In risposta al messaggio di IZ4DJI del 16/10/2018 alle 16:26:02Esatto! Bisogna far lavorare il motore a regime costante nel range di massimo rendimento per ridurre gli inquinanti; per capire ciò basta guardare i grafici del consumo specifico di carburante... ogni motore ha un proprio range dove consuma meno combustibile ogni kWh prodotto. Ovviamente poi, a livello progettuale, si massimizza l'efficienza nel range in cui deve lavorare il motore.
Giusto, infatti prima parlavo proprio di veicoli elettrici con motogeneratore, in città basterebbe avere 20 o 30km di autonomia elettrica (quindi batterie piccole e meno costose) e poi appena fuori città si avvia il motogeneratorea scoppio e si viaggia con quello. Però anche per un furgone da 35q, secondo me basteerebbe un piccolo 1.6 a benzina che girando a regime costtante inquinerebbe pochissimo e consumerebbe poco. Nei veicoli, leggevo, cio che produce molto inquinamento sono le variazioni d regime di giri, chi lo usa troppo su di giri o troppo giu di giri, in entrambi i casi funziona male e inquina di piu. Lavorando sempre a regime di coppia e giri costanti si minimizzerebbe tutto. Il piu è che un veicolo così , ora avrebbe costi elevatissimi, vedi la BMW elettrica con motogeneratore, che costa tanto (in NOrvegia era pieno, ma li hanno i soldi e poi immagino che buona parte la paga lo stato).
In risposta al messaggio di lakelake del 16/10/2018 alle 20:42:58Ti credo, ma che alternative abbiamo?
forse un giorno le auto nei centri abitati saranno tutte a trazione elettrica. scommetto, però, che quel giorno ancora avremo problemi di inquinamento e polveri sottili: gestisco da più di 20 anni una media di 700 impianti termici dislocati in lombardia, mi credete sulla parola o devo andare nello specifico?
In risposta al messaggio di il tornitore del 16/10/2018 alle 19:26:27Wow, in che categoria ha corso tuo figlio? Dilettanti o professionisti?
Non facciamo di tutta l'erba un fascio... Si fa sempre presto a generalizzare. Mio figlio è un ciclista... fino a qualche anno fa correva in bici, ora allena una squadra sempre in bici... Per fortuna ci sono stati buoniinsegnanti che gli hanno insegnato come si ci comporta su strada rispettando semafori, segnali etc. Ora è lui che sta insegnando come si ci comporta in strada rispettando le regole del caso. Non tutti i ciclisti si mettono in mezzo alla strada, non rispettano gli stop e/o semafori e quant'altro.
In risposta al messaggio di chorus del 16/10/2018 alle 20:56:39Mio figlio ha corso fino agli juniores poi ha lasciato per lo studio. Avere buone medie a scuola (da poter permettere di andare in erasmus) e una discreta prestanza in bici è difficile da avere allo stesso tempo, ci sono 24h in un giorno
Wow, in che categoria ha corso tuo figlio? Dilettanti o professionisti?
In risposta al messaggio di chorus del 16/10/2018 alle 20:55:34non posso scendere in tecnicismi altrimenti monopolizzo il forum: il problema lo hai già esposto tu.
Ti credo, ma che alternative abbiamo? Nel palazzo dove lavoro, in centro a Milano, avevamo discusso in assemblea l'installazione di un impianto geotermico, alla modica spesa di 1 milione di euro. Proposta che non è passatain assemblea. Naturalmente era necessaria una caldaia di back up e, nonostante la mia assoluta ignoranza in materia, avevo capito che avremmo avuto sempre freddo, dato che l'acqua nelle tubature non sarebbe certo circolata a 60 gradi ma ad una temperatura abbondantemente inferiore.
In risposta al messaggio di lakelake del 16/10/2018 alle 21:37:06Vero, il cappotto è il miglior modo per abbassare la dispersione termica... Ma ha anche i suoi contro... Per esempio in caso di post terremoto (cosa che ho vissuto nel 2012 poichè l'epicentro è stato dove abito) come si fa a valutare le condizioni di una struttura non crollata?
non posso scendere in tecnicismi altrimenti monopolizzo il forum: il problema lo hai già esposto tu. E' possibile che una riqualificazione di centrale termica costi 200.000 euro ed un impianto geotermico 1 milione? perchèinvece di incentivare la vendita di automobili non si vanno ad incentivare certi impianti ibridi? ma prima ancora di pensare agli impianti si deve pensare a come si utilizza l'energia: il 90 % delle costruzioni civili ha strutture fatiscenti, si bruciano combustibili per scaldare edifici che disperdono da paura. Le tecnologie esistono, i cappotti edili sono il non plus ultra in termini di efficientamento. quale incentivo statale? il 60 % in 5 anni? ma per piacere! bruciamo metano e gasolio per scaldare edifici che disperdono come se ci fossero le finestre aperte! i controlli sui generatori? non farmi dire niente, siamo su di una piattaforma pubblica. le tecnologie esistono, ma esistono anche le lobby per cui siamo di fatto obbligati a bruciare un tot di combustibile tutti gli anni. Si colpiscono le automobili solo per far vedere che a livello politico e di amministrazione pubblica si interviene nell'interesse della salute pubblica, una farsa che più farsa non si può. mi fermo qui altrimenti rischio una denuncia.
In risposta al messaggio di il tornitore del 16/10/2018 alle 22:15:15il cappotto in se e per se non è l'unica soluzione percorribile per migliorare la coibentazione degli edifici: come giustamente dici, per le strutture edificate in zone sismiche, si può optare per un cappotto interno o meglio ancora si può utilizzare l'insufflaggio delle intercapedini. fra i tre sistemi le differenze in senso assoluto sono minime e dipendono solo dallo spessore.
Vero, il cappotto è il miglior modo per abbassare la dispersione termica... Ma ha anche i suoi contro... Per esempio in caso di post terremoto (cosa che ho vissuto nel 2012 poichè l'epicentro è stato dove abito) come sifa a valutare le condizioni di una struttura non crollata? Poi come giustamente dici lo stato non aiuta per nulla... non solo dal lato incentivi ma anche mettendo delle restrizioni che fanno consumare di più, tipo quella che in base alla zona/fascia climatica la caldaia deve stare accesa per un certo numero di ore. Una caldaia a condensazione deve lavorare a regime costante e a basso carico per far condensazione ed avere il miglior rendimento. Anche tenere una temperatura costante in casa aiuta a consumare meno. Altra restrizione tipo quella di non poter inclinare in modo ottimale i pannelli solari in base alla propria latitudine.
In risposta al messaggio di lakelake del 17/10/2018 alle 19:27:22Per esperienza personale preferisco l'insufflaggio
il cappotto in se e per se non è l'unica soluzione percorribile per migliorare la coibentazione degli edifici: come giustamente dici, per le strutture edificate in zone sismiche, si può optare per un cappotto interno omeglio ancora si può utilizzare l'insufflaggio delle intercapedini. fra i tre sistemi le differenze in senso assoluto sono minime e dipendono solo dallo spessore. poi un'altra cosa: perchè spingere tanto le caldaie a condensazione quando si lasciano in essere i vecchi radiatori di ghisa? se sono stati dimensionati (come accade nel 99,9% dei caso) con un dt che prevede la mandata a 70°C rendono inutile l'utilizzo della caldaia condens che di fatto andrà appunto a condensare solo nei carichi transitori, ovvero fintanto che riceve il ritorno dall'impianto sufficientemente freddo, dopodichè si comporta come una normalissima tre giri di fumo. esistono sistemi radianti da posare a soffitto che occupano spessori bassissimi ed occupando i soffitti delle abitazioni sono considerabili non invasivi, ma non mi sembra siano incentivati ! ieri a Milano c'erano 22 gradi alle 14:00 ma alcuni amministratori di condominio hanno chiesto di accendere, le finestre intanto si aprivano una ad una. peggio ancora se entrassimo nel merito dell'utilizzo dell'energia per la climatizzazione estiva: poco incide sull'aria delle città, ma quanta corrente sprechiamo? e quanto inquiniamo per produrla? non vado oltre.
In risposta al messaggio di il tornitore del 17/10/2018 alle 21:01:10si, perfetto.
Per esperienza personale preferisco l'insufflaggio e come giustamente dici tutto dipende dallo spessore e dal materiale che si utilizza. E comunque il cappotto interno lascia ponti termici... a quel punto uno fa il cappottoesterno. Vero... nei vecchi impianti dove i radiatori, in ghisa, sono stati progettati con un dt di 50°C (quindi mandata a 70°C) la caldaia a condensazione non rende al meglio... ma comunque il ritorno mediamente è 20°C in meno. Se confrontiamo il rendimento al 100% del carico (in condizioni di 80°/60° per quella a condensazione) tra una caldaia tradizionale odierna ed una a condensazione (con potenza, esempio, di 24-32kW) c'è un divario di 8 punti percentuali... man mano che il carico decresce il divario aumenta fino a 14 punti percentuali. Se poi le condizioni sono 50/30° (esempio le mie condizioni anche se ho radiatori in acciaio, con testine termostatiche, progettati con dt di 50°... riesco a mantenere in tutta la casa 20,5°C) la caldaia a condensazione conviene senza alcun dubbio rispetto alle vecchie caldaie tradizionali. Sempre per questioni di terremoto, questo è un mio pensiero poichè l'ho vissuto, non mi piace avere ulteriori dispositivi sopra alla testa mi basta avere il peso del soffitto . Poi ragionandoci bisognerebbe mettere dei pannelli che riflettono il calore o per lo meno coibentare il sottotetto (cosa che ho fatto). Concordo con quello che dici e ribadisci... Vedo molte persone che lasciano aperte le finestre per molto tempo quando bastano 2 minuti per cambiare aria senza lasciar raffreddare i muri; o se uno ha caldo non accenda il riscaldamento... è puro consumismo. Andando sul discorso estate... Io non ho il climatizzatore però ho risolto la questione mettendo una ventola da stalla da 1mt (nuova) con inverter davanti ad una finestra... Alla sera l'accendo, finestre aperte, per prelevare da fuori l'aria sufficientemente fresca da poter permettermi di dormire. Poi la spengo alla mattina... Chiudo le finestre per tener quel fresco fino a sera. Consumo della ventola, alla massima velocità, di 300-350W... Da come ho impostato l'inverter la Vmax è a 50,5... io solitamente la tengo a 25 (30-33 quando c'è veramente caldo anche di sera) e prima di andare a letto la metto a 12. Quindi il consumo del mio sistema di raffrescamento è limitato. Penso di aver fatto una buona, seppur limitata, azione per l'ambiente PS: Sempre per contenere i consumi ho eliminato tutti gli stand-by dei dispositivi mettendoli sotto interruttore... sia il mio portafoglio che l'ambiente ringrazia
In risposta al messaggio di lakelake del 17/10/2018 alle 21:42:28Grazie per gli elogi
si, perfetto. mi piace scambiare opinioni con chi ne capisce. solo un inciso: con le valvole termostatiche, anche in presenza di una preregolazione, se ottieni un dt alto lo fai a scapito della portata e dunque a monteil bruciatore modula. di conseguenza per una semplice legge fisica decresce la potenza ma il rendimento è lo stesso, se condensi lo fai su una quota di latente e non sul totale. purtroppo il vantaggio non è alto come dici, ahimè! ma è pura accademia di un malato come me che studia da mattina a sera i servizi energia, la tua applicazione è tanta roba.!! ce ne fossero come te!! ps: dai un'occhiata ai soffitti radianti in cartongesso con serpentine annegate, ne vale la pena, credimi.
In risposta al messaggio di il tornitore del 17/10/2018 alle 23:11:17siamo completamente OT ma chi se ne importa (per una volta...).
Grazie per gli elogi Non è il mio lavoro, però le conoscenze basilari le ho e riesco a districarmi abbastanza bene con le specifiche tecniche, grafici e/o tabelle; anche in meccanica, come in termodinamica, ci sono moltetabelle e grafici Domanda a riguardo dell'inciso da parte di uno che, come ho detto prima, sa solo le basi... La situazione cambierebbe se uno adottasse una pompa a portata variabile al posto di una fissa su un impianto con le termostatiche? Chiaro che lo si fa su una quota di latente, ma quando il sistema è a regime... le termostatiche chiudono, di conseguenza il bruciatore modula quindi la temperatura dei fumi dovrebbe essere più bassa. Il rendimento non dovrebbe aumenta dato che si ha maggior condensazione dato che i gas di scarico sono più freddi (quindi estrapolando il calore latente di questi ultimi)? Se non sbaglio la temperatura di rugiada dei gas di scarico del metano è attorno ai 54-56°C. In base a come ho settato ora il mio sistema dovrei avere una discreta efficienza anche perchè lo faccio lavorare costantemente cercando di mantenere il più costante possibile la temperatura in casa lasciando aperte le porte e finestre il minimo indispensabile. Di sicuro la differenza non è così marcata; io ho semplicemente letto, nelle specifiche, il rendimento termico utile Sono qua per capire se come ragiono e metto in atto è corretto o per lo meno non del tutto sbagliato PS: andrò a documentarmi sui soffitti radianti in cartongesso, grazie del consiglio
In risposta al messaggio di il tornitore del 17/10/2018 alle 23:11:17solo una cosa per scrupolo: non mi occupo di caldaie residenziali e non so se in abbinamento con una pompa a portata variabile e termostatiche abbiano al loro interno un bypass automatico (la mia vecchia riello ne è sprovvista) ma ne dubito: anche in presenza di pompa a giri variabili (a maggior ragione con la tradizionale a giri fissi) è bene avere 1 ramo di circuito che non chiuda mai (di solito il radiatore del bagno) in modo da evitare la condizione portata=zero.
Grazie per gli elogi Non è il mio lavoro, però le conoscenze basilari le ho e riesco a districarmi abbastanza bene con le specifiche tecniche, grafici e/o tabelle; anche in meccanica, come in termodinamica, ci sono moltetabelle e grafici Domanda a riguardo dell'inciso da parte di uno che, come ho detto prima, sa solo le basi... La situazione cambierebbe se uno adottasse una pompa a portata variabile al posto di una fissa su un impianto con le termostatiche? Chiaro che lo si fa su una quota di latente, ma quando il sistema è a regime... le termostatiche chiudono, di conseguenza il bruciatore modula quindi la temperatura dei fumi dovrebbe essere più bassa. Il rendimento non dovrebbe aumenta dato che si ha maggior condensazione dato che i gas di scarico sono più freddi (quindi estrapolando il calore latente di questi ultimi)? Se non sbaglio la temperatura di rugiada dei gas di scarico del metano è attorno ai 54-56°C. In base a come ho settato ora il mio sistema dovrei avere una discreta efficienza anche perchè lo faccio lavorare costantemente cercando di mantenere il più costante possibile la temperatura in casa lasciando aperte le porte e finestre il minimo indispensabile. Di sicuro la differenza non è così marcata; io ho semplicemente letto, nelle specifiche, il rendimento termico utile Sono qua per capire se come ragiono e metto in atto è corretto o per lo meno non del tutto sbagliato PS: andrò a documentarmi sui soffitti radianti in cartongesso, grazie del consiglio
In risposta al messaggio di lakelake del 18/10/2018 alle 15:48:21Grazie delle informazioni
solo una cosa per scrupolo: non mi occupo di caldaie residenziali e non so se in abbinamento con una pompa a portata variabile e termostatiche abbiano al loro interno un bypass automatico (la mia vecchia riello ne è sprovvista)ma ne dubito: anche in presenza di pompa a giri variabili (a maggior ragione con la tradizionale a giri fissi) è bene avere 1 ramo di circuito che non chiuda mai (di solito il radiatore del bagno) in modo da evitare la condizione portata=zero. negli impianti più grandicelli si usano le valvole a sfioro (pressione differenziale) altrimenti li sentiresti ululare a chilometri di distanza! E' una sicurezza da tener presente per la salute di tutto l'impianto. Ciao!
In risposta al messaggio di chorus del 16/10/2018 alle 17:42:10Hai ragione, io credo pure alla befana, a cappuccetto rosso e a babbo natale
Che dati scientifici hai tu per smentire ciò che dice l'Arpa? PS io credo all'Arpa e non mi reputo un italiota (mi reputo di modesto livello culturale e intellettivo)