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alva.it
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16/02/2006 13380
Inserito il 17/10/2013 alle: 18:15:59
quote:Risposta al messaggio di enricogel inserito in data 17/10/2013  15:55:19 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> BUMMMMM! ! ! ! ! !id="size6">id="red"> Uno, o più elementi, erano (passato, perchè la batteria e quello che aveva attorno...) in corto. Un forte assorbimento e... ti saluto.
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alva.it
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16/02/2006 13380
Inserito il 17/10/2013 alle: 18:19:05
quote:Risposta al messaggio di zupperg inserito in data 17/10/2013  16:07:05 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Gira le domande al Prof. Ho risposto a Lui. Inoltre, sempre Lui, ha esposto i numeri. Ciao a Tutti.
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zupperg
zupperg
10/01/2010 583
Inserito il 17/10/2013 alle: 18:41:55
quote:Risposta al messaggio di alva.it inserito in data 17/10/2013  18:19:05 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Penso di avere un confronto leale, rispondo alle domande e seguo i tuoi ragionamenti confermando o smentendo eventuali considerazioni che trovo errate sempre nel rispetto dell'educazione che un confronto costruttivo richiede portando un esempio. Se sbaglio non ho problemi ad ammetterlo non vinco niente non perdo niente, voglio/vorrei solo fare informazione ed educazione elettrica. Se dico bugie è corretto che tu le evidenzi, se interpreto la normativa in maniera non corretta me lo devi dimostrare con altrettanta soluzione di pari sicurezza elettrica smentendo i miei esempi. Una risposta me la devi. Il differenziale così come l'ho collegato interviene per un guasto a massa con un tragitto che non coinvolge i pneumatici? Come fai a sapere a priori, senza consultare le istruzioni e lo schema di collegamento che il costruttore dell'inverter non adotta/richiede questo collegamento per distribuzioni interne con più prese? Grazie Guido
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franco1945
franco1945
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09/02/2010 5569
Inserito il 17/10/2013 alle: 19:33:01
sempre nell'esclusivo intento di venire incontro a chi queste cose non le sa ma è curioso e interessato a conoscerle, e anche per allontanarli da pericoli e idee sbagliate, allego uno schema tipico del cuore di un interruttore differenziale e qualche nota sul suo funzionamento. la corrente assorbita dall'utenza è indicata I2 e fluisce verso il carico la corrente - normalmente - ritorna al generatore e viene indicata con I1 ovviamente il corrente alternata nel semiperiodo successivo le cose si invertono ma il ragionamento seguente resta valido. come dicevo, in condizioni ordinarie le due correnti sono eguali. secondo le leggi del magnetismo dovute a HOPKINSON ciascuna corrente percorrendo i due avvolgimenti produce una forza (forza magnetomotrice) che è pari ad N*I = R x Fi ( non ho la tastiera adatta e non ho tempo a cercare i codici, perciò ve la leggo così come si scrive : la forza magnetomotrice prodotta dalla corrente I in un avvolgimento di N spire è uguale al prodotto della RILUTTANZA MAGNETICA per il FLUSSO. datosi che la formulazione somiglia ad un altra più famosa si dice che essa è l'equivalente della legge di Ohm per i circuiti elettrici nei conduttori. Si somiglia ma non ha alcuna parentela o applicabilità!id="size4"> Visto che i due avvolgimenti sono uguali in numero di spire, visto che le correnti hanno uguale intensità, i due flussi generati avranno anch'essi uguale intensità. Ma le correnti hanno verso opposto, i due flussi avranno anch'essi verso opposto, tenderanno uno alla magnetizzazione del nucleo e uno alla sua smagnetizzazione. Il risultato è che nel toroide non succede nulla e il meccanismo di scatto inoperoso. Quando le due correnti diventano differenti, perchè nel circuito utilizzatore a valle, lontano dall'interruttore anche un miglio, si è creato una dispersione di corrente, uno dei due flussi sarà vincente sull'altro e genererà sull'avvolgimento ausiliario una forza magnetomotrice sufficiente a generare una corrente capace di mettere in moto il meccanismo di sgancio. Se mi avete seguito sin qui capirete che tutto è giocato sul comportamento magnetico del toroide. Qualsiasi causa che possa determinare el tempo una smagnetizzazione o magnetizzazione anomala del nucleo, fa sballare la rispondenza dei parametri e l'apparecchio è da buttare. Se il vostro differenziale è vecchio oppure ha subito nel tempo parecchi interventi gravosi per apertura su cortocircuito, ringraziatelo per il lavoro svolto e mandatelo in pensione. Numquam est tam male Siculis, qui aliquis facete et commode dicant
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enricogel
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24/07/2013 982
Inserito il 17/10/2013 alle: 20:01:51
quote:Risposta al messaggio di Laikone inserito in data 17/10/2013  16:44:42 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> e vai ,se ci si incontra il caffè è assicurato[:)] spero che non sia a cialde che così ti faccio assaggiare il caffe del commercio equo e solidale; è buono e fa del bene, ciaoooooooooooo[:)]
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alva.it
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16/02/2006 13380
Inserito il 17/10/2013 alle: 20:37:25
quote:Risposta al messaggio di franco1945 inserito in data 17/10/2013  19:33:01 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Quando le due correnti diventano differenti, perchè nel circuito utilizzatore a valle, lontano dall'interruttore anche un miglio, si è creato una dispersione di corrente,id="red"> uno dei due flussi sarà vincente sull'altro e genererà sull'avvolgimento ausiliario una forza magnetomotrice sufficiente a generare una corrente capace di mettere in moto il meccanismo di sgancio.id="blue"> Ed io cosa ho detto? Se c'è dispersione il differenziale interviene, altrimenti no. Quello che è collegato ai capi di "i1 e i2" (ho usato le correnti per evidenziale i conduttori del tuo schema), compreso il corpo umano, il differenziale lo considera alla stregua di un qualsiasi carico. La dispersione non si può avere se un generatore (inverter) e un utilizzarote (o utilizzatori) sono totalmente isolati. Telaio compreso. Ti posso dare un bacio (metaforico)? Parlando di toroidi, ferriti e affini, ne ho a che fare con diversi tipi, mescole, e frequenze (ora uso 3 "Amidon T200-2" con un Kw di radiofrequenza). Se leggi la mia firma capisci (http://iz2mht.jimdo.com/). Quello che dici è più che giusto. A lungo andare il toroide degli interruttori differenziali subisce una magnetizzazione permanente che non fa funzionare l'apparato starandolo. A nulla vale la prova del tastino "test". Si dovrebbero usare mescole di ferrite più costose e affinate, alcuni differenziali le usano, ma il prezzo sale esponenzialmente... e gli elettricisti non ci guadagnano cambiando l'oggetto ogni tot tempo. Questo vale anche per Guido. _____________ [;)]73 de alvaro IZ2MHT
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franco1945
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09/02/2010 5569
Inserito il 17/10/2013 alle: 20:53:56
L'importante è che si capisca, urbi et orbi, che il comportamento dell'apparecchio è sempre lo stesso, sia nel mondo esterno alimentato da rete ENEL, sia nel microcosmo dei nostri scatoloni pseudo-isolati dove è il telaio comune a fare le veci del terreno. E se l'alimentatore è un inverter che per il suo funzionamento prevede la connessione a telaio, la legge e il comportamento valgono ancora e sempre. Numquam est tam male Siculis, qui aliquis facete et commode dicant
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zupperg
zupperg
10/01/2010 583
Inserito il 17/10/2013 alle: 20:56:56
quote:Risposta al messaggio di alva.it inserito in data 17/10/2013  20:37:25 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Non girarci intorno rispondi solo si o no? Un differenziale collegato come da schema in caso di fase a massa interviene o no? Grazie Guido
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Laikone
Laikone
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31/03/2004 19263
Inserito il 17/10/2013 alle: 21:03:48
quindi? possiamo scrivere: ALVA 0 Franco 1 Zupperg 1id="size6">id="blue"> o la partita è ancora aperta? per noi comuni mortali s'intende.[;)][;)] www.susezzapasa.it
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alva.it
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16/02/2006 13380
Inserito il 17/10/2013 alle: 21:48:55
quote:Risposta al messaggio di zupperg inserito in data 17/10/2013  20:56:56 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Non ci giro attorno, come vedi: Al tuo disegno ho aggiunto un cerchio rosso. Lo vedi il simbolo della terra dove presumo è il telaio? Orbene, se il collegamento a terra esiste si ha una dispersione verso terra, con il conseguente intervento dell'interruttore. Se il collegamento di terra non c'è, non si ha dispersione, e l'interruttore rimane armato. Questo seguendo le schema proposto: monofase 230V + neutro, 50 Hz sinusoidali. Ora metterai sul piatto la questione "equipotenziale", ma non conta se non c'è dispersione verso terra. Qualche considerazione: come ho ampiamente scritto, in caso di alimentazione con inverter è molto difficile (per me impossibile) avere un collegamento del telaio a terra. L'inverter non è un trasformatore, cosi facendo metteresti in corto la batteria, attenzione a disegnare gli schemi che possono trarre in inganno... primario DC, secondario 230V AC. Dall'inverter non esce fase e neutro, ma qualcosa d'altro. _____________ [;)]73 de alvaro IZ2MHT
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alva.it
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16/02/2006 13380
Inserito il 17/10/2013 alle: 21:55:17
quote:Risposta al messaggio di Laikone inserito in data 17/10/2013  21:03:48 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Quindi! E' arrivato il sotuttoio, mette voti senza dimostrare nulla, non partecipa alla discussione poi da consigli a tutti sul forum come fosse farina del suo sacco, fa bellamente copia/incolla sul suo sito di quello che viene discusso. Errori compresi (sei gia stato sgamato). Mi faccia il piacere, si ritiri in buonordine e si vergogni. _____________ [;)]73 de alvaro IZ2MHT

Modificato da alva.it il 17/10/2013 alle 21:56:44
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zupperg
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10/01/2010 583
Inserito il 17/10/2013 alle: 23:06:38
quote:Risposta al messaggio di alva.it inserito in data 17/10/2013  21:48:55 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Ok adesso è ufficiale incominci a preoccuparmi. E' uno schema esemplificativo, come il tuo Kirchhoff per intendersi, tra l'ingresso della batteria e l'uscita del trasformatore ti ho omesso l'elettronica ma in soldoni il circuito di un inverter è quello, ti garantisco che in uscita alternata hai una fase ed un neutro. Per evitare di sentire rumore di unghie sugli specchi ti ho omesso tutti i collegamenti al telaio, il circuito di ritorno è garantito dal conduttore PE delle prese ed il ponte interno predisposto che IL COSTRUTTORE ti dice di eseguire. Ora il differenziale interviene? Riporto anche le prescrizioni di un costruttore preso ad esempio. "Se si desidera collegare più di un’utenza all’inverter e montare inoltre un circuito di distribuzione per prese, è necessario predisporre un interruttore di protezione (interruttore differenziale) ed effettuare il ponte elettrico nell’inverter. Il ponte elettrico può essere collegato solo da una persona specializzata, a conoscenza delle varie direttive VDE. Allo stato di consegna, l’apparecchio è dotato di separazione galvanica. Per far funzionare in modo sicuro più di un’utenza è indispensabile che nel circuito di distribuzione prese sia integrato un interruttore di protezione (interruttore differenziale), vedi schema elettrico esemplificativo" P.S. L'equipotenzialità serve nel caso di dispersione a portare tutto allo stesso potenziale (da qui il nome) per evitare di toccare due punti a potenziali diversi di modo che se tutte le parti metalliche hanno 1000000 V anche se le tocchi come fa l'uccellino non succede niente. Non la tiro in ballo in quanto non è strettamente legata alla domanda sopra. P.S.S. Laikone avrà tanti difetti, non ultimo quello di farsi il caffè bizzarro ma riconosce le minchi@te che a suo tempo ha sparato e questo è un pregio che pochi hanno. Grazie Guido
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enricogel
enricogel
24/07/2013 982
Inserito il 17/10/2013 alle: 23:16:22
Alvaro, posso fare un esempio di possibile uso del mezzo che porta il telaio potenzialmente a terra anche senza collegamento elettrico della linea? inverno ,tanta neve notturna di quella che copre le ruote,sei in area sosta senza linea esterna, usi l'inverter per la tv che fuori nevica che la manda, e voilà ti arriva la dispersione! a parte la iella, non credi che comunque sia melius abundare quam deficire ( ho usato il latino , solo per sdrammatizzare un pò ). E' evidente che parliamo di un differenziale che sia sensibile a correnti impulsive e, anche, con componenti continue. Ma il curega231 che mezzo ha? che va a finire che lo lasciamo con l'inverter in mano a recitargli: ti monto o non ti monto? [:D] ciaooooooooooo [:)]
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alva.it
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16/02/2006 13380
Inserito il 17/10/2013 alle: 23:28:20
quote:Risposta al messaggio di zupperg inserito in data 17/10/2013  23:06:38 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Io ti faccio preoccupare? Dovrebbero preoccuparsi i lettori di quello che scrivi! Non ti accorgi che la fai facile, troppo facile facendo credere che si possa essere tranquilli e protetti con un differenziale senza nessun collegamento di terra? Non ti accorgi che non interviene il differenziale, ma la parte magnetica del magnetotermico? Proprio no? AI AI AI... come diceva il mio amico Mike. P.S. hai mai provato l'uscita di un inverter con un rilevatore di tensione "Usag 322B"? _____________ [;)]73 de alvaro IZ2MHT

Modificato da alva.it il 17/10/2013 alle 23:44:58
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16/02/2006 13380
Inserito il 17/10/2013 alle: 23:38:23
quote:Risposta al messaggio di enricogel inserito in data 17/10/2013  23:16:22 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Non vale! Sulla neve col camper non ci vado[:D][:o)] La neve (involontariamente) ha fatto un collegamento verso terra. "Curega231" è sparito non solo da questo topic, ma anche da quest'altro: https://forum.camperonline.it/Stacca-batteria-aiuto_184739 forse quando ha scoperto di aver acquistato in Germania un inverter cinese da 4 soldi spacciato per ultramarchiato... _____________ [;)]73 de alvaro IZ2MHT
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zupperg
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10/01/2010 583
Inserito il 17/10/2013 alle: 23:51:15
quote:Risposta al messaggio di alva.it inserito in data 17/10/2013  23:28:20 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Inforca gli occhiali RCD è l'acronimo di Residual Current Device dove vedi il magnetotermico dai alva non sono un ragazzino sei fuoristrada. Vermante sei tu che la fai facile dicendo che non serve qualsiasi sia il collegamento od inverter che monti visto che sei su 4 gomme. Io invece la faccio difficile perchè dico che devi valutare il caso in cui sei e poi decidere in un caso non serve nell'altro si. Lo considero un no alla mia domanda o ci vuoi riprovare? [:D] Ciao Guido
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16/02/2006 13380
Inserito il 18/10/2013 alle: 00:05:12
quote:Risposta al messaggio di zupperg inserito in data 17/10/2013  23:51:15 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Gli occhiali li porto dall'eta di 14 anni. Allora ero solo miope, ora, data la non più giovane età, è subentrata la presbiopia: lenti progressive... Ma..., non ci capiamo[:D]. Non sei tu, sono sicuramente io che non mi spiego. Dandoti due risposte mi pare che fosse sottointesa la valutazione caso per caso. O no... L'esempio della neve di Enrico (penso si chiami così) ne è la prova. Scrivendo "la fai facile" intendo: non diamo per scontato nulla. Chi ci legge può capire cose errate e pericolose. Tipo: ho il differenziale (detto erroneamente salvavita), quindi sono a posto con tutto e con tutti. _____________ [;)]73 de alvaro IZ2MHT
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mesitalia
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24/12/2010 4133
Inserito il 18/10/2013 alle: 00:38:51
... salve e scusate, ho letto la discussione e vorrei dare un piccolo contributo pubblicando la normativa Cei riguardante l' argomento... non metto le figure tanto si capisce... spero in qualche modo possa essere di utilità... Nuova norma CEI 64-8 Variante 4 L’alimentazione delle unità mobili o trasportabili ha vissuto fino ad ora un vuoto normativo, almeno a livello nazionale. Infatti a livello internazionale esiste sull’argomento, dal febbraio 2001, la norma IEC 60364-7-717, dalla quale è stato tratto il documento di armonizzazione CENELEC HD 60384.7.717 S1, dal quale a sua volta è nato un progetto di norma CEI che è diventato la nuova sezione 717 della norma CEI 64-8 “Unità mobili o trasportabili”. Ma cosa sono queste unità mobili? Si tratta dei veicoli, sia dotati di motore autonomo che trainati o trasportabili (es. container o cabine), adibiti ad usi quali servizi medici, furgoni mobili per servizi televisivi, mezzi per la pubblicità mobile, veicoli per la protezione contro gli incendi, rimorchi e unità mobili utilizzate per la vendita (autonegozi), officine, etc. Esiste invece tutta un’altra serie di strutture mobili alle quali non si applica la nuova sezione 717 perché già oggetto di altre norme: I gruppi generatori oggetto della sezione 551 della norma CEI 64-8; Le darsene e le imbarcazioni da diporto che rispondono alla norma IEC 364-7-709 (che diventerà in futuro la sezione 709 della CEI 64-8); I caravan e i camper che rispondono attualmente alla sezione 754 della norma CEI 64-8; Il macchinario mobile conforme alla norma CEI EN 60204-1 (CEI 44-5) comprendente macchine quali le piattaforme per sollevamento, i carrelli elevatori, le macchine agricole e forestali; I componenti elettrici di veicoli elettrici che sono soggetti alle norme del Comitato Tecnico 9; Se all’interno della struttura mobile vi sono dei locali particolari, ad essi vanno applicate le normative specifiche come se si trattasse di un locale fisso (es. locali ad uso medico, docce, etc.), tenendo poi conto che per le unità mobili destinate ad emergenza e soccorso, quali quelle dei vigili del fuoco, le prescrizioni della norma vanno applicate tenendo conto del particolare servizio espletato. Protezione contro i contatti diretti La protezione contro i contatti diretti deve avvenire per isolamento delle parti attive (il distanziamento non è ammesso). È però richiesta una protezione addizionale, attraverso l’impiego di interruttori differenziali con corrente d’intervento non superiore ai 30 mA, per tutte le prese a spina destinate ad alimentare apparecchiature poste all’esterno dell’unità, in modo analogo a quello che viene richiesto per le prese di cantiere (le condizioni ambientali infatti possono essere simili). Tale differenziale non è richiesto se le prese a spina esterne sono alimentate mediante separazione elettrica, oppure circuiti SELV o PELV. Modalità di alimentazione dell’unità e protezione contro i contatti indiretti L’impianto elettrico dell’unità mobile si può trovare o interamente o solo in parte all’interno del veicolo, questo in base al tipo di alimentazione scelta. Infatti esistono quattro possibili metodi alternativi o sovrapponibili (solo il metodo A può però essere combinato con uno degli altri) di alimentazione di un’unità mobile: Attraverso una connessione ad un gruppo generatore BT (rispondente alla norma CEI 64-8/551) situato all’interno o all’esterno dell’unità; Attraverso una connessione ad un impianto elettrico fisso con protezione o con interruzione automatica dell’alimentazione o con collegamento equipotenziale locale non connesso a terra; Attraverso una connessione ad un impianto elettrico fisso con una separazione mediante isolamento principale (trasformatore con separazione semplice) ; Attraverso una connessione ad un impianto elettrico fisso con una separazione elettrica (es. trasformatore di isolamento di classe II); In ogni modo, qualunque sorgente venisse scelta, deve essere affissa, in un luogo chiaramente visibile da parte dell’utente dell’unità, una targa che specifichi in modo chiaro e non ambiguo i tipi di alimentazione che possono essere collegate all’unità. Tale targa deve contenere due ordini di informazioni, caratteristiche costruttive e istruzioni d’uso organizzate ad esempio in questo modo, come suggerisce la norma: Caratteristiche costruttive nome del costruttore; identificazione tramite sigla o numero del prodotto; tipo di alimentazione; parametri elettrici quali natura della corrente e/o la frequenza, tensione nominale, corrente nominale, grado di protezione, etc. Istruzioni d’uso prima di effettuare la connessione all’alimentazione esterna, controllare che l’interruttore generale dell’unità mobile sia su OFF e verificare l’integrità del cavo e dei dispositivi di connessione alla sorgente; dopo aver effettuato la connessione verificare la funzionalità del differenziale; prima di sezionare l’unità mobile dall’alimentazione esterna, controllare che l’interruttore generale dell’unità sia su OFF e solo successivamente effettuare il sezionamento. Nel caso in cui la protezione contro i contatti indiretti venisse effettuata mediante interruzione automatica dell’alimentazione, un altro avviso va posto in prossimità delle prese a spina che alimentano apparecchiature situate all’interno dell’unità, per precisare che queste prese non devono essere utilizzate per alimentare apparecchiature situate all’esterno dell’unità. A parte il caso d) nel quale il tipo di protezione prevista esclude esplicitamente il collegamento a terra delle masse, negli altri tre tipi di alimentazione può, ma non necessariamente deve (a parte un solo caso), essere previsto un dispersore. Una disposizione comune a tutti e quattro le tipologie di alimentazione è che qualsiasi componente elettrico installato tra la sorgente di alimentazione ed i dispositivi di protezione previsti per l’interruzione automatica dell’alimentazione (interruttori differenziali o anche fusibili a seconda del tipo di distribuzione utilizzata), compresi gli stessi dispositivi di protezione, devono essere protetti mediante componenti elettrici di classe II o con un isolamento equivalente (vedi la parte di impianto colorata in azzurro negli schemi). Alimentazione di tipo A Il gruppo generatore che va ad alimentare l’unità può essere situato o all’interno (fig. A1) o all’esterno (fig. A2) dell’unità stessa. Nel secondo caso, la norma prevede, nel caso in cui il collegamento con il generatore avvenga tramite una presa a spina polarizzata, che i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti (fusibili in figura A2, ma potrebbero essere ovviamente interruttori magnetotermici) debbano essere installati nei conduttori attivi all’origine dell’unità. Il metodo di alimentazione tramite gruppo elettrogeno può essere combinato anche con uno degli altri metodi. Le due figure A1 e A2 sono identiche, a parte la collocazione del gruppo generatore. Esso è posto internamente all’involucro di classe II nel primo caso (e per questo può essere di classe I o II), mentre è posto esternamente nel secondo caso (e quindi deve essere di classe II). La protezione contro i contatti indiretti avviene attraverso l’interruzione automatica dell’alimentazione che deve essere garantita da un interruttore differenziale generale che protegge i circuiti interni ed un interruttore differenziale da 30 mA che protegge quelli esterni. Il centro stella del gruppo elettrogeno viene collegato alla struttura esterna conduttrice dell’unità, mentre le masse degli apparecchi sono collegate, attraverso il conduttore PE, al neutro e quindi al centro stella. Si tratta di una specie di sistema TN, dove però manca la T, essendo il neutro del generatore isolato da terra. Non essendoci nessun tipo di collegamento a terra è evidente che si viene a ricreare una situazione simile a quella di una abitazione nella quale c’è il differenziale, ma manca l’impianto di terra: il differenziale si interviene, ma solo quando una persona fa da cavo conduttore verso il terreno toccando, ad esempio la carrozzeria esterna dell’unità. Non si tratta di un pericolo mortale per la persona, ma nemmeno si può sostenere che sia una soluzione ottimale. In alternativa, gli schemi proposti dalla norma prevedono l’eventuale collegamento a terra del collettore principale di terra, collegamento che rimane facoltativo (potrebbe essere necessario però, oltre che per motivi di protezione, anche per motivi funzionali). Le parti conduttrici dell’unità, come il telaio o i sistemi di tubazioni, devono essere interconnesse e collegate all’interno dell’unità tramite conduttori equipotenziali principali, al conduttore PE del sistema di distribuzione utilizzato (TT, TN, IT). Tali conduttori devono essere realizzati con trefoli sottili. Alimentazione di tipo B In questo caso l’alimentazione arriva direttamente dalla rete, tramite un sistema TT od un sistema TN, attraverso un collegamento presa-spina. Nel caso in cui questo collegamento avvenga tramite una presa a spina polarizzata, occorre che i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti (fusibili in figura B1, ma potrebbero essere ovviamente interruttori magnetotermici) debbano essere installati nei conduttori attivi all’origine dell’unità. La norma propone lo schema descritto nella figura B1, il quale rappresenta forse il caso più frequente di alimentazione di queste unità: collegamento diretto alla rete e protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica della alimentazione con l’uso di interruttori differenziali. Alimentazione di tipo C Il terzo tipo di alimentazione prevede la presenza di un trasformatore di separazione all’ingresso dell’unità. A valle del trasformatore le soluzioni proposte dalla norma sono tre. La prima, in figura C1 consiste in un sistema IT con un differenziale generale ed un dispersore in grado di fornire l’interruzione automatica dell’alimentazione in caso di guasto nel trasformatore a separazione semplice. Ogni circuito previsto per alimentare apparecchiature al di fuori dell’unità, deve essere protetto singolarmente con un differenziale da 30 mA. La seconda soluzione, figura C2, propone l’installazione di un dispositivo di controllo dell’isolamento, con o senza dispersore, in grado di interrompere automaticamente l’alimentazione in caso di primo guasto tra le parti attive ed il telaio dell’unità. La terza ed ultima soluzione, proposta in figura C3, ripropone un sistema TN. Per quanto riguarda i sistemi IT cambiano le modalità di collegamento delle masse in unità aventi l’involucro conduttore od unità senza involucro conduttore. Nella prima situazione le masse vanno collegate all’involucro conduttore, nella seconda le masse vanno collegate ad un altro involucro conduttore e ad un conduttore di protezione. (la CEI 64-8/V4 indica che questa disposizione non è applicabile in Italia). Alimentazione di tipo D L’ultimo tipo di alimentazione, che è forse il migliore, è quello attraverso l’uso di un trasformatore di isolamento di classe II (o anche un gruppo elettrogeno), il quale permette di separare l’unità mobile dalla rete e da terra. In questa situazione sono assenti i differenziali in quanto inutili, poiché posti a valle di un trasformatore di isolamento sono impossibilitati ad intervenire. Infatti in un differenziale posto a protezione dell’intero impianto, la somma delle correnti che lo attraversano sarà sempre nulla, mentre un eventuale differenziale posto a protezione di un singolo circuito interverrebbe solo se la corrente capacitiva di primo guasto a terra fosse superiore alla sua corrente d’intervento, condizione impossibile. In caso di un secondo guasto a terra, il problema si tramuta in un cortocircuito, il quale viene fermato dai dispositivi di protezione dalle sovracorrenti (fusibili nel caso di figura D). Modalità di connessione dell’unità mobile con un impianto elettrico fisso Nel caso in cui l’unità mobile fosse alimentata da una rete esterna, il collegamento tra di esse deve essere effettuato attraverso prese a spina e dispositivi di connessione per uso industriale, rispondenti alle norme CEI 23-12/1 e 23-12/2. Se, come succede normalmente, le prese a spina per il collegamento sono situate all’esterno dell’unità, bisogna che abbiano un grado di protezione almeno pari a 55 (figura E). In considerazione delle possibili condizioni ambientali esterne nelle quali ci si può trovare ad operare, per collegare l’unità mobile all’alimentazione occorre utilizzare cavi flessibili per posa mobile per esterno tipo H07RN-F, con sezione minima di 2,5 mm2 in rame, in accordo con la norma CEI 20-19/4.

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zupperg
zupperg
10/01/2010 583
Inserito il 18/10/2013 alle: 01:34:51
quote:Risposta al messaggio di alva.it inserito in data 18/10/2013  00:05:12 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Allora siccome nemmeno io mi spiego bene evidentemente visto che dici tutto ed il contrario di tutto ad ogni mia risposta riassumo nella speranza di arrivare ad un punto di contatto. Anche se non sei collegato alla colonnina e perciò all'impianto di dispersione tradizionale se utilizzi un inverter dove il costruttore ha predisposto un collegamento interno da eseguire tipo ponte per mettere a terra il neutro nel caso di utilizzo con più di una distribuzione presa a valle dell'uscita l'inserimento di un interruttore differenziale come da schema assicura la protezione in caso di guasto verso massa di un qualsiasi utilizzatore dotato di massa. Non è farla facile è così interviene e basta fa il suo sporco lavoro. La sicurezza introdotta dall'inserimento di un RCD è superiore alla sicurezza fornita da un sistema che non prevede nessun RCD. Un sistema che ha in cascata due RCD fornisce una sicurezza superiore di un sistema con un RCD. Non so se un differenziale ti salverà ma sicuramente se non è presente rischi molto di più. Da come la metti tu: Scrivendo "la fai facile" intendo: non diamo per scontato nulla. Chi ci legge può capire cose errate e pericolose. Tipo: ho il differenziale (detto erroneamente salvavita), quindi sono a posto con tutto e con tutti. Aggiungo io tipo: non ho il differenziale quindi sono a posto perchè la protezione me la da un'altra persona forse se sono allacciato o nessuno se non sono allacciato..... [xx(] è seriamente pericoloso affermare ciò e non lo dico a te ma a tutti quelli che leggono. Se non è sicuro con i differenziale figuratevi senza allora. Guido
21
Laikone
Laikone
rating

31/03/2004 19263
Inserito il 18/10/2013 alle: 08:37:47
quote:Risposta al messaggio di alva.it inserito in data 17/10/2013  21:55:17 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> a bello de mamma! cerca di stare un po' trallo e non tirami in ballo solo perchè parli con persone che ne sanno più di te e questa volta viene sminuita la figura di super guru che ti sei autocostruito insieme alle tue antenne... il mio intento era quello di voler sdrammatizzare un argomento con tutta probabilità un po' troppo DENSO per la maggioranza degli utenti, me compreso. Nulla c'entra, come ti ho già detto altre volte il sito, che poi non è mio... ma fa nulla... Considerando infine che nessuno nasce "imparato" deducendo che nemmeno nel tuo caso ciò è avvenuto... direi che quello che hai imparato, ammesso che tu lo sappia poi davvero, perchè gli altri (Franco/Zupperg) stanno dimostrando il contrario... lo hai PALESEMENTE letto/studiato sui libri già scritti da altri, per cui non prenderti meriti che non hai, sei semplicemente e sottolineo semplicemente uno come tanti altri che in questo ambito quando è ora deve e può ancora imparare di chi ne sa di più e conosce principi che ALTRI hanno scritto/inventato. certo chi ti insegna non sono io, proprio per questo ho scritto a tutti di leggere perchè era il momento di imparare qualcosa. Infine, quando non ci "salti fuori" non metterla sul personale, piuttosto fai come faccio, NON intervengo quando la discussione diventa più grande di me[;)] Ti chiedo comunque di continuare la discussione con franco e Zupperg perchè è interessante. www.susezzapasa.it
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