Senza dubbio non essendo un medico non sarò esperto, anzi, ovviamente lungi da me. Salvo il fatto che ho seguito almeno una 10na di lezioni sulle patologie di alta quota di un noto luminare della mia città mentre i suoi studenti venivano prendere appunti. Ecco, mettiamola così, a zero proprio non sono.
In risposta al messaggio di vagabondo romano del 31/08/2015 alle 09:20:43
Le discussioni sono sempre interessanti sopratutto se portano esperienze. Quando stava nascendo la piccolina, mia moglie non sopportava il caldo ed allora ferie sulle dolomiti stazionando a 1400 con escursioni fino ai 2000-2200metri. Nata la bambina ci tornammo per tre o quattro estati, poi anche d'inverno. La salita ai rifugi la bimbina la faceva camminando e raccogliendo sassetti, ha sempre camminato volentieri, solo in discesa -stanca- chiedeva un passaggio nello zaino trasportino. Mai nessun problema. Poi è chiaro che l'imprevisto è il nostro peggior vicino di casa. Sii sobrio e ricorda che non sempre sai bene come stanno le cose A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada
Il mese scorso i media sono stati riempiti costantemente dalla notizia di un ragazzo che è morto per un malore in discoteca a causa di una malformazione congenita sconsciuta. Non ho letto quasi nulla perché mi pare il tipico gossip estivo, ma seguendo il concetto allora nessuno dovrebbe più andare in discoteca, chissamai se hai un difetto congenito.
In risposta al messaggio di dani1967 del 31/08/2015 alle 09:03:05
Senza dubbio non essendo un medico non sarò esperto, anzi, ovviamente lungi da me. Salvo il fatto che ho seguito almeno una 10na di lezioni sulle patologie di alta quota di un noto luminare della mia città mentre i suoistudenti venivano prendere appunti. Ecco, mettiamola così, a zero proprio non sono. Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. R.L. Stevenson
La velocità di salita e di discesa è il principale responsabile delle lesioni timpaniche. Le quote sempre più elevate sono responsabili delle patologie legate alla diminuzione del contenuto di ossigeno del sangue.
In risposta al messaggio di seiperdue del 31/08/2015 alle 10:09:32
Per acclimatarsi in quota non sono sufficienti 10 minuti. Non credo che il rene in 10 minuti produca l'EPO necessaria ad aumentare il tasso di emoglobina del sangue.Di solito serve quasi una settimana. Gli atleti fanno dellepermanenze in quota proprio per aumentare l'emoglobina.Nel ciclismo i problemi per i corridori cominciano intorno ai 1700/2000 metri e di solito sono allenati. Il trasporto dell'O2 (ossigeno) dai polmoni ai tessuti periferici viene fatto dall'emoglobina che può essere più o meno ossigenata a seconda della quantità di ossigeno presente nell'aria. Quindi solo aumentando l'emoglobina si avrà un aumento di trasporto di O2. Tu scrivi : ..... ha dormito per tutto il tempo.. A 2300 mt di altezza si compensa aumentando la frequenza respiratoria e la frequenza cardiaca. Essendo la CO2 (anidride carbonica) più diffusibile dell'O2 , va da sè che con l'iperventilazione si avrà una diminuzione della CO2 con una diminuzione dello stimolo respiratorio a livello cerebrale. Difatti la respirazione è molto più sensibile alle variazioni di CO2 che non a quelle dell'O2. E' una questione chimica : CO2 più H2O sono in equilibrio con HCO- (acido carbonico) e H+ (ione idrogeno). Nei sistemi non ancora sviluppati (neonati) si avrà quindi un ridotto stimolo alla respirazione legato alla dimuzione della CO2 e quindi all'alcalosi , che comporterà una diminuzione della concentrazione di O2, nel sangue con relativa ipossiemia. L'alcalosi a livello dei vasi che portano sangue al cervello ha come effetto la vasocostrizione , cioè reagiscono riducendo il diametro. Il risultato finale sarà quindi che a livello cerebrale si avrà una riduzione del flusso sanguigno che a sua volta ha già una concentrazione di O2 ridotta per cui i neonati e i bambini piccoli .............. dormono. Ci sarebbero anche gli effetti dello spostamento della curva di dissociazione dell'emoglobiana che cambia a seconda che il sangue sia o meno in alcalosi o acidosi relativa, vale a dire con il pH più alto a più basso di 7,40. Inoltre molto spesso non si tiene conto che con l'iperventilazione nei bronchi e nei bronchioli si passa da un flusso laminare ad un flusso vorticoso che peggiora ulteriormente gli scambi.
Ovviamente io parlo per esperienze di chi fa alpinismo. C'è una netta differenza tra l'approcciarsi per una breve finestra temporale ad alte quote e la permanenza in quote per qualche giorno. Quando uno fa una salita sul M. Bianco o sul rosa, ovviamente compensa la riduzione di ossigeno iperventilando, e se si idrata adeguatamente elimina l'eccesso di CO2 in modo molto naturale, pipi, tanto e vero che la soluzione per chi resta in quota sono i diuretici. Ma la fatica che fa è pari ad uno sforzo sportivo, certo non si mette in moto efficientemente l''aumento di emoglobina. Peraltro sono effetti che cominciano ad avvertirsi approcciandosi ai 3000 metri, 2200 a mio avviso sono ancora pochi. Si, è vero, un po' lo si avverte, ma non sono certo i 3000 metri dove forse un problema a portare un neonato me lo farei.
In risposta al messaggio di seiperdue del 31/08/2015 alle 11:07:41
Tu scrivi :se si idrata adeguatamente elimina l'eccesso di CO2 in modo molto naturale,pipì, tanto è vero che la soluzione per chi resta in quota sono i diuretici. 1° in montagna si iperventila , quindi il problema èla relativa bassa concentrazione di CO2(anidride carbonica). La CO2 è molto, ma molto più diffusibile dell'O2 da parte dell'epitelio polmonare. 2° E' tecnicamente impossibile eliminare la CO2 in eccesso (che non c'è) con il rene : mai sentito parlare di urina gassata (di gassata cìè solo l'acqua minerale in bottiglia o con apposite macchinette). I polmoni sono fatti per lo scambio dei gas, il rene per l'equilibrio idroelettrolitico. La CO2 fino a prova contraria rimane un gas. 3° Il cosiddetto diuretico che si usa per contrastare gli effetti della quota è l'acetazolamide che va a bloccare l'anidrasi carbonica che è l'enzima che favorisce la reazione tra la CO2 e l'acido carbonico. In questa maniera l'acido carbonico non viene trasformato in CO2 con l'aggiunta di uno ione idrogeno, perchè la CO2 è bassa e lo richiederebbe. A questo punto sia a livello delle cellule del cervello che del rene gli ioni /carbonato e idrogeno) trattengono l'H2O per cui si ha una riduzione dell'edema cerebrale (la CO2 è molto più diffusibile degli ioni HCO- e H+) e restando nella preurina del glomerulo si ha una modestissima azione diuretica. 4° Difatti per l'edema cerebrale la cura non è tanto il diuretico ma il desametazone , che è un corticosteriode. PS: ripassa le lezioni del professore , ma 10 lezioni di fisiopatologia della malattie d'alta quota toccano solo parzialmente l'argomento.
Io non esagererei con le lezioni, che servivano solo a spiegare cosa fare e non fare andando in quota. In effetti anche in questo caso è passata un po' d'acqua sotto i ponti.
In risposta al messaggio di nigama del 31/08/2015 alle 12:03:47
non mi esprimo perché totalmente ignorante in materia..., ho chiesto pareri e esperienze da ambo i lati e a viaggio compiuto ho riportato i miei risultati.. so (per esperienza personale) che nell'ambito medico soprattuttoneonatale ci siano delle malattie o avvenimenti al quale nessuno saprà mai dar risposta soprattutto quando l'esito di tale evento risulta fatale. Nicola.
Conosco discretamente la materia e, data la mia età, vedo le cose con animo distaccato ma tengo in considerazione l'esperienza. Ho riportato dati e leggi di fisica, di chimica e di dinamica , oltre che qualche notizia di fisiologia.
In risposta al messaggio di MarcoBo del 31/08/2015 alle 13:16:15
Premesso anche anche io sono stato in montagna sia con il bimbo intorno ai 9/10 mesi, sia durante l'attesa e anche a noi la pediatra non ha dato indicazioni diverse da quelle già citate da dani1967. Abbiamo avuto tempi unpo' più lunghi di ambientazione nel senso che la salita ha previsto diverse tappe lunghe normalmente qualche giorno e ovviamente non con funivie. Ho trovato molto interessanti gli interventi di seiperdue, quello che non ho capito è se esplicitamente lui sta dicendo che NON si deve (o dovrebbe) andare in montagna con neonati e fino a che età? A che altezza? Sfruttiamo a fondo un intervento competente. Lo chiedo perché chiunque sia andato in montagna in luglio e agosto non può non aver notato che è il regno delle vacanze con bambini e neonati, in altre tipologie di vacanza si notano molto meno. grazie, Marco
In luglio e agosto vanno in ferie le famiglie, quindi anche i bambini. E' ovvio che si portano anche i figli e che si portano dove fa comodo o dove le proprie possibilità ti permettono di andare. Non tutti hanno coscienza dei rischi e benefici della montagna, d'altronde la mortalità e la morbilità legata alla quota non è poi elevata ma da tenere sempre in considerazione. L'acclimatazione si ha con l'aumento dell'emoglobina . Ora l'aumento di secrezione di EPO può funzionare se ci sono adeguate scorte di ferro ma ......... il ferro è molto spesso carente nei neonati e nei primi anni di vita , per cui non si ha aumento di produzione di emoglobina, quindi nel dubbio .......... Quanti conoscono la sideremia del proprio figlio?