Vi pubblico la lettera di l'ACTItalia al comune di Bologna sulla protesta per la chiusura dell'area attrezzata.
ACTI era in cc sulla mail che ha lanciato camperisti-ITA con il movimentocamperisti.
segue:
sindaco@comune.bologna.it
assessoremobilitalavoripubblici@comune.bologna.it
assessoreattivitaproduttive@comune.bologna.it
Egr. Sign.Sindaco
Egr. Assessore Viabilità e lavori pubblici
Egr. Assessore Attività produttive
Città di Bologna
Lo scrivente, Presidente Onorario della Federazione nazionale ACTITALIA, nonché Segretario Generale della medesima è venuto a conoscenza, attraverso alle reiterate proteste dei Soci dei Club affiliati alla nostra Federazione, della chiusura dell’area di sosta di Via Tanari, unico approdo per questo tipo di turismo nella città di Bologna, fatta eccezione del Campeggio, situato in scomoda posizione per chi usa il camper, oltre all’onere elevato del costo per una famiglia di più persone.
Turismo è una parola importante che raramente nei grandi centri viene assimilata al nostro modo di viaggiare, tutt’altro. Ma anche Lei sa che questa “discriminazione metropolitana” non è per nulla conforme alla realtà.
Mi permetto ricordarle i milioni di persone italiane ed estere che ogni anno viaggiano in camper in Italia, la loro capacità di spesa media giornaliera, il numero di giorni di presenza turistica che potenzialmente rappresenta un possessore di un camper (il triplo di un turista normale), il costo medio elevato di ogni mezzo (che comporta una spesa onerosa per ogni famiglia che decide di acquistarlo), i fatturati del comparto produttivo in cui l’Italia è leader (che sono sempre costantemente in crescita), le potenzialità economiche che sono alla portata di chi sa ospitare il turista in camper (tutto ciò a fronte di una presenza non invasiva).
Lasciamo tutti questi argomenti alle indagini di settore.
Visitare una città con un autocaravan ci porta a viverla, a frequentare i suoi mercati, le sue botteghe, mischiarci con la gente, allo stesso modo in cui si visita un museo, una piazza, una chiesa cercando quella continuità che congiunge le sue opere d’arte alla vita di tutti i giorni di coloro che l’abitano.
Questa è la filosofia seguita, più o meno consapevolmente da chi usa un camper.
Se la cultura è ricerca di conoscenza, la nostra è una conoscenza diversa, non mediata dai pacchetti di viaggio, dai filmati televisivi, dai libri di testo, ma organizzata in proprio, vissuta sul campo, i cui attori sono persone rispettose delle regole.
Chi Le scrive, già insegnate di fisica di scuola superiore e poi Preside, ha avuto modo prima con la caravan dal lontano 1967, poi con il camper, di far conoscere alla propria famiglia (moglie e 4 figli) la città di Bologna in occasione di congressi e esami di Stato.
I nostri figli sono stati educati facendo conoscere loro quasi tutta l’Italia e numerosi altre nazioni europee ed extra Europee in questo modo. Fino a una decina di anni fa in ognuno di questi luoghi è stato accolto, con rispetto e direi con riconoscenza.
Mi rendo conto delle attuali difficoltà di circolazione e di parcheggio, ma sono convinto che una persona che guardi al di là del proprio orticello, prima di sopprimere un servizio di alta valenza sociale, avrebbe dovuto pensare alla sua sostituzione, se mai con qualcosa di valenza maggiore.
Vorrei dunque capire, ora che ottantenne mi dedico con passione a questa forma di turismo, collaborando con riviste avendo conseguito l’iscrizione all’albo dei giornalisti di San Marino e essendo iscritto al Sindacato della Stampa Italiana, perché al divieto di sosta ai camper in un luogo che seppure non dei migliori, permetteva almeno di pernottare o di dedicare del tempo alla visita della città, non si sia pensato di studiare o far studiare la sua sostituzione.
Non penso di avere riscontro, però spero che la mia nota determini in Lei e negli Assessori preposti un ripensamento relativo alla soluzione di questo grave problema.
Con deferenza
Dott. Prof: Camillo Musso
musso.camillo@tiscali.it
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