Durante la nostra vacanza nell'
Aude, nel giugno del 2002, avevamo progettato di scalare il
Pech de Thauze meglio conosciuto come monte di Bugarach.
Di buon mattino lasciammo
Rennes Les Bains, ed a piedi, sotto un cielo nuvoloso, ci incaminammo alla volta del monte, situato a poco meno di una decina di chilometri.
Riviste qualificate distillavano storie fantastiche su questo posto: carcasse d'animali misteriosamente morti, apparizioni d'oggetti volanti non identificati (OVNI) ed il divieto di sorvolo da parte degli aerei. In breve, avevamo deciso di osservare più da vicino i fenomeni che tanto c'incuriosivano.
Dopo che avevamo superato il curvone de
La Vialasse, imboccammo la D14, non lontano dalle rovine della
Falconnière, un lungo susseguirsi di curve fino al villaggio di
Bugarach. Sostammo accanto ad una vecchia fattoria. Vi regnava un gran disordine in quel che sembrava un vecchio fienile, adibito a ripostiglio. Un vecchio aratro e degli attrezzi giacevano in mezzo ad altri vari oggetti anch'essi in metallo.
Restammo incuriositi da un cartello appeso al cancello del recinto che delimitava la proprietà, mi appoggiai alla staccionata per leggerne il contenuto. Sembravano iscrizioni in lettere greche, abbiamo riconosciuto un'alfa ed una delta. Peccato non aver preso neanche una foto, volevo conservare i pochi scatti del rullino tutto per il monte. Ancora oggi me ne pento.
Riprendiamo il cammino in direzione Bugarach per intraprendere la salita. Avevamo con noi un metal detector che ha funzionato molto bene fino pochi istanti prima di immergerci nella foresta dove non sentimmo cantare neanche un uccello, nel nostro cammino verso il monte Bugarach, il rilevatore cessa di funzionare in modo strano e senza alcuna ragione apparente. La sua batteria è perfetta.
All'improvviso un amico fu colto da un senso di panico, aveva il viso pieno di eruzioni cutanee. Voleva tornare indietro a
Rennes-les-Bains ma siamo stati così insistenti che, rassegnato, continuammo la salita. Iniziammo la nostra piccola scalata immergendoci nei meandri della boscaglia. Ben presto quella sensazione di paura scomparve quando fummo in cima. Ci sedemmo su dei blocchi di pietra, per riprendere fiato, ed avemmo la sensazione di sentire la terra tremare sotto i nostri piedi.
Sulla via del ritorno, dopo la successione di curve non lontano dalle rovine della Falconnière, non siamo più riusciti a trovare la fattoria dove c'eravamo fermati in precedenza, solo campi incolti! Sento ancora le parole di Ivan: dovresti fare una foto della fattoria!
Da un racconto di
Catarvoyageur
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Si los hombres han nacido con dos ojos, dos orejas y una sola lengua, es porque se debe escuchar y mirar dos veces antes de hablar. (Marquesa de Sévigné)
Modificato da Catarvoyager il 25/09/2012 alle 22:03:17