Sotankhamion era morto.
La sua era stata una vita intensa, il suo lungo regno pieno di conquiste e successi.
La grande tomba, nella quale era appena stato tumulato, era stata ultimata soltanto l’anno precedente ed era stata iniziata quasi settant’anni prima con la sua incoronazione.
Suo figlio era immediatamente salito al trono.
In linea di successione, il suo ultimogenito Soprankhamper I, figlio della luce, sarebbe diventato il faraone dei 10000 Egitti, il regnante più potente del mondo conosciuto.
Contro ogni pronostico, il ragazzo che aveva solo 17 anni, si ritrovò tra le mani quel preziosissimo scettro.
La maledizione che tormentava la discendenza di Sotankhamion, aveva irrimediabilmente decimato tutti i suoi fratelli e sorelle maggiori facendoli morire tra atroci dolori di pancia.
Era rimasto solo lui, l’ultimo. E lui avrebbe regnato.
Il lavoro di mummificazione del padre era stato lungo e laborioso. Il processo era durato 70 giorni.
In tutto quel tempo aveva per forza dovuto supervisionate i lavori di mummificazione e aveva dovuto per forza avere contatti con il maestro imbalsamatore Aquakemnaton e alla fine erano diventati amici.
Dall’alto della collina, Soprankhamper stava osservando la tomba del padre, quella piramide di proporzioni inaudite aveva richiesto la vita di migliaia di schiavi.
Non se la sentiva ancora di dare nuovamente l’ordine di ricominciare a costruire un’altra piramide, un'altra tomba, la sua. Il popolo era stremato, gli schiavi non erano più sufficienti ed erano quasi tutti morti di fatica e anche di fame, suo padre e tutti i suoi avi erano stati dei pazzi, avevano dilapidato fortune immense nella costruzione di tutte quelle piramidi che ricoprivano la piana assolata, i suoi pensieri lo stavano portando ad aborrire tutto quello che da millenni era stato tradizione.
Alle sue spalle Aquakemnaton si era avvicinato lentamente.
- Faraone, hanno finito, l’apertura è stata murata. Il popolo ti aspetta per la cerimonia di Anubi.-
- Si maestro, le vedo anch’io quelle nubi lontane…non promettono niente di buono.-
- Non ti contraddico ma…Anubi…il dio dei morti…la cerimonia per tuo padre…-
- Si, si Aquakemnaton, lo so chi è il dio dei monti, ma non capisco cosa ce ne facciamo noi egizi di un dio dei monti se è da secoli che viviamo in mezzo ad un deserto piatto come un foglio di papiro bagnato.-
- Sempre per non contraddirti ma…-
- Si,si va bene, niente ma, ho appena avuto un’idea grandiosa, basta con tutti questi Dei qui non servono a niente, li pregiamo, gli offriamo sacrifici e loro non fanno una mossa, sono solo statue immobili costruite da noi, dobbiamo trovare la nostra nuova fede, i nostri veri Dei, quelli che sosterranno benevoli le nostre vere inclinazioni e per far questo dobbiamo viaggiare, dobbiamo muoverci e pazienza se verremo sepolti in mezzo alla sabbia, non importa almeno avremo vissuto e li avremo guardati negli occhi.-
Aquakemnaton era sbigottito, il faraone era stato categorico, la macchina organizzativa si era attivata, sarebbero partiti verso quelle nubi che Soprankhamper aveva visto all’orizzonte.
L’ignoto di quel viaggio aveva stimolato le fantasie degli ingegneri reali, il carro che avrebbe trasportato il faraone era già stato concepito come un mezzo dotato di tutte le comodità.
I disegni lo facevano apparire come molto grande e molto pesante, avrebbe certamente superato i 35 quintali ma non era stato ancora inventato nessun divieto a tal proposito quindi…
L’allestimento interno prevedeva una camera da letto matrimoniale, un bagno e una piccola cucina, nonché una bella sala da pranzo con spazio per eventuali ospiti, sul tetto era prevista una mansarda che avrebbe ospitato il personale di servizio.
Analizzando ogni singolo ambiente, nella camera era stato collocato un grande letto dalla forma rotondeggiante ricoperto da un baldacchino che sosteneva zanzariere di lino sottilissimo, decine di cuscini morbidissimi erano collocati attorno e concubine nubiane bellissime condizionavano l’aria danzando e volteggiando con i loro ventagli di piume. Con legno di sandalo profumatissimo erano stati intagliati degli alberelli a forma di pino che pendevano dondolando da punti strategici impregnando l’aria di effluvi esotici.
La cucina si presentava fornitissima con ogni sorta di suppellettile, se fosse servito un coltello per tartufi, sicuramente ci sarebbe stato, ma la cosa più strabiliante consisteva in un piccolo stipo fornito dalla parte interna di una porta e dalla parte esterna di una finestrella, ci sarebbe poi stato collocato un arciere pigmeo dalla mira infallibile che avrebbe fornito, in ogni occasione, selvaggina freschissima.
L’impianto idrico, collocato sul tetto, consisteva in una decina di serbatoi a forma di piramide riscaldati costantemente dal sole forniva istantaneamente acqua calda…troppo calda…caldissima…utilissima per le uova sode.
Anche Aquakemnaton aveva contribuito con il suo sapere, il suo brevetto a base di natron, vino di palma e menta piperita avrebbe aiutato a conservare le deiezioni reali per lungo tempo, quella era una sua specialità e non avrebbe fallito. Traendo ispirazione dai vasi canopi dei quali si serviva durante le mummificazioni, pregò il Dio Thetfordhorus di fornirgli le giuste idee e in pochi giorni riuscì nel suo intento e quel gioiello di cassettina con tappo rimase per secoli una delle più grandi invenzioni della storia ma questo lui non lo sapeva e si limitò a chiamarla Thetford in onore del dio.
I dodici cavalli che avrebbero trainato quello spettacolo erano stati selezionati tra i migliori produttori di sterco combustibile che sarebbe stato usato come riscaldamento in caso di freddo(?!?!?!) o per il fornello reale. Thrumaueris era il fortunato inventore di questo sistema che permetteva di riscaldare tutto convogliando il combustibile direttamente da sotto la coda dei cavalli, una vera genialata, il faraone ne era entusiasta.
Soprankhamper non vedeva l’ora di partire, ormai era quasi tutto pronto, mancava solamente il varo di quel mezzo di trasporto perfetto.
Le provviste erano state caricate, i cammelli di scorta seguivano legati nel caso si fosse bucato un cavallo, la pista era stata sgombrata dal vasto cantiere che aveva richiesto quella costruzione.
Ai lati, tutta la popolazione stava aspettando di ammirare la partenza del suo sovrano, gli ingegneri, gli architetti , i geometri , i semplici manovali che avevano contribuito a quel progetto aspettavano orgogliosi di vederlo muovere e in un istante, dall’alto del suo scranno il Faraone alzò la mano, Soprankhamper, bello, fulgido e maestoso diede il segnale le trombe squillarono e sotto di lui il mondo si mosse.
È difficile immaginarsi la scena, ma la cosa più difficile è immaginarsi che non c’erano le ruote.
Infatti non c’erano…quella costruzione era talmente pesante che per muoverla avevano dovuto utilizzare lo stesso sistema dei blocchi delle piramidi…slitte di legno manovrate da schiavi.
Sarebbe stata dura andare incontro al destino in quel modo…in lontananza le nubi che aspettavano Soprankhamper erano diventate cupe e minacciose, al di sotto si vedevano saettare paurosi lampi.
Il Faraone alzò nuovamente la mano, tutto si fermò.
Sapeva di essere sulla buona strada, era attorniato da fedeli collaboratori che come lui possedevano un notevole spirito di avventura, guardò con orgoglio quel mezzo che lo avrebbe, con le opportune modifiche, portato molto lontano.
Fece chiamare attorno a se tutti i consiglieri reali, gli scriba e i gran sacerdoti e con voce tonante degna del suo rango iniziò a parlare.
- Io Soprankhamper I figlio della luce, ultimo discendente di Sotankhamion nella mia veste di Faraone supremo dei 10000 Egitti promulgo la mia prima legge. Per volere mio e con la benedizione di tutti gli dei conosciuti e sconosciuti, impongo a tutte le popolazioni e alle sudditanze del mio regno che, da oggi e per tutti i secoli e i millenni a venire, tutti i mezzi trainati da cavalli o da uomini dovranno essere sostenuti da ruote circolari dalla forma rotonda e che il peso complessivo non dovrà mai e dico mai superare i 35 quintali. Pena il ripudio e l’esilio in terra straniera, la confisca del mezzo e il suo smantellamento immediato. Così ho parlato.-
Tutti lo avevano sentito, gli schiavi gli stavano sorridendo e lui lo sapeva, sarebbe stato benvoluto.
Il lavoro sarebbe ricominciato da capo ma alcune idee erano buone e valeva la pena di utilizzarle.
Il suo grande viaggio avrebbe dovuto aspettare ancora un po’ ma non poi così tanto.
Le nubi minacciose all’orizzonte si erano quietate, anche loro avevano consigliato che sarebbe stato meglio rimandare la partenza e…così fu, il benevolo dio Modsiride lo stava vegliando dall’alto e, quando sarebbe giunta l’ora lo avrebbe consigliato ed ispirato. I secoli gli avrebbero dato ragione.
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Visto cosa succede a lasciarmi solo...
Modificato da tott i de il 15/06/2012 alle 00:25:21