Most, detto anche ponte dei calzolai, e proseguiamo sempre costeggiamo la Ljubljanica con la chiesa di mattoni rossi, la francescana, a fare da sfondo. Torniamo quindi al camper e messolo in moto giriamo a destra in Komenskega Ulica e di nuovo a destra in Resljeva Cesta, attraversiamo così il fiume sul Zmajski Most, detto ponte del Dragone per via dei quattro dragoni, forse in bronzo, che sono su di esso, due per entrambi i lati. Saliamo così sul colle che domina la città e sul quale è situato un bel castello. Parcheggiamo il camper proprio sotto i bastioni che circondano questo edificio medievale, ed entriamo per visitarlo sbrigativamente. Il panorama da quassù è una favola, sulla torre forse è anche meglio, specie se si è già girata a piedi la città qui sotto come abbiamo fatto noi. Quando sono le 19:35 ripartiamo senza difficoltà, mappa alla mano, verso Trieste, che in sloveno si scrive Trjst. [conta km gen. 22030 Km]. Tra poco, in Italia, il carburante costerà di più, così alle 19:40 ci fermiamo per farne rifornimento  ( 182,00 SIT / litro     52,49 litri     9569 SIT )    ( in euro 0,80 € / litro   42,00 €  cambiando 1 € = 227,875 SIT ).     19:50 Ripartiamo, e alle 20:32 paghiamo un pedaggio autostradale di 1300 SIT pari a 5,80 € .     20:35 Attraversiamo la frontiera slovena, poi quella italiana, senza alcun problema. Subito dopo Trieste entriamo nell’autostrada A4 che collega Trieste e Torino, noi la percorreremo fino a Padova, e ritiriamo il tagliando d’ingresso. Alle 21:30 entriamo nell’area di servizio Gonars Nord, dove cuciniamo e ceniamo; alle 23:00 ripartiamo. 23:43 Paghiamo il pedaggio autostradale a Venezia Est :  5,60 € ; e proseguiamo fino all’ area di servizio Agip S. Pelagio Ovest dove ci fermiamo alle 0:20. Dieci minuti e siamo tutti a letto.

 

 

Domenica 15/08/2004          Tutti svegli alle 6:45 , si fa colazione e alle 7:25 siamo in marcia verso Bologna.     8:30 All’area di servizio Sillaro Ovest ci fermiamo per sgranchirci un po’ le ossa e facciamo rifornimento di gasolio ( 0,98 € / litro     55,10 litri     54,00 € ).     8:47 Siamo pronti, si riparte. [conta km gen. 22413 Km]. Alle ore 9:49 usciamo dall’autostrada a Pesaro-Urbino, paghiamo il pedaggio di 14,30 €, e percorriamo la strada Urbinate (n° 423). Dopo 37 km fatti su questa strada provinciale tutta curve arriviamo a Urbino alle 10:30, ci dirigiamo verso il centro e troviamo un parcheggio (libero visto che oggi è Ferragosto) proprio a ridosso della zona pedonale. Alle 10:50 lasciamo finalmente il camper e iniziamo l'arrampicata verso Palazzo Ducale. Le caratteristiche urbanistiche dei borghi medioevali sono evidenti: vicoli stretti e ripidi davvero suggestivi. Si arriva così a Piazza Rinascimento con Palazzo Ducale sulla sinistra e la Cattedrale sulla destra. Continuiamo a percorrere le strade acciottolate, finché poi, arrivati alla chiesa di San Francesco giriamo a destra e si inizia a scendere di quota; anche da questa parte non si scherza con la pendenza delle strade. Arriviamo ai bastioni che seguiamo per trecento metri e più, fino a raggiungere il camper. Alle 11:45 ripartiamo e, dieci minuti più tardi giungiamo a Fossombrone dove inizia la superstrada per Fano.     12:30 Arrivati a Fano, entriamo in autostrada, sempre la A14. Alle 13:15, poco dopo Ancona, entriamo nell’area di servizio Conero Ovest dove ci fermiamo per cucinare e pranzare. Laviamo la padelle e alle 15:35 facciamo rifornimento di gasolio, quest’area è gestita dall’Agip (0,98 € / litro    37,75 litri     37,00 € ).     15:40 Ripartiamo verso Sud, a tavoletta. 19:45 Ci fermiamo all’area di servizio Murge Ovest per fare l’ultimo rifornimento utile di gasolio (Esso) di questa vacanza ( 0,95 € / litro     21,02 litri     20,00 € ). Alle 19:50 usciamo dall’autostrada: il pedaggio per il tratto da Fano a Bari Nord è 25,70 €. Prendiamo la statale 16 per Brindisi.     21:20 Siamo arrivati a Brindisi e stiamo parcheggiando. [conta km gen. 23227 Km].

 

Facciamo rifornimento di carburante così da riportare il serbatoio del gasolio alle condizioni iniziali

( 0,95 € / litro     57,89 litri     55,00 € ) .

 

Il viaggio di quest’anno si conclude qui. A risentirci all’anno prossimo, chissà la prossima Estate dove ci porterà. Magari Nordkapp in Norvegia, il limite a Nord della rete stradale europea.

 

 

Buon viaggio a tutti,     Mario


 

Viaggio effettuato nell'Agosto 2004 da Rosa, Vladimiro, Mario, Chiara, Valeria

Potete trovare ulteriori informazioni sulle localit toccate da questo itinerario nella sezione METE, e i pi recenti aggiornamenti alla situazione delle aree di sosta nella sezione AREE DI SOSTA.


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