2à parte: e' necessario andare per gradi, premessa, la scelta del materiale giusto fa la differenza nel fare un lavoro corretto senza arrecare ulteriori danni, quindi se non si e' certi delle proprie capacita' e' meglio astenersi. Io, non per altro, sono ricorso all'aiuto di mio suocero anche perche' da solo e' quasi impossibile da drizzare.
Materiale chiave indispensabile: una lama di legno lamellare multistrato da 3 cm. di spessore 2 metri di lunghezza e 12 cm circa di larghezza (super resistente alla flessione), spessori vari sempre di legno, 3 morse dette "cagne" di ferro a vite e una buona dote di pazienza.
E' necessario durante l'inversione della curvatura oltrepassare gradualmente il modulo di elasticita' del profilato di alluminio che compone il perimetro esterno della porta per arrivare piano piano a generare una deformazione permanente che, una volta tolto il carico statico di pressione, ne consenta la raddrizzatura permanente.
Sarebbe molto piu' semplice da descrivere l'opera con una foto solo che non le ho fatta dato che ad un certo punto si e' staccata una morsa in tensione ed e' caduta in basso sulla testa del nonno ... in questa fase, ci mancava solo piu' un foto per esasperare la manovra, quindi ho volutamente rinunciato.
Veniamo all'esecuzione: sul legno lamellare stratificato impiegato di coltello, si avvitano agli estremi e per gradi, 2 spessori di dimensioni incrementabili progressivamente di legno poi, appoggiando sul lato convesso il "ponte" discambio forze così realizzato, si interpone un altro spessore in legno dalla parte convessa della porta e sto punto, mediante 3 morse applicate tra lama in legno e spessore esterno con interposizione in mezzo della porta a mo' di "panino" , si forza avvitando progressivamente sulla porta generando una flessione contraria alla curvatura tale da riportare alla planarita'.
Nel mio specifico caso sono andato con spessori fino a 5 cm dalla parte opposta della lato storto in almeno 6 tentativi per gradi prima di ottenere un effetto permanente soddifacente e capace di riportare la porta dritta.
Inutile descrivere il pauroso effetto "arco teso" che si genera sulla struttura, si e' molto vicini alla frattura dell'oggetto vista anche la presenza di un vetro decentrato in plexiglass che di sicuro non gode della manovra sinistra.
Ero talmente stufo di vedere entrare aria dlla porta ho ho ampiamente rasentato la distruzione della stessa pur di non avere piu' la condensa ghiacciata sul perimetro (tipo frigorifero in estate) e di dover lavare la guarnizione interna ad ogni viaggio lungo perche' da bianca diventava grigia per via dell sporco che lasciava passare la chiusura. Pensate che di notte da fuori si vedeva bene la luce all'interno del camper e per me, che come molti di noi, sono maniaco dell'isolamento e della pulizia ad oltranza, un tale fatto, e' presocche' impesabile.
Spero di essermi spiegato sufficientemente a parole e data la mia esperienza in passato per raddrizzate alberi ellittici di catamarani con un momento elastico esagerato, vi assicuro che con i pesi e anche smontando la porta si fa poco, inoltre per via della superficie esterna verniciata non si puo' neanche scaldare l'alluminio per farlo risultare piu' malleabile.
In genere la porta si svergola nella parte libera verso lato maniglia dato che le cerniere dall'altra parte ne impediscono la dilatazione quando e' completamente esposta alle variazioni estreme di temperatura.
Buon lavoro, Andrea.
Modificato da norbiato il 01/03/2010 alle 17:32:24