quote:Originally posted by bruno b> Bruno sei forte. Leggendoti ho rivisto la mia infanzia e tutte le cose che mi sono state insegnate dagli anziani di casa. Da un po di anni mi sono messo a scrivere in rima e assolutamente in dialetto tutti i momenti e le situazioni di un tempo.Anch'io vengo da un piccolo paese a ridosso delle montagne, dove esiste ancora l'abitudine di salutare chiunque si incontra per strada anche se forestiero. Ho più di sessantanni e sono cresciuto in quei cortili dove tutti erano pronti a darsi una mano; per fare il fieno, per aiutare la mucca o la mamma che dovevano partorire, per fare vendemmia, per raccogliere il granoturco e trovarsi la sera a spannocchiare cantando e mangiando castagne cotte e bevendo il mosto ancora dolce, dove all'ora di pranzo c'era sempre un mestolo di minestrone o di pasta e fagioli in più per te, dove esisteva il rispetto per l'anziano, dove si ascoltavano i consigli degli anziani e se ne faceva tesoro. Non sto parlando di cento anni fà. Questo succedeva solo una trentina di anni addietro e nei piccoli paesi sulle alture succede tutt'oggi. Si sente ancora dare del voi a chi è più avanti con gli anni. Tutte queste cose sono cresciute con te, te le porti dentro e fanno parte del tuo bagaglio. Mi fà ridere quando senti dire che la scuola non riesce a educare. L'educazione incomincia in casa, in famiglia, nel rapporto genitori figli, come era normale nella vita di un tempo. Se uno ha inculcati questi princìpi sicuramente li utilizzera a dovere anche al giorno d'oggi. Io d'abitudine saluto tutti quelli che incontro per strada però a volte mi sento osservato come se li mandassi a defecare. In Francia dove mi reco spesso e volentieri ti salutano cento volte al giorno sia per strada che in ogni dove.La prima volta che ho varcato il confine sono rimasto nel vedere i saluti dei camperisti che incrociavo e dirò che mi ha fatto e mi fà piacere. Io la mano la alzo sempre, chi mi vuole rispondere è ben accetto, chi tira dritto liberissimo di farlo. Non tutti hanno la fortuna di nascere in un paesino piccolo piccolo. Ciao a tutti. ( ma id="Century Gothic">id="red">perchè tra gli smilies non c'è anche una manina?)id="Comic Sans MS">id="red">
Mi tornano in mente le parole della mia mamma quando diceva, per sottolineare atteggiamenti simili a quelli da te descritti "Uomini senza Dio!". Comunque, mi consolo sapendo che c'è tanta gente che è pronta ad aiutare gli altri, te compreso, dal momento che lo hai denunciato e continuo a credere che l'amore porta amore. DADO Comunque mi consolo sapendo che c'è tanta gente pronta ad aiutare gli altri. E' vero nessuno può negare ciò che dici. Il nostro paese è lo specchio di queste tue parole. Se si fermasse il mondo del VOLONTARIATO andremmo tutti a fondo. Poi però succede di incappare in certe situazioni che fanno star male . Vedi io provengo da una famiglia operaia e contadina, gente semplice gente che non aveva e non ha raffinatezza dialettica, cultura elevata, ma aveva ed hanno tuttora una qualità grandissima. L'altruismo. Ancor oggi con 85 anni sulle spalle mio padre si prodiga per gli altri, li aiuta nel poco che può ancora fare. E cosi' fanno i suoi vicini di casa . A volte capita di sentire suonare alla porta e ti ritrovi il vicino che tornando da una visita ai parenti gli rifila specialità di paese da assaggiare. Dove abitano i miei se uno sta male tutti cercano di prodigarsi nel limite delle proprie possibilità. Quando, e ci vado ogni giorno,vado a casa dei miei sembra di andare in un altro mondo, tutti salutano si offrono ancor prima che si debba chiedere. Quello è il mio brodo primordiale, e quando esco da quel mondo non riesco a capire come si possa restare indifferenti a ciò che ci succede attorno. Con questo non voglio dire che si dovrebbe bussare ad ogni porta per offrire i propri servigi, però un minimo di solidarietà anche solo nel chiedere notizie farebbe piacere. Purtroppo questo mondo va avanti cosi', frammentato in tante realtà. Da una parte vi sono persone che dedicano la loro vita al loro prossimo , da un'altra vi sono persone indifferenti a tutto e preoccupate solo di se stessi. Magari il fenomeno fosse limitato solo a noi camperisti, sarebbe come avere una bella mela rossa con una minuscola macchietta rosa. Purtroppo questo male è distribuito in ogni settore della nostra società, ed è frutto di quel benessere (falso)che porta al qualunquismo. Sarò un nostalgico , ma ai tempi della mia infanzia c'era si più povertà ma le persone erano più solidali. Probabilmente era proprio la consapevolezza che nella povertà ci si deve soccorrere uno con l'altro per poter andare avanti che generava tutto questo. Ora invece si vive nella falsa illusione di poter fare a meno degli altri. Abbiamo tutto, siamo in grado di trarci fuori dai guai da soli. Sarà pure vero, ma quello che abbiamo lasciato sul campo valeva molto di più. Comunque anche se io ho inserito quel post , voglio sperare che non tutte le persone siano come quelle e quel camionista che mi ha aiutato già è un esempio di persona diversa, e penso che come lui ve ne siano tantissime altre. Mettiamola cosi' sperando di azzeccarci:le belle notizie NON fanno notizia mentre quelle brutte finiscono sempre in prima pagina. Ciao: Bruno. id="green"> >
quote:Originally posted by elfetto> Savonese, non genovese, o sbaglio?[8D] comunque aspetto una risposta di Bruno, Elio, Antonio e pure Pilao: oh, lì il kulo è loro...
Provo a dire qualcosa io, in risposta alla ficcante domanda di Cippalippa. Il mio desiderio più grande è quello di sapere come fosse il Natale del '46: sono del '47 e ad ogni Natale - da quando ero piccolo - fino all'anno scorso - e quest'anmno sarà la stessa cosa - ho sempre sentito la gente, la stampa, i TG dire che "questo Natale è peggio dell'anno scorso". Da sessant'anni che è così! Come sarà stato bello il Natale del '46! Ancora con la puzza della polvere da sparo per la Seconda Grande Guerra appena terminata, molte famiglie con lutti in casa, dispersi, rovine, miseria, ecc. Io ho coscienza - naturalmente - non dal '47 ma dai primi anni '50 e, spiacente, ma preferisco l'oggi. Pensate quello che volete, ma aver passato tutta l'infanzia soltanto con i giocattoli costruiti da solo (uno solo comprato!), zoccoli di legno sotto la neve, maglie di lana che pizzicavano che più non poteva, polenta e minestra con il lardo di maiale, no, preferisco qualche pezzo di carne, un piatto di spaghetti, un telefono, la corrente elettrica in tutte le stanze, l'acqua corrente e non andarla a prendere con le brocche a 300-400 metri da casa cavata da un pozzo. Chi è nato dopo il '65 (quindi memoria reale dai primi anni '70) 'ste cose non le ha vissute, è già della generazione "ricca" e "benestante". E la fatica? Allora era tutto manuale, a forza di braccia. Ma mi fermo qui per non tediare nessuno. Mi scappa una battuta di un comico genovese "Facile essere gay con il culo degli altri"... facile rimpiangere gli anni di cui non si sa nulla. Elio >
quote:Originally posted by cippalippa> OK! Savonese! Volevo vedere chi leggeva con attenzione... Elio
Savonese, non genovese, o sbaglio? comunque aspetto una risposta di Bruno, Elio, Antonio e pure Pilao: oh, lì il kulo è loro... >
quote:Originally posted by cippalippa> Caro cippalippa a parte che io in un paesino ci vivo ancora, ma non è questo il punto. Quello che faceva la differenza erano le persone di allora, la maggior parte nate nella seconda metà dell'ottocento, magari analfabete, senza istruzione ma ricche di valori, di umanità, di fine intelligenza pur non avendo frequentato nessuna scuola. Erano tempi quando il poco era abbastanza, quando il pane non faceva ingrassare ma scacciava la fame. Io ci tornerei più che volentieri in quel mondo ma con quelle persone, perchè questo mondo consumistico, dominato dai media dove tutto quello che fai e che dici ti viene indirettamente imposto ( vedi modo di vestire, di parlare, di comportarsi)mi sta stretto. Vivi copiando dei personaggi vuoti che non hanno niente da insegnarti. Qualcuno di questi sentendo parlare del parco del Valentino ha chiesto se era il giardino dello stilista. Se noti adesso vestono tutti in gessato, la "sciarpetta" si porta come un cappio, si và con il collo di pelliccia e gli stivali ma l'ombelico in bella vista, il telefonino sempre in mano ti fà sentire importante, si usano parole che se chiedi cosa vogliono dire ti rispondono boh, le dicono tutti ( forchetta, forbice, filiera, gossip, welfare, ecc. ma parlate come mangiate, o mangiate così male?) E poi parolacce e bestemmie te le propinano in ogni film o in qualsiasi programma.Un film per essere bello deve essere violento, i personaggi degli sceneggiati sono tutti dottori, architetti, professionisti, non vedi mai un muratore un fonditore o un contadino. E questo sarebbe il progresso? Per conto mio era meglio quando i treni andavano a vapore e la vita era regolata dal suono delle campane e aggiungo anche quando i telefoni facevano DRIN. Forse sarò fuori dal tempo, vivere di ricordi lo sò non è bello, però è peggio vivere senza avere niente da ricordare. Tu qualcosa hai già capito dal momento che dici"state a invecchià se vi fanno ste domande" vuol dire che hai rispetto per gli anziani e che i loro consigli possono esserti utili, quindi hai capito perchè noi di una certa età e con la fortuna di essre cresciuti in un piccolo paese viviamo attaccati ai nostri di ricordi. Ciao carissimo. Non so di che regione sei, ma se me lo fai sapere la prossima volta ti mando un po di cose, ricordi in rima in dialetto novarese però, che ogni tanto scrivo e ti fanno capire come vivevamo noi oramai triventenni.id="Comic Sans MS">id="maroon">
molto, molto, piacevoli questi racconti, anche per chi come me ne ha un ricordo vaghissimo, e di un periodo meno remoto (fine anni '70). Poi però vennero le comodità, i supermercati, la carne a buon mercato, il latte fresco sotto casa, i pantaloni di marca, le medicine che curano tutto, le macchine, i motorini, la voglia di lasciare i paesini perchè "tristi", i camper, lunghe e succulente vacanze, la birra Heineken, quelli che se nu c'hai la cravatta di Armani sei un strunz, e soprattutto i film porno. E la gente, ricca, ricchissima come non mai prima, non sentì più il bisogno di mangiare la fettunta con i vicini di casa, bensì di mettere quanto più sottochiave i propri averi, e mangiava, consumava, risorse alimentari, energetiche, e terreni. A questo punto, la domanda è lecita, ed è una domanda profonda, non polemica, accorata: noi, di questa generazione (nati anni '70), tutto questo ce lo siamo trovato, e c'è anche garbato; ma voi, che avete provato altro, indietro ci tornereste? e se si, perchè non lo fate domattina, di tornare a vivere nei paesini di campagna, che ancora ci sono? ho un dubbio: ci tornereste davvero a fare la vita degli adulti che vedevate da bambini? ci tornereste a fare la vita di un agricoltore o di un operaio classe 1920, oppure alla fine tornereste di corsa alla bigia e bigotta Londra (Lucca, dai...[8D]), Genova, Firenze, Torino, del XXI secolo? PS: stragiuro che la domanda non è polemica (a rileggerla mi è venuto desiderio di sopire questo dubbio), sono veramente curioso di conoscere il vostro punto di vista, tutto qui. Perchè qualsiasi risposta può essere utile anche a quelli meno "verdi" di età, che in fondo, questi quesiti, se li pongono quotidanamente, e fanno fatica a darsi una risposta (però state a invecchià se vi fanno ste' domande, eh[:D][8D][:)]). Un caro saluto >
quote:Originally posted by cippalippa> Tranquillo. Quello è arrivato dopo, ed è un altra storia. [8D] Buona notte. pilao
pilao, non t'ho sentito menzionare il Cisternino, comincio seriamente a preoccuparmi[:p] >
quote:Originally posted by cippalippa> EEhhhh, Francesco, tu stuzzichi i ricordi di noi "anziani". A proposito, dalle mie parti (ma forse anche altrove) c'è un detto che recita:"...quando, ad un certo punto della vita, ti senti dare del "Voi" o del "Lei" vuol dire che agli occhi degli altri sei ormai "anziano"...". Tu chiedi se torneremmo indietro o vivremmo in un paese. Beh, ti dico che io abitavo in città fino a 14 anni fa, ma con mia moglie, al momento di decidere l'acquisto di una casa, causa anche i costi qui in Riviera, l'abbiamo acquistata in un paesino sulle alture di Savona. Tanto verde, tranquillità, non vi sono problemi di parcheggio, la neve d'inverno (come ai vecchi tempi, miei), le castagne in giardino, tramonti da favola con la vetta del Monviso da sfondo con le Alpi, il mare della Riviera dall'altra parte...Per noi un mezzo paradiso! Ma anche umidità...Siamo sull'alta via ligure. Ti dirò che in parte soddisfa i miei ricordi d'infanzia ed in parte soddisfa il desiderio di verde, spazio, tranquillità anche di mia moglie, nata e cresiuta in città, anzi sulla spiaggia. Tornerei ai tempi dei ricordi? Mah...Egoisticamente, mi piace ricordare quei tempi (neanche tanto lontani, poi, io sono del '54, quindi gli anni '60), mi piacerebbe rivivere quegli eventi pieni di tanta semplicità, di tanta "naturalità", di cose genuine (ma ce ne sono anche ora, però), però, però...mi accodo a quanto detto da Elio (elfetto), sempre egoisticamente, non me la sentirei di rinunciare alle comodità odierne, alla varietà della cucina odierna (quantunque nella mia famiglia, mia mamma si prodigava in mille modi per farci mangiare genuino usando gli stessi prodotti della nostra campagna, la farina del nostro grano, il vino delle nostre vigne, le patate prodotte da noi, le verdure e i pomodori del nostro orto, l'ottimo olio dei nostri ulivi, le galline e i conigli di nostra produzione, le uova fresche, il latte appena munto). No, in tutta sincerità preferisco le comodità odierne pur con lo stress, la fretta, la frenesia, i problemi (e quando mai sono mancati!) però...non posso negare che una certa nostalgia per i tempi andati ogni tanto mi assale. Talvolta, solo ascoltando un brano musicale o un pezzo dei Beatles o dei Rolling Stones, o del cantautore nostrano di quei tempi mi assale un piacevole senso misto di nostalgia e piacere di aver vissuto quell'epoca, talvolta ascoltando Roma Capoccia di Venditti (al quale mia moglie ha sempre sostenuto che io assomigliassi!![:D], ma lui è senza barba, però[8D]), brano dei tempi della mia gioventù. Tuttavia, oggi, nonostante molti esprimano il desiderio di fare "gli agricoltori", probabilmente ignorano i sacrifici, i costi anche, che comporta. Per il contadino o l'agricoltore, specialmente se ha una stalla o, comunque degli animali, non esiste Natale senza lavorare, non esiste Pasqua o Capodanno, la vacanza è una pura fantasia, persino il matrimonio di un figlio o di una figlia costituisce un problema, poichè le bestie devono mangiare tutti i giorni, devono essere accudite giornalmente, le mucche devono essere munte tutti i giorni ad orari più o meno costanti pena la tremenda sofferenza dovuta alle mammelle piene di latte con rischio "mastite". Insomma, quella dell'agricoltore è una "vitaccia" che non farei. Anzi non RI-farei. Ci sono cresciuto. I miei erano agricoltori. In proprio. Non ci mancava nulla, è vero, ma quanti sacrifici, quanta fatica, con il caldo e con il freddo, e, quando il raccolto andava distrutto per qualche evento atmosferico, era una mezza tragedia per il mancato introito economico. Sai, non c'era lo stipendio. Tutto si basava sulla produzione che si riusciva a fare. E, se questa non "arrivava" non c'era neanche la possibilità di chiedere sussidi allo Stato come ora. No, decisamente preferisco la vita odierna, magari condita con la passione per l'orticello, il giardino, vedere comunque lo scorrere delle stagioni dalla nostra posizione "campagnola" del paesino ancora a misura d'uomo. Insomma, ogni tanto è bello ricordare i bei tempi andati, ma è innegabile che i sacrifici richiesti da quella vita fanno propendere i desideri per quella attuale, più comoda, più sicura, anche, dal punto di vista economico. Ciao simpaticone Elio Vita.
molto, molto, piacevoli questi racconti, anche per chi come me ne ha un ricordo vaghissimo, e di un periodo meno remoto (fine anni '70). Poi però vennero le comodità, i supermercati, la carne a buon mercato, il latte fresco sotto casa, i pantaloni di marca, le medicine che curano tutto, le macchine, i motorini, la voglia di lasciare i paesini perchè "tristi", i camper, lunghe e succulente vacanze, la birra Heineken, quelli che se nu c'hai la cravatta di Armani sei un strunz, e soprattutto i film porno. E la gente, ricca, ricchissima come non mai prima, non sentì più il bisogno di mangiare la fettunta con i vicini di casa, bensì di mettere quanto più sottochiave i propri averi, e mangiava, consumava, risorse alimentari, energetiche, e terreni. A questo punto, la domanda è lecita, ed è una domanda profonda, non polemica, accorata: noi, di questa generazione (nati anni '70), tutto questo ce lo siamo trovato, e c'è anche garbato; ma voi, che avete provato altro, indietro ci tornereste? e se si, perchè non lo fate domattina, di tornare a vivere nei paesini di campagna, che ancora ci sono? ho un dubbio: ci tornereste davvero a fare la vita degli adulti che vedevate da bambini? ci tornereste a fare la vita di un agricoltore o di un operaio classe 1920, oppure alla fine tornereste di corsa alla bigia e bigotta Londra (Lucca, dai...[8D]), Genova, Firenze, Torino, del XXI secolo? PS: stragiuro che la domanda non è polemica (a rileggerla mi è venuto desiderio di sopire questo dubbio), sono veramente curioso di conoscere il vostro punto di vista, tutto qui. Perchè qualsiasi risposta può essere utile anche a quelli meno "verdi" di età, che in fondo, questi quesiti, se li pongono quotidanamente, e fanno fatica a darsi una risposta (però state a invecchià se vi fanno ste' domande, eh[:D][8D][:)]). Un caro saluto >
quote:Originally posted by bruno b> Appunto, è lì che mi sorge il dubbio[:)] Questo indubbio benessere s'è portato dietro, insieme a tante cose buone, i condomìni, le strade, i rifiuti, le automobili per tutti, la televisione per tutti, spazi ristretti, aria inquinata, l'esigenza di correre tanto per potersi godere a pieno questo benessere. Ora ti chiedo: dopo avere corso tutto il giorno per lavorare, torno a casa dopo mezz'ora di traffico per fare 1 km, non trovo parcheggio e giro un'altra mezzora, alla fine lo trovo e esco, tossisco per lo smog che mi sono inalato in questa ora, trovo il mio vicino (quello che si è preso il posto sotto casa, 'tacci sua), e che faccio? ti pare che ho voglia di mangiarci assieme la fettunta? ahahahah[8D] una battuta, dai, ma forse un pò è vero che si sta bene insieme agli altri quando si ha poco da spartirsi[;)] Ciao
Caro Cippa, non è che fai un po di confusione tra ciò che è materiale e ciò che invece appartiene alla sfera dei sentimenti?. id="green"> >
quote:Originally posted by Roberto66> faremo delle nuove regole del buon camperista: Parcheggiare il più distante possibile. Controllare 24h (possibilmente a turno) se il nostro "distante" avesse bisogno di aiuto. Nel caso ne avesse, avvicinarsi con cautela a piedi, chiedere se è uno di quelli che dobbiamo parcheggiare il più distante possibile da lui, e se la risposta è affermativa, lasciare moglie e figli in mezzo alla strada, perchè dal suo camper devono stare distanti,caricarlo sul nostro per prestargli soccorso,e magari accompagnarlo a casa e una volta che si è ristabilito portarlo di nuovo al suo camper, sempre avendo premura di non avvicinarsi troppo, in fine recuperare la famiglia.
certo che siete buffi... centinaia di post per accusare quelli che si mettono troppo vicino , quelli che hanno il generatore , se uno apre un finestrino quello affianco lo mitraglia , quello che se vede un camper in un parcheggio glielo fa saltare perche' ci sputtana.. quello che se ha lo scassone e' un morto di fame e se ha il megacamper e' un pappone... poi pretendete che vi diano una mano ? quelli stessi che non sopportate avere vicino ? quelli che leggono ste cose su questo forum si guarderanno dall avvicinarti. suvvia un po' di cooerenza , ormai al mondo regna l' indifferenza ovviamente con rammarico roberto >