In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 16:34:52
Il raffrescamento evaporativo (chiamato anche raffrescamento adiabatico), si basa su di un ben determinato principio fisico. Si utilizza una delle proprietà fisiche dell’aria la quale è in grado di assorbire, e quindicontenere, vapore acqueo (acqua) in funzione della sua temperatura. Il rapporto di vapor acqueo contenuto in un dato momento definisce la % (percentuale) di umidità relativa (U.R.) dell’aria in questione. Il raffrescamento evaporativo permette di aggiungere all'aria la quantità di vapor acqueo ad essa mancante per renderla satura (o molto prossima alla saturazione), cioè con una umidità del 100%. Se un volume d’aria ha una % di U.R. molto bassa, significa che può assorbire altra acqua fino ad avvicinarsi al 90/95% di U.R. L’assorbimento del vapor acqueo da parte dell’aria è possibile grazie al suo calore contenuto, che consente di far evaporare una certa quantità di acqua che si trasforma appunto in vapor acqueo. Questo calore “di evaporazione” viene prelevato alla stessa aria, che quindi aumenta la sua % di U.R. cedendo parte del suo calore, e quindi abbassando la sua temperatura. Più l’aria è secca e più vapor acqueo può assorbire, mentre più è umida, meno è in grado di riceverne altro. Inoltre, la quantità assoluta di vapor acqueo che l’aria può contenere dipende dalla sua temperatura: più l’aria è calda e più è in grado di assumere vapor acqueo e viceversa. Questa caratteristica fisica viene sfruttata da noi progettisti e delineata tramite l'uso del diagramma psicrometrico. Tecnicamente la trasformazione subita dall'aria durante il raffrescamento evaporativo è paragonabile a una trasformazione isoentalpica, cioè ad a una trasformazione dove non varia il contenuto entalpico. Questa trasformazione avviene senza uno scambio diretto di lavoro o di uno scambio diretto di calore con l’ambiente: da qui la definizione di raffrescamento adiabatico. La trasformazione determina una riduzione di calore sensibile (diminuzione della temperatura dell’aria) ed un aumento di energia termica latente (aumento del contenuto di vapor acqueo). Nel processo di raffrescamento evaporativo l’aria in ingresso si umidifica e contemporaneamente si raffredda: ad es: passando dalle condizioni a U.R. = 50% con temperatura=35°C alla condizione di U.R. = 90% cedendo vapore acqueo all'aria, la sua temperatura scende a 27°C. non lo dico io, lo dice la fisica. L’effetto di raffrescamento di un evaporativo non può essere paragonato ad un sistema di condizionamento “tradizionale” ottenuto comprimendo un fluido refrigerante in un circuito chiuso: dipende in buona parte dalle condizioni di temperatura e U.R. dell’aria esterna e dal grado di saturazione ottenibile dalla macchina di raffrescamento. Maggiore è la capacità di saturare l'aria, maggiore sarà il raffreddamento dell’aria in uscita dall’apparecchio verso i volumi da raffrescare. la resa dei dispositivi che sfruttano il sistema di raffrescamento adiabatico quindi dipende solo dalla qualità del dispositivo stesso, non ci sono formule magiche ne Wanne Marchi di turno e non ci sono leggi per cui funzionino solo a finestre aperte,chiuse, aperte a metà, con la luna piena, sotto il getto d'aria o sotto il camper: il principio funziona e funziona anche bene, tutto dipende da come è costruito il raffrescatore.
In risposta al messaggio di ecostar del 21/07/2019 alle 17:48:23ok, vediamo di fare chiarezza.
perfetto ottima lezione però mi pare strano che un progettista mi racconti che in un ambiante abitativo tipo quello di un camper con evaporativo in funzione non influiscono le aperture tipo finestre aperte o chiuse , quell'aria satura non è meglio abbia un regolare ricambio ? mario
In risposta al messaggio di liveline del 20/07/2019 alle 18:51:55Non raffredda l’area dell'ambiente, la temperatura non scende ma (parlando degli evaporarivi) fa uscire l’aria qualche grado in meno rispetto all’entrata, che, avendolo davanti, da una sensazione di benessere.(percezione)
per me non va visto in ottica che raffredda l'aria nell'ambiante ,ma credo sia un fattore fisiologico dove arrivando quell'aria con una determinata immissione di acqua fa percepire una sensazione di freschezza esopportare meglio il caldo anche se la temperatura rimane la medesima ,è un principio totalmente diverso da un condizionatore , comunque per poter dare una propria opinione prima va provato sulla propria pelle .
In risposta al messaggio di Grinza del 21/07/2019 alle 19:42:02un po come trastullarsi con la foto di belen, hai la sensazione di essertela fatta, ma non è così
Non raffredda l’area dell'ambiente, la temperatura non scende ma (parlando degli evaporarivi) fa uscire l’aria qualche grado in meno rispetto all’entrata, che, avendolo davanti, da una sensazione di benessere.(percezione)
In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 19:37:11
ok, vediamo di fare chiarezza. tanto per incominiciare, e lo ho già scritto, non è un progettista che ti racconta nulla, ci sono delle leggi della fisica ben precise. poi, se non hai colto l'ironia, aver tirato in ballole finestre aperte o chiuse voleva solo essere un rafforzativo sul fatto che in giro c'è un pò troppa ignoranza, evidentemente non hai colto. in ultimo: il ricambio di aria è normato per qualsiasi ambiente secondo la UNI10339 la quale non considera i veicoli ricreazionali; dato che uno dei parametri che determinano l'efficacia dei sistemi evaporativi è proprio il volume di aria trattata è evidente che si debba mantenere una o due aperture (oblò o finestre, esattamente come consiglia la Viesa) in modo da non obbligare ad avere dei ventilatori con una prevalenza elevatissima. Non stiamo parlando di UTA....
In risposta al messaggio di ecostar del 21/07/2019 alle 20:28:14Mario, la fisica regola tutto quello che ci circonda.
Stefano quando si discute sulla parte tecnica e corretto funzionamento di un prodotto e sistema non è mia abitudine mescolarci dentro dell'ironia , tuttavia non l'avevo capita ma ti confesso che non è azzeccata , tra l'altro mi pare di discurere con un progettista e non con leggi fisiche anche se ne fanno parte mario
In risposta al messaggio di impiegatodelvolante del 21/07/2019 alle 20:10:59in realtà non è così
un po come trastullarsi con la foto di belen, hai la sensazione di essertela fatta, ma non è così
In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 20:49:33ma i valori di temperatura sono quelli percepiti o quelli delle temperatura reale che riesce a portare nell'ambiante ?
in realtà non è così questa tabella, presa dal sito della Robur che è una delle aziende che produce, a mio parere, i migliori evaporativi del settore, mostra che le temperature dell'aria immessa in ambiente sono tantodi tutto rispetto se si parla di raffrescamento, e che la loro variabile dipende in larga misura dal tasso di umidità dell'aria aspirata dall'esterno. E' evidente che se fuori ci sono 40 gradi con il 100% di umidità ottieni un raffrescamento irrisorio ma all'interno di un ventaglio di condizioni piuttosto ampio si possono attenere ottimi risultati, a fronte di un impegno energetico molto ridotto se paragonato ad un sistema tradizionale con gas e compressore.
In risposta al messaggio di liveline del 21/07/2019 alle 21:01:11i valori percepiti seguono un'altro tipo di diagramma.
ma i valori di temperatura sono quelli percepiti o quelli delle temperatura reale che riesce a portare nell'ambiante ?
In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 21:04:20quelle sono le temperature dell'aria all'uscita dell'eveporatore
i valori percepiti seguono un'altro tipo di diagramma. quelle sono le temperature dell'aria all'uscita dell'eveporatore, ripeto, fabbricato dalla Robur.
In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 20:42:56
Mario, la fisica regola tutto quello che ci circonda. Tu stai discutendo con me ma io potrei anche essere il progettista più pirla della terra: la fisica no.
In risposta al messaggio di ecostar del 21/07/2019 alle 21:20:59ma bella cosa? secondo te che differenza passa fra un fisico di professione ed un progettista abilitato alla professione in fisica industriale? e comunque sia, se mi rispondi così significa che non hai capito molto della mia risposta, ti consiglio di rileggerla con maggiore attenzione.
ma bella questa ! , un progettista che davanti a un po di fisica si da del pirla , e che diamine mica vorrai che mi metta a discutere con la fisca , potrei provarci con un fisico di professione come in questo caso ci stoprovando con un progettista , non capisco , tra l'altro mi tiri in ballo Robur che in quel campo industriale pur essendo di tutto rispetto non è che sia sto gran che mario
In risposta al messaggio di impiegatodelvolante del 21/07/2019 alle 21:07:04no, non c'entra: non serve essere investiti direttamente dall'aria che arriva, serve solo estrarre tutta l'aria che entra.
quelle sono le temperature dell'aria all'uscita dell'eveporatore che aumentano drasticamente con l'aumentare della distanza da esso, per questo bisogna essere investiti da quell'aria per averne dei benefici
In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 19:37:11Mamma mia mamma!!
ok, vediamo di fare chiarezza. tanto per incominiciare, e lo ho già scritto, non è un progettista che ti racconta nulla, ci sono delle leggi della fisica ben precise. poi, se non hai colto l'ironia, aver tirato in ballole finestre aperte o chiuse voleva solo essere un rafforzativo sul fatto che in giro c'è un pò troppa ignoranza, evidentemente non hai colto. in ultimo: il ricambio di aria è normato per qualsiasi ambiente secondo la UNI10339 la quale non considera i veicoli ricreazionali; dato che uno dei parametri che determinano l'efficacia dei sistemi evaporativi è proprio il volume di aria trattata è evidente che si debba mantenere una o due aperture (oblò o finestre, esattamente come consiglia la Viesa) in modo da non obbligare ad avere dei ventilatori con una prevalenza elevatissima. Non stiamo parlando di UTA....
In risposta al messaggio di Magagna del 21/07/2019 alle 22:21:12no, non sono mandrake. Sono solo un umile progettista termotecnico che lavora in questo ambiente da 25 anni e che di impianti di raffrescamento evaporativi industriali ne ha progettati ed installati diversi, tutti funzionanti.
Mamma mia mamma!! È tu chi sei se mi posso permettere? Mandrake complimenti per la lezione. Ciô capito ben poco pero’ il suono mi piace
In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 22:10:39
no, non c'entra: non serve essere investiti direttamente dall'aria che arriva, serve solo estrarre tutta l'aria che entra. ma visti i toni di alcuni, assunti in questo 3d, mi ritiro nei miei appartamenti e me ne guardo benedal dare ulteriori spiegazioni. se metto insieme tutte le caxxate che ho letto in questo 3d ne esce il quarto principio della termodinamica, magari anche il quinto.
In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 22:25:24Scusa caro non so il tuo nome. Io sono Luigi. Ne approfitto per chiederti una cosa. Soluzioni di raffreddamento o meglio raffrescamemto evaporativo oltre al Viesa nel camper cosa potrebbe essere? Naturalmente senza usare l’inverter. Io mi contento di poco tanto il caldo oramai abbiamo imparato a combatterlo coi nostri mezzi alquanto Spartani.
no, non sono mandrake. Sono solo un umile progettista termotecnico che lavora in questo ambiente da 25 anni e che di impianti di raffrescamento evaporativi industriali ne ha progettati ed installati diversi, tutti funzionanti. questo spiega perchè non sopporto l'arroganza di chi non conosce la materia ma pretende di dare lezioni.
In risposta al messaggio di lakelake del 21/07/2019 alle 22:10:39quindi, tutti coloro che hanno il viesa ed altri apparecchi simili qui su col, sono dei pirla asserendo che sentono il beneficio SOLO se i vestiti dall'aria emessa.
no, non c'entra: non serve essere investiti direttamente dall'aria che arriva, serve solo estrarre tutta l'aria che entra. ma visti i toni di alcuni, assunti in questo 3d, mi ritiro nei miei appartamenti e me ne guardo benedal dare ulteriori spiegazioni. se metto insieme tutte le caxxate che ho letto in questo 3d ne esce il quarto principio della termodinamica, magari anche il quinto.