Ciao
Io andrei molto cauto nel dire che una tipologia è migliore di un'altra in vista dei rigori invernali. La differenza non è tanto nella tipologia, quanto nei materiali e nelle soluzioni utilizzate che variano in base alla fascia di prezzo e mercato.
Un integrale presenta il vantaggio di una cabina completamente ricostruita, quindi, teoricamente, beneficia di una migliore coibentazione delle parti laterali mentre perde, e parecchio, a causa della superficie vetrata maggiorata. A tutto questo è da aggiungere la giuntura tra sovracruscotto e cruscotto, che non di rado lascia passare indesiderati spifferi, la consistenza della coibentazione del sovracruscotto (a volte in doppio strato di vetroresina, altre con della semplice gommapiuma insonorizzante), il livello di coibentazione dello stampo del frontale, che può essere di alto livello, quindi con doppio guscio di vetroresina con poliuretano interposto, o di livello inferiore, con vetroresina, isolante alluminizzato a strati incollato e rifinitura interna. A tutto ciò poi sommiamo la consistenza delle calate laterali inferiori che hanno il compito di allargare la cabina e portarla al pari della scocca, che, spesso, sono in materiali plastici poco propensi a combattere le dispersioni di calore.
Ora, un vecchio adagio sostiene che il modo migliore di combattere il freddo è di fermarlo prima che possa entrare. In vent'anni di utilizzo invernale di veicoli ricreazionali di diverse tipologie posso affermare con una certa sicurezza che ciò corrisponde alla realtà. Fermarlo fuori significa aumentare la coibentazione, non dover alzare il riscaldamento...
Come da più parti sottolineato, con le apposite coperture termiche esterne la situazione migliora in maniera sensibile, riducendo la dispersione di calore, eliminando spifferi e condensa. Ciò, però, deve essere supportato da un adeguato riscaldamento della zona anteriore attraverso l'impianto originale del veicolo o un impianto apposito e indipendente... Questa seconda soluzione è ormai sempre più presente nel listino accessori dei costruttori e praticamente di serie nel Nord Europa, dove gran parte del parco veicoli circolanti, caravan escluse, è formato da profilati. Veicoli, quindi, con cabina metallica originale adeguatamente riscaldata e coibentata, in sosta, con apposite e performanti coperture. Il motivo di questa scelta è presto detto: il comfort, in un VR, deve essere fornito sempre, in sosta come in marcia. Ampliare a dismisura la superficia vetrata della cabina, senza dotarla di adeguati sistemi di sbrinamento elettrico (oggi appannaggio solo di pochissimi integrali extralusso), significa avere concreti problemi di formazione di condensa e ghiaccio in marcia che peggiorano sensibilmente la visibilità e, data la posizione spesso difficile da raggiungere a causa dell'elevata distanza tra volante e parabrezza, sono difficili da eliminare. Il calore del riscaldamento prodotto dalla meccanica di base e distribuito dalle bocchette del sovracruscotto, infatti, è calibrato sulla vetratura originale dello scudato, non su una superficie vetrata che spesso è doppia rispetto all'originale.
Rimane, poi, la questione riscaldamento della zona anteriore. Sugli integrali, grazie alla maggiorazione delle dimensioni, è più facile portare una diramazione della canalizzazione a copertura della cabina. Teniamo sempre presente, però, che questa dovrà coprire una zona piuttosto ampia, con grande dispersione di calore e che il 95% delle volte ospita un letto discendente che, se non provvisto di meccanismo finale di traslazione, è a stretto contatto con il punto più freddo di tutto il camper, il parabrezza anteriore... Gli oscuranti plissettati anteriori servono, le serrande in pvc e poliuretano pure, ma per fermare condensa e ghiaccio occorre provvedere al telo termico esterno.
La cabina originale è più piccola, non ha sovracruscotti e le guarnizioni, essendo di derivazione automobilistica, dovrebbero garantire una adeguata tenuta. In passato non è sempre stato così, oggi, con gli ultimi cabinati, si sono fatti dei miglioramenti sensibili. La bocchetta del riscaldamento, solitamente, è portata alle spalle dei sedili: anche se posta un poco più indietro rispetto a quella di un integrale, che può beneficiare di un mobile laterale, deve occuparsi di una zona con volumetria inferiore, fermo restando che è fondamentale e necessaria la copertura esterna, oggi sempre più acquistata e utilizzata. Riscaldare la cabina, anche in sosta, non è difficile ed è possibile con diversi sistemi, anche a convettori. Basti vedere i convettori posizionati alla base dei sedili e i booster ventilati adottati, nella cabina di guida del Fiat Ducato, da uno dei più grandi costruttori tedeschi sulla propria gamma ammiraglia di profilati.
Tutto questo, poi, risente della coibentazione del veicolo (materiali, spessori), della capillarità dell'impianto di riscaldamento, della sua potenza ed efficacia, della sua distribuzione, e dell'utilizzo che se ne intende compiere. Una struttura con pareti a spessore maggiorato, isolante performante con basso indice di conducibilità termica, impiantistica ottimamente dimensionata, fa la differenza. E la fa che si tratti di un integrale, di un profilato o di un mansardato. Nella scelta del veicolo, quindi, valuta bene tutti gli aspetti.
Ciao
michel