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tott i de
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30/08/2010 546
Inserito il 04/06/2011 alle: 16:02:03
La giornata stava lentamente volgendo al termine. Ai servizi igienici, frotte di accappatoi multicolor dirigevano diligentemente i loro proprietari alle docce comuni racchiudendone, come bozzoli, le loro nudità. La cacofonia di rumori soffusi che si percepiva ovunque, era senza ombra di dubbio ricollegabile a quel particolare momento della giornata, quello dove il calar del sole rendeva finalmente più sopportabile praticare le comuni attività rimandate durante il giorno per il troppo caldo o per la troppa pigrizia. Ma era anche il momento in cui l’attenzione collettiva veniva ridestata. Rumori di asciugacapelli, acciottolio di stoviglie di chi si appresta a preparare la cena, radioline che trasmettono musiche, chiacchiere di persone appena conosciute, chiacchiere di persone che si conoscono, chiacchiere di chi da consigli e chiacchiere di chi non ne vuole, catene di biciclette che scorrono mentre vanno e freni che stridono, cani e padroni che abbaiano, rumori soffusi di qualunque movimento destinato a sistemare qualcosa e rumori di qualsiasi genere di attività che si possono trovare a quell’ora in un’area di sosta. E, sopra su tutto, il vociare dei bambini che giocano al sicuro e che non hanno ancora esaurito le loro energie. Oby era salito nella soffitta della sua CORAL a prendere il tavolo di mogano da 24 coperti che era solito portarsi in viaggio, Mileyla era dopotutto di stirpe reale e sosteneva che le grandi occasioni potevano essere sempre in agguato e ci teneva a far bella figura. Le seggiole stile impero erano ammonticchiate in un angolo e mentre le riordinava per poterle scaricare, buttò uno sguardo dal lucernaio della soffitta. L’area, durante il giorno si era densamente popolata, ormai, gli equipaggi si estendevano su tutta la sua superficie e le piazzole libere erano ormai esigue. Aveva avuto il permesso dalla direzione, di utilizzare il campo da calcio attiguo per la mega grigliata e lì, dal tetto del suo mezzo, riusciva a vedere lo spiazzo dove gia altri stavano iniziando ad allestire le tavolate per quella serata di festa. La voce si era sparsa in un battibaleno, tutti conoscevano qualcun altro, Pincopallino lo aveva detto a Tizio che assolutamente non sarebbe potuto venire senza Caio che a sua volta, lo aveva detto a Sempronio e a quel punto, il numero dei partecipanti era cresciuto in modo esponenziale. Tra quell’assembramento di uomini e mezzi dall’aspetto festoso, c’era, defilata ai margini dell’area e ben nascosta da un’ alta siepe, una piccola tenda canadese, rattoppata in più punti e talmente sbiadita e cotta dal sole da mimetizzarsi alla perfezione con il suolo polveroso al quale era ancorata. La tenda poteva essere vista solamente da una posizione sopraelevata e Oby dall’alto del suo mezzo si chiese se chi abitasse la tenda era stato invitato o vista la sua posizione dimessa era stato dimenticato o…peggio ignorato. La sua integerrima etica di portavoce della FAO imponeva di informarsi all’istante e in caso provvedere all’invito, tanto…ormai…uno in più… Con gran velocità scese e si diresse alla tenda grigiastra, avvicinandosi e spostando i rami della siepe iniziò a sentire il rumore di alcune pale che sbatacchiavano, come quelle di un grosso mulino a vento, appena oltrepassato il varco, a ridosso di un telo che creava un po’ di privacy, vide un tale in mutande che tutto sudato, sopra una specie di bicicletta, pedalava affannosamente cercando di tenere accesa una lampadina. “Scusi, disturbo?” “No, no, si accomodi, sto facendo un po’ di esercizio fisico, mi serve per tenermi in forma…da quando… mi hanno messo in pensione…devo cercare di combattere i “radicali liberi”, nota falange armata, retaggio di quando ancora…lavoravo…io… ero…agente segreto…” “Sul serio?” esclamò Oby con malcelato interesse. Lui era sempre stato attratto dal fascino dell’eroe segreto al servizio del bene ed ora ne aveva uno in carne e ossa proprio di fronte e anche se il suo aspetto era male in arnese era pur sempre una conoscenza che valeva la pena di approfondire. “Mi chiamo Oby, sono venuto ad invitarla alla grigliata di questa sera, se non lo ha già fatto qualcun altro, ho visto il suo accampamento dall’alto della CORAL e mi è sembrato un po’ nascosto alla vista e ho pensato che nessuno si fosse accorto della sua presenza e quindi…” “Oooh, beh grazie, io mi chiamo Garamau…” E mentre diceva questo, dall’interno della tenda si levò un coretto di voci femminili che canticchiavano… “Garamau perché sei morto….pane e vin non ti mancava….l’insalata era nell’orto… e una tenda avevi tu….! Garamau…Garamau…fan le micie in coro…Garamau….” “Non ci faccia caso”. Mentre Garamau diceva questo, dalla tenda uscirono tre bellezze nordiche in bikini che sempre canticchiando si avvicinarono a Garamau reggendo un accappatoio, una borraccia di sali minerali ed un olio da massaggio profumato. Mentre Oby si gustava lo spettacolino, l’uomo continuò dicendo: “Sono Nina, Nella e Nona, sono del KGB (Komitato Gnokke Badanti) ti vengono assegnate d’ufficio, a noi governativi, quando andiamo in pensione. Sono sorelle e hanno una brutta storia alle spalle, mi fanno credere che badino me ma in realtà è un piano di protezione testimoni, tempo fa furono loro malgrado invischiate in una brutta storia di spionaggio, la loro unica colpa era quella di avere come pedre un losco individuo invischiato in torbidi giri che si chiamava Niero di nome e Putta di cognome, le tre ragazze che erano incensurate, portando il cognome Putta si ritrovarono ben presto invischiate e sospettate e decisero di prendere il cognome materno, cioè Zocco, ma anche Zocco, se ha letto i fatti di cronaca degli ultimi tempi era un cognome scomodo da portare per via di certe cugine che gestivano una pensione e coinvolte in operazioni di spionaggio industriale e quindi…pur di ricrearsi una parvenza di rispettabilità ci facciamo compagnia, loro badano me e io…loro” “Perbacco, lei è proprio un uomo interessante, chissà che vita intensa ha vissuto, io volevo soltanto proporle una tranquilla grigliata di costolette tra amici…niente di chè!” “Guarda, ci diamo del tu, vero?. Mi fa molto piacere che tu mi abbia invitato ma, un mio carissimo amico dice sempre che non c’è niente di tranquillo in una grigliata a costolette …e lui la sa lunga!” “E chi sarebbe questo tale?” “Si chiama Decimo, è da tantissimo che non lo vedo…” “Ah! Ma non c’è problema, anche lui è qui, la cosa è proprio partita da lui questa mattina e il tam-tam si è gia esteso parecchio..:” “Davvero Decimo è qui? Non l’avrei mai creduto, ultimamente anche lui vive con sospetto, credo che si sia compromesso con qualcosa di grosso, molto grosso, qualcosa che nel mio giro ha a che fare con …beh, non credo di poter dire di più, io ormai sono in pensione, non sono più fatti miei…e per quanto riguarda la cena verremo tutti e quattro …vero ragazze?” Un bel coretto di siiii si levò da quelle gioie per gli occhi che nel frattempo avevano iniziato a massaggiare la schiena, le braccia e le gambe di quell’agente fortunato. “Bene, torno ai miei preparativi, ci vediamo dopo” E detto questo, il povero Oby, che non riusciva a distogliere lo sguardo da quel quadretto pseudo/erotico si inciampò camminando all’indietro in un tirante della tenda e finì gambe all’aria disteso sulla sabbia. Subitissimo, con solerzia dettata da anni e anni di esperienza, le tre ragazze smisero di massaggiare il loro protetto e si riversarono istantaneamente a soccorrere il poveretto che intanto cominciava a far trapelare un ghigno, che forse i più smaliziati avranno avuto seri dubbi a classificarlo come smorfia di dolore. ...continua.

Modificato da tott i de il 05/06/2011 alle 20:58:43
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tott i de
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30/08/2010 546
Inserito il 05/06/2011 alle: 23:53:08
Mileyla, anche se era una donna di larghe vedute, non lo doveva assolutamente sapere. Quella storiella con le badanti di Garamau doveva restare insabbiata come la sua tenda. Uscendo dalla siepe a carponi si rimise in piedi aggiustandosi i vestiti e i capelli che si vedeva non erano stati scarmigliati dalla caduta , e i segni di rossetto che aveva sul collo andavano assolutamente cancellati. Dopotutto non era successo niente, era solamente stato soccorso e nella concitazione del momento si era lasciato un po’ andare, dopotutto bisognava essere certi che tutto…proprio tutto… funzionasse normalmente, era caduto e…le cadute sono molto pericolose soprattutto se si sbatte la testa…gli accertamenti del caso andavano assolutamente fatti e lì, fortunatamente, c’erano delle infermiere specializzate… Mentre era assorto nei suoi pensieri si imbattè in un gruppone di ciclisti che stavano percorrendo il vialetto del campeggio e sembravano appena arrivati, infatti, con le loro bici Ridley Helium 1002A interamente in carbonio con forcella 4ZA monoscocca, tubazioni oversize tonde, forcellini posteriori e tubosterzo in carbonio, tecnologia Hollow BB, foderi posteriori alti Flex-stays, stavano trainando alcune roulotte monoposto. Per non investirlo frenarono di colpo e il capitano della squadra, che era un tale nodoso, abbronzato e muscoloso, completamente vestito di lycra rosa con maglietta aderente piena di scritte e calzoncini corti con pannolone a molle incorporato, con una bandana in polistirene espanso ultraleggero, gli occhiali fascianti da tenebroso e i polpacci rasati e unti che luccicavano emettendo bagliori irridescenti gli disse: “Sai se c’è ancora posto? Abbiamo appena scalato il Mortirolo e saremmo un po’ stancucci, vorremmo passare la notte qui.” “Se vi accontentate, dietro a quella siepe ci sono alcune piazzole per tende, sono piccoline me se vi stringete…” “Non preoccuparti, a noi piace stare viscini-viscini poi domani partiamo presto dobbiamo scalare il passo Mendola , lo Stelvio e le Tre Cime …” “Complimenti, ma non mi direte che fate tutto in un giorno?” “Certo, io sono EmilGid="size6">, sai la G inizialmente stava per Giro perché io sono sempre in giro in bici poi mi hanno chiesto cosa cercassi sempre in bici e io ho risposto che cercavo il punto G quindi adesso sta per punto G. Non l’ho ancora trovato quindi sono sempre in giro a cercarlo e io non mi fermo mai, pedalo anche quando dormo, poi mi hanno detto che si trova all’apice di qualcosa, non so di cosa ma sui monti gli apici ci sono e quindi…il mio gruppo, i miei gregari affiatati mi aiutano nell’impresa, anche loro sono curiosi…di sapere cosa mai sia sto punto G. Loro sono Gino Bartalino, Fausto Coppini, Marco Mimpantano, Mario Cipollotti, Ivan Bassotto, Costante Giramengo, Miguel Morbidain, Francesco Moscer, Alessandro Tattacchi e Claudio Chiappetti i miei fidati.” “Io sono Obiuan-Tottidè-Kenoby, se restate, più tardi c’è una mega grigliata, ormai sono invitati tutti, potete fate il carico di proteine per domani, vi garantisco che sono tutti alimenti puliti, niente doping, tutta roba sanissima…vedrete…” “Non ti preoccupate, veniamo di sicuro, anche perché abbiamo finito i panini allo speck e le borracce di bombardino, e dobbiamo far rifornimento per domani.” “Bene, se vi sistemate laggiù ci sono le docce…” “No, no, niente doccia, noi usiamo sabbia e olio canforato, strofiniamo ben bene tutto e ci copriamo con coperte termiche in alluminio, sai per non raffreddare i muscoli…al massimo questa sera metteremo la salopett lunga, quella da sera con gli strass sulla scritta della pubblicità della “Casa dello Speck” , è un nostro sponsor ci tiene che lo portiamo in G… giro…” “Ok ragazzi, ci vediamo dopo, fate pure ciò che volete, io vado a finire di organizzare…” Detto questo ritornò alla CORAL dove Mileyla stava affettando le melanzane ignara di tutto e si mise a scaricare le sedie. ...continua.

Modificato da tott i de il 05/06/2011 alle 23:57:08
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EmilG
EmilG
03/11/2009 4885
Inserito il 06/06/2011 alle: 08:43:11
Sei proprio un bel...volpino ciao
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tott i de
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30/08/2010 546
Inserito il 06/06/2011 alle: 10:25:32
quote:Risposta al messaggio di EmilG inserito in data 06/06/2011  08:43:11 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> ...ogni riferimento a fatti o personaggi realmente esistiti è puramente casuale...forse...![:D][:D][:D] ...sono malato e mi annoio...!!
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30/08/2010 546
Inserito il 06/06/2011 alle: 22:26:06
Alla fine la festa era iniziata. Sulla vasta area del campo sportivo file interminabili di tavolini e sedie si rincorrevano senza sosta, metri e metri di tovaglie colorate svolazzavano nella brezza della sera, un infinità di piatti e bicchieri di carta venivano continuamente sollevati dal vento e rincorsi da qualcuno. Una nebbiolina azzurrina, profumata di effluvi aromatici di spezie e arrosti vari si sollevava dalle decine e decine di barbecue assieme all’aroma di carbonella che sollecitava le narici e gli stomaci di tutti, creando un alone mistico e surreale tipico dei film di fantascienza. Attraverso il fumo si intravedevano luci di lampadine colorate e allegri festoni che erano stati collocati per addobbare la scena e che contribuivano non poco a rendere ancora più fantasiosa la scena che si stava svolgendo. Voci e musiche e canti e schiamazzi facevano da coreografia come sottofondo sonoro a quel festoso quadro di festa paesana. C’era un’attività frenetica, tutti facevano qualcosa, chi cuoceva, chi versava da bere, chi allestiva i tavoli, chi preparava verdure chi preparava dolci, chi mangiucchiava di nascosto e chi beveva di gusto. Il banco delle bevande era gia stato preso di mira, una quantità inimmaginabile di bottiglie di vino faceva bella mostra e molte di esse erano state intaccate nella loro sobria pienezza. Lambruschi, Nebbioli, Teroldeghi, Recioti, Dolcetti, Verdicchi , Passiti e tanti altri rallegravano anzitempo gli animi nell’attesa del completamento della cottura dei cibi contribuendo, non poco, ad aumentare l’allegria. Intanto, chi si era gia conosciuto si ritrovava e chi non si conosceva faceva le presentazioni. Oby aveva assunto l’incarico di fare gli onori di casa, man mano che arrivavano i vari equipaggi assegnava loro i posti e il biglietto per la riffa che avevano organizzato e che aveva come primo premio un temutissimo generatore alimentato a strutto. Iniziarono ad arrivare Mirò, con la sua badante provvisoria, si era vestito per la serata con una tuta da sera in raso nero, nel taschino aveva una matita gioiello tuttimpestata di pietre preziose che sfavillavano nella penombra e completava il look ricercato con una benda in seta col buco che copriva l’occhio conferendogli un’ aria piratesca e misteriosa. Donna Raffaella, seguita dai Sette Nani, Hansel e Grethel, Pinocchio e Cappuccetto Rosso col Lupo al guinzaglio, era arrivata portando una barella sorretta dal Principe Azzurro e dalla sua controfigura per le scene di nudo, un certo Rocco, sulla quale c’era un bendiddio di dolci, gelati, torte, biscotti e qualche cazsszata sua specialità. Era vestita di zucchero filato in seta rosa, al collo aveva una preziosa collana di struffoli napoletani e in testa un diadema di confetti perlati, al suo passaggio, una scia di prezioso Vanill N° 5 solleticava le narici. Mustang e signora, la signora Luisa, arrivarono in Vespa, ma non con una Vespa qualunque, era una rarissima Vespa PK WRC da rally. Lui aveva a tracolla, tipo cartucciera, tre file di salsiccie di cinghiale modello Che Guevara che luccicavano sul gilet di pelle che lasciava scoperti i bicipiti muscolosi circondati da laccetti di cuoio e piume e in testa un casco da aviatore e relativi occhialoni da saldatore. Lei, vestita anni 50, con la gonna quadrettata a ruota dalla quale si intravedeva il pizzo della sottoveste, gli occhiali a coda scuri e il casco-fazzoletto annodato al collo per non sciupare i capelli, sedeva sulla Vespa con le gambe da un lato, si reggeva a lui con un braccio che gli cingeva affettuosamente e a fatica lo stomaco e aveva all’altro braccio un cestello di vimini coperto da un canovaccio a quadretti del cui contenuto non era dato sapere. Nel frattempo, un fortissimo odore di naftalina aveva sovrastato momentaneamente quelli della grigliata ed il vento era cessato di colpo, segno inequivocabile che EtaVonDenteBeta era attivato e che la sua astronave aveva oscurato tre dei quattro punti cardinali. Laroba , tutta in ghingeri per l’occasione, su tacchi che sfidavano le forza di gravità, ostentava, per questa volta, un davanzale misura quarta “espansa” sulla quale erano state appoggiate diverse piantine di cactus spinosi al posto dei più sobri gerani e che le conferivano un’aria estremamente raffinata. Su quel davanzale ammirato, più del famoso poggiolo di Giulietta, per l’occasione era stato collocato pure un rarissimo nido di cicogne albine che si stavano riproducendo con successo. Il gruppo toscano dei Mmando…Vai, Vieni, Lino e Tece, essendo molto ma molto numeroso si era limitato a salutare e a sedersi ai loro posti distribuendo a tutti pezzi di fettunta e fagioli all’olio. Quando arrivò Garamau e le ragazze del KGB, fu come se il tempo si fosse momentaneamente fermato. Fu un attimo, solamente un attimo ma sul campo per una frazione di secondo calò il silenzio. Le mandibole maschili caddero, alcune gocce di saliva bagnarono i baveri, i pomi d’Adamo deglutirono e all’unisono partirono micidiali scappellotti alla nuca depositati da mani muliebri che sbloccarono istantaneamente quell’attimo di stasi. Garamau vestiva una muta subacquea nera dalla quale faceva capolino un sofisticatissimo abito da sera con cravatta a farfalla e…le ragazze…svestivano bikini impaiettati color carne che accentuavano l’effetto nudo-bagnato… Il gruppone di EmilGid="size6"> arrivò sulle inseparabili bici, anche questa occasione era stata presa come una gara a tappe, la tappa dei saluti, la tappa del cibo, la tappa del bere…che proprio qui si era poi trasformata in una gara a …tappi… infatti stavano stappando in continuazione e riversavano tutto in appositi zainetti che avevano sulla schiena e dai quali succhiavano avidamente da tubicini trasparenti liquidi rossi rubino tipo trasfusione di sangue. Oby e Mileyla erano estremamente soddisfatti della piega che aveva preso la serata, da un piccolo invito era uscita una festa di successo dove tutti erano contenti, mangiavano e si divertivano, socializzavano ed erano decisamente rilassati ma…in tutta quella felice confusione c’era qualcosa che stonava. Oby non aveva ben chiaro cosa fosse, aveva la sensazione che mancasse qualcosa…sentiva, alla bocca dello stomaco un nodo compatto come il manifestarsi di un sintomo di indigestione, aveva impercettibilmente avvertito un senso di malessere, come una dimenticanza. Lo disse alla moglie e cominciò ad osservare gli invitati che ridevano e parlavano, che cantavano e bevevano, che socializzavano beati e iniziò anche a pensare alla sua astronave…”Il gas…chiuso, le finestre…chiuse…l’acqua…anche…TONTON…spento…il topo…ha mangiato…il cellu…ce l’ho…il gatto…è uscito…la pillola bianca…l’ho presa…quella blu…anche…ma cosa…cosa c’è che non va….” I pensieri si facevano sempre più pressanti, la sensazione di aver dimenticato qualcosa…ma cosa? Di aver dimenticato qualcosa di importante…di molto importante…ma cosa?….Ma chi? Gettando un ultimo sguardo a quella folla felice, uno squarcio devastante si aprì nella sua mente e d’un fiato gridò… “DECIMO!”id="size6"> La folla si zittì di scatto e tutti lo guardarono esterrefatti e all’unisono si levò un coro…. “DECIMOOOOOO!”id="size3"> Loro, che lo conoscevano da tempo, lo avevano dimenticato, nell’euforia della serata, non si erano accorti che lui, proprio lui dal quale era partito tutto non si era ancora fatto vedere. Iniziarono ad accalcarsi attorno a Oby chiedendo notizie, nessuno sapeva dove fosse, Laroba era andata a cercarlo nel pomeriggio per salutarlo ma non lo aveva trovato. “La MIRAGE è parcheggiata la in fondo ma non si vede nulla, sembra disabitata, nessuna luce, nessun suono.” ”Non è da lui abbandonare la MIRAGE.” “Strano, io l’ho visto che combatteva con la 24ore” “Si ma è stato questa mattina presto…” “Ma lui sapeva di dover venire?” “Certo, è stato lui a dire che si faceva la grigliata…” “Forse è meglio andare a vedere…” “Che non gli sia successo qualcosa…” “No, non credo, il suo cane è addestrato a dare l’allarme…” “Poi ci sono anche sua moglie…e sua figlia…” “Io sapevo che aveva dei problemi con la suocera…” “Ma dai…chi è che non li ha…!” “Si ma certe suocere sono …pericolose…” “Non credevo che avesse accettato di viaggiare con lui…” “Io sapevo che era invischiato in qualcosa di grosso…” “Se ne sono gia dette anche troppe su di lui…” “Bisogna andare a vedere…” Continuando a parlare su questi toni, un nutrito gruppo si era armato di lampade e torcie a manovella, qualche bastone, archi e frecce, e con un forte senso di apprensione avevano iniziato a dirigersi verso lo spiazzo dove era ormeggiata la MIRAGE. ...continua.

Modificato da tott i de il 07/06/2011 alle 00:27:45
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tott i de
tott i de
30/08/2010 546
Inserito il 07/06/2011 alle: 00:33:48
Lo spiazzo era buio e silenzioso, contro al nero vellutato della notte, si stagliava la grande sagoma della MIRAGE. IL silenzio assoluto era rotto solamente dai passi di tutti quei curiosi che scricchiolavano sulla ghiaia. Ogni tanto un mormorio di apprensione si levava dalle retrovie. Erano tutti curiosi, ognuno di loro aveva i propri buoni motivi per voler sapere che fine aveva fatto Decimo. Da quel che aveva potuto appurare Oby , gli era parsa una persona benvoluta, le chiacchiere che erano sorte durante il suo viaggio, si erano stemperate durante quella sosta, Decimo era molto conosciuto, tutti quelli con i quali aveva parlato, erano sembrate persone legate a lui da un forte e profondo affetto. La prova tangibile era che, nonostante le momentanea dimenticanza che avevano manifestato sulla sua presenza alla festa, erano tutti sinceramente preoccupati di dove fosse finito. Arrivati vicino alla Mirage, ricominciarono i commenti. “Ma è tutto buio…” “SSSSST! Sentite qualcosa?” “Non vi pare un ronzio…?” “No,no, è solo qualche zanzara.” “Che dite, proviamo a bussare? Magari si sono addormentati!” “Non ci si vede niente…” “Io provo ad avvicinarmi…fate un po’ di luce sulla porta…” “Ehi! Ma è aperta…!” “Che ci siano stati i ladri…?” “Oddio…cosa sarà successo…?” “Io provo a salire…!” “Dai, non puoi, è violazione di domicilio…” Oby era salito sul primo gradino e aveva iniziato a dar voce… “C’è nessuno…? Sono io…Oby…! Ehilà…di casa?!?!” Silenzio. Oby si fece coraggio e salì ancora…seguito Garamau che era del mestiere e da Mirò che al buio si muoveva bene. Piano piano, anche altri si fecero coraggio e cominciarono a salire. In quel buio denso rischiarato solamente da qualche torcia, non si sentiva volare una mosca, lo spazio era abbastanza grande e camminando con circospezione iniziarono ad avanzare. “Qui non c’è nessuno…” Ad un tratto Oby si inciampò in qualcosa di irregolare sul pavimento, un ostacolo quadrato, duro e metallico che si sollevava appena da terra. “Presto, fate un po’ di luce qui…” Garamau, con una candela di cera si avvicinò al pavimento e scoprirono una botola di ferro leggermente sollevata…una vera stranezza in una astronave come la MIRAGE, nessuno di loro infatti sapeva che esistessero modelli con botole a pavimento. “Ragazzi, qui bisogna farsi coraggio, bisogna scoprire cosa c’è sotto!” Con forza si misero a tirare il pesante portello mentre tutti si accalcavano curiosi nella penombra. Ad un tratto la botola cedette sollevandosi di scatto e lasciando intravedere un cunicolo buio e odoroso di muffa e funghi che si dipanava nell’umida oscurità del sottosuolo. Mistero. Cosa ci faceva lì quel cunicolo? Quando mai sotto agli astrocamper si sviluppavano gallerie sotterranee? Questa era una vera stranezza, qualcuno doveva farsi coraggio ed andare a vedere…forse Decimo era la sotto, forse lo avevano rapito…forse stava scavando un rifugio antiatomico ed era scivolato perdendo i sensi…e la moglie… e la figlia… dov’erano finite loro? “Ragazzi, io provo a scendere…” “Va bene, veniamo con te…” “Anch’io…” “Anch’io…” In molti decisero di seguire Oby che aveva iniziato a scendere in verticale una stretta e scivolosa scaletta a pioli, per avere le mani libere si era fissato sulla fronte un faretto da minatore, attrezzo in dotazione nella scatola gioco delle Giovani Marmotte, oggetto regalo della sua mamma quand’era piccolo del quale andava ancora molto fiero. “Fate attenzione che si scivola, i pioli sono bagnati e ricoperti di muffa…” Continuando a scendere, il pozzo si faceva sempre più angusto e umido, gli scalini scricchiolavano e ogni tanto sembrava che qualcuno cedesse sotto al peso. Era già sceso di svariati metri, quando improvvisamente mise il piede su uno strato di terra battuta e vide che alle sue spalle, il cunicolo stava iniziando ad allargarsi trasformandosi in una galleria abbastanza ampia che faceva camminare due uomini a braccetto in piedi e comodamente. Si rese anche conto che il buio fitto, che fino a quel momento lo aveva accompagnato, si stava lentamente trasformando in un chiarore verdastro che trapelava dalle pareti come uno strano effetto chimico. Si fece da parte e aspettò che anche tutti gli altri lo raggiungessero manifestando man mano il loro stupore. “Ma dove diavolo siamo finiti?” “Non lo so, è tutto molto strano…coraggio, dobbiamo continuare…” Alle sue spalle qualcuno si stava prendendo per mano per darsi coraggio reciproco, Garamau aveva estratto la sua pistola giocattolo d’ordinanza, regalo di quando era andato in pensione e Mirò aveva impugnato la sua micidiale matita, appuntita come una stiletto. Laroba, che la sapeva lunga, dal canto suo non girava mai disarmata e dentro al reggiseno nascondeva un capezzolo spray al peperoncino e dentro di se rimuginava di non aver comprato l’ultimo modello di “Tetterotanti”, reggiseno da combattimento in alluminio pressofuso. Il gruppo camminava compatto, il silenzio era rotto solamente da qualche sospiro preoccupato e dallo scricchiolio dei passi sulla terra umida e dal rumore sinistro e disgustoso dello spiaccichio di qualche lombrico che strisciava tranquillamente nel suo habitat. Il chiarore soffuso e verdastro si era sempre più uniformato ed era divenuto costante come se centinaia di starlite fossero state attivate per una battuta di pesca notturna, a tal punto che non era più necessario utilizzare le proprie torce. Avevano già percorso diverse centinaia di metri, gli animi cominciavano seriamente a dare segni di effettiva preoccupazione. “Io torno indietro…vado a chiamare la polizia…ho letto di un tale che si chiama Hannibal che…” “Ma dai, smettila, qui non c’è nessun Hannibal, non vedi che non ci sono ossa…” “Ehi ragazzi non c’è segnale…” “BZZZZZZ…BZZZZZZ…BZZZZZZ…” “Cos’è questo rumore…?” La galleria stava ad un tratto svoltando di colpo verso destra e dietro l’angolo si percepiva uno strano ronzio. Nessuno aveva il coraggio di guardare oltre, di effettuare quella svolta, il ronzio si stava facendo sempre più intenso. “Fermi…fermi tutti, ragioniamo, dietro a quest’angolo c’è qualcosa, ce ne siamo accorti tutti ma forse potrebbe essere qualcosa di pericoloso, prima di continuare bisogna vedere di cosa si tratta…chi di voi ha uno specchio?” La signora Luisa, cominciò a frugare nel suo cestino e tirò fuori, dopo un vaso di fiori, un attaccapanni, un ombrellone, una poltroncina pieghevole, due mazze da baseball, una batteria per motorino, una scatola di candele, un prosciutto con affettatrice, tre meloni, un canotto gonfiabile i remi e il salvagente, finalmente uno specchio ovale in bronzo con manico cesellato ed intarsiato delle dimensioni di una ruota per auto. “Mi spiace, ho solo questo, spero possa andar bene.” “Certo certo, grazie Luisa.” Disse Oby prendendo lo specchio dalle mani della donna e spingendolo con delicatezza oltre l’angolo della galleria. Riflesso nel vetro comparve un gigantesco quadro comandi, una parete intera di due metri per quattro di luci, bottoni, leve, manometri, fusibili e chi più ne ha più ne metta. “Ragazzi, scampato pericolo, è solo un quadro elettrico, molto grande, possiamo continuare…” Detto questo tutti svoltarono l’angolo e si trovarono la galleria ostruita da quel pezzo tecnologico che oltre a sembrate un quadro comandi , sembrava anche una porta. “E adesso…?” “Finisce qui, la galleria?” Tutti si misero ad esaminare quella stranezza, da li non si passava di certo, quello era un quadro elettrico, acceso per giunta ed era sicuramente molto pericoloso toccarlo o manometterlo senza sapere di cosa si trattasse. A turno cominciarono ad osservarlo nella speranza che a qualcuno venisse un’idea. Ad un tratto, Mustang che era rimasto in silenzio fino a quel momento intravide , in un angolino della parete un bottoncino rosso con una minuscola scritta che diceva -PREMI QUI-. E senza aspettare consigli, con slancio dettato dall’impeto della sua esuberanza…premette… ...continua.

Modificato da tott i de il 07/06/2011 alle 22:07:40
17
franco49tn
franco49tn
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24/01/2008 10362
Inserito il 07/06/2011 alle: 16:48:21
Bellissimo e "stellare" racconto[;)] Seguirò la evoluzione degli eventi di questo gruppo di esploratori del nostro spazio comune. Ho fatto copia cartacea di tutto ,fino ad oggi,e sarà da proporre ai nipotini nelle serate uggiose. Franco
15
tott i de
tott i de
30/08/2010 546
Inserito il 07/06/2011 alle: 17:02:02
quote:Risposta al messaggio di franco49tn inserito in data 07/06/2011  16:48:21 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>
> Grazie, ma sei proprio sicuro di voler intaccare quelle menti pure dei nipotini...non vorrei che tutto ciò nuocesse gravemente alla loro salute...hai visto cosa ha fatto con me?[:D][:D][:D] Ormai io sono senza speranza...per loro invece...![:D][:D] Ciao, Stefano.
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Mandovai
Mandovai
08/01/2009 1078
Inserito il 07/06/2011 alle: 21:33:48
Finalmente! Aspettavo con ansia il prosieguo...
15
tott i de
tott i de
30/08/2010 546
Inserito il 08/06/2011 alle: 00:13:11
Le centinaia di lampadine che si trovavano su quel quadro iniziarono a lampeggiare simultaneamente e il rumore che prima era solamente un ronzio iniziò a diventare un allarme assordante. Tutti si stavano premando le mani sulle orecchie, il caos stava regnando sovrano, quando, ad un tratto, il rumore cessò e il pannello gigante iniziò a sollevarsi verso l’alto, lentamente, lasciando intravedere il proseguimento di un’altra galleria, più ampia e percorsa da rotaie. Il pannello finalmente si fermò, e tutti poterono entrare nel nuovo locale. Alle pareti erano collocate diverse lampade che rischiaravano l’ambiente con una luce azzurrina, addossate al muro c’erano diverse panchine e una pensilina con un cartello che diceva “Capolinea”. Era tutto molto surreale, sembrava la stazione di un metrò, c’era l’orologio fermo all’ una e dieci, c’era un distributore del caffè, c’era un bignè alla crema mezzo mangiucchiato, sul muro c’era un poster che diceva “Vieni in Tunisia…”, e in lontananza si sentivano le note di un’orchestra jazz e quelle panchine avevano l’aria di essere molto fredde. Oby rabbrividì, avrebbe tanto voluto essere chiuso dentro al suo paltò. “Tutto questo è molto strano, stiamo cercando Decimo, non Baglioni…” Disse qualcuno tra la folla. “Io ho un po’ paura” Disse donna Raffaella che vedendo quel bignè solitario le era venuto un moto di tristezza e che per farselo passare si era spruzzata una dose consolatrice del suo Vanill N°5. Mirò aveva iniziato a scarabocchiare il poster. Garamau, con sul naso occhiali spessi un dito, faceva le parole crociate, le ragazze e Laroba chiacchieravano tra loro reggendo dei sacchetti dell’Upim. Emil e il gruppone facendo acrobazie sui binari con le bici, si lamentavano del governo e della polizia. La famiglia Mmando stava leggendo le istruzioni sul distributore del caffè e Mustang e la moglie, abbracciati, si stavano facendo promesse per l’eternità. In questo momento di stallo, Mileyla, decisamente preoccupata si avvicinò a Oby e sussurrando disse: “Qui bisogna fare qualcosa, non vedi che sono tutti bloccati, sembra quasi che non sappiano cosa fare, nemmeno noi lo sappiamo, ma almeno cerchiamo di far andare avanti questa storia che nessuno legge…!” “Lo so, lo so tesoro, ma lo sai che la fantascienza oggi non tira, in edicola ci sono pacchi e pacchi di fumetti di Superman, e poi, ti ricordi Zagor, anche lui doveva essere una storia alternativa ma…non vende più niente sono anni che tutti preferiscono Tex o addirittura Diabolik, lo sai che Yoda è dovuto andare in prepensionamento, le saghe di Guerre Stellari sono diventate obsolete.” “Certo, lo so, avevo tanti amici nell’iperspazio, lo sai che con il comandante Han Solo eravamo quasi fidanzati…” “Si ma è una storia vecchia, hai sposato me…” “Non ti arrabbiare, stavo solo ricordando…Chewbecca, C-3PO, chissà che fine hanno fatto…li penso sempre…” “Dai Mileyla, non ci pensare, vedrai che ne usciremo tutti e che ci sarà un ritorno alla fantascienza, quella d’autore…lo sai che X-Man ha avuto un discreto successo, Wolverine è un gran pezzo di gnocco e alle donne piace.” “Certo, certo, preferisco le sue lame a quelle di Freddy Krueger.” “Ehi, lo senti anche tu questo rumore…?” Nel silenzio della galleria dove si sentiva solamente il brusio delle chiacchiere dei nostri amici, aveva iniziato a definirsi il classico rumore sferragliante di un treno che percorre le rotaie. “Emil, è meglio se vi togliete da quei binari…” Disse qualcuno. E in men che non si dica, comparve una serie di vagoni della metro deserti, tutti luccicanti e sfavillanti di luci e cromature che si fermarono proprio davanti a loro, con un sibilo le porte si aprirono e tutto tacque. Sulla fiancata del primo convoglio era scritto “Direzione Hangar 19” “Qualcuno deve andare all’Hangar 19 ?” disse una voce del gruppo. “Dai non fare lo spiritoso, questa storia sta già durando abbastanza, sarà meglio salire e vedere dove questo difficilissimo parto di fantasia ci porta…non credete?” Tutti si guardarono in faccia, la cosa doveva andare avanti ne erano tutti consapevoli, ormai avevano percorso diversi chilometri nel cuore della terra e non vedevano l’ora di tornare a respirare un po’ di aria pulita. Non avevano scelta, si fecero coraggio e salirono…le porte si chiusero di scatto con il solito sibilo reso ancor più sinistro dal fatto che il loro destino da questo punto in poi era a tutti ignoto. Il treno fischiò e partì a gran velocità, inabissandosi ulteriormente nel buio delle profondità terrestri. ...continua.

Modificato da tott i de il 08/06/2011 alle 00:13:55
16
Mandovai
Mandovai
08/01/2009 1078
Inserito il 08/06/2011 alle: 14:09:31
E poi c'è chi si lamenta che i camper oggi sono un po' pesanti... portarsi anche il metrò dietro...
zagor61
zagor61
-
Inserito il 08/06/2011 alle: 21:06:29
Ciao Tot i dè, è bello vedere che stai ritornando in forma. Grazie per la "citazione" e auguri di buona convalescenza. Lorenzo

Modificato da zagor61 il 08/06/2011 alle 21:07:12
16
EmilG
EmilG
03/11/2009 4885
Inserito il 21/06/2011 alle: 13:20:48
Continua? O mi sono perso qualcosa ? ciao Emil
16
Mandovai
Mandovai
08/01/2009 1078
Inserito il 21/06/2011 alle: 13:44:22
Ce lo fa sospirare...
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tott i de
tott i de
30/08/2010 546
Inserito il 22/06/2011 alle: 07:06:44
...grazie ragazzi, non ci speravo, devo confessare che fa piacere sapere che c'è qualcuno che attende... nell'ombra (pochi, molto pochi...ma buoni!). Quello che scrivo, è frutto della mia fantasia più sfrenata, spesso, la vera fonte di ispirazione sono i vostri commenti e quando questi languono...non riesco più a continuare, il crampo dello scrittore diventa quasi un gravissimo problema artrosico e... tra impegni vari e lavoro...tutto tace. Poi, sono sicurissimo che non vi siete dimenticati di Decimo, era lui la mia vera musa ispiratrice, io seguo con infinita modestia le sue orme ma...mi manca la materia prima...io non sono alla sua altezza e certamente disilludo le vostre speranze. Comunque, non perdetevi d'animo , proverò ad impegnarmi, il mio proposito è quello di portare a termine questa storia, non so ancora dove andrà e soprattutto quando andrà a finire, portate pazienza e non disperate...finchè c'è COL c'è speranza! Ciao a tutti[;)]
17
franco49tn
franco49tn
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24/01/2008 10362
Inserito il 22/06/2011 alle: 09:02:10
Ho ancora parecchio spazio nel raccoglitore dove infilo i vari fogli cartacei (copio tutto) di questa SAGA !? Franco

Modificato da franco49tn il 01/07/2011 alle 18:19:41
16
EmilG
EmilG
03/11/2009 4885
Inserito il 01/07/2011 alle: 18:24:06
Il Fenomeno anche se non scrive in questo momento direttamente lo fa attraverso vie secondarie indirettamente ma forse non basta per scatenre la fantasia? Eppoi con questo caldo ti capisco che non è facile concentrasi. Aspettiamo fiduciosi Emil
15
tott i de
tott i de
30/08/2010 546
Inserito il 05/07/2011 alle: 00:26:24
La galleria si stava facendo sempre più buia e profonda. Sui volti di tutti gli occupanti di quello strano vagone, si riusciva a leggere una buona dose di inquietudine. Nessuno parlava ma era come se una voce comune si domandasse se avevano fatto bene a salire e ad intraprendere quel viaggio verso l’ignoto. Tutti loro erano abituati a viaggiare ma solitamente decidevano da soli la meta e questa volta, non sapevano neppure chi guidava quel treno sotterraneo. Ogni tanto, il buio veniva rischiarato da luci intermittenti che annunciavano l’arrivo in una qualche stazione nella quale non ci si fermava mai, il convoglio si limitava solamente a rallentare un poco diminuendo l’incessante e monotono sferragliare. “Ma quando arriviamo?” Una voce anonima ebbe finalmente il coraggio di fare quella domanda tanto attesa e sospesa da tempo sulla bocca di tutti. “Non lo so!” Rispose un’altra con un tono triste e di mesta rassegnazione. Questo piccolissimo scambio di battute dette finalmente l’imput per sbloccate la situazione. “Qui bisogna fare qualcosa!” Disse EmilGid="size6"> che era stato appena rinvigorito da una barretta energetica gusto “frutti rossi e speck”. “Hai proprio ragione, secondo me bisogna elaborare un piano al più presto, non possiamo stare ancora su questo treno, chissà dove ci porta e poi bisogna ritornare all’aperto, abbiamo fatto malissimo a salire, sembra un piano di rapimento di massa.” Aggiunse Garamau abituato da lunghi anni di pratica a riconoscere al volo le situazioni di pericolo. “Già, ma cosa? Siamo tutti qui intrappolati su questo vagone puzzolente con le cicche appiccicate ai sedili e senza neppure poter aprire i finestrini…poi…le tutine sintetiche di EmilGid="size6"> e dei suoi amici stanno cominciando a dare i primi segnali di…decomposizione…” Donna Raffaella era abituata a respirare gli inebrianti aromi dell’alta pasticceria e quell’ambiente chiuso iniziava a darle un certo senso di soffocamento e a farla impallidire vistosamente. Le donne del gruppo, spinte da compassionevole animo altruista le si avvicinarono reggendosi ai pali appiccicosi del mezzo, qualcuna aveva iniziato a sventolarla con un fazzoletto e la signora Luisa , rovistando amabilmente nella sua borsetta cominciò ad esibire una vasta campionatura di svariate fragranze di profumeria che iniziò a distribuire volentieri e che tutte apprezzarono inalandole frettolosamente quasi come attesissimi farmaci salvavita. Intanto…il vagone aveva iniziato a rallentare…dai finestrini non trapelava nessuna luce…la profonda galleria li stava ancora racchiudendo come un sinistro bozzolo. Il vagone rallentava sempre di più. Lo stridio dei freni era quasi assordante. Le facce di tutti erano in attesa. Un ultimo acuto e fastidioso stridio e… …fermi. Erano fermi, quel diavolo di vagone aveva finalmente smesso di muoversi, nessuno sapeva più ormai da quanto tempo avevano viaggiato, ne avevano perso la cognizione. La porta continuava inesorabilmente a rimanere chiusa, fuori non si vedeva un accidente. Mustang si era attaccato alla maniglia della porta e stava cercando con tutte le sue forze di aprire quella scatoletta infernale. “Fuori, anche al buio sarà sempre meglio di qui!”. La famiglia Mmando stava percuotendo selvaggiamente alcuni finestrini cercando di creare un varco invano, gli sforzi che facevano servivano solamente ad aumentare la confusione e il disagio generale. Ad un tratto, quello che per nessuno doveva succedere, successe. La luce del mezzo si spense facendo precipitare tutti in un buio denso, stantio e pregno della più inconfessata e atavica paura. Dopo i primissimi istanti di stupore, i primi artigli di quello che possiamo chiamare terrore puro iniziarono a dilaniare gli animi di questi sprovveduti viaggiatori e… esclamazioni irripetibili vennero pronunciate quasi all’unisono da tutti, urli, sbraiti, bestemmie, imprecazioni e quant’altro di coreografico si può aggiungere per definire al meglio la situazione beffarda nella quale si trovavano. “BASTAAA! Smettetela, tutti e subito! Non dobbiamo comportarci come bambini. Siamo tutti vivi, nessuno si è fatto del male e siamo solamente al buio! Dobbiamo ragionare” Oby aveva preso le redini, con il suo grido fermo e deciso aveva finalmente riportato un po’ d’ordine, nell’oscurità tutti si stavano calmando. Seduti vicini o dove capitava, nell’ attesa che quella situazione angosciosa si modificasse in qualche modo, alcuni avevano iniziato a parlare come in un bivacco tra amici avvolti nei sacchi a pelo aspettando di addormentarsi. Ma senza fuoco. “Quando esco di qui vado col camper dove fa giorno per sei mesi.” “Io sto al sole fino a far luce da solo.” “Io penso che prima di tornare in una galleria sarà passato del tempo…” “Io starò al buio solo se sopra avrò stelle o nuvole…” “Io invece ho cosi bisogno di aria pulita che...EHI! CHI E’ CHE HA MOLLATO?” “Ecco…ma lo sai, chiunque tu sia, che qui i finestrini sono sigillati?” “Forse lo ha fatto a fin di bene…c’è una pubblicità che dice…”Il metano ti dà una mano…” chissà!” “Si, ma non basta una puzzetta a sfondare un finestrino, e menomale che il nostro amico o amica non fa delle Molotov perché è già …impegnativa questa!” Il piccolo incidente aveva per un attimo ammutolito quel buio e qualcuno era intento a sghignazzare in un angolo quando ad un tratto… “SSSTTTT, silenzio, tappatevi il naso e guardate…guardate fuori!” L’inchiostro nero e denso dell’esterno pareva stesse lentamente schiarendosi, quello che fino a pochi istanti prima era stato pece, adesso aveva assunto una lieve tonalità grigiastra. Sporadicamente, come minuscoli puntini luminosi, piccole stelline lampeggianti spezzettavano la monotonia di quel grigio. Il gruppo dei nostri amici si era automaticamente avvicinata ai vetri attendendo speranzosa che quel buio schiarito continuasse ad evolversi positivamente. Con i nasi appiccicati ai finestrini, nelle menti di alcuni di loro, il pensiero più ricorrente in quel momento critico era sicuramente rivolto al loro amico, “Decimo! Ma chi me l’ha fatto fare di correrti dietro?” ...continua.
16
EmilG
EmilG
03/11/2009 4885
Inserito il 05/07/2011 alle: 06:31:37
[:D]
15
tott i de
tott i de
30/08/2010 546
Inserito il 05/07/2011 alle: 07:36:40
...è nato anche questa volta...il travaglio è stato lungo e difficile, il parto è stato podalico ma...anche questa volta qualcosa ha "visto la luce"...almeno lui! Grazie. Alla prossima, Stefano.
SostaGruppiCompagniItaliaEsteroMarchiMeccanicaCellulaAccessoriEventiLeggiComportamentiDisabiliIn camper perAltro CamperAltroExtra
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