quote:Risposta al messaggio di Giovanni inserito in data 26/03/2012 15:49:59 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Sei certo che le associazioni ambientaliste maggiori, in europa, siano contrarie alla TAV ? Non parlo delle sottosezioni dietro casa mia ...
quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 26/03/2012 16:12:55 Sei certo che le associazioni ambientaliste maggiori, in europa, siano contrarie alla TAV ? Non parlo delle sottosezioni dietro casa mia ... >> Ovviamente parlo di casa nostra. Dalle immagini penose che vedo in televisione. Per esempio, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli abitanti della zona, non i cento/duecento oriundi che sfilano assieme agli esterni ideologicamente inquadrati (questi parecchi), ma di tutta la popolazione. Insomma, parlo della c.d. maggioranza silenziosa. Giovanni
quote:Risposta al messaggio di Giovanni inserito in data 26/03/2012 16:24:58 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Io vivo nella valle e però cerco di commentare sempre in modo "distaccato" causa un personale coinvolgimento nelle vicende dal lato istituzionale. Nella bassa valle la tendenza della popolazione è chiara vista la forte incidenza delle liste notav nei comuni maggiormente coinvolti. Certo complice anche il fatto che le liste classiche non si son fatte amare anche per altri motivi. E secondo me con le prossime elezioni la tendenza non cambierà. Non solo, i numeri valsusini per le liste notav potrebbero aver tolto alla sx i voti decisivi favorevoli alla vittoria della dx in Regione, anche se a dire il vero, con la possibilità di dare un voto disgiunto presidente-lista, questo non è del tutto provato. Questione diversa invece è l'alta valle, generalmente favorevole all'opera. Certo, gli episodi degli ultimi due o tre mesi non hanno avuto una amorevole accoglienza anche in bassa valle, dove i malumori non sono mancati nei confronti di certi eccessi. malumori presenti anche tra molti manifestanti, anche se non palesemente espressi.
quote:Risposta al messaggio di beppe64 inserito in data 26/03/2012 14:21:40 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Posso solo dire: "meno male che gli ambientalisti non esistevano ai tempi degli antichi romani"! Se fossero esistiti oggi non avremmo nessuna strada. Se si desse retta agli ambientalisti saremmo ancora nel medio evo. Gli ambientalisti sono sempre "contro" non importa se si muore affogati nello smog di una autostrada diventata insufficiente. L'importante non allargarla o non costruirne una nuova e migliore! Cosa ce ne frega se per andare da A a B ci si impiega 15 minuti di meno e nel contempo si libera una linea SOTTOUTILIZZATA solo nelle teste degli ambientalisti. Un tempo per fare in treno Catania-Siracusa (leggasi "Ferrovie della Sicilia Sud orientali" di Muscolino dove sono riportati tabelle storiche degli orari e velocità dei treni) ci volevano 8 ore. A forza di "15 minuti" alla volta oggi un treno impiega da 2 ore e 45 munti a 3 ore e mezzo! Se si desse retta agli ecologisti tutto sarebbe FERMO. Niente strade-autostrade Niente ferrovie Niente aeroporti Questo è causa della RECESSIONE. Il non fare nulla crea recessione! E ci isola dal resto del mondo. La Svizzera sta premendo perché la TAV non passi dall'Italia. Spera vivamente di poter fare il condotto attraverso il proprio Paese per non restare isolata! Assurdo prendere ad esempio un Paese messo molto peggio di noi destinato a fare la fine della Grecia (nota per la sua arretratezza strutturale e mentale).
quote:Risposta al messaggio di Giovanni inserito in data 27/03/2012 09:49:32 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Generalizziamo un attimo la discussione senza soffermarci sullo specifico della questione. Il vantaggio che hanno paesi come la Svezia, ma anche Germania o Francia, è un'ampia disposizione di spazi. Noi per motivi storici, geologici, topografici abbiamo una scarsità di terreni adatti ad abitare e sicuri per fare passare infrastrutture o mettere impianti industriali, e spesso questi terreni sono anche i migliori terreni agricoli d'Europa. Non solo, è indubbio che il numero e la densità di siti di interesse storico, paesaggistico e naturalistico da noi è assai superiore. E' indubbio che una infrastruttura in Italia ha un impatto ambientale assai maggiore che in altre nazioni. Nota bene, l'impatto ambientale non lo abbiamo inventato noi ma proprio i paesi di matrice anglosassone, e loro sono i primi a tutelare i siti di maggiore interesse. Non vorrei mai che si confondesse la famigerata sindrome ninmby con la necessità di tutelare non solo gli elementi di interesse, ma anche il suolo agricolo stesso. Viaggiando ad esempio, senza andare lontano, nella provincia granda, è davvero uno strazio vedere come i suoli più fertili d'europa con un degli agroalimentari più famosi e redditizi del mondo consumati sempre più da capannoni e nuove e spesso ridondanti infrastrutture viarie. Uno dei valori che in un paese come l'Italia va difeso è il suolo di per se stesso, e limitarne l'occupazione antropica. Ad esempio la costruzione di nuovi capannoni, in una epoca di deindustrializzazione, è veramente assurda, quando vi sono immense volumetrie abbandonate su terreni spesso già compromessi da contaminazioni di fatto difficilmente reversibili. Così come le nuove edificazioni civili spesso sono inutili se si pensano ai volumi già presenti e disabitati. Facile poi ridurre il tutto alla difesa di un singolo albero; la difesa del territorio e dell'ambiente è una questione molto più complessa e dovrebbe essere vissuta più seriamente da parte di tutti. Compresi i comuni valsusini che da una parte combattano la TAV e dall'altra occupano ogni parte del territorio di casette, spesso poi invendute o disabitate. Questo a prescindere dalla questione TAV, che è tutt'altra faccenda.
quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 27/03/2012 10:28:41 Compresi i comuni valsusini che da una parte combattano la TAV e dall'altra occupano ogni parte del territorio di casette, spesso poi invendute o disabitate. >> E senza considerare che l'opera (la TAV) alla fine dei lavori sull'ambiente circostante non avrà impatto ambientale perché, da quel che mi risulta, sarà praticamente tutta in GALLERIA. Avranno disagi per il periodo della apertura dei cantieri, poi l'opera sarà quanto di più discreto possa esserci!
quote:Risposta al messaggio di Prof. Antonio Calosci inserito in data 27/03/2012 10:52:13 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>>
quote:non avrà impatto ambientale>> Conoscendo bene i progetti io con una affermazione simile ci andrei piano. Il problema non è la sussistenza o meno di un impatto ambientale, ma la compatibilità di tale impatto col territorio, o la possibilità o meno di renderlo tale. I toni sono già esacerbati da noi, se si parte con simili affermazioni molto fondamentaliste, lo scontro invece che affievolirsi o normalizzarsi si acuisce sempre di più. Evitare un simile approccio è il punto primo per affrontare seriamente la questione; Svizzera, Germania, Svezia fanno le opere e le fanno bene proprio perché questo impatto lo conoscono e lo valutano correttamente. E' un metodo di approccio prima di tutto culturale che da noi malgrado le mille leggi stenta ad essere compreso, e se non viene vissuto poi diventa solo produzione inutile di carta e burocrazia. E proprio la mancanza di questo tipo di cultura, oltretutto, che crea le due opposte posizioni fondamentaliste, ovvero quelle del tutto e quelle del niente.
quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 27/03/2012 11:04:30 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Le tue parole sono piene di buon senso. Ovviamente io non posso conoscere il progetto nel dettaglio e quindi le mie affermazioni non possono che essere superficiali. Cio non toglie che l'opera, una volta terminata, dovrebbe (usiamo il condizionale) essere ad impatto ambientale nullo o quasi. D'altronde anche mettere in moto l'automobile non è mai ad impatto ambientale zero! Credo che l'impatto sulle popolazioni potrà essersi nella fase concernente i lavori di scavo, ma terminati gli stessi tutto dovrebbe tornare alla normalità. Sul fatto che da noi tutto diventa burocrazia non posso che condividere. Parimenti, per paura di burocrazia, infiltrazioni mafiose, tangenti ed altre amenità, non si può sempre dire no a tutto e cadere nell'immobilismo che paralizzandoci ci porterà sempre più verso il terzo mondo. Le grandi opere infrastrutturali sono sempre state promotrici di progresso economico e culturale. Pensiamo se a cavallo tra 800 e 900 non fosse stato costruito il traforo del Sempione o altre opere simili in che stato di arretratezza oggi l'Italia potrebbe trovarsi! Vogliamo far la fine della Grecia dove tutto è fermo a 200 anni fa? Meno male che a quei tempi non esistevano né NO-TAV né gli ecologisti! E poi... mio sospetto non dimostrato. Non è che dietro a tutte queste proteste ci saranno i magnati del petrolio che vedrebbero diminuire i loro introiti a causa di un maggio uso della rotaia per merci e passeggeri?
Opalio Massimo quote:Risposta al messaggio di Giovanni inserito in data 27/03/2012 13:39:12 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Questa parte la conosco meno (quella delle sagome del frejus attuale) ma confermo l'inadeguatezza della sagoma del tunnel attuale. Lavori seri di ribassamento necessiterebbero di tempi paragonabili alla realizzazione del tunnel di base.