In risposta al messaggio di Steu851 del 01/10/2023 alle 11:16:11Grazie per questa informazione sugli alternatori smart, non ne conosco il funzionamento anche perchè non li ho!
Gli alternatore smart hanno vare strategie di funzionamento, tra cui quella di generare più corrente in fase di rilascio del motore e meno in fase di accelerazione, a meno che ci sia un forte assorbimento, il dc-dc assorbedalla batteria creando una caduta di tensione sulla batteria motore, rilevata dall'alternatore che quindi passa in modalità carica. Non è vero che non si può forzare una batteria ad assorbire più corrente, basta aumentare la tensione, se ipoteticamente si aumenta la tensione del caricatore a 15 o più V la corrente assorbita aumenta, ed è un'altra strategia usata dagli alternatori smart per fare una sorta di recupero di energia in rilascio, tensione che potrebbe danneggiare la batteria servizi motivo per cui isolarla dall'alternatore tramite dc-dc è una necessità
In risposta al messaggio di Hunter85 del 01/10/2023 alle 11:24:48Prova a sintetizzare.. perchè qui pochi leggono e ancora meno leggono lunghe discussioni, il rischio è di scrivere al vento
Guarda che hai detto lo stesso che ho detto io. Comunque L'alternatore si comporta come un alimentatore, Infatti ma un Cb , prima.del mantenimento, è semplicemente un alimentatore a corrente e tensione limitata, comel alternatore. Cambia solo che calcola un tempo (o una corrente sotto la quale) cambiare la tensione a quella di mantenimiento. Ma anche in mantenimento ha la stessa corrente massima. Il mantenimento se ci fosse sarebbe sostanzialmente sempre OFF perchè la batteria motore ha sempre dei consumi dati dal motore e se andasse in mantenimento dopo 3 secondi inizierebbe a scaricarsi e ricomincerebbe il ciclo Questo non è così..un Cb in mantenimento può dare sempre la.stessa corrente massima..cambia solo la tensione. Lui fa ripartire il ciclo(e questo significa una cosa banale, cioè solo cambiare la tensione da mantenimento a quella più alta di seconda fase. Nulla più), solo se la tensione cade sotto un valore soglia. Quindi se un alternatore avesse il mantenimento sarebbe uguale. Il ciclo riparte solo se la tensione cade sotto un tot. Ma se l alternatore é passato a tensióne di mantenimento, anche con mille consumi il ciclo non ripartirebbe mai. Poiché la tensione di mantenimento non cade sotto la soglia di ripartenza del ciclo, poiché lui può sempre fornire la massima corrente, proprio come un cb.. almeno fino a quando la corrente basta a mantenere la tensione di mantenimento. Quindi ripeto..la differenza tra un alternatore e un Cb a 3 fasi, escluse le protezioni elettroniche è solo una. Il Cb ha una corrente limitata e 2 tensioni limitate..e ha dei criteri per passare da una tensione limitata all altra. L alternatore ha una corrente limitata e 1 tensione limitata. Fine. Poi se consideriamo equalZZAZioni, desolfatazioni, modalità stoccaggio, compensazione della temperatura etc etc, ovviamente ci sono altre differenze. Ma un Cb a 3 fasi básico e un alternatore sono uguali se non che il Cb ha 2 tensioni e non una e dei criteri per passare da una all altra..ma la corrente disponibile è sempre la stessa in ogni fase. Anche in mantenimento. Retrocede alla tensione più alta solo se in mantenimento I carichi aumentano a tal punto per cui la corrente massima non basta a mantenere la tensione di mantenimento. Questo lo interpreta come che la batteria si è scaricata. Allora dentro di sé cambia la tensione target di nuovo a quella di assorbimento. Ma non fa niente altro. È un alimentatore con x corrente limitata e X1 e X2 tensioni limitate. Alternatore è un alimentatore con x corrente limitata e X1 tensione limitata. Non per niente, il regolatore di tensione mastervolt di cui parlai, aggiungendo la seconda tensione limitata (mantenimento) e la possibilità di settare queste 2 tensioni, RENDE QUALSIASI ALTERNATORE UN CARICABATTERIE A TRE FASI A TUTTI GLI EFFETTI. Solo con una corrente molto grande. Ma qualsiasi alternatore con un regolatore di tensione che potesse a un certo punto abbassare la tensione, sarebbe identico a un Caricabatterie a 3 fasi. E avere un criterio per eventualmente ri passare alla prima tensione più alta . L'intelligenza dei Cb intelligenti rispetto a un alimentatore è solo questa. Un criterio per cambiare tra 2 tensioni..e basta. Quelli basici..poi tutto il resto sono evoluzioni dello stesso concetto. E la tensione di assorbimento o seconda fase, è semplicemente la tensione più alta possibile per spingere la corrente massima nella batteria più tempo possibile (ovvero fino al soc più alto possibile) senza però essere dannosa. Solo che l alternatore ha solo la tensione di assorbimento. Che per batterie cariche perennemente diventa più o meno dannosa. se la sua resistenza è gia alta perchè carica gli puoi mettere pure l'imbuto lei non beve Questo è un altro errore che mi ha scombussolato per non poco tempo e non mi tornavano le cose. ma è un incomprensione. In realtà mentre la batteria si ricarica la resistenza interna non cambia se non di pochissimo. E al massimo diminuisce. La corrente, a una tensione costante si riduce per tutt altro motivo. CIOÈ PERCHÉ LA TENSIONE DELLA BATTERIA CHE NON PUOI VEDERE, AUMENTA. Ma la resistenza non cambia. Se è 5 milliohm, è circa 5 milliohm da scarica e anche da carica. Lo ha spiegato alexanto05 oltre a me . Se un Cb o alternatore sta caricando a 14.2v, la tensione di carica sulla resistenza interna non è 14.2v..non tornerebbe affatto con la resistenza interna. Con 5 milliohm di una AGM da 100ah la corrente sarebbe 2800A. In una lifepo4 sarebbe 20mila A. La tensione di carica è 14.2v - v Batteria (invisibile). Quindi ad esempio 0.3v. (le batterie al piombo in carica acquisiscono tensione per un effetto capacitivo). La corrente si riduce perché aumenta v Batteria. Quindi cala il valore di (14.2- v Batteria) Non perché cambia la resistenza interna.
In risposta al messaggio di Laikone del 30/09/2023 alle 22:43:01Permettimi di fare una suddivisione logica in due dell'impianto elettrico totale: un sottoimpianto a monte della BS e un sottoimpoanto a valle.
ma scusami eh... che senso avrebbe cablare un mezzo con cavi da 1,5 se poi, seguendo il tuo esempio, il DC-DC non sarebbe in grado di caricare al 100% le batterie? Se i 30A passano in un cavo da 1,5mm, allora potremmocollegare con cavi da 1.5mm anche un inverter da 400W, ma non mi risulta che poi l'inverter sia in grado di fornire tutti quei 400W. Poi è chiaro che se da quell'inverter prelevi 5W allora funziona lo stesso, ma non ha alcun senso fare un impianto che non sia in grado di offrire le massime prestazione, le quali da un DC-DC mi aspetto che carichi al 100% la batteria e dall'inverter che faccia funzionare utenza da 400W.
In risposta al messaggio di Alexanto05 del 01/10/2023 alle 14:46:11Sono d'accordo, ovviamente entro certi limiti, non è che il cavo in ingresso al convertitore può essere da 1,5 mmq (a meno che non parliamo di centimetri) però un cavo da 16 mmq lungo 1,5 metri è sufficiente, la caduta di tensione sarà piccola ma tollerata e con un cavo da 25 migliorerebbe veramente di poco
Permettimi di fare una suddivisione logica in due dell'impianto elettrico totale: un sottoimpianto a monte della BS e un sottoimpoanto a valle. I due sottoimpianti hanno scopi e vincoli diversi. L'obiettivo del sottoimpiantoa valle è massimizzare l'energia trasmessa da BS ai carichi rispetto a quella persa sui cavi. In altri termini, minimizzare la caduta di tensione sui cavi. Sappiamo che l'obiettivo viene raggiunto minimizzando la resistenza dei cavi, cioè minimizzare la lunghezza e massimizzare la sezione, concordemente a quanto hai ribadito giustamente più volte. Ed è il motivo per cui l'inverter si cabla più vicino possibile alla batteria e con cavo di grossa sezione. Così facendo, a parità di carico la batteria dura di più. Non dissipi inutilmente. Gli unici vincoli sono il costo dei cavi più grossi, il peso che si portano dietro e un minimo di spazio in più per farli passare. L'obiettivo del sottoimpianto a monte, invece, è caricare la batteria con una curva di carica il più possibile aderente a quella ideale, limitando tensione e corrente a valori sostenibili, evitando riduzioni di longevità, ebollizione, solfatazione o perfino l'esplosione. Avere efficienza energetica nell'impianto a monte non è un obiettivo, o lo è solo secondariamente. Quindi non si bada a conversioni energivore, dissipazione... a la caduta di tensione sui cavi può divenire desiderabile al fine di controllare la corrente. Quindi, diversamente da un inverter, oggetti come DC-DC e MPPT necessitano di connessione efficiente solo verso la batteria, non nel cablaggio in ingresso. La cosa migliore da fare è metterli più possibile a ridosso della batteria. Hunter ha spiegato più volte il perché. Se hai il cavo grosso anche in ingresso non rischi di scaldarlo e stressi meno l'alternatore, ma se non ti vuoi sbattere a ricablare, con i cavi di fabbrica funziona lo stesso. In genere il sottoimpianto a monte lavora durante la marcia, quello a valle in sosta, e tutto funziona discretamente bene quando è così. I casini nascono con il frigo a 12V e ancor di più con il condizionatore cellula in marcia. Per riportare ad una separazione ideale dei due sottoimpianti, in molti mi sembra che conveniamo che la soluzione migliore sia deviare i carichi dalla BS alla BM durante la marcia, tramite un apposito relè. O mettere una lifepo4, ricablare il sottoimpianto a monte con sezioni generose e fregarsene di tutto il resto.
In risposta al messaggio di Alexanto05 del 01/10/2023 alle 14:46:11se non ti vuoi sbattere a ricablare, con i cavi di fabbrica funziona lo stesso.
Permettimi di fare una suddivisione logica in due dell'impianto elettrico totale: un sottoimpianto a monte della BS e un sottoimpoanto a valle. I due sottoimpianti hanno scopi e vincoli diversi. L'obiettivo del sottoimpiantoa valle è massimizzare l'energia trasmessa da BS ai carichi rispetto a quella persa sui cavi. In altri termini, minimizzare la caduta di tensione sui cavi. Sappiamo che l'obiettivo viene raggiunto minimizzando la resistenza dei cavi, cioè minimizzare la lunghezza e massimizzare la sezione, concordemente a quanto hai ribadito giustamente più volte. Ed è il motivo per cui l'inverter si cabla più vicino possibile alla batteria e con cavo di grossa sezione. Così facendo, a parità di carico la batteria dura di più. Non dissipi inutilmente. Gli unici vincoli sono il costo dei cavi più grossi, il peso che si portano dietro e un minimo di spazio in più per farli passare. L'obiettivo del sottoimpianto a monte, invece, è caricare la batteria con una curva di carica il più possibile aderente a quella ideale, limitando tensione e corrente a valori sostenibili, evitando riduzioni di longevità, ebollizione, solfatazione o perfino l'esplosione. Avere efficienza energetica nell'impianto a monte non è un obiettivo, o lo è solo secondariamente. Quindi non si bada a conversioni energivore, dissipazione... a la caduta di tensione sui cavi può divenire desiderabile al fine di controllare la corrente. Quindi, diversamente da un inverter, oggetti come DC-DC e MPPT necessitano di connessione efficiente solo verso la batteria, non nel cablaggio in ingresso. La cosa migliore da fare è metterli più possibile a ridosso della batteria. Hunter ha spiegato più volte il perché. Se hai il cavo grosso anche in ingresso non rischi di scaldarlo e stressi meno l'alternatore, ma se non ti vuoi sbattere a ricablare, con i cavi di fabbrica funziona lo stesso. In genere il sottoimpianto a monte lavora durante la marcia, quello a valle in sosta, e tutto funziona discretamente bene quando è così. I casini nascono con il frigo a 12V e ancor di più con il condizionatore cellula in marcia. Per riportare ad una separazione ideale dei due sottoimpianti, in molti mi sembra che conveniamo che la soluzione migliore sia deviare i carichi dalla BS alla BM durante la marcia, tramite un apposito relè. O mettere una lifepo4, ricablare il sottoimpianto a monte con sezioni generose e fregarsene di tutto il resto.
In risposta al messaggio di rubylove del 01/10/2023 alle 12:44:01Per la fase di mantenimento, rispetto all'alternatore
Prova a sintetizzare.. perchè qui pochi leggono e ancora meno leggono lunghe discussioni, il rischio è di scrivere al vento Per la fase di mantenimento, rispetto all'alternatore Mentre la batteria servizi può rimanerein mantenimento per lunghi tempi se non viene sollecitata, la batteria motore è sempre collegata ad un circuito dove circola corrente dovuta ai consumi del mezzo, quindi c'è una differenza
In risposta al messaggio di Hunter85 del 01/10/2023 alle 21:50:28Figlio mio..
Per la fase di mantenimento, rispetto all'alternatoreMentre la batteria servizi può rimanere in mantenimento per lunghi tempi se non viene sollecitata, la batteria motore è sempre collegata ad un circuito dove circola correntedovuta ai consumi del mezzo, quindi c'è una differenza. In realtà c'è differenza solo se si scarica. Quindi se i consumi superano la corrente ALTERNATORE, o se a mezzo spento i consumi per un lungo periodo scaricano la batteria Motore abbastanza.. quindi dopo un rimessaggio è così in effetti. Ma non sempre. altrimenti dovrebbe stare in mantenimento. Infatti su alcuni produttori di batterie da avviamento senza manutenzione o addirittura AGM VRLA ho letto che una causa di morte prematura è su mezzi che vengono guidati spesso, quindi la bm non si scarica mai e però è sottoposta continuamente a 14.4v .. specialmente a 60 gradi nel motore dove , da carica dovrebbe essere mantenuta a 13.2v (compensazione per temperatura circa -0.02v per grado). E invece viene mantenuta a 14.5 in perenne ebollizione. 14.4v su batteria carica a 60 gradi sono una pazzia.. è come caricare a 15v una batteria carica a 25 gradi. Va bene per le batterie da trazione ad acido libero..non per avviamento senza manutenzione o AGM. Inoltre la fase di assorbimento, anche per scariche leggere dovrebbe durare non più di 1 ora o 2. Secondo alcuni studi altrimenti si accorcia la vita per corrosione della piastra positiva accelerata. Peggio ancora se batteria VRLA o senza manutenzione dove l'acqua deve durare tutta la vita e invece si consuma prima. Quindi una bm che viaggia 4 ore tutti i giorni e si scarica ogni notte dell' 1% o 3%, e viaggia a 50 gradi o oltre, dovrebbe essere solo mantenuta. E nemmeno a 13.8v . Ma sotto 13.4 a quella temperatura così alta..ma viene sottoposta continuamente a 14.x v . Quando la tensione di gasificazione è 14.3v a 25 gradi ( a 50 è molto più bassa). E la gasificazione non serve se la batteria è carica o quasi carica. Hai letto la mia risposta a dove hai detto che la batteria carica non prende corrente perché ha una resistenza alta? Non è così. La cosa è più interessante..e meno immediata. Lo so che era lunga la risposta..ma era per te, e ti ho avvisato via mail . Inoltre quello che ho scritto in quella risposta lo capiscono in pochi sul forum. Non è per fare il gradasso né per sminuire nessuno..ma è vero. Basta che ñ hai lettta con calma tu. Ma non mi sembra da come hai risposto Altrimenti avresti fatto qualche critica
In risposta al messaggio di rubylove del 01/10/2023 alle 22:07:07Comunque se ja faccio leggo e poi ti dico quello che penso!
Figlio mio.. io con le batterie non ho un buon rapporto, per me la batteria rimane un oggetto imprevedibile, eppure ho cercato di fare sempre quello che serviva, eppure spesso mi hanno tradito Io sto aspettando che mettano in commercio la pila atomica per levarmele dalle scatole del tutto, sarò primo a comprarla!
In risposta al messaggio di Laikone del 01/10/2023 alle 17:28:50Io penso di arrendermi a questo punto. Dopo tutto ciò che ho scritto ragioni ancora per sezione di cavo anziché per resistenza.
se non ti vuoi sbattere a ricablare, con i cavi di fabbrica funziona lo stesso. Non condivido questa frase, non la condivido perchè altrimenti non vi sarebbe la necessità dei grossi cavi in ingresso, mentre invece c'èeccome. Se a livello teorico siete convinti provate a farlo in pratica; collegate un cavo da 1,5mmq al vostro DC-DC da 30A e controllate se ricaricando una batteria scarica lo stesso DC-DC è in grado di fornire tutti quei 30A fino ad ottenere una batteria carica al 100%. Vi troverete delle sorprese. Poi uno può anche decidere di non ricablare, ma ciò significa accontentarsi dei risultati del DC-DC, non l'ottenimento delle sue massime prestazioni. Quindi, diversamente da un inverter, oggetti come DC-DC e MPPT necessitano di connessione efficiente solo verso la batteria, non nel cablaggio in ingresso. Per quale motivo i DC-DC Victron hanno hanno una senzione in entrata fino a 16mmq quando si potrebbe fare tutto con un 2,5mmq ottenendo comunque le prestazioni massime per ottenere batterie cariche al 100%?
In risposta al messaggio di rubylove del 01/10/2023 alle 22:12:43Se li vedi parcheggiare sempre in cima alla duna vuol dire che hanno tirato via anche il peso del motorino di avviamento!
Comunque se ja faccio leggo e poi ti dico quello che penso! ho amici che con le land cruiser vanno avanti con due optima da 75A in parallelo fisso.. e dicono che non hanno mai avuto problemi, non hanno manco il parallelatore! E ci vanno nel deserto come me!
In risposta al messaggio di Alexanto05 del 02/10/2023 alle 08:20:07premetto che la tua eventuale resa non mi darà ne soddisfazione ne dispiacere. Possiamo tranquillamente rimanere ognuno della propria idea.
Io penso di arrendermi a questo punto. Dopo tutto ciò che ho scritto ragioni ancora per sezione di cavo anziché per resistenza. In teoria, come ho già scritto, il DC-DC può buttare giù la tensione in ingresso fino allamassa virtuale se vuole più corrente. Ma questa è teoria. Nella pratica è collegato alla BM. Se dovessi progettarlo tu metteresti la BM a massa o fisseresti una tensione di soglia sotto la quale smettere di prelevare corrente? Pensa al prodotto di NDS da 80A, magari con un alternatore da 65A, cosa potrebbe combinare alla BM anche con un cavo enorme, per la somma felicità del cliente. Se vogliamo parlare del prodotto di Victron, se ho interpretato bene il manuale, finché sta sopra gli 11,8V in ingresso garantisce piena potenza in uscita. Al di sotto abbassa la potenza della stessa percentuale della caduta in eccesso in ingresso. Quindi, secondo i miei calcoli, con 2m di 2,5mmq garantisce sempre piena potenza, con 2m di 1,5mmq abbassa un pò l'uscita. Ma siccome non ho mai sentito di un impianto con batteria in coda cablato a 1,5mmq mi sento di dire che in generale funziona. E per fortuna se mi sbaglio non succede niente. Attendiamo volontari possessori di DC-DC che vogliano prestarsi all'esperimento. Per quanto riguarda il morsetto che accetta il cavo da 16mmq, non implica che non funzioni con cavi più piccoli. È una scelta per rendere il prodotto il più possibile compatibile con qualsiasi sezione che trovi negli impianti di fabbrica.
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In risposta al messaggio di Alexanto05 del 02/10/2023 alle 08:21:50Io ho la brutta abitudine di caricare troppo ma me la sto togliendo
Se li vedi parcheggiare sempre in cima alla duna vuol dire che hanno tirato via anche il peso del motorino di avviamento!
In risposta al messaggio di Alexanto05 del 02/10/2023 alle 08:20:07Il convertitore orion TR da 30A ha un range 8/17 V mi sembra, in realtà a 8V per avere in uscita 14/15V dovrebbe aumentare di molto la corrente in ingresso
Io penso di arrendermi a questo punto. Dopo tutto ciò che ho scritto ragioni ancora per sezione di cavo anziché per resistenza. In teoria, come ho già scritto, il DC-DC può buttare giù la tensione in ingresso fino allamassa virtuale se vuole più corrente. Ma questa è teoria. Nella pratica è collegato alla BM. Se dovessi progettarlo tu metteresti la BM a massa o fisseresti una tensione di soglia sotto la quale smettere di prelevare corrente? Pensa al prodotto di NDS da 80A, magari con un alternatore da 65A, cosa potrebbe combinare alla BM anche con un cavo enorme, per la somma felicità del cliente. Se vogliamo parlare del prodotto di Victron, se ho interpretato bene il manuale, finché sta sopra gli 11,8V in ingresso garantisce piena potenza in uscita. Al di sotto abbassa la potenza della stessa percentuale della caduta in eccesso in ingresso. Quindi, secondo i miei calcoli, con 2m di 2,5mmq garantisce sempre piena potenza, con 2m di 1,5mmq abbassa un pò l'uscita. Ma siccome non ho mai sentito di un impianto con batteria in coda cablato a 1,5mmq mi sento di dire che in generale funziona. E per fortuna se mi sbaglio non succede niente. Attendiamo volontari possessori di DC-DC che vogliano prestarsi all'esperimento. Per quanto riguarda il morsetto che accetta il cavo da 16mmq, non implica che non funzioni con cavi più piccoli. È una scelta per rendere il prodotto il più possibile compatibile con qualsiasi sezione che trovi negli impianti di fabbrica.
In risposta al messaggio di rubylove del 01/10/2023 alle 22:07:07Le batterie nucleari con elettricità generata per naturale decadimento radioattivo di un isótopo sarebbero il meglio.
Figlio mio.. io con le batterie non ho un buon rapporto, per me la batteria rimane un oggetto imprevedibile, eppure ho cercato di fare sempre quello che serviva, eppure spesso mi hanno tradito Io sto aspettando che mettano in commercio la pila atomica per levarmele dalle scatole del tutto, sarò primo a comprarla!
In risposta al messaggio di Alexanto05 del 02/10/2023 alle 08:20:07Però mi chiedo..
Io penso di arrendermi a questo punto. Dopo tutto ciò che ho scritto ragioni ancora per sezione di cavo anziché per resistenza. In teoria, come ho già scritto, il DC-DC può buttare giù la tensione in ingresso fino allamassa virtuale se vuole più corrente. Ma questa è teoria. Nella pratica è collegato alla BM. Se dovessi progettarlo tu metteresti la BM a massa o fisseresti una tensione di soglia sotto la quale smettere di prelevare corrente? Pensa al prodotto di NDS da 80A, magari con un alternatore da 65A, cosa potrebbe combinare alla BM anche con un cavo enorme, per la somma felicità del cliente. Se vogliamo parlare del prodotto di Victron, se ho interpretato bene il manuale, finché sta sopra gli 11,8V in ingresso garantisce piena potenza in uscita. Al di sotto abbassa la potenza della stessa percentuale della caduta in eccesso in ingresso. Quindi, secondo i miei calcoli, con 2m di 2,5mmq garantisce sempre piena potenza, con 2m di 1,5mmq abbassa un pò l'uscita. Ma siccome non ho mai sentito di un impianto con batteria in coda cablato a 1,5mmq mi sento di dire che in generale funziona. E per fortuna se mi sbaglio non succede niente. Attendiamo volontari possessori di DC-DC che vogliano prestarsi all'esperimento. Per quanto riguarda il morsetto che accetta il cavo da 16mmq, non implica che non funzioni con cavi più piccoli. È una scelta per rendere il prodotto il più possibile compatibile con qualsiasi sezione che trovi negli impianti di fabbrica.
In risposta al messaggio di rubylove del 02/10/2023 alle 09:52:37Signori...come ho detto, la caduta in ingresso al DC DC è il problema minore.
Il convertitore orion TR da 30A ha un range 8/17 V mi sembra, in realtà a 8V per avere in uscita 14/15V dovrebbe aumentare di molto la corrente in ingresso Il convertitore non può avere un rendimento costante con qualsiasitensione in ingresso ma avrà un punto ottimale di lavoro, credo che sia concepito per avere il rendimento migliore al centro del suo range di lavoro, intorno ai 14/15V che poi è quello per cui lo costruiscono Se a 11,8V diminuisce la potenza in uscita, molto probabillmente per evitare che si inneschi il meccanismo di aumento della corrente richiesta in ingresso a causa della diminuzione della tensione in uscita, quindi proprio per proteggere la batteria. Se il convertitore compensa la tensione in uscita perchè in ingresso questa cala, si innesca un meccanismo perverso di maggiore richiesta di corrente che in realtà non c'è, o perchè la batteria è scarica o perchè all'ingresso del convertitore c'è una eccessiva caduta di tensione dovuta alla lunghezza del cavo unita alla sezione, e al carico applicato in uscita
In risposta al messaggio di Alexanto05 del 02/10/2023 alle 08:20:07No non ti arrendere! anzi ti invito a proseguire, l'unica cosa che non sopporto è l'arroganza unita alla presunzione e all'ignoranza, quindi se rimaniamo in una discussione civile andiamo pure avanti, qui nessuno di noi è un genio, l'importante è non pretendere di avere sempre la verità in mano quando non è così!
Io penso di arrendermi a questo punto. Dopo tutto ciò che ho scritto ragioni ancora per sezione di cavo anziché per resistenza. In teoria, come ho già scritto, il DC-DC può buttare giù la tensione in ingresso fino allamassa virtuale se vuole più corrente. Ma questa è teoria. Nella pratica è collegato alla BM. Se dovessi progettarlo tu metteresti la BM a massa o fisseresti una tensione di soglia sotto la quale smettere di prelevare corrente? Pensa al prodotto di NDS da 80A, magari con un alternatore da 65A, cosa potrebbe combinare alla BM anche con un cavo enorme, per la somma felicità del cliente. Se vogliamo parlare del prodotto di Victron, se ho interpretato bene il manuale, finché sta sopra gli 11,8V in ingresso garantisce piena potenza in uscita. Al di sotto abbassa la potenza della stessa percentuale della caduta in eccesso in ingresso. Quindi, secondo i miei calcoli, con 2m di 2,5mmq garantisce sempre piena potenza, con 2m di 1,5mmq abbassa un pò l'uscita. Ma siccome non ho mai sentito di un impianto con batteria in coda cablato a 1,5mmq mi sento di dire che in generale funziona. E per fortuna se mi sbaglio non succede niente. Attendiamo volontari possessori di DC-DC che vogliano prestarsi all'esperimento. Per quanto riguarda il morsetto che accetta il cavo da 16mmq, non implica che non funzioni con cavi più piccoli. È una scelta per rendere il prodotto il più possibile compatibile con qualsiasi sezione che trovi negli impianti di fabbrica.
In risposta al messaggio di Hunter85 del 02/10/2023 alle 10:42:02Guarda che siamo d'accordo quindi rivolgiti a chi sostiene la causa del ca. grosso, i cavi devono essere quelli giusti, non puoi neanche esagerare, e visto che ci sono, ti chiedo anche a te di leggere come tu lo chiedi a me altrimenti non funziona!
Signori...come ho detto, la caduta in ingresso al DC DC è il problema minore. basta stare dentro il range previsto dal costruttore. La caduta comporterà solo un po'più di sforzo per l alternatore a parità di uscita.Il problema è la caduta in uscita. Che fa allungare il tempo di carica. Cioè accorciare la prima fase a massima corrente rispetto a quanto sarebbe ottimale. La caduta in ingresso non è mai un problema, salvo impianto totalmente assurdo con cavi lunghissimi e sottili che vanno fuori il range di tensione ammessa. In quel caso il DC DC o non parte o va a potenza limitata. Chi si preoccupa della caduta in ingresso di un Cb 230? O della caduta in ingresso di un regolatore Mppt? Lnuscita è sempre stabile, entro il range di tensione in ingresso ammesso del caso. Ovviamente più caduta significa più potenza usata dall' Enel per un cb230, o più potenza dall' alternatore per un DC DC, o più potenza dai pannelli per un mppt. A parità di uscita. È un problema rilevante solo per il solare. Che è una fonte limitata e spesso già in difetto. Ma la caduta in uscita Invece è sempre un problema, perché rende meno efficiente l algoritmo di carica. A meno che non sia compensata tramite sense. Tutto il resto sono divagazioni.
In risposta al messaggio di Hunter85 del 02/10/2023 alle 10:34:35Hunter non prendere tutto troppo sul serio!
Le batterie nucleari con elettricità generata per naturale decadimento radioattivo di un isótopo sarebbero il meglio. esistono dagli anni 60. Da sempre si usano in aeronautica spaziale..o per generare calore o elettricità.Però da quanto so io possono erogare solo poca potenza. Per anni o decenni questo si. Ma per potenze elevate il decadimento radioattivo naturale non basta e bisogna fissionare gli atomi instabili(reattori nucleari a fissione).