quote:Risposta al messaggio di paolof inserito in data 07/08/2014 11:16:46 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Si vendono meno immobili si rogita meno. Ultimamente , su richiesta ti fanno un preventivo ed in ultima istanza puoi anche contrattare . Alcuni , ti richiamano dando disponibilità per ulteriori ribassi. Ci sono solo due giorni all' anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l' altro si chiama domani, perci� oggi � il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. (Dalai Lama)
quote:Risposta al messaggio di bruno it inserito in data 07/08/2014 12:46:21 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Tra un pò interverranno i medici, gli ingegneri e i dentisti che frequentano questo forum per confermare che sostituiscono ogni tre anni il camper da 200 mila euro e ogni due anni la berlina da 70 mila euro. Meno male che ci sono loro a far girare l'economia!
quote:Risposta al messaggio di Roberto66 inserito in data 07/08/2014 12:07:46 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> I rogiti immobiliari sono una delle attività dei notai. Sono, anzi erano fino ad un pò di tempo fa, molto attivi negli atti societari.
quote:Risposta al messaggio di bruno it inserito in data 07/08/2014 12:46:21 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> A proposito di qualunquismo... Mick
quote:Risposta al messaggio di elidar inserito in data 07/08/2014 13:21:29 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Sono sempre più convinto che dovrò chiederti uno screening, abbiamo troppe analogie in comune: anch'io ho collaborato per alcuni anni con una multinazionale farmaceutica, ma non ero un loro dipendente (ce ne sono tante, difficile sia la stessa). Per il momento hai solo due difetti: hai abbandonato la comune marca d'auto e non viaggi su Iveco. Chissà che il comune amico Panzer non ti convinca prima o poi! [:D]
quote:Risposta al messaggio di Panzer inserito in data 07/08/2014 14:02:59 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Carissimo, quello che ha fatto il tuo amico si chiama patrimonializzazione dell'impresa: ha dotato la farmacia di capitale proprio per far fronte allo squilibrio finanziario tra le entrate e le uscite. Ciò, nella ipotesi meno dolorosa, gli consentirà di pagare meno soldi alle banche sotto forma di interessi passivi e, in quella più dolorosa, di continuare a lavorare avendoci però rimesso un appartamento, magari precedentemente sudato con onesto lavoro. E' un fenomeno che vedo capitare sempre più spesso in questo dannato periodo: gli imprenditori seri vendono i gioielli di famiglia pur di salvaguardare l'impresa creata e i posti di lavoro. Si, perchè un imprenditore serio (e lo sono la stragrande maggioranza) fa di tutto per mantenere il livello occupazionale precedentemente creato. Alcuni anni fa era tutto diverso: facilità di accedere al credito, minori costi di esercizio, mettiamoci anche minori tasse da pagare, tutte variabili che consentivano alle imprese di tirare a campare. Oggi la situazione è drammaticamente cambiata: un imprenditore si deve augurare di essere colpito soltanto dalla crisi finanziaria e non anche da quella economica. Eventualmente fronteggerà vendendo un gioiello di famiglia. Se poi da finanziaria la crisi diventa anche economica sono dolori seri: l'imprenditore non riesce a reagire subito, vuoi perchè non se ne rende conto, vuoi perchè spera che accada qualcosa ispirato dalla provvidenza ed ecco che allora succede il crack.
quote:Risposta al messaggio di elidar inserito in data 07/08/2014 15:16:22 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> In queste due pagine abbiamo parlato della ricchezza dei farmacisti e dei professionisti in genere, delle corporazioni, dei prezzi, di liberalizzazioni ecc. Tornando con i piedi per terra e parlando di dati oggettivi che ho chiesto ma non arrivano, i dati europei delle farmacie sono i seguenti (fonte federfarma, aggiornamento al 2011): media europea 1 farmacia ogni 3.223 abitanti Grecia, 1 ogni 1.028 Belgio 1 / 2.159 Francia 1 / 2.849 Italia 1 / 3.387 Germania 1 / 3.812 Regno Unito 1 / 4.666 Olanda 1 / 8.412 Danimarca 1 / 17.596 Nella ricca provincia di Milano ci sono 134 comuni, di cui 37 sotto i 5 mila abitanti (il mio ne ha circa 3.700). Ditemi voi come potrebbe il mercato assorbire nuove farmacie quando: - dei paesi citati l'Italia è quella che si avvicina maggiormente alla media cee - in Italia esistono 8.057 comuni, di cui 3.687 hanno tra mille e cinque mila abitanti. Cosa facciamo, apriamo nuove farmacie solo nelle grandi città e nei comuni con più di 10 mila abitanti e chiudiamo le farmacie nei comuni con meno di 5 mila abitanti? elidar, non sono un esperto di farmacie, ma questo mercato, come tutti, (e quello dei camper lo abbiamo sotto agli occhi), ha notevoli difficoltà ad adeguarsi rapidamente. Le dinamiche sono lente: oggi una farmacia pagata tre/quattro d'anni fa 1, 2 milioni di euro se il proprio titolare ha finanziato l'operazione a debito vede i sorci verdi ed è a rischio fallimento.
quote:Risposta al messaggio di chorus inserito in data 07/08/2014 15:57:27 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Ciao, ultimamente hanno abbassato la soglia Farmacia/numero di abitanti...molti dei concorsi indetti, però, non sono stati considerati e quindi le aperture sono veramente poche (spesso dietro ci sono grossi gruppi che finanziano ed utilizzano un prestanome). Il Sistema Sanitario Nazionale vuole capillarità di servizio ed alcune Farmacie disperse sui monti vengono sovvenzionate in quanto considerando il bacino d'utenza non riuscirebbero ad estrapolare uno stipendio. Fosse per me abbasserei il numero di Farmacie, anzichè alzarlo...[:D][:D] Certo è che la parola "insoluto" - una volta nemmeno presente nel "vocabolario farmaceutico" - adesso la si trova spesso a tal punto che parecchie Aziende hanno attuato la cessione del credito a Società di recupero degli stessi...indice di quanto ormai questo mercato sia viziato. Ultimo appunto : le Farmacie Inglesi, danesi, Olandesi, etc...sono dei supermercati a tutti gli effetti : in Italia abbiamo ancora il consiglio del farmacista che nel bene o nel male ci contraddistingue dall' American Style... Dario
quote:Risposta al messaggio di Panzer inserito in data 07/08/2014 21:17:41 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Qualsiasi esercizio commerciale al giorno d'oggi è a rischio chiusura, ma non capisco perché solo le farmacie debbano fruire di questo tipo di tutela, e non anche le piccole botteghe che forse - lo ripeto - corrono qualche rischio in più. Poi, io forse non sono aggiornato, ma sarei curioso di sapere in che senso sarebbe cambiata la legge: a me risulta che le procedure per aprire una nuova farmacia siano sempre le stesse (che io sappia, sono stati soltanto modificati i parametri per la determinazione del numero di nuove farmacie da mettere a concorso, per cui non vedo di cosa dovrebbero approfittare i farmacisti non titolari !). Il problema che io pongo è: perché il salumaio che decide di aprire una nuova bottega, lo fa a suo rischio e pericolo e il farmacista, invece, deve godere di questo tipo di protezione dalla concorrenza ? Peraltro, la densità abitativa di una zona può cambiare rapidamente nel giro di qualche mese o, al massimo, di qualche anno, mentre - prima che venga messa a concorso una nuova farmacia in quella stessa zona - occorre che passi qualche lustro ! Ognuno poi dev'essere libero di aprire dove meglio credo e, se dovesse sbagliare, deve assumersi il rischio di impresa, al pari di qualsiasi altro imprenditore. Queste sono le regole del libero mercato. Se in una zona io vedo che c'è carenza di un certo tipo di esercizi commerciali (farmacia comprese, quindi), devo essere libero di aprire, senza dover sottostare a particolari vincoli protezionistici. Poi sta a me, e a chi è già presente in zona, misurarsi con le spietate regole della concorrenza. E questo, del resto, vale per tutte le categorie commerciali, tranne che per i farmacisti. Il perché mi è tuttora ignoto, salvo che non si voglia dare credito a chi sostiene l'esistenza di potenti lobbies di potere....
quote:Risposta al messaggio di bottastra inserito in data 07/08/2014 21:11:15 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Ciao, per aprire una Farmacia devi essere laureato (quindi non è come aprire un panificio oppure un negozio di abbigliamento) e per diventare titolare devi fare qualche anno di tirocinio... La concorrenza diretta c'è eccome : i grossi centri commerciali vendono tutto ciò che rappresenta il core business delle Farmacie (creme, dentifrici, farmaci da banco, parafarmaco, etc...). Il farmaco etico (ricetta, per intenderci) ormai è risicato all'osso : con gli introiti provenienti da esso non si riesce a mantenere aperta un Farmacia. Poi, oh, intendiamoci : penso anch'io che sia meglio avere una Farmacia che un negozio di moda...una sorta di tutela c'è ed è palese, ma se i tiolari non cambieranno mentalità vedremo molte più chiusure che aperture, credimi. Dario