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Decimo Massimo
Decimo Massimo
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21/10/2010 4138
Inserito il 02/04/2013 alle: 17:47:09
Era da un po’ che avevo voglia di scrivere di questa città in cui, una ventina di anni fa, più o meno, ho vissuto per 12 lunghissimi e brevissimi mesi. Era la metà degli anni ’90. Arrivavo il lunedì mattina dall’aeroporto di Linate (qualche volta la domenica sera) a Fiumicino e ripartivo il venerdì sera. Talvolta, complici problemi meteo su Milano (nebbia) o agitazioni del personale di terra e/o di volo (Alitalia), restavo anche per il week end. La malinconia per non poter rientrare in famiglia era mitigata da quello che Roma mi offriva. Alloggiavo in Viale della Conciliazione. “Checcefrega Decimo?”. Sì, in effetti avete ragione… smettete pure di leggere tanto questo non è un racconto da ridere. E’ un mio personale e piccolo tributo a una città che ho amato e odiato e che ancora oggi amo e odio. Una città che mi ha adottato per un anno, che mi ha trattato bene e che mi ha fatto *********male. Credo di averla fatta in@a77are anche io ma quando ci siamo salutati quel 28 dicembre di tanti anni fa eravamo entrambi tristi. Ci tornai ancora molto spesso negli anni successivi ma, purtroppo e per fortuna, andavo e venivo in giornata… raramente mi sono fermato un paio di notti e, quando l’ho fatto, ripartire era un po’ più difficile perché Roma è una Mignotta fija de na mignotta. E’ sensuale e sessuale allo stesso tempo. E’ una città che “ti scopa” ma è anche una città che fa “l’amore” con te. E’ unica, piena di contraddizioni, la peggiore che abbia mai visto e insieme la più bella di tutte quelle che ho visto e vedrò. Ci sono tante ‘Rome’… credo che il numero sia infinito come è infinito il traffico sul raccordo anulare. Io ne ho viste alcune. Le ho ‘viste’ ascoltando le parole di chi ho incontrato… ognuno mi ha dipinto la ‘sua’ Roma. Io, però, ho la mia. Ho preso tanti taxi da Fiumicino e per Fiumicino e tanti ne ho presi a Roma per andare… a Roma! Sì perché Roma è tanta. Andare da Via della Conciliazione alla zona di Forte Boccea è un ‘viaggio’. Ed è stato un Tassinaro a svelarmi il segreto per provare a conoscerla… “A Dottò nun ce provi… a cartina è mejo se sa a fuma… se deve perde pe conosce Roma”. In effetti fu il miglior consiglio che ricevetti ma in quel momento da ‘milanese’ sorrisi e pensai… “Come no. Le cartine delle città le producono per passione.” Dopo un paio di giorni misi in pratica il consiglio del Tassinaro. Me ne stavo come un pirla con la cartina in mano cercando in tutti i modi di far coincidere ciò che mi mostrava con quello che vedevo. Avete presente quando ‘girate’ la piantina tra le mani nel disperato tentativo di capire non tanto dove dovete andare ma dove siete? Ecco… uguale. Roma è’ lunga e larga e se sei di Roma rischi di perderti. Se non sei di Roma ti perdi di sicuro. Però ti ritrovi sempre. Roma ha un fiume e quello ti aiuta parecchio. La cartina la buttai quando, pensando di essere nel ‘settore’ D5 scoprii, da informazioni ricevute da una gentilissima ragazza americana, che mi trovavo nel ‘settore’ H1. La piantina non aveva colpe se i suoi quadranti non erano di mio gradimento ma non potevo buttar via i miei neuroni. Di solito smettevo di lavorare intorno alle 17.00 ma due giorni a settimana smettevo alle 13.00. A volte tornavo in residence a lavorare per il giorno dopo, altre volte ci tornavo solo per cambiarmi e poi andavo a perdermi a piedi per Borgo Pio… uno spettacolo di botteghe di cornici (si sentiva odore di legno, colla e smalti a distanza di metri), negozietti di articoli sacri artigianali, di sartorie per religiosi, di piccole macellerie e di piccoli bar con due sgabelli di tipo diverso appoggiati a muri antichi. E poi i gatti… ma quanti gatti ci sono a Borgo Pio. Poi entravo nello Stato della Città del Vaticano. Ho visto piazza San Pietro in tutte le stagioni e in tutte le stagioni è bellissima ma alle due di notte, a dicembre, con l’abete donato da qualche stato nord europeo non ha eguali. Polizia, Carabinieri, Agenti in borghese e pochissimi passanti… sembrava un presepe moderno. Foto ne ho fatte poche ma i ricordi sono ancora nitidi. Non saranno digitali ma se riuscissi a rendere a parole quello che ho visto li potrei osservare in 3d senza occhiali. Se non ero troppo stanco andavo a Castel Sant’Angelo. I lampioni con la luce gialla ti permettevano di immaginare come poteva essere quella zona una secolo o due prima. ‘Gente’ con la spada, ‘gente’ in carrozza, ‘gente’ in catene. Per un milanese della mia età era difficile vedere Roma e non ‘sentire’ in sottofondo l’Albertone Marchese del Grillo e il suo vocione oppure la ‘Sora Lella’ o, meglio ancora, immaginare il faccione da rospo in amore di Aldone ‘Big Mountain’ Fabrizi. A me prendeva così. All’inizio mi sembravano stereotopi di cui liberarsi ma poi compresi che se quei visi e quelle voci mi avevano raccontato Roma in quel modo qualcosa di vero doveva pur esserci. Non cercavo di visitare la Roma turistica e in questo modo ho scoperto una Roma ‘nascosta’. Ho scoperto piazzette mozzafiato incastonate in un cerchio di case antiche, fontane e panchine in pietra sbeccate che non saprei mai più ritrovare perché ci giungevo da ‘lost in Roma’. Me le gustavo, mi gustavo i giardini, le aiuole, i cancelli e i portoni. A volte il freddo della notte mi cacciava e altre volte il tepore delle notti di primavera mi faceva quasi appisolare sulla pietra come fossi un senza tetto. Ho incontrato Poliziotti che fermavano la ‘volante’, puntavano il faro e uno mi chiedeva i documenti mentre l’altro lo copriva. Due domande, una battuta, qualche volta una sigaretta e una chiacchiera più lunga e poi ognuno per la sua strada con la sola differenza che loro sapevano dove andare mentre io non sapevo neppure dove mi trovavo. Ho incontrato mignotte curiose, gentili e annoiate. Loro erano lì per lavoro, io per ****eggio. Le due cose non necessariamente erano in conflitto e quindi qualche chiacchiera poteva anche scapparci ma… come dire… loro erano molto brave a mettere in mostra la ‘merce’ e io un potenziale cliente portato allo ‘sciopping’ compulsivo per cui non mi sono mai fermato più di tanto. Roma ti cambia le abitudini, riallinea le priorità dei tuoi bisogni primari e le forgia a sua immagine e somiglianza. O fai come ti dice lei o ti rende la vita impossibile. Ho visto la Roma del ‘romano’ (pochi) che odia la sua città ma non vivrebbe da nessuna altra parte. Ho visto la Roma del romano/abruzzese (tanti) che ama la sua città ma se potesse andrebbe altrove. Dove ti giri trovi e vedi una Roma diversa da quella del giorno prima perché quella strada che ieri era aperta la traffico oggi è chiusa… come mai? “Lavori Dottò… stanno a lavorà.” In effetti vedi i cartelli ‘lavori in corso’ ma non vedi nessuno che lavora… “Hanno messi i cartelli Dottò… domani iniziano a lavorà.” Il giorno dopo i cartelli non ci sono più e non si è visto nemmeno chi doveva lavorare ma… forse hanno lavorato di notte. E’ l’unica città al mondo che ha le corsie per gli scooter… non sono segnate dalle strisce stradali ma la vedi perché, a cavallo tra una corsia e l’altra viaggiano gli scooter. Di solito sono in fila per due per ogni senso di marcia. A Roma la precedenza non te la danno… te la prendi. Un Tassinaro mi ha svelato come, secondo lui, ci si muove a Roma; sia che uno viaggi in auto, in scooter o a piedi… “Dottò, nun deve aspettà che qualcuno la faccia passà… nun deve fà ggesti… nun deve proprio guardà… passi e bbasta. Si vedono che guarda prima de attraversà ‘sti fij de ********** nun se fermano… se gguarda da nartra parte vada sicuro Dottò… frenano!” Un’altra cosa che per me fu una sorpresa erano gli orari per andare a cena. Le prime sere uscivo dall’appartamento verso le 19.30… avevo alcuni ristoranti che mi erano stati segnalati da colleghi di Roma nelle vicinanze in modo che potessi andarci a piedi. Questi colleghi non mi avevano però avvertito che nei ristoranti di Roma alle 19.00/19.30 cenano i cuochi e i camerieri… i clienti non si vedono prima delle 21.00. Inevitabili le figure da Pirla… io entravo e vedevo la tavolata del personale… i cuochi con pantaloni e magliette bianche e i camerieri con pantaloni neri e camice bianche… all’inizio non capivo ma dopo un paio di ‘entrate trionfali’ mi fu spiegato che sebbene aperti, i primi clienti arrivavano verso le 21.00… “A Dottò… se però lei è Inglese o Amerigano se po ssedè.” “No, sono milanese ma… ripasso più tardi.” “Milanese? Allora venga Dottò… Inglese o Amerigano o milanese… va bbene.” Erano gentili ma si vedeva che mi prendevano per il ****. Quanti ricordi che ancora adesso mentre scrivo si risvegliano e tornano alla memoria… come quella notte che fui svegliato di soprassalto da colpi alla porta. Era la polizia che era stata chiamata dagli altri inquilini spaventati… mi chiesero se andava tutto bene, se ero solo in casa e se potevano dare un’occhiata. Io, mezzo addormentato, non capivo bene cosa cercassero ma risposi… “Sì per tutte e tre le domande… però guardate che il sequestro Moro si è concluso tragicamente e anche da un bel pezzo…” Non parvero gradire la battuta… uno rimase con me e l’altro ispezionò la casa. Arrivato in cucina gli scappò un… “Ma che *********è successo qui?!”. Il collega che era rimasto con me mi fissò e fece istintivamente un passo verso di me che in boxer e maglietta dei L.A. Raiders cercavo di capire a cosa si riferisse il poliziotto. Mi diressi verso la cucina. Quando fui sulla porta rimasi un pelino interdetto… un’intera parete di costose piastrelle che rivestivano la cucina era crollata al suolo. Immagino quale potesse essere stato il frastuono… ecco perché i vicini avevano avuto paura! Se avessi potuto fotografare l’espressione dipinta sui visi dei due poliziotti avrei vinto il Pulitzer e non starei qui a sparare @******* su COL ma vi assicuro che erano entrambi stupefatti. Credo che abbiano avuto la tentazione di arrestarmi per ‘capirne di più’ ma quello fu solo il pensiero di un attimo… non perché erano buoni ma perché sono convinto che non erano certi che portarmi in questura sarebbe stata una buona idea. Mi giustificai dicendo che, per via della strada che passava sotto la finestra della camera da letto, dormivo con i tappi alle orecchie. In realtà io non avevo i tappi ma non ho sentito niente. Non mi credettero ma giunsero alla conclusione che forse era meglio fare i finti tonti. Se ne andarono scusandosi per il disturbo e lasciandomi tra le macerie di una cucina semi demolita. Presi un pennarello nero punta grossa e scrissi sulle piastrelle della parete opposta un messaggio per la signora delle pulizie che sarebbe venuta la mattina successiva. Cominciava così… “Se leggerà questo messaggio vuol dire che queste piastrelle sono più fortunate delle loro consorelle che ERANO ‘appese’ all’altra parete…” In quei dodici mesi incontrai tanta Roma. Imparai che per fare le cose esiste anche un ‘modo romano’. E’ un metodo che viene tramandato per tradizione orale e che, proprio perché ‘verba volant’, è facilmente adattabile e adottabile. Ho conosciuto la Roma ostaggio dei pullman di turisti… centinaia e centinaia, ostaggio dei boiardi di stato le cui scorte li portavano dal posto ‘X’ al posto ‘Y’ con stridore di gomme, ululati di sirene e sbracciamenti di palette per fermare il traffico. La Roma ostaggio delle manifestazioni, della maratona, delle commemorazioni, degli stormi di storni che a migliaia ‘disegnano’ il cielo e a migliaia, sca****ando, ‘disegnano’ tutto quello che gli capita a tiro. Roma… ostaggio dei romani. O forse è Roma che tiene in ostaggio chi ci vive e chi ci va… non l’ho capito ma non è importante. Me ne andai, come dicevo, il 28 dicembre in taxi… direzione Fiumicino. La mia missione era terminata. Avrei preso un aereo Alitalia che mi riportava a Milano. Dissi al Tassinaro che quella per me sarebbe stata l’ultima volta. Lui mi guardò dallo specchietto retrovisore della sua Regata diesel che vibrava sul pavè romano come avrebbe vibrato sulla pista di Monza (A Dottò… nun cè sta un *******da fà… le Regate… vibbrano) i nostri sguardi si incontrarono poi lui tornò a guardare la strada. Ebbi la sensazione che cercasse di capire se la mia affermazione era di sollievo o di rammarico poi immagino che comprese che era intrisa di entrambi questi stati d’animo e mi rispose… “A Dottò… oramai è ttardi… nun se preoccupi… in un modo o nell’altro je resterà na cicatrice indelebbile”. Atterrai a Linate alle 19.00. Pensai alla cena che mi aspettava dai miei… “Si torna alle vecchie e sane abitudini…” ma non ne ero tanto convinto. Avevo preso l’abitudine di cenare tardi. Alle 22.00, appena rientrato a casa mia, accusai un leggero malessere. Alle 23.00 facevo il mio trionfale ingresso in un ospedale milanese dove un mio caro amico lavorava come chirurgo… “Vedrai che sarà una @******…” mi disse al telefono… “Vieni che ti do un’occhiata.” La @*******si risolse con un intervento d’urgenza di appendicectomia 27 secondi prima che si trasformasse in una peritonite. Il chirurgo che lo assisteva nell’intervento quando estrasse un ascesso delle dimensioni di un’arancia gli disse… “Questo è quello che ti aspetti di trovare quando apri la pancia di un vecchio squalo… mancano solo vecchie lattine arrugginite.” Alle 07.00 del mattino successivo telefonai ai miei… “Ciao Mà, sono in ospedale, Marco mi ha operato di appendicite. Visto che ti telefono vuol dire che tutto è andato bene.” I miei pensarono a uno scherzo. Alla terza telefonata riuscii a convincerli a portarmi il pigiama. Quella sera mentre sorseggiavo un the alla nerda pensai ai ragazzi del Matriciano… poi mi vennero in mente quelli di Checco er carrettiere e poi tutti gli altri che avevano contribuito alla formazione dell’ascesso… “Sti gran fij de na mignotta…” pensai sorridendo. Pensai anche al Tassinaro. Aveva ragione. Roma mi ha lasciato delle ‘cicatrici’ indelebili. In un modo e nell’altro.
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Segretario
Segretario
15/04/2008 946
Inserito il 02/04/2013 alle: 18:53:01
Te sei ammalato pure tu [:D] che sei "lumbard" e vivi tra quelli che corrono da mattina a sera... e pure quanno dormeno...[:D] è 'na malattia che però nun c'ha effetti collaterali, a parte il rimpianto de nun esse presente... me dispiace pe te...[:D] detto da uno che a Castel S.Angelo c'è nato, nun ce abita più e nun ce vorrebbe ritornà perchè ormai quello che era fino a prima che ce sei stato tu nun c'è più...[:(] m'accontento de annacce a passeggià a lungo a lungo [;)] specie quanno l'invasori se ne vanno...[;)] da Romano ( quindi de parte ) nun c'è nulla ar monno de mejo de Roma [;)]

Modificato da Segretario il 02/04/2013 alle 18:53:17
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teista
teista
05/04/2007 2769
Inserito il 02/04/2013 alle: 21:09:18
Grazie. Belle parole. Vorrei farti i complimenti per il tuo scritto. Se posso aggiungere una cosa direi che questa è una città che accoglie tutti, abbraccia tutti. I romani sono caciaroni, strafottenti, chiassosi, menefreghisti però se possono aiutano tutti e sono aperti con tutti. Perdonate/teci i ns difetti che se ci conoscete meglio alla fine ci amate.[:)] P.S. Vorrei mettere questo filmato per far capire meglio[:D][:D]:

http://youtu.be/sl9Ew50T2A0

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elefantin
elefantin
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12/11/2006 10131
Inserito il 02/04/2013 alle: 22:49:27
a DECIMO....te sarvi solo perche' de tutte ste frasi de Roma , so rimasto mbambolato... ma mme domando e dico , che ce venivi a ffa' a FORTE BOCCEA ? e come te sei permesso uomo indegno a venicce senza chiederme er consenso ? aaaaa coso... forse nun c'ho sapevi , ma io a sta zona c'e' so nnato e da sempre bazzicato ... ciao !! eliomdiroma
umma gamma
umma gamma
-
Inserito il 02/04/2013 alle: 22:51:18
Uno scritto da incorniciare quello di Decimo Massimo..(come tanti).. È proprio vero ..questa città la odiamo/amiamo e non potremmo mai vivere in un altro posto.. nemmeno lontanamente paragonabile con Parigi, Berlino, Londra New York..ecc...
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elefantin
elefantin
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12/11/2006 10131
Inserito il 02/04/2013 alle: 23:04:30
ciao !! eliomdiroma
15
laroby 64
laroby 64
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14/01/2010 8270
Inserito il 03/04/2013 alle: 00:49:51
quote:Risposta al messaggio di umma gamma inserito in data 02/04/2013  22:51:18 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> 'A Waltere...prima famme conosce New York, Parigi Tokio ecc poi te lo so dì...va bbene?[:D] "Sì viaggiare, evitando le buche più dure.."
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Yuma-58
Yuma-58
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14/12/2009 33145
Inserito il 03/04/2013 alle: 08:27:16
Roma... si... na vorta... oggi nun se ne pò +.. Oggi è diventata multietnica e a volte te chiedi, ma n'do sto ? na vorta era na vorta mo nun è ++++++++++++[:(] Mi nonna parlava er dialetto romanesco mischiato al latino, oggi pe trovà quarcuno che lo parla, lo devi da cerca cor lanternino... BUONA GIORNATA Il bello e il cattivo tempo, non dura tutto il tempo
12
Viaggincamper
Viaggincamper
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06/02/2013 3623
Inserito il 03/04/2013 alle: 08:32:28
Buongiorno a tutti mica per contraddire. Roma è una bella città (non si può mettere in dubbio) Io ci ho vissuto 25 anni ed il mio più grande sogno era andarmenne. Me ne sono andato e a viverci non ci torno più, casomai un weekend si e uno no: zona stadio olimpico. E vai Totti, facce sognà !! [:)]
21
giado
giado
02/07/2004 541
Inserito il 03/04/2013 alle: 09:56:31
bella e maledetta per i suoi figli, temibile da affrontare per i forestieri. Puoi vedere tutte le meraviglie del mondo ma al rientro, c'è sempre un ma. A noi romani per stupirci ce ne vuole. Puoi rientrare per ogni via e con ogni mezzo ma quando la vedi dall'alto o la vedi affacciarsi dall'autostrada non puoi non emozionarti. Gianni
16
Yuma-58
Yuma-58
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14/12/2009 33145
Inserito il 03/04/2013 alle: 14:05:04
quote:Risposta al messaggio di Viaggincamper inserito in data 03/04/2013  08:32:28 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Di fronte al teatro olimpico (p.zza gentile da fabriano) ci ho vissuto 15 anni... Il bello e il cattivo tempo, non dura tutto il tempo
12
Viaggincamper
Viaggincamper
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06/02/2013 3623
Inserito il 03/04/2013 alle: 14:13:26
quote:Risposta al messaggio di Yuma-58 inserito in data 03/04/2013  14:05:04 (

Visualizza messaggio in nuova finestra

)
>
> Ciao caro parlavo proprio dell'olimpico, curva sud. (Gialla come er sole, rossa come er core mio! Unico Grande Amore - Brrrr che brivido!!)

http://www.youtube.com/watch?v=...

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elefantin
elefantin
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12/11/2006 10131
Inserito il 03/04/2013 alle: 14:15:42
ME FATE DI' NA PREGHIERA ? http://www.youtube.com/watch?v=B9t9GPdGoz8&feature=player_detailpage ciao !! eliomdiroma
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Decimo Massimo
Decimo Massimo
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21/10/2010 4138
Inserito il 03/04/2013 alle: 16:57:18
'Sti romani... mai contenti![:D] [:)]
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poesiadAmore
poesiadAmore
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14/09/2010 8274
Inserito il 03/04/2013 alle: 18:26:05
Bellissimo racconto, fa sorridere ma ti ci ritrovi dentro con le tue esperienze simili anche se in contesti diversi. La mia prima volta a Roma ha rappresentato la libertà. Sarà perchè era la prima grossa città che vivevo, sarà perchè ti puoi sentire libero di fare un po' come ti pare...il traffico in ogni direzione segnava solo il confluire della vita e non l'obbligo di incanalarti. Poi nel tempo ho potuto viverla con maggiore pienezza, i suoi mercatini, i cappuccini con cornetto, le chiacchiere per fare la spesa. Roma è unica...meglio è l'unica città in cui viene un temporale anche il 31 dicembre [:D] Al concerto di Venditti qualche anno fa ci siamo presi una lavata indimenticabile, eravamo completamente fradici quando al rietro in camper sentivamo le note del concerto che è iniziato subito dopo la fine del temporale. [:D][:D][:D][}:)]
umma gamma
umma gamma
-
Inserito il 03/04/2013 alle: 20:51:49
quote:Risposta al messaggio di laroby 64 inserito in data 03/04/2013  00:49:51 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Te devi da fida'..[8D][:X]
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Regoleo
Regoleo
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28/08/2008 2614
Inserito il 04/04/2013 alle: 09:21:49
Ecco la prova... ...che non si dipinge solo con i pennelli. [:)] www.regoleo.altervista.org
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Viaggincamper
Viaggincamper
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06/02/2013 3623
Inserito il 04/04/2013 alle: 10:06:34
Io avrei detto anche: tadadattà = ti devi adattare! [:)]
quote:Risposta al messaggio di umma gamma inserito in data 03/04/2013  20:51:49 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
>
umma gamma
umma gamma
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Inserito il 04/04/2013 alle: 12:20:58
quote:Risposta al messaggio di Viaggincamper inserito in data 04/04/2013  10:06:34 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> So' nato a Tormarancia..(Shangai).. e li parenti mia parlavano er romanesco..poi nel corso dell'anni la lingua del Trilussa e' cambiata na' cifra..quarcosa e' rimasto de genuino aa Garbatella e Primavalle..ma tra quelli che mo' cianno più de 80 anni...quelli che noi piccoli glie davamo der Voi..[:)]

Modificato da umma gamma il 04/04/2013 alle 12:22:01
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giado
giado
02/07/2004 541
Inserito il 04/04/2013 alle: 14:17:13
quote:Risposta al messaggio di poesiadAmore inserito in data 03/04/2013  18:26:05 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> quella sera ai fori imperiali c'ero anch'io, ombrello sulla testa, boccia in saccoccia e niente camper perchè giocavo in casa. Quel temporale è stato davvero eccezionale e ce lo siamo preso tutto. Quella sera però è stata indimenticabile non per la pioggia e neanche per Venditti che ha iniziato il suo concerto dopo che è spiovuto e ce ne eravamo andati tutti (cci sua!) ma per un posto scoperto per caso. Cercando un riparo dalla pioggia ci siamo infilati in un portone all'inizio di via cavour nel quale abbiamo scoperto un cortile fantastico con un chiostro pieno di statue mai viste prima. Ecco questa è Roma. 50 anni e la consapevolezza di non aver visto ancora niente. Aveva ragione il tassista la mappa non serve pe conosce Roma te ce devi perde [:)][:)][:)] Gianni

Modificato da giado il 04/04/2013 alle 14:19:07
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Roberto66
Roberto66
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19/10/2003 22556
Inserito il 04/04/2013 alle: 19:01:13
Forse non e' il posto giusto dove scrivero ma io Roma l' ho vista per la prima e unica (non intesa come ultima) nel 2006 , inaugurazione del camperozzo nuovo. Cosa mi ha stupito: il traffico non e' poi cosi diverso da quello di Milano , il Colosseo lo facevo piu' grande [:D][:D]. Ovviamente tutto il resto mi e' piaciuto[:)] Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. (Dalai Lama)
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