http://www.ansa.it/web/notizie/...
Rania di Giordania: 'L'istruzione delle bambine può trasformare la società' «Troppo spesso pensiamo alle bambine come a esseri delicati e fragili. Non riusciamo a vedere come invece possano essere la soluzione ad alcuni dei problemi più complessi che affliggono il mondo». La regina Rania di Giordania, moglie di re Abdullah II, parla in esclusiva con “A”, il magazine diretto da Maria Latella in edicola. Confida il suo attaccamento alla famiglia e racconta del suo impegno come esponente dell'Unicef. «L’istruzione delle bambine può trasformare le società. Tanto più cresce il numero di bambine che ricevono un’istruzione secondaria, tanto più diminuiscono la mortalità infantile e l’incidenza dell’HIV-AIDS. E i benefici sono anche per la crescita economica. È sufficiente un aumento di un solo punto percentuale nel numero delle donne che ricevono un’istruzione secondaria a far aumentare il Pil procapite annuo dello 0.3 per cento. Può sembrare un piccolo cambiamento, ma per un paese come l’India, ciò si tradurrebbe in più di 5 miliardi di dollari all’anno». Ammiratrice di Nelson Mandela per il suo carisma e di Audrey Hepburn per la sua umanità, la regina Rania è convinta che le celebrities possano giocare oggi un ruolo importante: «Chi vive sotto i riflettori dei media, siano essi attori, atleti, musicisti o membri di una famiglia reale, ha la possibilità e la responsabilità di attirare l'attenzione dei media e, più in generale, del pubblico, e di aumentare la coscienza e la conoscenza di alcune tematiche. Non possiamo sottovalutare l’effetto “celebrità”. Sean Combs e Oprah, tramite Twitter, hanno contribuito a comprare 90,000 zanzariere per contrastare la malaria. Matt Damon lo ha fatto per l’acqua, Angelina Jolie per i rifugiati, Bono per la povertà, Al Gore per l’ambiente, Bill e Melinda Gates per la salute, il Principe Charles per i giovani...». A volte la soluzione di alcuni problemi passa anche attraverso la cultura alle nuove generazioni, nostro futuro.