Anni fa all'università ho corteggiato una ragazza, compagna di facoltà e di corsi, con alterni successi.
Abbiamo flirtato, ci sono scappati dei baci, e tanto tempo passato insieme.
Poi mi ha detto di avere un ragazzo, che studiava anche lui nella stessa università. Al che io ho mostrato la mia contrarietà a seguire una relazione, a meno che lei decidesse di lasciare il suo ragazzo.
Lei ha fatto tanti tira-e-molla e mi ha anche confessato che il ragazzo la picchiava, anche violentemente (ed ho potuto constatare di persona i danni, in certi casi), e questo succedeva anche prima della nostra relazione (di cui il suo ragazzo non sapeva), da anni.
Io l'ho esortata a lasciarlo, non solo per me, ma per sé stessa; non volevo che necessariamente si mettesse con me, ma che lasciasse il suo ragazzo violento. Come tipico in questi casi, lui, che ho conosciuto, era una persona apparente normale, simpatico.
Per la cronaca, non lo lasciò, se non dopo alcuni anni. In fondo le andava bene così, perché alternative ne aveva, e non solo perché c'ero io. Forse se l'avessi picchiata (cosa che io non posso neanche concepire) l'avrei conquistata. In lei avevo notato e cercato di contrastare, ma senza successo, molte tendenze masochistiche ed autolesioniste (come per esempio tagliarsi volutamente le braccia con un coltello).
Tentò pure il suicidio (e non era la prima volta) una sera e mi feci 80km di notte per andarla a soccorrere, perché mi aveva chiamato dicendo di aver ingerito qualcosa e che si sentiva male. Si risolse con me che le sostenevo la fronte sulla tazza del wc... Il classico "grido di aiuto", a cui sono accorso, ma per il quale (ragazzino o poco più che ero) non ero in grado di dare risposte complete.
Questa ragazza non era vittima solo di un violento, ma anche di sé stessa, con il rischio di passare da un violento all'altro.
E' stata in analisi, dopo un paio di anni ha mollato il suo ragazzo. L'ho vista, quando ormai ci eravamo abbastanza allontanati emotivamente, con il nuovo ragazzo, all'apparenza una brava persona; le mi disse che non era un violento. Spero solo che dicesse la verità.
Ma io non potevo fare oltre, come non avevo potuto prima, perché il muro che lei alzava era impenetrabile per me. Oltre al fatto che io non ero preparato ad abbatterlo.