quote:Risposta al messaggio di rompiscatole inserito in data 04/05/2010 19:35:32 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>>Permettimi di chiederti come ci lavori su questa tecnologia, quali siano le specifiche di questa tecnologia e come misuri i risultati che essa fornisce.
quote:Risposta al messaggio di Tuonomotori inserito in data 26/04/2010 08:37:27 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>>Ti ringrazio dei chiarimenti.
quote:Risposta al messaggio di Jael inserito in data 04/05/2010 22:18:43 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Intervento scientificamente puntuale (come sempre anche andperf, sport15 e qualche altro che mi scusera' se non ricordo) aggiungerei un particolare che va ulteriormente a mio avviso evidenziato: l'idrogeno dell'esperimento a cui ti riferisci non e' prodotto a bordo sottraendo energia al motore oltreche', come hai sottolineato, e' iniettato in quantita' assai piu' elevate di quelle risibili che puo' produrre il generatore di bordo oggetto di questa disucssione. Mi meraviglia molto che in un paese come il nostro, uscito ormai da decenni da quella cultura agropastorale diffusa che permetteva a taluni di vendere "occhiali a raggi X", esistano ancora derive del genere, ancor piu' che queste proposte possano essere albergate in spazi espositivi di un certo pregio.
quote:Risposta al messaggio di ecorick inserito in data 07/05/2010 10:29:16 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Come non quotare questo intervento? Gianluca
quote:Risposta al messaggio di ViaggioViaggio inserito in data 07/05/2010 16:10:58 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Rischi di cadere dritto nel tranello di chi vuol fare credere che il gas di brown possiede proprietà eccezionali. Il gas di brown non è una sostanza pura ma una miscela di idrogeno e ossigeno. Non ha proprietà particolari se non quella di trovarsi in proporzioni ideali per reagire quando viene accesa, avendo la quantita ideale di comburente. Anche questa proprietà viene perduta quando soffiamo questa miscela nel condotto di aspirazione (ovvio). In pratica andiamo ad aggiungere una piccolissima quantità di ossigeno e una ancora più piccola (dato il rapporto stechiometrico) di idrogeno, a spanne lo 0,4 per mille rispetto alla massa del carburante. Ora, visto che il miscuglio non viene portato a temperature elevate prima di entrare nella camera di scoppio, e che comunque vi rimane per un tempo irrisorio, c'è da aspettarsi che la maggior parte dell'idrogeno, già in piccolissima quantità, si ossidi. Il resto, probabilmente, riesce a legarsi agli idrocarburi. Questo spiega perchè i costruttori di auto hanno sperimentato motori endotermici con quantità d'idrogeno a partire dal 30% e non hanno perso tempo con questi marchingegni acchiappacitrulli. E' vero che il miglioramento chimico è fuori discussione, manca però il dato più importante, cioè si tratta di un miglioramento impercettibile.
quote:Risposta al messaggio di ecorick inserito in data 07/05/2010 17:38:04 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Non sono d'accordo, pressione e temperatura all'interno della camera di scoppio rappresentano condizioni ideali per reazioni di questo tipo. Al limite si tratterebbe di calcolare in che misura la quantità di ossidrogeno prodotta da questo tipo di elettrolizzatori favorisce la combustione. Mi sembra che manchino i dati necessari per procedere in termini matematici, ma personalmente ritengo che il risultato, considerato anche l'aggravio all'alternatore, credo sia >= 0. Se l'impianto fosse ben calibrato dubito fortemente che si andrebbe in perdita. Alla questione perché i costruttori si siano gettati più sull'idrogeno come combustibile che sull'ossidrogeno credo che la risposta venga più che altro dal marketing, qualsiasi ingegnere sa da sempre che l'idrogeno è un pessimo combustibile per i motori a combustione interna e che per arrivare a rese decenti sono necessari pesanti interventi strutturali al blocco termico e all'alimentazione. Perciò è solo una questione di immagine. D'altro canto non mi risulta esistano posizioni ufficiali o anche solo ufficiose sull'utilizzo di ossidrogeno come comburente da parte delle case costrutrici più importanti, ma è noto che esistono fior di piccoli costruttori, anche di recente costituzione, che utilizzano questa tecnologia sui loro modelli con particolare successo, senza considerare le decine di migliaia di impianti per autotrazione attualemnte installati su flotte commerciali e mezzi privati prevalentemente in Australia e Stati Uniti (dove troviamo anche diversi produttori di elettrolizzatori da autotrazione). Fate una ricerca in google con i termini "hho cars" e tra la marea di risultati commerciali si troverete anche qualche articolo particolarmente interessante. Credo, tutto sommato, che i vantaggi dell'ossidrogeno rappresentino una realtà silenziosa... La domanda sul silenzio delle majors si esaurisce anche con un piccolo dato di fatto: negli ultimi 50 anni (!) i consumi medi di un motore a combustione interna per l'autotrazione sono diminuiti in maniera insignificante! Si parla di cifre percentuali irrisorie. Perchè? La tecnologia esiste (non per ultima quella ibrida) ma non viene adottata su larga scala per semplice interesse commerciale. Pensate solamente ai veicoli con doppia alimentazione, modelli di questo tipo sono presenti nei listini da pochi anni, ma gli impianti a GPL o metano esistono da decenni! Siamo consumatori... Perchè dovrebbero farci risparmiare?
quote:Risposta al messaggio di ViaggioViaggio inserito in data 07/05/2010 18:12:26 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Il problema non è se si va in perdita o no, ma quanto si può guadagnare. Ritieni realistico un 30%? Se conosci un po' la chimica non capisco perchè vedi una differenza netta fra l'idrogeno e l'ossidrogeno. Se spari HHO nell'aspirazione hai messo ossigeno e idrogeno. L'HHO se avesse una sua molecola sarebbe acqua, ma non lo è, perchè abbiamo sudato un bel po' per dividere H da O e abbiamo due fluidi mescolati assieme. Il primo farà l'ossigeno e il secondo farà l'idrogeno. A questo punto sembra scontato che HHO renderà meno di H puro, primo perchè abbiamo meno H, secondo perchè O ci aiuta a ossidare H, togliendolo alla reazione "buona", ammesso che lo sia, con l'idrocarburo. Alla fine l'ossidrogeno sembra essere uno svantaggio rispetto all'idrogeno puro, almeno questo dice il buon senso. Almeno finchè non abbiamo più dati, più strumenti e più tempo per analizzarli. Io credo che parlare di gas di brown abbia un gran fascino, ma nessuno alla fine ci ha mai fatto nulla di concreto. Sinceramente, pensi che ne comprerai uno di questi aggeggi?
quote:Risposta al messaggio di ecorick inserito in data 07/05/2010 21:12:24 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Come si arriva a calcolare lo 0.4 per mille di idrogeno/gasolio: dalla freqeunza di rabbocco dell'acqua dichiarata dalla casa. Lo si potrebbe ricavare in tanti modi ma così non è contestabile dal sostenitore più accanito, il venditore. E' ottimistico perchè sicuramente un po' evapora o addirittura bolle. Considerando che un po' brucia secondo me resta una quantità davvero misera disponibile per la fantomatica raffinazione del combustibile, sempre ammesso che possa avvenire all'istante in una camera di scoppio. Pensandoci bene, considerando lo sforzo dell'alternatore, secondo me andiamo in perdita, non di poco. 800 euro per consumare di più.
quote:Risposta al messaggio di ecorick inserito in data 07/05/2010 10:29:16 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Sono d'accordo, non erano affatto OT, si parlava di proposte del mercato che, almeno dal punto di vista "scientifico-commerciale" erano analoghe e rappresentavano "precedenti" in qualche modo significativi. Ma bisogna essere indulgenti, magari le promesse dell'accrocco non sono onorate, ma le fatture pubblicitarie si ... [:D][:D][:D]. Comunque se fossi un'editore certe inserzioni le eviterei, ricordo bene che la pubblicita' degli occhiali a raggi X, e altri analoghi dispositivi acchiappacitrulli, era confinata a rivistucole di terz'ordine.
quote:Risposta al messaggio di ecorick inserito in data 07/05/2010 21:44:51 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Ma magari camperbusinness replichera', come gia' ha fatto per l'energia, che l'accrocco produce piu' idrogeno di quello contenuto nell'acqua che e' disponibile. Cosi' oltre a violare il primo principio della termodinamica sulla conservazione dell'energia, l'accrocco violera' anche quello di conservazione della materia, che poi se pensiamo alla relativita' che le correla entrambe, e' la stessa cosa [:)]. Penso che sia una scoperta epocale, i soci di Camperbusinness dovrebbero gia' preparare lo smoking per il Nobel ed e' strano che Rubbia non li abbia gia' contattati per una collaborazione al CERN [:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D][:D]
quote:[i]Risposta al messaggio di ViaggioViaggio inserito in data 07/05/2010 16:10:58 Scusate, a me pare che qui di fisici ce ne siano pochi e di chimici ancora meno. >> Bene, se ne e' cosi sicuro lei che titoli ha che supportino le sue confuse congetture?
quote:Risposta al messaggio di andperf inserito in data 07/05/2010 18:43:12 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Sigh... Prova a dare una occhiata al significato di reazione esoergonica (esogena) e poi capirai meglio.
quote:Risposta al messaggio di Il Greco inserito in data 05/05/2010 19:53:29 (Visualizza messaggio in nuova finestra) ...aggiungerei un particolare che va ulteriormente a mio avviso evidenziato: l'idrogeno dell'esperimento a cui ti riferisci non e' prodotto a bordo sottraendo energia al motore oltreche', come hai sottolineato, e' iniettato in quantita' assai piu' elevate di quelle risibili che puo' produrre il generatore di bordo oggetto di questa disucssione>>Ma certamente, è prodotto a parte. Mi felicito che qualcuno abbia esaminato l'articolo. Adesso, farei qualche ulteriore precisazione. Cominciamo con il dire che il motore dell'articolo eroga circa 6.5 CV a 1500 giri. Prendiamo come buona la cifra più alta riguardo all'incremento di prestazioni, cioè il 15%. Per ottenerlo abbiamo bisogno di 240 l/h di 2H2+O2 (idrogeno ed ossigeno prodotti per elettrolisi), cioè 4 l/min. Allora, se vogliamo beneficiare di quel 15% di incremento di prestazioni su di un motore di 130 CV, ci servirà una quantità 20 volte superiore di idrogeno ed ossigeno. E' pur vero che non andiamo sempre a sfruttare l'intera potenza a nostra disposizione; si può calcolare che per mantenere i 100 km/h sono necessari circa 20 CV (con una macchina, un mansardato ne richiederà di più). Quindi per beneficiare di quel 15% per i nostri 20 CV servirà 20/6.5=3.07 volte la quantità di idrogeno+ossigeno dell'articolo, cioè circa 12.3 l/min. Questi 12.3 l/min di idrogeno+ossigeno ci danno +15% di 20 CV, cioè +3 CV. Ora, per produrre questi 12.3 l/min di idrogeno servirebbero 1312 W se l'elettrolisi avesse il 100% di rendimento, il che non avviene; utilizzando il 50% di rendimento per questo tipo di celle elettrolitiche arriviamo a 2624 W di energia elettrica richiesta, che diventano 4266 W al motore dato il rendimento di circa il 60% dell'alternatore. Adesso 4373.3 W = 5.95 CV. Cioè -5.95 CV siccome è un costo. Abbiamo quindi speso quasi 6 CV per produrre idrogeno+ossigeno tramite elettrolisi per ottenerne 3 CV di incremento di prestazioni grazie alla sua additivazione alla miscela aria/diesel. Siamo in perdita di 3 CV. Ora, le celle elettrolitiche tipicamente utilizzate per l'applicazione che il grisù ripropone erogano dagli 0.5 ai 2 l/min (a fronte di assorbimenti dai 10 A ai 40 A). Quindi questi sistemi producono troppo poco idrogeno+ossigeno per dare incrementi di prestazioni dell'ordine di quelli pubblicizzati (non mi riferisco al solo grisù). Se anche dovessimo installare celle che producano abbastanza idrogeno+ossigeno da ottenere gli incrementi di prestazione pubblicizzati queste assorbirebbero più potenza di quanta ne fornirebbero. Se i distributori di questi prodotti fornissero dati obbiettivi, verificabili e ripetibili che evidenziassero un incremento del rendimento termico del motore a fronte di quantità di idrogeno+ossigeno inferiori a quelle sino ad ora verificate allora potremmo rivedere i calcoli ed essere pronti a credere in questo tipo di prodotti.