Caro amico ti scrivo…cosi mi distraggo un pò, e siccome sei molto lontano…più forte ti scriverò.
Da quando sei partito…e sì, qui c’è davvero una grossa novità, si chiama…evasione, oppure…ispirazione.
C’è qualcosa che mi fa pensare a te, che te ne sei andato e mi hai lasciato solo senza…di cos’è che mi hai privato?…Non lo sai da solo?
Prova ad immaginare, aspetta solo un attimo poi trai un profondo respiro.
Ossigena per bene la tua mente, aspetta ancora qualche minuto poi…inizia a classificare i rumori attorno a te, riconosci quelli fastidiosi ed escludili, fai in modo che il tuo cervello riconosca solo quelli che più ti fanno stare meglio…per esempio quello di tuo figlio che fa strani rumori con la bocca mentre gioca, oppure il gorgoglio delle fusa del tuo gatto acciambellato sulle tue gambe, oppure ancora, il respiro lento e profondo di tua moglie che dopo tanti anni ti dorme ancora rannicchiata accanto.
Scegline uno e fissalo nella memoria.
Fai la stessa cosa con gli odori che senti, e se non senti nulla, immagina…un prato appena tagliato…un mucchio di vecchie foglie smosse…l’asfalto rovente bagnato da un temporale d’agosto…ricordane uno e aggiungilo nella tua mente.
Respira ancora e deglutisci, è già tardi, ormai devi andare a lavarti i denti ma…aspetta…respira ancora, lo senti quel sapore…cosa hai mangiato per cena? Quel sapore non ti ricorda qualcosa che mangiavi da bambino? Te la ricordi quella vecchia merenda?
Sei li che aggiungi, e scrivi sensazioni, sei li che corri con le dita sui tasti e tocchi e pigi e scrivi e…le tue mani creano, vedi le vene blù guizzare sui dorsi, vedi lavoro, creazione, fantasia…è piacevole…e vedi…ecco, adesso vedi, davanti a te c’è uno schermo pieno di parole, c’è quella piccola porta aperta sul mondo che hai abbandonato, e vedi finalmente di cosa mi hai privato e…a passi lenti vedi l’altra metà di me camminarti incontro. E tu, nascosto dietro alle parole, stai facendo la stessa cosa, vivi o meglio, hai vissuto di questo mondo fantastico, mi ci hai tirato dentro…lo hai lanciato poi hai nascosto la mano e sei scappato, mentre io, sono rimasto qui, tra le rose delle tue albe, tra le arance dei tuoi tramonti e tra i diamanti delle tue notti. Affogato nei tuoi racconti, sono rimasto qui a guardare e a scrivere qualcosa per distrarmi e…per distrarre te.
Un attimo ancora…un altro respiro…forse un sospiro, poi… tra le parole rose, arance e diamanti come per magia è comparsa una strada…quella di un altro viaggio, quello che ti racconterò un’altra volta, quello che passerà dai miei pensieri in una notte come questa, dove l’ora di dirti buonanotte non arriva mai.
Ciao e buona fortuna a tutti quelli che se ne sono andati a cercare nuovi mondi, ma che prima o poi ritorneranno ad incrociare il mio sentiero.
Stefano
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