In risposta al messaggio di Valerio69 del 30/07/2025 alle 16:25:09
C'era scritto vietato attaccarsi in bicicletta. Mio nonno dopo la Seconda Guerra Mondiale usava quotidianamente una ancora dotata di corda e prendeva i camion al volo per fare in bicicletta i 40 e passa km quotidiani (andatada sommare al ritorno). Con lui si attaccava anche il Prete del mio Paese, allora seminarista quindi non era peccato... Qualche anno più tardì il boom economico gli porterà un Peugeot 103 (un ciclomotore cinquantino, mica una auto...). Protezione antifreddo: il quotidiano tra la camicia e il pullover, con sopra rigorosamente la giacca e l'immancabile cravatta...Alla faccia delle tute da moto attuali in Cordura e Gore-tex...
In risposta al messaggio di Giovanni del 30/07/2025 alle 20:00:16non a vapore ma a gasogeno cioè legna o carbonella per produre il gas che alimentava il motore
Hai scritto: C'era scritto vietato attaccarsi in bicicletta. Dalle nostre parti era più generico: Vietato farsi trainare. Ricordo un altro mezzo di trasporto che pochi, della mia età, hanno visto: il camion a vapore.Cabina rudimentale, dietro la cabina, in un angolo del cassone, la caldaia, un cilindro alto due metri. Ricordo che faceva un rumore particolare che sentivo da lontano quando faceva la salita per salire al paese dove abitava il proprietario ed autista. Per quanto mi sforzi, purtroppo, non ricordo il rumore che faceva. Giovanni

In risposta al messaggio di chorus del 30/07/2025 alle 09:23:17Tutto verissimo
Una generazione di fortunati, forse la generazione più fortunata della storia. Posto che la generazione dei boomer è nata e cresciuta nel mondo occidentale, dunque nella zona ricca e sviluppata del pianeta, si tratta diuna generazione, soprattutto guardando a casa nostra: - dotata di una buona scolarizzazione; - nessuno di loro è mai morto di fame; - non ha mai (fortunatamente) visto una guerra da vicino) - gode di buona salute, l'età media e la speranza di vita sono molto più lunghe delle generazioni precedenti. Vivono in contesti dove la sanità è molto efficiente, specie se rapportata alle parti povere del mondo; - finita la scuola ha iniziato immediatamente a lavorare, difficilmente loro hanno conosciuto periodi di inattività o di disoccupazione. E se ci sono stati, lo Stato di appartenenza ha in qualche modo contribuito con degli ammortizzatori sociali; - sono tutte persone benestanti, molte di loro, prima del compimento dei 60 anni di età, hanno conseguito una pensione che, giustamente, si godono nel migliore dei modi (peccato sulle spalle delle generazioni successive); - facilmente hanno casa di proprietà, ma magari più di una casa di proprietà - chi scrive qui dentro è proprietario di un camper, un veicolo assolutamente superfluo, non necessario per l'esistenza, un capriccio che tuttavia serve a vivere più serenamente e che giova all'equilibrio psicofisico; In poche parole, siamo dei privilegiati, dei grandissimi privilegiati e forse non ce ne rendiamo conto.
In risposta al messaggio di eolo 58 del 30/07/2025 alle 18:41:34
Se dovessi mettere insieme tutte le vostre avventure belle e qualcuna meno mi ci vorrebbe una giornata piena per riscrivere cose vissute anche da me da bambino, ragazzo e adulto, mi ci rispecchio in pieno anche se per miafortuna ho qualche anno in meno... di qualcuno, sono del 58 ma credo di aver vissuto più o meno 30 anni fenomenali dove lo stare insieme e parlare guardandoci negli occhi era la normalità oggi siamo nascosti dietro a una tastiera, ma è frutto del progresso, forse se ricominciassimo a vivere cose gia vissute non sarebbe male...
In risposta al messaggio di Giovanni del 31/07/2025 alle 08:32:59Io dico spesso che da piccolo ho vissuto in un altro pianeta.
Continuiamo ad andare indietro nel tempo. Da piccolo, ed anche da grandicello, ho sofferto la fame di carne, nel senso che in casa si aveva tutto ma la carne si vedeva molto raramente e quella che si vedeva era di produzionepropria a metri zero e non chilometri zero. Quindi sin da piccolo ho imparato ad ammazzare polli, conigli, uccelletti, ed altri piccoli animali. Eravamo in undici in casa e ci si doveva adeguare. Per la Pasqua, attorno a Natale si approfittava del passaggio dei greggi per comprare un agnellino da allevare appunto per Pasqua; mi pare costasse 500 lire (0.25 Euro). E di questo agnellino diventavo molto amico, se ce ne sarà l'occasione racconterò anche cosa gli imparavo. Il momento più triste era sotto Pasqua quando mio fratello lo portava su in magazzino per fargli la festa: tutti gli anni per me era il momento più brutto perché pareva che capisse la fine che stava facendo e con gli occhi sembrava mi implorasse di aiutarlo, come amico. Però poi passa tutto, come giusto che passasse. Era la vita di quei tempi, probabilmente anche oggi gli agnelli si rendono conto di quello che sta loro per succedere ma, non vedendo, cuore non duole. Giovanni
In risposta al messaggio di Giovanni del 31/07/2025 alle 13:15:40Questo mi ricorda un pò la nonna (oggi 98enne) della mia attuale e definitiva seconda moglie che, la PRIMA volta che mi ha invitato a pranzo fece i carciofi che io odio e detesto con tutte le mie forze. In un attimo di distrazione della nonna feci finta di mangiare i carciofi, tornata al tavolo mi chiede "Ti sono piaciuti?" ed io "certo nonna, squisiti" da allora ogni volta sono carciofi... che ancora mangio nei suoi momenti di distrazione
In vena di remember, racconto questa storia che sembra una barzelletta ma è realtà degli anni immediatamente successivi alla fine della guerra. Questa famiglia di campagna era numerosa come tutte allora, specialmente comequesta formata dal vecchio, dalla vergara (la moglie), due figli con mogli, diversi figli dell'uno e dell'altro fratello. Una delle figlie si fidanza ed allora il fidanzato era uso facesse visita alla fidanzata la domenica, dal pomeriggio fin ad un paio d'ore dopo cena. Normalmente per cena c'era il coniglio. La vergara, nel fare i piatti col coniglio (uno per dodici persone), gli cade la testa del coniglio nel piatto del fidanzato. Quindi tenta buffamemte di recuperarla ma il fidanzato, timido, dice: Lasciate, lasciate e la vergara: Ma vi piace la testa?. Allora si dava del voi. Ed il fidanzato, sempre timido: Si, si, mi piace, lasciatela! Morale della favola: dieci anni di fidanzamento, dieci anni di cena dalla fidanzata sempre con la testa di coniglio! Ogni volta la vergara: Questa è per vo' che ve piace! Storia verissima, d'altri tempi!! Giovanni
In risposta al messaggio di chorus del 30/07/2025 alle 09:23:17Da giovane adulto mi fa tantissimo piacere leggere queste parole, perchè spesso sento ripetere (dai baby boomer della mia famiglia) esattamente il contrario, ovvero che quelli fortunati siamo noi "giovani" che abbiamo potuto vivere in una casa confortevole, piena di giocattoli, play station, cellulari ecc e studiare fino ai 25 anni grazie al lavoro dei nostri genitori.
Una generazione di fortunati, forse la generazione più fortunata della storia. Posto che la generazione dei boomer è nata e cresciuta nel mondo occidentale, dunque nella zona ricca e sviluppata del pianeta, si tratta diuna generazione, soprattutto guardando a casa nostra: - dotata di una buona scolarizzazione; - nessuno di loro è mai morto di fame; - non ha mai (fortunatamente) visto una guerra da vicino) - gode di buona salute, l'età media e la speranza di vita sono molto più lunghe delle generazioni precedenti. Vivono in contesti dove la sanità è molto efficiente, specie se rapportata alle parti povere del mondo; - finita la scuola ha iniziato immediatamente a lavorare, difficilmente loro hanno conosciuto periodi di inattività o di disoccupazione. E se ci sono stati, lo Stato di appartenenza ha in qualche modo contribuito con degli ammortizzatori sociali; - sono tutte persone benestanti, molte di loro, prima del compimento dei 60 anni di età, hanno conseguito una pensione che, giustamente, si godono nel migliore dei modi (peccato sulle spalle delle generazioni successive); - facilmente hanno casa di proprietà, ma magari più di una casa di proprietà - chi scrive qui dentro è proprietario di un camper, un veicolo assolutamente superfluo, non necessario per l'esistenza, un capriccio che tuttavia serve a vivere più serenamente e che giova all'equilibrio psicofisico; In poche parole, siamo dei privilegiati, dei grandissimi privilegiati e forse non ce ne rendiamo conto.
In risposta al messaggio di Giovanni del 30/07/2025 alle 15:20:40dopo i 15 anni ho cominciato a correre in bici in una squadra amatoriale e per allenarmi partivo da Pescara direzione sud sulla statale adriatica mi mettevo dietro ai camion senza agganciarmi solo per farmi tagliare l'aria così arrivavo fino a Vasto piu o meno 50 70 chilometri, rigiravo e poi dovevo pedalare per tornare a casa in orario perchè mio padre non tollerava i ritardi, una volta vedo un camion molto veloce che stava sopraggiungendo metto i rapporti lunghi e prendo velocità, appena arriva mi infilo dietro dopo forse un minuto che ero li mi accorgo che ero entrato nello spazio tra camion e rimorchio ne sono uscito ma le gambe mi hanno tremato per un po da allora prima di mettermi dietro un camion lo guardavo piu volte
Mi piace questa discussione perchè mi fa rivivere momenti particolari della mia vita. Una domanda: chi si ricorda cosa c'era scritto in una targhetta nella parte posteriore dei camion, presente fino ai primissimi anni60? Pensioni a 60 anni: presente, sono andato in pensione a 60 anni da compiere, dopo 46 anni di lavoro, di cui 43 in regola ed ho fatto di tutto, muratore, pittore (di muri e soffitti, non quadri!), elettricista, magazziniere prima di aver trovato il posto fisso. I giovani attuali cominciano a lavorare almeno dieci anni dopo di quando cominciai io per cui, matematica alla mano, vanno in pensione prima di me. Giovanni
In risposta al messaggio di Bicio90 del 31/07/2025 alle 20:56:44Caro Bicio, un genitore dovrebbe togliersi il pane per darlo ai figli.
Da giovane adulto mi fa tantissimo piacere leggere queste parole, perchè spesso sento ripetere (dai baby boomer della mia famiglia) esattamente il contrario, ovvero che quelli fortunati siamo noi giovani che abbiamo potutovivere in una casa confortevole, piena di giocattoli, play station, cellulari ecc e studiare fino ai 25 anni grazie al lavoro dei nostri genitori. Il problema è proprio questo, quanti sono quelli della mia generazione (sono del 1990) che possono dire di avercela fatta da soli senza che nessuno li aiutasse? Senza l'aiutino dei genitori o la casa ereditata dai nonni? Scommetto che il 90% dei partecipanti di questo forum aiuta in qualche modo i propri figli (mantenendoli mentre studiano, 20-30000€ per accendere un mutuo, anche solo nell'accudire i nipoti evitando che spendano centinaia di € in baby sitter, asilo nido privato e centro estivo) quanti dei vostri figli si sono comprati una casa e hanno fatto figli senza ricevere nessun tipo di aiuto? Pochissimi, e questo è un grande fallimento della nostra società, perchè adesso quelli della mia generazione che non possono contare sull'aiuto dei genitori, e io sono uno di quelli, o hanno la fortuna di imboccare la strada giusta (ed è questione di fortuna ve lo assicuro, perchè io la strada giusta l'ho imboccata e non ho fatto assolutamente niente per meritarmela) o dovranno sopravvivere vivendo di stenti per arrivare alla fine del mese per tutto il resto della loro vita. Altra cosa che mi sento dire spesso è: non fate figli perchè siete egoisti, volete viaggiare e basta, comprarvi sempre l'ultimo modello di iphone e i vestiti firmati. La verità è che non si fanno figli perchè con uno stipendio medio di 1700€ al mese non ce lo campo un figlio al giorno d'oggi, mentre mio papà, operaio, negli anni '90 con un milione e 300 mila lire di stipendio campava 4 persone senza farci mancare (quasi) niente. Quindi ripeto, mi fa piacere che Chorus abbia scritto una verità che tanti reputano scomoda e ora sono pronto a ricevere il lancio dei pomodori
In risposta al messaggio di chorus del 01/08/2025 alle 10:56:15
Caro Bicio, un genitore dovrebbe togliersi il pane per darlo ai figli. Oggi, ma diciamo dagli anni cinquanta forse anche prima, non si muore più di fame e, via via che sono passati gli anni, sono cambiati i bisogni del popolo.Dal bisogno primario di nutrirsi, si è passati ai bisogni dell'aperitivo, dei viaggi e dei week end via da casa (noi vecchi vi critichiamo per tutto ciò). Accanto a questo abbiamo creato aspettative che non riusciamo più a sostenere e che saranno sempre più insostenibili: sanità, scuola, pensioni, intervento pubblico a pioggia generalizzato. La mia generazione ha enormi responsabilità nell'aver creato queste illusioni. Dal togliersi il pane dalla bocca per darlo ai figli, noi siamo passati al togliere il pane dalla bocca dei nostri figli per garantirci una serena vecchiaia.
In risposta al messaggio di Giovanni del 01/08/2025 alle 11:09:30Ognuno ha la propria storia personale: i miei figli sono entrambi laureati e, giustamente, fino a 24-25 anni hanno solo ed esclusivamente studiato.
Oddio, responsabilità si, ma ci siamo dapprima preoccupati che i nostri figli non si dovessero togliere il pane dalla bocca per i loro figli ed abbiamo esagerato. Quando eravamo piccoli, Vedevamo il mondo attorno a noiper qualche chilometro e facevamo paragoni con quelli del circondario. Poi il paragone ha ampliato il raggio per cui i desideri sono aumentati a dismisura: se quello ha quel coso, perché mio figlo no? Ho avuto la fortuna di saper dire di no a parecchie cose per i miei figli ed oggi sono sistemati bene, da soli, con famiglia e figli. Giovanni
In risposta al messaggio di chorus del 01/08/2025 alle 13:04:21
Ognuno ha la propria storia personale: i miei figli sono entrambi laureati e, giustamente, fino a 24-25 anni hanno solo ed esclusivamente studiato. Il secondo si sta iscrivendo alla seconda laurea e, contento di ciò, gliho detto che lo manterrò io. Anch'io ho studiato, ma l'ho fatto lavorando a tempo pieno, frequentando il corso serale, studiando durante i week end e utilizzando le ferie per preparare gli esami. Ciò detto molto ma molto meglio i miei figli. Morale: sicuramente la nostra generazione è più predisposta al sacrificio. Ma la nostra generazione sta impegnando risorse future.
In risposta al messaggio di Giovanni del 01/08/2025 alle 15:30:42Non so che età abbiamo i tuoi figli, i miei due non hanno ancora compiuto 30 anni.
Sicuro che sia la nostra generazione ad impegnare le risorse future e non l'attuale? Noi abbiamo saputo rinunciare mentre l'attuale generazione non rinuncia a nulla, anzi pretende oltre il possibile. Ma sempre disponibilea cambiare idea, se mi si propongono valide motivazioni. Ai miei due figli ed ai quattro nipoti ho insegnato il gioco degli scacchi: solo una volta, una nipote, mi ha battuto. Cattivo? No, ho insegnato loro a battersi, rispettando le regole, per il risultato finale. Vedo che oggi questi giovani non hanno più il senso della regola perché non gli è stato insegnato questo basilare concetto. I miei figli si son trovati il posto fisso da soli; il primo dopo anni di gavetta tanto che m'erano venuti dubbi sulle sue capacità, è ora un alto funzionario di una banca internazionale. Il secondo, dopo innumerevoli lavori anche manuali, ora ha un importante incarico in una multinazionale dell'informatica e gli assegnano, ogni due anni, una vettura d'alto livello (ora top Bmv), con la quale fa come se fosse sua ma tutto gratis, compreso carburante e manutenzioni). Il primo nipote, non laureato, dopo vari lavori, è ora responsabile internazionale di uno speciale pacchetto informatico al servzio dei giganti dell'industria e qualche mese fa è stato premiato come migliore elemento nei rapporti con la clientela. Tutti tre si son fatti casa da soli, con i loro stipendi, facendo ovviamente il mutuo. Gli altri tre nipoti non sono ancora in età da lavoro serio ma, pare, che promettano bene. Non per vanto ma solo per dire che se ai figli si insegna qualcosa e qualche volta si dice no, alla fine i frutti si raccolgono. Giovanni
In risposta al messaggio di Giovanni del 01/08/2025 alle 15:30:42Non si tratta di responsabilità dei singoli ma collettiva, in cui al massimo i singoli hanno fatto male in cabina elettorale.
Sicuro che sia la nostra generazione ad impegnare le risorse future e non l'attuale? Noi abbiamo saputo rinunciare mentre l'attuale generazione non rinuncia a nulla, anzi pretende oltre il possibile. Ma sempre disponibilea cambiare idea, se mi si propongono valide motivazioni. Ai miei due figli ed ai quattro nipoti ho insegnato il gioco degli scacchi: solo una volta, una nipote, mi ha battuto. Cattivo? No, ho insegnato loro a battersi, rispettando le regole, per il risultato finale. Vedo che oggi questi giovani non hanno più il senso della regola perché non gli è stato insegnato questo basilare concetto. I miei figli si son trovati il posto fisso da soli; il primo dopo anni di gavetta tanto che m'erano venuti dubbi sulle sue capacità, è ora un alto funzionario di una banca internazionale. Il secondo, dopo innumerevoli lavori anche manuali, ora ha un importante incarico in una multinazionale dell'informatica e gli assegnano, ogni due anni, una vettura d'alto livello (ora top Bmv), con la quale fa come se fosse sua ma tutto gratis, compreso carburante e manutenzioni). Il primo nipote, non laureato, dopo vari lavori, è ora responsabile internazionale di uno speciale pacchetto informatico al servzio dei giganti dell'industria e qualche mese fa è stato premiato come migliore elemento nei rapporti con la clientela. Tutti tre si son fatti casa da soli, con i loro stipendi, facendo ovviamente il mutuo. Gli altri tre nipoti non sono ancora in età da lavoro serio ma, pare, che promettano bene. Non per vanto ma solo per dire che se ai figli si insegna qualcosa e qualche volta si dice no, alla fine i frutti si raccolgono. Giovanni
In risposta al messaggio di Bicio90 del 31/07/2025 alle 20:56:44Grandissima verità.
Da giovane adulto mi fa tantissimo piacere leggere queste parole, perchè spesso sento ripetere (dai baby boomer della mia famiglia) esattamente il contrario, ovvero che quelli fortunati siamo noi giovani che abbiamo potutovivere in una casa confortevole, piena di giocattoli, play station, cellulari ecc e studiare fino ai 25 anni grazie al lavoro dei nostri genitori. Il problema è proprio questo, quanti sono quelli della mia generazione (sono del 1990) che possono dire di avercela fatta da soli senza che nessuno li aiutasse? Senza l'aiutino dei genitori o la casa ereditata dai nonni? Scommetto che il 90% dei partecipanti di questo forum aiuta in qualche modo i propri figli (mantenendoli mentre studiano, 20-30000€ per accendere un mutuo, anche solo nell'accudire i nipoti evitando che spendano centinaia di € in baby sitter, asilo nido privato e centro estivo) quanti dei vostri figli si sono comprati una casa e hanno fatto figli senza ricevere nessun tipo di aiuto? Pochissimi, e questo è un grande fallimento della nostra società, perchè adesso quelli della mia generazione che non possono contare sull'aiuto dei genitori, e io sono uno di quelli, o hanno la fortuna di imboccare la strada giusta (ed è questione di fortuna ve lo assicuro, perchè io la strada giusta l'ho imboccata e non ho fatto assolutamente niente per meritarmela) o dovranno sopravvivere vivendo di stenti per arrivare alla fine del mese per tutto il resto della loro vita. Altra cosa che mi sento dire spesso è: non fate figli perchè siete egoisti, volete viaggiare e basta, comprarvi sempre l'ultimo modello di iphone e i vestiti firmati. La verità è che non si fanno figli perchè con uno stipendio medio di 1700€ al mese non ce lo campo un figlio al giorno d'oggi, mentre mio papà, operaio, negli anni '90 con un milione e 300 mila lire di stipendio campava 4 persone senza farci mancare (quasi) niente. Quindi ripeto, mi fa piacere che Chorus abbia scritto una verità che tanti reputano scomoda e ora sono pronto a ricevere il lancio dei pomodori
In risposta al messaggio di chorus del 01/08/2025 alle 16:18:15
Non so che età abbiamo i tuoi figli, i miei due non hanno ancora compiuto 30 anni. Qui da me lavorano svariate decine di persone, con un'età media di circa 35-37 anni (io e pochissimi altri alziamo la media decisamente).Segnalano tutti le medesime difficoltà ad affrontare le tappe importanti della vita, quali mettere su famiglia e comprarsi una casa. Il mio maggiore risparmia quello che può e versa dei soldi in un fondo integrativo perché continua a ripetermi che non vedrà mai la pensione erogata dall'istituto previdenziale a cui versa i contributi. Nessuno della generazione dei boomers mette in discussione la pensione, anzi lo considera un traguardo importante da raggiungere e il giusto e apprezzato premio per una vita lavorativa.