quote:Risposta al messaggio di Laikone inserito in data 17/04/2015 15:38:36 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> ma sì, Laikone, sono sopravvissuto al costo della prolunga... si fa soprattutto per capire [:)] Marco
quote:Risposta al messaggio di franco1945 inserito in data 17/04/2015 19:28:39 L'intervento di MarcoBO mi impone di rientrare. >> Grazie, ma non farla sembra una punizione [:)]
quote: Sulla sezione minima sono tassativo : a meno che non si utilizzino protezioni supplementari, come ad esempio fusibili di basso amperaggio, la sezione minima da utilizzare per un cordone da campeggio è 2,5 mmq. >> mi era sempre sembrato così, ma l'articolo da te linkato la pensava diversamente, per cui mi sono sentito in obbligo di porti la domanda.
quote: Dietro la "raccomandazione" del 2,5mmq minimo, c'è una complessa questione che coinvolge la termodinamica e la conoscenza del comportamento della rete elettrica a monte in condizioni di corto circuito terminale. E' una questione ingegneristica molto complicata che ho più volte tentato di spiegare e semplificare con risultati pressochè nulli su questo forum, mentre al contrario in altre sedi ho avuto miglior fortuna. >> capisco che non ci credi, ma mi sono chiare e non penso proprio di essere l'unico. Il punto sulle mie domande non era tecnico ma sulla "norma" per meglio capire la situazione. È chiaro che se ho scontrino, foglietto o qualunque prova della prolunga in mio possesso prima dell'incendio che avrò provocato sono in una botte di ferro. È altrettanto chiaro - almeno a me - che non è ragionevole aspettarsi che il campeggiatore ne sia in possesso.
quote: Viste le invariabilità delle problematiche a monte ritengo ben difficile futuri aggiornamenti nel senso che ipotizzi (andare al 6 mmq). >> L'esempio era un po' provocatorio. Non userò la vecchia prolunga, ma nel 1980 quali erano le norme a riguardo? Che cavo avrei dovuto usare? Ciao e grazie, Marco
quote:Risposta al messaggio di suki74 inserito in data 17/04/2015 20:44:26 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> risposte per suki74 nei prodotti di qualità è impressa la dizione del grado di protezione e richiamate le norme di prodotto. ATTENZIONE il grado di protezione deve essere garantito in tutto il prolungo. Il punto più delicato è il passaggio discontinuo tra cavo e apparato, spina o presa che sia. Dalle foto sembrerebbe che solo con un cavo di quel diametro il passaggio possa ancora definirsi stagno e non ho modo di appurare cosa ci sia all'interno della spina e della presa. Inoltre è impossibile verificare quali dispositivi siano previsti per "l'antistrappo", cioè per impedire che sotto trazione uno dei trefoli si distacchi provocando situazioni di potenziale pericolo. L'assiemaggio "fai da te" o anche fatto da un elettricista in questo caso non vale molto perchè nessuno dei due è in grado di certificare certe rispondenze normative che solo laboratori attrezzati possono compiere e certificare. Bravi per quanto possiate essere tu o l'elettricista non potete certificare queste cose. Di converso però una dichiarazione in tal senso ( o anche delle foto) aiuterebbe "me" difensore da un lato a dimostrare la buona fede del cliente e dall'altro ad inguaiare l'elettricista che per denaro si è spacciato per quello che non è carpendo la buona fede del mio cliente. Per evitare tutte queste storie (s e g h e mentali) è preferibile dedicare le proprie energie e voglia di "far da te" a lavoretti di bricolage vario senza implicazioni tecnico-legali, comprare un prolungo assiemato bello, pronto, garantito secondo CEI 64-8, ed andare a divertirsi con la famiglia. P.S.: spiegazione per gli elettricisti. gli elettricisti dotati di apposita idoneità possono dichiarare la conformità di alcuni tipi di impianti elettrici ( solo alcuni e con molte limitazioni) da loro realizzati. Va da se che costruire un apparato elettrico NON è un impianto e quindi esula dalla loro competenza. Un elettricista può costruire alcuni tipi di impianti, utilizzando solo materiali conformi (norme di prodotto) e adatti allo specifico utilizzo (norme impiantistiche) posti in opera secondo la regola dell'arte ( legge 186 - legge 46/90 - D.M. 37/2008 e varianti).
quote:Risposta al messaggio di MarcoBo inserito in data 17/04/2015 23:39:46 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> caro Marco, intanto sono lieto di annoverarti tra quelli (pochi) che non romperanno mai le [8][8] continuando la trita e ritrita insopportabile solfa che recita sempre più o meno così: " si, ma io ho solo 2 lampadine e il frigo e per me 1 mmq a 150 metri la caduta di tensione è tot volt, oppure il mio manuale delle ex-giovani marmotte dice che 4A/mmq va sempre bene, e quindi mene frego della norma CEI". la questione del come ci si sarebbe dovuto comportare negli anni 80 e quali erano le normative è invece più intrigante anche se ha solo valore accademico. Sono le 11:30 circa e mia moglie urla che se non chiudo andrò incontro alla sua rappresaglia. nel pomeriggio affronteremo la questione. buon pranzo
quote:Risposta al messaggio di simi87 inserito in data 19/04/2015 15:11:46 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> La protezione dell'impianto in caso di cortocircuito non ha nulla a che vedere con quello che ci attacchi normalmente. Filo lungo e sottile significa che un eventuale cortocircuito vicino alla presa alla parete del camper oppure vicino al magnetotermico interno al camper fa passare una corrente troppo bassa e non sufficiente a far scattare le protezioni del campeggio e ciò significa fiamme. Marco.
quote:Risposta al messaggio di suki74 inserito in data 19/04/2015 19:07:06 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Esattamente. La colonnina potrebbe anche avere un limitatore da 16 ampere che è la portata massima della presa CEE ed è su quella portata che si basa la raccomandazione tecnica. In generale, a parte la normativa e il 220, non c'è nulla di più pericoloso di un fusibile grosso su un lungo filo sottileid="red">. Quello che noi chiamiamo cortocircuito in realtà corrisponde ad una corrente che non è infinita ma che ha un valere ben preciso. Se questo valore non è sufficiente a far saltare le protezioni qualcosa alla fine va a fuoco. La "raccomandazione tecnica" consente di non essere implicati giuridicamente in caso di guai, altre soluzioni alternative alla raccomandazione tecnica vanno sapute documentare in fase contenziosa. Marco.
quote:Risposta al messaggio di simi87 inserito in data 19/04/2015 15:11:46 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> simi87 è pregato caldamente di leggere le centinaia di interventi miei e di Marco - Emme48 e di smetterla con la pallosa menata della potenza. Non se ne può proprio più !!
quote:Risposta al messaggio di suki74 inserito in data 19/04/2015 19:07:06 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Tento di dire con altre parole il concetto correttamente esposto da Marco. Adottando la "raccomandazione " CEI il nostro cavo (più grosso in sezione e più prestante nell'isolante) avrà maggiori probabilità di resistere indenne per il tempo che le scadenti protezioni a monte impiegheranno ad aprire il circuito in condizioni di cortocircuito. Viceversa, un cavo più sottile e con un pvc di qualità scadente, ha moltissime probabilità in più di prendere fuoco lui e di appiccarlo a quanto di combustibile trova nelle vicinanze ( carta, plastica, erba secca, ecc.). L'adozione di cavi sottili e scadenti è pericolosa ed eleva di molto le probabilità di andare incontro ad un infortunio. L'adozione del cavo "raccomandato" NON E' la sicurezza totale, che negli impianti e macchinari è sempre asintoticamente irraggiungibile, ma è un compromesso, facile e semplice da adottare, che riduce sensibilmente il rischio. TUTTI i regolamenti in campo di sicurezza ( sul lavoro, nelle case, ospedali, nelle costruzioni antisismiche e centrali atomiche) si basano sul concetto di rischio accettabile. Rischio accettabile significa prendere coscienza che il rischio permane sempre ma che di volta in volta si devono adottare misure sempre più sofisticate a seconda i pericoli. Le misure di prevenzione devono poi essere realizzabili con un costo proporzionato ai vantaggi. Nel nostro caso sarebbe ancora più sicuro adottare cavi da 4 o 6 mmq. Una simile prescrizione - giustificata tecnicamente - sarebbe irrealizzabile di fatto e non applicata. Alla fine il rimedio sarebbe peggio del male. Con la "raccomandazione " del CEI limitata 2,5 mmq si dà un colpo al cerchio e un colpo al timpagno, con la speranza che la botte non perda.
quote:Risposta al messaggio di simi87 inserito in data 19/04/2015 22:42:01 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> simi87, ascolta, non si può inventare... un "magnetotremico da 10 ampere" ha internamente due meccanismi separati di intervento. Scatta in maniera immediata (intervento magnetico) a 10 volte la corrente nominale e cioè 100 ampere e/o dopo 30 secondi a 25 gradi centigradi con la corrente nominale (10 ampere in questo esempio). La corrente in un cortocircuito è data dalla solita legge di Ohm. Tensione diviso la resistenza totale dei cablaggi che potrebbe essere tutto compreso (cablaggi del campeggio, cavo, contatti sugli interruttori, ecc) anche 3 Ohm. Quindi la corrente non è infinita ma potrebbe essere di 70 ampere assolutamente insufficienti per far scattare SUBITO la protezione magnetica di un magnetotermico da 10 ampere (magneticamente scatta a 100 ampere). A quel punto interviene la protezione termica del limitatore che però è LENTA A INTERVENIRE e lascia il tempo al cavo e ai contatti di scaldarsi elevando la resistenza e abbassando ancora la corrente. Questo riscaldamento dei contatti e dei fili rallenta ulteriormente l'intervento termico del magnetotermico lasciando il tempo ai cablaggi di bruciare. Marco.