Guerra!

In effetti si cominciava ad intravedere qualcosa. Era come se un’alba verdastra stava sorgendo dentro ad una caverna, i finestrini ai quali tutti erano appiccicati, non bastavano a rendere giustizia a quello che si stava materializzando. In effetti si trattava di una caverna ma era talmente immensa che pur torcendo il collo verso l’alto e contorcendosi tutti dentro alla cabina del vagone non se ne riusciva a vedere la volta. La luce era sempre più intensa e si rifletteva in un caleidoscopico arcobaleno contro ai milioni di cristalli lucenti dei più svariati minerali dei quali erano ricoperte le pareti; nemmeno la miniera dei Sette Nani, che era famosa per la sua produzione di pietre preziose, raggiungeva una tale magnificenza. Erano tutti sbalorditi ma nessuno aveva ancora trovato il modo di scendere dal treno e gli animi cominciavano a farsi insofferenti. Mileyla, si era guardata attorno con attenzione, non c’era nulla in quel vagone che potesse far pensare a qualche stratagemma per uscirne, era tutto assolutamente normale, cosi assolutamente banale che nella sua normalità l’unica cosa che le venne in mente fu quella di premere il pulsante di “fermata a richiesta”. Come si fa a dire che quello stupido gesto risolse in parte i problemi di tutti? Ebbene, fu proprio così, le porte miracolosamente si aprirono con un risucchio di aria compressa e tutti si voltarono stupiti a guardare la donna. “Ehi, ma come hai fatto?” “Se ve lo dico non ci credereste!” L’aria che entrava odorava di cellophan e di motori nuovi; pian piano iniziarono a scendere guardandosi attorno in quello strano luogo, i loro piedi stavano posandosi sopra ad una fitta moquette verde prato dove erano collocate delle frecce bianche che indicavano la direzione da prendere. Era come camminare sull’erba, il vialetto moquettato attraversava nel centro la vastità di quella caverna luminosa, in un gruppo compatto, ed alcuni tenendosi per mano, iniziarono ad incamminarsi seguendo quelle frecce occhieggianti. Stavano camminando già da diverse centinaia di metri quando la caverna cominciò a restringersi, cominciava quasi a sembrare un normale e spazioso corridoio, ai lati c’erano dei corrimano di corda e ottone alternati da vasi di Kenzie, Cocchi e Papiri, sembrava tutto stranamente coreografico come in una esposizione. In fondo, si intravedeva quello che sembrava essere un passaggio, un enorme tendone di pesante velluto blu sembrava coprire l’ingresso di qualcosa. Tutti affrettarono il passo accalcandosi li davanti. “Amici” disse Oby “Non avrei voluto trascinarvi in questa storia, credo che ormai siamo quasi giunti alla sua conclusione, dietro a quella tenda blu penso si nasconda il nodo cruciale di questa avventura. Prima di continuare, visto che alcuni di voi mi hanno seguito loro malgrado, volevo dire che da quando ho intrapreso questo viaggio, lo scorso anno, ho conosciuto molte persone, visto tanti paesi, mi sono affezionato a perfetti sconosciuti che come me scrivono tante cakkiate e per questo ho deciso di seguirli a mia volta. Volevo dire che senza l’appoggio di Mileyla, tutto questo non sarebbe stato possibile e neppure….senza….di lui….è lui che ha iniziato….è lui che ha cominciato questa “guerra”….è lui che mi ha provocato….a scrivere…. e io….io ho combattuto con le mie armi cercando la mia pace e…anche la sua e ad un tratto, lui è sparito, proprio sul più bello, quando si iniziava a fare sul serio… Io non so dove sia finito, forse qualcuno di voi inconsapevolmente lo sa o lo sa per davvero, ma a me piace pensare che prima o poi, Decimo Massimo Meridio rifaccia un altro “Gladiatore”. E adesso passiamo questa tenda!” Molte mani gli si posarono sulle spalle e in silenzio scostarono il velluto. ...continua...

Aaaaahhhh! Ma allora qualcuno c'è! Pochi ma buoni. Questa sera altra puntata, promesso.

L’uomo era seduto a gambe incrociate su di una stuoia al centro della stanza ed era circondato da una moltitudine di cuscini colorati. Cesti intrecciati ricolmi di frutti gli erano stati posati davanti e diversi contenitori cesellati racchiudevano oli profumati. Era quasi nudo e un pareo di seta gli circondava i fianchi. Alle pareti, pesanti tendaggi di tessuti damascati riccamente drappeggiati davano all’ambiente le fattezze di un’alcova. Nella penombra offuscata dal fumo soffocante degli incensi, il suo cranio lucido baluginava al ritmo delle candele accese e una musica soffusa dalle note orientali completava quel quadro esotico. Se Oby non avesse saputo di trovarsi chissà dove nelle profondità terrestri avrebbe certamente creduto, considerando la stazza di quella persona, di trovarsi in un tempio al cospetto di un qualche sacro Budda. Pian piano entrarono tutti cercando di abituare gli occhi a quella semi oscurità e nel silenzio mistico che quella scena imponeva Laroba sussurrò: “E’ lui, lo abbiamo trovato!” Oby si girò di scatto. “Come sarebbe “è lui”? Non mi dirai che quello è Decimo, sembra una statua di cera, è in trance!” Non lo aveva riconosciuto. “Si, si è proprio lui.” Bisbigliarono anche gli altri che lo conoscevano di persona e finalmente cominciavano a ricollocarlo nelle sue sembianze originali. Mirò aveva iniziato a tracciare un ritratto sul suo taccuino, non poteva lasciarsi scappare quella ghiotta occasione di immortalare Decimo in versione mistica per la sua collezione “Personaggi famosi vestiti da…”. “E adesso che facciamo?” Disse Oby rivolto agli altri, “Siamo arrivati fin qui, lo abbiamo trovato, lui è come se non ci fosse e non sappiamo neppure come tornare indietro. Non capisco il senso di tutto ciò, questa mi sembra tanto una destinazione pilotata, non siamo stati noi a volerlo trovare veramente, è stato lui…o chi per lui a condurci fin qui…non riesco a credere che tutto questo sia soltanto opera sua…continuo a non capire…ho una strana sensazione…come se sotto a tutto questo si nascondesse qualcosa di molto, ma molto grosso!” “Guarda che se fosse veramente grosso come credi tu, quel pareo non basterebbe a nasconderlo!” Sentenziò una voce femminile. Mentre discutevano e Mirò era intento a colorare il suo schizzo, un voce profonda alle loro spalle disse: “ Bene, eccovi, finalmente siete arrivati, vi stavo aspettando!” Lo stupore era quasi tangibile, l’uomo si era risvegliato dalla sua catalessi, si era alzato in piedi e si era avvicinato al gruppetto che si era voltato di scatto sentendo la sua voce. Solo sui volti di pochi di loro non trapelava nessuna emozione, avevano un viso soddisfatto e allo stesso tempo un espressione di approvazione. Garamau, Laroba e Mirò si avvicinarono all’uomo e iniziarono a stringergli la mano, Laroba lo abbracciò di slancio scivolando come un’anguilla sulla sua pelle unta. “Se sei qui, vuol dire che…che ci sei riuscito…scusami ma sono emozionato” disse Garamau con un nodo in gola e girandosi verso gli altri continuò: “Signori, questo, per chi non lo conoscesse già è Decimo, Decimo Massimo Meridio, Generale della prima flotta camperstellare e comandante supremo della Mirage, nonché Fenomeno e per gli amici Elvis. E’ lui che ha guidato la resistenza di tutti gli equipaggi sider-camperali che sono stati minacciati, bistrattati e perseguitati come paria dalle giunte comunali dei vari paesi galattici che non tolleravano la pacifica sosta. Lui che si è buttato anima e corpo in questa guerra e che, se lo troviamo qui, vuole dire che ha vinto, che è riuscito a far avverare quel sogno che noi tutti possessori di astrocamper covavamo segretamente…ma lui… vi spiegherà meglio.” Così, quello era il Generale, quel Decimo tanto temuto da Oby e cosi diverso da quello incontrato ai bagni dell’area di sosta, in quell’attimo emanava un carisma talmente potente da far vibrare corde emozionali fino a quel momento sconosciute.. Lui e Mileyla lo avevano sfuggito ed inseguito, lo avevano temuto e adesso la stavano ammirando, i loro sentimenti si stavano contrastando, quella guerra in realtà non era stata tale e combattuta tra di loro ma era stata una sorta di intesa segreta che come unico fine aveva la tacita coesione di comuni sentimenti ed interessi. Non avevano capito ancora bene cosa avesse infine fatto questo Decimo di così importante ma avevano intuito che era qualcosa che li accomunava tutti, nessuno escluso, tutti loro della grande galassia del sistema “Plenarie”. ….continua….

A questa storia manca qualcosa...forse le figure ?!?!?! Sarà per questo che non la legge nessuno, adesso la faccio finita, lo giuro![:D][:D]

Lo sforzo è decisamente immane, non ho più spunti e soprattutto nassuno che me li fornisce.[;)] Comunque, per adesso accontentetevi...poi si vedrà come andrà a finire![:D][xx(] Il silenzio pesava quanto una coperta si lana di cammello, tutti attendevano senza neppure osare un respiro, nella calda aria affumicata ormai satura, Decimo iniziò a parlare. “Sono stato io a farvi arrivare fin qua. Vi sarete certamente accorti di essere stati guidati, non vi volevo spaventare ma vi ho voluto radunare in base alle vostre peculiarità. Avete dimostrato nel tempo di saper capire ed apprezzare la vera essenza di quello che tutti noi vogliamo dimostrare e cioè, scusatemi l’eufemismo, di andare “a cvlo col mondo”! Purtroppo, non tutti la pensano come noi, gli spiriti liberi hanno sempre suscitato sentimenti di ignoranza, paura, invidia, soppressione, purtroppo noi siamo ancora una minoranza e come tale con poca forza. Eleuthera, la vera sorella libertà continua ancora a far paura a qualcuno. Le grandi Astrocity, e i paesi satellite coalizzati mal tollerano noi con i nostri mezzi, li hanno sempre considerati invadenti, ingombranti, inquinanti, sporchi e poco inclini alle spese quindi un peso inutile per il traino delle economie. Non si sono mai soffermati a pensare che certe economie girano per forza sulle nostre libere case, noi non dormiamo tra le foglie degli alberi ma abbiamo letti veri, abbiamo frigoriferi e televisori, le nostre mogli mettono tendine alle finestre, alcuni di noi apprezzano tecnologie da NASA e riempiono i loro astrocamper con oggetti di ultimissima generazione. C’è chi ama la vita spartana e si lava con la saliva ma comunque usa la Thetford e chi non può fare a meno delle comodità estreme e tutto ciò ha comunque un costo e la nostra razza, sempre in nome di Eleuthera è comunque disposta a pagarlo a patto di poter continuare a vivere in pace. Ed è per questo che sto per dirvi dove ci troviamo….e perché! Siamo a…”PARMUNDERGROUND l’altrafiera” a svariati metri sotto al “Salone del camper” e stiamo per presentarci al mondo….” Le canne "dell’organo" di Capitan Rocco detto Nemo, attaccarono con la loro musica vibrante che creava un’atmosfera talmente surreale che tutti stavano guardando a bocca aperta quello che si stava presentando ai loro occhi stupefatti. I tendaggi che circondavano le pareti di quella alcova fumosa si stavano sollevando lentamente lasciando intravedere il bagliore di migliaia di luci laser che aumentavano con il crescendo della musica. Ormai erano circondati da un bagliore talmente intenso che EmilGid="size6"> e il suo gruppo avevano inforcato i loro preziosismi occhiali in lega carenata antifuoco e che di solito, utilizzavano per proteggersi dalle scintille durante gli inseguimenti in discesa. Ma lo spettacolo che veniva offerto a tutti non poteva neppure competere con lo sfarzo del più meraviglioso ed impensabile paradiso terrestre così come da sempre veniva descritto nell’immaginario collettivo. Lui c’era riuscito davvero. Li davanti, in un’altra caverna talmente grande che poteva benissimo contenere una decina di colossei stavano ammirando quello che fino a quel momento non era neppure stato osato pronunciare ad alta voce. Il primo e unico prototipo di area di sosta fluttuante. Era là, sospesa tra cielo e terra, illuminata di luce ultraterrena e meravigliosamente attrezzata, un vero sogno ad occhi aperti, la vera risoluzione a tutti i problemi di sosta degli astrocamperisti. “Signori e signore, vi presento…PERFECTPIAZZOL, la prima area fluttuante e orbitante contro qualsiasi divieto e qualsiasi forma di negazione comunale o boicottaggio astrocamperistico, adatta ai raduni più affollati e anche alle più semplici gite fuoriporta tra amici. Abbiamo la possibilità di costruirla di svariate dimensioni a seconda delle necessità, la peculiarità più importante è che funziona ad emissioni zero, cioè funziona con le vostre emissioni, tutto quello che voi producete di scarto viene riutilizzato e trasformato per il corretto funzionamento e propulsione della stazione. Dall’acqua alla luce, dal carbone per le grigliate al combustibile per il riscaldamento e alla carta igienica, è autoprodotto e distribuito automaticamente alle diverse postazioni di sosta che come potete vedere sono molto spaziose e godono di ogni comfort, laghetto per la pesca sportiva o gita in canoa incluso. Naturalmente sono tutti compresi e se qualcuno non li volesse, considerato lo spirito spartano di parecchi, beh, basta non utilizzarli e premendo un apposito tasto si può cambiare la scenografia di ogni singola piazzola, mare, monti, laghi, fiumi, deserti…..a scelta, ce ne sono parecchi. Ed ora, se permettete vorrei invitarvi a fare un giro.” ...continua...[:D] Stefano

Decimo alzò un braccio puntando un telecomando verso l’area orbitante e subito iniziarono a calare diverse piattaforme di svariate dimensioni adatte a sollevare cose e persone. Con le bocche spalancate iniziarono a salire seguiti da Decimo che aveva stampata sul volto un’espressione da gatto sornione soddisfatto del topo porchettato che si era appena ingoiato. Vista da vicino era ancora meglio, l’aria che stavano respirando era ancora più “altissima, purissima, levitatissima” di come se la ricordavano da una ben nota pubblicità, pareva quasi che i loro passi fluttuassero sull’erba verde e iridescente che avevano sotto ai piedi. I vialetti, per la gioia di molti, erano delimitati da centinaia e centinaia di temutissimi e famigeratissimi faretti led che, con la loro luce ultraterrena accompagnavano il percorso. Al centro della struttura sorgeva una bella vasca di cristallo che sollecitata da tutte quelle luci emetteva bagliori sfavillanti e madreperlacei. Nel mezzo, da un’anfora sostenuta da una sirena dalle forme armoniose e generose (per la verità molto gnocca dalla vita in su), fuoriusciva un liquido ambrato e profumato che solleticava le narici. Decimo, Mirò e Garamau, si schierarono da un lato e mentre tutti continuavano a guardarli Decimo riprese la parola. “Amici, è finalmente arrivato il momento delle spiegazioni, noi, io e questi miei amici ve le dobbiamo. Questa storia è iniziata diverso tempo fa, dopo aver girovagato in lungo e in largo ed esserci resi conto che cominciavano a crearsi conflitti anche gravi sulla normale e pacifica convivenza dei popoli itineranti, abbiamo deciso di provare a costruire qualcosa che andasse oltre, che fosse punto di approdo e rifugio per chiunque ne avesse bisogno senza soffermarsi e senza soprattutto bistrattare le sacrosante esigenze di ciascun individuo. Io, non so come ma casualmente sono stato rapito da certi alieni che, si sono rivelati alla fine molto più umani e comprensivi di tanti uomini che ho conosciuto. Costoro erano desiderosi di conoscere da vicino la razza umana e io, mio malgrado, sono stato portavoce di quello che il genere umano contempla nella buona e nella cattiva sorte. Sono stato assente a lungo e ho potuto interagire con loro e raccontare i desideri umani, aprirmi a nome di tutti per il bene della nostra razza. A questo punto hanno deciso di aiutarmi a realizzare un progetto megagalattico e impossibile per i mezzi umani in nostro potere. Mi sono venuti in mente i miei amici Mirò e Garamau che hanno accettato in gran segrato di aiutarmi. Mirò, con la sua fantasia sfrenata ha fornito i disegni e i progetti mentre Garamau ha fornito ricerche capillari e spionistiche sulle varie case costruttori camper e ha carpito le più moderne tecnologie che sono state ampliate e modificate all’ennesima potenza da questi nostri sconosciuti e occulti amici ultraterreni, gli Eleutheriani. Non so alla fine se il genere umano sia già pronto a tutto ciò ma io vi ho selezionato e attirato in questa avventura e ora resta solo a voi accettare o meno. In questa fonte che vedete qui, c’è l’ultimo regalo che hanno voluto lasciarci prima di tornare alla loro galassia che dista migliaia di miliardi di anni luce. Un solo sorso di questo liquido vi farà restare per sempre quello che di meglio siete stati nella vostra vita, niente più tristezza o malinconia, niente più affanni, solo positività e allegria, solo il meglio di voi. Solo il meglio, che potrà proiettarvi nella nostra nuova galassia, una galassia chiamata Libertà.” La mano dell’uomo si appoggiò delicatamente sopra ad un tasto e lentamente il soffitto della grotta iniziò ad aprirsi e con lentezza l’area fluttuante a sollevarsi verso il cielo soleggiato di quella mattina di metà Settembre sopra la città di Parmalat. L’applauso di tutti continuava a scrosciare incessantemente, l’avventura era finita o forse stava iniziando per tutti in quel preciso istante, Oby e Mileyla erano abbracciati e una lacrima di gioia stava rigando il viso di lei. In quel momento, come un dardo di Cupido che trafigge un cuore innamorato, un raggio di sole colpì quella lacrima e un arcobaleno fiammeggiante avvlolse quel sogno. Fine Il riferimento a fatti o personaggi realmente esistiti è da considerarsi puramente casuale. Si ringraziano comunque per la inconsapevole partecipazione tutti coloro che vi si sono riconosciuti. Si ringraziano altresì personaggi e interpreti provenienti da mondi ignoti, fornitori di sostanze allucinogene che sono servite da calamaio per la stesura di questo romanzo, e si ringraziano soprattutto coloro che incontrandomi per strada non mi manderanno a…cag…. Però, ringrazio più di tutti mia moglie che mi ha sopportato Stefano

quote:Risposta al messaggio di franco49tn inserito in data 05/10/2011  20:44:34 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>

> grazie anche a te, un altro che mi ha sopportato, bravi, siete già una quindicina[:D][:D][:D] La prossima mi butto sul giallo! Mi spiego, non vuol dire che picchio un cinese...[:D][:D][:D] Ciao Stefano