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gabiam49
gabiam49
12/08/2007 2121
Inserito il 03/12/2012 alle: 08:29:03
Durante un servizio, ieri è successo di dovere soccorrere una signora in una casa di riposo. Era abbastanza critica, non respirava bene. L’abbiamo caricata velocemente in ambulanza, e ossigenata. Ero fuori, sull’ambulanza, e dal citofono ho sollecitato l’infermiere perché si sbrigasse per farmi avere documentazione delle patologie e terapie in corso, da portare in Pronto Soccorso, dicendogli che era urgente, perché la signora era a rischio... La risposta è stata: - Meglio... Se schiatta una in meno da guardare! -.ed ha chiuso la comunicazione.[:(!] Non ho avuto il tempo di ribattere perché abbiamo dovuto correre via, ma ho intenzione di andare a fondo, per capire chi sia stato lo str…zo che ha detto una cosa simile, perchè voglio avere dei chiarimenti da un suo responsabile… A ripensarci non so se mi abbia più fatto i.n.c.a.z.z.a.r.e o intristire una frase del genere...avrei voluto vedere se si fosse trattato di sua madre……[;)] Ciao, Gabriele
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laroby 64
laroby 64
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14/01/2010 8270
Inserito il 03/12/2012 alle: 11:55:37
quote:Risposta al messaggio di gabiam49 inserito in data 03/12/2012  08:29:03 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> E' pazzesco, siamo diventati tutti numeri, non persone e da vecchi saremo solo un peso[:(] Se questa è la società moderna..[xx(][xx(][V][V] "Sì viaggiare, evitando le buche più dure.."
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cchei
cchei
19/02/2007 11949
Inserito il 03/12/2012 alle: 13:27:58
frequentando una rsa ne ho viste, ne vedo e ne sento tante di frasi e comportamenti del genere anche da personale medico .. un paio di questi individui vennero allontanati dalla struttura non so se licenziati o trasferiti (se morissero de fame[xx(]) sono pochi che fanno questo lavoro per "missione" l importante per loro è percepire lo stipendio a fine mese; i pazienti disabili e/o anziani sono solo numeri nulla più [IMG]http://i41.tinypic.com/iz54zd.gif[IMG]
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gabiam49
gabiam49
12/08/2007 2121
Inserito il 03/12/2012 alle: 14:48:22
quote:Risposta al messaggio di cchei inserito in data 03/12/2012  13:27:58 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Qualche anno fa, con mio padre, sulla barella, nel corridoio del pronto soccorso, il dottore gli chiese di abbassare le mutande, per un controllo, mio padre, (poveretto) lo stava per fare… Mi opposi e letteralmente inveii contro al medico, gli dissi che la privacy della quale si parla tanto, prevedeva anche che uno in mezzo alla gente,anche se al pronto soccorso non dovesse abbassarsi le mutande… Con stupore mi rispose che se preferivo così, avremmo potuto andare in una camera….[:(!][:(!][:(!] Ed era un medico!!![:(!][:(!][:(!] Ciao Gabriele
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gianfi62
gianfi62
10/10/2009 3389
Inserito il 03/12/2012 alle: 16:04:00
Porto il mio contributo. Mia moglie nelle RSA ci lavora, come medico. Tralascio volutamente di citare che in queste strutture è da tempo che comincia a calare l'assistenza a causa dei tagli economici; questo porta a disagi per le persone nel quotidiano. Ma questo esula dal topic. Parlando del tema posto da gabiam gabriele, posso dire che spesso quando i medici delle RSA richiedono il ricovero per esami o terapie che non possono essere effettuate dalle RSA, le strutture ospedaliere tramite alcuni medici, "alcuni medici" significa singoli personaggi che la pensano come quello da lui incontrato, cercano in tutti i modi di respingere il ricovero che è ovviamente concordato con la struttura ospedaliera; non è il paziente che si reca al PS ma viene richiesto il ricovero da altra struttura non abilitata per quelle terapie. In sostanza confermo il pensiero di gabriele, da parte di alcuni, a qualunque livello, medici infermieri OS o ASA, il paziente anziano viene visto come un paziente che "tanto...". Questo purtroppo mette in cattiva luce anche quelli che svolgono il loro lavoro con dedizione, che sono la maggior parte.

Modificato da gianfi62 il 03/12/2012 alle 16:05:35
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alexf
alexf
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11/11/2004 9925
Inserito il 03/12/2012 alle: 16:57:44
Faccio anch'io servizio di volontariato in una pubblica assistenza ed entrare nelle case di riposo mi fa intristire notevolmente. Questo vuoi per la situazione data dall'età degli 'ospiti' sia per come sono trattati! Potrei raccontare moltissime cose ma quel che più mi angustia e la differenza di trattamento tra casa e casa e questo in funzione della retta che sempre gli 'ospiti' pagano. Alessandro _____________________ La vita è un viaggio, chi viaggia vive due volte.
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annapasqua
annapasqua
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19/11/2009 3797
Inserito il 03/12/2012 alle: 17:10:23
non sono tanto convinta che sia una questione di retta, credo più sia una questione di sensibilità delle persone che ci lavorano. ho avuto due esperienze completamente diverse con mia madre e mio padre. entrambi, in tempi diversi, "ospiti" in strutture convenzionate. tragica l'esperienza con mia madre, ricca di umanità quella con mio padre. e in certi momenti, un po' di umanità è un dono grande sia per i pazienti che per i parenti.
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k3cco
k3cco
15/08/2011 1348
Inserito il 04/12/2012 alle: 00:29:07
quote:Risposta al messaggio di annapasqua inserito in data 03/12/2012  17:10:23 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> in questi ambienti ci lavoro. Chiaramente non condivido l'atteggiamento denunciato, un qualsiasi operatore, medico compreso, ha il dovere di fare il possibile. Farei piuttosto un discorso diverso. Visto che prolungare la vita oltre la soglia della dignità oggi è un business, vale la pena di interrogarsi se a volte non sia meglio che Chi sta lassù bypassi i protocolli e si prenda in pace chi per esempio ha 90 o 100 anni e è da 10 che tira avanti senza poter alimentarsi, lavarsi, o andare al bagno autonomamente. Quando capiterà a me chiederò che siano un po meno precisi e scrupolosi... coi protocolli, anzi spero che mi venga un colpo, che di straziare per anni a 1500 euro al mese non ne ho voglia. Ovviamente si tratta di opinioni personali.
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riesen
riesen
18/05/2007 690
Inserito il 04/12/2012 alle: 10:04:10
Mia cognata lavorava in una casa di "riposo" e mi racconta episodi che mi lasciano a dir poco sgomenta. Colleghe, lì proprio solo per lo stipendio, che non hanno nessun rispetto per gli "ospiti". Li strattonano, non li portano al bagno alla loro richiesta, e ultima scoperta, ai pasti, siccome alcuni devono essere imboccati, per fare in fretta mettono primo, secondo frutta, in un frullatore tutto assieme e poi obbligano la persona a ingoiare. Lei ha già denunciato questi trattamenti,senza successo. La struttura è gestita da una cooperativa ed è stata licenziata. Per mia madre ricoverata in una piccola struttura di lungo degenza dopo la farttura del femore, il trattamento è stato diverso. Infermiere dolci e disponibili, medici che quando passavano per le visite, si chinavano ogni mattina a baciare la fronte di ogni ricoverato e avevano sempre una parola di conforto e un sorriso. Questi li definirei angeli del dolore. peccato siano pochi!
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alexf
alexf
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11/11/2004 9925
Inserito il 04/12/2012 alle: 11:32:22
non sono tanto convinta che sia una questione di rettaid="red"> purtroppo constato continuamente che è proprio così!! Nella mia citta c'è una struttura che offre a certe cifre molte possibilità tra le quali anche villette unifamigliari dove gli 'ospiti' vengono seguiti con cure amorevoli, stesso trattamento anche per gli altri ospitati del complesso, in camere doppie e singole. Quando arriviamo chiamati per un soccorso in codice giallo o rosso troviamo segnlazioni luminose che ci accompagnano fino al letto delle sventurato. Qui minimo si paga oltre i 3000€/mese. Dentro è tutto pulito, profumato ed ordinato. In altre strutture c'è un brutto odore fin dall'ingresso, camere strette e disordinate, a volte chiuse a chiave, servizi sporchi ed anche personale male organizzato e qualche volta scortese. Un notte siamo stati chiamati in una di queste con un codice rosso ma siamo rimasti quasi 10 minuti davanti ad un cancello irrimediabilmente chiuso pur avendo sirena e lampeggianti accesi. Solo una serie di lunghi collegamenti telefonici tra noi, 118 e portineria ci hanno permesso di entrare. Eppure la qualita del rispetto è dell'amore per questi esseri indifesi e ai quali dobbiamo molto non dovrebbe dipendere dalla loro possibilità economica. Come dicevo faccio servizi in ambulanza in appoggio al 118 ma quelli che più mi straziano sono quelli che riguardano i bambini e le case di riposo! Alessandro _____________________ La vita è un viaggio, chi viaggia vive due volte.
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Roberto66
Roberto66
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19/10/2003 22556
Inserito il 04/12/2012 alle: 11:50:29
io questo caso piu' che di rispetto per gli anziani io parlerei di incompatibilita' di incarico , ovvero chi ha risposto in quel modo va lasciato a casa. Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. (Dalai Lama)
16
gianfi62
gianfi62
10/10/2009 3389
Inserito il 04/12/2012 alle: 11:59:00
Forse non c'entra con l'argomento in questione direttamente, ma visto che si parla di anziani riposto uno scritto trovato su COL di qualche tempo fa, di chi ha visto coi propri occhi. “una giornata di sole” Stamattina causa neve che ci ha regalato la stagione, un po’ avanzata magari, ho accompagnato mia moglie xxxxxxxx al lavoro, avrà tempo per imparare a fare il Montecarlo nel futuro, essì perché pare che da noi in pianura le strade siano più malmesse che al famoso rally che alle volte si svolgeva senza la tanto voluta neve, mi ricordo le gare vinte dalla Fulvia HF a trazione anteriore, praticamente un’auto con motore ruote motrici e sterzo davanti, mentre dietro c’erano due ruote che se le toglievi quasi non te ne accorgevi. Invece qui da noi basta qualche ora di neve e le auto non si muovono più ; in effetti ci sono le colpe delle varie amministrazioni che non sanno o vogliono fare il loro lavoro, non si capisce sennò perché in montagna trovi spesso le strade più pulite; ci sono anche le colpe delle auto moderne che sulla neve sono peggiori di quelle del passato perché più pesanti, troppo potenti, con gomme larghe; c’è da dire che si può fare molto con le gomme invernali che la gente non monta perché “tanto nevica due volte l’anno”, peccato che quelle due volte l’anno poi ti schianti o blocchi il traffico, come il camion di stamane che non saliva su una salitina da nulla che se fosse stata pulita con spazzaneve e sale il ghiaccio non avrebbe creato nessun problema, invece xxxxxxxx bloccata, ma tanto siamo in Italia del speriamo che me la cavo, ed è sempre colpa degli altri. E allora considerato ciò, più la poca vena rallystica della xxxx, più la xxxxxxxxx, mi sono messo il cappello da chauffeur e un bel giorno di ferie e eccomi qui, tra l’altro a scrivere a biro cosa che non facevo da tempo usando il pc ed è anche diverso, hai più tempo per pensare a quello che scrivi, col computer è tutto più veloce con la consapevolezza di correggere come e quando vuoi. Il motivo perché sono qui a scrivere è perché mi sono dimenticato a casa i libri da leggere sul tavolo, che memoria. Sono a R uno dei tre istituti dove lavora la xxxx insieme a B e G. Un bell’istituto non c’è che dire, l’impressione prima quando entri è di ordine e accuratezza nelle cose, di pulizia non di certo come a V dove purtroppo appena entrato mi sentii a disagio, i fatti successivi confermarono l’inadeguatezza generale, ma questo è un’altra storia. E’ bello nel senso etico della parola, non estetico; vedere persone ognuna che fa il proprio lavoro per mandare avanti il tutto; mi sarebbe piaciuto fare un giro all’esterno come feci a maggio a B in quella giornata quando accompagnai la xxxx infortunata, quel giorno di fine primavera lo passai all’esterno per la maggior parte del tempo, al pomeriggio, e c’erano tanti anziani insieme, da soli coi parenti ognuno nel loro piccolo mondo. Mi devo accontentare dell’impressione che ricevo dalle poche cose che vedo, dalle persone che incontro, come i pazienti che ho visto in un reparto, sembrano tanti ragazzi, forse perché siamo così abituati e condizionati a considerare le persone per quello che danno come contributo, per esempio la persona di successo “è”, “c’è”, “ha qualcosa in più”; invece chi ha meno possibilità e capacità merita una semplice occhiata e via, figuriamoci gli sfortunati come i disabili, loro sono “i ragazzi”, gli anziani sono i “poverini che vitaccia”. E se invece avessero da dirci qualche cosa? Se loro sentono cose che noi non sentiamo più? Non ci rendiamo conto di in che razza di mondo di incomunicabilità viviamo, siamo connessi H24, disponiamo di tutte le informazioni che ci necessitano,ma siamo isolati l’uno dall’altro, certo che non è così per tutti, una delle persone a me più care l’ho conosciuto virtualmente; ma per la maggiore viviamo isolati in un mondo di sconosciuti, stiamo assieme a cento persone che magari incontri in una giornata, ci parli assieme, ci lavori assieme, ci discuti, ci litighi, ma non riesci a “parlare con loro”, non riesci a incrociare il loro sguardo, meno che meno i loro occhi tra un battito di ciglio e l’altro, pochi secondi passati, che basterebbero a dirsi tanto. Qui, queste persone uomini e donne che vogliamo vedere come “ragazzi” vogliono parlarti, senza riuscire ad articolare, vogliono una carezza e ti toccano, ho dato la mano ad uno di loro e dopo la terza volta mi sono reso conto che non era quello che intendevo io, ma lui voleva dirmi qualcosa con quel gesto, chissà cosa, ma credo che sia qualcosa. Poi c’è F. F. è una “ragazza”, ha i miei stessi anni, poco tempo fa stava morendo perché insieme alle tante sfortune che la vita gli ha dato, ad un certo punto c’era anche quella che non mangiava più; poi invece un po’ di scienza medica gli ha lasciato ancora la possibilità di dormire e svegliarsi un giorno dopo l’altro, si proprio quella cosa che noi consideriamo come ineluttabile, anzi non ci pensiamo proprio, a noi succede e basta. Ora è quasi allettata, si alza poco o niente e ogni giorno guarisce di qualche malattia, ma il giorno dopo gliene viene un’altra e chi gli vuole bene la accarezza, quando vedi quegli occhi azzurri che guardano speri che ti vedano, spero che hai visto anche i miei, la mia di carezza, tu che hai avuto solo questo dalla vita. Le suore di questo centro per anziani e disabili, qui e ovunque esse siano nel mondo, la spina dorsale da cui si regge e collega tutto, perché quando fino all’ultimo dei loro giorni hanno il sorriso nella loro giornata, vuol dire che sono forti, loro dicono che lo fanno nel nome di Dio, io che di questo ci capisco poco vedo delle persone magnifiche che non si stancano mai di stancarsi. Intanto che ero qui mi sono letto l’opuscolo dei cento anni di storia dell’Istituto S. nel 2013, dal fondatore Beato F.S., e ho letto ciò che volle scritto come sintesi sulla sua tomba, “nei più bisognosi ravviso Gesù Cristo”. Sono belle parole che a noi fanno conoscere in una frase il senso dell’operato di questo sacerdote in questo caso, ma quantunque ci sforziamo con l’immaginazione e il pensiero mai arriveremo a considerare e a comprendere cosa e come ha vissuto una persona che ha dedicato la sua vita agli altri, e come lui tanti altri e non solo religiosi. Certo che anche noi se vogliamo possiamo vivere in modo santo, la vita stessa cosi detta normale della maggior parte di noi è fatta di sacrifici per le persone a cui vogliamo bene, ma noi a loro diamo tanto sapendo che molto otterremo in cambio, che non è la stessa cosa di chi si dedica agli altri in modo unilaterale, sanno che potranno avere tanto indietro ma non cosà sarà. Ognuno di noi vive nel proprio piccolo mondo, che non è quello in cui si svolge la nostra vita reale, ma quello che c’è dentro di noi che ci può far star bene del nulla, e male quando hai tutto. Qui in questo posto di sofferenza allora non puoi aspettarti di vedere solo per forza dolore , e ce n’è tanto, di quello fisico portato avanti giorno per giorno per la sopravvivenza, insieme a briciole di serenità, frantumi di vita che si vogliono incollare assieme per godere del sole del “proprio piccolo mondo”. Oggi ho visto questo e sembra la solita retorica quello di dire che l’ho trascritto per fissarlo dentro di me e sperare di farlo vedere agli altri; lo so lo dicono in tanti e io come loro, siamo in molti che speriamo di poter dare agli altri, lo so che parlarne senza fare è egoista ma io come tanti ho ancora molti che dipendono solo da me e dalla mia famiglia, ma ci sarà un domani. Spero che “loro” il sole lo possano vedere veramente, di poterli un giorno accompagnare in una spiaggia assolata, che non sia solo nei miei pensieri, che possano avere “una giornata di sole”id="navy"> Gianfermo
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cchei
cchei
19/02/2007 11949
Inserito il 04/12/2012 alle: 12:08:22
quote:Risposta al messaggio di alexf inserito in data 04/12/2012  11:32:22 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Io per mia sorella pago una parte circa 1.300,00 al mese la restante quota la mette la regione la clinica è bellissima e pulitissima camere spaziose 3 posti letto..bagni impeccabili..spazio verde immenso e perfetto ben tenuto e ben curato..tanto perfetto e curato che non portano neanche fuori i ragazzi per non farlo rovinare e/o distruggere, vengono condotte fuori solo le persone in carrozzella.. E' dall "Alto" che dovrebbe arrivare il buon senso... quando vado fuori giorno (in genere vado la domenica mattina ) pure me lasciano fuori al cancello per lungo tempo...provate ad immaginare perchè[xx(] [IMG]http://i41.tinypic.com/iz54zd.gif[IMG]
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laroby 64
laroby 64
rating

14/01/2010 8270
Inserito il 04/12/2012 alle: 12:26:45
quote:Risposta al messaggio di cchei inserito in data 04/12/2012  12:08:22 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> [:(][:(][:(][:(][:(][:(] "Sì viaggiare, evitando le buche più dure.."
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