Io, normalmente, evito di lamentarmi pubblicamente del mio lavoro. Io credo che qualsiasi situazione lavorativa possa dare adito ad una sequela di lagnanze. Molte volte queste lagnanze provocano un effettivo disagio e preoccupazione a chi le vive, ma bisogna davvero stare molto attenti ad esporle.
Se mi mettessi in modalità
lagnanza on potrei riempire pagine di post, ma poi penso che io quest'anno ho preso il camper e sono stato a Capo Nord, e molti dei compagnetti di mio figlio non sono nemmeno andati in giro nel più banale dei posti per le vacanze. Alcuni dei motivi di lamentio che potrei addurre mi disturbano seriamente, sia chiaro.
Purtuttavia bisogna anche capire la relatività delle problematiche.
Una persona che fa l'insegnante da 25 anni quello sa fare. In quel campo in teoria è senior, e anche se possibile fare altro, ha la legittima idea di poter proseguire. La scuola ha perseguito per anni un malato sistema che ha fatto si che si procastinasse il metodo del precariato. Una cosa che non doveva nemmeno cominciare. Questo ha avvelenato il sistema, impedito una vera selezione basata sul merito (in quanto, con migliaia di precari, ogni concorso diventa paradossale). Io assolutamente comprendo che questa situazione irriti non poco. A mio avviso quella degli insegnanti è una situazione tipica delle matriosche. Chi è fuori, davvero è tra i soggetti meno tutelati della terra, chi è dentro, di ruolo, ha una serie di tutele paradossali nel mondo di oggi. E sono tra i soggetti più lamentini di tutti.
Però ...
Tempo fa al compleanno di un compagnetto di mio figlio una papà che non conoscevo , nel pou parler, mi ha raccontato il suo lavoro.
Sollevava tutto il giorno
a mano stampati plastici. Per 8 ore di fila senza sosta. Senza pausa pranzo, l'acqua la doveva portare lui, senza mangiare, senza pisciare.
Gli ispettori del lavoro secondo lui prendevano mazzette. Sindacati manco a parlarne.
Lui ha tre figli, moglie disoccupata, quel lavoro è a tempo indeterminato. Per quel tipo di lavoro si passa solo dalle agenzie interinali, con un ampio periodi di tempo determinato; se non va, fanno la fame, per cui non gli va di licenziarsi. Sono in due a lavorare in quella fase di lavorazione, tutti e due con famiglia. I più giovani li mettono in punti della linea più facili, se no se ne vanno.
Ovviamente non so quanto sia vero, io nemmeno gli ho detto cosa faccio nella vita, figuriamoci lamentarmi.
http://tinyurl.com/poyhyhh
Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare.
R.L. Stevenson