Inserito il 12/02/2013 alle: 21:51:42
Arrivando alla fine del racconto sarete voi a dirmi qual’è la mia identità…
Non è indispensabile, ne richiesta, la sincerità a tutti i costi.
Città di Giulietta. Centro storico. Tarda mattinata.
Il cellulare squilla insistentemente. Decimo saluta frettolosamente il notaio e esce dallo studio.
Mentre scende la rampa di scale che lo porterà fuori da quel palazzo, antica dimora di nobili cavalieri che sa di agguati al pugnale e urina di gatto, infila la mano nella tasca del giaccone alla ricerca di quell’infernale aggeggio ‘meid in Ciaina’ acquistato all’iper a €19,90 + 500 punti ‘tessera fedeltà’… una vera ‘nerda’.
Immaginate cosa avrebbe potuto essere se invece dei punti della ‘tessera fedeltà’ avesse usato quelli della ‘tessera del ******iere’…
“Prontoooooo!!” Esclama Decimo tra lo spazientito e l’irascibile.
Dall’altra parte della connessione la voce compassata e professionale della Princy… “Dal tono della voce direi che non hai preso le tue pillole questa mattina… volevo dirti che mia mamma mi ha suggerito di portare il tuo libro presso una libreria che dovrebbe essere vicino a dove ti trovi adesso. E’ in Via XXX. Presentati a nome suo e… prendi le pillole! Sono di corsa. A dopo!”
Decimo non ha nemmeno provato a interrompere la ‘piena’… fatica sprecata. E poi quella storia delle pillole che la Princy tirava fuori ogni tanto lo avrebbe costretto a mandarla ‘h gare’ e, sotto San Valentino, non era proprio il caso… rischiare va bene ma buttarsi di testa nei casini no.
Conoscendo i suoi limiti (alcuni, non tutti) Decimo estrae il talloncino di un parcheggio insieme a una piccolissima matita (un gioiello di miniaturizzazione inventato da IKEA) e si segna l’indirizzo della libreria prima che Ciop lanci lo ‘stop, reset and go’ del disco rigido del suo cranio… operazione che lo scoiattolino provvede ad effettuare più spesso di quanto faccia la Divisione ‘Informescion tecnologi’ di COL per il forum (il che è tutto dire).
“Ma guarda se con questo @a77o di tempo devo cercarmi un indirizzo scritto a matitina piccola piccola su un talloncino di carta chimica…” nel mentre è arrivato in strada.
La giornata potrebbe anche essere considerata una di quelle da primavera inoltrata se Verona si fondasse nella tundra svedese ma è… da tutt’altra parte.
Mentre Decimo è intento ad orientarsi maledice il fatto di non possedere un telefonino (sempre meid in Ciaina) dal costo di almeno 500 euri… quelli hanno anche il ‘navigatore pedonale’ con tanto di ‘strit viù in 3d’ e se provi ad acquistarlo mostrando la tessera punti dell’iper ti riempie di ‘punti’ il commesso dell’appelstor.
Si guarda intorno alla ricerca di un riferimento (ne avrebbe tanto bisogno anche per altre questioni e non solo per cercare una via) ma Ciop ha ‘lanciato’ per cui…
“Scusi signora, mi saprebbe indicare dove si trova Via XXX? Sto cercando una libreria.”
La signora, sulla settantina, con le mani guantate e la testa conficcata in un colbacco di pelliccia, gli sorride e intanto si guarda in giro meditabonda… sta cercando anche lei di ricordare dove si trova la via ma appena sente pronunciare ‘libreria’ si illumina…
“Ahhhh! Certamente. E’ qui vicino. Prosegua diritto fino a quella traversa, giri a destra ed è lì… non può non vederla.”
Decimo le sorride e la saluta con modi da gentiluomo d’altri tempi. Lui sa bene come compiacere, con fare tanto garbato quanto insidioso, una matura signora.
“Ci sono in tre minuti…”
pensa tra se, calcolando mentalmente quanto tempo gli resta nel parchimetro prima che l’ausiliario della sosta gli spari una sassata di una quarantina di euro sottoforma di foglietto con lo stemma della città ‘dellammmore’.
“… dovrei farcela”.
Forse è per la fretta, forse è per il fatto che è un po’ distratto di suo o, forse, per entrambi i motivi ma Decimo non presta la minima attenzione al nome della libreria… la sua attenzione è attratta dalle bellissime vetrine illuminate dove danno bella mostra di loro libri eleganti dalle copertine lucide che rimandano immagini intense come ad esempio quella di Madre Teresa o di Papa Giovanni Paolo ll.
Il pensiero vola alla Regina Madre e, una volta tanto, è un pensiero di gratitudine.
Decimo varca la soglia e, in poco meno di 2 secondi, comprende di non essere nel posto giusto. Per buona misura, dopo altri 2 secondi e una manciata di centesimi, capisce che non è neppure il momento giusto…
Gli si fa incontro una Religiosa con un sorriso materno e gli occhi velati di tristezza… “Buon giorno, come posso esserle utile?”
Il garbo con cui la Monaca gli si è rivolta è l’unico appiglio a cui Decimo si aggrappa per non cedere all’atavico quanto fanciullesco gesto di portarsi la mano ai maroni e contare fino a 20 (Non so voi ma ‘lui’, da ragazzino, ha contratto il virus della superstizione… credeva che le Suore portassero sphiga. Il virus ora non è più conclamato ma è ancora latente).
“Buon giorno a lei Sorella… ecco… io avrei scritto qualcosa ma… credo… sì, insomma… direi che non sono ‘righe’ che detengono lo standing necessario per stare insieme alle ‘righe’ che vedo esposte.”
Mentre pronuncia queste parole Decimo ha lanciato un’occhiata alle eleganti scaffalature della libreria… il libro più laico è la biografia del Cardinale Carlo Maria Martini.
“Non è lei che deve giudicare. La sua modestia le fa onore ma se è interessato a far visionare…”
Decimo fa un piccolo gesto con la mano. Non vuole risultare sgarbato ma è vitale che riesca a fermare la Suora prima che pronunci anche solo un’altra parola…
“Mi scusi Sorella, la ringrazio ma… non è questione di modestia è che proprio quello che ho scritto io, qui ‘non ci sta bene’… avrei dovuto capirlo prima di entrare… mi scuso ancora per il disturbo ma… si fidi.”
Nel mentre che Decimo sembra aver ripreso in mano le redini della situazione e il ‘linguaggio del suo corpo’ espliciti le sue intenzioni (a parte la testa, girata in modo innaturale verso la Religiosa, il resto del suo bel corpicino è rivolto verso l’uscita), si avvicina un’altra donna.
E’ vestita in modo diverso ma non vi è alcun dubbio sul fatto che anche lei sia una Suora… laica probabilmente. Anche lei gli si pone davanti con un sorriso aperto e Decimo nota anche in lei un’ombra di tristezza nello sguardo…
“Posso esserle d’aiuto?”
Decimo resta con una espressione indefinita stampata sul faccione. I suoi occhi vanno dalla prima alla seconda delle due Religiose. Il suo sguardo denota smarrimento misto a timidezza…
“Grazie Sorella… come stavo dicendo alla sua… collega, sono entrato senza far caso che la vostra è una libreria religiosa mentre io scrivo cose ‘ironiche’ che non credo siano adatte al…”
“L’ironia è una cosa bella, è un dono del Signore… anche noi abbiamo libri che hanno un taglio ironico… certo, dipende dall’ironia… “
“Ecco appunto, Sorella. Dipende dall’ironia… diciamo che il Signore me ne ha donata un po’ troppa rispetto alla vostra capacità di ridere… ”
La Religiosa che aveva accolto Decimo interviene nuovamente…
“L’ho detto anche io al signore… non è lui che deve giudicare. Se vuole ci lasci pure…”
“A rischio di apparire scortese, Sorelle, lascio che prevalga un accenno di prepotenza di cui mi scuso ma… insisto. Non è roba adatta alla vostra libreria.”
Entrambe lo guardano e gli sorridono e Decimo nota nuovamente quel velo di tristezza nei loro sguardi. La Religiosa che lo aveva accolto mette in atto un ultimo tentativo…
“E’ in momenti tristi come questi che sarebbe bello trovare qualcosa che ci faccia sorridere… ha sentito del nostro Papa?”
Decimo è quasi sul punto di innervosirsi per l’insistenza ma si intenerisce percependo un senso di smarrimento in quelle parole… è la fine. Estrae dalla borsa le sue ‘righe’ e le porge alle Religiose.
L’ultima arrivata è la più intraprendente, guarda la copertina e poi la ‘quarta di copertina’. Lo sguardo non è più velato di tristezza e sul viso il sorriso si è un pelo stemperato. Sfoglia alcune pagine e poi si sofferma su una di esse… lo sguardo ora è attento, concentrato. Dalle labbra il sorriso è quasi del tutto scomparso.
Dopo una manciata di secondi che a Decimo paiono ore la Religiosa torna a sorridergli ma è chiaro al mondo che il sorriso ora è ‘professionale’.
“Aveva ragione signore. Non è il tipo di lettura che ci viene spontaneo suggerire alla nostra clientela… credo che lei comprenderà. La nostra clientela da noi cerca qualcosa di diverso. ”
A Decimo scappa da ridere e da in@a77arsi. Non può fare ne l’uno ne l’altro.
“Comprendo perfettamente Sorella e mi scuso ancora. Non mi sarei mai permesso di avanzare una richiesta alla vostra libreria se avessi avuto il buon senso di leggere l’insegna…”
Decimo accenna un saluto e sta per guadagnare l’uscita ma non resiste… ha la battuta sulla punta della lingua… cede.
“E comunque Sorelle… si è dimesso non lo hanno mica licenziato.”
E’ in strada, piove e non ha l’ombrello. L’ausiliario della sosta ha sicuramente tirato la ‘sassata’ sul parabrezza e probabilmente le Sorelle stanno cercando di chiamare Fra Savonarola per fare una descrizione dettagliata di Decimo.
Mentre i primi sintomi dell’in@a77atura da ruggito si palesano, gli viene in mente che se si è trovato in quella situazione lo deve alla Princy, sicario prezzolato, e alla Regina Madre, mandante occulta.
Come folgorato sulla via di Damasco, gli diviene tutto dolorosamente chiaro… è caduto in un agguato ordito da Her Majestic che ha perpetrato e ottenuto la sua vendetta per tutte le nefandezze che Decimo aveva scritto sul suo conto.
E l’hanno anche pensata bene… sotto carnevale ogni scherzo vale.
“Quasi quasi partecipo al concorso fotografico ‘Carnevale su CoL’. Devo chiedere a Poesia se si possono postare foto di un cadavere vestito da Regina Madre… e non me ne fregherebbe un @a77o di vincere… mi basta partecipare… ” pensa con il fiato corto a causa del passo svelto.
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