quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 28/03/2012 10:49:53 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Veramente se do un'occhiata alla carta geologica la montagna mi sembra proprio la stessa, anche perchè la distanza fra i due trafori è solo di pochi km.
quote:Risposta al messaggio di Prof. Antonio Calosci inserito in data 28/03/2012 15:26:22 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Le compensazioni sono un oggetto allo stesso tempo interessante e pericoloso. Io ritengo che denari a pioggia non servano a nulla ma ci vorrebbe una attenta pianificazione degli interventi, non vorrei mai che i soldi andassero agli enti e di qui a pochi noti senza nessuna ricaduta; di bocciofile in valle ce ne sono a sufficienza, quelle fatte con l'A32 sono ancora efficientissime. Certo l'idea di Giorgio non è male, una zona franca... Al momento non ci sono stati espropri ma occupazioni temporanee di urgenza (alla Maddalena sono necessari, anzi, indispensabili ulteriori sondaggi che senza le recinzioni non sarebbe stato possibile eseguire), questo perché non esiste ancora nessun progetto esecutivo, ed è per questo che non ci sono stati risarcimenti. Sulle olimpiadi meglio stendere un velo pietoso. Sulle imprese in odore di mafia servono leggi nuove, servono continuamente leggi nuove, perché fatta la legge trovato l'inganno, e quindi ci vuole un continuo aggiornamento nella lotta tra guardie e ladri. Questo non solo per il discorso NO/SI Tav, ma per qualsiasi cosa che deve essere fatta nel nostro paese.
Opalio Massimo quote:Risposta al messaggio di butch inserito in data 28/03/2012 15:38:12 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Il tunnel del frejus attraversa perlopiù formazioni carbonatiche triassiche; in particolare sfrutta degli strati di carbonati misti ad anidriti per un lungo tratto; un contesto non molto diverso da quello dolomitico. Il tunnel di base comincia con la formazione di calcescisti e ofioliti, e poi si ficca di brutto dentro il massiccio dell'ambin, dove trova sopratutto, nella parte italiana, formazioni di micascisti, gneiss, parascisti; non ricordo ammetto la parte francese, li si dovrebbero trovare rocce più simili a quelle del frejus. Dal punto di vista dell'impilamento delle falde alpine pur non essendo distanti, i contesti non sono analoghi almeno nel lato italiano. Le rocce oggetto di discussioni sono le ofioliti e il basamento dell'Ambin (o Brianzonese che dir si voglia), assenti nel tunnel del frejus.
quote:Risposta al messaggio di masso126 inserito in data 28/03/2012 15:45:48 anche i soldi per le pensioni in teoria dovevano essera stati stanziati da molto tempo ma non credo si trovino con facilità... >> Per i dipendenti di aziende non statali non so nulla. Per gli statali lo STATO i fondi per le pensioni (come quelli per la "buonuscita") non li mette da parte, ma li ha sempre usati per pagare pensioni e buonuscite man mano che vengono erogate. Chi lavora nello Stato non finanzia la propria pensione/buonuscita ma quella chi chi sta andando. È il motivo per il quale ad un dipendente statale non è consentito richiedere (e quindi ottenere) un anticipo sulla propria buonuscita!
quote: comunque visto che ci siamo, se costa quasi uguale costruitre una nuova linea o aggiornare quella esistente, alora perchè non aggiorniamo la vecchia linea? forse si mastica meno con laggiornamento? >> L'aggiornamento comporterebbe la chiusura per molto tempo del traforo del Frejus. Essendo a "canna" unica i lavori bloccherebbero il traffico su entrambi i binari (pari e dispari). Inoltre, il vecchio percorso, essendo in forte pendenza, per essere reso disponibile per il traffico merci pesante dovrebbe essere modificato tutto! Lavori del genere causerebbero gli stessi problemi alle popolazioni tra cantieri e quant'altro! La linea dovrebbe essere chiusa per molto tempo. Ecco le motivazioni che nulla hanno a che vedere con la tua dietrologia!
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Saluti Paoloquote:Risposta al messaggio di arcagia640 inserito in data 28/03/2012 18:09:27 qualcuno parla ancora di nucleare,ma non sono bastati due referendum,dove gli italiani hanno detto NO? >> UNO! Un solo referéndum ha detto no al nucleare! Quello di tanti anni fa non chiedeva in nessun suo punto di esprimersi a favore o contro il nucleare!
quote:Risposta al messaggio di Prof. Antonio Calosci inserito in data 28/03/2012 18:37:03 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> sei certo di quello che dici qui qualcuno la pensa in altro modo Il referendum abrogativo sul "nucleare" del 8-9 novembre 1987 L' 8-9 novembre 1987 si votò in Italia per cinque quesiti referendari: due sulla giustizia e tre sul nucleare. Qui si tratteranno solo i tre referendum relativi al nucleare. Ci sono alcuni motivi da tenere presente nel considerare l' istituto del referendum, che in occasione del cosiddetto "referendum sul nucleare" (o "referendum antinucleare") non è stato e non poteva essere "nucleare si, nucleare no". [1] Il primo motivo è che le uniche risposte possibili alle domande di un referendum sono “si” e “no”; non è possibile dare alternative, cioè fare una scelta diversa. Per esempio, se il referendum mi chiedesse se sono d’accordo ad eliminare (mettiamo) la camera dei deputati, io non potrei rispondere che non voglio la totale eliminazione, ma, supponiamo, semplicemente la riduzione del numero di deputati da 630 a 600; dovrei giocoforza scegliere tra la conservazione dello situazione attuale o la sua abolizione. Il secondo motivo è che il referendum è puramente abrogativo (vedi articolo 75 della Costituzione della Repubblica Italiana): cioè, può essere utilizzato soltanto per abolire una legge esistente, e non per proporre una legge nuova. La proposta di una nuova legge di iniziativa popolare può essere presentata se sottoscritta da almeno cinquantamila elettori (art. 71 e 72 della Costituzione), ma dovrà poi comunque seguire l’iter di qualunque altra proposta di legge, cioè essere esaminata da una commissione e poi dalle due camere ed approvata articolo per articolo. Il terzo motivo è che il referendum permette non solo l’abrogazione totale, ma anche quella parziale di una legge; ciò significa che di una legge composta di cento articoli è possibile abolirne magari uno solo, il che può rendere un’intera legge praticamente inapplicabile a causa di un solo articolo annullato. [2] Come detto, contemporaneamente si votò per tre referendum relativi al nucleare. Le tre domande che furono rivolte ai cittadini elettori italiani furono le seguenti (se ne riporta il senso, più che il contenuto esatto): Volete che venga abrogata la norma che consente al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di decidere sulla localizzazione delle centrali nel caso in cui gli enti locali non decidono entro tempi stabiliti? (la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante "la procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari, la determinazione delle aree suscettibili di insediamento", previste dal 13° comma dell'articolo unico legge 10/1/1983 n.8) Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone? (la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante "l'erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regioni sedi di centrali alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi", previsti dai commi 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 della citata legge) Volete che venga abrogata la norma che consente all’ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all'estero? (questa norma è contenuta in una legge molto più vecchia, e precisamente la N.856 del 1973, che modificava l’articolo 1 della legge istitutiva dell’ENEL). [3] Dunque, all' atto pratico, con le tre domande si domandava di cancellare alcune disposizioni di legge concepite per rendere più facili e rapidi gli insediamenti energetici: la prima era stata creata per evitare che il sindaco di un piccolo paese di duemila abitanti dove era previsto l’insediamento di una centrale nucleare potesse opporsi ad oltranza, mentre la seconda era la cosiddetta “monetizzazione del rischio” per i comuni che ospitavano impianti di produzione di energia (non necessariamente nucleari, ma anche a carbone). [4] Qui sotto sono riportati i risultati dei tre "referendum sul nucleare": in tutti e tre i casi vinse il SI all'abrogazione. 1- Referendum per l' abolizione della procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari Elettori 45.869.897 Votanti 29.862.376 % Votanti 65,1 Astenuti 16.007.521 % sugli Elettori 34,9 Voti Validi RISPOSTA AFFERMATIVA 20.984.110 % 80,6 RISPOSTA NEGATIVA 5.059.819 % 19,4 Totale 26.043.929 Voti non Validi Totale 3.818.447 % sui Votanti 12,8 Schede Bianche 2.536.648 % sui Votanti 8,5 2 - Referendum per l' abolizione dei contributi a regioni e comuni sedi di impianti elettronucleari Elettori 45.870.230 Votanti 29.871.570 % Votanti 65,1 Astenuti 15.998.660 % sugli Elettori 34,9 Voti Validi RISPOSTA AFFERMATIVA 20.618.624 % 79,7 RISPOSTA NEGATIVA 5.247.887 % 20,3 Totale 25.866.511 Voti non Validi Totale 4.005.059 % sui Votanti 13,4 Schede Bianche 2.654.572 % sui Votanti 8,9 3 - Referendum per l' abolizione della partecipazione dell' Enel alla realizzazione di impianti elettronucleari all'estero Elettori 45.849.287 Votanti 29.855.604 % Votanti 65,1 Astenuti 15.993.683 % sugli Elettori 34,5 Voti Validi RISPOSTA AFFERMATIVA 18.795.852 % 71,9 RISPOSTA NEGATIVA 7.361.666 % 28,1 Totale 26.157.518 Voti non Validi Totale 3.698.086 % sui Votanti 12,4 Schede Bianche 2.388.117 % sui Votanti 8,0 (fonte: "Ministero dell' Interno" - Dipartimento per gli Affari interni e territoriali - Direzione Centrale dei Servizi Elettorali ) [5] -- Tuttavia i referendum, così come erano stati formulati, non permisero agli italiani di esprimersi anche su un altro quesito: se permettere di comprare o meno energia elettrica prodotta da centrali nucleari all' estero. Ecco perchè ancora oggi l' Italia può comprare energia nucleare dalla Francia. Il Governo, considerati i risultati del referendum, procedette alla sospensione dei lavori della centrale di Trino 2 (Vercelli), alla chiusura della centrale di Latina, alla verifica della sicurezza delle centrali di Caorso (Piacenza) e di Trino 1 (Vercelli) e della fattibilità di riconversione della centrale di Montalto di Castro (Viterbo). -- Dunque con il referendum abrogativo del 1987 è stato "di fatto" sancito l'abbandono, da parte dell'Italia, del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico. In attuazione di detto referendum, infatti, nel 1988 il Governo italiano, in sede di approvazione del nuovo «Piano energetico nazionale», ha deliberato la moratoria nell'utilizzo del nucleare da fissione quale fonte energetica, lanciando nel contempo un programma per l'arresto, a breve, dell'assemblaggio di combustibile nucleareid="red">. Con detta procedura, si è pertanto posto il problema dello smantellamento delle centrali nucleari esistenti e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi derivanti dal funzionamento delle stesse. A questo problema hanno dato concretamente seguito, tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, varie delibere del CIPE, che hanno disposto la chiusura definitiva degli impianti interessati. Tra dette delibere, si segnalano in particolare quelle relative alle centrali di Trino Vercellese e Caorso (luglio 1990), che avevano già provveduto, peraltro, alla preventiva fermata degli impianti nel marzo del 1987. E in linea generale negli anni subito successivi (tra il 1987 e il 1995), ci si è preoccupati soprattutto di procedere alla definitiva ed effettiva chiusura degli impianti in esercizio. [5]
Opalio Massimo quote:Risposta al messaggio di masso126 inserito in data 28/03/2012 19:20:58 Volete che venga abrogata la norma che consente al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di decidere sulla localizzazione delle centrali nel caso in cui gli enti locali non decidono entro tempi stabiliti? (la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante "la procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari, la determinazione delle aree suscettibili di insediamento", previste dal 13° comma dell'articolo unico legge 10/1/1983 n.8) Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone? (la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante "l'erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regioni sedi di centrali alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi", previsti dai commi 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 della citata legge) Volete che venga abrogata la norma che consente all’ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all'estero? (questa norma è contenuta in una legge molto più vecchia, e precisamente la N.856 del 1973, che modificava l’articolo 1 della legge istitutiva dell’ENEL). >> Non solo continuo ad essere certo di quel che dico! Dovresti esserlo anche tu leggendo il testo dei referendum! Infatti... Nel primo referendum stabilì che il CIPE non poteva decidere da solo in presenza di ritardi da parte degli ENTI locali. DA NESSUNA PARTE è chiesto se si vuole abrogare una norma che AUTORIZZI (come nel referendum di un anno fa) la costruzione di nuove centrali nucleari e soprattutto non c'era nessuna DOMANDA atta ad imporre la chiusura di quelle esistenti! Nel secondo referendum viene ABROGATA la norma che dà compensi ai comuni che ospitano centrali nucleari e centrali carbone. DA NESSUNA PARTE è chiesto se si vuole abrogare una norma che AUTORIZZI (come nel referendum di un anno fa) la costruzione di nuove centrali nucleari e soprattutto non c'era nessuna DOMANDA atta ad imporre la chiusura di quelle esistenti! Chiusero le centrali nucleari esistenti, ma CONTINUARONO a costruire quelle a CARBONE (entrambe erano l'oggetto del referendum). Nel terzo si vietava di fatto all'ENEL di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e gestione di centrali nucleari all'estero. DA NESSUNA PARTE è chiesto se si vuole abrogare una norma che AUTORIZZI (come nel referendum di un anno fa) la costruzione di nuove centrali nucleari e soprattutto non c'era nessuna DOMANDA atta ad imporre la chiusura di quelle esistenti! Di fatto l'ENEL immediatamente FIGLIÒ delle società che NON ERANO ENEL e continuò imperterrita a costruire e gestire centrali nucleari all'estro come quella in SLOVENIA vicinissima ai nostri confini!! Prima di parlre LEGGETELI BENE i testi dei referendum. Grazie!
quote:Risposta al messaggio di Prof. Antonio Calosci inserito in data 28/03/2012 19:50:25 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> 1° non alzare la voca con me, abbassa i caratteri e non fare troppo il difficile se vuoi la ragione tienitela tanto si sa che a dialogare con te le cose andrebbero all'infinito, se non ti è di troppo disturbo leggi fino in fondo il mio post così leggerai anche cosa successe dopo quel referendum, a già vero non ti interessano gli esiti, tanto non c'era la domanda diretta questa è la seconda volta il questa discussione che fai finta di non leggere tutto il post (la prima quella del vecchietto) forse perchè situazioni scomode? visto che ci ci confrontammo su una questione simile (costruzione di nuove centrali nucleari) dove tu eri daccordo, io no mi chiedevo se fossi disponibile oltra ad avere a fianco di casa tua una centrale nucleare (come affermasti quella volta) anche un cantiere TAV, poi se tu volessi potremmo organizzare la costruzione di un aeroporto militare ed il passaggio di un metrò, tanto per non farci mancare niente io preferisco rimanere qualche decennio indietro, meno tecnologia, meno stress, sono un malinconico, mi piace alzarmi al mattino aprire la finestra e sentire gli uccellini cinguettare
Opalio Massimo quote:Risposta al messaggio di annapasqua inserito in data 29/03/2012 00:23:29 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> hai ragione e mi scuso
Opalio Massimo quote:Risposta al messaggio di masso126 inserito in data 29/03/2012 06:24:49 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Prima di tutto urlare è scrivere tutto MAIUSCOLO. Usare il grassetto è evidenziare! Prima di chiudere sul nucleare in un tread sulla TAV ribadisco che in quel referendum non. Fu chiesto di chiudere il nucleare esistente o di mon farne più! Ciononostante ci furono scelte scellerate che pagheremo per molto tempo! TAV Abito a 300 m. dalla linea adriatca percorsa da centinaia di treni sud-nord. Due anni son durati i lavori di allargamento di una delle due canne di galleria! Disagi ne abbiamo avuti pochi, alla fine. Detto papale papale se costruissero una TAV anche non in galleria in questa vallata dove abito sarei felicissimo. Un miglioramento radicale Bari-Ancona-Bologna e Ancona-Roma con un paio di TAV sarebbe bellissimo e forse aiuterebbe a non vedere via Conca intasata di TIR con lo smog che causano. Inoltre saremo in tanti a non usar la macchina per viaggi a medio raggio! La facessero da me, la TAV, sarei felicissimo! E facessero anche nella mia città un vero sistema di tram e, perché no?, metropolitane certamente tutti saremo ben felici di usare il mezzo pubblico! Il fatto è che in Italia non si deve mai fare nulla sotto casa propria e poi ci si lamenta che nessuno usa il mezzo pubblico ma sempre la propria auto. Ci si lamenta dei TIR ma non si vuole un vero sistema ferroviario integrato col resto d'Europa! NIMBY, NIMBY e ancora NIMBY!!id="size6">
quote:Risposta al messaggio di Prof. Antonio Calosci inserito in data 29/03/2012 08:49:53 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Ti riquoto. In merito alle grandi infrastrutture per la mobilità, un paese moderno come pretendiamo di essere dovrebbe avere già in uso da anni: - una dorsale TAV adriatica con proseguimento ionico - una dorsale TAV tirrenica fino a Reggio Calabria - più TAV est - ovest, ovvero non soltanto in Pianura Padana - TAV nelle isole maggiori - il ponte sullo stretto da alcuni decenni - tutte le città con più di 200/300 mila abitanti dotate di più linee di metropolitana. Sotterranee laddove possibile e in alternativa linee di superficie (ad esempio almeno una decina di linee a Roma e almeno 7 a Milano). Grazie al NIMBY tutto ciò resterà pura utopia!
quote:Risposta al messaggio di alligator inserito in data 29/03/2012 11:28:45 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Secondo me questo progetto presentato è una vera disgrazia per la valle. Mi espongo per la prima volta con una opinione perché su questo non ce la faccio proprio a stare zitto, ma era meglio o tutto o niente. Secondo me tutto doveva essere perorato tranne che l'utilizzo della linea storica, frase invece simbolo del movimento, e invece così avverrà. Un vero dramma per la valle. Tutta si basa sulla scommessa che non è vero che il traffico aumenterà; se è vero, va bene, ma se è falso, comperiamoci tutti i tappi ... Mi rendo conto che sono l'unico valsusino a pensare una cosa simile, ma una certa quale idea sugli impatti ambientali c'è l'ho, e non l'ho maturata a caso. I 12 km sono quello che è sempre stato: la tratta italiana del tunnel di base. Se scindi il tratto italiano da quello francese, il tunnel diventa più corto del Frejus.
quote:Risposta al messaggio di alligator inserito in data 29/03/2012 11:28:45 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Il solito papocchio all'italiana. Quel papocchio che ci fa sempre dire "in Italia non siamo capaci di far nulla di buono"! La solita Italia dove gli interessi particolari prevalgono su quelli nazionali. Quando, se davvero passa questa porcheria di progetto, cominceranno a circolare i treni AV (soprattutto merci, in vallata vi consiglio di insonorizzare TUTTe le vostre case. Altro che generatori dei camper!!