In risposta al messaggio di Giovanni del 06/10/2018 alle 09:30:53Quindi quando sponsorizzano i booster come poweP service o simili e dicono che l alternatore da solo non carica mai le batterie oltre il 70 % non è vero!? In realtà ci mette solo molto tempo? ( In effetti le batterie motore sono sempre al 100,%)
Infatti! Caricare una batteria non significa buttar dentro qualcosa ma significa attivare una reazione chimica la quale separa gli elettroni positivi da quelli negativi. E' necessaria una minima tensione superiore a quelladella batteria per attivare questa reazione e la massima è definita dalla tipologia di batteria. Questa operazione fa si che la tensione della batteria aumenti. Quindi, più la fonte è in grado di fornire energia (ampere), più cercherà di elevare la tensione della batteria e, conseguentemente, più corrente transiterà dalla fonte alla batteria. Però, a maggiore corrente, corrisponde maggiore calore provocato dalla eccessiva reazione chimica interna alla batteria e questo, oltre a rendere vano l'eccesso di corrente prodotta, genera problemi anche alla batteria con un precoce invecchiamento. Caricare una batteria con poca corrente fa si che la batteria non ne soffra; se la corrente è minima come nell'esempio da me citato (13.5 volt), la batteria necessiterà di molto tempo, molto ma molto di più che caricarla alla tensione massima, ma, alla fine raggiungerà sempre la massima carica possibile. Non è tanto l'aver raggiunto i noti 14.4 volt alla massima carica, quanto invece la batteria può indicare a riposo che è l'unico modo, seppur empirico, per definire carica o non carica una batteria. Giovanni
In risposta al messaggio di Giovanni del 06/10/2018 alle 09:30:53"elettroni positivi
Infatti! Caricare una batteria non significa buttar dentro qualcosa ma significa attivare una reazione chimica la quale separa gli elettroni positivi da quelli negativi. E' necessaria una minima tensione superiore a quelladella batteria per attivare questa reazione e la massima è definita dalla tipologia di batteria. Questa operazione fa si che la tensione della batteria aumenti. Quindi, più la fonte è in grado di fornire energia (ampere), più cercherà di elevare la tensione della batteria e, conseguentemente, più corrente transiterà dalla fonte alla batteria. Però, a maggiore corrente, corrisponde maggiore calore provocato dalla eccessiva reazione chimica interna alla batteria e questo, oltre a rendere vano l'eccesso di corrente prodotta, genera problemi anche alla batteria con un precoce invecchiamento. Caricare una batteria con poca corrente fa si che la batteria non ne soffra; se la corrente è minima come nell'esempio da me citato (13.5 volt), la batteria necessiterà di molto tempo, molto ma molto di più che caricarla alla tensione massima, ma, alla fine raggiungerà sempre la massima carica possibile. Non è tanto l'aver raggiunto i noti 14.4 volt alla massima carica, quanto invece la batteria può indicare a riposo che è l'unico modo, seppur empirico, per definire carica o non carica una batteria. Giovanni
In risposta al messaggio di Hunter85 del 06/10/2018 alle 11:56:06Effettivamente elettrone si attribuisce il meno, al protone il più.
elettroni positivi
In risposta al messaggio di IvanG del 06/10/2018 alle 12:04:53
Effettivamente elettrone si attribuisce il meno, al protone il più.
In risposta al messaggio di Giovanni del 06/10/2018 alle 13:14:52Mi è venuta la curiosità di andare a rivedere bene come funziona una batteria ricaricabile...
Hai ragione ma, parlando fra persone poco ferrate in materia, perché non tutti possono sapere tutto, ritengo sia meglio mettere in mezzo meno personaggi possibili. E' il concetto che conta, secondo me, senz'altro sto peròsbagliando. Come dire che la corrente continua va dal polo positivo al polo negativo; è ormai convenzionalmente accettato ma, nella realtà è il contrario; eppure si vive lo stesso. Comunque hai fatto bene a specificare. Giovanni