[;)]73 de alvaro IZ2MHT quote:Risposta al messaggio di alva.it inserito in data 19/01/2013 00:19:06 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Infatti, e così come anche in politica cchi porta avanti tutto è il denaro e non mi stancherò mai di ribadirlo solo che pare nessuno ci voglia credere o sia disposto ad accettarlo vedi anche tutte le diatribe sulla politica e su chi dovranno votare......quelli sono già tutti d'accordo purchè sia fruttifero!! non si fa certo il bene del popolo ovvero dello sporto, in questo caso!!
http://la1.rsi.ch/home/networks...
quote:Risposta al messaggio di Chiara0212 inserito in data 18/01/2013 21:11:57 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Non dimentichiamo che: - un ragazzo italiano è morto per difendere la sua maglia gialla; - un ragazzo italiano si è suicidato per gli evidenti due pesi e due misure: a uno l'onore e all'altro il fango, anche se in uguali condizioni, difficile capire per chi è nel fango; - un ragazzo campione d'Italia ha avuto la carriera stroncata perché ha osato fare cenno al fatto che forse era pieno. Solo per questi tre fatti dovrebbe bruciare negli inferi. Io a LA non ho mai creduto nemmeno un decimo di secondo. Il tempo dei super-eroi nel ciclismo è finito, quando vedi uno del suo peso staccare tutti in salita come se fosse una moto la risposta ce la si da senza molti dubbi. Chi ha pedalato anche solo su un triciclo sa cosa vuol dire pedalare in quel modo. Secondo me anche molti eroi del passato, come certi cannibali, non erano da meno, solo che non lo si scoprirà mai più e resteranno degli eroi.
Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare.
R.L. Stevenson
quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 19/01/2013 23:29:42 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>>
quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 19/01/2013 23:29:42 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> io da ignorante e da uno che non segue per nulla il ciclismo non so chi sono questi 3 ragazzi. mi fai i nomi o preferisci non farli ? hai detto: due pesi e due misure e questa frase mi fa dire: ci sarebbero due tipi di sportivi: chi si dopa e chi no. bisognerebbe sapere se c'è veramente chi non si dopa nel ciclismo o se si dopano tutti. a me sembra che l'unione ciclistica o le "autorità" dovrebbero imporre a tutti i ciclisti (o sportivi) dei controlli (tipo analisi del sangue e urine ogni 2 settimane o a caso ma regolarmente) che rendono impossibile doparsi e non essere scoperti. perchè non lo fanno ? semplice rispondere: perchè non vogliono. e coloro che vengono beccati col doping: esclusione a vita da ogni competizione sportiva, sia per atleti, medici, allenatori, tutti coloro che hanno partecipato al doping.
quote:Risposta al messaggio di sergiozh inserito in data 20/01/2013 08:51:14 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Hai idea dei controlli che un ciclista professionista subisce sistematicamente anche nei lunghi periodi di allenamento? Da grande appassionato di ciclismo evito di commentare LA. A me non è mai piaciuto. Che ciclista può essere stato uno che correva esclusivamente il Tour? Per Dani lasciamo fuori i cannibali, quelli erano altri tempi [;)]
quote:Risposta al messaggio di chorus inserito in data 20/01/2013 10:09:50 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> no sinceramente non ho idea. penso però che se si facessero dei veri controlli buoni il doping non sarebbe possibile. perchè non escludono a vita chi si è dopato e chi l'hai aiutato (medici compresi) ? perchè fa loro comodo.
quote:Risposta al messaggio di sergiozh inserito in data 20/01/2013 08:51:14 (> nessun segretoVisualizza messaggio in nuova finestra
)>
quote:- un ragazzo italiano è morto per difendere la sua maglia gialla;>> Fabio Casartelli, giovane promessa italiana, oro elimipico tra i dilettanti a Barcellona, era un suo gregario quanto ebbe un tragico incidente che gli costò la vita http://it.wikipedia.org/wiki/Fabio_Casartelli Difendeva la sua maglia gialla, guadagnata con l'inganno.
quote:- un ragazzo italiano si è suicidato per gli evidenti due pesi e due misure: a uno l'onore e all'altro il fango, anche se in uguali condizioni, difficile capire per chi è nel fango;>> Ovviamente parlo di Marco Pantani. Come per LA non gli furono mai trovate tracce di doping nel sangue, e anche nel suo caso molte prestazioni, con gli occhi di oggi, erano sospette, tra cui in particolare quella di Oropa poco prima che la sua carriera venisse stroncata. Fu fermato infatti perché aveva un valore,l'ematocrito, sopra i 50,e si ritenne che tale valore fosse pericoloso per la sua vita. In realtà ai tempi non esisteva test in grado di trovare
l'Epo
, e quello era un modo molto rozzo per capire se un corridore ne prendesse o meno. In seguito non riuscì mai a riprendere le prestazioni sportive che aveva raggiunto e finì morto per overdose di droga in preda alla depressione, mentre l'Americano faceva man bassa di successi "sospetti" senza che nessuno dicesse niente e nessuno provasse a difenderlo. Due pesi e due misure, il mercato statunitense valeva più di quello italiano.quote:- un ragazzo campione d'Italia ha avuto la carriera stroncata perché ha osato fare cenno al fatto che forse era pieno.>> Forse l'ho detta grossa con la parola stroncata, ma Amstrong commise una grave scorrettezza nei confronti di
Filippo_Simeoni
muovendo la sua squadra non per difendere la maglia gialla ma per impedirgli di vincere una tappa al Tour in quanto Simeoni osò, da pizzicato pure lui, dire che faceva come Amstron frequentavano A LIVIGNO lo stesso medico dopatore radiato dallo sport). In seguito la squadra di Simeoni non fu invitata al Giro in occasione del "grande ritorno" dell'americano. Ad oggi Simeoni risulta essere stato dalla parte della ragione e vittima di una incredibile omertà del mondo professionistico.
Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare.
R.L. Stevenson quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 20/01/2013 22:19:24 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Fabio Casartelli (ero un suo tifoso e nelle mezze stagioni indosso spesso la maglia commemorativa del suo club, trovata nel pacco gara della GF che porta il suo nome) morì durante una discesa pirenaica nel Tour del 1995, vinto da Indurain. LA vinse il suo primo Tour 4 anni dopo.
quote:Risposta al messaggio di Giovanni inserito in data 21/01/2013 10:53:40 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Nessuna sorpresa in questo caso, tuttaltro! In molti non hanno mai creduto alla pulizia di Armstrong e per anni hanno gridato al vento la loro denuncia, ma lui si è sempre protetto dietro la fatto che l'antidoping con lui alzava bandiera bianca un po' per via di una specie di "rispetto" dovuto alla sua storia di ex malato, e un po' per il fatto che per via delle cure fatte i suoi valori erano impossibili da valutare. Solo per questo avrebbero dovuto sospenderlo a scopo cautelativo come avevano fatto con Pantani, invece per lui porte aperte e applausi a scena aperta. Chi denunciava le "strane manovre" all'interno del suo team, invece faceva una brutta fine. E tutto questo non per una stagione o due, no ma per ben sette anni. Praticamente una generazione di corridori che si è bruciata (in tutti i sensi) per cercare (in tutti i modi) di competere con uno che di marziano aveva solo la disonestà e la faccia tosta di aver preso platealmente in giro la buona fede dei tifosi (e dei malati) di tutto il mondo. Disgustoso, non mi viene in mente altro termine...
quote:Risposta al messaggio di Giovanni inserito in data 21/01/2013 10:53:40 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Non è possibile confrontare un pedalatore della domenica (come il sottoscritto, che pedala per 6 mila km all'anno) con un campione. Così come non è possibile confrontare un bravo sciatore, ancorché maestro di sci, con un atleta della squadra italiana di coppa del mondo di sci. O un tennista, o un calciatore, o un maratoneta. Probabilmente un campione del passato come Learco Guerra, morto prima che Mercks (il più grande ciclista di tutti i tempi) cominciasse a correre tra i professionisti, andava molto di più di un pedalatore della domenica suo contemporaneo. Tanto per citare un aneddoto, la locomotiva umana vinse l'unica edizione del campionato del mondo su strada disputato a cronometro, nel 1931 a Copenhaghen, su una distanza di 172 km, alla media oraria di 35,136 kmh. Quanti pedalatori della domenica dei nostri giorni riuscirebbero con le bici moderne da sette kg e mezzo ed iperscorrevoli a fare una simile media? Se poi volessimo prendere una bici dell'epoca io e te riusciremmo a pedalare per un'ora coprendo la distanza di 30 km?
quote:Risposta al messaggio di Chiara0212 inserito in data 21/01/2013 12:59:58 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Credo non ci siano riscontri scientifici che provano la tua affermazione. Non è giusto continuare a condannare questo magnifico sport in questo modo. O qui vogliamo dire che i ciclisti sono sempre stati dopati, anche durante le epoche in cui lo sport non era business e la medicina era lontanissima dai nostri giorni? Di seguito ho elaborato alcuni esempi sui quali erroneamente si può concludere che le migliori prestazioni dipendano da un uso sistematico della medicina nel ciclismo. Personalmente voglio credere che il miglioramento dei gesti atletici dipenda anche da altri fattori, peraltro comuni a tutti gli sport. Il primo Tour fu corso nel 1903, lo vinse Maurice Garin che corse i complessivi 2.428 km in oltre 94h, alla media di 25,679km, il secondo arrivò con tre ore di distacco. La gara fu svolta in 6 tappe, 4 delle quali oltre 400 km (l’ultima, la più lunga, di 471 km), una tappa di 374 km e una sola tappa corsa su una distanza contemporanea di 268 km (anche se ben poche sono le tappe contemporanee di un grande giro che superano i 250 km). Oggi distanze giornaliere di 4/500 km si corrono nelle randonnée e non nelle corse professionistiche, ma le biciclette e soprattutto le strade sono un'altra cosa. Bartali vinse due Tour ed il più famoso è indubbiamente quello del 1948: la leggenda narra che con quella vittoria salvò l’Italia dalla guerra civile. Bartali coprì le 21 tappe per una distanza complessiva di 4.992 km in oltre 147 ore alla media di 33,443 kmh. Molte tappe superavano i 200 km e una cronometro era lunga ben 120 km. Gimondi si impose Gimondi nel 1995, quando percorse le 22 tappe per un totale di 4.177 km in oltre 116 ore, alla media di 35,886 kmh. Pantani vinse il suo Tour nel 1998, quando percorse le 21 tappe per un totale di 3.728 km in oltre 92 ore, alla media di 39,983 kmh. Armstrong vinse il suo ultimo Tour nel 2005, quando percorse le 21 tappe per un totale di 3.608 km in oltre 86 ore alla media di 41,654 kmh. Secondo arrivò Basso a 4 minuti e 40 secondi.
quote:Risposta al messaggio di chorus inserito in data 21/01/2013 13:53:33 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> @chorus Mi arrendo di fronte alla tua cultura enciclopedica. Ma anche solo l'idea che corresse per lui mi disturba. @Giovanni Mi sento parzialmente di dissentire dalle tue prestazioni. In questi ultimi due-tre anni ho pedalato un po' meno, ma in precedenza un poco (ma solo poco) di più, e praticamente solo in salita/discesa visto dove abito. Ogni volta superavo qualcuno di brutto e passava qualcuno che mi dava tanta polvere che nemmeno lo vedevo. Questo vuol dire che l'allenamento puro può cambiare di ordini di grandezza le nostre prestazioni. Parliamo di persone che pedalano SEMPRE e con criteri scientifici, e a me invece non stupisce che possano reggere certe tappe. Perché qualche volta mi è capitato di "sentire" la trasformazione che da l'allenamento (anche in altri sport) e sentire "la fame" che a un certo punto ti viene per fare sempre di più. Quello che a me stupisce sono corridori che hanno prestazioni di punta su più terreni (disumano essere uno scalatore e un cronoman) e sopratutto non avere MAI un momento di debolezza. Ci sono dei dati però incontrovertibili. I tempi fatti su certe salite negli anni 1995-2008 non sono più stati eguagliati. I tempi di simoni sullo Zoncolan, ma anche di Basso in certi tempi sospetti, non sono stati più raggiunti. Ora le bici migliorano le conoscenze di fisiologia e le tecniche di allenamento anche, come mai i tempi restano imbattuti ? E' vero che fatto un altro antidoping si fa un altro doping, però qualcosa si muove, come il passaporto biologico, e sopratutto oggi tutti sono molto più sospettosi. Inutile nascondersi dietro un dito, oggi un Pantani forse sarebbe comunque il più forte, ma certe azioni fatte in un certo stile se le scorderebbe, nessuno ci crederebbe più. Basti pensare che dopo la prima sua vittoria lui fu subito un eroe, ad Emanuele Sella non ha creduto quasi nessuno. Resta un fatto, sono di ritorno da una pedalata in città col bike sharing tra un ufficio e l'altro per lavoro, il mondo visto dai pedali mi piace proprio. (ah giovanni, stiamo parlando del corridore, non del jazzista)
Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare.
R.L. Stevenson