Inserito il 16/02/2010 alle: 17:12:02
Ciao a tutti e scusate il ritardo.
Se da quel che ho capito il 720GLM a cui ci si riferisce è l’M e non l’H, è in produzione dal 2006 e da allora è praticamente invariato se escludiamo il cambiamento della tinta della vetroresina del piano cottura (che nel 2007 diventa chiara), della porta di ingresso Dometic con finestra a compasso al posto di quella con finestra a ghigliottina introdotta con la prima serie M lanciata nel 2003. Altra significativa novità, introdotta nel 2008, è la versione Elegance, dotata di mobili in ciliegio e non in faggio, contraddistinta da tende a pacchetto in misto lino/cotone alle finestre (escluse cucina e toilette) e distinguibile, all’esterno, per il marchio del produttore rosso e per l’apposita dicitura posteriore.
Il telaio Iveco è adottato nella versione super alleggerito con passo di 3950 mm, con balestre e ammortizzatori specifici per la trasformazione a camper. Il pavimento è costituito da un sandwich a doppio rivestimento inferiore (trattato contro l’umidità) e superiore in multistrato da 5 mm, coibentazione in Styrofoam da 40 mm, rivestimento interno in laminato da 2 mm ad effetto parquet. Si tratta di un Arca tradizionale, per cui i materiali sono gli stessi impiegati a partire dal 2003 con la serie M. Al pavimento sono fissate le bandelle. Stampate in vetroresina, seguono il disegno introdotto a partire dal 2005 con il P674 e con il primo M720GLT, di cui questo GLM è stretto parente. Sempre in vetroresina sono stampati vari elementi: bandelle delle porte, comprese quelle cabina, servite da un predellino con laminato di alluminio, il raccordo cabina abitacolo, diviso in due parti, la parte frontale della mansarda, con scalfature, modanature e luci di ingombro, i cantonali perimetrali di copertura, la calata di raccordo posteriore che ingloba il terzo stop e il logo del produttore, i cantonali posteriori con fanaleria integrata e, infine il paraurti posteriore. Hanno uno spessore nell’ordine dei 2 e 3 mm a seconda delle parti, ma nessuno di questi elementi è portante. Si tratta, in effetti di coperture, di carter o di parti di carrozzeria sovrastanti una struttura (eccetto chiaramente le bandelle inferiori).
Le pareti sono composte da un sandwich alufiber/styrofoam/legno con uno spessore di 45 mm. In particolare, 40 mm sono di isolante, 2 di rivestimento esterno, 3 di interno con finitura melaminica. A questo, nelle zone cruciali, particolarmente evidente nella zona letto posteriore, sono fissati pannelli anticondensa con imbottitura e rivestimento antimacchia facilmente lavabile. LA parete contiene, al proprio interno, la classica armatura di regoli in legno. L’assemblaggio della scocca avviene procedendo prima ad avvitare, tra di loro, i vari elementi, quindi stendendo sui profili di giuntura una guaina bituminosa a caldo. A ulteriore protezione, la giuntura tra pareti e tetto è rinforzata dai cantonali in vetroresina citati precedentemente. La mansarda, come detto, ha un guscio frontale stampato in vetroresina, mentre il tetto è in alufiber. La parte frontale, più spessa, fa si che questa funga anche da sorta di paravento per l’oblò centrale. Come è usuale su quella generazione di Arca, l’accesso avviene attraverso un doppio scalino interno stampato in vetroresina. Tutto ciò è decisamente particolare, poiché, occorre ricordarlo, ci si trova su un mezzo allestito su meccanica Iveco, solitamente piuttosto alta da terra anche per via della trasmissione posteriore. Arca, andando in controtendenza, ha scelto di carenare piuttosto in basso il veicolo offrendogli praticamente la complanarità rispetto alla cabina di guida. Un aspetto sicuramente favorevole per la zona anteriore e il living, che acquista visuale anteriore, un po’ meno per quella posteriore, in cui si è dovuti ricorrere a un gradino interno sopraelevando il piano di calpestio e realizzando una parte di doppio pavimento. Mi convince poco, a questo proposito, la scelta di lasciare il pavimento superiore con rivestimento in legno. Per carità, se ben ricordo sì vi è una botola avvitata per accesso impiantistica, ma un rivestimento laminato antigraffio sarebbe stato probabilmente più funzionale e meno delicato.
L’altezza interna è di 210 cm: il tetto è rivestito in pvc bianco di buona consistenza (materiale utilizzato da Arca ormai da lungo corso), mentre la mansarda è controstampata internamente in ABS. Solitamente il guscio interno è ben realizzato, con un gioco delle parti davvero minimo e presente solo negli angoli anteriori, alla base tanto per intenderci, della cintura laterale. L’aerazione è sovrabbondante, con tre finestre apribili (se ben ricordo due laterali da 66 e una frontale da 112 x22 cm) con il classico oblò centrale. Questo forse è un po’ sottotono: in un contesto di quel tipo, infatti, non sarebbe stato male se fosse stato utilizzato un miniheki con tanto di guarnizioni perimetrali. Il riscaldamento è presente perimetralmente, con 5 aerazioni per parte (mi pare da 25 mm di diametro) e sottostante canalizzazione. L’altezza del cielo mansarda è nella norma, siamo sui 65 cm al centro, buona la qualità dei materassi anche se mi pare di ricordare che questi fossero piuttosto corti rispetto alla lunghezza effettiva del letto. Meno bene, invece, la separazione con la cabina, con la rete a doghe che sui primi modelli era a vista e ora è celata da una sorta di tenda. Mi pare, però, che per l’inverno sia fornito il classico oscurante a 7 strati. Non mancano, invece, due luci di lettura per parte, portaoggetti doppi e la classica rete anticaduta, cosa buona vita l’altezza da terra accentuata. L’accesso avviene con la scala: la stessa che, almeno le persone non altissime, devono usare per raggiungere l’Heki 2 posizionato sul cielo del living nella curva mansarda. E’ un po’ incomprensibile il perché non sia adottato, vista la posizione e il presigio del veicolo, un Heki 3 ad apertura elettrica con telecomando. Sempre lì vicino, nello stampo del cielo, particolarmente nella giuntura con il tetto del resto del veicolo, c’è qualche vite a vista di troppo.
I mobili sono realizzati in multistrato nobilitato e hanno spessori nella norma, siamo sui 15 mm.(30 i piani tavolo). Ottima la qualità della meccanica utilizzata, con cerniere domestiche e maniglie inox. La chiusura, classica, è a push lock. I mobili, data la forma, sono piuttosto capienti. Buona anche la costruzione con piastra sottostante in alluminio novelis con faretti integrati. Il living anteriore è piuttosto compatto: è però ben integrato con la cabina, con poltrone girevoli, e abbastanza ben servito dal tavolo ampliabile a libro, anche se la manovrabilità dello stesso non mi ha convinto del tutto. E’ bella, invece, l’integrazione con la cabina, con le basi dei sedili carenate con lo stesso legno dei mobili e che contribuiscono a renderla meno fredda. Meno bene, invece, la placca di alluminio trasversale anteriore a pavimento… è di ottima qualità ma forse si poteva trovare qualcosa di più “caldo”.
Lato servizi, la cucina è assolutamente convincente. Sviluppata a L,, adotta il piano in vetroresina sanitaria stampato con inglobato un lavello di dimensioni più che domestiche. Dello stesso tenore sono lo scarico, mi pare sia da 90 mm di diametro, e il rubinetto inox. A fronte di uno spazio di questo tipo alcuni, forse, avrebbero preferito avere la doppia vasca… Io credo, almeno per esperienza personale, ritengo che anche la soluzione scelta qui sia convincente. Il blocco cucina, poi, è il classico Dometic Smev serie 400 con 4 fuochi, grill e forno a gas. Buono anche lo stivaggio, con tre pensili superiori di cui uno sopra il frigo 7655L e il vano inferiore sotto al lavello. Buona la presenza anche della cappa aspirante e dell’oblò a soffitto. Meno bene, a mio modo di vedere, la presenza in questa zona del già citato gradino a pavimento. Soffre, poi, un po’ del classico effetto corridoio per via della presenza di frigo e armadio da una parte, toilette dall’altra. Questa ha diverse peculiarità interessanti, con un riuscito accoppiamento di vtr e legno e diversi vani di stivaggio, magari non molto profondi, ma comunque pratici, sopra alla finestra e in alto a destra oltre che cilindrico sotto al lavandino. Cosa buona in un veicolo destinato alla famiglia, la presenza del pavimento interamente in vetroresina, insensibile agli schizzi di acqua a volte lasciati dai bimbi. Mi convince di meno, invece, la doccia. Non per le fattezze, dato che ha comunque la classica colonna attrezzata termoformata con 3 vani in cui sistemare l’occorrente, e piatto in vetroresina, ma per la forma necessariamente rastremata vista la concomitante presenza della cucina (opposta) e per la soluzione del cupolino termoformato superiore (presente anche in toilette) per guadagnare cm in altezza data la presenza del passaruota.
C’è da dire, comunque, che la parte anteriore è stata ben sfruttata con la presenza di due armadi trapezoidali e un comodo porta scarpe a serranda accessibile dall’ingresso. Un buon utilizzo dello spazio, al pari di quello inserito nell’angolo della dinette, lato sx.
In coda, il letto matrimoniale da 210x140 è abbastanza ben ambientato. Vanta testata imbottita e 4 armadietti sul fondo lineari, con mensole a giorno opposte sui lati. Sono meno entusiasta di alcune altre scelte: in particolare l’aerazione, con un unico finestrino posteriore piuttosto basso e che sarebbe quantomeno da affiancare a un’unità laterale o a un oblò posteriore maggiorato, e l’illuminazione, con un unico spot centrale che deve servire addirittura due persone… Un po’ stonato rispetto al livello generale, soprattutto se si pensa alle 4 luci simmetriche della mansarda. L’ultimo esemplare che ho visto io, poi, aveva il riscaldamento condotto con due bocchette all’interno della mensola a giorno di destra. Sicuramente potente, vista la concomitanza della stufa Combi 6 posizionata proprio lì vicino, però forse perfettibile con una diramazione perimetrale di ridotte dimensioni.
Buono anche lo sviluppo del garage, accessibile dall’interno tramite uno sportello di buone dimensioni e ben rifinito, con il suo fondo in alluminio mandorlato, due portelli di accesso (anche se di dimensioni diverse), binari per fissaggio carico, illuminazione, riscaldamento e un mobiletto per lo stivaggio a destra.
Come impiantistica, l’impianto idrico è uno dei punti di forza di Arca da ormai + di 20 anni. La pompa è una classica Shurflo TrailKing 7 (almeno sui 2009/10), sono presenti sifoni e l’equipaggiamento è ben realizzato, in particolare per quanto concerne gli scarichi, affidati a tubi rigidi di derivazione domestica con pendenze ad hoc. Nella media l’autonomia, con due unità da 100 litri per carico e scarico. Particolarità Arca, la presenza del doppio sistema di scarico del wc con kit speedy e serbatoio nautico da 38 litri in abbinamento alla cassetta da 18. Un sistema piuttosto ingegnoso che ha iniziato a essere sviluppato già vent’anni fa sugli America serie 92 (anche se allora il principale era il nautico e veniva fornita una tanica con doppia valvola per lo svuotamento frazionato) e in cui il costruttore dimostra di credere ancora oggi, nonostante la generalizzazione del sistema a cassetta.
Buona l’illuminazione interna, con utilizzo di plafoniere e spot alogeni (come detto sottotono quella del letto posteriore). Il riscaldamento è quello ormai comunemente adottato in questa fascia, qui associato a pareti con spessore maggiorato abbinate a porte e portelli adeguati per telai e per consistenza.
La struttura della scocca è di tipo tradizionale, con un’intelaiatura interna in legno a supporto dell’isolante. Come già detto, lo spessore è decisamente maggiore alla media. Riguardo ai materiali utilizzati per le pareti dell’M720GLM, l’Alufiber, prodotto dall’olandese Euramax, è oggi adottato, oltre che da Arca, da Rapido per la propria serie ammiraglia di profilati 70+ e, sempre in Francia, dallo storico costruttore Notin. Il materiale di coibentazione, lo Styrofoam, è al momento l’isolante più comune nella fascia di mercato in cui questo veicolo si posiziona. Della stessa famiglia del polistirolo, Styrofoam è un marchio registrato da Dow Chemical Company e identifica il polistirene per isolamento termico. Ha una conducibilità termica di circa 0.035W/(m*K) e una densità di 32 kg per metro cubo.
E’ adottato, con spessori differenti, da Arca, Laika, Pilote, Bavaria, Rapido, EuraMobil (serie Activa/Contura/Integra), Frankia, Dethleffs (i modelli maggiori, in opt su quelli più piccoli anche se è quasi sempre di serie per i veicoli mercato Italia), Fleurette.
ciao
michel