Inserito il 20/01/2015 alle: 14:12:08
A Porto Marghera poco più di un anno fa succedeva anche questo[V]. Chissà che tipo di pompe rifornivano, (a parte una riconosciuta) bianche rosse od a striscie...
Da "La Nuova Venezia" del 9 Maggio 2013
P.S. Ho cancellato nomi e cognomi
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Porto Marghera. Dipendenti, camionisti e benzinai minacciavano i dirigenti della società e rivendevano ad alcuni distributori...
Petroven, 10 arresti. Rubato carburante per un milione d’euro
di Carlo Mion
id="green">MARGHERA. Hanno rubato gasolio per oltre un milione di euro, inviato lettere esplosive ai dirigenti di Petroven di Marghera e pestato un camionista perché secondo loro aveva fatto l’infame e raccontato dei loro loschi traffici. Ora sono finiti in carcere, gli arresti domiciliari o con l’obbligo di dimora. Si tratta di una decina di persone tra i quali alcuni dipendenti dell’azienda di Porto Marghera, un ex sindacalista Cgil, dei camionisti, un pugile dilettante e alcuni benzinai. Tra gli indagati anche un odontotecnico mestrino.
A smantellare la “cricca” sono stati gli agenti della Digos diretti da Enzo Gaetano e il sostituto procuratore Paola Tonini che ha coordinato le indagini.
Le indagini sono iniziate nel gennaio 2011, dopo l'invio ai vertici dell’azienda che gestisce in via dei Petroli 14 a Marghera uno dei più grandi depositi di carburanti d’Europa, di lettere incendiarie. Tre plichi contenenti polvere pirica che all'apertura avrebbero azionato un meccanismo di innesco a sfregamento. Per disinnescarle erano intervenuti anche gli artificieri.
Le indagini hanno consentito di stabilire che le lettere riguardavano... e ...., presidente e direttore di Petroven e il responsabile tecnico dello stesso stabilimento.... già vittime in passato di alcune minacce.
Le indagini consentono, ben presto, alla Digos di scoprire che le minacce non erano collegate a tensioni in ambito lavorativo. Gli investigatori, invece, si sono trovati davanti ad un sistema collaudato di furto di carburanti compiuto da dipendenti infedeli, autotrasportatori, benzinai compiacenti e altre persone che ricettavano il prodotto sottratto. Nel corso delle indagini è stato riscontrato all'interno del deposito il furto sistematico di intere autocisterne di gasolio, numerosi episodi di “rabbocco” e sistemi di frode finalizzati a caricare nell’autocisterna prodotto che non veniva registrato dal sistema elettronico dell’erogatore. Fra il mese di gennaio 2011 e il mese di marzo 2012 sono stati sottratti a Petroven di 680 mila litri di carburante dal valore sul mercato inoltre un milione di euro e che aveva fruttato al gruppo 390 mila euro. Il gruppo è stato scoperto quando, a gennaio di due anni fa, uno di loro, l’ex sindacalista della Cgil..., chiama in via anonima i giornali da una cabina pubblica per avvisare dell’arrivo di una lettera incendiaria al direttore di Petroven. Cabina e scheda telefonica vengono individuate dalla Digos che scopre poi come quella scheda sia usata per chiamare un dipendente di Petroven .... Da lì a cascata tutti gli altri. Un episodio significativo di furto avviene il 13 marzo 2012, quando l’autocisterna di ...., appena uscito dal deposito, viene fermata dalla Polstrada, su indicazione della Digos e trovata carica di oltre 40mila litri di gasolio rubati. Interviene anche la Guardia di Finanza che sequestra tutto. Fra i dipendenti infedeli di Petroven si segnalano... - sempre presente negli episodi di sottrazione di carburante -..., .... e ....: potevano contare sulla collaborazione dei camionisti,.... e ....., ex rappresentante di base della Cgil all’interno dello stabilimento, si è avvalso della carica sindacale per contrastare alcune decisioni dei vertici dell’azienda prese per aumentare la tutela del patrimonio. La “cricca” pur di raggiungere i suoi scopi ha usato la forza, da un lato con ripetute minacce di morte nei confronti dei vertici aziendali nel momento in cui questi avevano deciso di potenziare il sistema di videosorveglianza, di mettere la doppia sbarra per entrare e uscire e di centralizzare il sistema di carico del carburante nelle cisterne. E inoltre minacce anche nei confronti di alcuni autotrasportatori che avrebbero cercato di rivelare il traffico illecito. Le minacce di morte ai vertici aziendali, sono state funzionali a mantenere inalterato il vecchio sistema tecnicamente detto di “caricazione” delle autobotti. Accertate anche ritorsioni ai danni di alcuni autotrasportatori “non allineati”: i dipendenti infedeli respingevano le autobotti per delle presunte anomalie tecniche e causavano periodi di attesa molto prolungati prima dei rifornimenti. Inoltre due dei camionisti coinvolti, convinti che un loro collega avesse denunciato ai vertici di Petroven i furti, hanno organizzato un pestaggio assoldando un pugile.
Gli investigatori, inoltre, hanno documentato la continua attività di....e... negli illeciti rifornimenti ad alcuni benzinai compiacenti, fra i quali si segnala ..., gestore del distributore Ip di...
Gli indagati a vario titolo devono rispondere di furto, rapina, lesioni personali, fabbricazione di congegni incendiari e violenza privata.