In risposta al messaggio di Geogalle del 23/10/2017 alle 21:10:29Senza quella sconfitta molto probabilmente non ci sarebbe stata la vittoria finale, quando gli Austriaci arrivarono al Piave fu chiaro a tutti gli Italiani che la guerra non si poteva perdere. Nella mia famiglia ho avuto tre ragazzi del 99 , un fratello di mia nonna e due suoi cognati, uno dei quali nominato Cavaliere di Vittorio Veneto per meriti in battaglia . Lo zio di mio padre viveva nel mio cortile e , quando ero bambino, mi raccontava un sacco di storie sulla guerra, la vita di trincea, le canzoni degli alpini, le filastrocche che i soldati inventavano per sfottere Cadorna e il re, poi alla fine mi mostrava sempre i suoi scarponi da alpino che conservava ancora gelosamente. Mi raccontava del rancio sempre scarso e di bassa qualità , e mi raccontava dei veterani che durante i combattimenti andavano avanti e dicevano ai giovani di stare dietro e ripararsi , Aveva partecipato alla battaglia di S.Martino e raccontava che il re ,prima della battaglia, passò in rassegna i soldati per la gran parte ragazzi e si rivolse a loro dicendo" Fioi, chi o ciapum San Martin o fuma San Martin" Tradotto " Ragazzi qui o prendiamo San Martino o facciamo San Martino" (In piemontese fare San Martino vuol dire fare trasloco) . Lo raccontava con gli occhi lucidi ed erano passati più di 60 anni, cosa abbiano visto e vissuto quei ragazzi deve essere stato veramente un inferno.
24 ottobre 1917. La più grave sconfitta dell'esercito Italiano. Soldati stanchi di una guerra insensata, alti comandi lontanissimi e spesso incapaci. Un Cadorna che fece molti errori, non capì come muoversi, ma quando fudestituito dopo la sconfitta i comandanti Austriaci scrissero E' questo il maggior vantaggio che abbiamo ottenuto con questa operazione. Perfino il Maresciallo Conrad, Capo si Stato Maggiore dell'esercito Austro-Ungarico scrisse del Generalissimo Piemontese: Comandante eccellente ed ottimo organizzatore. I suoi meriti verso l'Italia sono grandi Ma la storia racconta che quando i Tedeschi (alleati degli Austriaci) giunsero nella valle dell'Isonzo, la prima cosa che fecero fu un esame millimetrico del territorio con aerei e cannocchiali. Rifecero da capo a piedi le mappe Austro-Ungariche, perché non si fidavano nemmeno degli Austriaci loro alleati.Questa era organizzazione. Racconta Emilio Gadda, che quando venne fatto prigioniero, anche l'ultimo dei sottufficiali Tedeschi aveva al collo una mappa a colori, mentre i soldati Italiani non sapevano nemmeno dove si trovavano. Praticamente per il general Cadorna contava il numero, non la qualità. Questa era disorganizzazione. Una sconfitta che indubbiamente, sui testi storici, brucia ancora.
In risposta al messaggio di Geogalle del 23/10/2017 alle 21:10:29Cadorna rappresenta il lato oscuro dell'esercito, basato su una insensata e crudele burocrazia. Un esercito fondato sul terrore, su valori ottocenteschi razzisti e disumani. Diaz seppe superare tutto ciò? La storia dice di si, creando nuovi valori.
24 ottobre 1917. La più grave sconfitta dell'esercito Italiano. Soldati stanchi di una guerra insensata, alti comandi lontanissimi e spesso incapaci. Un Cadorna che fece molti errori, non capì come muoversi, ma quando fudestituito dopo la sconfitta i comandanti Austriaci scrissero E' questo il maggior vantaggio che abbiamo ottenuto con questa operazione. Perfino il Maresciallo Conrad, Capo si Stato Maggiore dell'esercito Austro-Ungarico scrisse del Generalissimo Piemontese: Comandante eccellente ed ottimo organizzatore. I suoi meriti verso l'Italia sono grandi Ma la storia racconta che quando i Tedeschi (alleati degli Austriaci) giunsero nella valle dell'Isonzo, la prima cosa che fecero fu un esame millimetrico del territorio con aerei e cannocchiali. Rifecero da capo a piedi le mappe Austro-Ungariche, perché non si fidavano nemmeno degli Austriaci loro alleati.Questa era organizzazione. Racconta Emilio Gadda, che quando venne fatto prigioniero, anche l'ultimo dei sottufficiali Tedeschi aveva al collo una mappa a colori, mentre i soldati Italiani non sapevano nemmeno dove si trovavano. Praticamente per il general Cadorna contava il numero, non la qualità. Questa era disorganizzazione. Una sconfitta che indubbiamente, sui testi storici, brucia ancora.
In risposta al messaggio di Geogalle del 23/10/2017 alle 21:10:29Non era colpa sua se il soldato italiano era per così dire "ignorante". !° il soldato tedesco non lo era all'ultimo minuto, ma aveva una antica preparazione alla guerra. 2° il nostro esercito raffazzonato è stato preparato alla svelta in qualche mese. 3° Il gen. Cadorna era da poco succeduto al gen Pollio venendosi a trovare questa grana voluta dal Re (governo e ministri non la volevano ma la votarono per non creare una crisi istituzionale. 4 ° lItalia era unita dal 1866......5° tutta Europa fondava la scuola di guerra più o meno come la conduceva il Cadorna (meno la Germania) e lo dimostra la grande batosta subita dagli Anglofrancesi con oltre 800.000 perdite. Noi eravamo ancora impegolati in Libia, mentre a Caporetto le linee cedettero perchè erano linee di morti gassati e le artiglierie che risposero lo fecero finchè non furono messe a tacere dai gas. ULTIMO se avessi studiato la storia quand'era il momento, avresti ricordato che quelle terre furono per trecento anni Asburgiche e che quindi lo stradario non occorreva che lo copiassero dalle foto aeree. Alpinalf
24 ottobre 1917. La più grave sconfitta dell'esercito Italiano. Soldati stanchi di una guerra insensata, alti comandi lontanissimi e spesso incapaci. Un Cadorna che fece molti errori, non capì come muoversi, ma quando fudestituito dopo la sconfitta i comandanti Austriaci scrissero E' questo il maggior vantaggio che abbiamo ottenuto con questa operazione. Perfino il Maresciallo Conrad, Capo si Stato Maggiore dell'esercito Austro-Ungarico scrisse del Generalissimo Piemontese: Comandante eccellente ed ottimo organizzatore. I suoi meriti verso l'Italia sono grandi Ma la storia racconta che quando i Tedeschi (alleati degli Austriaci) giunsero nella valle dell'Isonzo, la prima cosa che fecero fu un esame millimetrico del territorio con aerei e cannocchiali. Rifecero da capo a piedi le mappe Austro-Ungariche, perché non si fidavano nemmeno degli Austriaci loro alleati.Questa era organizzazione. Racconta Emilio Gadda, che quando venne fatto prigioniero, anche l'ultimo dei sottufficiali Tedeschi aveva al collo una mappa a colori, mentre i soldati Italiani non sapevano nemmeno dove si trovavano. Praticamente per il general Cadorna contava il numero, non la qualità. Questa era disorganizzazione. Una sconfitta che indubbiamente, sui testi storici, brucia ancora.